ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Febbraio 2012

LA SETTIMANA POLITICA: IL GOVERNO CHE HA L'ORDINE DI EMARGINARE LA CHIESA E L'UTILE PRO-MEMORIA DI ANTONIO SOCCI

Post n°6793 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Premessa: questa settimana la notizia politica di maggior rilievo è senza dubbio la nuova mossa della gang Monti, che con il maggior gravame fiscale sui beni immobili della Chiesa mostra ancora una volta il suo vero volto di governo anticattolico. I successivi "chiarimenti" forniti dal governo hanno, al più, mostrato che i chiarissimi docenti sono anche pasticcioni. Tra gli ordini che hanno ricevuto dai loro padroni europei c'è anche quello di emarginare la Chiesa cattolica, ma poi si sono agitati in un po' di "distinguo", perchè nemmeno con la peggior malafede si può negare che in moltissimi settori la Chiesa ha una funzione sociale insostituibile. Resta il fatto, evidenziato immediatamente dai Salesiani, del serio rischio di chiusura di tante scuole cattoliche. Quindi, oltre a un sostanziale attentato alla libertà di educazione delle famiglie, che si vedranno private di una possibilità di scelta (peraltro pagata di tasca loro...), si avrà anche un danno per lo Stato, che si troverà accollati i costi degli studenti che prima frequentavano gli istituti cattolici. Abbiamo scelto questa settimana di proporre ai nostri amici lettori un articolo pubblicato ieri da Antonio Socci, perchè ci è sembrato molto utile il pro-memoria che Socci propone: l'Imu sui beni ecclesiastici, di nessuna utilità fiscale, non è che una delle tappe della politica anticattolica della gang Monti. Resta la magra soddisfazione di essere tra quelli che da subito avevano disapprovato lo "spirito" di Todi. Ora è davvero necessario che i cattolici si sveglino, anche a livello di Gerarchia, e che i politici ritrovino un minimo di dignità e riprendano il loro ruolo, mandando a casa questa banda di sciagurati che hanno occupato Palazzo Chigi. Anche il più arrabbiato sinistrorso dovrebbe rendersi conto che con l'attacco alla Chiesa cattolica si sta anche massacrando la democrazia: siamo tutti sudditi, il "cittadino" italiano è destinato a sparire. Salvo che si svegli.

a cura di Mauro Faverzani e Paolo Deotto  - www.riscossacristiana.it -

e ora diamo la parola ad Antonio Socci:


NOI CATTOLICI AL TEMPO DI MONTI (OVVERO CESTINARE TODI)

 
 
Appena fu dato l’incarico a Monti io, da queste colonne, gli detti fiducia. Non avevo pregiudizi. Ma mi ricredetti quasi subito. E avvertii che per molti la luna di miele con i “tecnici”  sarebbe diventata una luna di fiele (come già mostrano i fischi a Napolitano).

In effetti a cento giorni dalla sua nascita tutti i sostenitori del governo (a partire da PD e PDL) si accorgono di aver ottenuto l’opposto esatto di quanto avevano sempre voluto o promesso agli italiani.

Comincio dai cattolici che si fecero usare, col convegno di Todi, per instaurare il nuovo potere: ora si beccano la reintroduzione dell’Imu, forse perfino per asili e scuole (“è il tracollo dell’istruzione cattolica”, dicono i salesiani).

Eppure il giornale della Cei, “Avvenire”, che è stato il più entusiasta nel sostenere Monti, aveva sempre negato che vi fossero motivi per rivedere le norme (la Chiesa già pagava dove non c’erano attività di culto o assistenziali).

Adesso il governo allarga i casi di tassazione con la scusa di dover eliminare gli “aiuti di stato”. L’asilo parrocchiale deve pagare l’Imu altrimenti è aiuto di stato.

Però non sono ritenuti “aiuto di stato” quelli di cui hanno scritto Alesina e Giavazzi, “i circa 30 miliardi di sussidi pubblici alle imprese” (Corriere della sera, 11 dicembre 2011).

Perché – chiedono i due economisti – tutti quei miliardi “sono intoccabili” e nessuno ne parla?

Ancor più curiosa è stata, venerdì 24 febbraio, la nota furbesca della Presidenza del Consiglio con cui si annunciava che le maggiori entrate dall’Imu della Chiesa sarebbero state destinate ad alleggerire la pressione fiscale. Promessa odiosetta perché alimenta lo sciocco sospetto che se siamo tartassati è colpa della Chiesa.

La trovata serviva a coprire la vera notizia di quelle ore: infatti il governo si stava rimangiando la promessa di abbassare le tasse col gettito recuperato dalla lotta all’evasione. Quindi per la Chiesa c’è un doppio danno e la beffa.

Ma a parte l’Imu e le scuole cattoliche c’è molto altro nelle politiche di questo governo che va contro i cattolici. C’è il bombardamento delle famiglie (con la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa, l’aumento di Iva, affitti, tasse e benzina) e c’è l’insensibilità verso gli ultimi e la solidarietà dimostrata fra l’altro dalla cancellazione dell’Agenzia per il terzo settore, dall’inserimento delle donazioni alle onlus nel redditometro e dalla politica verso i disabili (lo slogan della loro manifestazione del 21 febbraio era: “no allo sterminio dei nostri diritti”).

La scure che si abbatte sulla solidarietà e l’assistenza ai più poveri e bisognosi, lascia invece indisturbato, in gran parte, l’enorme spreco dell’acquisto dei cacciabombardieri F35 a cui la Chiesa è contraria.

Il bilancio insomma per i cattolici è disastroso. Oltretutto per loro, che si fecero usare a Todi come  liquidatori del governo di centrodestra, è finito il dialogo privilegiato con quest’area sui temi eticamente sensibili: ne sono un segno il blocco della legge sulle dat e il varo alla Camera del divorzio breve.

E già, certe dichiarazioni ministeriali sui cosiddetti “diritti civili”, hanno fatto suonare un campanello di allarme sui media cattolici.

Anche il Pd è rimasto “fregato” dal governo Monti. Per anni – in odio a Berlusconi – hanno invocato “una destra normale, europea, moderna”.

Eccoli accontentati: una vera destra moderna, di banchieri e tecnocrati che se ne infischiano sia degli elettori che dei lavoratori e dei sindacati, che spazzano via le “intoccabili” pensioni di anzianità, alzano l’età della pensione e diminuiscono i soldi.

Tecnocrati che vogliono spazzar via il “sacro” articolo 18 sui licenziamenti e perfino sostituire la cassa integrazione straordinaria con un temporaneo sussidio di disoccupazione.


Bastava uno solo di questi provvedimenti, fino a ottobre, per scatenare la rivolta di piazza. E oggi la sinistra non solo deve digerirli, ma perfino votarli e applaudirli. Con un governo che irride la speranza del posto fisso dei giovani precari.

Addirittura Draghi – uno dei sostenitori, con Napolitano, del governo Monti – annuncia trionfante la morte del “modello sociale europeo”. Ecco “la destra” che volevano.

E’ arrivata e sta spazzando via il famoso “stato sociale”, con trent’anni di conquiste sociali. Grazie ai voti del centrosinistra.

Dieci anni fa gli apprendisti stregoni – dagli Usa all’Europa – spalancarono le porte del commercio mondiale alla Cina, fregandosene della concorrenza sleale di quel sistema semischiavistico: dicevano che così avrebbero “occidentalizzato” la Cina, invece hanno “cinesizzato” l’Occidente e ora tutti rischiamo di diventare sudditi senza diritti.

Stessa sorte del Pd è toccata al Pdl. Il centrodestra da sempre si è identificato con una precisa mission politica: meno tasse per tutti e meno stato, meno dirigismo, meno leggi e burocrazie asfissianti (ovvero più libertà).

Bene. Stanno dandoci l’esatto opposto.

Stiamo diventando il popolo più tartassato d’Europa e stiamo diventando così sudditi che non solo il popolo ha perso la sovranità (elettorale e politica), ma è ormai in libertà vigilata perfino quando va a prelevare i suoi risparmi dal proprio conto corrente, dovendo giustificare allo stato poliziesco come intende spenderli.

E non si venga a dire che questo serve a combattere l’evasione, perché è una balla ridicola. Non serve che a vessare. Se davvero volessero eliminare di colpo l’evasione fiscale – abbassando per tutti le tasse – basterebbe rendere detraibile per tutti l’Iva per ciascun acquisto.

Perfino le cosiddette liberalizzazioni – come ha dimostrato Piero Ostellino – sono il contrario esatto: un caso di dirigismo. E – a proposito di sistema liberaldemocratico – con un premier che frequenta più le Borse che le Camere ormai il Parlamento pare ridotto a un orpello inutile, tanto che Napolitano può intimargli di smetterla con gli emendamenti. Votino e zitti.

Perfino “Repubblica” sta suonando l’allarme. Ieri è stata pubblicata un’intervista a Zagrebelsky che arriva a preoccuparsi per la nostra perdita di sovranità nazionale. Era ora.

Ormai qualunque organizzazione internazionale pretende di dare ordini all’Italia: l’ultima arrivata è l’Ocse, dopo che l’hanno fatto la Bce, il Fmi, la Bundesbank, Obama, la Merkel, Sarkozy e i famosi mercati.

Si dirà che però nel 2013 avremo il pareggio di bilancio. In realtà il 70 per cento dei provvedimenti che portano a questo risultato è dovuto alle stangate del precedente governo.

Inoltre conseguiamo questo risultato a prezzo di una dura recessione (col Pil a – 1 per cento), di una disoccupazione che cresce, di tre declassamenti (da parte delle famose agenzie di rating) e di un aumento generale della povertà.

Da professori che si presentavano come sapientoni ci aspettavamo che finalmente costituissero la tanto studiata società per mettere a reddito l’enorme patrimonio immobiliare pubblico (anche se – come dice Oscar Giannino – la cosa non farebbe piacere alle banche).

E’ quella la chiave per abbattere il debito pubblico, le tasse e rilanciare la crescita. Ma non si è visto niente del genere.

Solo aumento delle tasse, della benzina e dell’Iva, con la diminuzione di stipendi, assistenza e pensioni: il solito, eterno, insopportabile tartassamento del cittadino che vorrebbero pure di “rieducare” col ditino alzato.

Come nella ex Germania comunista è al potere una casta che pretende di cambiare il popolo, invece di avere un popolo sovrano cui si riconosce il diritto di cambiare chi comanda e le sue politiche.

In Italia oggi gli unici soddisfatti sono i banchieri. La gente si rassegna a subire Monti solo perché i partiti sarebbero perfino peggio. Non si parli dunque di consenso: è disperazione.

Naturalmente Monti ha fatto pure qualcosa di buono: ha bocciato le Olimpiadi. Ma per questo non era necessario sospendere la vita democratica e fare un governo di scienziati, bastava il buon senso di mia nonna.

 di Antonio Socci - dal Blog dell'Autore -

 
 
 

I TENTACOLI DEL MALIGNO

Post n°6792 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per gentile concessione di Piemme edizioni pubblichiamo uno stralcio del libro Il ritorno di Cristo. La seconda venuta di Gesù e le profezie di Medjugorje (pp. 260, euro 15) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti.

Nell’esaminare i segni degli ultimi tempi abbiamo dunque visto lo scatenamento del Male, cui si contrappone la presenza - oggi sempre più intensa - di Maria; accanto a quest’azione del Maligno nel mondo collochiamo l’impostura anticristica come elemento preparatorio di quel combattimento escatologico che si concluderà con il ritorno di Cristo. Dell’impostura anticristica parla Gesù nei suoi discorsi apocalittici, ma ancor più esplicito è San Giovanni apostolo: “Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora” (1Gv 2, 18). Di questa impostura abbiamo già trattato, presentandone i segni distintivi secondo le rappresentazioni che ci vengono offerte da Benson, Solovev e Maria Valtorta, i quali indicano l’Anticristo come colui che è omicida e menzognero, alla pari del demonio (cfr. Gv 8, 44). Lo stesso catechismo dice chiaramente che la falsa profezia degenererà fino alla “massima impostura anticristica”: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “Mistero d’Iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini la soluzione apparente ai loro problemi al prezzo della apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne” (CCC 675). Vorrei chiederti, Padre Livio, di precisare i caratteri di questa impostura mettendo in evidenza il modo in cui già oggi si possono intravedere i segni di una falsa ideologia che diventerà massima nel combattimento escatologico finale.

Anzitutto bisogna premettere che l’Anticristo per eccellenza è Satana stesso, come hai evidenziato richiamando i caratteri che Gesù gli attribuisce indicandolo come “omicida fin dal principio” e “menzognero e padre della menzogna”. Abbiamo già visto come l’incarnazione di questi attributi diabolici siano le due bestie che nell’Apocalisse rappresentano appunto la manifestazione dell’Anticristo. Detto questo, aggiungo che fin dagli inizi della sua vita terrena Gesù deve affrontare Satana che scatena la persecuzione da parte di Erode, che conduce alla strage degli innocenti, e che si ripresenta poi direttamente al Messia quando questi sta per esordire nella sua vita pubblica, tentandolo invano per tre volte nel deserto. “Satana” indica l’accusatore, “Diavolo” significa invece colui che si mette di traverso: non stupisce dunque che il Demonio si ponga in contrapposizione a Gesù lungo tutto il corso dei tre anni in cui Egli andrà per la Palestina insegnando e operando miracoli, fino alla sua passione e morte in croce. Questo perché Lucifero non poteva accettare il meraviglioso piano di misericordia preparato per l’umanità e ha tentato di farlo fallire attaccando direttamente il Figlio di Dio.

Ora, con la sua resurrezione, Gesù ha sconfitto il Diavolo, tuttavia la divina permissione lascia che ci sia una certa azione del Maligno nel corso della storia, fino alla fine dei tempi, affinché ogni uomo possa guadagnarsi la salvezza sostenendo il personale combattimento spirituale e partecipando così della vittoria di Cristo sul Male. Non stupisce dunque scorgere, in questi duemila anni di cristianesimo, diverse ondate di azione diabolica volta a strappare quante più anime possibili alla divina misericordia, in un crescendo di inganni e seduzioni operati tramite il veleno della menzogna e dell’impostura. Si tratta di ondate che, in una progressiva escalation, rappresentano ricorrenti – quanto vani - tentativi del Diavolo di costituire un proprio regno delle Tenebre da opporre al Regno di Dio che va germogliando nel mondo.

Le imposture anticristiche sono dunque le armi di cui Satana, in quanto seduttore e menzognero, si serve per compiere la propria attività di omicida, conducendo cioè le anime alla morte eterna, alla dannazione. E tali imposture cercano di convincere l’uomo che Gesù Cristo non è Dio, che il Cristianesimo non è vero, che Cristo non ha salvato nessuno, che anche dopo la redenzione si soffre e si muore, che è l’uomo che deve salvare se stesso, etc. Un cumulo di menzogne originate dallo “spirito del mondo” ma anche all’interno della Chiesa stessa secondo San Giovanni che dice chiaramente che gli anticristi sono in mezzo a noi e sono coloro che, negando che Cristo sia Dio, rifiutano la dimensione soprannaturale della Chiesa, riducendola – come diceva il Card. Giacomo Biffi – a crocerossina del mondo, cioè a istituzione meramente umanitaria e filantropica. Ora, l’Anticristo rientra in una dimensione storica, e non solo come ideologia di una determinata epoca – ad esempio il Comunismo, denunciato dalla Madonna a Fatima come causa di perdita della fede per una moltitudine – bensì come figura concreta. Questo perché – nota acutamente San Tommaso – il Demonio è la “scimmia di Dio”, vuole cioè imitare l’Onnipotente e, visto che Dio si è fatto uomo, anche Satana vuole farsi uomo, assumendo appunto le fattezze di un personaggio alla Felsenburgh di Benson o come l’Anticristo di Solovev, per esempio.

Parlando di impostura anticristica, ci si può riferire nell’ambito paolino alla seconda lettera ai Tessalonicesi per scorgere l’unione di impostura e falso profetismo: “Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità” (2Tess 2, 1-12).

Questo è un brano straordinario! Anzitutto perché fa capire come l’anticristo è sia una ideologia – “pretese ispirazioni” e “apostasia” sono i termini chiave – sia una figura concreta – “il figlio della perdizione”, “l’empio”. Ma i due termini sono legati tra loro, perché una persona sola – cioè l’incarnazione del Demonio in un determinato Anticristo – non potrebbe avere forza sufficiente per tentare di sedurre al Male l’umanità intera se non ci fossero tutto in contesto globale e una ideologia atea, materialistica e relativistica d’appoggio. Sappiamo infatti che la Chiesa è destinata a essere messa alla prova, a rivivere la passione di Gesù, e che rimarrà solo un “piccolo gregge” a resistere contro quel “mondo nuovo senza Dio” che la Madonna dice stiamo già edificando. Dunque l’anticristo è sì un contesto storico, una situazione spirituale di negazione di Cristo, ma nel medesimo tempo è un personaggio che incarna tutto questo. Ora, che cosa “trattiene” lo scatenamento ultimo del Male, come dice San Paolo?

A mio parere è la Chiesa, come una diga che impedisce l’acqua inondi tutto, che si rompano gli argini. Ora, perché venga meno questo freno all’azione del Maligno la Chiesa deve essere ridotta ai minimi termini, tale cioè da non poter più contrastare il dilagare dell’azione diabolica; ma questo non è il momento presente, in cui la Chiesa non è ancora ridotta a “piccolo gregge”, per cui possiamo dire che quello odierno è sì il tempo dell’impostura ma non della massima impostura anticristica che prelude alla battaglia escatologica finale. D’altra parte, la Regina della Pace è qui da oltre trent’anni proprio per rafforzare e rinverdire la Chiesa, frenando così l’impostura antichistica, fino a che il mondo avrà un tempo di pace. Credo che solo successivamente si avrà quella grande apostasia, di cui parla San Paolo, che condurrà all’indebolimento della Chiesa, allo scatenamento ultimo del Male e alla fine del mondo.

-  Padre Livio con Diego Manetti - labussolaquotidiana.it -

 
 
 

QUANDO LA GRAVIDANZA NON CORRISPONDE AI DESIDERI: DENUNCIATI ABORTI IN BASE AL SESSO IN GRAN BRETAGNA

Post n°6791 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
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Il Governo di Londra ha aperto un'inchiesta sulle rivelazioni del "Daily Telegraph": alcuni medici del servizio sanitario nazionale britannico hanno praticato aborti sulla base della sola motivazione che le donne erano scontente del sesso del feto che portavano in grembo. Il Governo di Sua Maestà è intervenuto perché - ha ricordato il ministro della Sanità, Andrew Lansley - "la selezione del sesso del nascituro è illegale". Dal reportage del quotidiano britannico è emerso anche che i medici si dicevano pronti a falsificare i documenti per far abortire le donne pur sapendo di violare la legge. Due dottori sono già stati sospesi.

Illegale, moralmente ripugnante: in tanti sono inorriditi dinnanzi allo scenario svelato dall'indagine condotta dal reporter che ha accompagnato in incognito diverse donne in nove cliniche del Regno. Inorriditi perché la selezione in base al sesso, denunciata fino a ieri solo in Paesi lontani, è arrivata ormai negli ospedali occidentali.

In realtà, però, il trend non è nuovo nemmeno in questa parte del globo: da tempo, ad esempio, alcune giornaliste vanno denunciando come nelle cliniche statunitensi che eseguono la nascita in provetta, la selezione embrionale in base al sesso sia diventata una realtà diffusa. Ad oggi, la difesa è stata alquanto sofisticata: non si decide in base al sesso se far nascere un feto; in base al sesso si sceglie quale feto fare nascere. Un cavillo giuridico incapace, però, di scalfire il nodo morale sottostante.

Se molti dunque sono inorriditi leggendo l'inchiesta del "Daily Telegraph", tante già sono state le dichiarazioni che - più o meno timidamente - hanno cercato di gettare acqua sul fuoco. Aprire delle riserve anche minime sull'aborto, a prescindere del tutto dal loro contenuto, viene infatti sentito come una pericolosa minaccia al "diritto" femminile all'interruzione della gravidanza. Con buona pace della doppia morale che continuerà (per un po' almeno) a condannare la strage di bambine indiane e a difendere il diritto assoluto delle occidentali a compiere le loro scelte di donne socialmente, culturalmente ed economicamente istruite.

Del resto, la folle deriva denunciata dal quotidiano inglese non è forse la logica conseguenza dell'idea ormai imperante secondo cui un figlio è un bene a cui si ha diritto? Di quella idealizzazione della scelta come unica e assoluta via di emancipazione? Che differenza vi è tra lo scandaloso e antico retaggio dell'idea secondo cui la nascita di una figlia va maledetta (per tutti i motivi che sappiamo) e la scelta fatta sedute a un tavolino di design (per tutti i motivi che possiamo immaginare)? La pratica primitiva che teme la dote di una futura sposa è davvero più colpevole di chi magari, avendo già un maschio, vuole la femmina? Non è in entrambi i casi una gravidanza che non risponde ai "desideri" di chi aspetta?

di Giulia Galeotti - L'Osservatore Romano - www.miradouro.it -

 
 
 

ASSOCIAZIONE "SE NON ORA QUANDO?" LE FEMMINISTE CONTRO IL CIMITERO DI FETI ABORTITI, MA LE DONNE SI RIBELLANO

Post n°6790 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per tutti quei genitori che, come me, hanno avuto la disgrazia (ben due volte!) nella vita di perdere un bambino ancora nel grembo di sua madre, dopo aver visto e sentito il suo cuoricino battere, sentire le parole “Giardino degli Angeli” equivale ad assaporare per un attimo un’immagine di pace, di serenità, e quasi di gioia, nella consapevolezza che rivedranno il loro angioletto un giorno, nella pienezza dell’amore della Casa del Padre. Giardino degli Angeli è il nome dato ad uno spazio di 600 mq all’interno del cimitero Laurentino a Roma ed è sorprendente sentir chiamare così un lotto di terreno destinato alla sepoltura.

Salvo scoprire che per qualcuno è un attentato alla libertà della donna, il fatto che altre donne possano seppellire i propri figli in luoghi appositi, dignitosi, e, per giunta, abbelliti da delle camelie. Infatti, scrivono con orrore sul sito dell’associazione “Se non ora quando?”: «No, il cimitero per feti non lo voglio, non ci sto a dare per morti quelli che non sono nati». L’autrice dell’articolo, Alessandra Bocchetti, imposta tutto il ragionamento su una premessa falsa: «attenzione, questi attacchi non vogliono negare la possibilità di abortire, perché in una società cinica come la nostra che una donna abortisca, in verità, non frega proprio niente a nessuno, altrimenti ci sarebbero dei veri programmi, dei concreti aiuti, assistenza vera e non quelle misere procedure che dovrebbero fare vergogna ad un paese civile e cattolico». L’autrice, vera cinica, come si evince dalla dura intransigenza laico-talebana del pezzo, attribuisce il proprio cinismo alla società per poi, da ciò, sostenere che, se una donna abortisce, in verità, non frega proprio niente a nessuno; il che è ovviamente falso. Dunque, si costruisce un falso ragionamento per giustificare la propria malafede. Secondo l’autrice, infatti, seppellire i bambini non nati è un attentato che ha «per obiettivo la parola: autodeterminazione». Il linguaggio stesso dell’accusa è violento (si parla più volte di attentato, lotta) e rivelatore di un sostanziale nichilismo di fondo, con cui si riduce la maternità ad una violenta banalizzazione che la svuota di ogni positività morale ed affettiva, considerandola freddamente «ragione di una catena perpetua».

Insomma: guerra totale ai valori millenari della nostra civiltà, alla bellezza della vita e, nella fattispecie, perfino alla pietas di una madre e di un padre affranti ed ammutoliti dal mistero del dolore. Perché: «La lotta non è finita, è sempre in corso. Per questo ci dobbiamo tenere alla larga dai cimiterini. Capisco che il dolore possa essere grande, ma penso che dovremmo imparare a portarlo nel cuore. Il vero oggetto del contendere è sempre e solo la libertà delle donne». Addirittura – conclude – sarebbe una cosa vergognosa per un paese cattolico – invece, è bene sapere che la pratica del seppellimento dei feti abortiti non è l’ultima trovata di qualche estremista cattolico, ma risponde ad un’esigenza indicata dallo stesso Magistero: «i cadaveri di embrioni e di feti umani volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani» (Donum Vitae, 1,4).

Il risultato? Una durissima reazione ed una sonora stroncatura nei commenti all’articolo. Si tratta di donne, innanzitutto, e non certo cattoliche, come Elisa: «esigo che nessuno, e sottolineo nessuno, usi le sue parole per calpestare il mio lutto, definendo la sepoltura di mio figlio e quella di tanti altri feti ed embrioni come delle invenzioni per attaccare la 194. La invito a non vedere fantasmi ovunque e a tornare in contatto con la realtà …La rabbia con cui si scaglia contro la sepoltura dei bimbi morti in gravidanza la fa portavoce del più becero oscurantismo, dove chi non la pensa in un certo modo è da combattere, negare, annullare…che pena, che miseria!». O la reazione di Margherita, che, con acume direi parmenideo, smaschera subito il sofisma: «apprendo ora, dalle sue parole, di avere quattro non-figli. Non sono nati, non sono morti, quindi… non sono? Oppure sa dirmi lei dove sono ora i miei non-figli? parole fredde, come le sue, che pretendono che il mio dolore e quello di tante donne e uomini come me, sia relegato nel silenzio perché disturba. Disturba la politica, disturba una lotta senza pari, disturba il cuore di chi non sa dire dove siano finiti quei miei quattro non-figli che ancora fanno stringere un nodo alla mia gola. Già, perché non piango il callo che si è staccato dal mio piede, né la verruca che mi hanno asportato; non piango quando taglio le unghie, e nemmeno ogni volta che ho le mestruazioni. Ma quell’ammasso di cellule erano nel mio corpo, e ci batteva un piccolissimo ammasso di cellule cardiache, e quando quel battito si è fermato, allora sì che ho pianto!».

Ma ci sono parole anche di giovani padri che, come me, ritengono di ribellarsi a queste farneticazioni indegne del genio femminile e della ragionevolezza che ogni battaglia culturale dovrebbe, in ogni caso, avere. Anche se, credo, avere il cattivo gusto di fare una battaglia culturale per definire “rifiuti ospedalieri” e non semplicemente bambini i propri figli, sia il vertice della vergogna, il trionfo becero di un satanico nichilismo, che ha svuotato il cuore della modernità del proprio battito vitale. E che a farlo sia addirittura una donna, francamente, mi spaventa.

- Matteo Donadoni - www.uccronline.it -

 
 
 

L'EURO CONTRO L'EUROPA: DI ROBERTO DE MATTEI

Post n°6789 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Vent’anni fa, l’idea di poter girare l’Europa senza continuare a rivolgersi all’ufficio cambi sembrava meravigliosa; quindici anni fa, dopo l’attacco contro la lira organizzato dallo speculatore George Soros, l’idea di un un’unica valuta europea sembrava mettere al riparo da futuri attacchi della finanza internazionale. Nove anni fa, dopo dodici mesi di euro che di fatto si era imposto con il cambio a mille lire e non a 1930,27, con un conseguente aumento dei principali beni di consumo di quasi il 100%, molti entusiasmi iniziarono a smorzarsi. Ai nostri giorni il gradimento della moneta unica, vista dai più come fonte di sacrifici non ripagati, è al minimo storico.

Roberto de Mattei non ha dovuto aspettare tutto questo tempo per rendersi conto dei problemi che la nuova moneta avrebbe comportato: euroscettico della prima ora, già nel 1992 inviò ai parlamentari europei una lunga lettera aperta in cui sottolineava vari punti negativi del Trattato di Maastricht (1991). Ora tale lettera, di drammatica attualità, è riproposta dall’editore Solfanelli assieme ad altri scritti di Roberto de Mattei sullo stesso argomento (L’euro contro l’Europa. Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht (1992-2012), Solfanelli, Chieti 2012, p. 72, € 8).

La principale domanda che lo studioso si pone è: di quale Europa parliamo? Naturalmente – purtroppo – siamo lontani da quell’Europa sinonimo di Cristianità: l’Europa dei burocrati, anzi, è fondata su radici nichiliste (come ben sappiamo, la semplice menzione delle radici cristiane del nostro continente è stata addirittura rifiutata nella Costituzione europea del 2003 proprio per l’opposizione di due Paesi che al cristianesimo – ed al cattolicesimo in particolare – debbono la propria nascita ed il proprio sviluppo: la Francia ed il Belgio), su una concezione puramente mercantilistica dell’uomo.

Paradossalmente, questo tipo di unione rischia di portare, anziché all’unificazione, ad un «processo di disgregazione degli Stati nazionali: e poiché l’Europa non può prescindere dagli Stati nazionali, che ne costituiscono l’ossatura, la liquidazione di questi Stati equivale alla distruzione dell’Europa condotta in nome dell’Europa stessa!» (p. 13)

Parimenti, l’esproprio della sovranità monetaria postula il successivo esproprio della sovranità politica e giuridica (pensiamo solo al famigerato mandato di cattura internazionale, in base al quale si può essere arrestati ed estradati per un atto commesso nel proprio Paese, dove non costituisce reato, ma che è considerato perseguibile dalla legislazione di un altro Paese aderente). Il fine sarebbe quello di realizzare un «megastato europeo» al cui interno si esistono tanti «microstati regionali», come ha teorizzato da anni la sinistra postmoderna.

Il progetto prevede anche di facilitare la concessione della nazionalità agli extracomunitari, in particolar modo a quelli di religione musulmana, con la conseguente trasformazione dell’Europa in “Eurabia”, come l’ha definita la saggista Bat Ye’or.

Ma il volume proposto da Solfanelli non raccoglie solo interventi del passato – quasi a formare un nostalgico «ve l’avevo detto!» – bensì si spinge fino ai nostri giorni, sottolineando come proprio nell’anno che ha visto le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità italiana, il suo principale incensatore, Giorgio Napolitano, abbia contribuito, con la nomina di Mario Monti, perfetta espressione dei “poteri forti”, all’abbattimento della sovranità politica italiana: «gli stessi “poteri forti” che, per liquidare i sovrani legittimi diedero nell’Ottocento il loro sostegno ideologico e finanziario all’unificazione, oggi vedono nello smantellamento dello Stato nazionale una nuova tappa per realizzare l’utopia della mazziniana Repubblica universale» (p. 51).

Insomma, non c’è via d’uscita dal tunnel che ci porta verso la dissoluzione dell’Europa? La via esiste, se si ci rende conto che è possibile rinunciare a certi dati che la stragrande maggioranza di noi ritiene (a torto) irreversibili: dal Trattato di Maastricht alla stessa moneta unica.

(Gianandrea de Antonellis) - www.corrispondenzaromana.it -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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