ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Aprile 2012

LUCY: UNA STORIA VERA

Post n°7078 pubblicato il 30 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sabato 12 maggio, il giorno precedente alla marcia per la vita, ci sarà un grande convegno sulla vita nascente, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (inzio 14.30). Alla fine del convegno verranno premiate alcune personalità distintesi nella testimonianza a favore della vita. Tra queste i genitori di Lucy.

L’annuncio di quella vita era l’investitura di un destino imprevisto, diverso e piu’ forte: erano chiamati a proteggere e custodire, ad amare senza condizioni, a spogliarsi di se’ per ritrovare la propria natura profonda in una prova inaspettata e vivificante.

A Lucy non avrebbero dovuto chiedere nulla. Questa bimba non sarebbe stata la proiezione di ambizioni, aspettative, aspirazioni; sarebbe stata la fonte in cui riversare tutti se stessi per riattingerne un’esistenza sempre rinnovata, perche’ e’ proprio nell’atto di dedizione all’altro che essa acquista significato ed e’ l’altro che la rende significativa.

Lucy era un dono, e loro dovevano essere in grado di accoglierlo, all’altezza della chiamata e del compito.

L’attesa di questa vita e’ diventata la vita in cui si sono riconosciuti e rigenerati, scoprendo di possedere una grande forza sconosciuta.

Quando Lucy e’ venuta al mondo, e ha cominciato la sua durissima lotta con la propria fragilita’ annunciata, quella forza cresciuta spontaneamente nell’anima e nel cuore si e’ fusa in una cosa sola con quella creatura.

Era la via per comprendere che, nel miracolo della vita, noi siamo partecipi di un disegno piu’ grande che, anche quando non riusciamo a comprendere, e’ capace di illuminarci e guidarci oltre i nostri pensieri e le nostre paure: soltanto se pensiamo noi stessi inscritti in questo disegno e ci abbandoniamo al nostro essere creature, possiamo trovare il significato della nostra e dell’altrui esistenza. E questa testimonianza, di vera liberta’ riconquistata, diventa a sua volta un dono da comunicare perche’ altri se ne possano arricchire.

Per i genitori di Lucy nasce cosi’, spontaneamente, l’urgenza di chiamare altri, tutti quelli che saranno capaci di mettersi in ascolto, a cogliere anche per se’ l’esistenza di un orizzonte piu’ fecondo e piu’ appagante.

Ma non bastano le parole per esprimere lo spazio dello spirito, occorre un linguaggio diverso da quello dell’uso quotidiano e corrente. Occorre uno strumento capace di abbracciare quell’universo piu’ grande che l’uomo puo’ scoprire e riconoscere come proprio.

Cosi’, Anna e Gianluca hanno sentito che solo il canto e la musica avrebbero potuto trasmettere e sublimare tutta la grandezza di un’esperienza straordinaria, che li aveva coinvolti fino alla profondita’ insondabile del mistero della vita e del dono di se’.

E la storia di Lucy, la loro storia, e’ diventata “Il mondo di Lucy”, una ballata della vita e dell’amore, del destino e della speranza.

“Questa storia parla di speranza, di una scelta fatta per amore,

che ha generato amore.

Potevamo scegliere il buio, potevamo allontanare tutto in un attimo,

con un semplice no.

Abbiamo scelto la vita, la vita di Lucy.

E Lucy ha illuminato la nostra.

Ogni pagina racconta di un piccolo passo fatto,

di un pezzetto di strada,

percorsa con fatica e con speranza.

Pensieri e riflessioni nati da un incontro,

dall’abbraccio di chi ci sta a fianco,

da un istintivo bisogno di descrivere quello che sta succedendo.

Con il desiderio profondo, impresso nell’anima,

di poter forse, un giorno,

essere di aiuto a qualcuno.”

Anna e Gianluca, genitori di Lucy

di Elisabetta Bortoletto Frezza, Mevd di Padova

per il convegno: http://www.marciaperlavita.it/2012/01/15/programma-convegno-del-12-maggio-2012/


DOMENICA 13 MAGGIO A ROMA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA
 
Gli attacchi alla vita umana innocente sono sempre più numerosi e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano: Ru486, Ellaone, pillola del giorno dopo ecc. Da oltre trent’anni una legge dello Stato (la 194/1978) regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel grembo materno e i morti si contano a milioni.
 
La Marcia per la Vita è il segno dell’esistenza di un popolo che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato, sulla legge del più forte.
L’iniziativa vuole:

    affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio;
    chiedere il Suo aiuto, per una società smarrita;
    deplorare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione, sino ad oggi, in Italia, di 5 milioni di innocenti;
    ribadire che esiste una distinzione tra Bene e male, tra Vero e falso, tra Giusto ed ingiusto;
    invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà.

Lo straordinario successo della prima edizione della marcia per la vita di Desenzano, organizzata in breve tempo e con poche risorse a disposizione, ci spinge a moltiplicare le forze e l’impegno profusi per la buona battaglia.
 
La seconda edizione della marcia sarà a Roma, centro della cristianità e del potere politico. Le strade della capitale sono state attraversate, anche recentemente, da numerosi cortei indecorosi e blasfemi; il nostro corteo vuole invece affermare il valore universale del diritto alla vita e il primato del bene comune sul male e sull’egoismo.
L’iniziativa sarà una “marcia” e non una processione religiosa e come tale aperta anche ai pro life non credenti e a tutti i gruppi che potranno partecipare con i loro simboli ad esclusione di quelli politici. E’ previsto inoltre un convegno, sempre a Roma, il 12 maggio, sulla vita a cui hanno già dato la loro adesione personalità conosciute del mondo pro life italiano.
 
Abbiamo però bisogno dell’aiuto di tutti!
 
- Con la preghiera, che smuove le montagne (1 Cor. 13,2) e vince ogni difficoltà
- Con la costituzione, in ogni città italiana, di centri locali che ci aiutino sul piano organizzativo (fotocopiando e diffondendo materiale, organizzando pullman per venire a Roma, preparando striscioni, bandiere, cartelli…)
- Con il sostegno economico che può moltiplicare le nostre possibilità. Si può versare un contributo sul conto corrente postale allegato oppure tramite bonifico bancario a:

    Associazione Famiglia Domani:
    Banca:Intesa San Paolo,
    Iban: IT 86 N 03069 03227 100000000810

    Mevd (Movimento Europeo Difesa Vita):
    Unicredit, Agenzia di Verona,
    Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378

Chiunque volesse aiutare e per qualsiasi informazione scrivere a: info@marciaperlavita.it , oppure telefonare a : 06-3233370
Da questa pagina (www.marciaperlavita.it/partenze/) è possibile consultare l’elenco delle città italiane da cui partiranno i pullman per Roma con i relativi referenti e recapiti telefonici.

 
 
 

COSI', DA MEDICO, HO CURATO MIA MOGLIE DA UN TUMORE AL CERVELLO CON LA TERAPIA DI BELLA

Post n°7077 pubblicato il 30 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Questa è la storia di un odontoiatra di 42 anni, Carlo, sposato e con 3 figli piccoli, che è riuscito a cambiare il suo destino. Davanti alla malattia della moglie - un tumore al cervello ad alto grado (astrocitoma anaplastico) che l’ha portata in fin di vita - lui si è comportato come il comandante saggio del Titanic (uno che non è mai esistito).

Ha azzeccato la manovra giusta, pur sfiorando l’iceberg letale. “Dovevo salvarla – dice ora che il tumore della moglie si è fermato – Ci tengo però a dire che se lei fosse morta io non sarei affondato: sono molto credente e sono convinto che Dio ci ami profondamente, anche nella malattia”.

Come vi siete accorti del tumore? (lo stesso che stroncò Ted Kennedy)

“Nell’aprile 2009 mia moglie aveva 35 anni, ha avuto un attacco epilettico mentre lavorava. In ospedale le hanno trovato una lesione cerebrale, è stata operata dieci giorni dopo”.

Diagnosi?

“Astrocitoma anaplastico (il cancro delle cellule che sostengono i neuroni) al terzo grado. È un tumore maligno che cresce rapidamente anche se non dà metastasi. Il dramma è che non si riesce a rimuoverlo del tutto perché infiltra i tessuti sani vicini”.

E qual è la cura?

“Radioterapia e chemioterapia prolungate nel tempo, la sopravvivenza a due anni è del 50% a cinque anni del 18%. ”

Come trovarsi l’iceberg a un palmo dalla prua…Che avete fatto?

“Il protocollo prevede 30 sedute di radioterapia e concomitante chemioterapia, si cerca di andare avanti il più possibile, il guaio è stato che dopo tre cicli di chemio mia moglie ha manifestato altissima tossicità al fegato e al sangue: non aveva più globuli rossi e bianchi, né piastrine. Neppure le trasfusioni le davano sollievo. A dicembre è entrata in uno stato cachettico (la condizione del malato terminale)… pensavamo non arrivasse a fine anno…Durante questa mia tragedia non dormivo più, studiavo ogni notte e in ogni pausa del giorno, avrò consultato centinaia di studi e decine di professionisti”.

Dove è approdato?

“Alla terapia Di Bella, innanzittutto: il dottor Achille Norsa ha pubblicato diversi ‘case report’ sui tumori cerebrali, l’ho consultato insieme a Giuseppe Di Bella e a Paolo Lissoni. ”.

Quali effetti ha avuto la terapia Di Bella su sua moglie?

“Ottimi. Oggi, a tre anni di distanza, lavora e si occupa della famiglia come prima di ammalarsi, il suo cancro non è andato avanti, è rarissimo che un tumore cerebrale di questo tipo resti immobile, gli esami però lo provano. Come dicevano i latini contra factum non datur argomentum, ossia, di fronte ai fatti non serve discutere. Quel che ho capito è che non si può pensare di arrestare un tumore senza la somatostatina (soffoca le cellule maligne, togliendo loro il nutrimento dei vasi sanguigni). "

Ha provato a dirlo a un oncologo tradizionale?

“Durante il periodo delle cure i medici degli ospedali mi hanno sempre trattato come un deficiente, ora che vedono mia moglie viva e vegeta tacciono e la guardano come si guarda un fantasma. Ripetevano ‘che queste terapie non servono a nulla’, mentre io dico che se avessero letto Schally, Pollak, Lincoln forse qualche dubbio gli sarebbe venuto. Negli Usa è normale testare i farmaci off label, ossia i medicinali per uno scopo diverso da quello che è scritto sul bugiardino, è il caso della somatostatina e degli inibitori prolattinici usati da Di Bella contro i tumori ma anche di altre sostanze. Là si fa quando le cure tradizionali si rivelano inefficaci, da noi nemmeno è possibile immaginarlo”.

A proposito di altre sostanze, lei non ha curato sua moglie soltanto con il metodo Di Bella.

“No. Ero deciso a provarle tutte. Ho impiegato anche altri due farmaci non riconosciuti in Italia. Il primo è CRM 197, scoperto dallo scienziato italiano Buzzi, è la parte non tossica della tossina difterica che provoca, nel malato di tumore, una cascata immunitaria (è in corso una sperimentazione in Giappone su donne con tumore ovarico)”.

Il secondo?

E' un oncolitico (‘scioglie’ il cancro), si chiama virus di Newcastle, della famiglia dei virus responsabili dell’aviaria, è un ritrovato di un medico ungherese. In Germania questo prodotto è impiegato nelle cliniche e negli ospedali”.

Quindi ha acquistato i medicinali all’estero.

“Sì, entrambi. Non solo, ho dovuto anche farli somministrare all’estero, perché in Italia sono farmaci vietati”.

Ma non è rischioso mescolare tutte queste sostanze?

“Certamente bisogna saperle usare, ci vuole un medico esperto. Quanto al mescolarle mi ero informato, sono adatte a sposarsi con la terapia Di Bella e al caso di mia moglie. La mia fortuna è che so leggere bene in inglese”.

Quindi lei non ci sa dire se il tumore di sua moglie si è stabilizzato per il metodo Di Bella o per le altre due terapie. “Francamente no. Ma non mi importa, quel che conta è che lei stia bene e faccia una vita normale”.

Avrà speso un sacco di soldi.

“Tanti. Sa qual è la tristezza? Che io ho potuto fare tutto questo (tradotto: curare la madre dei miei figli) perché: sono medico, ho studiato e non ho problemi economici, ma gli altri…?”

Per gli altri offre lo Stato…Ma è vero che lei ora fa il consulente gratis?

“E' l’effetto del passaparola, abito in un centro piccolo, ormai ho una discreta competenza sui tumori cerebrali, così la gente viene qui a chiedermi un parere e io per comodità, concentro le consulenze dopo il lavoro. L’ultima ora della giornata la passo così. È il minimo che possa fare dopo quello che ho ricevuto, è il mio modo di aiutare chi sta male”.

-  Gioia Locati - Il Giornale - miradouro.it -

 
 
 

COMMENTO AL MESSAGGIO DI MEDJUGORJE DEL 25 APRILE DI PADRE LIVIO DA RADIO MARIA

Post n°7076 pubblicato il 30 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera e ad aprire il vostro cuore verso Dio, figlioli, come un fiore verso il calore del sole. Io sono con voi e intercedo per tutti voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Non c’è dubbio che nella sua brevità questo messaggio della Regina della Pace è assolutamente forte, chiaro, un invito preciso a rinnovare la nostra preghiera e questo la Madonna lo fa all’inizio del mese di Maggio che è il mese del Santo Rosario insieme al mese di Ottobre.

Il mese di Maggio è un mese Mariano per eccellenza nella tradizione della Chiesa e anche un mese che è stato illuminato da straordinarie apparizioni della Madonna, in particolare quella di Fatima il 13 Maggio 1917. Sappiamo quanto sia importante Fatima nel suo collegamento con Medjugorje.

Il 13 maggio 1944 la Madonna è apparsa a Ghiaie di Bonate Questa apparizione è stata molto contrastata, ma rimane il suo grande significato perché la Madonna era venuta a preannunciare e soprattutto a contrastare la grande crisi della famiglia.

Il mese di Maggio dunque è il mese in cui la parola preghiera assume un contorno ben preciso che è quello del Santo Rosario. Non c’è dubbio che l’invito della Madonna a pregare riguarda soprattutto questa straordinaria preghiera mariana, che è stata arricchita da Giovanni Paolo II con i Misteri della Luce.

Attraverso questa preghiera entriamo in comunione con Maria, con Gesù e con Dio e ci aiuta ad aprirci a Dio come un fiore che si apre al sole. Il Santo Rosario è nel medesimo tempo una preghiera personale e, come ha detto Marija Pavlovic, è molto utile per riempire gli spazi della famiglia, una donna che fa i mestieri di casa può recitare il Santo Rosario, siamo in macchina e possiamo recitare il Santo Rosario, e anche dedicare la preghiera del Santo Rosario a momenti di grande raccoglimento in modo tale che sia veramente una comunione con Dio.

Preghiera personale e preghiera familiare.

Quante volte la Madonna ha raccomandato il Rosario in famiglia, preceduto da una lettura della Sacra Scrittura e comunque gli stessi misteri del Rosario sono un riferimento chiaro ai Vangeli, in modo tale che i genitori preghino con i figli e i figli preghino con i genitori, e anche se i bambini non riescono a recitare tutto il Rosario, possono però stare in quel momento in famiglia, vicino ai loro genitori che pregano, e magari dire anche loro qualche Ave Maria. Il Rosario è anche una preghiera comunitaria, in quanto può essere recitata dai gruppi di preghiera, dalle comunità.

Sarebbe molto bello che in questo mese di Maggio nelle nostre parrocchie ci fosse la recita comunitaria del Santo Rosario, magari come fanno lodevolmente alcuni parroci che radunano le persone di un quartiere, i gruppi di famiglie, per recitare una sera qua una sera là, dalle famiglie e dalle edicole il Santo Rosario.

La Madonna ha una bellissima immagine per indicare la preghiera, la indica oggi con un’immagine straordinaria che è anche intonata alla primavera. Noi nella preghiera dobbiamo aprirci a Dio, aprire il cuore a Dio così come un fiore si apre al calore del sole. Noi vediamo come i fiori si spalancano e dirigono il loro sguardo, il loro sorriso, verso il sole e, a seconda di come gira, lo seguono e dal sole ricevono luce, ricevono forza, ricevono vita, ricevono calore.

La Madonna ha detto che la nostra vita cristiana, la nostra fede è come un fiore che se noi bagniamo ogni giorno con l’acqua della preghiera diventa un bellissimo fiore, ma se non la bagniamo con l’acqua della preghiera inevitabilmente secca e muore. Immaginate la nostra giornata, anzi la nostra vita: cosa  sarebbe  la

nostra vita sulla terra se non ci fosse il sole? Sarebbe una lunga, nera e gelida notte invernale senza vita, triste, e se non ci fosse anche la speranza dell’alba sarebbe disperata. Questa è la vita umana senza il sole che risplende su di essa.

Perciò nella preghiera noi dobbiamo aprirci al sole divino, aprire il cuore,  spalancare l’anima al sole divino. Questo sole divino ci illumina, cioè fuga le nebbie dei nostri pensieri, delle nostre ossessioni, dei nostri dubbi, delle nostre angosce.

Il Vangelo dice che dalla preghiera Gesù usciva trasfigurato, la stessa trasfigurazione descritta da San Luca come un’esperienza di preghiera di Gesù: mentre pregava si è trasfigurato. Nella preghiera noi dobbiamo lasciarci inondare dalla luce di Dio che fuga le nebbie, che fuga le ossessioni, che disperde le nuvole, che infonde la serenità luminosa della sapienza, la comprensione delle cose nella loro giusta luce, viste nella luce di Dio, con l’occhio di Dio, con la misericordia di Dio e quindi, aprendoci nella preghiera, capiamo le cose, e anche tante cose che noi riteniamo che siano gravi o insolubili, vediamo che nella preghiera trovano la soluzione, soprattutto nella preghiera trovano la loro vera dimensione che molte volte non è così grave o così pesante come pensiamo.

Lasciamoci avvolgere dalla luce di Dio nella preghiera, nella preghiera Dio ci riscalda, siamo molte volte aridi, arrabbiati, nervosi, duri, pieni di rabbia, pieni di reazioni, perché il mondo è cattivo, perché c’è il male, perché ci hanno trattato male, perché le cose vanno male; tutto questo rende il cuore indurito, ci rende cattivi. Lasciamo che nella preghiera la luce di Dio, il sole di Dio ci riscaldi, sciolga il ghiaccio, le asperità, le durezze, e scenda nel cuore la Divina Misericordia per cui il nostro cuore diventi misericordioso, diventi un cuore con più calore, con più amore.

Questo è il miracolo che avviene nella preghiera, come il sole rafforza il fiore che cresce, così nella preghiera noi ci sentiamo più forti, cresciamo, ci sentiamo più motivati nei combattimenti spirituali, più motivati nel compimento del dovere, più motivati nell’affrontare i problemi, più forti nel combattere contro l’avversario, nel resistere alle tentazioni.

La preghiera è una forza incredibile, è la forza di Dio che viene trasmessa a noi, e poi, la preghiera è pace. Se ogni volta che noi siamo inquieti entriamo nella preghiera, a contatto con Dio noi riceviamo la Sua pace, la Sua misericordia, il Suo perdono, la Sua comprensione, la Sua pazienza nei nostri confronti, la Sua carezza e usciamo dalla preghiera rappacificati. Se entriamo nella preghiera nervosi e non usciamo in pace vuol dire che non abbiamo pregato.

Ecco dunque cosa vuol dire pregare, cioè aprire il cuore verso Dio così come “un fiore verso il calore del sole”. Vuol dire ricevere la luce di Dio, la forza di Dio, il calore di Dio, la pace di Dio.

 - Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it -

 
 
 

COPPIE DI FATTO E CONVIVENTI E' IL "CONTRATTO" CHE FA PAURA

Post n°7075 pubblicato il 30 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Simmetricamente, molti uomini possono non considerare appetibili come mogli donne che somigliano troppo a loro, per quanto riguarda l´investimento sul lavoro e la pretesa che le proprie priorità vadano rispettate. Meglio convivere, o anche «vivere insieme stando separati, ciascuno a casa propria», viaggiando "leggeri" sul piano delle aspettative...

 
Specie se hanno una buona istruzione e buone prospettive professionali, le donne possono valutare che il matrimonio impone prezzi troppo alti e asimmetrici. E che non ci siano abbastanza uomini per i quali valga la pena di correre il rischio....

Negli Stati Uniti il calo dei matrimoni è dovuto in larga misura alla perdita di forza sociale di questa istituzione. Essa non sembra più necessaria né per vivere insieme come coppia, né per avere figli. Non è neppure più un mezzo di collocazione sociale per le donne, sia perché la facilità del divorzio indebolisce di molto questa funzione di garanzia, sia perché le donne stesse sempre meno derivano il proprio status sociale dal legame con il marito. Nonostante anche in quel paese la parità tra uomini e donne non sia affatto raggiunta, da tempo la maggior parte delle donne ha imparato, per necessità o per virtù, che è meglio contare sulle proprie forze e sulla propria collocazione nel mercato del lavoro.
 Un tempo erano soprattutto le donne della minoranza nera a non sposarsi mai. Perché non avevano particolari vantaggi dall´essere sposate a uomini spesso resi socialmente deboli e vulnerabili dagli effetti diffusi del razzismo e della discriminazione. Oggi sono anche le donne bianche e di altre minoranze meno discriminate ad avere dubbi sui vantaggi del matrimonio rispetto ai costi di una persistente divisione del lavoro che continua ad affidare loro la maggior parte del lavoro familiare, per i figli, ma anche per i mariti. Tanto più che questi ultimi non sempre accettano una moglie davvero "pari" sul piano professionale e del prestigio sociale. Specie se hanno una buona istruzione e buone prospettive professionali, le donne possono valutare che il matrimonio impone prezzi troppo alti e asimmetrici. E che non ci siano abbastanza uomini per i quali valga la pena di correre il rischio.

Simmetricamente, molti uomini possono non considerare appetibili come mogli donne che somigliano troppo a loro, per quanto riguarda l´investimento sul lavoro e la pretesa che le proprie priorità vadano rispettate. Meglio convivere, o anche «vivere insieme stando separati, ciascuno a casa propria», viaggiando "leggeri" sul piano delle aspettative e obbligazioni reciproche. Anche se quando ci sono figli, tutta questa "leggerezza" può diventare improvvisamente pesante e svicolare dalle obbligazioni difficile, a prescindere dalla forma giuridica della relazione di coppia.
In Italia la diminuzione dei matrimoni non deriva tanto dall´indebolimento sociale dell´istituto del matrimonio, quanto dal ritardo con cui vi si entra. Non sono, infatti, aumentati significativamente i celibi e nubili "definitivi". Piuttosto si è alzata l´età al primo matrimonio. Ciò a sua volta dipende certo dal fenomeno tutto italiano del ritardo con cui i giovani escono dalla casa dei genitori, un ritardo oggi accentuato dalle difficoltà che i giovani incontrano a collocarsi nel mercato del lavoro. Ma dipende anche dal diffondersi delle convivenze di fatto, sia come nuova tappa della vita di coppia, prima di sposarsi, sia come alternativa più o meno temporanea al matrimonio stesso. Fenomeno assolutamente marginale fino a un decennio fa, oggi l´esperienza di convivenza di fatto coinvolge una minoranza sostanziosa di coppie, particolarmente tra le più istruite e che vivono nel Centro-Nord. Questa concentrazione insieme geografica e di caratteristiche sociali suggerisce che anche in Italia le aspettative insieme di autonomia e di parità delle giovani donne giocano un ruolo importante nel cercare forme alternative di rapporti di coppia, istituzionalmente più "leggere" e meno socialmente regolate del matrimonio: convivere prima di, o invece di, sposarsi come strumento di negoziazione delle aspettative e priorità di ciascuno e reciproche. Tanto più che l´Italia è uno dei paesi in cui la divisione del lavoro in base al genere è più cristallizzata.

-  Chiara Saraceno - dimensionesperanza.it - donboscoland.it -

 
 
 

L’IMPERATORE COSTANTINO E SAN MICHELE ARCANGELO

Post n°7074 pubblicato il 30 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Probabilmente pochissimi sanno che l’imperatore Contantino viene festeggiato come santo il 21 maggio dalle Chiese Cristiane d’Oriente. Vittorioso in Britannia, poi contro i Franchi e gli Alamanni, fu acclamato imperatore dalle legioni alla morte di Diocleziano. Ma a quell’epoca il sistema imperiale era tetrarchico, così Massimino e Massenzio si allearono contro di lui e Licinio. Costantino valicò le Alpi e batté i rivali a più riprese, sconfiggendo definitivamente Massenzio alla battaglia di ponte Milvio, nel 312. Morto Massimino, ben presto Costantino venne a contrasto con Licinio che batté più volte. Nel 324 rimase unico imperatore e portò la capitale a Bisanzio, che chiamò Costantinopoli. Ormai le dimensioni dell’Impero richiedevano uno spostamento di baricentro ( ed è anche probabile che Costantino volesse allontanare detto baricentro dal cuore del vecchio paganesimo). Ma la scelta, col tempo, finì per dividere in due l’Impero romano. Costantino morì nel 337 mentre marciava contro i Persiani.

Nel 313 aveva emanato l’editto di tolleranza verso i cristiani, e lui stesso si professò cristiano, anche se ricevette il battesimo solo sul letto di morte. Continuando la tradizione secondo la quale il capo dello stato era anche garante della “pax deorum” (pace con gli dèi), combatté le eresie, incoraggiò i concili (come quello di Nicea, contro gli ariani). Fu seppellito nell’atrio della basilica degli Apostoli a Costantinopoli e specialmente gli orientali gli tributarono subito venerazione da santo, propagandone il culto in tutta l’area di influenza bizantina.

La sua santità è però controversa, perché in vita Costantino si era macchiato della morte della moglie e di un figlio, accusati di complotto, nonché di quella di Massimiano, suo antico rivale nell’impero. Forse autorizzò queste condanne costretto dalla sua qualità di primo magistrato dell’impero o magari fu solo per ambizione. Comunque, la venerazione per il primo imperatore cristiano fu unanime nel popolo, reduce dalle spaventose persecuzioni di Diocleziano. Costantino, prima della battaglia del ponte Milvio, aveva fatto porre sui labari il monogramma di Cristo (l’aveva sognato: “Con questo segno vincerai”); ancora nel V e nel VI secolo la sua immagine veniva impressa, segno di equità e di giustizia, sulle bilance, e lo si invocava contro la lebbra (una leggenda, citata anche da Dante, dice che Costantino guarì dalla lebbra appena ricevuto il battesimo da papa Silvestro).

In Grecia, il giorno della sua festa, viene eseguita una danza sui carboni ardenti. Due paesi della Calabria portano il suo nome. A Sedilo, presso Cagliari, cavalieri armati evocano la vittoria di “Santu Antinu” a Saxa Rubra e corrono verso il suo santuario sparando salve di fuciliera. Si dice che sia stato S. Eusinio, un soldato, a spiegare all’imperatore il significato del sogno di ponte Milvio. Questo santo morì martire ad Antiochia sotto Giuliano l’Apostata- cui aveva rimproverato la condotta malvagia- alla veneranda età di centodieci anni.

Costantino,  convertito al cristianesimo, riporta la vittoria decisiva sul suo rivale Massenzio, il 29 ottobre 312. Tutti conoscono la storia: ansioso per la riuscita della lotta che si prepara ad ingaggiare, il giovane Cesare d’Occidente ha l’ispirazione di porre alla testa delle sue truppe, nettamente meno numerose di quelle di Massenzio, padrone di Roma, un pavese – il labarum – recante il segno della croce, che gli sarebbe stata mostrata nel cielo la sera della vigilia, con questo commento scritto in lettere greche: “Con questo segno tu vincerai”. Altre tradizioni affermano che una voce misteriosa gli avrebbe ingiunto di far dipingere sugli scudi dei suoi uomini le lettere greche Chi e Rho, intrecciate, che sono le iniziali di Christos. Comunque sia allora accaduto e che cosa egli abbia fatto – forse il tutto, due precauzioni valgono meglio di una -, Costantino schiaccia Massenzio presso il ponte Milvio, nel luogo detto Saxa Rubra (Pietre Rosse), ed il vinto muore malinconicamente annegandosi nel Tevere.

Due anni più tardi, nel 314, Costantino ha una visione. Un essere di luce gli appare, in piedi, vestito d’una lunga tunica, con le ali largamente dispiegate, le gambe leggermente divaricate e solidamente piazzato sul suolo, che gli dichiara: Io sono Michele, il capo del Dio degli eserciti, il protettore della fede dei cristiani. Sono io che, quando tu combattevi contro l’empio tiranno, ti ho assistito, rimettendo la vittoria tra le tue mani.

Riconoscente, Costantino eleva all’arcangelo una bella chiesa a Sousthenion, una periferia della città di Anapea, a circa cinquanta miglia da Costantinopoli. Il santuario – chiamato Michaelion – è consacrato l’8 giugno 337, e gli ortodossi ne celebrano sempre la dedicazione, in questa data ricordando San Michele e tutte le schiere angeliche.

di Don Marcello Stanzione - www.riscossacristiana.it -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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