ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Aprile 2012

SE LA EX-CUBISTA DIVENTA SUORA E INSEGNA A DANZARE PER DIO

Post n°7073 pubblicato il 29 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Suor Anna Nobili, un passato da ballerina, da tre anni ha aperto la Holy Dance una scuola di danza per la formazione umana e spirituale

Fino a pochi anni fa ballava sui «cubi» delle discoteche più «in» di Milano; invece adesso è suora, e danza «per lodare Dio». E non solo: insegna anche a danzare «per avvicinare a Lui». Non è la trama di un film, bensì la storia di suor Anna Nobili, 42 anni, della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth: dopo essere stata «cubista» e ballerina in varie trasmissioni tv, nel settembre 2008 ha preso i voti, al termine di quattro anni di convento; il cambiamento è avvenuto quando aveva 22 anni, davanti alla chiesa di Santa Chiara ad Assisi. È stata «folgorata sulla via della danza», ma suor Anna non vuole più parlare del suo passato: «E’ già stato scritto troppo su di me:  quello che conta adesso non è chi e che cosa ero io, ma quello che stiamo facendo con la danza!».

Ed ecco, ciò che sta facendo. Da circa tre anni suor Anna insegna danza moderna attraverso una scuola appositamente creata, la «Holy Dance» («Danza Santa»), che si trova presso il convento dei Padri Carmelitani a Palestrina, in provincia di Roma: «Perché abbiamo dato il nome di “Holy Dance”? La danza è santa perché Dio è santo!», spiega, «E noi desideriamo mettere al primo posto il Padre della nostra danza. Dio danza ed entra nella storia e nella storia dei nostri giorni danzando. Il nostro è il Signore della gioia e della vita». E suor Nobili non fa distinzioni tra i vari tipi di danza: «Non importa quale tipo di danza tu possa preferire, dalla moderna alla hip hop, e anche l’età non deve essere un problema, ci si può sentire parte di una Chiesa che danza la fede senza arrossire anche e soprattutto quando la coreografia dei nostri giorni si fa dura, opaca e pesante».

La danza viene dunque considerata non come esibizione del corpo o come strumento per stimolare i sensi, ma come canale per comunicare emozioni, per lodare Dio, e poi una realtà attraente e nello stesso tempo utile per la formazione umana e spirituale delle nuove generazioni e non solo: «Chi danza ha una chance in più per imparare ad amare – prosegue - mettendosi sui passi di Gesù. Gesù ha fatto dei suoi passi una danza d’Amore, e non si è mai arreso dinnanzi a coreografie difficili per salvarci il corpo. Abbiamo tentato di fermare i passi di Gesù imprigionando il suo corpo ad una croce, ma la sua danza non ha cessato di esistere. Quell’ultimo suo respiro, in quel suo ultimo alito di vita il suo Spirito non ha smesso di volteggiare dal suo corpo ormai privo di sé, nel nostro corpo. Noi siamo quella Chiesa che è divenuta il corpo di Cristo perché anche noi imparassimo la Sua danza!».

Ci si potrebbe immaginare che la Holy Dance insegni solo qualche tipo di danza e non altri; invece non è così: da suor Anna si può imparare la modern spirit dance, l’hip hop, break inside, classico, sweetdance, oltre ovviamente alla  danza liturgica e alla preghiera gestuata. Tutti modi per «non smettere mai di lodare Dio! Lui ti ama così come sei nella tua danza».

E non è tutto. Perché la Holy Dance, che in tre anni è passata da 3 a 90 allievi, compie anche altre molteplici attività di evangelizzazione: lezioni di danza riferite alla Parola di Dio, ritiri spirituali, stage di danza, incontri di preghiera e «catechetici», gite o altri momenti di aggregazione «legati semplicemente dalla gioia di stare insieme e condividere quello che ognuno è».

E poi, la Holy Dance porta in giro spettacoli e musical – «senza scopo di lucro, anzi, cercando di raccogliere fondi per iniziative di solidarietà» – ideati e realizzati dalla stessa Scuola. Come fa stasera e lunedì al Teatro Principe di Palestrina (alle 20,30), dove metterà in scena «Rut, una straniera per amica», spettacolo di danza ispirato al testo biblico che narra la vicenda di Rut.

«La Holy Dance – conclude suor Nobili – rappresenta la Chiesa che non ha paura di fare la vita, capace di mutare i lamenti in danza (dal Salmo 30-29)».

domenico agasso jr - vaticaninsider.lastampa.it -

 
 
 

PERCHE' LA REGINA DELLA PACE CI INVITA ALLA PREGHIERA: SPUNTI DA UNA LETTERA DI MONS. BRUNO FORTE

Post n°7072 pubblicato il 29 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Mi chiedi: perché pregare? Ti rispondo: per vivere.

Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore.

Ora, l’amore nasce dall’incontro e vive dell’incontro con l’amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive, nel tempo e per l’eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita.

Mi dici: ma io non so pregare! Mi chiedi: come pregare? Ti rispondo: comincia a dare un po’ del tuo tempo a Dio. All’inizio, l’importante non sarà che questo tempo sia tanto, ma che Tu glielo dia fedelmente. Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e daglielo fedelmente, ogni giorno, quando senti di farlo e quando non lo senti. Cerca un luogo tranquillo, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la presenza di Dio (una croce, un’icona, la Bibbia, il Tabernacolo con la Presenza eucaristica…). Raccogliti in silenzio: invoca lo Spirito Santo, perché sia Lui a gridare in te “Abbà, Padre!”. Porta a Dio il tuo cuore, anche se è in tumulto: non aver paura di dirGli tutto, non solo le tue difficoltà e il tuo dolore, il tuo peccato e la tua incredulità, ma anche la tua ribellione e la tua protesta, se le senti dentro.

Tutto questo, mettilo nelle mani di Dio: ricorda che Dio è Padre - Madre nell’amore, che tutto accoglie, tutto perdona, tutto illumina, tutto salva. Ascolta il Suo Silenzio: non pretendere di avere subito le risposte. Persevera. Come il profeta Elia, cammina nel deserto verso il monte di Dio: e quando ti sarai avvicinato a Lui, non cercarlo nel vento, nel terremoto o nel fuoco, in segni di forza o di grandezza, ma nella voce del silenzio sottile (cfr. 1 Re 19,12). Non pretendere di afferrare Dio, ma lascia che Lui passi nella tua vita e nel tuo cuore, ti tocchi l’anima, e si faccia contemplare da te anche solo di spalle.

Ascolta la voce del Suo Silenzio. Ascolta la Sua Parola di vita: apri la Bibbia, meditala con amore, lascia che la parola di Gesù parli al cuore del tuo cuore; leggi i Salmi, dove troverai espresso tutto ciò che vorresti dire a Dio; ascolta gli apostoli e i profeti; innamorati delle storie dei Patriarchi e del popolo eletto e della chiesa nascente, dove incontrerai l’esperienza della vita vissuta nell’orizzonte dell’alleanza con Dio. E quando avrai ascoltato la Parola di Dio, cammina ancora a lungo nei sentieri del silenzio, lasciando che sia lo Spirito a unirti a Cristo, Parola eterna del Padre. Lascia che sia Dio Padre a plasmarti con tutte e due le Sue mani, il Verbo e lo Spirito Santo.

All’inizio, potrà sembrarti che il tempo per tutto questo sia troppo lungo, che non passi mai: persevera con umiltà, dando a Dio tutto il tempo che riesci a darGli, mai meno, però, di quanto hai stabilito di poterGli dare ogni giorno. Vedrai che di appuntamento in appuntamento la tua fedeltà sarà premiata, e ti accorgerai che piano piano il gusto della preghiera crescerà in te, e quello che all’inizio ti sembrava irraggiungibile, diventerà sempre più facile e bello. Capirai allora che ciò che conta non è avere risposte, ma mettersi a disposizione di Dio: e vedrai che quanto porterai nella preghiera sarà poco a poco trasfigurato.

Così, quando verrai a pregare col cuore in tumulto, se persevererai, ti accorgerai che dopo aver a lungo pregato non avrai trovato risposte alle tue domande, ma le stesse domande si saranno sciolte come neve al sole e nel tuo cuore entrerà una grande pace: la pace di essere nelle mani di Dio e di lasciarti condurre docilmente da Lui, dove Lui ha preparato per te. Allora, il tuo cuore fatto nuovo potrà cantare il cantico nuovo, e il “Magnificat” di Maria uscirà spontaneamente dalla tue labbra e sarà cantato dall’eloquenza silenziosa delle tue opere.

Sappi, tuttavia, che non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riuscirai a far tacere il chiasso che è intorno a te e in te; a volte sentirai la fatica o perfino il disgusto di metterti a pregare; a volte, la tua sensibilità scalpiterà, e qualunque atto ti sembrerà preferibile allo stare in preghiera davanti a Dio, a tempo “perso”. Sentirai, infine, le tentazioni del Maligno, che cercherà in tutti i modi di separarti dal Signore, allontanandoti dalla preghiera. Non temere: le stesse prove che tu vivi le hanno vissute i santi prima di te, e spesso molto più pesanti delle tue. Tu continua solo ad avere fede. Persevera, resisti e ricorda che l’unica cosa che possiamo veramente dare a Dio è la prova della nostra fedeltà. Con la perseveranza salverai la tua preghiera, e la tua vita.

Verrà l’ora della “notte oscura”, in cui tutto ti sembrerà arido e perfino assurdo nelle cose di Dio: non temere. È quella l’ora in cui a lottare con te è Dio stesso: rimuovi da te ogni peccato, con la confessione umile e sincera delle tue colpe e il perdono sacramentale; dona a Dio ancor più del tuo tempo; e lascia che la notte dei sensi e dello spirito diventi per te l’ora della partecipazione alla passione del Signore. A quel punto, sarà Gesù stesso a portare la tua croce e a condurti con sé verso la gioia di Pasqua. Non ti stupirai, allora, di considerare perfino amabile quella notte, perché la vedrai trasformata per te in notte d’amore, inondata dalla gioia della presenza dell’Amato, ripiena del profumo di Cristo, luminosa della luce di Pasqua.

Non avere paura, dunque, delle prove e delle difficoltà nella preghiera: ricorda solo che Dio è fedele e non ti darà mai una prova senza darti la via d’uscita e non ti esporrà mai a una tentazione senza darti la forza per sopportarla e vincerla. Lasciati amare da Dio: come una goccia d’acqua che evapora sotto i raggi del sole e sale in alto e ritorna alla terra come pioggia feconda o rugiada consolatrice, così lascia che tutto il tuo essere sia lavorato da Dio, plasmato dall’amore dei Tre, assorbito in Loro e restituito alla storia come dono fecondo. Lascia che la preghiera faccia crescere in te la libertà da ogni paura, il coraggio e l’audacia dell’amore, la fedeltà alle persone che Dio ti ha affidato e alle situazioni in cui ti ha messo, senza cercare evasioni o consolazioni a buon mercato. Impara, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, ed a seguire le vie di Dio, che tanto spesso non sono le nostre vie.

Un dono particolare che la fedeltà nella preghiera ti darà è l’amore agli altri e il senso della chiesa: più preghi, più sentirai misericordia per tutti, più vorrai aiutare chi soffre, più avrai fame e sete di giustizia per tutti, specie per i più poveri e deboli, più accetterai di farti carico del peccato altrui per completare in te ciò che manca alla passione di Cristo a vantaggio del Suo corpo, la Chiesa. Pregando, sentirai come è bello essere nella barca di Pietro, solidale con tutti, docile alla guida dei pastori, sostenuto dalla preghiera di tutti, pronto a servire gli altri con gratuità, senza nulla chiedere in cambio. Pregando sentirai crescere in te la passione per l’unità del corpo di Cristo e di tutta la famiglia umana. La preghiera è la scuola dell’amore, perché è in essa che puoi riconoscerti infinitamente amato e nascere sempre di nuovo alla generosità che prende l’iniziativa del perdono e del dono senza calcolo, al di là di ogni misura di stanchezza.

Pregando, s’impara a pregare, e si gustano i frutti dello Spirito che fanno vera e bella la vita: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22). Pregando, si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui è stata voluta da Dio. Pregando, si avverte sempre più l’urgenza di portare il Vangelo a tutti, fino agli estremi confini della terra. Pregando, si scoprono gli infiniti doni dell’Amato e si impara sempre di più a rendere grazie a Lui in ogni cosa.

Pregando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si loda. E la lode è la gioia e la pace più grande del nostro cuore inquieto, nel tempo e per l’eternità.

Se dovessi, allora, augurarti il dono più bello, se volessi chiederlo per te a Dio, non esiterei a domandarGli il dono della preghiera. Glielo chiedo: e tu non esitare a chiederlo a Dio per me. E per te. La pace del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con te. E tu in loro: perché pregando entrerai nel cuore di Dio, nascosto con Cristo in Lui, avvolto dal Loro amore eterno, fedele e sempre nuovo. Ormai lo sai: chi prega con Gesù è in Lui, chi prega Gesù o il Padre di Gesù o invoca il Suo Spirito, non prega un Dio generico e lontano, ma prega in Dio, nello Spirito, per il Figlio il Padre. E dal Padre, per mezzo di Gesù, nel soffio divino dello Spirito, riceverà ogni dono perfetto, a lui adatto e per lui da sempre preparato e desiderato. Il dono che ci aspetta. Che ti aspetta.”

+ Bruno Forte - (Messaggio per la Quaresima 2007) - 'Padre Armando Favero' - [Info da Medju] -

 
 
 

MARIA SANTISSIMA "SPECULUM IUSTITIAE"

Post n°7071 pubblicato il 29 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Vergine riflette in sé la giustizia divina

San Giuseppe, Sposo di Maria, viene descritto nel Vangelo secondo san Matteo quale uomo “giusto” (1,19) nel senso di santo, retto e perfetto osservante della Legge di Dio. Ed è in questo senso che bisogna considerare la virtù della “giustizia” della Vergine Maria. Ella fu “ripiena della virtù della giustizia”, cioè fu santa, specchio di conformità al Volere divino e specchio di rettitudine nei rapporti con gli altri. Nelle Litanie lauretane noi invochiamo Maria Santissima “Specchio della Giustizia“ (Speculum iustitiæ), in quanto riflette in sé la giustizia di Dio, la sua armonia, la sua verità, la sua bellezza. L’Immacolata è la più splendida immagine di Dio che sia stata realizzata in una creatura umana. Ella accolse in sé per la sua limpidità, per la sua purezza e per la sua umiltà i raggi di Colui che è il Sole di Giustizia, il Cristo, rispecchiandone le perfezioni. Sappiamo bene infatti che, ordinariamente, lo specchio riflette la luce e gli oggetti mediante i raggi luminosi che riceve, e Maria ricevette in sé non solo i raggi del Sole divino, ma lo stesso Sole e lo mostrò al mondo in tutta la sua perfezione, rifrangendo la luce divina nei suoi infiniti colori. In principio, ogni uomo uscito dalle mani di Dio, doveva essere uno “specchio” che Lo rifletteva, perché fatto a “immagine e somiglianza” di Dio (Gn 1,26). Con il peccato dei nostri progenitori, però, questo “specchio” si macchiò e sfigurò l’”immagine e somiglianza” di Dio.

Solo Maria Santissima, la Vergine Immacolata, fu uno “specchio senza macchia” (Speculum sine macula). Specchio sempre nitido e luminoso, “Speculum pulchritudinis”, specchio della bellezza, come la chiama san Bernardo. È risaputo, infatti, che lo specchio, per riflettere perfettamente le immagini, deve essere terso, limpido, senza macchia o difetto; e Maria è, appunto, il “candore della Luce eterna”, come è scritto nel libro della Sapienza (7,26) “Candor est enim lucis æternæ”, tutta risplendente di purezza nivea e candore liliale. In- canto, stupore ed estasi: la bellezza di Maria! Avevano forse torto quei “veggenti” che sospiravano l’ora della morte per poter andare a rivedere il volto sublime di Maria? Sappiamo poi, che, nello specchio il sole entra senza fare alcun danno, anzi investendolo dei suoi raggi e rendendolo sorgente di luce. Ebbene, in Maria, il Sole di giustizia, che è Cristo, scende nel suo grembo immacolato e non soltanto conserva assolutamente intatta l’illibata integrità verginale della Madre, ma gliela “consacra” divinamente, come dice la Liturgia: “non minuit, sed sacravit”, ossia la illumina di meravigliosa e prodigiosa luce divina che Ella poi riflette su di noi affinché, specchiandoci in Lei, possiamo rivestirci della sua radiosa santità verginale, tutta perla preziosissima e diamante puro per Gesù, il Sole di giustizia.

La Vergine Santissima, infine, fu specchio di divina giustizia in quanto nulla di più giusto e di più santo si può avere in un’umana creatura. Piena di grazia, Ella fu adorna di ogni virtù. Splendida nell’anima, nei sentimenti e nelle opere, illumina ed affascina quanti la contemplano. Il profondo sentimento di giustizia che animò la sua vita e che regnava sovrano nella sua anima, non poteva non rilevarsi naturalmente anche all’esterno, nella sua vita di ogni giorno. In Lei si ammirò sempre un comportamento semplice e nobile, alieno da qualunque astuzia o dissimulazione, pronto a dare a ciascuno il suo, verso Dio, verso il prossimo e versose stessa. Verso Dio Ella fu sempre pronta a riconoscerLo come Signore e Creatore, considerando se stessa creatura delle sue mani. Per questo fu sempre pronta a vivere come serva, consacrata al suo servizio, pronta a fare ogni suo Volere, secondo le parole rivolte all’Angelo all’Annunciazione: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1, 38). Verso il prossimo la sua condotta fu sempre irreprensibile, sottomessa e umile, compiendo i propri doveri con esattezza, sapendo vivere al posto a Lei assegnato da Dio, nel rispetto dei diritti degli altri. Verso se stessa, infine, seppe sempre dirigere a Dio tutte le sue azioni e far si che tutto contribuisse a meglio amarlo e servirlo. In Maria Santissima possiamo dire che tutto fu trovato perfetto dallo stesso Dio, secondo le parole dell’Angelo all’Annunciazione: “invenisti gratiam apud Deum” (Lc 1, 30), hai trovato grazia presso Dio; e a Lei, specchio tersissimo di santità, devono guardare tutte le creature, per poter raggiungere la perfetta conformità a Cristo, di cui Maria, Sua Madre, ha “la faccia che più s’assomiglia”, come dice Dante Alighieri.

di padre Stefano M. Pio Manelli - ZENIT -

 
 
 

MARIA: LA "VIRGO PRUDENS"

Post n°7070 pubblicato il 29 Aprile 2012 da diglilaverita
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Il fondatore dei Frati Francescani dell'Immacolata spiega la virtù mariana della prudenza

Non è sbagliato dire che la prima virtù dimostrata dalla Madonna all’Annunciazione è stata la virtù cardinale della prudenza. Infatti, alle straordinarie parole di salute dell’Angelo Gabriele - “Ave, o piena di grazia, il Signore è con te! (Lc 1, 28) - l’evangelista san Luca dice che la vergine Maria rimase subito impaurita, colpita o turbata. Perché mai? Per l’intervento della virtù della prudenza!

E’ nella natura della virtù della prudenza, infatti, il compito di mettere in guardia la persona da ogni precipitazione o valutazione affrettata delle cose, aiutando a rendersi prima conto sia di ciò che ascolta, come di ciò che vede o di ciò che avviene. A quelle straordinarie parole dell’Angelo, la virtù della prudenza si fece subito presente e mise in guardia la giovanissima vergine Maria, impegnandola a riflettere per valutare prudentemente il senso di quella parole angeliche, anziché esaltarsi senza rendersi conto della loro reale portata.

Testualmente, infatti, l’evangelista san Luca dice che alle splendide parole di saluto dell’Angelo, Maria vergine, molto prudentemente, lungi dall’esaltarsi, «si domandava che senso avesse un tale saluto» (Lc 1, 29). Prudenza e ponderatezza si danno la mano in queste parole dell’evangelista, e, molto più, fanno unità strettissima nel comportamento della vergine Maria.

All’iniziale turbamento della Madonna, infatti, l’Angelo Gabriele fa seguire le parole di spiegazione, non meno straordinarie anch’esse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà per sempre nella casa di Giacobbe e il suo regno non avrà mai fine» (Lc 1, 30-33).

Nelle parole dell’Angelo, dunque, continua la rivelazione di cose davvero straordinarie; cose grandi, cose enormi, cose umanamente incredibili, che, volendo, di possono riassumere nelle parole: Tu, vergine Maria, diventerai madre dello stesso Figlio di Dio!

A queste altre parole dell’Angelo, ora, si sarebbe potuto pensare che immediatamente, da parte della vergine Maria, non c’era da fare altro che allietarsi ed esaltarsi fino al settimo cielo, rallegrandosi di una gioia divina senza misura. E invece, no. Perché mai?

Maria, infatti, anche dopo le altre parole dell’Angelo, si presenta con la sua prudenza e ponderatezza, non lasciandosi affatto esaltare dalle cose così sublimi che l’Angelo Gabriele ha detto a lei e che riguardavano precisamente il progetto di Dio su di lei.

E’ proprio della virtù della prudenza, infatti, osservare anzitutto attentamente ogni cosa, per saper discernere il bene dal male, evitando, in tal modo, ogni rischio di male per sé e per gli altri. Al riguardo, tuttavia, verrebbe subito da chiedersi: ma era mai possibile che da parte dell’Angelo Maria potesse ricevere alcunché di male o di non conveniente? Si tratta di un Angelo mandato da Dio!

La risposta a questa ragionevole domanda rimase tuttavia in sospeso, perché Maria, riflettendo prudentemente sulle parole dell’Angelo, coglie un punto che si presenta problematico nei riguardi della sua personale condizione di vergine già consacrata a Dio, per cui può subito chiedere all’Angelo come possa avvenire ciò che egli ha detto, avendo ella già consacrato la sua verginità a Dio: «Come è possibile? Non conosco uomo» (Lc 1, 34). Ossia: come potrà ella divenire Madre del Figlio di Dio senza tradire l’offerta della sua verginità a Dio? Il problema, dunque, si fa davvero grande per Maria, si fa cruciale.

Se è vero che ella avrebbe voluto subito esaltarsi al progetto di una così sublime Maternità divina, come conciliarla, tuttavia, con la sua verginità già consacrata a Dio? Può mai ella togliere a Dio ciò che già gli ha donato e che appartiene solo a Lui? Può ella non far più conto della verginità già donata a Dio?... Sono interrogativi davvero delicati e scottanti!

Prudenza e ponderatezza rispondono di no. In questo caso, soltanto Iddio poteva risolvere la cosa, perché è dovere sacrosanto della creatura salvaguardare sempre il diritto di Dio a cui apparteneva la verginità che Maria gli aveva già offerto.

Ed ecco, allora, le ultime parole chiarificatrici e riassicuratrici dell’Angelo alla vergine che si è mostrata così attenta e prudente: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque chiamato Santo e Figlio di Dio» (Lc 1, 35).

A questo punto, la conclusione di questa altissima lezione sulla virtù cardinale della prudenza è stata la risposta ultima di Maria che ora può dire all’Angelo con tutta la sua anima: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38).

Voglia la “Virgo prudens” insegnare anche a noi la preziosa virtù cardinale della prudenza!

- padre Stefano M. Pio Manelli - ZENIT -

 
 
 

"SCIENZIATI, DUNQUE CREDENTI". TUTTI I PADRI DELLA SCIENZA MODERNA HANNO CREDUTO IN DIO

Post n°7069 pubblicato il 29 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Francesco Agnoli, “Scienziati, dunque credenti”, Cantagalli, Siena, 2012 (pagine 185, con inserto fotografico a colori, euro 14). In uscita a maggio.

C’è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio creatore? Tra scienza e Chiesa; tra scienza e miracoli? Può un uomo di oggi continuare a credere in Cristo, senza essere ed apparire ridicolo e fuori del tempo? Se ne dibatte spesso, per lo più in termini filosofici. Lo si fa anche in questo libro, discutendo sui Dio, l’anima, i miracoli, la Chiesa… Ma soprattutto si interrogheranno gli scienziati, i grandi fisici, astronomi, matematici… e si scoprirà che tutti i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio. Si scopriranno le preghiere di Keplero e di Pascal; gli interessi per la Bibbia di Newton; la fede genuina di Pasteur… Si apprenderà che un monaco, padre Benedetto Castelli, ha fondato l’idraulica ed ha inventato il primo pluviometro; che un altro monaco, padre Andrea Bina, ha inventato il primo sismografo moderno; che Niccolò Copernico era un religioso cattolico; che il primo teorizzatore del Big bang e dell’espansione delle galassie è stato il sacerdote belga Georges Edouard Lemaître; si apprenderà che il padre dell’aeronautica, Francesco Lana de Terzi, è un padre gesuita, come il “principe dei biologi”, Lazzaro Spallanzani e come un pioniere dell’astrofisica, Angelo Secchi; che il padre della geologia e della cristallografia, Niels Stensen, si fece sacerdote e poi divenne vescovo, e che il fondatore della genetica fu il monaco Gregor Mendel… Si apprenderà che i matematici Gauss ed Eluero leggevano tutte le sere il Vangelo, che i matematici A. L. Cauchy, Ennio De Giorgi e Maria Gaetana Agnesi si dedicavano, oltre che alla matematica, all’assistenza ai poveri secondo lo spirito cristiano… Forse qualcuno leggerà per la prima volta che le uniche grandi persecuzioni contro scienziati sono avvenute durante la laicissima rivoluzione francese (a danno di scienziati particolarmente devoti, come Luigi Galvani e Paolo Ruffini), e, soprattutto, nell’URSS ateo e comunista, dove chi proponeva teorie scientifiche vere, ma non ortodosse rispetto al marxismo, ha perso il posto e, non di rado, la vita.

 -di Redazione -  riscossacristiana.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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