ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 06/01/2009

Post N° 1247

Post n°1247 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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LISTIAMO A LUTTO LA STELLA DEI MAGI

Attiviamoci subito per compiere UN GESTO simbolico, che stimoli più profonde prese di coscienza e diffonda un ampio rifiuto della logica dell'annientamento e della morte


listiamo a lutto la stella dei magi

"Pesanti bombardamenti, un gran numero di vittime, i soldati israeliani non distinguono più tra civili e combattenti, questa è guerra, guerra, guerra; qualcuno provi a fermarli. Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento; è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice".

Questo disperato appello del parroco di Gaza è stato raccolto da Pax Christi, che con UN COMUNICATO ha provato a scuotere la pesantissima indifferenza con cui in Italia si sta assistendo al massacro di un'intera popolazione, per metà minori. Un inferno di orrore, morte e distruzione, di lutti, dolore e odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano adiacente.

 

Dopo una settimana di bombardamenti e centinaia di morti, i carri armati hanno invaso la Striscia, seminando morte casa per casa, distruggendo in un bagno di sangue luoghi di culto e ospedali, scuole e centrali elettriche. Se vergognosi sono il silenzio consenziente dei Governi e la paralisi delle Nazioni Unite, inaccettabile è il nostro assistere attoniti e rassegnati a questo crimine di guerra, senza condividere almeno un sussulto di indignata protesta.

Attiviamoci subito per compiere UN GESTO simbolico, che stimoli più profonde prese di coscienza e diffonda un ampio rifiuto della logica dell'annientamento e della morte. Nelle nostre case, nelle nostre chiese, lì dove splende il segno della STELLA COMETA, annuncio di luce e speranza per ogni uomo e donna, proponiamo di LISTARE A LUTTO LA STELLA DEI MAGI, perché sia percepibile la nostra vicinanza a tutti coloro che stanno piangendo i loro cari, ed evidente il nostro fermo NO alla distruzione, ai bombardamenti, alle uccisioni di centinaia di persone innocenti. Proponiamo occasioni di riflessione con UNA PREGHIERA di supplica per la pace che, ispirata alla Solennità dell'Epifania, potrà essere diffusa lungo tutto il mese di Gennaio, tradizionalmente dedicato alla pace

 
INFO : www.paxchristi.it

don Nandino Capovilla 3473176588

PREGHIERA

Hanno oscurato il cielo della Palestina

 
Una stella indicava il cammino in quelle notti di timore e buio, Signore.
Uomini saggi, da lontano, compresero che li avrebbe condotti a te, Dio della pace e della fraternità tra tutte le creature, e ‘gioirono molto di gioia grande’. E andarono. E videro. E si inchinarono alla novità di un Dio venuto a condividere, a soffrire e ad amare fino in fondo i suoi figli, tutti quanti. Signore, oggi a Gaza quella stella è oscurata da bombe e razzi seminatori di paura e di morte. Ti supplichiamo: aiuta i potenti che abitano la Terra santa a fermarsi.
A far cessare i bagliori mortiferi delle armi, a non spegnere la stella.
 

Signore, Dio-con-noi! Tu che bambino piangevi
come tutti i bambini del mondo,
asciuga le lacrime dei bimbi di Terra Santa,
vittime di una nuova strage degli innocenti:
ora il loro cielo ha il colore della notte senza speranza.
Consola il pianto delle mamme di Gaza, che non vedranno mai crescere i loro figli perchè la loro veglia, in queste notti senza luce, è una veglia funebre. Dona loro la forza di non spegnere nei loro cuori straziati
la fiammella del perdono.
 

Signore, tu che attraverso la stella hai chiamato ad una vita buona ogni uomo e donna del mondo, tu che della trepidazione dei pastori e dei magi hai colto il movimento, l’andare verso, restituisci a noi, che forse ci sentiamo lontani dalla tragedia che si sta compiendo in queste ore a Gaza, il senso di una giustizia che cerchi il bene di tutti.
 
Signore, Dio degli ultimi e degli oppressi, tu che ti sei lasciato umiliare e ferire per vivere fino alla fine il dramma di tutti i crocifissi nell’ingiustizia, accarezza le migliaia di bambini, donne e uomini innocenti che non hanno trovato riparo dalla follia delle bombe intelligenti, degli attacchi mirati. Signore, Padre di tutti i danni collaterali di questa tragedia, tu che non l’hai certo voluta, ma che la subisci insieme a loro, sostieni la dignità di questi tuoi figli amatissimi. E a coloro che così stoltamente hanno organizzato e stanno perpetrando questo ennesimo atto di barbarie, infondi un po’ di quella sapienza che accendeva la notte di quei tre saggi venuti ad incontrarti.

 

 
 
 

Post N° 1246

Post n°1246 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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IL SANTO PADRE CHIEDE LA FINE DELLA VIOLENZA CONTRO I BAMBINI IN CONGO

Questo martedì, solennità dell'Epifania, Benedetto XVI ha lanciato un accorato appello perché termini la violenza contro i bambini. Il Santo Padre si è fatto portavoce in particolare delle piccole vittime dei conflitti armati, chiedendo il rispetto della Convenzione dei Diritti del Fanciullo. Rivolgendosi alle migliaia di pellegrini riunite in Piazza San Pietro in Vaticano, “Un pensiero speciale va quindi a tutti i bambini, che sono la ricchezza e la benedizione del mondo, e soprattutto ai tanti a cui è negata un'infanzia serena”, ha affermato. Il Pontefice ha richiamato l'attenzione “sulle decine di bambini e ragazzi che, in questi ultimi mesi, compreso il periodo natalizio, nella Provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, sono stati sequestrati da bande armate, che hanno attaccato i villaggi e causato anche numerose vittime e feriti”. Ha quindi fatto appello “agli autori di tali disumane brutalità, affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto insieme a quelle care popolazioni”. “Gli episodi di violenza nei confronti dei ragazzi, che purtroppo si registrano pure in altre parti della terra, appaiono ancor più deprecabili considerando che nel 2009 ricorre il 20° anniversario della Convenzione dei Diritti del Fanciullo”, ha proseguito. Secondo il Papa, la comunità internazionale è chiamata a rinnovare gli impegni della Convenzione “a difesa, tutela e promozione dell'infanzia del mondo intero”.

I bambini vengono trattati spesso con brutalità e le punizioni per eventuali errori sono molto severe. Il tentativo di fuga viene punito con la prigione se non con esecuzioni sommarie. Oltre al rischio ovvio di morire od essere feriti in modo grave durante i combattimenti, la fase di crescita rende i bambini particolarmente vulnerabili ai rigori della vita militare. Le loro schiene e spalle possono deformarsi per il peso delle armi. Il poco conto in cui sono tenuti fa si che siano gli ultimi beneficiari delle scarse risorse ali-mentari per cui spesso sono malnutriti e a causa delle pessime condizioni igieniche, soffrono di infezioni respiratorie, cutanee, alimentari. Sono inoltre frequenti malattie sessuali e AIDS. «Quello che si prova all’inizio è un senso di vuoto. Poi c’è l’abitudine. Solo dopo crolla addosso tutto il peso di quello che hai vissuto e hai fatto». Ricordi di un ex soldato bambino. E ancora: «Ero la donna di uno dei capi, ero la sua schiava: dovevo tenere tutto in ordine e pulito e preparargli da mangiare, la notte dovevo essere la sua schiava sessuale e soddisfare tutte le sue voglie. Poi quando lui è morto gli altri soldati hanno abusato di me, continuamente. Avevo solo voglia di suicidarmi». La vita di una bambina rapita da militari. Sono queste le testimonianze raccolte dalla Caritas nel Kivu, regione orientale del Congo, e presentate sabato mattina durante il convegno “Lasciateci in pace! Siamo solo bambini!”. Seduti nel ricco parterre di invitati fra gli altri Jean Leonard Touadi, esperto di geopolitica africana e congolese del Brazaville, Giuseppe Carrisi, giornalista della Rai che ha presentato un reportage sui soldati bambini, Juvenal Munubo Mubi, responsabile del programma di disarmo e reinserimento dei minori militarizzati della Caritas di Goma e Oliviero Bettinelli, responsabile del Settore educazione alla Pace e alla Mondialità della Caritas diocesana di Roma. Impressionanti le cifre dei bambini utilizzati nei conflitti in tutto il mondo: sono circa 300 mila i minori coinvolti in 30 conflitti nei 5 continenti, i morti sono milioni, i feriti molti di più. In Africa l’uso di bambini, dai quattro anni in su, è praticato in Sudan, Sierra Leone, Congo e Uganda. Con delle particolarità in ciascun paese: se in Sierra Leone il fenomeno, dopo dieci anni di conflitto, si è arrestato, in Congo e soprattutto in Uganda arruolare bambini è pratica comune sia per i ribelli che per l’esercito regolare. Ai bambini ugandesi, poi, spetta la pratica di iniziazione alla guerra più difficile da digerire: il primo attacco è al proprio villaggio dove, per dimostrare di aver tagliato i ponti con la propria famiglia (e costretti a farlo per non essere uccisi a loro volta) devono assassinare i propri genitori o i propri fratelli. Nel Congo, interessato nelle ultime settimane da una recrudescenza della guerra civile che insanguina ormai la zona del Kivu – un tempo perla e polo turistico dell’ex Zaire, per via del bellissimo lago e della natura incontaminata – da undici anni, i bambini soldato hanno una possibilità di uscire dall’orrore attraverso i programmi di “Disarmo, Smilitarizzazione e Reintegrazione” (Ddr) avviati dalla Caritas. Si calcola che nel mondo circa 50 mila bambini abbiano partecipato a questo tipo di progetto e in Congo sono stati circa 2.400 i minori strappati dalle truppe militari o paramilitari; pochissime invece le bambine, solo 35. Il motivo è semplice: le femminucce servono per tenere il campo pulito, le divise in ordine, preparare da mangiare e , purtroppo, soddisfare gli istinti sessuali dei soldati. I centri di transito e orientamento (Cto) Caritas, che accolgono per tre mesi i piccoli soldati, cercando di riportarli a vivere con una mentalità da civili, sono quattro (Mweso, Masisi, Nyanzale e Kanyabayonga) aperti tra il 2004 e il 2007, ma oggi, a causa della situazione molto difficile, ne è rimasto aperto solo uno, i bambini accolti negli altri sono stati accolti al centro Don Bosco dei Salesiani a Goma, per essere avviati a mestieri artigianali e di falegnameria. Ma in cosa consiste concretamente il programma di reinserimento? Il primo scalino è quello della sensibilizzazione. «Con la diffusione del nostro programma presso tutte le truppe, dell’esercito regolare e non – spiega Munumbo Mubi – molti comandanti hanno deciso di cedere dei bambini». Il secondo è quello della vera e propria smobilitazione, a cui lavora un’équipe di 9 persone – 4 assistenti sociali, 3 cuochi e 2 guardiani – che si occupano di valutare i traumi subiti dai bambini attraverso dei colloqui con loro, li introducono alla scolarizzazione e al recupero del gioco, completamente perso durante gli anni della vita da soldato. Li nutrono, li vestono, li curano e cercano di dargli una situazione di vita normale. La terza fase è il reinserimento: tornare sui banchi di scuola o avviarsi a un lavoro è la scelta a loro disposizione. «Abbiamo incontrato bambini costretti a fare il soldato a 7 anni – racconta Bettinelli –; li abbiamo visti sbucare dalla foresta e avvicinarsi al piccolo aereo che porta medicinali e viveri schiacciati in zaini più grandi di loro e da un silenzio irreale per un bambino. È per loro che lavoriamo, in modo che possano recuperare i sogni che hanno perso e che gli sono stati strappati così brutalmente». Ma di chi è la responsabilità di questo orrore? Secondo i bilanci del Pil nostrano le armi figurano nella hit parade delle prime forme di reddito: l’Italia è il secondo produttore mondiale di armi leggere (proprio quelle che vengono usate in questo tipo di guerriglie) e la quarta esportatrice. «Questi morti – conclude Touadi – parlano dei nostri stili di vita e delle nostre “esigenze”: il dramma del Congo è lo specchio delle contraddizioni della nostra globalizzazione».

Il mondo economico e politico, sociale e culturale che vediamo ci è stato messo davanti agli occhi per nascondere la realtà dalla tirannia di “elite dominati”, la globalizzazione economica e razziale è finanziata da pochi potentati economici. Il loro immenso potere economico e finanziario viene impiegato per plasmare la storia a loro piacimento con lo scopo del potere assoluto.

 
 
 

Post N° 1245

Post n°1245 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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QUEI GIORNALISTI STILE "COMMEDIE ALL'ITALIANA"

Avete presenti quelli che dicono una cosa e intanto fingono di non dirla? O quelli che parlano, insistendo, su una cosa che non c’entra nulla con l’argomento o la situazione in corso? Tipo quelle scene che si vedono in certe commedie all’Italiana. Beh, a volte taluni articoli fanno quest’effetto. Anche se portano firme ‘illustri’ della Repubblica come quella di Giovanni Valentini e gli argomenti meriterebbero trucchi non da commedia. Valentini, introducendo ieri il suo pezzo con una serie di «non si dovrebbe», «sarebbe forse irrispettoso» o «è di certo inadeguato» e simili, si fionda poi a sostenere che al Papa in fondo gli sta proprio bene un calo d’audience. Come parlasse di Domenica In. Naturalmente, dopo i salamelecchi iniziali, a Valentini non par vero di poter spiegare al popolo dei lettori di Repubblica le vere cause di questo calo di presenze alle udienze del Papa. Tralasciando inoltre di approfondire il fatto che tali dati sono stati diffusi dal Vaticano, a ironica dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che la Chiesa certo non ragiona in termini di audience. O citando solo di sfuggita che in tutti gli appuntamenti papali in giro per il mondo si hanno presenze record. Da gran giornalista, gli viene il dubbio che forse un normale effetto ‘fine della novità’ può contare. Sarebbe bastato un piccolo controllo e avrebbe constatato che i numeri odierni delle udienze papali sono tornati a essere più o meno quelli del pontificato del grande Giovanni Paolo II. Fine della novità, appunto. Ma, intanto, il copione della gag è fissato. E allora offre ai suoi lettori un pastone di cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra, tra imprecisioni anche gravi e luoghi comuni. A questi giornalisti è inutile chiedere di provare a uscire da un modo improprio di guardare il fenomeno Chiesa? Magari per criticarlo, ma suvvia con un po’ di originalità? Per esempio, ho provato varie volte a spiegare a costoro che la Chiesa e i fedeli conoscono i propri mali, che la storia millenaria è percorsa da figure di santi da Francesco a Madre Teresa, di martiri e di papi che indicano alla Chiesa i suoi mali, o le debolezze (ma quelle reali, non quelle che fanno audience sui giornali). E che tutto questo ha animato grandi tensioni e grandi conversioni. E nuovo amore alla Chiesa. Loro credono invece che si aspetti il numero di Repubblica in edicola per pensarci. Diciamolo chiaro: alla Chiesa dell’audience non gliene interessa nulla. Non si misura sui dati di ascolto, mai si è fatta vanto dei numeri. Forse a Repubblica faticano a credere che esista un fenomeno così importante che però sfugge alla logica del successo, e che è interessato alla fede, alla speranza e alla carità. Ma si rassegnino. E piuttosto, mostrino attenzione a quante cose preoccupanti hanno audience nella nostra società e sulle quali potrebbero applicare meglio il loro senso critico. Spendono molte energie per attaccare la Chiesa, ma certi fenomeni forse non del tutto salubri per la nostra società e che hanno grandi audience li trattano coi guanti o quasi. E qualcuno spieghi a Miriam Mafai, altra giornalista dello stesso quotidiano, che salutare allo stesso modo come progressi della scienza il trapianto di cuore e la pastiglia per l’aborto del giorno dopo non è solo scientificamente tragicomico, ma è un’offesa alle tante donne che per quella pastiglia di morte facile hanno sofferto parecchio e per la natura stessa dell’essere donne e madri. La coppia di grandi firme deve poi un poco accordarsi, perché se uno parla di «calo d’audience» l’altra poi come fa a parlare di «avanzata neoguelfa»? Certo, Repubblica è un giornale politico, e dunque alla fine non a caso Valentini si sofferma su quel che per lui è scandaloso. E cioè che il Vaticano – in quanto Stato autonomo – si sia stancato di dover recepire automaticamente leggi confuse e a volte moralmente dubbie. Provino, questi giornalisti, a chiedere in giro alla gente se forse non la pensa allo stesso modo sulla giungla di leggi che produce lo Stato italiano. Invece piuttosto che guardare il problema recitano la parte assegnata. -Davide Rondoni avvenire del 4.12.08-

 
 
 

Post N° 1244

Post n°1244 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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CI SIAMO INDURITI NEL CUORE E NON RISPONDIAMO ALLA GRAZIA

Come ogni 2 del mese, la Madonna e' apparsa a Medjugorje alla veggente Mirjana e le ha dato il seguente messaggio:

"Cari figli, mentre la grande grazia celeste si spande su di voi il vostro cuore rimane duro e senza risposta. Figli miei perché non mi date completamente i vostri cuori? Voglio solo mettere in essi la pace e la salvezza: mio Figlio. Con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili e non vi perderete mai. Anche nella tenebra più fitta, troverete la strada. Figli miei, decidetevi per la vita nuova con il nome di mio Figlio sulle labbra. Vi ringrazio."

Il messaggio della Madonna, dato alla veggente Mirjana, ci interpella profondamente in quanto dice che il nostro cuore rimane duro e senza risposta. La Madonna in genere, quando parla con Mirjana, lo fa soprattutto pensando ai non credenti, ma questa volta la Madonna non pensa soltanto a loro, cioè a quelli che sono lontani, "nella tenebre e nell'ombra di morte" come dice il Vangelo; ma pensa anche a noi, noi che siamo quelli che hanno risposto alla chiamata e che ci siamo induriti nel cuore e non rispondiamo alla grazia. Infatti anche nel messaggio di Natale dato alla veggente Marija, messaggio rivolto alla parrocchia di Medjugorje e anche alla parrocchia ideale formata da tutti coloro che hanno risposto alla chiamata della Gospa, la Madonna dice: "Correte, lavorate, raccogliete, ma senza benedizione. Voi non pregate". Questa è la diagnosi della Regina della Pace in questo tempo di grazia. "Mentre la grande grazia celeste si espande su di voi, il vostro cuore rimane duro e senza risposta", tutto questo ci porta evidentemente a puntare il dito su noi stessi, non certo a guardarci in giro, ma a guardare a come abbiamo celebrato questo Natale: abbiamo veramente aperto il cuore, ci siamo pentiti dei nostri peccati, abbiamo aperto il cuore all’Amore, alla Luce, alla Grazia, abbiamo aperto il cuore a Gesù Cristo, l'abbiamo accolto nella culla del nostro cuore, abbiamo affidato a Lui la nostra vita? Questo è dunque l'esame di coscienza che siamo chiamati a fare guardando dentro di noi; abbiamo bisogno di conversione, abbiamo bisogno di cambiare. Dopo così tanto tempo che la Madonna è con noi, quasi ascoltiamo i messaggi per curiosità. Questo indurimento del cuore, questo allontanamento del mondo da Dio, è anche nel messaggio che la Madonna ha dato al veggente Jakov il 25 dicembre, (il veggente Jakov ha l’apparizione una volta l’anno il 25 dicembre) la Madonna dice la stessa cosa, dice che il mondo è senza pace, un mondo che non prega, un mondo che non apre il cuore a Dio, che è indurito nel suo orgoglio, nella sua avidità, questo mondo va verso il tempo delle tenebre, va verso il tempo della grande prova. C'è una progressione nei messaggi degli ultimi tempi, che dice che siamo entrati in un momento cruciale. Già nel mese di ottobre la Madonna aveva detto che satana vuol prendere il posto di Dio in questo mondo, noi non preghiamo, noi viviamo come se Dio non esistesse, il nostro cuore rimane duro e senza risposta. La grazia che Dio riversa sul mondo, la misericordia che Dio riversa sul mondo, la grande luce che Dio riversa sul mondo anche attraverso la Chiesa, attraverso questo grande Papa che abbiamo e che è fatto oggetto di tanta ostilità, come anche la Regina della Pace è fatta oggetto anch'essa di tanta ostilità, questa sensazione di tenebra globale sta ad indicare che siamo entrati in una fase pericolosa, perché siamo sotto il potere del principe delle tenebre. La Madonna non ha voluto rovinarci il Natale, ha voluto dirci che "è" Natale; infatti dice: "Figli miei, perché non mi date completamente i vostri cuori?" Cosa vuol dire dare completamente i cuori alla Madonna? Vuol dire aprirsi al suo amore di Madre, accoglierla come Madre, accoglierla come maestra, accoglierla come guida, ascoltare i suoi messaggi, metterli in pratica. Evidentemente questa parola "completamente" sta ad indicare che noi che abbiamo accolto la chiamata teniamo i piedi in due staffe; con l'occhio con cui ci vediamo poco guardiamo la Madonna, invece con l’occhio con cui ci vediamo bene guardiamo il mondo e seguiamo il mondo. Questa situazione del piede in due staffe, un pò di Dio e un pò del mondo, in realtà vuole indicare una tiepidezza di fondo e cosa dice l'Apocalisse sui tiepidi? Dice che Dio rigetta i tiepidi. "Figli miei, perché non mi date completamente i vostri cuori?" La Madonna ci chiede di darLe completamente i cuori. Voi sapete che sono tre i passi che la Madonna ci indica di fare per quanto riguarda il cuore: prima di tutto aprire il cuore accogliendo i suoi messaggi, il suo amore; secondo passo: purificare il cuore dai vizi e dai peccati; terzo passo: donare il cuore, cioè aprirsi all'Amore sopra ogni cosa, cioè Dio al primo posto. Dovremmo poter dire con Maria, il nostro cuore nel suo Cuore: "Gesù ti amo, ti voglio eternamente bene, voglio bene a Te sopra ogni cosa, ti voglio seguire per sempre, voglio stare con Te per sempre,per tutta l'eternità". Queste parole dovrebbero salire dal profondo del cuore. Gesù amato sopra ogni cosa e la nostra vita totalmente donata a Lui, è questo che la Madonna vuole da noi. Questi messaggi del periodo di Natale hanno una accentuazione fortemente cristologica, tutti i messaggi della Madonna sono cristologici, ma a Natale la Madonna appare con il Bambino in braccio e quindi i messaggi sono ancora più fortemente cristologici. Infatti dice la Madonna: "Datemi i vostri cuori perché io voglio mettere in essi la pace e la salvezza, cioè mio Figlio". Ancora una volta la Madonna indica qual è la sua missione: quella di portarci a Gesù, quella di donarci Gesù. La Madonna non tiene mai nulla per sé, Lei vuole portarci a Gesù e donarci Gesù. Lei vuole che Le diamo il cuore non perché lo vuole tenere per sé, ma perché vuole mettere in esso Colui che è la pace, Colui che è la salvezza, cioè suo Figlio. E poi ci dice cosa possiamo fare con Suo Figlio: le cose più grandi, perché Dio fa grandi cose con noi. Tutti noi se fossimo tutti di Gesù, potremmo cantare il Magnificat come la Madonna: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Infatti la Madonna dice che "con mio Figlio", accogliendo Gesù nel cuore, accogliendo le sue parole, donando a Lui la nostra vita, "con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili". Quali sono le mete più nobili? Sono le mete della santità, le mete di essere cooperatori dell’opera della Redenzione, le mete della vita eterna e del Paradiso, l’oceano di Luce delle Santissima Trinità. "Con mio Figlio", perché Cristo è la via che porta a queste mete più nobili, non solo la via, ma anche la forza, la potenza che ci porta alle mete più nobili, "Con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili". E Dio, con le persone che si affidano a Lui, fa grandi cose, anche con le persone più piccole ed umili, addirittura con le persone più disprezzate e emarginate. Lo vediamo nel piccolo con il villaggio di Medjugorje, sconosciuto al mondo, dove Dio ha avuto una discreta risposta, lo vediamo da questi sei ragazzi che hanno le apparizioni, da loro ha avuto una risposta e certamente anche con le nostre piccole risposte fa cose grandi. "Non vi perderete mai", chi si affida a Gesù non si perderà mai. Qui la Madonna riecheggia il medesimo messaggio che ha dato a Marja il 25 dicembre quando appunto la Madonna dice: "Abbandonate le vostre vite nelle mani di Gesù affinché Lui vi guidi e vi protegga da ogni male" qui la Madonna dice: "Con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili, non vi perderete mai". Gesù è la via che porta al Padre. "Anche nella tenebra più fitta troverete la strada" qui, a mio parere la Madonna vuole dare un’indicazione esistenziale e personale, cioè a tutti coloro che si trovano nelle tenebre più fitte e a cui sembra di essere in situazioni senza via di uscita. Noi, affidandoci a Gesù troveremo la strada per uscire, "Dal profondo a Te grido,o Signore, Signore ascolta la mia voce". Non c'è situazione dalla quale noi gridando a Dio, affidandoci a Dio, affidandoci a Cristo, non veniamo salvati. "Anche nella tenebra più fitta troverete la strada" questo vale sia a livello individuale che a livello collettivo, cioè l’umanità sta entrando in una tenebra fitta, ma chi si affida a Gesù, in questa tenebra fitta, non finirà nell’abisso, ma troverà la strada che porta alla luce. Dopo tutte queste espressioni, dopo la prima apertura durissima dice: "Mentre la grande grazia celeste si spande su di Voi il vostro cuore rimane duro e senza risposta" c’è un incoraggiamento: "Perché non mi date completamente i vostri cuori? Voglio mettere in essi la pace e la salvezza: mio Figlio. Con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili, non vi perderete mai" c’è l’esortazione, dopo la denuncia, dopo l ‘ammonimento c‘è l’esortazione. Infine ci invita alla decisione, perché se manca la decisione restiamo nel limbo delle velleità, sapete che di buone intenzioni è lastricata la strada che porta all’inferno, è come quando uno mette in folle la macchina, dove vuole andare con la macchina in folle? Uno mette la marcia dopo aver deciso, la decisione si prende con la volontà. Prima la Madonna ci ha ammonito ed esortato, poi ha fatto appello alla volontà dicendo: "Figli miei decidetevi per la vita nuova", la vita nuova è quella che inizia quando lasci il peccato, lasci la tenebra, lasci il mondo e le sue menzogne, le sue seduzioni, e scegli di seguire Cristo. "Decidetevi per la vita nuova con il nome di Gesù sulle labbra" questa è la prima volta che usa questa espressione bellissima, bellissima. Noi cristiani dovremmo avere il nome di Gesù sulle labbra, naturalmente se abbiamo il nome di Gesù sulle labbra l’avremo nel cuore, la nostra vita sarà nuova, se la nostra vita parla di Cristo avremo Gesù sulle labbra e saremo anche credibili. Questo è un accorato messaggio della Madre, una sintesi in poche righe di tutto il Vangelo. Dobbiamo meditare questo messaggio che ci ha dato la Madonna attraverso la veggente Mirjana e prendere le decisioni, la Madonna dice che il cuore è duro e senza risposta, ognuno di noi si faccia l’esame di coscienza. Padre Livio - medjugorjeliguria -

 
 
 

Post N° 1243

Post n°1243 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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IL CIELO IN UNA GROTTA

Pochissima strada divideva ormai i Magi dalla loro meta. Lungo quell’ultimo tragitto trascorso insieme ai pastori, in silenzio come a controllare l’emozione, Gaspare continuava a pensare al loro racconto, quell’ultima frase – "pace agli uomini che Dio ama" – , gli aveva aperto il cuore a una nuova sapienza. Se questa era la verità che invano aveva cercato studiando le stelle o interrogando il fuoco, ora non aveva più motivo di portarsi dentro quel tormento che per anni lo aveva sciolto in pianto. Se Dio lo amava, se Dio era al suo fianco nessuno poteva essere contro di lui. Ora capiva perché quel bambino, a cui avrebbe donato la "mirra", sarebbe stato compagno dei poveri, dei "diseredati", dei piccoli della terra. La stella che aveva cercato e seguito, che aveva fissato a lungo per tutto il tempo necessario per non perderla, la stella che aveva illuminato i suoi passi altro non era che un "riverbero", un pallido bagliore, della luce immensa dell’amore di Dio che sconfigge le tenebre. Aveva avuto bisogno di quella luce per potersi orientare, per essere sicuro di poter ritornare. L’aveva fissata a lungo, ed ecco che la stella, che aveva visto nel suo sorgere, si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Nel vederla sopra la grotta, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre provarono una grandissima gioia. Fuori una folla di curiosi cercava di scrutare all’interno. L’"ostetrica" ebrea continuava a bisbigliare all’orecchio dei pastori che la donna, che aveva appena partorito, non conosceva uomo, era "intatta" nella sua natura.
Chi da tempo aspettava il "Messia", a questa notizia s’inginocchiò dinanzi alla grotta e pregava: «Guardo da lontano e vedo arrivare la potenza del Signore, come una nube che copre la terra; andategli incontro e dite: sei tu colui che aspettiamo, il "Re d’Israele"? Voi tutti abitanti della terra, figli dell’uomo, poveri e ricchi insieme, andategli incontro e dite: pastore d’Israele ascolta, tu che guidi il tuo popolo come un gregge, sei tu colui che aspettiamo? Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi porte antiche: entri il re nella gloria, il re della casa d’Israele». L’eccezionalità dell’evento fece sì che la notizia giungesse alle orecchie dei "dottori della legge". Temendo che una frode ai danni del popolo potesse mettere a repentaglio il loro potere, accorsero alla grotta per vedere coi loro occhi quanto stesse accadendo. Specialisti delle "Scritture" non potevano accettare che il "Messia", il futuro "Re d’Israele", nascesse in una mangiatoia. Essi, infatti, non lo riconobbero.
A decretare la caduta del "particolarismo" giudaico e l’affermazione dell’"universalità" di una salvezza senza confini, senza barriere, senza distinzioni di razza, il bimbo della grotta fu invece riconosciuto dai pastori e dai "Magi" che non si meravigliarono della sua povertà.
Pastori e sapienti furono i primi testimoni del "Dio Incarnato", perché solo la libertà del povero si lascia rivestire da un amore più grande e solo la sapienza del sapiente può comprendere quanto "effimeri" siano i poteri della terra e che a nulla serve conquistare il mondo intero, se si perde se stessi. I pastori e i "Magi" erano certi di essere giunti, seguendo la stella, alle porte del cielo. Il piccolo re veniva da lontano e il suo splendore riempiva l’universo. Era la prima manifestazione di Dio nella storia degli uomini, la prima "epifania": quel Dio che arrivò con la potenza e la gloria di un re, si manifestò al mondo con l’umiltà dei poveri e la semplicità dei piccoli nei panni di un bambino indifeso, che da quella lontana notte a Betlemme continua a manifestarsi a giudei e pagani, a greci e barbari, all’uomo di ogni nazione e di ogni tempo, ai "Magi" dell’epoca e ai sapienti di oggi, a quanti hanno voglia di seguire la stella che illumina la notte e ci guida nel cammino della vita. - Avvenire -

 
 
 

Post N° 1242

Post n°1242 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da diglilaverita
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I CRISTIANI DELLA TERRA SANTA ROMPONO IL TABU': "SI DIALOGHI CON HAMAS"

A dieci giorni dall'inizio dell'operazione israeliana ''Piombo fuso'' nella Striscia di Gaza, e dopo piu' di 500 morti, la Chiesa cattolica palestinese invoca la rottura del grande tabu': serve il dialogo con Hamas. ''Hamas non e' un mostro ma un movimento di resistenza contro l'occupazione israeliana dei Territori palestinesi e ora piu' che mai e' necessario dialogarvi per porre fine al tragico conflitto israelo-palestinese'', ha detto all'ANSA padre Raed Abushalia, parroco di Taybeh, unico villaggio interamente cristiano nei Territori palestinesi a 15 km da Ramallah, ex portavoce del patriarcato di Gerusalemme, direttore della prima Radio cristiana della Terra Santa, che andra' in onda dal prossimo mese, e figura di riferimento della Chiesa cattolica in Palestina. Ed il vescovo di Nazareth, Monsignor Giacinto Boulos-Marcuzzo, ha in particolare esortato Israele a negoziare con Hamas se vuole veramente una soluzione duratura. Il presule, vicario patriarcale latino di Gerusalemme per i cristiani presenti nello Stato ebraico, ha anche osservato che il protrarsi delle violenze a Gaza mette a rischio la prossima visita del Papa poiche' la Santa Sede ''sapra' certamente tirare le opportune conseguenze''. Per quanto riguarda la linea del dialogo con Hamas, ''un partito democraticamente e legittimamente eletto'', afferma il parroco Abushalia, essa non e' nuova negli ambienti cattolici della Terra Santa. Durante la guerra israelo-libanese di due anni fa, fu l'allora vescovo coadiutore e ora patriarca di Geruslaemme, Monsignor Fouad Twal, ad invocarla. Oggi e' ancora piu' urgente, secondo Abushalia, che sottolinea di non voler ''giustificare in alcun modo le violenze di Hamas'' ma ricorda che il partito ''non chiede l'impossibile: da quando sono arrivati al potere hanno detto di essere pronti a una lunga tregua purche' Israele si ritirasse nei confini del '67''. Inoltre, aggiunge il parroco, ''Hamas ha accettato il piano della Lega araba nel 2006 e lo ha confermato due mesi fa a Damasco. Chiedono di vivere in pace''. Gli israeliani, pero', secondo padre Abushalia ''non hanno dato ad Hamas la possibilita' di governare'' mentre all'origine dell'attuale drammatica situazione c'e' ''l'occupazione da parte di Israele dei territori palestinesi''. ''E' questo cio' cui noi siamo contro - continua -, la strada per arrivare alla pace e alla liberta' e' molto semplice: terminare l'occupazione''. L'azione israeliana nella Striscia di Gaza, ''del tutto sproporzionata perche' arriva da un esercito armato fino ai denti e tra i piu' potenti al mondo''; quando cessera', secondo padre Abushaila, non avra' portato altro che ''morte e distruzione e non sicurezza ne' pace''. - Petrus -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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