ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 27/02/2009

PREGHIERA NEL GIORNO DEL DIGIUNO

Post n°1565 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Padre oggi ti voglio ringraziare perché hai dato al mondo un ordine così meraviglioso. Grazie per aver dato fertilità alla madre terra che produce per noi ogni tipo di frutti. Grazie per il cibo che viene preparato con i frutti della terra! Padre sono pieno di gioia per tutte le tue creature, per i frutti e ti rendo grazie! Grazie perché ogni giorno abbiamo bisogno di pane e perché ogni giorno abbiamo bisogno di dissetarci. Padre grazie perché mi hai creato per nutrirmi ogni giorno dei frutti della terra, per crescere e servirti. Ti rendo grazie, Padre per coloro che con la loro intelligenza e le loro fatiche scoprono nuove possibilità di vita sulla terra. Grazie per coloro che posseggono tanti beni e ne danno agli altri. Grazie per coloro che al momento stesso di mangiare questo pane terreno sentono anche la fame del Pane celeste. Padre grazie anche per quelli che oggi non hanno di che nutrirsi, perché sono convinto che manderai il tuo aiuto tramite persone piene di bontà!
Padre oggi ho deciso di fare il digiuno. Con ciò non intendo disprezzare le cose che tu hai creato, non intendo rinunciarvi, ma desidero scoprirle nuovamente. Mi sono deciso per il digiuno perché hanno digiunato anche i tuoi profeti, perché ha digiunato anche tuo figlio Gesù Cristo, i suoi apostoli ed i suoi discepoli. Mi sono deciso per il digiuno perché ha digiunato anche la tua serva, la beata vergine Maria . Lei stessa mi ha invitato al digiuno:

"Cari figli! Oggi vi invito a digiunare col cuore. Vi sono molte persone che digiunano, ma fanno questo perché lo fanno gli altri. E' diventata un'abitudine che nessuno vorrebbe interrompere. Chiedo alla Parrocchia di digiunare in segno di ringraziamento, perché Dio mi ha permesso di rimanere così a lungo in questa parrocchia. Cari figli! Digiunate e pregate col cuore! Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Oggi voglio imparare a rivolgermi di più verso di Te nonostante le cose che mi circondano. Col digiuno che liberamente ho scelto di fare oggi voglio pregarti per tutti coloro che soffrono la fame e per questo creano agitazioni nel mondo, ti offro il mio digiuno anche per la pace nel mondo. Arrivano le guerre perché siamo attaccati ai beni materiali e vogliamo difenderli, procurarceli e per questo arriviamo ad uccidere. Padre ti offro il mio digiuno per tutti coloro che sono schiavi del loro attaccamento ai beni materiali e non vedono alcun valore.
Ti prego per coloro che vivono in contrasto con gli altri perché accecati dalle loro ricchezze. Padre, con questo digiuno aprimi gli occhi per vedere tutte le cose che ho come tuo dono, poterti ringraziare e dare il giusto valore ad ogni cosa.

Padre, oggi ho deciso di nutrirmi di solo pane per comprendere meglio il valore del Pane celeste: la presenza di tuo Figlio nell'Eucarestia. Fa che attraverso il digiuno crescano in me fede e fiducia!

Padre mi sono deciso per il digiuno perché so che fa crescere in me il desiderio di Te. Attraverso il digiuno desidero ascoltare e vivere con più impegno la tua Paola. Con gioia e gratitudine ripenso alle parole di tuo Figlio: "Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli." Padre rendimi povero davanti a Te. Dammi la grazia di capire per mezzo del digiuno, come Tu mi sei necessario! Fa che mediante il digiuno cresca il mio desiderio per Te, che il mio cuore aneli verso di Te come la cerva anela alle sorgenti d'acqua e il deserto sospira le nuvole cariche di pioggia!

Padre fa che mediante questo digiuno cresca in me la comprensione e la solidarietà verso chi ha fame e sete, verso coloro non hanno beni materiali. Aiutami a capire cosa non mi serve delle cose che possiedo per darle a chi è nel bisogno.
Padre, donami la grazia di comprendere che sono pellegrino su questa terra e che quando passerò all'altro mondo non potrò portare nulla con me se non l'amore e le buone opere! Fa' che pur avendo dei beni io sia consapevole di non avere nulla di mio, ma che tutto ho ricevuto come per esserne un amministratore fedele.

Padre dammi la grazia attraverso questo mio digiuno di diventare più umile e pronto a compiere la tua volontà. Perciò purificami dall'egoismo e dalla superbia, liberami da ogni cattiva abitudine, placa le mie passioni, accresci in me le virtù.
Padre fa' che questo mio digiuno apra la mia anima alla Tua grazia che mi purifica e mi riempie.
Aiutami ad essere simile al Tuo Figlio in ogni tentazione ed in ogni prova, a respingere ogni seduzione del male accogliendo la Tua Parola.

Oh Maria, tu eri completamente libera nel tuo cuore, non eri legata ad alcuna cosa se non alla volontà del Padre: chiedi per me la grazia di fare un digiuno gioioso per cantare con te il cantico della riconoscenza! Fa' che nella mia decisione di digiunare io sia forte e perseverante. La difficoltà e la fame che sentirò oggi le voglio offrire per tutti gli uomini. Maria, prega per me! Per tua intercessione e per la forza della tua protezione si allontanino da me ogni male ed ogni tentazione diabolica. Insegnami, o Maria, a digiunare ed a pregare perché di giorno in giorno divenga sempre più simile a te ed a tuo Figlio Gesù Cristo nello Spirito santo amen. "Il digiuno" P.Slavko Barbaric ofm

 
 
 

IL TITOLO PIU' ADATTO SAREBBE: "IL GRANDE BORDELLO" LA TRASMISSIONE PIU' AMATA DAI TELESPETTATORI

Post n°1564 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In un’intervista a Repubblica, Mentana ha spiegato: “Non è così che si fa informazione su una grande rete nazionale, non esiste solo l’audience. La Rai ha cambiato programmazione e anche noi eravamo pronti ad andare in onda, il Tg5 avrebbe aperto finestre informative”. Nemmeno il suo ruolo di direttore editoriale è riuscito ad influenzare l’azienda. Dice Mentana - Non posso avallare questa scelta, dev’essere chiaro che non ho deciso io e soprattutto che non ero d’accordo. E che, anzi, ritengo incredibile quanto successo”. 9 febbraio 2009, Eluana muore, le Tv stravolgono il palinsesto, ma non tutte, Canale 5 se ne frega, punta sul reality, del resto il lunedì è o non è il giorno del Grande Fratello? Reality che a dire il vero si merita sempre di più il soprannome di “Grande Bordello” perché tutti puntano sui pruriti e sui bassi istinti, consapevoli che la gente guarda nella speranza di vedere qualcosa di piccante. Sia chiaro, lo share dà ragione a Canale 5, la puntata di di quella sera del Grande Fratello ha fatto il record stagionale di ascolti battendo gli speciali dedicati alla morte di Eluana Englaro, il reality-show ha avuto il 31.78% di share, pari a 7 milioni e 920mila spettatori, il doppio di Vespa e Fede messi insieme, non c’è che dire. Quasi ottomilioni di persone a guardare gente che vive la sua quotidianità girando per casa in mutande, preoccupandosi delle proprie tette e del “creapopoli” che ha in mezzo alle gambe, come se si trattasse della loro unica ragione di vita. Però, si sa, ci vuole coraggio a fare certe scelte e a Canale 5 non ne hanno avuto, o meglio, hanno scommesso sugli ascolti e i numeri hanno dato loro loro ragione. Così il direttore editoriale Enrico Mentana, che non è riuscito ad andare in onda in prima serata con la sua trasmissione MATRIX ha dato le dimissioni e loro le hanno accettate. Non sempre la maggioranza ha ragione, e se la maggioranza dei telespettatori ha preferito "non pensarci" distrarsi, ciò non vuol dire che questo sia "buona televisione". Poi non scandalizziamoci se adolescenti sempre più giovani e sempre più annoiati stuprano coetanee, senza la minima percezione del bene e del male. Se la massima aspirazione è quella di filmarsi con i calzoni abbassati e di mettere i filmati su Youtube. Se negli stadi non si riesce ad ottenere un minuto di silenzio per commemorare un qualsiasi evento, perché ci sono sempre quelli che applaudono e fischiano. Che male c’è, magari poi ci facciamo una bella trasmissione in seconda serata, sempre che non capiti di lunedì quando c'è il "grande bordello". - Buggio Nerella -CulturaCattolica -

 
 
 

UGANDA: DIGIUNO QUARESIMALE DEI CRISTIANI PER PORRE FINE AI SACRIFICI UMANI

Post n°1563 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

I cristiani di tutte le confessioni dell'Uganda si sono uniti per dedicare il digiuno e la preghiera quaresimali all'obiettivo di porre fine alla pratica dei sacrifici umani, soprattutto di bambini, informa l'agenzia africana CISA. La campagna di preghiera è iniziata il Mercoledì delle Ceneri e durerà fino alla Settimana Santa. La proposta è partita dall'Arcivescovo anglicano Henri Orombi, rappresentante della confessione maggioritaria del Paese, che in una lettera pubblicata dal quotidiano ugandese Monitor ha avvertito del fatto che l'aumento di questi macabri rituali sta seminando il terrore. L'ultimo caso, che ha commosso il Paese, è avvenuto pochi giorni fa, con la scoperta del cadavere di una ragazzina selvaggiamente mutilata nel distretto di Kibaale. “C'è un grido nella nostra terra”, afferma l'Arcivescovo Orombi. “Questo grido è così forte che le Chiese – indipendentemente dalla loro denominazione – hanno proclamato congiuntamente una campagna nazionale contro il male della stregoneria e dei sacrifici umani”. I cristiani, aggiunge il presule, “condannano fortemente e in modo inequivocabile questa pratica depravata, che non solo profana la santità della vita umana, ma rivela anche il grado di degenerazione al quale sta arrivando la nostra società per l'avarizia, l'ateismo e la corruzione morale”. L'Arcivescovo rivolge un appello ai fedeli di tutte le Chiese del Paese al pentimento per la mancanza di morale che “ha estremizzato la malvagità del sacrificio umano, che quanti praticano la stregoneria o confidano erroneamente in essa utilizzano per attirare rapide ricchezze”. “Il sacrificio umano è negativo e demoniaco. Si tratta chiaramente di un problema spirituale, che ha bisogno di una soluzione spirituale. I demoni che chiedono il sangue degli innocenti della nostra terra devono essere messi a tacere, espulsi e distrutti, perché il nostro amato Paesi si liberi e si curi da questo male”, conclude. - ZENIT -

 
 
 

OGGI INDULGENZA PLENARIA E IN TUTTI I SINGOLI VENERDI' DI QUARESIMA

Post n°1562 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

COMUNIONE EUCARISTICA E SPIRITUALE

Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che:

- si accosta per la prima volta alla Santa Comunione o assiste devotamente alla Prima Comunione di altri;

- nei singoli venerdì di Quaresima piamente recita, dopo la Comunione, la preghiera "Eccomi, o mio amato e buon Gesù" dinanzi all'immagine di Gesù Crocifisso.

Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che alla Santissima Tua Presenza, prostrato ti prego con il fervore più vivo di stampare nel mio cuore, sentimenti di fede, di speranza, di carità di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offenderti; mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te, o mio Gesù, il Santo Profeta Davide: "Hanno forato le mie mani ed i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa" (Sal 21 [o 22], 17-18)

1 Padre, 1 Ave , 1 Credo per le intenzioni del Santo Padre

 

Tratto dal Manuale delle indulgenze - LIBRERIA EDITRICE VATICANA

 
 
 

IN QUARESIMA PREGHIAMO IN MODO PARTICOLARE PER IL PAPA

Post n°1561 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Questa Quaresima vorremmo invitare i nostri lettori a dedicare una preghiera speciale per il papa Benedetto XVI. Il suggerimento ci viene da parte di un gruppo di musulmani convertiti al cristianesimo che hanno scritto ad AsiaNews lanciando una novena per il pontefice. Essi vedono Benedetto XVI come "un segno dell’amore di Gesù e un difensore dei deboli", mentre il mondo cerca di attaccarlo in ogni modo. Fra i deboli vi sono loro stessi, questi neo-convertiti, costretti a tenere nascosta la loro conversione perfino in famiglia. Del resto, la preghiera per il papa è stata richiesta da lui stesso pochi giorni fa. Nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Cattedra di san Pietro (22 febbraio), Benedetto XVI si è rivolto ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per l’Angelus, chiedendo loro di accompagnarlo "con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro" e vescovo di Roma, la Chiesa chiamata "a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio". Tutti conosciamo le difficoltà in cui versa l’ecumenismo, cioè lo slancio verso l’unità dei cristiani. E sembra che ogni passo e apertura di questo papa sia accolto con freddezza, indifferenza, tergiversazione dalle altre Chiese. Un solo esempio: dopo tante preghiere e attenzioni da parte di Benedetto XVI, il nuovo patriarca ortodosso di Mosca, all’indomani della sua elezione, ha subito detto che un viaggio a Mosca del pontefice non è per ora prevedibile. Il ministero dell’unità del papa soffre anche nel tentare di tenere insieme la varietà delle esperienze cattoliche, ancora troppo divise (e forse confuse) fra "progressisti" e "tradizionalisti", "del Nord" e " del Sud", dei "ricchi" e dei "poveri", perdendo l’occasione di stimarsi e unirsi nel testimoniare la fede davanti a un mondo che diviene sempre più ateo.La levata della scomunica al vescovo lefebvriano Williamson è stata l’occasione per tanti politici, giganti e nani, di accusare il papa di antisemitismo, senza nemmeno conoscere i fatti e senza nemmeno voler ricordare che Benedetto XVI è colui che ha costruito da anni un solido rapporto con il mondo ebraico. Sembra quasi che tutti si siano dati appuntamento per lanciare pietre al capro espiatorio di turno. Il punto è che Benedetto XVI è una delle poche voci che ricordano che l’uomo non può essere comprato dalla politica e che lo Stato deve servire il bene comune. E mentre in Europa si trama per introdurre eutanasia e eugenetica, egli sottolinea che "l'uomo sarà sempre più grande di tutto ciò che forma il suo corpo", condannando una mentalità che considera la vita e la dignità personale solo "fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale", privilegiando "le capacità operative, l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica". In tutti questi "incidenti" si può anche vedere errori o goffaggini della Curia romana, ma nella "guerra" contro Benedetto XVI c’è soprattutto il tentativo di soffocare chi ricorda a tutti il valore assoluto della persona. Nella crisi delle ideologie e delle economie che sta inghiottendo il mondo, questo è l’ultimo tentativo di togliere di mezzo Dio come un ultimo impiccio.- Bernardo Cervellera - (AsiaNews) -

 
 
 

ELUANA E GIOVANNI PAOLO II: L'ANALOGIA E' IMPOSSIBILE

Post n°1560 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

IL «LASCIATEMI ANDARE» DI WOJTYLA NON ERA CERTO UNA RINUNCIA ALLE TERAPIE

Giovanni Paolo II, o l’analogia impossibile. Per quella sua frase sul letto di morte, "Lasciatemi andare dal Signore", da alcuni – ostinatamente – letta come un "no" a nuove cure, un rifiuto di ulteriori intervento sul suo corpo già spossato, arrivato alla soglia dell’ultima porta. Quasi: ' Lasciatemi andare', ovvero: lasciatemi morire in pace, magari di fame e di sete. Un’assimilazione che, nel dibattito di questi giorni, fa orrendamente comodo a qualcuno. Troppo comodo. Ma, «se ci fosse stata una terapia con una ragionevole possibilità di efficacia, noi l’avremmo proposta, e sono convinto che il Santo Padre l’avrebbe accettata, come era stato nel caso del la tracheotomia. Condividendo con noi medici ogni decisione, come sempre». Ma una terapia non c’era. Il professor Rodolfo Proietti, ordinario di Anestesiologia e Rianimazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, quei lunghi giorni fino al 2 aprile del 2005 li ha vissuti tutti, quasi ora per ora, accanto a papa Wojtyla. Fu lui a praticargli la tracheotomia «che in quel momento – racconta – era l’indicazione necessaria a salvargli la vita» . Nessun accanimento terapeutico: « Nessuno di noi sa poi in realtà quanto tempo di vita si va a guadagnare» , però «riusciamo invece a identificare qual è il momento dell’agonia, in cui noi non possiamo più far nulla per risolvere il problema acuto e quindi per impedire la morte. È in quel momento che il medico ha il dovere di non proporre terapie inutili». Che, infatti, non furono proposte. E, dell’'analogia' che qualcuno insiste a proporre, ora dice: «Come si fa a paragonare una fase di agonia a condizioni patologiche croniche?».
Professore, cominciamo proprio da quella frase. La ricorda? Ricorda il contesto in cui fu pronunciata?
Innanzitutto va specificato che era rivolta non ai medici, ma a suor Tobiana. Devo specificare che il Papa, sia durante i ricoveri al Policlinico Gemelli, sia durante la fase finale nella quale è stato curato e assistito nell’appartamento, non ha mai rifiutato le cure proposte dai medici, e ha sempre condiviso con loro il programma terapeutico. Così come va precisato anche che in realtà, nell’appartamento, erano presenti tutti gli strumenti terapeutici e di monitoraggio, e medici e personale di assistenza erano sempre presenti; di fatto quell’appartamento, da un punto di vista sanitario, era l’equivalente di una stanza di rianimazione o di terapia intensiva.
Un comunicato della Sala Stampa annunciò tuttavia che il Papa aveva rifiutato un nuovo ricovero.
Anche questa fu una decisione condivisa con i medici. Il trasferimento al Gemelli si sarebbe reso necessario soltanto se fosse stata proposta o si fosse resa necessaria una terapia che lì non si sarebbe potuta mettere in atto, per esempio una terapia chirurgica, che chiaramente non poteva essere eseguita nell’ambito dell’appartamento. Come s’era dato il caso in occasione della tracheotomia. Quindi la decisione di non tornare al Gemelli non era legata a un rifiuto di terapie da noi proposte, ma alla consapevolezza che nell’appartamento del Santo Padre avevamo tutti gli strumenti idonei per eseguire le cure anche di carattere intensivologico.
Non vi fu una proposta del tipo: "Santità, dobbiamo tornare al Gemelli", seguita da un rifiuto?
Assolutamente no. Ci fu una condizione di scelta del luogo dove il Santo Padre doveva essere curato.
E dunque, tornando alla famosa frase, lei come la legge?
Per come la interpreto io, fu il segno esplicito della consapevolezza del Santo Padre che la morte si stava avvicinando, e oramai era una morte attesa. Avvertiva la con sapevolezza che i medici, nonostante le cure continuative, nulla avrebbero potuto fare per fermare questo evento. Di certo non è stato il chiedere a un medico 'lasciatemi andare', in risposta a una nostra proposta di terapia. È stato assistito con tutte le cure dovute, nella condizione patologica in cui si trovava, nelle ragionevoli possibilità della medicina.
V’è stato un momento in cui s’è affacciata la "tentazione", diciamo così, di fare qualcosa in più? Intubarlo, attaccarlo a qualche macchina...
Nel momento in cui il medico si rende conto che ormai la malattia ha raggiunto la sua fase terminale, che nonostante le terapie praticate non vi è più miglioramento, non vi è risposta, in quel momento il medico ha il dovere di comprendere che la morte è inevitabile, che il processo patologico è diventato irreversibile. È quanto avvenuto con il Santo Padre: in quel caso sono state proseguite tutte quante le terapie utili per alleviare le sofferenze, ma non si sono praticate altre terapie che sarebbero risultate terapie futili o inutili, esclusivamente finalizzate a ritardare la morte di qualche minuto, o di qualche ora. Così come non c’è mai stato un rifiuto del Papa a una proposta terapeutica, da parte dei medici curanti non è mai venuta la proposta di una terapia inutile, mentre la cura 'possibile' è stata comunque sempre garantita fino alla fine.
Facciamo un passo indietro, a un suo accenno di poco fa. Come accolse il Papa la proposta della tracheotomia, che evidentemente gli avrebbe tolto l’uso della parola?
Questo in effetti fu un momento importante, anche per far capire quanto il Santo Padre non solo non ha mai rifiutato le procedure proposte dai medici, ma sia anche arrivato ad accettare un atto terapeutico, se ci si pensa bene, per lui molto pesante, che poteva compromettere una delle funzioni fondamentali nell’esercizio del suo ministero, ovvero la possibilità di parlare. Lui ha accettato anche questo sacrificio, ben sapendo quale sarebbe stato il prezzo da pagare. In quel momento quell’intervento era l’unica possibilità che noi avevamo per poter salvaguardare la sua vita, per impedire che un’insufficienza respiratoria acuta potesse determinarne la morte. Lui è stato capace di accettarla.
Così come successivamente accettò anche il sondino per l’alimentazione.
Sì. Lui poteva alimentarsi normalmente, pur se con una certa fatica. Ma c’erano dei momenti in cui questo non era possibile, e in quei momenti accettava anche il posizionamento del sondino nasogastrico nei tempi necessari per poterlo alimentare.
Consapevolezza fino alla fine?
Sì, certo. Che nonostante le terapie la morte ormai stesse arrivando era una cosa che sapevano tutti, il Santo Padre per primo. Tutto il mondo sapeva – nella tristezza – che il Papa era entrato in una fase di agonia, cioè in una condizione in cui noi avremmo potuto fare qualsiasi cosa, ma la morte era ormai inevitabile. Avremmo potuto forse fare qualcosa solo per rimandarla di qualche ora, ma nessuno di noi ha utilizzato pratiche terapeutiche che potessero configurare una condizione di accanimento terapeutico. Il medico quando si rende conto che è iniziata la fase irreversibile dell’agonia, si deve astenere. - Salvatore Mazza, Avvenire -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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