ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 04/03/2009

LA COPPIA E LA FELICITA'. DALLO SPOT PUBBLICITARIO AL PROGETTO D'AMORE

Post n°1595 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Come realizzare gli ideali di coppia propagandati dai mass media e spesso apparentemente irraggiungibili? E' la domanda alla quale vogliono rispondere Sara Mariorenzi e Angelo Peluso nel loro libro La coppia e la felicità. Dallo spot pubblicitario al progetto d'amore: aspetti medici e psicologici. Il testo (Effatà Editore, Torino 2008, ), con prefazione di monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, e postfazione di monsignor Luigi Moretti, arcivescovo vicegerente di Roma, mira a individuare ciò che crea disagio nelle coppie e cosa fare per prevenirlo. L'analisi è condotta fornendo dati concreti, frutto dell'esperienza clinica degli autori. Angelo Peluso è dirigente sanitario nella ASL Roma B, dove opera come responsabile nei Consultori Familiari; è consulente del Servizio di Sessuologia Clinica presso l'Ospedale Fatebenefratelli e professore a c. di Sessuologia e Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Sara Mariorenzi è medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia e si occupa soprattutto di ginecologia dell'adolescenza, isteroscopia diagnostica e operativa e del trattamento delle patologie del dolore sessuale femminile presso istituzioni pubbliche e private.
L'obiettivo del libro, hanno spiegato gli autori a ZENIT, è quello di aiutare la coppia a saper gestire ogni possibile conflitto da quelli con le famiglie di origine a quelli della propria storia di vita, avere una visione serena della sessualità senza essere prigionieri di presunti criteri di normalità o di miti imposti dai mass media, essere realmente una coppia presente nel mondo che vive la realtà conoscendo i problemi della società dando un forte contributo al cambiamento per costruire valori più solidi.
Il testo vuole quindi accompagnare la coppia nelle diverse fasi del suo cammino evolutivo per sensibilizzarla su come la felicità, l'equilibrio interiore, la serenità familiare non siano traguardi preconfezionati o si possano realizzare seguendo le istruzioni banali proposte dai talk show televisivi, ma vadano costruiti giorno per giorno.
Un posto importante, osservano, è occupato dalla fede. Una coppia cristiana, infatti, non può vivere nella limitatezza della propria casa con le sue gioie e i suoi dolori chiudendo le porte a tutto ciò che crea possibili turbamenti, ma deve abbracciare anche la storia del mondo, prendendo posizione di fronte a fenomeni dilaganti che offendono la dignità della persona. La vera felicità, aggiungono, si può raggiungere imparando a pregare insieme, perché la preghiera apre le porte chiuse del silenzio, trasforma ogni dolore in speranza, porta i due partners a contatto con Dio rendendoli messaggeri del Suo messaggio d'amore.
Presentando il libro all'Ospedale Fatebenefratelli di Roma, il professor Peluso ha affermato che la coppia è sempre inquinata da un senso di solitudine. In un'epoca di grandi progressi in campo tecnologico che permettono un'enorme velocità comunicativa, constata, sembra un paradosso che ci sia una diffusa solitudine interiore che porta a comunicare sempre di meno.
I rapporti affettivi, sia in campo amicale che di coppia, nascono inoltre su aspettative irreali, costruite su falsi bisogni personali di cui non sempre si è consapevoli e nell'illusoria speranza che l'altro possa riempire il proprio vuoto interiore e permettere la 'ricostruzione' della propria identità personale insicura e incerta. I ripetuti fallimenti affettivi e la crisi conseguente della famiglia creano insicurezze personali difficilmente gestibili e abilmente mascherate dall'eccessiva iperattività, e tutto ciò alimenta la continua ricerca di sensazioni nuove che finiscono per distruggere la vera identità della persona e renderla schiava di morbosità assurde o spingerla ad affrontare gravi pericoli senza alcun rispetto della propria e altrui vita.
Tutti questi 'vuoti' alimentano il problema più grave della modernità e della post-modernità: la negazione dell'altro come persona, denuncia l'esperto. Il vero unico nemico è l'aridità dei sentimenti. Per porre un freno a questa situazione, gli autori del testo vogliono ricordare che “essere coppia deve essere un'avventura piacevole, di valorizzazione vicendevole, di rispetto delle proprie storie di vita, di benevola accoglienza anche dei propri limiti e contraddizioni. Per questo far trionfare l'amore significa accogliere la storia completa dell' altro, avere una adeguata soglia di tolleranza, accettare la diversità dell' altro come fonte di energia per camminare sulla stessa strada, saper affascinare con l'imprevedibilità, recitare sul palcoscenico della vita in due con una trama non prefissata.
Ciò vuol dire procedere verso una meta comune non rigorosamente determinata, ma modificabile sulla base delle rispettive esperienze e conoscenze che diventano 'territorio di entrambi' come una sorta di patrimonio genetico condiviso con il meglio di sé. L'amore, in fondo, è fatto di lampi luminosi di felicità che devono fornire energia per affrontare gli altalenanti momenti legati alla fragilità degli esseri umani, alle imprevedibili emozioni, alle contraddizioni di ogni certezza. La coppia felice ha sempre una possibilità, una speranza, una disponibilità a leggere diversamente, a inventare soluzioni di fronte alle difficoltà. Nel lasciare una scia di felicità la coppia può diventare punto di riferimento, modello e patrimonio per l'umanità. -  Roberta Sciamplicotti - ZENIT -

 
 
 

LA FONTANA DELLA VITA

Post n°1594 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La storia dell’uomo, dei milioni di persone concrete che si sono succedute su questa terra e delle culture che via via si sono sviluppate, è costellata di quella che potremmo chiamare “umana inutilità”....

 Accanto all'umana inutilità. Dedicato ad Eluana.

 
 La storia dell’uomo,
 

dei milioni di persone concrete

che si sono succedute su questa terra

e delle culture che via via si sono sviluppate,

 è costellata di quella che potremmo chiamare
 
“umanainutilità”,

cioè quel fatto per cui “qualcuno” ha “deciso”

che“un altro” non avesse dignità sufficiente

per esserci a questo mondo,

 in nome di determinate “caratteristiche”,
 
inaltre parole fosse considerato “inutile”.

Potrà mai sorgere, dentro questo mondo,

 dentro questa storia, uno sguardo diverso
 
difronte all’umana inutilità?
 

Se sì, da dove?

 
Da quale
cuore?
 
 Da quale forza in grado
 
di contrastare la cattiveria
 
che alberga

 nel cuore

di ogni uomo?

 

(Feste dei Giovani) FdG 2009 - donboscoland -

 

 
 
 

LE FAMIGLIE NON GIOCANO PIU': LE PROMESSE NON MANTENUTE

Post n°1593 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Oltre che sul nucleare il premier Berlusconi avrebbe fatto bene ad accordarsi con Sarkozy anche sulle politiche di sostegno alla famiglia che vedono la Francia molto più avanti. Nessun paese in assoluto riserva ai nuclei un trattamento di favore come quello applicato dai nostri dirimpettai». Paola Soave, vice presidente del Forum delle associazioni familiari, una bella e combattiva rete di sigle impegnate a tenere alto il vessillo di quella strana realtà che si chiama famiglia tradizionale, ci mette sotto il naso un bel grafico che numeri alla mano dimostra i vantaggi tributari che quel paese riserva alla famiglia. «Guardi qui, in Francia una famiglia di quattro persone, con coniuge e due figli a carico e un unico reddito di 25.000 euro non paga praticamente nessuna imposta, appena 52 euro. Insomma, sul quoziente famiglia non c’è partita. Anche perché qui da noi il quoziente famiglia si è smarrito per strada, in modo del tutto incomprensibile e irragionevole a nostri occhi». Soave, madre e nonna, viene da una lunga esperienza front line: interventi, battaglie, incontri, appelli, raccolte firme perché non metta la famiglia definitivamente in castigo. Passano le stagioni, i problemi anziché risolversi rimangono in perfetta forma e lei, sistemate le sacrosante incombenze domestiche di primo mattino, è bella vispa nella battaglia quotidiana. «Eh, le cose non vanno benissimo, la famiglia rimane sotto schiaffo», sospira un attimo prima di mettere insieme pensieri ficcanti e accuminati. La provochiamo con un semplice "non c’è Governo che tenga. Magari in campagna elettorale si spendono parole e propositi, poi si fa in fretta a dimenticarsi. Lei reagisce e ruggisce con eleganza, però: «Evidentemente la famiglia non tira più, altrimenti come si spiega il suo continuo essere vessata, trattata male. Il quadro è disarmante: l’Italia ha deciso di privilegiare i single, quello stile di vita lì; papà, mamma e figli paiono una formula superata, su cui non vale la pena di investire. Ma un paese che fa certe scelte, che non mette la lente di ingrandimento sulla famiglia, è destinato ad un veloce declino. Trattare la famiglia come una minoranza non dovrebbe convenire a nessuno, eppure per essa si sta facendo poco o niente».
Il vice presidente è piuttosto irritato per la piega che si sta prendendo. «La politica vive una lontananza abissale dalla realtà che a stragrande maggioranza è fatta di persone che scelgono di sposarsi e fare figli per assicurare un futuro a questo benedetto paese. I politici? Quando ci ascoltano dicono che abbiamo ragione, poi però non succede alcunché di apprezzabile. Il Bonus per le famiglie racconta con chiarezza che si tratta di una manovra che esclude i nuclei con prole». Un’altra tabella viene in soccorso al suo j’accuse. Si nota che solamente le famiglie con figli ben sotto la soglia della povertà possono contare su un aiuto dalla manovra. «Il forum aveva chiesto 2 miliardi di euro da distribuire tra assegni familiari per figli a carico e minor Irpef tenendo conto dei carichi familiari, alla prova è successo tutt’altro: dei carichi familiari non importa niente, favoriamo single, pensionati e famiglie senza figli. Un disastro, ecco». Naturalmente il Forum ha provato in tutti i modi a premere affinché con un emendamento si correggesse almeno un poco il tiro; uno sbilanciamento in favore della famiglia con i figli attraverso una redistribuzione più attenta ai limiti di reddito. Nulla di fantascientifico, un piccolo passo concreto. Un segnale almeno. «Invece ancora una volta abbiamo ricevuto la porta in faccia. Ci è stato detto che ormai gli stampati per la richiesta del bonus con i requisiti penalizzanti per le famiglie con figli a carico erano già in distribuzione e che non si poteva fare in altro modo. Prendiamo atto. Tuttavia resta forte la convinzione di una solenne presa in giro. Non giriamoci intorno: con il governo Prodi prima e adesso con l’esecutivo Berlusconi non c’è posto per decisioni politiche in favore della famiglia. Stiamo vivendo una gravissima crisi economica e le scelte governative sono andate in primo luogo alle lavatrici e alle automobili. Con l’aggravante di un soccorso indifferenziato, senza alcun tetto. Per gli aiutini alla famiglia altro che tetti. Comunque contento Tremonti…». Soave ci ricorda che in campagna elettorale era stato promesso di introdurre il cosiddetto quoziente familiare, il non facile sistema che permette di calcolare l’imposta sul reddito in funzone delle persone fiscalmente a carico. «Che fine ha fatto? Invece di scelte virtuose che collochino la famiglia al posto che le compete la si gestisce con logiche assistenzialiste, tipo la social card. Così proprio non va», sentenzia Soave.
Il Forum lo scorso novembre ha consegnato simbolicamente nelle mani del presidente Napolitano la bellezza di un milione e duecentomila firme sotto la parola d’ordine di un fisco a misura di famiglia, che cioè si deduca dall’imponibile una cifra tot per spese non tassabili. Quel famoso quoziente familiare che farebbe assai comodo, un po’ di ossigeno in una fase di prolungata apnea come questa, una opzione che significherebbe pure un vero e proprio passaggio culturale, quasi che l’Italia fosse una repubblica fondata sulla famiglia. Com’è andata sul colle? Soave precisa: «Il Presidente ci ha incoraggiato nella nostra iniziativa. Ci ha detto che la famiglia è la prima risorsa per un paese che vuole pensare con serenità al suo futuro. Anche esponenti della maggioranza e dell’opposizione ci hanno testimoniato il loro convinto sostegno. Noi di certo non ci fermiamo nonostante i venti contrari. Intendiamo incalzare il governo che aveva promesso di attuare politiche di sostegno alla famiglia in questa legislatura. Attendiamo sviluppi, anche se fino ad ora i segnali sono per la quasi totalità negativi, se si esclude l’abolizione dell’Ici». Combattiva sempre, Paola Soave. Ce l’ha nel sangue e nell’educazione. L’agenda del Forum ha cerchiato in rosso il 15 maggio, giornata internazionale della famiglia. Per quella data si lavora a una conferenza stampa a Roma con annessa tavola rotonda. Il tema è intrigante e provocatorio alquanto: il federalismo fiscale è in favore della famiglia? «Abbiamo invitato il ministro Calderoli e il presidente della regione Emilia Romagna Vasco Eerrani. Lo stato centrale offre alla famiglia poco o niente, capiamo allora se vi è una chance realistica per uscire dall’imbarazzante situazione. E lungo l’arco di quella settimana avremo incontri sul territorio per approfondire con politici, esperti del ramo e rappresentanti delle istituzioni la delicata materia. Oltre al governatore Roberto Formigoni, che ancora una volta si conferma battistrada e punto di riferimento politico-culturale su questioni calde che toccano la famiglia, abbiamo raccolto l’adesione convinta a ragionare dei governatori di Liguria, Lazio e Puglia. Se questo rilancio sul federalismo fiscale dovesse fornire indicazioni confortanti per la famiglia dimenticata siamo pronti a dare battaglia». Per l’ennesima volta in prima linea. - Enzo Manes - tempi -

 
 
 

SANTO PADRE: GIOVANI, NON SEGUITE I CATTIVI MAESTRI, MA PORTATE GESU' AI VOSTRI COETANEI

Post n°1592 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Giovani, non seguite false chimere, ma vivete la vostra fede testimoniandola nel mondo e facendovi missionari di Gesù. E’ l’esortazione che Benedetto XVI rivolge ai giovani nel messaggio loro indirizzato in vista della XXIV Giornata della gioventù che quest’anno si celebra il 5 aprile, domenica delle Palme, a livello diocesano. "Abitati da Cristo -scrive infatti il Papa - dopo aver riposto in Lui la vostra fede e avergli dato tutta la vostra fiducia, diffondete questa speranza intorno a voi. Fate scelte che manifestino la vostra fede; mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere. Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità, sempre pronti a rispondere ‘a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi’ (1 Pt 3,15). Il cristiano autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace". In questo Anno paolino, il messaggio di Benedetto XVI ha per tema una frase dell’apostolo: "Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente" (1 Tm 4, 10) e ad essa il Papa fa riferimento quando scrive che "la questione della speranza è, in verità, al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell’epoca contemporanea. Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì di una speranza salda ed affidabile, come ho voluto sottolineare nell’Enciclica Spe salvi. La giovinezza in particolare è tempo di speranze, perché guarda al futuro con varie aspettative. Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. E forse anche per questo è la stagione dell’esistenza in cui affiorano con forza le domande di fondo: perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? E inoltre: come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa c’è oltre la morte? Interrogativi che diventano pressanti quando ci si deve misurare con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: difficoltà negli studi, mancanza di lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un’intesa di coppia, malattie o disabilità, carenza di adeguate risorse come conseguenza dell’attuale e diffusa crisi economica e sociale. Ci si domanda allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?". "La politica, la scienza, la tecnica, l’economia e ogni altra risorsa materiale da sole non sono sufficienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo. Questa speranza ‘può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere’ (n. 31). Ecco perché una delle conseguenze principali dell’oblio di Dio è l’evidente smarrimento che segna le nostre società, con risvolti di solitudine e violenza, di insoddisfazione e perdita di fiducia che non raramente sfociano nella disperazione". "La crisi di speranza colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze". Il Papa ricorda i tanti giovani "feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche. Per alcuni – e purtroppo non sono pochi – lo sbocco quasi obbligato è una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool, e verso tante altre forme di disagio giovanile. Eppure, anche in chi viene a trovarsi in condizioni penose per aver seguito i consigli di ‘cattivi maestri’, non si spegne il desiderio di amore vero e di autentica felicità. Ma come annunciare la speranza a questi giovani? Noi sappiamo che solo in Dio l’essere umano trova la sua vera realizzazione. L’impegno primario che tutti ci coinvolge è pertanto quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore". L’esempio, dice Benedetto XVI viene dalla vicenda umana di San Paolo ed in particolare dal suo incontro con Gesù sulla via di Damasco, che gli cambierà radicalmente la vita. "Per Paolo la speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio". "E’ Lui la vera speranza: il Cristo che vive con noi e in noi e che ci chiama a partecipare alla sua stessa vita eterna. Se non siamo soli, se Egli è con noi, anzi, se è Lui il nostro presente ed il nostro futuro, perché temere?". L’incontro con Gesù, scrive ancora il Papa, è "un cammino" nel quale sono importanti la preghiera, da soli e più ancora nelle diverse comunità, e i sacramenti. E "se vi nutrite di Cristo, cari giovani, e vivete immersi in Lui come l’apostolo Paolo, non potrete non parlare di Lui e non farlo conoscere ed amare da tanti altri vostri amici e coetanei. Diventati suoi fedeli discepoli, sarete così in grado di contribuire a formare comunità cristiane impregnate di amore come quelle di cui parla il libro degli Atti degli Apostoli. La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà e le prove che incontrate. Siate pazienti e perseveranti, vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito. Cari amici, come Paolo, testimoniate il Risorto! Fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della ‘grande speranza’ che dia senso alla loro esistenza. Se Gesù è diventato la vostra speranza – termina il messaggio - ditelo anche agli altri con la vostra gioia e il vostro impegno spirituale, apostolico e sociale". - asianews -

 
 
 

VIA CRUCIS DELLA QUARESIMA - 2° PARTE

Post n°1591 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita

Settima stazione: Gesù è caricato della croce

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Dopo averlo così schernito, lo spo­gliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo» (Mc 15, 20).

Si sono dati convegno l'ipocrisia, la viltà, l'in­giustizia. Hanno assunto il volto della effe­ratezza. I cuori hanno cambiato la loro funzione e dall'essere sorgente di amore, sono diventati palestra di crudeltà. Tu, dal tuo canto, non hai risposto. Hai abbracciato la tua croce, per tutti. Quante volte, Gesù, ho fatto ricadere su di te la mia croce e non ho voluto vedere come frutto del tuo amore. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Ottava stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Allora costrinsero un tale che pas­sava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio» (Mc 15, 21-22).

Non vogliamo pensare che l'incontro col Cire­neo sia stato un fatto occasionale. Quel Cireneo fu scelto da Dio per portare la croce di Gesù Tutti abbiamo bisogno di un Cireneo che ci aiuti a vivere. Ma abbiamo un solo Cireneo, ricco, potente, clemente, misericordioso e si chiama Gesù. La sua croce sarà per noi unica fonte di salvezza.

In te, Gesù, noi tutti riponiamo le nostre spe­ranze. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Nona stazione: Gesù e le donne di Gerusalemme

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Fi­glie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli"» (Lc 23, 27-28).

L'incontro con le donne di Gerusalemme fu come una pausa di bontà nel cammino dolo­roso. Piangevano per amore. Gesù le esortò a piangere per i loro figli. Le esortò ad essere autenticamente madri, capaci di educare i figli nella bontà e nell'amore. Solo se si cresce nel­l'amore si può essere autentici cristiani.

Insegnaci, Gesù, a sapere amare come ami tu. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Decima stazione: Gesù è crocifisso

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Quando giunsero al luogo detto Cra­nio, là crocifissero lui e i due malfat­tori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, per­ché non sanno quello che fanno % (Lc 23, 33). «Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: "Il re dei Giudei"» (Mc 15, 25-26).

Gesù è crocifisso, ma non sconfitto. La croce è trono di gloria e trofeo di vittoria. Dalla croce vede Satana sconfitto e gli uomini col volto ra­dioso. Egli ha lavato, salvato, redento tutti gli uomini. Dalla croce le sue braccia si allargano fino agli estremi confini dell'universo. Tutto il mondo è redento, tutti gli uomini vengono pu­rificati dal suo sangue e, indossando abitinuo­vi, possono entrare nella sala del banchetto. Voglio elevare a Te, crocifisso Signore, il mio canto d'amore. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

 Undicesima stazione: Gesù promette il regno al buon ladrone

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Uno dei malfattori appeso alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente perché riceviamo il giusto per le nostre azio­ni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"» (Lc 23, 39-42).

Tu sei diverso da tutti gli altri, Gesù. Tu sei la Verità , la Via e la Vita. Chi ripone in te la sua fede, chi invoca il tuo nome, chi si pone alla tua scuola, chi imita il tuo esempio, entra con te nella pienezza della Vita.

Sì, in Paradiso, tutti saremo come te, splendore della gloria del Padre.

Conduci tutti, Gesù, nella tua patria di luce, bontà e misericordia. Insegnaci ad amarti. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

Dodicesima stazione: Gesù in croce: la Madre e il discepolo

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 «Gesù, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo fi­glio!". Poi disse al discepolo: 'Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 26-27).

L'incontro di Gesù con la Madre e il discepolo Giovanni è come l'incanto dell'amore senza li­miti. C'è la Madre , la tuttasanta sempre Ver­gine, c'è il Figlio, sacrificio della nuova alleanza, c'è l'uomo nuovo, un discepolo di Gesù. Comincia l'era nuova nella comunione di totale sottomissione alla volontà di Dio.

Gesù che ci hai dato come Madre Maria, tua Madre, rendici come te, figli dell'Amore.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Tredicesima stazione: Gesù muore in croce

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pome­riggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì lemà sabactàni?, che significa, Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato... (poi) Gesù, dando un forte grido spirò» (Mc 15, 33 ss.).

Per tutti la morte è una realtà dolorosa. Per Gesù la morte è un vero dramma. II dramma dell'umanità che non l'ha voluta accettare e il dramma predisposto dal Padre perché si adem­pisse il sacrificio vivo, puro e santo. Quella morte deve infondere sentimenti di vera comu­nione. Diventiamo anche noi ostia pura, santa, gradita a Dio.

Permetti, Gesù, che possiamo abbracciarti e stare sempre con te nella preziosità del tuo sacrificio. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Quattordicesima stazione; Gesù deposto nel sepolcro

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Giuseppe d'Arimatea comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, av­voltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro» (Mc 15, 43 ss.).

II sepolcro dove fu deposto Gesù non esiste più. Oggi c'è un altro sepolcro ed è il taberna­colo dove in tutte le parti del mondo viene cu­stodito Gesù sotto le specie eucaristiche. E c'è, oggi, un altro sepolcro, e siamo noi, tabernacolo vivente, dove Gesù vuole essere presente. Dob­biamo trasformare la nostra mente, il nostro cuore, la nostra volontà per essere degno ta­bernacolo di Gesù.

Fa' o Signore, che io sia sempre il tabernacolo d'amore per te. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. 

Conclusione

Abbiamo rivissuto il cammino della croce già percorso da Gesù. Abbiamo partecipato al suo cammino di amore per la gloria del Padre e per la salvezza dell'umanità.

Abbiamo condiviso le sofferenze di Gesù cau­sate dal peccato degli uomini ed abbiamo am­mirato le sfumature del suo grande amore. Dobbiamo imprimere nel nostro cuore tutte le quattordici tappe vissute per poter essere sem­pre in cammino con Gesù, sacerdote sempre vivo, amore che sempre consola, conforta, dà forza alla nostra vita.

Dobbiamo essere il tabernacolo vivente di Colui che rimane sempre, per noi, ostia pura, santa, immacolata, vittima gradita al Padre. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

 *Io sono Amore*

 
 
 

VIA CRUCIS DELLA QUARESIMA- PARTE PRIMA

Post n°1590 pubblicato il 04 Marzo 2009 da diglilaverita

Prima stazione: l'agonia di Gesù nell'orto

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Giunsero ad un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate"» (Mc 14, 32-34).

Non so vederti né pensarti agonizzante Gesù nell'orto. Ti vedo soffocato dalla tristezza. Una tristezza che non è sfiducia, ma reale sofferenza a causa della durezza del cuore degli uomini che, ieri ed oggi, non sanno o non vogliono accettare tutta la tua legge di santità e amore. Grazie, Gesù, per il tuo amore per noi.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Seconda stazione: Gesù tradito da Giuda

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Mentre ancora parlava, arrivò Giu­da, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui, arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta"» (Mc 14, 43-44).

Quando il tradimento viene da un nemico si può tollerare. Quando, invece, viene da un amico è molto grave. Imperdonabile. Giuda era una persona a cui tu avevi accordato fiducia. È una storia penosa e terrificante. Una storia assurda. Ogni storia di peccato è sempre una storia assurda. Non si può tradire Dio per cose senza valore.

Salvaci, Gesù, dalla nostra empietà. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Terza stazione: Gesù è condannato dal sinedrio

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi» (Mc 14, 55-56).

È la condanna dell'ipocrisia religiosa. Dovrebbe far pensare molto. I capi religiosi del popolo eletto condannano Gesù basandosi su false testimonianze. È vero quanto è scritto nel Van­gelo di Giovanni: "Venne fra la sua gente ma i suoi non l'accolsero". Tutto il mondo è la sua gente. Sono molti coloro che non l'accolgono. Perdona, Gesù, la nostra infedeltà. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Quarta stazione: Gesù è rinnegato da Pietro

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Mentre Pietro era giù nel cortile, ven­ne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scal­darsi, lo fissò e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù". Ma egli negò... e cominciò a imprecare e gridare: "Non conosco quell'uomo"» (Mc 14, 66 ss.).

Anche Pietro, il discepolo forte, cade in peccato e, per viltà, rinnega Gesù. Povero e infelice apostolo! Eppure aveva promesso che avrebbe dato la vita per il suo Maestro.

Povero Pietro, ma caro Gesù, abbandonato, tradito, rinnegato da coloro che avrebbero do­vuto amarti più di tutti.

Siamo anche noi tra quanti ti rinnegano? Soccorri, Gesù, la nostra debolezza.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Quinta stazione: Gesù è giudicato da Pilato

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«Ma Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi gridarono più for­te: "Crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, ri­lasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso» (Mc 15, 14-15).

Non ci interessa Pilato. Ci rattrista il fatto che sono molti coloro che giudicano Gesù e non riconoscono la sua vera grandezza.

Contro Gesù hanno agito gli amici, i rappre­sentanti dell'ordine politico e i capi religiosi. Tutti Gesù ti hanno condannato senza motivo. Cosa vuoi che noi facciamo per riparare queste colpe che ancora oggi si compiono in tutto il mondo? Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

  Sesta stazione: Gesù è flagellato e coronato di spine

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

«I soldati lo condussero dentro il cor­tile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di por­pora e, dopo aver intrecciato una co­rona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!"» (Mc 15, 16-18).

Ci troviamo di fronte ad un incalzare di delitti incomprensibili. Colui che non aveva peccato, viene annoverato tra i malfattori. Il giusto, viene condannato. Colui che era vissuto facendo del bene a tutti, viene flagellato e coronato di spine.

La ingratitudine si associa alla crudeltà.

Abbi pietà, Signore, della nostra disumanità verso di te che sei l'Amore. Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

 *Io sono Amore*

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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