ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 06/03/2009

MESSA CONTEMPLAZIONE O EQUIVOCO?

Post n°1606 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Chiesa celebra l’Eucarestia, l’Eucarestia edifica la Chiesa, perché è con Gesù Cristo lì presente che la nostra fede e la nostra vita acquistano un senso...
Senso da riscoprire in questa Quaresima....Per un cristiano uno dei momenti più esposti al fraintendimento - non soltanto oggi - è il momento della messa, della celebrazione eucaristica. Perché fraintesa? Perché le vengono spesso attribuite connotazioni che non le si addicono.
La messa è stata e viene ancora vista come "distintivo di riconoscimento" dei cristiani, anzi talvolta viene considerata il cristianesimo tout court. Oppure viene vista come un rito, a cui si partecipa passivamente o peggio ancora come un precetto – “si deve”. Nei casi migliori poi è vista come un ricordo, il ricordo di quello che accadde nell'Ultima Cena oppure soltanto come una festa, dove si è contenti di trovarsi insieme. In realtà se si vanno a leggere gli insegnamenti della Chiesa e le parole dei Padri, ci si accorge che queste sono solo definizioni parziali o errate di quello che è un momento cruciale per un cristiano.
La Messa è innanzitutto un “memoriale”: si fa memoria dell'Ultima Cena di Gesù con i discepoli, dove Lui offre sé stesso per noi.
Ma questo non come ricordo lontano, bensì come memoria presente: il pane e il vino che il sacerdote depone sull'altare all'Offertorio diventano - durante la Liturgia Eucaristica - Gesù Cristo, in corpo, sangue, anima e divinità, come recita il Catechismo. Gesù dunque diviene il Presente, non solo come un sentimento struggente e lontano, ma come Presenza viva ed efficace, invisibile agli occhi, ma non per questo meno reale. La Chiesa quindi celebra l’Eucarestia, ma contemporaneamente è l’Eucarestia che edifica la Chiesa, perché è con Gesù Cristo lì, presente insieme a noi oggi, che la nostra fede e quindi la nostra vita acquistano un senso.
E non stupisce che Gesù stesso abbia scelto questo momento della sua vita – la sera del Giovedì Santo – per continuare a trasmetterci il suo essere in mezzo a noi, Dio con noi. Avrebbe potuto indicare altri momenti, il dono supremo di sé stesso, sulla croce, nel Venerdì Santo, oppure la Domenica di Resurrezione, lì dove tutto diventa chiaro e definito, dove c’è solo quella Luce che annulla il buio. Proviamo a pensare se, al posto dell’Eucarestia, ci fosse un memoriale incentrato ad esempio sul racconto di Giovanni dove i due discepoli, Pietro e Giovanni, corrono insieme e insieme entrano nella tomba vuota. Oppure pensiamo se al posto del momento eucaristico, ci fosse la Via Crucis. Sono episodi della sua vita che sembrano ben più importanti di una cena. Ma Gesù conosce gli uomini, il Vangelo stesso è un manuale di psicologia umana, dove Gesù è il Maestro che si fa conoscere attraverso il sentire umano, anzi diventa lui stesso uomo per poter portare Dio in mezzo a noi in forma comprensibile.
Il Giovedì Santo si è intorno ad una tavola, è un momento di condivisione e di fraternità sia pure non informale, come era stato altre volte, ma per celebrare il rito della Pasqua ebraica. Il momento però è anche delicato e carico di tensione, perché Gesù sa che la sua vita terrena si avvia alla fine e i discepoli intuiscono che qualcosa non va, che qualcosa deve accadere. Si è quindi lì tra il già e il non ancora, tra la speranza e la disperazione, tra il coraggio e la paura. Possiamo immaginare gli sguardi, quando Gesù dice quello che Giovanni ci riferisce, quando parla dell’amore per gli amici o della venuta dello Spirito Santo. È un momento triste, melanconico ma anche pieno di speranza, un po’ buio e un po’ luce, dove i discepoli, rispetto a noi, non si immaginavano che quel Gesù che adesso stava parlando lo avrebbero rivisto, prima appeso a una croce e poi risorto. Ecco che allora l’Eucarestia, per noi che sappiamo com’è andata, acquista un’altra luce, diventa uno spiraglio verso l’eternità, diventa una speranza che è già certezza, pur al cospetto delle nostre fragilità e debolezze. In fondo il Giovedì Santo – e quindi la celebrazione eucaristica – rispecchia la nostra vita, fatta di vittorie e sconfitte, di sofferenza e gioia, di grazia e di peccato, dove la fede talvolta ci sembra forte, ma anche fragile. Dove capiamo che la fede non è la porta che un dio, nemico dell’uomo, vuole tener chiusa per non condividere la sua vita divina con noi, ma è un ombrello aperto in un giorno di sole che ci protegge dalla troppa Luce che rischia di accecarci. Nelle difficoltà di ogni giorno, nelle nostre vite spesso così complesse e piene di cose da fare, il momento eucaristico diventa allora un aggancio all’eternità, un appuntamento con quel Gesù che si è fatto uomo e si è offerto sulla croce per noi e che continua a dirci: “Io ho vinto il mondo”. - giovanipace.org -

 

 
 
 

TRILIONI DI DOLLARI PER SANARE L'ECONOMIA MONDIALE. E BASTEREBBERO 35 CENTESIMI AL GIORNO PER SFAMARE UN BAMBINO

Post n°1605 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Se ogni sei secondi nel mondo un bambino muore di fame, la colpa è di ciascuno di noi, come individuo, come soggetto di una collettività, come soggetto politico. Basterebbero solo 35 centesimi per riempire di cibo la sua ciotola giornaliera. E il discorso non cambia se si pensa al miliardo di persone che non hanno nutrimento a sufficienza e per i quali la comunità internazionale - capace di reperire, in pochissimi giorni, trilioni di dollari per ripianare la situazione finanziaria mondiale - non riesce a stanziare neppure un briciolo di questa somma per un piano che consentirebbe a tutta l’umanità l’accesso al cibo. Non al superfluo. All’essenziale per vivere. “E la crisi internazionale che stiamo vivendo aggraverà ancora di più questa situazione drammatica che rischia di divenire sempre più incontrollabile”. Ne è convinta Nancy Roman, direttore della comunicazione e politiche dell’informazione del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp), che ne parla in questa intervista rilasciata al nostro giornale. I dati diffusi recentemente dal Wfp sono drammatici. Come interpretarli nell’ottica della politica della globalizzazione?
Un miliardo di persone che soffrono la fame è un numero sconcertante, raggiunto anche per effetto della crisi mondiale che ha creato 115 milioni di nuovi poveri solo nell’ultimo anno. Tuttavia è importante contestualizzare questa cifra a nove zeri. Nel corso degli ultimi quattro decenni la proporzione del numero degli affamati si è notevolmente ridotta, passando dal 37 per cento, degli anni Sessanta, quando ero ancora una ragazza, all’attuale 15 per cento. La popolazione mondiale è cresciuta tanto - passando dai 3 miliardi negli anni Sessanta ai 6,7 miliardi di oggi - ma il numero degli affamati rimane molto alto e su questo lavoriamo. È importante sottolineare che, almeno in termini percentuali, il numero degli affamati è calato. Un risultato che comunque va salvaguardato se si vuole evitare di tornare indietro anche a livello percentuale, a fronte di una popolazione mondiale che, a metà del secolo, sarà di 9 miliardi di persone.

La crisi economica ha coinvolto pesantemente anche il settore alimentare, con la prospettiva di un peggioramento delle già tragiche condizioni di una parte consistente della popolazione mondiale. Come affrontare questa ulteriore crisi?

La crisi economica sta avendo un impatto molto sensibile sulla crisi alimentare. Già vediamo le conseguenze del calo delle rimesse degli immigrati in Paesi che, da Haiti al Tadjkistan, dipendono fortemente da esse. Il calo degli investimenti stranieri, l’aumento della disoccupazione e le nuove barriere commerciali che si stanno erigendo fanno prevedere una nuova ondata di difficoltà. Tutto ciò porterà a una maggiore povertà e a una minore disponibilità alimentare. Non bisogna dimenticare che il miliardo di diseredati spende in cibo quasi tutto ciò che possiede. Non c’è dubbio, dunque, che la crisi finanziaria creerà un maggior numero di affamati. Al Wfp stiamo analizzando attentamente la situazione per cercare di prevedere quali Paesi saranno più colpiti dalla crisi e, conseguentemente, mettere a punto programmi di intervento, in quelle nazioni dove la fame si farà sentire con più forza. Certo, noi siamo finanziati interamente su base volontaria, riusciamo a lavorare e a portare cibo nella misura in cui i nostri donatori - i cittadini, le imprese e i governi - ce lo consentono.

Il Wfp ha più volte ribadito che nel mondo c’è abbastanza cibo per sfamare tutti, eppure non si riesce ad evitare che tanta gente muoia di fame. Di chi sono le responsabilità?

Sull’argomento le statistiche sono discordanti. Alcune indicano che stiamo entrando in una fase di minore disponibilità alimentare, altre suggeriscono che di cibo che ce ne è a sufficienza. Come spesso accade, sono vere entrambe le cose. Tecnicamente, nel mondo c’è abbastanza cibo affinché ogni persona possa disporre di sufficienti calorie giornaliere. Ma ciò implicherebbe la redistribuzione di ogni singolo scarto alimentare prodotto nel mondo sviluppato. Ovviamente, ciò non è possibile. Servono, invece, granaglie e cereali, possibilmente là dove la gente vive e lavora. La distribuzione è un fattore chiave. Una delle cose che stiamo cercando di fare è di interessarci alla gestione degli stock cerealicoli globali per valutare come meglio posizionare il cibo. Molti si stanno occupando anche di come aumentare la produzione nei Paesi in via di sviluppo. Nel 2008, il Wfp ha speso un miliardo di dollari nell’acquisto di cibo nei Paesi in via di sviluppo. Ma si tratta di risposte parziali, c’è ancora molta strada da fare.

Il Papa ha chiesto alla comunità internazionale di non dimenticare i poveri e di restituire loro una speranza di vita. Come può ciascuno di noi fare qualcosa per rispondere a quest’invito?

Siamo molto grati al Papa per questo appello. È importante che quanti lo hanno sentito capiscano che è davvero facile cambiare le cose. Basta un euro per assicurare il pasto a un bambino in una mensa scolastica per una settimana, appena venti centesimi al giorno per riempire la sua tazza di cibo. Persino chi non vive nell’abbondanza può cambiare la vita a un bambino garantendogli, con soli 35 euro, un anno di pasti scolastici. Tutte le informazioni si trovano nel nostro sito www.wfp.org. Ovviamente chi dispone di più mezzi, può fare di più.

Secondo lei perché i governi del mondo, che stanziano trilioni di dollari per il risanamento finanziario, non pensano ad un piano di salvataggio dell’umanità affamata?

È esattamente quello che chiediamo noi del Wfp. Lo stesso mondo che ha potuto trovare in poche settimane trilioni di dollari per il salvataggio di banche e istituti di investimento finanziario, non è ancora riuscito a trovare l’un per cento di quella somma da destinare ai bisogni degli affamati, a partire dai 3 miliardi di dollari necessari a fornire un pasto a scuola ai bambini che hanno fame o dai 5 miliardi di dollari che servono a finanziare gli interventi di emergenza del Wfp nel Corno d’Africa e negli altri 70 Paesi del mondo in cui interviene. Credo sia importante mettere i politici di fronte ai valori impliciti nelle loro scelte.

Si può uscire da questo stato di cose?

Sì, credo sia possibile alleviare la fame nel mondo. Nonostante i tanti problemi, la fame non richiede nuove tecnologie. Sappiamo come risolverla. Sappiamo come coltivare, come distribuire il cibo, come aiutare i governi a stabilire le condizioni per la sicurezza alimentare. Se ciò non avviene, non è per mancanza di capacità ma di volontà politica, individuale e collettiva. - Mario Ponzi -  (L’Osservatore Romano )

 
 
 

MESSAGGIO DEL 2 MARZO 2009 A MIRJANA COMMENTATO DA PADRE LIVIO DI RADIO MARIA

Post n°1604 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Come ogni 2 del mese, la Madonna e' apparsa a Medjugorje alla veggente Mirjana e le ha dato il seguente messaggio:

"Cari figli, Sono qui in mezzo a voi. Guardo nei vostri cuori feriti e inquieti. Vi siete persi, figli miei. Le vostre ferite del peccato diventano sempre più grandi e sempre di più vi allontanano dalla vera verità. Cercate la speranza e la consolazione nei posti sbagliati, invece io vi offro la sincera devozione che si nutre di amore, di sacrificio e di verità. Io vi do mio Figlio."

La Madonna non ci ha ringraziati alla fine di questo messaggio e si è accomiatata con il volto molto triste. Rileggendo il messaggio rimaniamo tutti male ma evidentemente l’atteggiamento giusto è quello di fare un esame di coscienza per vedere qual è la nostra situazione spirituale davanti a Dio, se possiamo dire di aver accolto l’invito della Regina della Pace nel messaggio della Quaresima, dato il 25 febbraio dove la Madonna ci invita alla preghiera, alla rinuncia, alla penitenza. Ci ha fatto un invito concreto, ha detto: "andate a confessare i vostri peccati". Se abbiamo iniziato la Quaresima con passo giusto e con propositi concreti per aprirci a Dio e per rinnovarci spiritualmente, possiamo anche stare tranquilli e accogliere l’esortazione di perseverare nei propositi che abbiamo fatto. Se invece, e dobbiamo essere sinceri con noi stessi, siamo nel male, nel peccato, nella tiepidezza, nell’indifferenza, nelle reti delle false luci e delle false gioie del mondo e se cerchiamo la speranza e le ragioni della vita, le ragioni del vivere, del credere e cerchiamo la felicità nei posti sbagliati, nei posti del peccato, del mondo, del male, è chiaro che dobbiamo davvero sentirci interpellati da questo messaggio. Dobbiamo asciugare le lacrime che sgorgano dagli occhi della Madre con dei propositi concreti. La Madonna non ci lascia mai senza speranza. In fondo in questo messaggio ci chiede ancora la conversione. Certo, colpisce molto la frase chiave di questo messaggio: "vi siete persi, figli miei". Dunque questa espressione, "vi siete persi, figli miei", non fa che riprendere con parole diverse quello che la Madonna aveva detto nel messaggio del 25 Gennaio alla veggente Marjia, cioè che siamo sulle strada sbagliata. Quando sbagliamo strada diciamo: "mi sono perso!". Siamo sulla strada sbagliata, perciò ci siamo persi. Qual è la strada sbagliata?Due sono le vie che abbiamo davanti a noi, la via della salvezza, la via della conversione, la via della santità, la via che porta all’Eternità, quella via che è Cristo stesso: "Io sono la Via". Allora, mentre noi camminiamo su questa Via, noi non ci perdiamo, ma troviamo noi stessi, troviamo il senso della vita e andiamo verso la meta. Se invece abbandoniamo questa strada, che è la strada della verità, della luce, della vita, della pace, della gioia, del bene e seguiamo la via del male, la via dell’errore, la via delle false felicità, delle false gioie, la via delle passioni, la via del peccato, la via del maligno, la via che porta alla perdizione, la via della rovina, ci perdiamo, roviniamo noi stessi. Questo vale per i singoli ma vale anche per l’umanità. Questo è il grande pericolo che l’umanità corre in questo momento percorrendo la via del male, la via dell’ateismo, la via della superbia, la via dell’orgoglio, la via dell’uomo che sceglie se stesso come Dio, la via dell’autosalvezza, la via di chi vuol prendere il posto di Dio e decide solo lui ciò che è bene e ciò che è male. Prendendo questa via l’umanità ha preso la via della rovina che porta alla perdizione, che porta all’autodistruzione, una via che non ha futuro. Quindi, cari amici, a livello personale è necessaria una revisione di vita, una decisione: "decidetevi per la conversione" aveva detto la Madonna una volta, ma anche, c’è una riflessione da fare verso l’umanità che sempre più si allontana da Dio e crea i presupposti per la sua rovina, per la sua rovina nel tempo e nell’eternità. "Sono qui in mezzo a voi", la Madonna ci ricorda ancora una volta che è qui in mezzo a noi. Quanti non l’hanno accolta e quanti l’hanno accolta e poi abbandonata? "Guardo nei vostri cuori feriti e inquieti", dove la parola inquieti è un eufemismo, in realtà significa senza pace, sono cuori senza pace i cuori feriti dal peccato. La Madonna vede i cuori di tutti, vede ogni cuore, vede là dove noi non vediamo, ci conosce più di quanto noi ci conosciamo: "guardo nei vostri cuori feriti e inquieti" e la sentenza è: "vi siete persi, figli miei", cioè avete preso la via della perdizione, "vi siete persi", avete preso la via della rovina, siete sotto l’impulso del maligno. "Le vostre ferite del peccato diventano sempre più grandi", questa è un’osservazione tremenda cioè, quando Satana riesce a indurci nel male, a farci entrare nella tentazione, a farci peccare, è chiaro che è solo un primo passo, vuole far si che diventiamo, attraverso la ripetizione dei peccati, attraverso le ricadute sempre più gravi in modo tale che le ferite ci portino alla morte, alla morte spirituale. La Madonna vede che le nostre ferite diventano sempre più grandi, fino al momento in cui ci portano alla morte spirituale, al soffocamento della coscienza, a uno stato d’impenitenza: "e sempre di più vi allontanano dalla vera verità". È interessante in questo messaggio la parola "verità" che viene ripetuta due volte; è la risposta della Madonna al menzognero cioè è la menzogna che regna come se fosse la verità e noi ci allontaniamo dalla vera verità, cioè dalla vera concezione della vita che è quella che è un cammino nel tempo all’eternità e siamo imbevuti da una visione materialistica della vita che finisce con la morte, per cui si dissolve tutto, per cui - la vita è tutta qua, godiamocela, feriamo, decidiamo noi ciò che è bene, ciò che è male, infischiamocene di Dio, tanto Dio non c’è, tanto Dio qua… tanto Dio là … ecc. ecc., noi comandiamo qui! - Questa è la menzogna satanica, è quella concezione della vita che si riassume in questo slogan: "senza Dio si vive meglio". Siamo irretiti anche noi da questa visione della vita per cui cerchiamo la speranza e la consolazione nei luoghi e nei posti sbagliati cioè nel mondo della fiera delle vanità, dove gli uomini si accaniscono gli uni contro gli altri per guadagnare di più, per avere più potere, più denaro, per rosicchiare di più, per godere di più ecc. "Invece io vi offro la sincera devozione" la vera devozione, la vera pietà, la retta concezione della vita "che si nutre di amore, di sacrificio e di verità" il contrario dell’amore è l’egoismo, il contrario del sacrificio è il godimento, il contrario della verità è l’opinione, la falsità. "Io vi do mio Figlio" Lui è certamente Colui che dice "chi vuol venire dietro Me, prenda la sua croce, rinneghi se stesso e mi segua". La via che offre la Madonna è la via di sacrificio, di dedizione, di amore, è la via della verità è la via che porta alla vera felicità. Siamo di fronte a due vie; la Madonna ci dice che abbiamo preso la via della rovina, ci siamo persi su questa via, cerchiamo consolazione e speranza, felicità nei posti sbagliati. Ci dice di allontanarci, ci dice che il frutto di questa scelta sono le ferite del peccato che diventano sempre più grandi e che "sempre di più vi allontanano dalla vera verità". Questa è la diagnosi; evidentemente la medicina è "io vi offro la sincera devozione che si nutre di amore di sacrificio e di verità. Io vi do mio Figlio". Allora carissimi, io direi, non perdiamo tempo perché non ne siamo padroni. Facciamo già in questa settimana quello che la Madonna aveva detto nel messaggio del 25 febbraio: "andate a confessare i vostri peccati". Vogliamo consolare la Madonna, prendiamo la decisione adesso. Se non siamo nella grazia di Dio, se siamo nella tiepidezza, se siamo nel peccato, se siamo nel male, mettiamoci in ginocchio davanti alla croce, confessiamo a Gesù i nostri peccati, affidiamoci alla Sua Divina Misericordia, decidiamoci per la conversione, decidiamoci per la vita nuova, andiamo a confessarci, facciamolo senza aspettare Pasqua. "Non perdete tempo, figli, perché non ne siete padroni", ha detto la Madonna nel messaggio del 2 febbraio, e dopo aver fatto questo, cari amici, saremo certi di aver dato un motivo di consolazione e di sorriso alla nostra cara Madre. - www.medjugorjeliguria.it -


 
 
 

MEDJUGORJE? UN GRANDE FENOMENO DI SPIRITUALITA' DI MASSA

Post n°1603 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
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Una delle colonne portanti dell’informazione Mediaset conversa di religione con Pontifex. Parliamo di Claudio Brachino, attuale brillante e inappuntabile conduttore di Mattino Cinque su Canale Cinque, rete ammiraglia Fininvest: un raro esempio di come coniugare leggerezza e completezza dell’informazione. Ma non è una novità, Brachino giornalista di assoluto valore e prestigio, ha sempre firmato prodotti di alta qualità, giustamente premiati dal pubblico, che apprezza le cose buone. Giorni fa, Brachino nel suo contenitore mattutino, ha ospitato il noto giornalista Paolo Brosio il quale ha fatto outing, confermando la sua reale conversione, dopo aver studiato con attenzione il fenomeno Medjugorje ed un pellegrinaggio. Nella stessa puntata, Brachino ha voluto ascoltare il parere di un altro purosangue dell’ informazione religiosa, Antonio Socci. Brachino, lei è cattolico praticante, ma affronta i temi ...... relativi alla religione cattolica con taglio molto imparziale: " essere cattolico non mi impedisce di svolgere con la dovuta correttezza ed anche coscienza il lavoro di giornalista e davanti ad ogni problema mi pongo con l’animo del cronista, mai con quello del fedele, sarei altrimenti accecato dal pregiudizio e quindi cadrei in errore". Ultimamente ha affrontato, ma non è una novità, il tasto di Medjugorje, che idea ha al riguardo?: " il tema è delicato ed io non sono un teologo,ma come le ho detto un giornalista, quindi lo esamino e valuto con l’angolazione e la lente del giornalista. In più, aggiungo che io a Medjugorje neppure sono stato e quello che so, lo ho appreso da ricerche e dai libri, oltre che da testimonianze dirette".

Secondo lei che messaggio ci lancia la Madonna da Medjugorje?: " intanto ritengo che anche quelle di Medjugorje, come altre apparizioni mariane, abbiano un comune denominatore: il fascino di Maria. Penso che alla fine dei conti, la Madonna sempre ci inviti alla redenzione, al cambiamento di vita, in sintonia con quanto chiede suo figlio". La Chiesa ufficiale, tuttavia, su Medjugorje è molto prudente: " in ogni caso, da quanto so, non la ha bocciata, ma ha solo sospeso il giudizio. Lo dico senza alcuna ombra di polemica, che non mi appartiene. Ma penso che la ufficialità, la burocrazia, debbano lasciare spazio alla bellezza della fede spontanea e non vi sono dubbi che a Medjugorje avvengano reali conversioni ed anche tante".

E allora che cosa spinge, secondo lei,la Chiesa a questa cautela?: " forse la presenza di masse ed il pericolo, che ritengo inesistente, di una fede fai da te. Talvolta penso, ma spero di sbagliarmi, che ci troviamo davanti a scelte e logiche di potere. Per un certo verso e per alcuni aspetti Medjugorje mi ricorda la vicenda di Padre Pio, dove si aveva il timore di quel frate non per il suo reale messaggio, ma per l’enorme presenza di flussi di gente che assemblava. Poi il messaggio di Medjugorje della Madonna,che chiede preghiera e pace, parte da un luogo geograficamente strategico". Giovanni Paolo II, secondo alcune versioni, credeva fermamente in Medjugorje : " anche io sono al corrente della stessa cosa, ma Giovanni Paolo II è il Papa che ha portato alla gloria degli altari Padre Pio, il Papa di Fatima, ed io sono convinto che su Fatima bisognerà indagare ulteriormente, insomma l’uomo della santità e della fede di massa".

E Benedetto XVI?: " non tolgo alcun merito a Papa Ratzinger che stimo ed apprezzo. Ma la sua ottica è diversa da quella di Giovanni Paolo II. Papa Benedetto XVI ha rappresentato per molto tempo il capo della ortodossia essendo Prefetto per la Congregazione della Dottrina della fede, logica dunque la sua maggior cautela". In conclusione, anche con la religione è possibile fare buona tv: " credo che i prodotti di qualità alla fine paghino sempre. La gente sa capire ed apprezzare molto di più di quanto non pensiate". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

CAMMINO DI CONVERSIONE PER OGNI STAGIONE DELLA VITA: QUARESIMA - PRIMA PARTE

Post n°1602 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
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Salvare l’anima
Le mie parole vogliono farsi intermediarie ed interpreti di quelle del Signore che un giorno ha detto: "A che serve se guadagni tutto il mondo e poi perdi l’anima?".
La quaresima è appunto il tempo in cui il cristiano è chiamato da Dio a fare il più grosso affare della vita, che è quello di salvarsi l’anima. Piazzarsi bene nella società, vincere il lotto, acquistare terreni e palazzi sono tutte quisquilie e illusioni, cose che non si portano appresso quando finisce la vita ed il nostro corpo è riconsegnato alla terra. Ecco il significato delle ceneri con le quali oggi vengono segnati i cristiani che vanno in chiesa. Con la morte, tutto sparisce, tutto, eccetto l’anima. Tienilo presente e decidi una buona volta di fare il grande passo, di prendere sul serio il vangelo, di convertirti, per salvare la tua anima.

Che cos’è l’anima?
Le parole del Vangelo,"A che serve se guadagni tutto il mondo e poi perdi l’anima?" ci fanno subito capire cos’è la quaresima:
"Il tempo in cui si accudisce alle necessità dell’anima".
Naturalmente qualcuno penserà: "ma che cos’è l’anima?" La risposta della nostra fede è molto chiara: l’anima è la parte spirituale dell’uomo, quella che gli dà la capacità di pensare, di essere cosciente e di liberamente volere. Essa non è frutto di generazione umana, ma viene creata direttamente da Dio, quindi vuol dire che la sua natura è spirituale, così come lo sono il pensiero e l’amore che da essa derivano, e se è spirituale vuol dire che non diventa polvere come il corpo, ma è immortale.
Gli uomini tante volte studiano maniere strane per lasciare un ricordo duraturo di se stessi: opere grandiose, libri famosi, monumenti. Tutto inutile. Quei monumenti che sono le piramidi d’Egitto non si è neppure sicuri chi le abbia fatte e non resisteranno certamente all’usura del tempo in eterno. L’unica cosa nostra che non verrà mai meno è l’anima. Ecco perché è importante pensare alla salvezza dell’anima.

Che significa salvare l’anima?
Ma che vuol realmente dire salvare l’anima? Attenti alla risposta. Salvare l’anima, per noi cristiani non vuol dire salvare soltanto la parte spirituale dell’uomo, ma salvare tutta la persona umana, in una parola tutto l’uomo, sia la parte spirituale che la parte corporale.
E' vero che alla morte, l’anima che è immortale, si presenta da sola al giudizio particolare di Dio per ricevere il verdetto decisivo: paradiso o inferno. Ma verrà il giorno della risurrezione della carne, il giorno del secondo ritorno di Cristo, giusto giudice, ed inquel giorno i corpi risorti si riuniranno ognuno alla sua anima per la pena od il premio eterno.
Voglio dire che l’anima non è una realtà spirituale che si trova prigioniera nella materia, e che non vede l’ora che arrivi la morte per liberarsi dell’involucro corporeo. No, l’anima è creata da Dio per essere un tutt’uno con il corpo. Quando ci diamo da fare per salvare l’anima, in realtà noi lavoriamo per salvare tutto noi stessi, sia il corpo che l’anima. Noi facciamo penitenza, ma non per far dispetto al corpo, ma solo per fargli capire che c’è una vita più alta di quella della pancia piena.

La collaborazione fra anima e corpo
Il Signore un giorno ha detto: "A che serve, se guadagni tutto il mondo e poi perdi l’anima?" Questa domanda è molto importante e nella sua spiegazione siamo arrivati al punto dove, in pratica, per salvarsi, l’anima, deve avere la collaborazione del corpo.
La ragione è che corpo ed anima sono uniti in modo sostanziale. Da una parte il corpo da solo è un cadavere. Dall’altra, l’anima non esiste da sola, come spirito, ma viene creata per essere unita ad un corpo e costituire un essere umano, capace di conoscere, volere e sentire.
In una parola, anima e corpo sono fatti l’uno per l’altro, e agiscono insieme, nelle varie operazioni, intellettive, sensitive e vegetative dell’essere umano.
Tutti si è d’accordo nel dire che la collaborazione è una cosa importante, in famiglia, a scuola, sul lavoro, nella propria nazione, nel mondo. Ci avete mai pensato che la più importante di tutte le collaborazioni è quella che deve aver luogo fra il corpo e l’anima?

del Prof. Luigi Pautasso di Radio Maria Canada

 
 
 

DENUNCIA DELL'OCSE: TROPPI CRISTIANI DISCRIMINATI IN EUROPA

Post n°1601 pubblicato il 06 Marzo 2009 da diglilaverita
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La questione non è più clandestina e ora lo si può sostenere senza timore di smentita: la discriminazione nei confronti dei cristiani è in aumento. Non cade dunque in errore, né rischia di pronunciare affermazioni obsolete chi richiama, di fronte all’opinione pubblica, a un problema reale e concreto ed esorta a un maggiore impegno per garantire in Europa e nel mondo la libertà religiosa. Soprattutto alla luce del fatto che anche l’Osce, l’Organizzazione internazionale a cui appartengono 56 Stati a pieno titolo e di cui sono stato nominato Rappresentante personale della Presidenza dell’Osce contro razzismo, xenofobia e discriminazione, con particolare riferimento alla discriminazione dei cristiani, ha sentito la necessità di convocare uno specifico incontro per discutere attorno a questa tematica. Sono stato tra i promotori e ho partecipato mercoledì a una giornata di lavori a Vienna dove è stata convocata la prima Tavola Rotonda per risvegliare l’attenzione su un argomento da troppo tempo dimenticato. Il titolo del convegno era già di per sé eloquente "Intolleranza e discriminazione contro i cristiani - Focus sull’esclusione, emarginazione e negazione dei diritti". La morte di Hrant Dink, le minacce contro Orhan Ant, l’episodio della sospensione dal lavoro in Inghilterra di un dipendente aeroportuale colpevole di aver esposto un’immagine di Gesù, l’incendio presso la scuola cattolica e la cappella di Notre Dame de Fatima in Francia sono solo alcuni dei casi d’intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani, sia a Est e Ovest di Vienna, senza contare le violente persecuzioni che colpiscono le comunità cristiane al di fuori dell’area Osce. Nel corso del dibattito è emerso come queste discriminazioni appaiono in diverse forme e, di conseguenza, quanto ci sia bisogno di un approccio multiforme. Personalmente ritengo significativo il contributo delle Ong che operano in questo campo e anche del contributo portato dai rappresentanti delle Chiese cristiane al fine di controllare meglio le difficoltà, affrontare adeguatamente il problema e migliorare lo scambio. Occorre rimettere in moto pienamente l’impegno di ogni singolo Paese in materia di libertà di religione affinché si garantisca il diritto all'obiezione di coscienza, condannando tutte le forme di discriminazione contro i cristiani. È anche importante, per garantire una piena partecipazione alla vita pubblica, modificare in alcuni casi la legislazione poiché l’intolleranza può essere intenzionale, quando la discriminazione è motivata da una palese ostilità nei confronti dei cristiani, oppure involontaria, cosa che si verifica quando alcune regole di governi apparentemente neutre creano una disparità di trattamento. La libertà di religione è sicuramente la cartina di tornasole per misurare tutte le altre forme di libertà esistenti e, di conseguenza, il livello democratico di un paese specifico. La mia raccomandazione, anche attraverso momenti di incontro come quello avvenuto mercoledì, è di rafforzare le attività di monitoraggio relative a queste forme di discriminazione e favorire sulla base dei risultati ottenuti una vera e propria campagna nei media tesa a promuovere la comprensione e il rispetto nei confronti dei cristiani superando pregiudizi infondati e manipolazioni faziose. -

Mario Mauro - ilsussidiario -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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