ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/03/2009

LA VISIONE DIABOLICA DI LEONE XIII E LA PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO

Post n°1651 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Prima della rifor­ma liturgica dovuta al concilio Vaticano II, il cele­brante e i fedeli si mettevano in ginocchio alla fine di ogni messa, per recitare una preghiera alla Madonna ed una a S. Michele arcangelo. Riportiamo il testo di quest'ultima, perché è una preghiera bella, che può essere recitata da tutti con frutto:
«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spinti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizio­ne delle anime».

Come è nata questa preghiera? Trascrivo quanto pubblicò la rivista Ephemerides Liturgicae, nel 1955.

P. Domenico Pechenino scrive: «Non ricordo l'anno preciso. Un mattino il grande Pontefice Leone XIII aveva celebrato la S. Messa e stava assistendone un'altra, di ringraziamento, come al solito. Ad un tratto lo si vide drizzare energica­mente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del celebrante. Guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di terrore. e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti. Qual­cosa di strano, di grande avveniva in lui. Finalmente, come rivenendo in sé, dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura e ansiosi. Gli dicono sommessamente: Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa? Risponde: Niente, niente. Dopo una mezz'ora fa chiamare il Segretario della Con­gregazione dei Riti e, porgendogli un foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo pervenire a tutti gli Ordinari del mondo. Che cosa contene­va? La preghiera che recitiamo al termine della Messa insieme al popolo, con la supplica a Maria e l'infocata invocazione al Principe delle milizie celesti, implorando Dio che ricacci Satana nel­l'inferno».
In quello scritto si ordinava anche di recitare tali preghiere in ginocchio. Quanto sopra, che era stato pubblicato anche nel giornale La setti­mana del clero, il 30 marzo 1947, non cita le fonti da cui è stata attinta la notizia. Risulta però il modo insolito con cui fu ordinato di recitare quella preghiera, che venne spedita agli Ordinari nel 1886. A conferma di quanto scrive P. Pechenino abbiamo l'autorevole testimonianza del card. Nasalli Rocca che, nella sua Lettera Pastorale per la quaresima, emanata a Bologna nel 1946, scrive: « Leone XIII scrisse egli stesso quella preghie­ra. La frase (i demoni) che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime ha una spiegazione storica, a noi più volte riferita dal suo segretario particola­re, mons. Rinaldo Angeli. Leone XIII ebbe vera­mente la visione degli spiriti infernali che si addensavano sulla città eterna (Roma); e da quel­la esperienza venne la preghiera che volle far recitare in tutta la Chiesa. Tale preghiera egli la recitava con voce vibrata e potente: la udimmo tante volte nella basilica vaticana. Non solo, ma scrisse di sua mano uno speciale esorcismo conte­nuto nel Rituale Romano (edizione 1954, tit. XII, c. III, pag. 863 e segg.). Questi esorcismi egli rac­comandava ai vescovi e ai sacerdoti di recitarli spesso nelle loro diocesi e parrocchie. Egli lo recitava spessissimo lungo il giorno».
È anche interessante tener conto di un altro fatto, che arricchisce ancor più il valore di quelle preghiere che si recitavano dopo ogni messa. Pio XI volle che, nel recitare queste preghiere, vi si ponesse una particolare intenzione per la Russia (allocuzione del 30 giugno 1930). In tale allocu­zione, dopo aver ricordato le preghiere per la Russia a cui aveva sollecitato anche tutti i fedeli nella ricorrenza del patriarca S. Giuseppe (19 marzo 1930), e dopo aver ricordato la persecu­zione religiosa in Russia, così conclude: «E affinché tutti possano senza fatica ed inco­modo continuare in questa santa crociata, stabi­liamo che quelle preci che il nostro antecessore di felice memoria, Leone XIII, comandò che si recitassero dopo la messa dai sacerdoti e dai fede­li, siano dette a questa particolare intenzione, e cioè per la Russia. Di ciò i Vescovi e il clero seco­lare e regolare abbiano cura di rendere informati il loro popolo e quanti sono presenti al S. Sacrifi­cio, né manchino di richiamare spesso quanto sopra alla loro memoria» (Civiltà Cattolica, 1930, vol. III). Come si vede la tremenda presenza di Satana (CON LA SUA CHIESA MILITANTE: LA MASSONERIA) è stata tenuta presente con molta chiarezza dai Pontefici; e l'intenzione aggiunta da Pio XI toc­cava il centro delle false dottrine seminate nel nostro secolo e che tuttora avvelenano la vita non solo dei popoli, ma degli stessi teologi. Se poi le disposizioni di Pio XI non sono state osservate, è colpa di coloro a cui erano state affidate; certa­mente si integravano bene con gli avvenimenti carismatici che il Signore aveva dato all'umanità attraverso le apparizioni di Fatima, pur essendo indipendenti da esse: Fatima allora era ancora sconosciuta nel mondo. Tratto da “Un Esorcista racconta” - di Padre Gabriele Amorth -

 
 
 

IL PIANO MASSONICO PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA

Post n°1650 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Direttive del gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni, effettive dal 1962. (Aggiornamento del Vaticano II). Tutti i confratelli massoni dovranno riferire sui progressi di queste decisive disposizioni. Rielaborate nell’ottobre 1993 come piano progressivo per lo stadio finale. Tutti i massoni occupati nella Chiesa debbono accoglierle e realizzarle.
 
1 - Rimuovete una volta per tutte San Michele, protettore della Chiesa Cattolica da tutte le preghiere all’interno e all’esterno della Santa Messa. Rimuovete le sue statue, affermando che esse distolgono dalla Adorazione di Cristo.
 
2 - Rimuovete gli Esercizi Penitenziali della Quaresima come l’astinenza dalle carni del venerdì o anche il digiuno; impedite ogni atto di abnegazione. Al loro posto debbono essere favoriti atti di gioia, di felicità e di amore del prossimo. Dite: “Cristo ha già meritato per noi il Paradiso” e “ogni sforzo umano è inutile”. Dite a tutti che debbono prendere sul serio la preoccupazione per la loro salute. Incoraggiate il consumo di carne, specialmente di maiale.
 
3 - Incaricate i pastori protestanti di riesaminare la Santa Messa e di dissacrarla. Seminate dubbi sulla Reale Presenza nell’Eucaristia e confermate che l’Eucaristia -  con maggior vicinanza alla fede dei protestanti - è soltanto pane e vino e intesa come puro simbolo.
Disseminate protestanti nei Seminari e nelle scuole. Incoraggiate l’ecumenismo come via verso l’unità. Accusate ognuno che crede alla Presenza Reale come sovversivo e disobbediente verso la Chiesa.

4 - Vietate la Liturgia Latina della Messa, Adorazione e Canti, giacché essi comunicano un sentimento di mistero e di deferenza. Presentateli come incantesimi di indovini. Gli uomini smetteranno di ritenere i Sacerdoti come uomini di intelligenza superiore, da rispettare come portatori dei Misteri Divini.
 
5 - Incoraggiate le donne a non coprire la testa con il velo in chiesa. I capelli sono sexy. Pretendete donne come lettrici e sacerdotesse. Presentate la cosa come idea democratica. Fondate un movimento di liberazione della donna. Chi entra in chiesa deve indossare vesti trascurate per sentirsi là come a casa. Ciò indebolirà l’importanza della Santa Messa.
 
6 - Distogliete i fedeli dall’assumere in ginocchio la Comunione. Dite alle suore che debbono distogliere i bambini prima e dopo la Comunione dal tenere le mani giunte. Dite loro che Dio li ama così come sono e desidera che si sentano del tutto a loro agio.
Eliminate in chiesa lo stare in ginocchio e ogni genuflessione. Rimuovete gli inginocchiatoi. Dite alle persone che durante la Messa debbono attestare la loro fede in posizione eretta.
 
7 - Eliminate la musica sacra dell’organo. Introducete chitarre, arpe giudaiche, tamburi, calpestìo e sacre risate nelle chiese. Ciò distoglierà la gente dalla preghiera personale e dalle conversazioni con Gesù. Negate a Gesù il tempo di chiamare bambini alla vita religiosa. Eseguite attorno all’Altare danze liturgiche in vesti eccitanti, teatri e concerti.
 
8 - Togliete il carattere sacro ai canti alla Madre di Dio e a San Giuseppe. Indicate la loro venerazione come idolatria. Rendete ridicoli coloro che persistono. Introducete canti protestanti. Ciò darà l’impressione che la Chiesa Cattolica finalmente ammette che il Protestantesimo è la vera religione o almeno che esso è uguale alla Chiesa Cattolica.
 
9 - Eliminate tutti gli inni anche quelli a Gesù giacché essi fanno pensare la gente alla felicità e serenità che deriva dalla vita di mortificazione e di penitenza per Dio già dall’infanzia. Introducete canti nuovi soltanto per convincere la gente che i riti precedenti in qualche modo erano falsi.
Assicuratevi che in ogni Messa ci sia almeno un canto in cui Gesù non venga menzionato e che invece parli soltanto di amore per gli uomini. La gioventù sarà entusiasta a sentire parlare di amore per il prossimo. Predicate l’amore, la tolleranza e l’unità. Non menzionate Gesù, vietate ogni annuncio dell’Eucarestia.

10 - Rimuovete tutte le reliquie dei Santi dagli Altari e in seguito anche gli Altari stessi. Sostituiteli con tavole pagane prive di Consacrazione che possono venir usate per offrire sacrifici umani nel corso di messe sataniche. Eliminate la legge Ecclesiastica che vuole la celebrazione della Santa Messa soltanto su Altari contenenti Reliquie.
 
11 - Interrompete la pratica di celebrare la Santa Messa alla presenza del Santissimo Sacramento nel Tabernacolo. Non ammettete al­cun Tabernacolo sugli Altari che vengono usati per la celebrazione della Santa Messa. La tavola deve avere l’aspetto di una tavola da cucina. Dev’essere trasportabile per esprimere che essa non è affatto sacra ma deve servire a un duplice scopo come, per esempio, da tavola per conferenze o per giocarvi a carte. Più tardi collocate almeno una sedia a tale tavola.
Il Sacerdote deve prendervi posto per indicare che dopo la Comunione egli riposa come dopo un pasto. Il Sacerdote non deve mai stare in ginocchio durante la Messa né fare genuflessioni. Ai pasti, infatti, non ci si inginocchia mai. La sedia del Sacerdote deve essere collocata al posto del Tabernacolo. Incoraggiate la gente a venerare e anche ad adorare il Sacerdote invece che l’Eucarestia, ad obbedire a lui invece che all’Eucarestia. Dite alla gente che il Sacerdote è Cristo, il loro capo. Collocate il Tabernacolo in un locale diverso, fuori vista.
 
12 - Fate sparire i Santi dal calendario Ecclesiastico, sempre alcuni in tempi determinati. Vietate ai Sacerdoti di predicare dei Santi, tranne di quelli che siano menzionati dal VAngelo. Dite al popolo che eventuali protestanti, magari presenti in chiesa, potrebbero scandalizzarsene. Evitate tutto ciò che disturba i protestanti.
 
13 - Nella lettura del Vangelo omettete la parola “santo”, per esempio, invece di “Vangelo secondo San Giovanni”, dite semplicemente: “Vangelo secondo Giovanni”. Ciò farà pensare la gente di non doverli più venerare. Scrivete continuamente nuove bibbie finché esse saranno identiche a quelle protestanti. Omettete l’aggettivo “Santo” nell’espressione “Spirito Santo”. Ciò aprirà la strada. Evidenziate la natura femminile di Dio come di una madre piena di tenerezza. Eliminate l’uso del termine “Padre”.

14 - Fate sparire tutti i libri personali di pietà e distruggeteli. Di conseguenza verranno a cessare anche le Litanie del Sacro Cuore di Gesù, della Madre di Dio, di San Giuseppe come la preparazione alla Santa Comunione. Superfluo diverrà pure il ringraziamento dopo la Comunione.
 
15 - Fate sparire anche tutte le statue e le immagini degli Angeli. Perché mai dovrebbero stare fra i piedi le statue dei nostri nemici? Definiteli miti o storielle perla buona notte. Non permettere il discorso sugli Angeli giacché urterebbe i nostri amici protestanti.
 
16 - Abrogate l’esorcismo minore per espellere i demóni; impegnatevi in questo, annunciate che i diavoli non esistono. Spiegate che è il metodo adottato dalla Bibbia per designare il male e che senza un malvagio non possono esistere storie interessanti.
Di conse­guenza la gente non crederà all’esistenza dell’inferno né temerà di poterci mai cadere. Ripetete che l’in­ferno altro non è che la lontananza da Dio e che c’è mai di terribile in ciò se si tratta in fondo della medesima vita come qui sulla terra.
 
17 - Insegnate che Gesù era soltanto uomo che aveva fratelli e sorelle e che aveva odiato i de­tentori del potere. Spiegate che egli amava la compagnia delle prostitute, specialmente di Maria Maddalena; che non sapeva che farsi di chiese e sinagoghe. Dite che aveva consigliato di non obbedire ai capi del Clero, spiegate che egli era un grande maestro che però deviò dal­la retta via quando negò obbedienza ai capi della chiesa. Scoraggiate il discorso sulla Croce come vittoria, al contrario presentatela come fal­limento.
 
18 - Ricordate che potete indurre suore verso il tradimento della loro vocazione se vi rivolgerete alla loro vanità, fascino e bellezza. Fate loro mutare l’Abito Ecclesiastico e ciò le porterà naturalmente a buttar via i loro Rosari. Rivelate al mondo che nei loro conventi vi sono dissensi. Ciò disseccherà le loro vocazioni. Dite alle suore che non saranno accettate se non avranno rinunciato all’abito. Favorite il discredito dell’Abito Ecclesiastico anche fra la gente.

19 - Bruciate tutti i Catechismi. Dite agli insegnanti di religione di insegnare ad amare le creature di Dio invece di Dio stesso. L’amare apertamente è testimonianza di maturità. Fate che il termine “sesso” diventi parola di uso quotidiano nelle vostre classi di religione. Fate del sesso una nuova religione. Introducete immagini di sesso nelle lezioni religiose per insegnare ai bambini la realtà. Assicuratevi che le immagini siano chiare.
Incoraggiate le scuole a divenire pensatori progressisti nel campo dell’educazione sessuale. Introducete l’educazione sessuale tramite l’autorità Vescovile così i genitori non avranno nulla in contrario.

20 - Soffocate le scuole cattoliche, impedendo le vocazioni di suore. Rivelate alle suore che sono lavoratrici sociali sottopagate e che la Chiesa è in procinto di eliminarle. Insistete che l’insegnante laico cattolico riceva l’identico stipendio di quello delle scuole governative. Impiegate insegnanti non cattolici. I Sacerdoti debbono ricevere l’identico stipendio come i corrispondenti impiegati secolari. Tutti i Sacerdoti debbono deporre la loro Veste Clericale e le loro Croci così da poter essere accettati da tutti. Rendete ridicoli coloro che non si adeguano.
 
21 - Annientate il Papa, distruggendo le sue Università. Staccate le Università dal Papa, dicendo che in tal modo il governo le potrebbe sussidiare.
Sostituite i nomi degli Istituti Religiosi con nomi profani, per favorire l’ecumenismo. Per esempio, invece di “Scuola Immacolata Concezione” dite “Scuola Superiore Nuova”. Istituite reparti di ecumenismo in tutte le Diocesi e preoccupatevi del loro controllo da parte protestante.
Vietate le Preghiere per il Papa e verso Maria perché esse scoraggiano l’ecumenismo. Annunciate che i Vescovi locali sono le autorità competenti. Sostenete che il Papa è soltanto una figura rappresentativa. Spiegate alla gente che l’Insegnamento Papale serve soltanto alla conversazione ma che è altrimenti privo di importanza.
 
22 - Combattete l’Autorità Papale, ponendo un limite di età al suo esercizio. Riducetela a poco a poco, spiegate che lo volete preservare dall’eccesso di lavoro.
 
23 - Siate audaci. Indebolite il Papa introducendo sinodi Vescovili. Il Papa diverrà allora soltanto una figura di rappresentanza come in Inghilterra dove la Camera Alta e quella Bassa regnano e da essi la regina riceve gli ordini. In seguito indebolite l’autorità del Vescovo, dando vita a una istituzione concorrente a livello di Presbiteri. Dite che i Sacerdoti ricevono in tale modo l’attenzione che meritano. Infine indebolite l’autorità del Sacerdote con la costituzione di gruppi di laici che dominino i Sacerdoti. In questo modo si originerà un tale odio che abbandoneranno la Chiesa addirittura Cardinali e la Chiesa allora sarà democratica… la Chiesa Nuova…
 
24 - Riducete le vocazioni al Sacerdozio, facendo perdere ai laici il timore reverenziale per esso. Lo scandalo pubblico di un Sacerdote annienterà migliaia di vocazioni. Lodate Sacerdoti che per amore di una donna abbiano saputo lasciare tutto, definiteli eroici.
Onorate i Sacerdoti ridotti allo stato laicale come autentici martiri, oppressi a tal punto da non poter sopportare oltre. Condannate anche come uno scandalo che i nostri confratelli massoni nel Sacerdozio debbano venir resi noti e i loro nomi pubblicati. Siate tolleranti con l’omosessualità del Clero. Dite alla gente che i Preti soffrono di solitudine.

25 - Cominciate a chiudere le chiese a causa della scarsità di Clero. Definite come buona ed economica tale pratica. Spiegate che Dio ascolta ovunque le preghiere. In tale maniera le chiese diventano stravaganti sprechi di denaro. Chiudete anzitutto le chiese in cui si pratica pietà tradizionale.
 
26 - Utilizzate commissioni di laici e Sacerdoti deboli nella fede che condannino e riprovino senza difficoltà ogni apparizione di Maria e ogni apparente miracolo, specialmente dell’Arcangelo San Michele. Assicuratevi che nulla di ciò, in nessuna misura riceverà l’approvazione secondo il Vaticano II. Denominate disobbedienza nei confronti dell’autorità se qualcuno obbedisce alle Rivelazioni o addirittura se qualcuno riflette su di esse. Indicate i Veggenti come disobbedienti nei confronti dell’Autorità Ecclesiastica. Fate cadere il loro buon nome in disistima, allora nessuno penserà di tenere in qualche conto il loro Messaggio.
 
27 - Eleggete un Antipapa. Affermate che egli riporterà i protestanti nella Chiesa e forse addirittura gli Ebrei. Un Antipapa potrà essere eletto se venisse dato il diritto di voto ai Vescovi. Allora verranno eletti tanti Antipapi così che verrà insediato un Antipapa come com­promesso. Affermate che il vero Papa è morto.
 
28 - Togliete la Confessione prima della Santa Comunione per gli scolari del secondo e terzo anno così che non importi loro nulla di essa quando frequenteranno la quarta o la quinta classe e poi le classi superiori. La Confessione allora scomparirà. Introducete (in silenzio) la confessione comunitaria con l’assoluzione in gruppo. Spiegate alla gente che la cosa succede per la scarsità del Clero.
 
29 - Fate distribuire la Comunione da donne e laici. Dite che questo è il tempo dei laici. Cominciate con il deporre la Comunione in mano, come i protestanti, invece che sulla lingua. Spiegate che il Cristo lo fece nel medesimo modo. Raccogliete alcune ostie per “messe nere” nei nostri templi. Indi distribuite invece della Comunione personale una coppa di ostie non consacrate che si possono portare con sé a casa. Spiegate che in questo modo si possono prendere i doni divini nella vita di ogni giorno. Collocate distributori automatici di ostie per le comunioni e denominateli Tabernacoli. Dite che devono essere scambiati segni di pace. Incoraggiate la gente a spostarsi in chiesa per interrompere la devozione e la preghiera. Non fate Segni di Croce; al posto di esso invece un segno di pace. Spiegate che anche Cristo si è spostato per salutare i Discepoli. Non consentite alcuna concentrazione in tali momenti. I Sacerdoti debbono volgere la schiena all’Eucarestia e onorare il popolo.

30 - Dopo che l’Antipapa sarà stato eletto, sciogliete i sinodi dei Vescovi come le associazioni dei Sacerdoti e i consigli parrocchiali. Vietate a tutti i religiosi di porre in discussione, senza permesso, queste nuove disposizioni. Spiegate che Dio ama l’umiltà e odia coloro che aspirano alla gloria. Accusate di disobbedienza nei confronti dell’Autorità Ecclesiastica tutti coloro che pongono interrogativi. Scoraggiate l’Obbedienza verso Dio. Dite alla gente che deve obbedire a questi superiori Ecclesiastici.
 
31 - Conferite al Papa (= Antipapa) il massimo potere di scegliere i propri successori. Ordinate sotto pena di scomunica a tutti coloro che amano Dio di portare il segno della bestia. Non nominatelo però “segno della bestia”. Il Segno della Croce non deve essere né fatto né usato sulle persone o tramite esse (non si deve più benedire). Fare il Segno di Croce verrà designato come idolatria e disobbedienza.
 
32 - Dichiarate falsi i Dogmi precedenti, tranne quello dell’Infallibilità Pontificia. Proclamate Gesù Cristo un rivoluzionario fallito. Annunciate che il vero Cristo presto verrà. Soltanto l’Antipapa eletto deve essere obbedito. Dite alle genti che debbono inchinarsi quando verrà pronunciato il suo nome.
 
33 - Ordinate a tutti i sudditi del Papa di combattere in sante crociate per estendere l’unica religione mondiale. Satana sa dove si trova tutto l’oro perduto. Conquistate senza pietà il mondo! Tutto ciò apporterà all’umanità quanto essa ha sempre bramato: “l’epoca d’oro della pace”.

Dalla rubrica «Storia» della rivista: «Teologica»  n. 14 - Marzo/Aprile 1998
 
  N.B. CHI CONOSCE I CAMBIAMENTI NELLA CHIESA DEGLI ULTIMI 30 ANNI PUO' CAPIRE BENE CHE GRAN PARTE DEL LAVORO E' GIA' STATO FATTO. QUESTO E' QUELLO CHE LA MADONNA DI FATIMA VOLEVA AVVISARCI NELLA PARTE SEGRETA RIVELATA "MA NON SPIEGATA" (N.b. La Madonna spiegò per filo e per segno le due parti del segreto, che erano le più chiare, come poteva non spiegare la visione simbolica della terza parte?) - MA QUANDO TUTTO SEMBRERA' DISTRUTTO ECCO CHE DIO INTERVERRA' E COME LO FARA'? QUESTO E' IL CONTENUTO DEI SEGRETI DI MEDJUGORJE. CREDO ANCHE CHE CI SARA' DA ASPETTARE POCO E BEATI QUELLI CHE SARANNO PRONTI.
 

 
 
 

UN ASSALTO UMANO DISUMANIZZATO

Post n°1649 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non c’è giorno che non venga scandito da un assalto umano disumanizzato, perpetrato nei riguardi delle donne, nei confronti di un bambino, di una giovanissima. Il branco è nell’ombra, predisposto a un’opera demolitrice, a violare la realtà dell’altro, sconvolgendone l’equilibrio e compromettendone il benessere, un’azione infame nel più profondo del termine, dove non c’è lessico che tenga per definirne il raccapriccio.
Ciò che deve scuotere le coscienze è l’infamia che non consente giustificazioni, né ansia da contagio, ma promuove una linea comportamentale priva di black-out ideologici: infatti con le ideologie stendiamo ipocrisie e false aspettative, non cogliamo le urgenze né le insopprimibili necessità-priorità, a riconferma che donne, bambini e anziani non si toccano, non si debbono toccare, non bisogna permettere che ciò accada. Il branco si fa beffe della bellezza, della fragilità, entra a gamba tesa dove l’innocenza e la stessa femminilità regalano al mondo il piacere dell’esistenza, e all’esistenza il miracolo del futuro che nasce e cresce, perché custodisce il segreto dell’amore più grande.
Sociologi, pedagogisti, psicologi, preoccupati per le dimensioni crescenti di questo fenomeno, nella torsione in cui costringe l’attualità, che somiglia sempre più a un’apnea soffocante, tant’è che ognuno esplicita ragioni diverse per spiegarne l’exploit.
Si coglie il male, lo si traveste di bugie, lo si affascina con il dolore dell’altro, per colmare i propri vuoti e le proprie assenze, che diventano patologie. Non c’è ritocco al corredo del codice genetico umano, una eventualità del genere non è possibile nel breve passo che intercorre tra una generazione e l’altra, allora come è possibile che a ogni pagina appare la notizia di uno stupro, di una violenza da poco commessa, ciò non solo nelle strade, nei vicoli ciechi, nelle campagne buie, ma nelle famiglie, dove dovrebbe prevalere il principio dell’amore, dei vincoli affettivi, nella continuità del vivere insieme. Eppure proprio all’interno del nucleo famigliare, vicino al focolare passa sotto silenzio questa pratica infame, proprio lì, ognuno assume il ruolo parossistico di teatrante, recita la parte di chi nega, di chi non vede, di chi occulta e passa avanti agli abusi che non hanno fine. In questa ferita c’è l’esperienza intera del dolore, dell’amore frustrato, un modello che si tramanda senza che alcuno intervenga a porre un freno, eppure come ha detto qualcuno “i ragazzi violenti del futuro sono ora dei bambini”, proprio quelli afferrati come oggetti e spogliati di ogni emozione. Occorre ritrovare un senso comune non più rinviabile, non sono più sufficienti le notizie, il bombardamento mediatico, forse è arrivata l’ora di un ripensamento culturale che sia sinonimo di coinvolgimento, nel discuterne e rifletterne insieme, non solo per preservare le menti giovani dalla violenza che non risparmia alcuno, ma per coltivare in chi cresce un senso critico sano e attento ai valori della vita, quella di tutti, soprattutto delle donne, dei bambini, degli anziani, CHE NON SI DEBBONO TOCCARE MAI. -  Andraous -  CulturaCattolica -

 
 
 

IL PAPA E' SOLO (DIREI QUASI). METTIAMOCI AL SUO FIANCO

Post n°1648 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
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Con una sincerità tale da sfiorare il candore, il Papa ha denunciato pubblicamente una rivolta dentro la Chiesa contro di lui. La minaccia non viene come ai tempi di Pio IX dai bersaglieri di Cadorna, né c'è più il rischio di vedere cosacchi abbeverare i loro cavalli alle fontane di San Pietro. I nemici hanno lo zucchetto rosso, hanno studiato gli stessi suoi libri, agitano il vangelo: per questo lo angosciano. Attaccano lui, il Papa. Non il teologo Joseph Ratzinger: se fosse così, sorriderebbe, ci ha fatto il callo, le ha date e le ha prese per cinquant'anni. Invece colpiscono lui in quanto Benedetto XVI, successore di Pietro, pietra su cui si regge l'unità dei cattolici. Era capitato già ai suoi predecessori: Wojtyla e Montini. Ma una volta ad alzare le difese intorno al Pontefice, a chiamare a raccolta i fedeli era le trombe dei cardinali e dei vescovi intorno a lui. Stavolta ci sono sì alcuni cardinali e vescovi a volergli bene, ma è come se fossero fuscelli, non hanno potenza mediatica. Una volta a Roma c'era il cardinal Ruini, vicario del papa. Adesso c'è qualcuno che sa il nome del suo successore? È fedelissimo, è pronto a tutto per il Santo Padre: ma non se ne accorge nessuno (è il cardinal Agostino Vallini). Allora, come un uomo molto solo, che dalla sua ha il popolo ma non i capi del popolo, Papa Ratzinger ha scritto una drammatica lettera ai vescovi. Parla dei lefebvriani, degli errori dei propri collaboratori, ma non è questo il punto.
Egli espone il suo cuore offeso. Confessa ai confratelli porporati e violacei, oltre che al mondo intero, il suo stupore per quanto ha visto accadere in casa sua: «oggi nella Chiesa c'è il mordersi e il divorarsi a vicenda espressione di una libertà male intesa». Il documento papale è il grido di dolore più netto e commosso mai udito nelle mura vaticane dai tempi di Paolo VI. Imprevedibilmente Papa Montini il 29 giugno del 1972, nell'omelia per la festa di Pietro e Paolo disse: «Il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio». Poi, in privato, all'amico Jean Guitton nel settembre del 1977 confidò: «Siamo prossimi alla fine?... Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia».
Ratzinger è ancora più amaro. Scrive: mordersi, divorarsi. È un lavoro da lupi. Viene in mente la metafora evangelica del Buon Pastore che «dà la vita per le sue pecore». Vogliono lui. Il Papa sente su di sé il peso di una profezia, forse quella di Fatima: chi morde e divora finge di accontentarsi delle pecore nere e antisemite, ma punta al pastore. Finge di difendere il Vaticano II, stracciato dal negazionismo sulla Shoah del vescovo Williamson, ma ha in mente di spezzare la determinazione di Benedetto XVI nel lavoro per eliminare gli abusi liturgici e dottrinali. I nemici armati di anello episcopale e di citazioni prendono pretesto dai gravi sbagli (errori o volute mancanze?) della Curia, e tentano di imprigionare il Papa nelle sue stanze, di interdirlo come un pover'uomo che nulla capisce del mondo post-moderno. Si chiama delegittimazione morale e intellettuale.
La lettera è un grido al Signore e una chiamata a raccolta delle forze buone e leali, non solo tra i fedeli credenti, ma anche dei laici e persino degli atei. Colpisce la commozione con cui il Papa si riferisce agli ebrei, che ringrazia di averlo avvertito dei rischi, e di aver capito le sue spiegazioni. Non sono loro che gli vogliono male.
Scrive: «Sono rimasto rattristato che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto saper meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco».
Ha di certo in mente il teologo e vecchio collega di Bonn, Hans Küng. Intervistatissimo, ha trattato Ratzinger come l'ottuso reazionario. Ma a lui si sono associati i vescovi del nord, specie i tedeschi, come il loro capo in Curia, il cardinal Walter Kasper. Incredibile per Ratzinger: anche il cardinale di Praga, Miloslav Vlk, e tutti gli svizzeri o quasi, gli hanno dato contro. Tanti hanno impugnato il Concilio Vaticano II come se la tensione al perdono del Papa verso i fedeli tradizionalisti, fosse l'assassinio dello Spirito Santo. Poche settimane fa, chi scrive è stato a Lucerna, sulla tomba di un maestro di Wojtyla e Ratzinger, il cardinale Hans Urs von Balthasar. La tomba era dimenticata. Nella cattedrale accanto, dove hanno celebrato Karol Wojtyla e il cardinal Ratzinger, nella navata, su un tavolino, invece della Bibbia, c'era una petizione per la difesa del Vaticano II contro le aggressioni del papa, primo firmatario l'organista. E così in Austria. Molto dolore ha dato a Benedetto XVI anche la ruvidezza delle critiche del cardinal Christoph von Schönborn. Il quale ha ragione a dirsi sconcertato per gli errori della Curia, ma dovrebbe esibire qualche parola di difesa totale del Papa.
A Roma in Curia, poi. C'è chi guarda e tace, sperando promozioni. Come Gianfranco Ravasi, arcivescovo responsabile per la Cultura, da cui ci si aspettava un sostegno. Invece: niente. Punta alla diocesi di Milano, dove il cardinal Dionigi Tettamanzi, che pare sempre volersi distinguere dal Papa, è prossimo alle dimissioni per ragioni di età.
La lettera di Ratzinger spiega perché si era deciso a togliere la scomunica ai lefebvriani. Un gesto «sommesso di misericordia». Dice: «sommesso». Umile.
Invece è diventata una trappola per lui. La sua colpa è non aver visto «l'internet» (scrive così). Lì c'era già vagante l'intervista del vescovo Williamson. Certo il Papa ha dato il consenso a che il cardinal Giovanni Battista Re e il cardinale Castrillon firmassero la decadenza della scomunica. Ma perché loro non l'hanno informato? Com'è possibile che la più raffinata e competente diplomazia del mondo non abbia avvertito la minaccia alle porte? Il nunzio in Svezia e quello in Argentina (dove risiedeva Williamson e dove sono state trasmesse le immagini dell'intervista famigerata che negava le camere a gas) possibile non abbiano saputo nulla?
Il Papa denuncia una specie di mancanza di professionalità. E noi ci domandiamo se non sia stata voluta, se qualcuno remi contro anche se adesso fa l'acqua cheta e si mostra scandalizzato. Non è un mistero per nessuno che il cardinale Re, prefetto della Congregazione dei vescovi, sia deluso dalla mancata promozione a segretario di Stato, e non veda bene il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato: preferirebbe, e come lui tanti, che da bravo salesiano pratichi il calcio all'oratorio. La scelta poi di un portavoce come il bravo padre Federico Lombardi, che è nel contempo direttore della Radio vaticana, è diventata materia per indebolire il Papa da molto vicino. Si fanno volentieri chiacchiere e le si lascia filtrare sull'invece irreprensibile "bel" padre George, suo segretario.
Lupi, mordono, divorano. Lui lavora per l'unità, chiama i lefebvriani perché accettino il perdono, e si trova chi li usa per lanciare in alto il barrito dell'«odio».
Per fortuna la Conferenza episcopale italiana è stretta, nella sua dirigenza, intorno al Papa, ma il cardinal Angelo Bagnasco deve farsi mediaticamente le ossa. Il cardinal Angelo Scola di Venezia e l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori sono attivi e forti. Ma forse occorrerebbe che Benedetto XVI portasse gente di questa tempra più vicino a sé e al cardinal Bertone. Questo Papa tedesco non è Giovanni Paolo II. Non ha la grandiosa forza dei gesti, l'imponenza scenica del polacco. Persino da morto Wojtyla sembrò muovere il vento ad agitare il vangelo aperto sulla propria bara a raffigurare l'unità di sé con il Cristo centro del cosmo e della storia. Benedetto XVI invece ha voluto essere quello che è: un Papa capace di elaborare concetti, di fissare dottrine, con una logica incantevole, ma che appunto esige attenzione, non ha dalla sua la simbologia wojtyliana: ha la forza nelle parole, nella concatenazione formidabile del suo racconto di Dio e del Vangelo. Si sente solo, ricorda Gesù nel Getsemani. - R. Farina - Fattisentire -

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VIA CRUCIS DI GESU' NEL GREMBO DI MARIA (PARTE PRIMA)

Post n°1647 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
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Otto giorni prima della morte di Giovanni Paolo II, il “Papa della vita”, il cardinal Ratzinger iniziava la presentazione della sua Via Crucis al Colosseo con queste parole: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24): il Signore interpreta così tutto il Suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto” (Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo 2005, Meditazioni e preghiere del cardinal J. Ratzinger).  L’immagine del chicco di grano vivo, seminato e sepolto fecondamente nella terra, paradigma esemplare dell’esistenza e della missione di Gesù, evoca anche il percorso dell’embrione umano nel grembo materno: quello di Maria e quello di ogni madre, come Lei e in Lei oggetto della benedizione di Dio: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1,42). Questa meravigliosa “via vitae” dei primi nove mesi dell’essere umano, da anni è diventata una vera e propria “Via Crucis” di Cristo. Dico “vera e propria”, non solo per le sue numerose stazioni biologiche, ma soprattutto per l’esito mortale che le caratterizza tutte, a partire dalla prima, che, come per Gesù adulto, è la condanna a morte. Vera e propria, dunque, perchè l’essere umano è un uomo vero e proprio fin dal concepimento: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,40). Una mirabile riflessione sulla verità ed il messaggio della Via crucis, è stata offerta ai sacerdoti da Giovanni Paolo II, il mercoledì santo del 20 aprile 1983; eccone la parte finale dal titolo: “Da Lui coinvolti nel suo amore redentore”.
“Come non ammirare la commovente solidarietà, con la quale Cristo ha voluto portare il carico delle nostre colpe? Anche oggi, quando ci fermiamo a considerare il male che si manifesta nel mondo, possiamo stimare il peso immenso che è ricaduto sulle spalle del Salvatore. Come Figlio di Dio fatto uomo, egli era in grado di caricarsi dei peccati di tutti gli uomini, in tutti i tempi della loro storia. Assumendo questo carico davanti al Padre e offrendo una perfetta riparazione, Egli ha trasformato il volto dell’umanità e liberato il cuore umano dalla schiavitù del peccato. Come non essergli riconoscenti? Gesù conta sulla nostra gratitudine. Se infatti nel sacrificio espiatorio Egli ha preso il posto di tutti noi, la sua intenzione non era di dispensarci da ogni riparazione. Egli anzi attende la nostra fattiva collaborazione alla sua opera redentrice. Questa collaborazione riveste una forma liturgica nella celebrazione eucaristica, in cui il sacrificio espiatorio del Cristo è reso presente al fine di coinvolgere la comunità e i fedeli nella offerta. Essa si estende poi all’insieme della vita cristiana che è necessariamente contrassegnata dal segno della Croce. In tutta la sua esistenza il cristiano è invitato ad offrire se stesso in oblazione spirituale, da presentare al Padre in unione con quella di Cristo. Felici di essere stati da Cristo riconciliati con Dio, sentiamo l’onore di condividere con Lui l’ammirabile sacrificio che ci ha procurato la salvezza, e rechiamo anche il nostro contributo all’applicazione dei frutti della riconciliazione all’universo di oggi.”. Oggi la “Via Crucis” più dolorosa e drammatica del “figlio dell'uomo” è quella del bambino nel grembo: nessuno come lui è odiato dal mondo. Vogliamo allora meditarne le stazioni, consapevoli, nella fede, che ad essere mortalmente violato è il grembo stesso di Maria, la Madre di ogni madre e di ogni figlio, la Madre che è ogni madre, perché ogni figlio, in Cristo, è carne della sua carne.

Preghiera iniziale

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R.: Amen.

O Gesù misericordioso, Vita invisibile che si è fatta visibile e nascosta nel grembo materno, noi Ti riconosciamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo quale Fonte e Autore della vita umana. Grazie per il dono della vita! O Gesù Concepito, nessun uomo è tanto simile a Te come il bambino non ancora nato: debole, indifeso, calpestato nel suo diritto fondamentale alla vita. Nessuno come il figlio rifiutato dalle stesse viscere materne, muore per così grande e dolorosa mancanza d’amore ; nessuno è violato nella sua dignità di essere umano come lui. Poiché nessuno è tanto innocente e tanto odiato come il figlio del grembo, lui che viene solo per portare la Tua benedizione ai genitori, alla famiglia, alla società, all’umanità intera, e che Tu hai creato per un progetto specialissimo di felicità, con una missione unica da compiere nel Regno di Dio in terra.
Ascoltaci, Gesù! Ascoltaci dal grembo di Maria! O Madre, Tu che con il tuo “Sì” hai aperto alla Vita increata le porte della vita creata; Tu Arca dell’Alleanza e della Vita invisibile fatta visibile: sotto la tua speciale protezione cerca rifugio ogni bambino nel grembo, da quando comincia ad esistere a quando nasce. Amen.

PRIMA STAZIONE: GESU' NEL GREMBO E' CONDANNATO A MORTE.

Dal Vangelo di Giovanni: “Da quel giorno, dunque, decisero di ucciderlo” (Gv 11,53)
Dall’articolo 4 della Legge 22 maggio 1978, n. 194: “Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico, o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia”.

Preghiamo con il Servo di Dio Giovanni Paolo II: O Dio, il tuo amato Papa della Vita ha scritto: “L’analisi scientifica conferma pienamente come la stessa costituzione fisica della donna e il suo organismo contengano in sé la disposizione naturale alla maternità, al concepimento, alla gravidanza e al parto del bambino, in conseguenza dell’unione matrimoniale con l’uomo. Al tempo stesso tutto ciò corrisponde anche alla struttura psico-fisica della donna.(…) La maternità è legata con la struttura personale dell’essere donna e con la dimensione personale del dono” (Lettera apostolica ‘Mulieris Dignitatem’, n° 18),  fa che ogni Consultorio, pubblico e privato, sia sempre e solamente un centro di aiuto alla vita: Signore della vita, ascoltaci!  

Padre nostro

O Maria, aurora del mondo nuovo, “fa’ che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni forza e perseveranza ad ogni madre in difficoltà per una gravidanza inattesa o indesiderata. Aiutaci a non lasciare sola chi per tali motivi si trova nell’angoscia e a farci strumenti della paternità e della maternità di Dio.”.

SECONDA STAZIONE: GESU',  APPENA FATTO UOMO NELGREMBO, E' TRATTATO COME UNA COSA "USA E GETTA"

Dal Libro della Genesi: “E DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE; A IMMAGINE DI DIO LO CREO’: MASCHIO E FEMMINA LI CREO’” (Gen 2,27).

Dall’Istruzione “Dignitas personae”: “..tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate.(…) Le tecniche di fecondazione in vitro in realtà vengono accettate perché si presuppone che l’embrione non meriti un pieno rispetto, per il fatto che entra in concorrenza con un desiderio da soddisfare.” (n° 15).

Preghiamo: O Signore, Fonte della vita, il tuo Amore non fa’ differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano; non fa’ differenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza,  fa che il Diritto internazionale, le leggi degli stati, la ragione di ogni uomo proclamino costantemente il carattere sacro ed inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine naturale:  Signore della vita, ascoltaci!

Padre nostro

O Maria, aurora del mondo nuovo, “Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà.”  (Giovanni Paolo II).

TERZA STAZIONE: GESU' VIENE RINCHIUSO E CONGELATO A PIU' DI 100 GRADI SOTTO ZERO.

Dal Vangelo di Matteo: “IN VERITA’ IO VI DICO: TUTTO QUELLO CHE AVETE FATTO A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIU’ PICCOLI, LO AVETE FATTO A ME” (Mt 25,40).

Dall’Istruzione “Dignitas personae”: La crioconservazione è incompatibile con il rispetto dovuto agli embrioni umani: presuppone la loro produzione in vitro; li espone a gravi rischi di morte o di danno per la loro integrità fisica, in quanto un’alta percentuale non sopravvive alla procedura di congelamento e scongelamento; li priva..dell’accoglienza e della gestazione materna; li pone in una situazione suscettibile di ulteriori offese e manipolazioni. La maggior parte degli embrioni non utilizzati rimangono “orfani”. I loro genitori non li richiedono, e talvolta se ne perdono le tracce. Ciò spiega l’esistenza di depositi di migliaia e migliaia di embrioni congelati in quasi tutti i Paesi dove si pratica la fecondazione in vitro” (n° 18).
Preghiamo per la nostra società: O Padre, Tu  hai creato le viscere di ogni uomo e lo hai tessuto nel seno di sua madre. Solo Tu lo conosci fino in fondo! Ancora informe lo hanno visto i tuoi occhi e tutto di lui era scritto nel tuo libro, quando il calore del tuo amore così lo ha fatto germinare nel grembo materno,  non permettere questa irreparabile ingiustizia  subita dal Tuo Figlio in ogni essere umano congelato! Ferma la produzione di embrioni umani, smantella in tutto il mondo questi agghiaccianti campi di concentramento umano, ferma la distruzione di questi tuoi figli decretata dal gelido, mortale egoismo dell’uomo: Signore della vita, ascoltaci!

Padre nostro

O Maria, aurora del mondo nuovo, “fa che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, e la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell’amore”  (Giovanni Paolo II).
- ZENIT -  Padre Angelo - (cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine).

 
 
 

ANTONIO SOCCI: I PROGRESSISTI CRITICANO IL PAPA STRUMENTALIZZANDO IL CONCILIO VATICANO II

Post n°1646 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
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Con una lettera accorata e per molti versi anche commovente, il Papa Benedetto XVI è ritornato sulla ormai famosa questione della revoca della scomunica ai quattro Vescovi tradizionalisti che tante polemiche ha creato, dentro e fuori la Chiesa cattolica. Tra gli spunti degni di nota della lettera, l’interpretazione del Concilio Vaticano II. Ne abbiamo parlato con il giornalista e scrittore Antonio Socci: “ il Papa ha perfettamente ragione e con quella lettera ha tirato le orecchie a tutti coloro i quali, per una ragione o l’altra, remano contro. Prendiamo l’interpretazione del Vaticano II”. Ecco, appunto, parliamone. “ Il Vaticano II, che fu un Concilio pastorale e non dogmatico, va necessariamente letto in continuità con il Magistero e la Tradizione della Chiesa, non può essere mai considerato come frattura o separazione dal resto della storia della Chiesa. Questa visione, sarebbe davvero antistorica e fuorviante. Del resto negli atti del Vaticano II, il nome più citato è proprio quello di Papa Pio XII, pensi un poco”. La sensazione è che si usi come spada contro il Papa, proprio il Vaticano II, strumentalizzandolo: “ sono perfettamente in sintonia con lei. Il Vaticano II predica amore, pace, unità, tolleranza ed invece si attacca il Papa con modi intolleranti. Insomma se da un lato i progressisti si fanno paladini del Vaticano II, in fatto, compiono un cammino logico esattamente e diametralmente opposto allo spirito conciliare”.
Ma secondo lei che cosa ha spinto il Papa a revocare la scomunica ai quattro Vescovi tradizionalisti?:
“oltre che la misericordia e la bontà, anche lo spirito della unità che è uno dei connotati del Concilio Vaticano II e trovo bizzarro che qualche bello spirito dentro e fuori della Chiesa censuri il Papa che vuole l’unità”. Il Vaticano II predica l’ecumenismo: “ ecco appunto, lo spirito di dialogo e di unità. Ma in alcuni circoli progressisti dell’ecumenismo si ha una visione zoppa. E’ buono, giusto e sano se guarda a sinistra, va male se tira a destra, facendo una semplificazione politica”.
Che vuole dire?:
"allora. Indubbiamente la Fraternità San Pio X deve anche lei fare dei passi verso Roma, ma penso che i tradizionalisti siano cattolici al cento per cento. Anzi, sul piano della dottrina, loro sono molto più affini e conformi ai cattolici rispetto ad anglicani e luterani. Dunque, trovo assurdo guardare ai tradizionalisti come a degli appestati. Bisogna cercare il dialogo e questo inevitabilmente va anche in direzione della Fraternità S.Pio X
Il Pontefice ha messo il dito nella piaga. Sui cattolici si può sparare come sulla croce rossa: “ la cosa è vecchia. Tutto dipende dalla tradizionale mitezza dei cattolici. Ma non bisogna mai abusare di tanto. Questi attacchi tristi arrivano da fuori, ma mi preoccupano molto di più quelli che provengono dall’interno della Chiesa e tendono a mettere il Papa in seria difficoltà. Onestamente li giudico maldestri ed imbarazzanti”. Il Pontefice riconosce anche che dal punto di vista della comunicazione l’intera vicenda del ritiro della scomunica è stato gestito in modo per lo meno approssimativo: “ lo ha rilevato in maniera esplicita e chiara. Ritengo che un fatto tanto serio e dalle possibili ripercussioni mediatiche avrebbe dovuto essere illustrato alla gente con una apposita conferenza stampa, del resto ne fanno per cose molto meno importanti. Una conferenza chiarificatrice probabilmente avrebbe messo a posto e prevenuto tante critiche feroci che hanno ferito il Papa”. Al Papa la nostra vicinanza e solidarietà. - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

CATECHESI PER CAPIRE L'IMPORTANZA DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI

Post n°1645 pubblicato il 14 Marzo 2009 da diglilaverita
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Per introdurre il tema della sofferenza e dell'intervento della comunità cristiana nei confronti del malato, ecco un passo di Origene, grande padre della chiesa: "Nella sua misericordia Dio compatisce, cioè non è senza cuore ... Egli (il Redentore) viene sulla terra per compassione del genere umano ... Qual è la sofferenza che ha patito per noi? La sofferenza dell'amore. E il Padre stesso, il Dio dell'Universo, "longanime e ricco di misericordia" (Sal 103,8) non soffre anche lui in certo qual modo? Nemmeno il Padre è impassibile. Se invocato, egli si muove a pietà e sente il nostro dolore. Egli soffre una sofferenza d'amore". Per il cristiano, il tema della malattia e della sofferenza ad essa connessa, non può che essere accostato sotto il profilo della fede, nella certezza che Dio stesso nella sua vita sperimenta il dolore. Ed è proprio dall'azione di Dio in Gesù Cristo di fronte alla condizione malata che la comunità ...... cristiana deve farsi istruire nella sua azione all'interno della società nella quale vive. La Chiesa infatti, stabilendo nella sua prassi il sacramento dell'unzione degli infermi si pone nell'orizzonte dell’annuncio fedele della missione evangelica del suo Signore.
 
La riflessione del Nuovo Testamento
 
All'interno del Nuovo Testamento due testi trattano in modo esplicito il tema dell'unzione dei malati: Mc 6,6b-13 e Gc 5,13-16.
A questi due testi occorre riferirsi per ottenere una prova che consolidi la prassi ecclesiale, ma per essere nuovamente istruiti sulla qualità di tale prassi che vediamo, in questi testi, essere attestata fin nella primitiva comunità cristiana.
Nel vangelo di Marco leggiamo: (Mc 6,6b-13)
"Gesù andava per i villaggi, insegnando. Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e  diede loro  potere sugli spiriti immondi.  E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa;  ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da  quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano".
Il contesto in cui si svolge il brano di Marco è quello della missione dei discepoli. Tre le caratteristiche di questa missione:

a) predicazione della conversione
b) scacciata dei demoni
c) unzione degli infermi
 
L’unzione viene collegata direttamente con la guarigione del malato: "...ungevano di olio molti infermi e li guarivano". La collocazione del gesto dei Dodici e quindi la sua rilevanza e significatività, deve essere cercata nei gesti di guarigione compiuti dallo stesso Gesù. É infatti questo un momento importante dell'azione del Signore ed è questa la radice dell'azione sacramentaria della Chiesa. Il riferimento è al malato, alla persona affaticata dalla sofferenza connessa con il suo stato di malattia. Il secondo brano che facilita la riflessione sul significato dell'unzione degli infermi è da ricercare nella lettera di Giacomo 5,13-16.
"Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia  salmeggi. Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo  averlo unto con olio, nel nome del Signore.  E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà  e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza".
In questo testo vi è una esplicita affermazione sulla prassi ecclesiale della primitiva comunità cristiana nei confronti del malato. Viene qui attestata la pratica dell'unzione del malato e si dice che :"la preghiera fatta con fede salverà il malato". Dalla rapida esposizione fatta è possibile evincere come la primitiva comunità cristiana sia rimasta fortemente radicata nella sua fedeltà alla prassi evangelica del Signore. Come Gesù ha lottato contro il male, così la sua Chiesa diviene voce contro ogni forma di male che incatena la vita dell'uomo e nei gesti sacramentali, che dicono la custodia e la benedizione di Dio, alza con forza il suo "no" al male, mostrando la sua speranza verso una totale distruzione di tutto ciò che segna con il dolore la vita dell'uomo.
Il sacramento
Il primo dato da prendere in considerazione è quello del mutamento di denominazione del sacramento: infatti esso passa da "unzione per gli infermi" a "estrema unzione", per tornare a essere dopo il Vaticano II "unzione degli infermi". Il Concilio Vaticano II si esprime in questi termini: "L'Estrema Unzione, che può essere chiamata anche e meglio, Unzione degli infermi, non è il sacramento soltanto di coloro che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverlo ha certamente già inizio quando il fedele, per malattia o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte". Il riferimento alla morte certamente rimane, ma il Concilio offre il punto di partenza per una rinnovata incidenza di questo sacramento nella vita della Chiesa. Cosicché nel 1972 Paolo VI nella costituzione apostolica "Sacra Unzione degli infermi" afferma che i soggetti di questo sacramento sono tutti coloro che sono affetti da malattia seria, superando così l'esclusivo riferimento alla morte. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica è esplicito il collegamento al momento della malattia e il definitivo superamento dell'amministrazione del sacramento esclusivamente ai moribondi (1511a): "La Chiesa crede e professa che esiste, tra i sette sacramenti, un sacramento destinato in modo speciale a confortare coloro che sono provati dalla malattia: l'Unzione degli infermi".
La prassi della Chiesa oggi
Il tendenziale scivolamento della denominazione del sacramento da "Unzione degli infermi", a "Estrema Unzione", ha condotto la prassi della chiesa a intendere questo sacramento esclusivamente nel suo riferimento alla morte e non tanto alla condizione del malato. Appare quindi indispensabile il recupero delle caratteristiche fondamentali di questo sacramento così come vengono presentate nella riflessione del Nuovo Testamento e del magistero della Chiesa almeno nei primi secoli. Lo spostamento dell'amministrazione del sacramento nel momento della morte che ha portato "l'unzione degli infermi" a diventare "estrema unzione", pone un problema rilevante a riguardo dell'incidenza nel vissuto pratico del sacramento stesso. Se infatti l'unico momento opportuno per amministrarlo è quello dell'imminenza della morte, allora questo segno diventa tendenzialmente irrilevante per quanto riguarda la crisi imposta alla vita dalla esperienza del male, della sofferenza. D'altro canto il valore neo-testamentario dato all'unzione, è inscindibilmente collegato al momento storico. La sottolineatura forte che derivava dalla riflessione sia evangelica, sia presente nella lettera di Giacomo, era quella che vedeva nell'unzione del malato un atto di preghiera a Dio orientato alla guarigione. Era questa forte concentrazione verso il malato, verso la sua condizione sofferente il centro dell'azione. Da questa collocazione veniva il richiamo al momento escatologico (quello che può anche essere definito l'interesse per il futuro eterno di colui che si trovava in pericolo di morte). Infatti il valore dei gesti miracolosi di Gesù (definiti segni nella tradizione giovannea), non erano dimostrazioni della divinità di Gesù, ma segni di una liberazione dal male, collegata all'avvento del Regno, che nella sua compiuta manifestazione mostreranno la distruzione definitiva del male stesso. Potrebbe essere proprio questa collocazione storica a dare valore escatologico ai gesti miracolosi di Gesù. Che valore avrebbero questi segni, se fossero completamente scissi dal loro riferimento alla situazione di sofferenza concretamente vissuta dal singolo nella sua storia? Si può davvero parlare allora di significatività della lotta contro il male, se questa lotta non assume su di sé la crisi storica causata dal male, ossia se non assume su di sé la logica dell'incarnazione?
L'annullamento di questo senso era il rischio dello scivolamento sacramentale nel suo quasi esclusivo orientamento al momento della morte. L'interrogativo da porsi è allora questo: qual è la Parola che la Chiesa di Cristo deve è può dire nei confronti dell'esperienza della sofferenza? É solo quella riguardante il futuro escatologico? É solo quella rinchiusa nel momento storico?
La risposta a queste domande sta nell'annuncio evangelico di Gesù. La lotta contro il male ha in sé due orientamenti assolutamente indivisibili: quello storico e quello escatologico. Quest'ultimo infatti è la condizione essenziale per il primo: se infatti il male non fosse stato sconfitto già completamente nella morte e resurrezione del Figlio di Dio (anche se questa sconfitta non si manifesta ancora pienamente nell'oggi della storia) che senso avrebbe la lotta contro il male?
D'altro canto se l'orientamento storico fosse irrilevante, come parlare ancora della fede cristiana come fede nell'incarnazione della Parola di Dio? La celebrazione del sacramento dell’Unzione è il luogo esplicito e rilevante della qualità della fedeltà della Chiesa al suo Signore che ha lottato contro il male. Inoltre la Chiesa è custode della Parola della speranza che diventa il motivo del radicale rifiuto di ogni compromesso con il male in tutte le sue forme. L'unzione degli infermi è il gesto esplicito della Chiesa che dà voce al grido contro il male pronunciato da Dio. Questo grido assume praticamente la forma della custodia del malato, cura della sua condizione, rispetto della sua fatica e riconoscimento della sua immutata dignità umana. L'unzione del malato è il sacramento della speranza e della fiducia nella vita: oggi e nel futuro di Dio. Appare evidente come questo sacramento necessiti di essere collocato sempre più nel suo spazio originario. A questo proposito è oggi sperabile che le comunità cristiane, diventando in questo modo segno evidente anche nella società odierna, guardino in faccia il momento della malattia, si riuniscano comunitariamente per alzare a Dio la preghiera per e con il malato. Anche in questo senso è auspicabile che questo sacramento coinvolga la comunità cristiana intera che deve sentirsi responsabile del momento di fatica di colui che è malato. Anche la comunità cristiana deve rassegnarsi alla forma odierna del nascondimento del malato in favore di un ideale come quello dell'efficientismo? Anche nei discepoli di Cristo deve apparire la fuga dal momento della sofferenza che è affrontato troppe volte anche con la fatica della solitudine? Come ritenersi fedeli discepoli del Signore se viene a mancare questo momento di forte opposizione sacramentale (quindi nel suo costante riferimento a Dio) al male e di forte solidarietà con il malato? Alla luce di queste considerazioni occorre dire che questo sacramento deve, con rinnovato vigore, essere presentato come il sacramento dell'esaltazione della fede nella vita tipica dell'uomo credente, che proprio perché credente nel Dio di Gesù Cristo, non potrà mai rassegnarsi al male.
L'unzione degli infermi è quindi la professione ecclesiale del "no"  vivificante di Dio contro il male. La Chiesa continuerà, così, ad essere, seguendo l'insegnamento del suo Signore, il luogo dell'accoglienza e della speranza per tutti coloro che attendono e cercano una rinnovata fede nella vita. - Tommaso Stenico - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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