ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 17/03/2009

IL BIOLOGO VESCOVI SPIEGA PERCHE' LA DECISIONE DI OBAMA SULLE STAMINALI NON SERVE ALLA MEDICINA MA A WALL STREET

Post n°1665 pubblicato il 17 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un goloso di dolci in una pasticceria piena di leccornie. Un paragone calorico è forse ardito ma adatto a descrivere come si deve sentire uno studioso di cellule al cospetto delle staminali. Veri e propri mattoni dei tessuti degli organi umani, indifferenziate all’origine, esse sono in grado, quando si riproducono, di trasformarsi nelle numerosissime varietà cellulari di una persona adulta. Nel corso del tempo il loro ruolo resta quello di costituire materia prima pronta a rimpiazzare tessuti rovinati (per traumi o per degenerazioni) nelle varie parti del corpo. Una sorta di pronto soccorso cellulare, che si attiva quando l’organismo segnala la necessità di un intervento. E allora chi studia le malattie del corpo umano e si dedica alla ricerca cosa potrebbe volere di più che il poter disporre di quei "mattoncini magici", così da studiarli, riprodurli e, perché no, trapiantarli all’occorrenza quando il naturale meccanismo di autorigenerazione del nostro corpo venga per qualche motivo compromesso?
La settimana scorsa Barack Obama ha abolito il divieto di utilizzo di fondi federali per la ricerca sulle staminali embrionali voluto nel 2001 dal suo predecessore. Il presidente liberal ha dunque aperto ai golosi scienziati le porte di quella pasticceria chiusa dal torvo conservatore Bush? Troppo facile addentrarsi ideologicamente in un terreno in cui prima di tutto parlano i fatti, le continue scoperte e i punti di domanda (ebbene sì, servono anche quelli) degli stessi ricercatori. Il dibattito etico si accende intorno a un particolare tipo di staminali, le embrionali, quelle che si trovano in ogni embrione nei primissimi giorni della sua vita, cellule che hanno un enorme potenziale di sviluppo e di moltiplicazione, una «pluripotenzialità – spiega il professor Angelo Vescovi – ossia la capacità innata, intrinseca, di generare un numero spesso enorme di cellule e di tessuti». Ricercatore di fama internazionale, oggi direttore del centro Brain Repair di Terni, docente di Biologia all’Università di Milano-Bicocca e direttore scientifico di Stem-Gen Spa, Vescovi è un cervello rientrato in Italia stabilmente nel ’99, dopo anni di studio negli Stati Uniti e in Canada, dove, nel 1991, ha partecipato alla scoperta dell’esistenza di cellule staminali cerebrali.
Da anni il giovane professore milanese va ripetendo che il problema sulle staminali embrionali è uno e uno solo: quello della loro provenienza. «Immaginiamo – spiega – che io possa creare dal nulla una cellula embrionale staminale. Chiunque può prenderla e usarla, non c’è nessun problema di tipo etico. Il problema etico nasce perché per trovare quel tipo di cellula occorre andare a prenderla da un embrione e distruggerlo». Sicché, scriveva già nel 2005 Vescovi nel suo libro La cura che viene da dentro (Mondadori), il problema non è la cellula in sé, ma dove la si va a prendere e «se noi trovassimo un modo per ottenere una cellula con le stesse caratteristiche delle embrionali staminali ma senza distruggere un embrione allora il problema etico sarebbe risolto».
«Ecco, oggi ci siamo arrivati», spiega. «Io alla fine del libro ipotizzavo che l’avremmo fatto in cinque anni, invece ce ne sono voluti molti meno». La scoperta («gli varrà il Nobel e se lo merita», sottolinea il professore con l’ammirazione e il pizzico di invidia di un goloso che vede un altro avanzare verso una torta) è del giapponese Yamanaka che nel 2006 ha preso delle cellule dell’epidermide, vi ha inserito dei geni molto semplici e ha ottenuto che quelle cellule si riprogrammassero diventando in tutto e per tutto delle staminali embrionali. «In pratica le ha regredite allo stadio di staminale embrionale». Eureka. Le cellule del desiderio al netto delle complicazioni etiche. «Di più, perché questo tipo di cellule, a differenza delle embrionali, si possono clonare, il che fa la vera differenza in termini terapeutici, tanto che moltissimi grandi laboratori americani che lavorano sulle embrionali staminali si sono messi a lavorare sulle cellule indotte pluripotenti».
E allora perché la decisione di Obama? «Sugli embrioni umani si lavora da tanto tempo e la tecnologia sviluppata per le embrionali staminali è una tecnologia che riguarda l’utilizzo di cellule staminali embrionali estratte da embrioni umani. Ma la tecnologia di Yamanaka (per cui i giapponesi stanno litigando con i tedeschi che dicono di aver depositato un brevetto prima) i brevetti sugli embrioni li scavalca a pie’ pari. Il mondo anglosassone e quello americano che per trent’anni hanno lavorato su questo ora si trovano con prodotti che rischiano di essere invalidati. Dunque quella di Obama è una scelta pragmatica su cui pesano, come è stato scritto, le lobby che hanno appoggiato la sua elezione, e anche una sorta di protezionismo economico americano». Sconcertante e anacronistica, allora, secondo Vescovi, la scelta del presidente americano, salutata come una boccata d’ossigeno alla ricerca soffocata da George Bush. «Ma questo non è affatto vero», esclama Vescovi. «Sembra che abbiano finito gli argomenti: prima era "bisogna mettere da parte i problemi etici per il bene dei pazienti", adesso, dopo che l’alternativa che risolve i problemi etici è stata trovata, si grida alla libertà di ricerca ad ogni costo. Ma la ricerca deve farsi in un contesto sociologico, etico e morale. Se no arriviamo a dire che siccome io faccio il ricercatore posso fare quello che voglio. È nella definizione di libertà il concetto stesso di limite. Non esiste una libertà assoluta, se no è il delirio di onnipotenza. Machiavelli non diceva che il fine giustifica i mezzi sempre, ma che in alcune situazioni particolari è possibile che il fine giustifichi dei mezzi che possono non sembrare leciti. Cito Machiavelli, veda a cosa sono ridotto...»
Via da don Verzè
E fosse soltanto Machiavelli. Nei tempi del referendum sulla procreazione assistita Vescovi si è speso senza riserve per l’astensione, sposando da non credente le tesi sostenute dalla Chiesa. Allora era ancora ricercatore al San Raffaele di Milano. «Me ne sono andato un anno e mezzo dopo il referendum», spiega. E non è malizia pensare che vi sia un collegamento tra la militanza nel fronte astensionista alla consultazione sulla legge 40 e l’abbandono dell’Istituto di don Verzè. «Il referendum mi ha complicato molto la vita, non solo dentro al San Raffaele, ma dappertutto. Io rispetto profondamente le diverse visioni di ogni singolo ricercatore e mi sarebbe piaciuto che questo atteggiamento fosse reciproco, ma non lo è stato». Resta da capire perché un laico si debba spendere in favore della vita e un ricercatore porre degli scrupoli. «La credenza che me lo impone è una sola e si chiama illuminismo, l’uso della ragione. La ragione mi dice che quando valuto una situazione devo cercare di integrare tutti gli elementi di cui sono a conoscenza. Come ricercatore in particolare. Per me non esiste una scienza che si possa dire tale che non sia composta da tecnologia sommata a regole etico morali che, piaccia o meno, sono quelle della nostra specie naturale». - Laura Borselli - Tempi -

 
 
 

L'AIDIS SI TRASMETTE ANCHE SE IL PROFILATTICO E' CORRETTAMENTE USATO, MA NESSUNO INFORMA SU QUESTO GRANDE PERICOLO

Post n°1664 pubblicato il 17 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'epidemia di Aids "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi": è quanto ha affermato Benedetto XVI, durante il suo viaggio verso l'Africa. Il Papa ha indicato come unica strada efficace quella di un "rinnovo spirituale e umano" nella sessualità. Il Papa ha ricordato che la chiesa cattolica fa tanto in Africa contro l'Aids. "E' una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi". Serve invece, ha proseguito, un comportamento umano morale e corretto e una grande attenzione verso i malati: "soffrire con i sofferenti". Già mi immagino le reazioni alle parole del Santo Padre...le solite frasi tipo la chiesa non fa niente, anzi è contro le azioni per bloccare il contagio del virus HIV..ecc.ecc. ma adesso basta vi spieghiamo il perchè il profilattico non può far niente anzi passa il falso messaggio che si possa rimanere immuni dal contagio del virus.

LEGGETE BENE PERCHE' QUESTE VERITA' NON VENGONO MAI SPIEGATE DAI GIORNALI, PERCHE' LA VENDITA DEI PROFILATTICI FATTURA MILIONI DI DOLLARI E QUINDI ESSENDO GRAN PARTE DEI GIORNALI IN MANO AI CENTRI DI POTERE, SCRIVONO SOLO QUELLO CHE FA COMODO AI LORO PADRONI..TANTO PER CAMBIARE.

Lo spacciano per sicuro ma non è vero! Il virus dell’Hiv può trasmettersi anche se il preservativo è correttamente usato. Perché non informano i giovani di questo pericolo?
Forse per non mettere in pericolo il business di certe lobbies. Una propaganda interessata, cui non mancano ingenti mezzi economici, sostiene, in assenza quasi totale di voci contraddittorie, che l'uso del preservativo garantisce totalmente dal contagio del virus Hiv, impedendo la diffusione della peste del secolo, dell'AIDS.
Ovviamente, peste e corna nei confronti della Chiesa cattolica, la cui morale retrograda e oscurantista si ostina a negare liceità all'uso dei contraccettivi, anche in epoca così a rischio di contagio mortale per larghe fasce di popolazione, soprattutto nei Paesi più poveri. Chiesa senz'anima, arroccata su principi insostenibili, crudele, inamovibile persino di fronte al pericolo di morte che circonda i nostri giovani. E cosi`, ancora una volta sul banco degli imputati, la Chiesa ed i cattolici, per lo meno quelli che ancora seguono le indicazioni del Magistero in materia di morale sessuale, vengono additati a incoscienti, se non colpevoli, complici della propagazione del virus letale. Costretti in difesa, non sappiamo quasi che cosa balbettare di fronte all'indice puntato di questi giustizieri dal giudizio inappellabile. Ma si è proprio certi che le cose stiano veramente così? Si è sicuri che il profilattico protegga totalmente dal virus dell'AIDS? Facciamo il punto della situazione.
1. Chi è sieropositivo ha una malattia mortale di cui l'AIDS non è che lo stadio finale.
2. Chi è sieropositivo può contagiare gli altri.
3. Attualmente non esiste alcuna medicina o vaccino che guarisca da questa malattia e dunque l'unico mezzo per non contrarre questo virus è la prevenzione. Ma oggi, quando si parla di prevenzione, viene alla mente una parolina magica: 'preservativo'. Lo dice il nome: preserva. Preserva la donna dal rimanere incinta, ma non preserva dal mortale contagio dell'Hiv.
La notizia va presa con estrema attenzione: il preservativo presenta fori 50 volte più grandi del virus dell'AIDS e quindi questo virus può benissimo attraversare la parete di gomma del profilattico. La maniera migliore per verificare la veridicità di questi dati era testare nella realtà la presunta sicurezza offerta dai preservativi. Questo è appunto ciò che ha fatto la dottoressa Susan C. Weller che ha studiato la frequenza della trasmissione del virus, usando sempre il preservativo per un anno, tra coppie di marito e moglie nelle quali uno solo dei due partners è sieropositivo. In questo studio è emerso che ben il 30%delle persone sane si è ammalato nell'arco di un anno; ciò a dimostrare che questi soggetti, nonostante l'uso continuato del preservativo, sono stati contagiati dal loro coniuge. Una percentuale strabiliante che, se confermata, inficia del tutto il comune pensare di tanti promotori delle campagne del "sesso sicuro". Sostenere, come fanno molti messaggi pubblicitari, che l'uso del preservativo garantisca totalmente da rischi di contagio, è del tutto falso. E quanti giovani, se informati della verità, sarebbero disposte ad accoglierle acriticamente, come spesso oggi avviene. Infine, oltre al fatto che il preservativo presenta veri e propri tunnel che permettono il passaggio del virus all'esterno dello stesso, non dimentichiamoci che il profilattico durante il rapporto può subire lacerazioni (i preservativi nuovi hanno una probabilità di lacerarsi del 3,6%, quelli vecchi di qualche anno fino al 18,6%); può, se non utilizzato correttamente, provocare passaggio di liquido seminale, e con esso anche il virus Hiv, e, da ultimo, può sfilarsi. Se sommiamo tutti questi rischi dobbiamo necessariamente essere d'accordo con il parere autorevole del professor Leopoldo Salmaso, medico epidemiologo e aiuto infettivologo presso l'ospedale di Padova, parere confermato dai risultati delle ricerche condotte dal Federal Drugs Administration, l'ente che negli Stati Uniti controlla i medicinali: "Il preservativo può ritardare il contagio, ma non arrestarlo". La conclusione si impone: contare sui preservativi è far la corte alla morte. A questo punto sorge spontanea una domanda: perchè i risultati di queste ricerche non sono noti all'opinione pubblica? Forse per non ingenerare un panico di massa? Ma quando c'è di mezzo la nostra salute, non abbiamo tutti il diritto di sapere? Non sarà che la vendita di preservativi fattura milioni di dollari in tutto il mondo e simili notizie segnerebbero la fine di un cosi` imponente business? Domande che attendono risposta. Tornando invece al problema di come debellare l'AIDS, che cosa possiamo fare di realmente efficace per fermare questa malattia, dato che i preservativi offrono cosi` poche garanzie? Qual è la vera strada del sesso sicuro? La sola strada che dà certezza di non contrarre il virus attraverso rapporti sessuali è proprio quella di non avere rapporti sessuali: la strada dell'astensione sessuale, proprio quella tanto derisa, gabellata per retrograda, qualificata come castrante la personalità dei nostri giovani. Eppure, il ragionamento non fa una piega. Il professor Salmaso ci aiuta con un esempio pubblicato su Avvenire: "Se un bambino ha il morbillo, abbiamo due modi per arginare l'infezione. Eliminare il rischio di contagio tenendolo a casa, oppure mandarlo a scuola facendogli indossare una mascherina. Va da sè che questo secondo criterio è assai più insicuro rispetto al primo. Portando la mascherina il bambino contagerebbe i compagni di scuola in quindici giorni, anzichè in uno. Ma il risultato sarebbe ugualmente quello di un'epidemia generalizzata". Questo è quanto può accadere, fatte le debite proporzioni, quando si una persona sieropositiva utilizza il preservativo. Non è certa di evitare il contagio, ma solo di ritardarlo. Naturalmente, soluzione efficace e raccomandabile è la fedeltà reciproca nel matrimonio. Ma, guarda caso, qui torniamo al recupero di quella visione monogamica della coppia, proclamata dalla Chiesa sin dall'inizio della sua bimillenaria storia. Ancora una volta questi cattolici. Che abbiano ragione anche quando parlano di preservativo?
Ricorda: Il preservativo presenta fori il cui diametro è 50 volte più grande della grandezza del virus dell'AIDS L'astensione dai rapporti sessuali con persone sieropositive e la fedeltà reciproca nel matrimonio sono l'unica garanzia sicura contro il contagio. Studi epidemiologi, scientificamente condotti, dimostrano come nel 7-15% dei casi, fino al 30% in alcuni studi, l'infezione si verifichi nonostante l'uso del preservativo.

- Tommaso Scandroglio - 

 Il Timone -

 
 
 

AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE E LA MEMORIA DEI MARTIRI DEL NOSTRO TEMPO

Post n°1663 pubblicato il 17 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"In memoriam martyrum" è una iniziativa della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre. Tre giorni di preghiera e riflessione per ricordare i cristiani che in tanti Paesi del mondo testimoniano la loro fede sino al martirio. "Per 25 anni ho pregato Cristo, perché tradirlo?". Sono le parole pronunciate da un pastore protestante pochi istanti prima di essere trucidato in India da fondamentalisti indù perché si rifiutava di rinnegare il cristianesimo. La sua testimonianza e quella di altre centinaia di cristiani uccisi in odio alla fede sono state al centro di In memoriam martyrum, una tre giorni di preghiera e riflessione promossa dalla sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, dal 13 al 15 marzo. L’iniziativa, svoltasi in contemporanea anche in alcune città di Sicilia, Calabria e Puglia, ha ricordato le storie dei tanti martiri del nostro tempo. Nella capitale, venerdì 13 e sabato 14, sacerdoti, religiosi e laici hanno raccontato la loro esperienza e quella di confratelli che hanno testimoniato la loro fede sino al martirio . I loro interventi, proposti in due incontri intitolati "Testimonianze sulla Passione della Chiesa oggi" hanno ricordato le condizioni di oppressione e violenza in cui oggi vivono intere comunità cristiane in Orissa, Iraq, Vietnam ed in molti altri Paesi di Asia e Africa. Nei tre giorni della manifestazioni inoltre è rimasta esposta presso la Pontificia Università della Santa Croce la mostra "Sia che viviate sia che moriate. Martiri e totalitarismi moderni", dedicata alle vittime della Rivoluzione francese, della persecuzione religiosa in Messico e in Spagna, del nazismo e del comunismo sovietico.

Libertà religiosa, "test" per i diritti umani
"La denuncia delle violazioni della libertà religiosa deve portare all'azione politica. Anche da parte del mondo cattolico". Attilio Tamburrini, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia* (ACS) presenta così il Rapporto 2004 sulla Libertà Religiosa nel Mondo che viene illustrato questa mattina a Roma. Pubblicato ogni anno, il Rapporto costituisce una radiografia aconfessionale e ben documentata sulla libertà religiosa nel mondo. In occasione della presentazione del Rapporto, ACS Italia promuove le "Quarantore per la Chiesa che soffre", che si svolgono in questi giorni in diverse città (Milano, Firenze, Siracusa). A Roma si tengono presso la basilica di S. Anastasia al Palatino con momenti di preghiera, informazioni e testimonianze sulla Chiesa perseguitata nel mondo. Sui contenuti del Rapporto 2004 AsiaNews ha intervistato Attilio Tamburini.

In questi ultimi 12 mesi, quali cambiamenti si registrano in materia di libertà religiosa nel continente asiatico?

Abbiamo notato una tendenza: sembra ci sia una spaccatura all'interno del mondo musulmano fra i sostenitori del fondamentalismo e alcuni governi islamici che vogliono mantenere la libertà religiosa. Una tendenza per ora solo accennata, ma che fa ben sperare.

Per un mondo islamico in movimento, c'è la Cina che regredisce

Il gigante cinese è malato, dobbiamo rendercene conto. In Cina si sta verificando l'annunciato inasprimento religioso. Il recente arresto di vescovi cattolici ne è una prova. In Italia manca ancora una consapevolezza di tutto questo. Anche nel mondo cattolico. Dovrebbe avvenire una presa di coscienza politica, culturale ed economica.

Perché collega l'economia alla libertà religiosa?

Gli investimenti economici dovrebbero tener conto del rispetto dei diritti umani. E il Papa più volte ha detto che la libertà religiosa è il vero test della difesa dei diritti umani. Ecco perché non è vantaggioso investire dove non c'è il rispetto della libertà religiosa. All'industriale conviene investire in un Paese dove si può professare in modo libero ogni fede religiosa. Perché questo è garanzia del rispetto dei diritti umani.

Il Rapporto non vuole essere solo una denuncia e protesta

Esatto. Auspichiamo che in Italia si prenda coscienza delle situazioni nel mondo in cui la libertà religiosa è negata. Da qui può nascere un'azione di pressione politica. Un mondo in cui c'è sofferenza per la mancanza di libertà religiosa non ha futuro. *Aiuto alla Chiesa che Soffre è un'Opera di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, monaco premostratense olandese. È la più importante organizzazione per il soccorso alla Chiesa perseguitata e realizza ogni anno circa 6 mila interventi, anche di carattere ecumenico, per aiutare l'opera evangelizzatrice della Chiesa. ACS è anche un osservatorio sulla situazione della libertà religiosa nel mondo. A questo riguardo pubblica ogni anno un Rapporto sulla condizione della libertà di fede. Il sito internazionale di ACS è

www.kirche-in-not.org In italiano, www.acs-italia.org L'azione di ACS si pone in stretta continuità con i numerosi appelli di Giovanni Paolo II sulla libertà religiosa. Famosa è rimasta l'affermazione del Santo Padre durante il Discorso al Corpo Diplomatico nel 1989: "Fra le libertà fondamentali che spetta alla Chiesa difendere al primo posto si trova, in modo del tutto naturale, la libertà religiosa. Il diritto alla libertà di religione è così strettamente legato agli altri diritti fondamentali, che si può sostenere a giusto titolo che il rispetto della libertà religiosa sia come un "test" per l'osservanza degli altri diritti fondamentali". - AsiaNews -

 
 
 

IL SANTO PADRE INDICE UN "ANNO SPECIALE PER IL SACERDOZIO" SULLA FEDELTA' A CRISTO

Post n°1662 pubblicato il 17 Marzo 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dopo l'Anno Paolino, che si concludera’ il 29 giugno, la Chiesa Cattolica tornera' subito a mobilitarsi attorno a un altro suo caposaldo: il sacerdozio. Benedetto XVI ha deciso infatti che dal 19 giugno 2009 al 19 giugno del 2010, si terra' uno speciale Anno Sacerdotale, che avra' come tema: "Fedelta' di Cristo, fedelta' del sacerdote". L'annuncio lo ha dato lo stesso Pontefice in un discorso alla Congregazione del Clero. L'iniziativa celebrera' il 150esimo anniversario della morte del Santo Curato d'Ars, Giovanni Maria Vianney, che sara' proclamato dal Papa "Patrono di tutti i sacerdoti del mondo". L'Anno Sacerdotale si aprira' con la celebrazione dei Vespri, il 19 giugno, solennita' del Sacratissimo Cuore di Gesu' e Giornata di santificazione sacerdotale, con un rito presieduto dal Pontefice alla presenza della reliquia del Curato d'Ars portata dal Vescovo di Belley-Ars; e si chiudera', il 19 giugno del 2010, con un "Incontro Mondiale Sacerdotale" in Piazza San Pietro. Durante questo Anno giubilare sara' inoltre pubblicato il "Direttorio per i Confessori e Direttori Spirituali" insieme ad una raccolta di testi di Benedetto XVI sui temi essenziali della vita e della missione sacerdotale nell'epoca attuale. "La Congregazione per il Clero, d'intesa con gli Ordinari diocesani e i Superiori degli Istituti religiosi, si preoccupera' - afferma un comunicato vaticano - di promuovere e coordinare le varie iniziative spirituali e pastorali che saranno poste in essere per far percepire sempre piu' l'importanza del ruolo e della missione del sacerdote nella Chiesa e nella societa' contemporanea, come pure la necessita' di potenziare la formazione permanente dei sacerdoti legandola a quella dei seminaristi". Senza il sacerdote, d’altro canto, "non ci sarebbe ne' l'Eucaristia ne’ tantomeno la Chiesa stessa", ha rilevato Ratzinger. Per il Papa, dunque, e' necessaria una mobilitazione della Chiesa Cattolica a difesa di questo suo caposaldo (il sacerdozio, appunto). "E' necessario - ha evidenziato il Pontefice - vigilare affinche' le 'nuove strutture' od organizzazioni pastorali non siano pensate per un tempo nel quale si dovrebbe 'fare a meno' del ministero ordinato, partendo da un'erronea interpretazione della giusta promozione dei laici, perche' in tal caso si porrebbero i presupposti per l'ulteriore diluizione del sacerdozio ministeriale e le eventuali presunte 'soluzioni' verrebbero drammaticamente a coincidere con le reali cause delle problematiche contemporanee legate al ministero". "In tal senso - ha rimarcato - e' importante favorire nei sacerdoti, soprattutto nelle giovani generazioni, una corretta ricezione dei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II, interpretati alla luce di tutto il bagaglio dottrinale della Chiesa". Inoltre, e’ "urgente", secondo Benedetto XVI, "anche il recupero di quella consapevolezza che spinge i sacerdoti ad essere presenti, identificabili e riconoscibili sia per il giudizio di fede, sia per le virtu' personali sia anche per l'abito, negli ambiti della cultura e della carita', da sempre al cuore della missione della Chiesa". "Come Chiesa e come sacerdoti - ha esortato il Pontefice - annunciamo Gesu' di Nazaret Signore e Cristo, crocifisso e risorto, Sovrano del tempo e della storia, nella lieta certezza che tale verita' coincide con le attese piu' profonde del cuore umano". Per il Papa, proprio "la centralita' di Cristo porta con se' la giusta valorizzazione del sacerdozio ministeriale". A tutti i sacerdoti del mondo il Pontefice chiede dunque "un'adesione cordiale e totale a quella che la tradizione ecclesiale ha individuato come l'apostolica vivendi forma". Essa, ha sottolineato, "consiste nella partecipazione ad una 'vita nuova' spiritualmente intesa, a quel 'nuovo stile di vita' che e' stato inaugurato dal Signore Gesu' ed e' stato fatto proprio dagli Apostoli". Il Papa teologo ha rievocato in proposito che e' "per l'imposizione delle mani del vescovo e la preghiera consacratoria della Chiesa", che i candidati al sacerdozio "divengono uomini nuovi": in questa luce, i loro doveri sacerdotali "sono prima un dono e solo conseguentemente un ufficio, una partecipazione ad una vita e percio' una potestas". E pure se assoluzioni e consacrazioni eucaristiche valgono qualunque sia la condotta dei sacerdoti che celebrano i Sacramenti, "la grande tradizione ecclesiale" ha voluto che "le legittime attese dei fedeli" fossero sempre "adeguatamente salvaguardate", ed e' per questo "necessaria, anzi indispensabile", da parte del clero, "una tensione verso la perfezione morale, che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale". PETRUS -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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