ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/05/2009

BIRMANIA: LA GIUNTA MILITARE ARRESTA IL PREMIO NOBEL PER LA PACE AUNG SAN SUU KYI, ORA RISCHIA ALTRI 5 ANNI DI CARCERE.

Post n°1897 pubblicato il 14 Maggio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Aung San Suu Kyi è rinchiusa nella prigione di Insein, carcere a nord di Yangon. La dittatura militare ha disposto il provvedimento di fermo in relazione all’intrusione, la scorsa settimana, di un cittadino americano nella sua abitazione. Una vicenda per molti versi ancora oscura, ma che è servita come "pretesto" per arrestare la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld). Questa mattina alle 7 ora locale un convoglio della polizia ha prelevato Aung San Suu Kyi e due donne di servizio dalla sua abitazione in University Road, a Yangon, sulle acque del lago Inya. Un quarto d’ora più tardi i mezzi della polizia hanno fatto il loro ingresso nel carcere di Insein; la data del processo a carico della "cara Signora", Nobel per la pace nel 1991, è stato fissato per il 18 maggio prossimo. Nyan Win, portavoce della Nld, conferma che Aung San Suu Kyi è "rinchiusa in prigione" e le autorità "hanno preparato un dossier" a suo carico; la leader dell’opposizione "potrà tornare alla sua abitazione", dove ha trascorso agli arresto domiciliari 13 degli ultimi 19 anni. "Sarà accusata in base all’articolo 22 – continua il portavoce – della legge sulla sicurezza dello Stato. È probabile che l’accusa sia quella di aver violato il provvedimento di isolamento ai domiciliari. Noi risponderemo che lei non ha commesso alcun reato". L’arresto di oggi è legato alla vicenda, per molti versi oscura, del 53enne americano John Willian Yeatta, per due giorni nascosto nella villa di Aung San Suu Kyi. Un episodio dai risvolti poco chiari, ma che è servita come "pretesto" per arrestare la leader dell’opposizione. Nei giorni scorsi, infatti, fonti di AsiaNews in Myanmar avevano spiegato che "l’arresto del medico personale di Aung San Suu Kyi e il fermo del cittadino americano che l’ha visitata" sono legati alla "imminente scadenza dei termini di custodia a carico della leader dell’opposizione birmana". I termini dei domiciliarli scadono il 27 maggio e la "Signora" avrebbe dovuto tornare il libertà. Le fonte proseguiva dicendo che "sono state montate ad arte delle accuse" da parte della dittatura militare per "mantenerla agli arresti domiciliari", nonostante le condizioni di salute che continuano a essere "non buone". La donna, dicono fonti a lei vicine, è gravemente disidratata e indebolita e la carcerazione rischia ora di aggravare le sue condizioni. Kyi Win, avvocato della leader dell’opposizione, promette battaglia in tribunale e farà "tutto il possibile per ottenere il rilascio". Egli giudica un "avventuriero" il cittadino americano che si è introdotto nell’abitazione della donna, il quale avrebbe agito "di sua iniziativa". Se riconosciuta colpevole, Aung San Suu Kyi rischia fino a cinque anni di carcere. Il Myanmar è retto da una dittatura militare al potere dal 1962. Nel 1990 si sono svolte libere elezioni vinte a larga maggioranza – più del 75% dei consensi – dal partito di opposizione e mai riconosciute dalla giunta. Ad oggi vi sono più di 2100 prigionieri politici rinchiusi nelle carceri della ex-Birmania, fra i quali Aung San Suu Kyi, figlia di Aung San, l’eroe nazionale che ha guidato all’indipendenza il Paese. - ( AsiaNews) -

 
 
 

IMPOSSIBILE MA VIVO: MASSIMILIANO SI E' SVEGLIATO

Post n°1896 pubblicato il 14 Maggio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Massimiliano Tresoldi ha diciannove anni. Con alcuni amici decide di trascorrere le ferie in Puglia, nella terra d’origine della famiglia. Carugate-Vieste. È il suo primo viaggio in automobile di una certa importanza. L’andata non presenta particolari problemi, la vacanza procede serenamente. Finché la combriccola, dopo qualche giorno, decide di cambiare destinazione. Obiettivo: le discoteche della riviera. A Massimiliano quella variazione non piace, perciò accompagna gli amici fino a Rimini, poi si rimette in auto per tornare a casa. È la notte del 14 agosto 1991, e a Carugate nessuno sa ancora di questo rientro anticipato. Fino al giorno dopo, il 15 agosto, quando Lucrezia ed Ernesto, i genitori, ricevono quella telefonata. Li informano che Massimiliano è in ospedale: ha avuto un incidente nei pressi di Melegnano, alle porte di Milano, verso le 7 di mattina. È gravissimo, non c’è tempo da perdere. Da quel momento la vita dei Tresoldi di Carugate cambierà radicalmente. Il figlio è in coma, la sua vita è appesa a un filo. I medici non lasciano spazio a speranze. Massimiliano viene trasferito al Fatebenefratelli di Milano, terapia intensiva. Referto senza appello: il "cervelletto" è tranciato, non ci sono possibilità di recupero. Dopo 72 ore la soluzione sembra una sola: staccare il respiratore artificiale. Solo i due medici che prendono servizio alla sera suggeriscono di aspettare ancora per verificare se il ragazzo riesce a vivere senza l’ausilio delle macchine. Esiste un paradosso: gli esami sono ottimi, Massimiliano è sano, ma è in coma. Potrebbe non svegliarsi più e alla famiglia viene spiegato chiaramente. Qualcuno dice: «È un tronco morto». Ma lui resiste, e dopo qualche giorno respira autonomamente. In terapia intensiva Massimiliano resta più di un mese, senza mai dare segni di risveglio. I medici escludono sviluppi positivi. È necessario il ricovero in un reparto di lunga degenza, spiegano, ma un "comatoso" richiede un’assistenza particolare, è un onere importante anche per un ospedale. Infatti Ezia ed Ernesto passano lunghe peripezie prima di trovare un ospedale che accolga Massimiliano in lunga degenza. Ma il calvario è appena cominciato. Per i medici il ragazzo "comatoso" è un ingombro, perciò sarà la famiglia ad accudirlo. Fino a quando mamma Ezia comprende che in quel luogo Massimiliano non migliorerà mai. È un malato ingestibile, sottolineano tutti, ma lei non demorde: «Dopo quei mesi d’inferno, senza alcun segno che ci lasciasse sperare – racconta la donna a Tempi – ho deciso che dovevamo fare di più. Ho chiamato a raccolta mio marito e gli altri miei due figli e ho comunicato la mia decisione: dovevamo portare a casa Massimiliano. È stata dura convincerli».
Medici, amici, parenti, persino il parroco: tutti tentarono di dissuaderla. Le dicevano che era una pura follia, un gesto irrazionale dettato dal dolore. «Ma Lucrezia ha lottato con tenacia e forza. È stata determinante. È lei che ci ha trainati», dice il marito. Così casa Tresoldi si è trasformata nel ricovero perfetto per un "comatoso", con tutto il necessario per l’assistenza, ma soprattutto l’affetto. Per dieci lunghi anni, quel figlio definito «un tronco morto» ha ricevuto le visite quotidiane di amici e volontari. Tutto il paese si è riunito attorno alla famiglia. Mamma Ezia ha trovato fisioterapisti e medici che seguono il decorso della malattia, ha studiato le leggi e ha imparato a esigere dalle istituzioni tutto ciò che sulla carta è garantito a un cittadino. A casa Massimiliano è accudito tutti i giorni come un neonato, bisognoso di cure e di interpretazione, imboccato e coccolato. In questi dieci anni lo hanno portato al mare, in montagna, a Lourdes, ovunque. «Quando arrivavano i suoi amici, a me sembrava che talvolta facesse una smorfia come per sorridere», confessa Ezia. «Quando però l’ho detto ai medici, mi hanno azzittita immediatamente, per loro quelle erano solo mie fantasie. Io continuavo a non arrendermi, anche se Massimiliano non dava alcun segno palese di risveglio». Dieci anni così. Una dedizione totale. Ogni giorno Ezia prendeva la mano di suo figlio per fargli fare il segno della croce. Poi una sera, stanca, affranta, quella madre forte e determinata ha avuto un momento di sconforto: «Mi sono sfogata. Gli ho proprio detto: adesso basta, questa sera non ce la faccio. Se vuoi farti il segno della croce, te lo fai da solo. Era una frase buttata lì, rivolta più a me stessa che a lui. Ma improvvisamente Massimiliano ha alzato la mano, si è fatto il segno della croce e mi ha abbracciato. Stentavo a crederci, si era "risvegliato"». Da quel momento, giorno per giorno, Massimiliano con piccoli segni ha iniziato a dare conferma della sua presenza. La famiglia ha aspettato un po’ prima di avvisare i medici, temevano la solita faccia incredula e l’obiezione di sempre: «È impossibile». E invece il risveglio, lento, faticoso, c’è stato. E quante sorprese. A un certo punto Massimiliano cominciò a fare strani segni con la mano. Ma nessuno in famiglia riusciva a decifrare cosa chiedesse. «Fu un colpo quando capimmo che stava usando l’alfabeto muto». Il linguaggio "segreto" fatto di gesti che si impara alle elementari per "parlare" coi compagni senza farsi beccare dalla maestra. Massimiliano lo aveva ripescato dal fondo della memoria. Così, un po’ a gesti e un po’ usando quell’alfabeto, la sua capacità di comunicare col mondo è cresciuta esponenzialmente, mese dopo mese. Sono trascorsi quasi 18 anni dal 15 agosto del 1991, quando i medici sentenziarono la fine di Massimiliano. Poi la forza delle relazioni, delle parole, dell’amore ha vinto su tutto.
«Mi dispiace per Eluana»
«Un giorno abbiamo intuito che Massimiliano ricordava molte delle cose vissute nel periodo di coma», racconta Ezia. «Quando ad esempio abbiamo cercato di spiegargli il passaggio dalla lira all’euro, ci ha fatto capire che sapeva già tutto. Anche alcuni fatti avvenuti a casa nostra li conosceva già. Seppure "dormiente", aveva ascoltato, si era infastidito». Oggi Massimiliano è seguito da fisioterapisti e da una logopedista che lo sta rieducando a parlare e a scrivere. E pensare che doveva essere «un tronco morto». Come tutti in Italia, anche Ezia ed Ernesto hanno seguito la triste storia di Eluana Englaro con trepidazione e sgomento. Avrebbero voluto confrontarsi con Beppino, raccontargli la loro esperienza. Massimiliano, seduto sul divano, ha capito tutto. Ascoltando la tv, ha imparato a riconoscere la voce di quel padre e a manifestare, a modo suo, tutta la sua disapprovazione per quella scelta. Su un foglio di carta ha scritto: «Io sono contento così. Mi dispiace per Eluana».
La strada è ancora lunga e il progresso è lento e faticoso, ma l’importante è che Massimiliano è rinato. I Tresoldi raccontano la loro esperienza con gioia, fiduciosi che sarà di aiuto a molti. Anche Massimiliano è contento di far conoscere la sua vicenda. Prima di salutarlo, gli chiediamo se è d’accordo che scriveremo di lui. Ci fa capire che possiamo farlo. Tra pochi giorni, partirà nuovamente per Lourdes come ogni anno. Ha scritto un messaggio da lasciare alla Madonna: «Dai la forza a mia mamma per vivere ancora a lungo». - Fabio Cavallari - Tempi -


 
 
 

SANTO PADRE: IL MONDO HA BISOGNO CHE SIA RICONOSCIUTO IL RUOLO DELLE DONNE E DELLA FAMIGLIA.

Post n°1895 pubblicato il 14 Maggio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E’ il più grande raduno cristiano in Terra Santa nella storia recente: almeno 30mila persone che a Nazaret affollano l’anfiteatro naturale del Monte del Precipizio, dove Benedetto XVI celebra l’ultima messa pubblica del suo pellegrinaggio in Terra Santa, da dove riparte domani. Rito dedicato naturalmente alla famiglia, con il Papa che ne sottolinea il ruolo di esempio solidale per l’intera struttura sociale – e ciò deve spingere lo Stato a sostenerla - e con una sottolineatura per ognuna delle sue componenti, a partire dal ruolo indispensabile delle donne per "creare quella ‘ecologia umana’ di cui il mondo, e anche questa terra, hanno così urgente bisogno". In questo luogo che la tradizione cristiana identifica con quello dell’episodio del Vangelo di Luca che narra di quando Gesù fu condotto qui per essere precipitato nel burrone, la folla agita bandiere di Israele e del Vaticano, ma anche di Palestina, Italia, Francia, Filippine, Brasile, Stati Uniti e altre ancora. Non pochi sono qui dalla notte scorsa, riferisce la onnipresente polizia israeliana che, da parte sua, a messo in campo migliaia di agenti. La scorta circonda il Papa fino ai gradini dell’altare. Il clima è di grande festa: cori, chitarre e tamburi accolgono l’arrivo di Benedetto XVI, poco prima delle 10. Ha percorso in elicottero i 110 chilometri che separano Gerusalemme da questa che è la più grande città araba di Israele e il capoluogo della Galilea, ma poi ha usato la papamobile, malgrado voci attribuite ai servizi israeliani avesssero lasciato trapelare nei giorni scorsi che ciò non era sicuro. Nazaret, "il fiore della Galilea", è anche la città che raccoglie più cristiani, il 35% della popolazione, circa 20mila persone. Fino a qualche tempo fa erano la maggioranza. "L'esodo dei cristiani ci angoscia con dolore e ci mostra una prospettiva poco incoraggiante", ha detto il vicario greco melkita di Nazaret, Elias Chacour nell'indirizzo di saluto al Papa, all’inizio del rito. Poi problemi economici e difficoltà sociali nei rapporti con i musulmani ne hanno fatti allontanare molti. Ne parla anche il Papa: "Nazareth – dice - ha sperimentato tensioni negli anni recenti che hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana. Invito le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto, e in fedeltà al comune credo in un unico Dio, Padre dell’umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. Ognuno respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo!". Prima della visita di Benedetto XVI erano comparsi dei volantini che lo definivano "non gradito". L’ostilità alla visita del papa, spiega il sindaco (cristiano) di Nazareth, Ramiz Jaraisy, riguardava solo "una piccola minoranza", mentre adesso "i rapporti fra musulmani e cristiani a Nazareth sono molto buoni". Ma Nazaret spinge il Papa a parlare in primo luogo di famiglia. Per le Chiese cattoliche della regione, peraltro, qui si conclude l’Anno della famiglia. "Qui - afferma Benedetto XVI - sull’esempio di Maria, di Giuseppe e di Gesù, possiamo giungere ad apprezzare ancor di più la santità della famiglia, che, nel piano di Dio, si basa sulla fedeltà per la vita intera di un uomo e di una donna, consacrata dal patto coniugale ed aperta al dono di Dio di nuove vite. Quanto hanno bisogno gli uomini e le donne del nostro tempo di riappropriarsi di questa verità fondamentale, che è alla base della società, e quanto importante è la testimonianza di coppie sposate in ordine alla formazione di coscienze mature e alla costruzione della civiltà dell’amore!". "Nella famiglia – aggiunge - ogni persona, sia che si tratti del bambino più piccolo o del genitore più anziano, viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini. Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente. Possiamo inoltre giungere ad apprezzare, all’interno della società più ampia, il ruolo dello Stato chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l’istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far sì che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di dignità". Come già all’inizio di questo viaggio, in Giordania, Benedetto XVI dà poi particolare rilievo al ruolo delle donne in genere e a quelle del Medio Oriente in particolare. "Nazareth - afferma - ci ricorda il dovere di riconoscere e rispettare dignità e missione concesse da Dio alle donne, come pure i loro particolari carismi e talenti. Sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della società, sia nella particolare chiamata a seguire il Signore mediante i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, le donne hanno un ruolo indispensabile nel creare quella ‘ecologia umana’ (cfr Centesimus annus, 39) di cui il mondo, e anche questa terra, hanno così urgente bisogno: un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare le virtù della misericordia e del perdono". "Qui - dice più avanti - pensiamo pure a san Giuseppe, l’uomo giusto che Dio pose a capo della sua casa. Dall’esempio forte e paterno di Giuseppe, Gesù imparò le virtù della pietà virile, della fedeltà alla parola data, dell’integrità e del duro lavoro. Nel falegname di Nazareth poté vedere come l’autorità posta al servizio dell’amore sia infinitamente più feconda del potere che cerca di dominare. Quanto bisogno ha il nostro mondo dell’esempio, della guida e della calma forza di uomini come Giuseppe!". "Infine, nel contemplare la Sacra Famiglia di Nazareth, rivolgiamo lo sguardo al bambino Gesù, che nella casa di Maria e di Giuseppe crebbe in sapienza e conoscenza, sino al giorno in cui iniziò il ministero pubblico. Qui vorrei lasciare un pensiero particolare ai giovani presenti. Il Concilio Vaticano II insegna che i bambini hanno un ruolo speciale nel far crescere i loro genitori nella santità (cfr Gaudium et spes, 48). Vi prego di riflettere su questo e di lasciare che l’esempio di Gesù vi guidi non soltanto nel mostrare rispetto ai vostri genitori, ma anche nell’aiutarli a scoprire più pienamente l’amore che dà alla nostra vita il senso più completo. Nella Sacra Famiglia di Nazareth fu Gesù ad insegnare a Maria e Giuseppe qualcosa della grandezza dell’amore di Dio, suo celeste Padre, la sorgente ultima di ogni amore, il Padre da cui ogni paternità in cielo e in terra prende nome (cfr Ef 3,14-15)". L’ultimo pensiero di Benedetto XVI è naturalmente per Maria: "La Vergine dell’Annunciazione, che coraggiosamente aprì il cuore al misterioso piano di Dio, e divenne Madre di tutti i credenti, ci guidi e ci sostenga con la sua preghiera. Ottenga per noi e le nostre famiglie la grazia di aprire le orecchie a quella parola del Signore che ha il potere di edificarci (cfr At 20,32), di ispirarci decisioni coraggiose e di guidare i nostri passi sulla via della pace! - Nazaret (AsiaNews) -

 
 
 

LA PANDEMIA DI FEBBRE SUINA? UNA BUFALA CON IL SOSPETTO DI INTERESSI ECONOMICI.

Post n°1894 pubblicato il 14 Maggio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Pandemie, dalla peste all’aviaria: ecco il titolo di un bel libretto,costo nove euro, pubblicato per i tipi de L’Ancora dal noto medico epidemiologo Paolo Gulisano, ricercatore , studioso ed anche scrittore cattolico. Gulisano ha molti dubbi sulla recente epidemia da febbre suina che ha campeggiato e continua a farlo sulle pagine dei nostri giornali e riempie i telegiornali. Lo abbiamo intervistato. Dottor Gulisano, che pensa della cosiddetta influenza suina?: " che ci sia stato un allarmismo ingiustificato ed assolutamente fuori luogo. Intanto ricordo a me stesso,oltre che a voi, che nel passato la voce di una possibile pandemia da febbre suina si era già registrata". Quando?: " nel 1976. Ci fu un caso,isolato, di influenza suina ad Atlanta negli Stati Uniti, era un soldato, una recluta americana. Anche allora i ricercatori americani erano certi dell’insorgere di una pandemia e poi non accadde nulla. Quello era un anno elettorale negli Usa. Dopo trentadue anni ritorna lo spettro pandemia da febbre suina". Che cosa significa?: " intanto, se analizziamo i dati dei colpiti e dei deceduti notiamo che non sono così allarmanti e mi sembrano in linea con una normale influenza. Poi trovo quanto meno singolare una cosa". Che cosa?: " che in Messico era appena scoppiata l’influenza, non si sapeva esattamente di che ceppo fosse il virus, ovvero non ancora ben identificato, e le case farmaceutiche già parlavano di un vaccino". Sembra voler dire che potrebbe trattarsi anche di un colossale affare economico: " guardi, io ho rischiato già una querela col caso Englaro, quindi uso cautela, poi leggete le mie dichiarazioni come meglio credete. Io reputo che dietro casi del genere sempre e comunque vi è chi ci guadagna. Spesso costoro sono le multinazionali dei farmaci e tutto l’indotto. Si vendono più giornali, le tv ne ricavano in ascolti e così via. Insomma, un enorme giro di soldi". Chi ci guadagna?: " certamente le case farmaceutiche e poi l’industria della notizia". Corretto parlare di pandemia?: " assolutamente no. Queste notizie hanno avuto effetto panico solo in occidente, ma mentre si lancia un allarme ingiustificato sulla influenza messicana, nessuno o pochi hanno parlato e scritto di una epidemia gravissima di colera che oggi flagella lo Zimbawe in Africa. Ma lo Zimbawe e l’Africa non rendono e non fanno notizia, quindi quella epidemia, che è reale, non si trasforma né in affare,tanto meno in notizia". La febbre suina comunque spaventa: " l’uomo è sempre impaurito dall’incubo della malattia, della peste, della morte. Si creano a volte effetti psicosi sui quali, duole dirlo, qualcuno ci marcia e guadagna". Che ruolo ha il Messico in tutto questa situazione?: " di vittima, di nazione danneggiata. Intanto non ha colpe specifiche, poi la nazione messicana certamente subisce gravi colpi all’immagine ,alla sua economia che in gran parte si basa sul turismo e sulle stesse esportazioni. Pochi oggi sarebbero disposti a comprare prodotti messicani, specie alimentari, dimenticando che il contagio non avviene dai cibi". Infine lancia un’accusa alla Francia: " mi ha colpito il razzismo e la scarsa solidarietà di alcuni Paesi che hanno trattato e trattano il Messico e i messicani come appestati. Guarda caso, prendo l’esempio della Francia: ha tanto criticato il Papa Benedetto XVI in Africa sul problema malattie e solidarietà , poi ha proposto il blocco dei voli per il Messico, del tutto ingiustificato. Insomma, pensino ai problemi loro". Da medico ritiene che il caso sia stato montato troppo?: " senza dubbio, credo che tutto sia una colossale bufala, ingigantita per interessi anche economici da valutare con la debita attenzione". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

14 MAGGIO: DA MARIA PRIVILEGI E AIUTI

Post n°1893 pubblicato il 14 Maggio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Le più grandi rivelazioni del Medio Evo avvengono nel XIII secolo, che è il secolo d'oro della cristianità. E’ tutta una fioritura di Ordini religiosi, tra cui i Servi di Maria, i Domenicani, i Francescani e i Carmelitani sono i più devoti di Maria ed a tutti lei dona un ricordo della sua predilezione. Ai Servi di Maria il privilegio di avere per lei un culto particolare; a San Domenico dona il rosario; a San Francesco il perdono di Assisi; ai Carmelitani, nella persona di San Simone Stock, nel 1251 la Madonna concede lo scapolare del Carmine col privilegio sabatino. Altro famoso privilegio, che la Madonna concede per tulli i suoi figli, è la grazia di morire nell'amicizia di Dio per tulli coloro che reciteranno ogni giorno tre Ave Maria, come risulta dalle rivelazioni da lei falle alla monaca tedesca S. Matilde (1241-1298). Nel 1432 sono famose le apparizioni della Madonna di Caravaggio ad una donna di nome Giovannella, e le conferma con dei miracoli tra cui quello della fontana miracolosa che sgorga chiara nel prato e di un ramo secco che, piantato nel terreno, fiorisce per convincere gli increduli. Erano tempi difficili per la cristianità. La Chiesa d'Oriente era già separata fin dal 1054. Quella d'Occidente era travagliata dallo scisma, che prelude già alla Riforma Protestante. La Madonna voleva salvare la Chiesa dalle divisioni e trasmelle alla veggente messaggi di unione per le Chiese dissidenti, ma soprattutto per la Chiesa d'Oriente. La veggente si reca fino a Costantinopoli per riferire all'Imperatore il messaggio di pace e di unità della Madonna. La riunificazione temporanea si ottiene di fallo nel Concilio di Firenze del 1438.

Fioretto: Le richieste di Maria devono diventare il mio programma di vita. Reciterò il santo Rosario ogni volta che mi sarà possibile.

Giaculatoria: Tu dei veggenti sei la luce splendente, rischiara nelle tenebre a noi la mente.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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