ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 20/06/2009

GESU', LA TEMPESTA, IL CUSCINO E LA VITA.

Post n°1999 pubblicato il 20 Giugno 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Ci fu una gran tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non ti importa che siamo perduti?”.(…) “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4,37-38.40).
Siamo così introdotti nel Vangelo di oggi, alla ricerca del senso profondo della risposta di Gesù alla domanda dei discepoli terrorizzati nella barca ormai piena d’acqua: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4,40). Amplificata dal panico per l’imminente affondamento, trabocca dal loro cuore l’angoscia per l’indifferenza assurda del Signore: com’è possibile che non intervenga? Perché sta lasciando morire i suoi amici?
Notiamo che tale assurdità “morale” è ambientata da Marco in un contesto concreto non meno assurdo: nessuno, infatti, potrebbe rimanere addormentato su un cuscino sopra un guscio di noce sballottato dalla tempesta! In realtà, con questo sonno profondo del Signore, Marco sembra voler comunicare un messaggio nascosto, in linea con la sua teologia del cosidetto “segreto messianico”. E’ il messaggio del cuscino. Ecco, su questa barca in balìa del mare stiamo oggi anche noi: perché la morte improvvisa? perché la morte programmata? Perché 228 persone inabissate d’un tratto nelle tranquille acque dell’oceano? Perché tutte le stragi quotidiane dei figli di Dio: dalla fame alla guerra? E ancora e molto di più: perché Dio lascia morire ogni anno decine di milioni di bimbi nel seno materno, e chiude in una gelida bara di azoto centinaia di migliaia di esseri umani, ognuno dei quali Egli ha creato per uno specialissimo progetto di felicità, infondendogli per realizzarlo un’anima immortale? Non gli importa che vadano certamente perduti?
L’esemplificazione va estesa all’intero arco della vita, ma la sorte e il sangue dell’uomo non nato parlano con voce più eloquente di quella dei nati, poiché il peccato contro la vita nel grembo è più grave ed è moralmente paradigmatico quanto a sopraffazione omicida del più forte sul più debole.
Ed essendo l’uomo “la via della Chiesa”, è anzitutto sull’uomo nel grembo che la Chiesa deve rinnovare l’annuncio del Vangelo, il Vangelo della vita, in quest’Anno Sacerdotale, il cui tema è “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”. Tale urgente priorità, già affermata da Giovanni Paolo II, è ribadita da Benedetto XVI.
Egli spiega che fedeltà alla vocazione sacerdotale significa: “scegliere noi stessi la vita e aiutare gli altri a scegliere la vita. Si tratta di rinnovare la nostra, per così dire, “opzione fondamentale”, l’opzione per la vita. Cari sacerdoti: il nucleo della nostra pastorale mi sembra essere questo: aiutare a fare una vera opzione per la vita, rinnovare la relazione con Dio come la relazione che ci da’ la vita e ci mostra la strada per la vita..per essere così capaci di guidare gli altri in modo convincente alla opzione per la vita, che è anzitutto opzione per Dio” (Benedetto XVI, ai Presbiteri di Roma, 2 marzo 2006).
In realtà la domanda perenne sul dolore, e sul dolore innocente, prorompe con forza dalla Parola divina di oggi, la quale paragona il mare ad un inoffensivo ed inerme bimbo in fasce. Vediamo che Dio non lotta contro il mare per domarlo, ma lo tratta con la tenerezza di una madre, lo accudisce come un bambino che Egli stesso estrae dalle viscere della terra. Il mare è una creatura temibile, potente e misteriosa, ma di fronte a Dio è come un bimbo che non può nuocere.
Sappiamo che nella Sacra Scrittura la parola “mare” viene usata in senso letterale, tuttavia essa indica anche le forze che si oppongono a Dio e i pericoli che incombono sull’uomo; inoltre, nel N.T., designa l’origine del male (Ap 13,1: “E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste”). Tali forze avverse a Dio e alla vita sembrano più che mai scatenate in questo nostro tempo, nel quale l’orgoglio umano è tanto smisuratamente aggressivo da doversi paragonare alle devastanti ondate degli “tsunami”, il cui gigantesco orgoglio sembra ignorare il limite naturale posto dal Creatore: “Fin qui giungerai e non oltre...”. Pensiamo alla “congiura contro la vita”, denunciata con forza da Giovanni Paolo II (E.V., n. 17): i suoi artefici non ne nascondono il fine diabolico, che è quello di abbattere ogni limite morale nelle coscienze, abolendo nelle menti l’intera dimensione non-materiale della realtà, per deificare l’uomo con il delirio dell’onnipotenza scientifica.
Ma il mare/male, con l’orgoglio delle sue onde si infrange non tanto contro le scogliere che può oltrepassare, quanto contro la Parola di Dio, che una volta per sempre ha detto: “fin qui e non oltre”. Perciò noi sappiamo e fermissimamente crediamo che la congiura contro la vita totale dell’uomo, è sottomessa alla potenza di questa Parola, davanti alla quale è destinata ad acquietarsi, come annuncia oggi il Vangelo: “Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “taci, calmati!” Il vento cessò e ci fu grande bonaccia” (Mc 4,39).
Non dobbiamo perciò rimanere turbati se per la furia del vento le onde si rovesciano nella barca della Vita, e neppure se qualcuno dei suoi “marinai”, imbarcati per difenderla, sembra piuttosto contribuire a destabilizzarne l’equilibrio: in realtà nulla può agire di propria iniziativa, perché tutto obbedisce al suo volere. Se una forza così erompente come il mare, è in realtà una docile e fragile creatura nelle mani di Dio, anche le potenze spirituali che avversano l’uomo obbediscono alla sua Parola. Il disegno salvifico di Dio sull’uomo e sulla storia si attua senza ostacoli definitivi, come garantisce Gesù: “Non abbiate paura: io ho vinto il mondo!”(Gv 16,33).
Comprendiamo così che, oltre al mare, anche il cuscino ha un eloquente valore simbolico. Marco, infatti, non dice che Gesù se ne stava su un cuscino, come sarebbe stato più logico, ma sul cuscino, quasi ad indicare una struttura normale della barca e della sua dotazione, come il timone o la vela. Poiché la barca evangelica rappresenta tanto la Chiesa nel suo insieme quanto la singola anima del credente, possiamo riconoscere nel cuscino qualcosa che riguarda il modo della presenza del Signore in mezzo a noi, che entra nel rapporto personale con Gesù ed è costitutivo della fede, tanto da definirla (Mc 4,40). Avere fede significa credere a Gesù che dorme. Come ho accennato, questo particolare del cuscino, riportato solo da Marco, è coerente con il suo “segreto messianico”: “...a più riprese, nel ritratto che Marco delinea di Gesù, si ha come una penombra...in realtà egli vuole solo progressivamente svelare il mistero della sua persona e in particolare della via della croce come il cammino per raggiungere il pieno svelamento. E’ sulla croce, infatti, che Gesù va riconosciuto come Messia e Salvatore”. Per la fede personale la prova più difficile a superarsi è il silenzio di Dio: “Non ti importa che noi moriamo?”. Il nostro è un Dio che...veglia dormendo, ed è in questa sua silenziosa, apparente indifferenza che va riconosciuta la sua presenza, per mezzo di quello sguardo di fede che è in grado di vedere la luce divina anche nel “buco nero” della morte. Tale luce si è già definitivamente manifestata, ovunque e dentro ogni tenebra, nella luce sfolgorante del Sole di Pasqua, come ricorda splendidamente l’Istruzione “Dignitas personae”: “Lo sguardo della Chiesa è pieno di fiducia perché la vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza. Questa da senso anche ai momenti della malattia e all’esperienza della morte, che appartengono di fatto alla vita dell’uomo e ne segnano la storia, aprendola al mistero della Risurrezione” (n. 3).
Quanto a Dio importi che noi non moriamo, lo ha dimostrato Gesù con la sua morte di croce per noi, come Paolo oggi dichiara: “Fratelli, l’amore di Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, (…) perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. (…) Tanto che se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,14-17). Detto con il linguaggio della tempesta e il messaggio del cuscino: a Gesù importa soprattutto che non muoia la nostra fede, dalla quale dipende la vera vita e la vita eterna, perché ciò ci farebbe inabissare nell’inferno dal quale ci ha salvati con la sua morte e risurrezione. - padre Angelo del Favero - Zenit -

 
 
 

LA CONFESSIONE E' IN CRISI ANCHE PERCHE' MOLTI SACERDOTI NON CI CREDONO. E' CADUTO IL SENSO DEL PECCATO.

Post n°1998 pubblicato il 20 Giugno 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel messaggio rivolto a sacerdoti e parroci per l'Anno Sacerdotale, Papa Benedetto XVI ha sottolienato con amarezza, ma lucidità ,come spesso il sacramento della confessione oggi sia caduto in disgrazia. Insomma i confessionali sono desolatamente vuoti e, quel che maggiormente conta, da una parte e dall'altra. Che cosa sta accadendo?. Lo abbiamo chiesto al professor Roberto  De Mattei docente di storia contemporanea e storia della Chiesa ed anche direttore della prestigiosa rivista Radici Cristiane. Professor De Mattei, Papa Ratzinger in tema di confessione ha lanciato un accorato grido di allarme. Condivide?: " certo che condivido e sottoscrivo anche se in verità non ho letto con la dovuta attenzione tutto il testo integrale del Pontefice". A che cosa si deve, a suo giudizio, questa diminuzione nella pratica della confessione?: " la ragione risiede nel rifiuto di molti fedeli a confessare le proprie colpe ad un sacerdote, per un verso, e per l'altro ad una mentalità sbagliata di alcuni ministri di Dio". Mentalità sbagliata, che cosa intende con questa espressione?: " il grido di allarme in tema confessione, lo aveva già lanciato Papa Giovanni Paolo II e per dare il buon esempio, era sceso in San Pietro,come un comune parroco, a confessare. Ma evidentemente quel gesto simbolico,ma anche molto significativo ,non è bastato". Perchè?: " lo si vede appunto dai confessionali pressocchè deserti. I sacramenti sono sette, ma spiacevolmente in coerenza con l'opinione dominante si pensa conti solo la comunione e che il resto sia solo facoltativo". E i sacerdoti?: " se prevale questa maniera di pensare da parte dei fedeli, le responsabilità risiedono nella carente evangelizzazione e negli  esempi forniti da certi sacerdoti. In sostanza parte del clero,fortunatamente non tutto, crede erroneamente, che il prete debba svolgere attività sociale, interessarsi di cultura, dare conferenze o presentare libri. Quando non svolgere attività politica o  esclusivamente filantropica. Bene, il compito del sacerdote era e rimane quello di pastore di anime che deve amministrare con saggezza e prudenza i sacramenti, confessione inclusa". Poco fa, lei ha parlato di sacramenti in crisi: " ne sono convinto. La confessione fa parte di essi. Ma oggi si ritiene che solo la comunione vada coltivata,un errore. Non è pensabile accostarsi alla eucarestia senza una buona e santa confessione. Chi la rifiuta, commette un peccato di orgoglio. Chi  ci confessa non è un uomo, ma il mediatore tra Cristo e l'uomo". Poi aggiunge: " specie dopo il Concilio Vaticano II, si pensato in molte anime della nostra Chiesa alla  comunione solo come agape, come festa. E si è tralasciato in significato di sacrificio, di mistero. Ha prevalso,in soatanza, una maniera di sentire orizzontale e non verticale, una visione circolare e non di adorazione  del mistero, con i risultati che sono chiaramente sotto gli occhi di tutti noi". Ma ci sarà anche un'altra ragione?: " si è smarrito il senso del peccato, del confine tra lecito e illecito, tra ciò che è bene e quello che è male, un modo di ragionare figlio legittimo del relativismo etico che con saggezza e vigore papa Benedetto XVI sta combattendo,ma dura a morire". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Post n°1997 pubblicato il 20 Giugno 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nella Sacra Scrittura, il vocabolo «cuore» è alla base del rapporto religioso-morale dell´uomo con Dio. Il cuore è al centro di tutta la vita spirituale dell´uomo; è principio di vita, memoria, pensiero, volontà, interiorità: il cuore è inteso come sede dell´incontro con Dio. L´espressione «cuore immacolato», applicato a Maria è divenuta di uso corrente in seguito alla definizione del dogma dell´Immacolata concezione e raggiunse la massima diffusione negli anni 1942-1952, a motivo degli avvenimenti di Fatima che determinarono la consacrazione del mondo al Cuore immacolato a cui seguì una moltitudine di altre consacrazioni da parte di istituzioni ed individui.

Il fondamento biblico della festa
 
La devozione al cuore di Maria ha il privilegio singolare di poter contare su due testi chiave del Nuovo Testamento. Essi sono: «Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Luca 2,19); «Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Luca 2,51).
Dai due testi appare la profondità dell´associazione interiore di Maria all´opera salvifica di suo Figlio. Tutto ciò che si compie nel corpo paziente del Figlio, si compie nell´anima e nel cuore della madre che viene rappresentata come protesa, nell´intimo del suo cuore, all´ascolto e all´approfondimento della parola di Dio.
Viene sottolineato l´atteggiamento contemplativo di Maria sui Misteri della vita di Gesù: possiamo pensare a Maria che, dopo l´annuncio dell´angelo, si interroga sui disegni di Dio a suo riguardo e ripete la sua risposta di accettazione: «Si faccia di me, secondo la tua parola» (Luca 1,37). È la preghiera di adesione piena alla volontà di Dio. Ci viene così insegnato che conservare nel cuore «tutte» le cose (parole e fatti che riguardano il Signore, è un impegno permanente della fede cristiana, per tutti, in ogni tempo e in ogni luogo).
Si ricorda per «attualizzare» il passato nel presente. Si ricorda per far partecipi, per comunicare ad altri, per trasmettere.
Lungo le varie tappe dell´anno liturgico, noi «facciamo memoria» di tutte le parole e di tutti i gesti compiuti dal Signore Gesù: come Maria li mettiamo a confronto, li riviviamo, soprattutto nell´ora della prova.
Ha detto Giovanni Paolo II: «L´atteggiamento di Maria ispira la nostra fede: quando soffiano le tempeste e tutto sembra naufragare, ci sostenga la memoria di quanto il Signore ha fatto in passato» (Angelus del 31 luglio 1983).
 
La maturazione storica della festa
 
L´origine storica della festa è abbastanza recente, come è ricordato nell´Esortazione apostolica Marialis Cultus di Paolo VI che annovera la memoria del Cuore immacolato della beata Vergine Maria tra le «memorie o feste che esprimono orientamenti emersi nella pietà contemporanea» (MC 8). La commemorazione liturgica è fissata il giorno che segue la solennità del Cuore di Gesù, ritornando così all´origine storica di questa devozione.
San Giovanni Eudes (1601-1680) che fu padre, dottore e primo apostolo di questa devozione, come risulta dalle dichiarazioni di Leone XIII (1903) e di Pio X (1909), non separava mai i due Cuori nei suoi progetti liturgici.
Con alcuni suoi discepoli, nel 1648, il santo cominciò a celebrare la festa del Cuore di Maria, componendo i testi liturgici per la Messa; ma solo nel 1805 Pio VII decise di permetterne la celebrazione a tutti quelli che ne avrebbero fatto esplicita richiesta. Nel 1864 alcuni vescovi chiesero al Papa la consacrazione del mondo al Cuore di Maria. La prima nazione che si consacrò al Cuore di Maria fu l´Italia, in occasione del Congresso Mariano di Torino del 1897. Nel secolo XX nuovi avvenimenti prepararono il grande trionfo liturgico della devozione al Cuore di Maria e in particolare le apparizioni di Fatima e le rivelazioni fatte alla mistica portoghese Alessandrina de Balazar. Il 31 ottobre 1942, nel venticinquesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, Pio XII consacrava la Chiesa e il genere umano al Cuore immacolato di Maria e, con il decreto del 1944, istituiva la festa universale del Cuore di Maria, fissando la celebrazione al giorno 22 agosto, ottava dell´Assunta, per invocare la pace. Successivamente, la celebrazione venne fissata, come memoria facoltativa, il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù. La devozione al Cuore di Maria è sempre stata, nel corso della sua storia, fonte inesauribile di vita interiore per le anime mariane.
San Francesco di Sales fa del cuore della Vergine Maria il luogo di incontro delle anime con lo Spirito Santo. Al momento della Comunione, il nostro cuore diventa come quello di Maria: come lei e con lei ospitiamo Gesù, ci nutriamo della Sua parola e diveniamo suoi annunciatori.
Così preghiamo nella colletta della Messa: «O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione, concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria». Quella gloria senza fine che con Maria speriamo di godere un giorno nella visione del suo Figlio. -Gianni Sangalli - Fonte www.donbosco-torino.it -

ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Vergine di Fatima, Madre di Misericordia,
Regina del Cielo e della Terra,
rifugio dei peccatori,
io mi consacro al Tuo Cuore Immacolato.
Ti consacro il mio cuore, la mia famiglia,
tutte le mie cose.
E affinché questa consacrazione
sia veramente efficace e duratura,
rinnovo oggi le promesse del mio Battesimo
e della Cresima,
impegnandomi a vivere da buon cristiano,
fedele a Dio, alla Chiesa, al Papa.
Voglio recitare il Santo Rosario,
prendere parte all´Eucaristia,
dare importanza al primo sabato del mese
e operare per al conversione dei peccatori.
Ti prometto ancora, o Vergine Santissima,
di zelare il Tuo culto benedetto,
per affrettare con la mia consacrazione
al Tuo Cuore Immacolato
e mediante la Tua intercessione,
l´avvento del Regno di Gesù nel mondo.
Amen.

CONSACRAZIONE DELL'ITALIA

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, tu hai sempre guardato all'Italia con quello stesso occhio di predilezione con cui l'ha guardata il tuo figlio Gesù.
Egli volle che qui avesse perpetua dimora il suo Vicario in terra, il Papa.
Tu hai voluto questa terra disseminata dei tuoi santuari.
Te la consegniamo, questa nostra patria: sia sempre tua e del tuo Figlio; custodiscila. Sia pura la fede, siano buoni i costumi, siano ordinate le famiglie, sia cristiana la scuola; e regni la giusta pace tra tutti.
Che questa Italia continui a svolgere e compia sempre meglio la sua missione: di essere centro vivo ed operante di civiltà cristiana. - Innamorati di Maria -

 
 
 

IL DEMONIO E IL DECALOGO DEGLI ESORCISTI

Post n°1996 pubblicato il 20 Giugno 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Se l’amore degli Angeli buoni prende tutte le forme e dispiega  prodigi d’ingegnosità per cercare di farci reagire contro il male e di condurci per il cammino della libertà e della volontà, verso l’accettazione del piano salvifico  di Dio su ognuno di noi, si può anche dire che l’odio del demonio, per una infernale emulazione della carità divina, sa farsi, nel male, tutto a tutti. Esso è estremamente ingegnoso e tutti i mezzi gli sono buoni per danneggiare l’umanità. Satana esiste  purtroppo! A Bernanos che gli chiedeva nel 1945, giusto dopo la seconda  guerra mondiale, quale era l’evento capitale di quel tempo, Malraux rispondeva già: “Il ritorno di Satana”. E lo stesso anno, Bernanos diceva già che essere cristiano, non è solamente credere in Dio, ma credere al Diavolo. Trent’anni più tardi comunque- questo aneddoto è stato citato dal grande predicatore e catecheta P. Bernard Bro, il 7 marzo 1976 nella sua prima Conferenza della Quaresima a Notre-Dame. E poi, la negazione di Satana sopprimerebbe con un tratto di penna tutto il Cristianesimo: il peccato originale, la promessa del Redentore, l’Incarnazione, la Divinità di Cristo, la Chiesa ed i suoi Sacramenti, ed in conclusione tutta la nostra speranza… Vi è del male nel mondo, nessuno può negarlo, ed ancora occorre guardarlo obiettivamente, in faccia. Noi affermiamo che questo mondo è rotto e che ha perso il suo significato per opera di un essere personale che il Signore stesso ha smascherato: Satana. Colui che l’ha tentato, colui che Egli vedeva cadere dal cielo alla parola dei suoi Apostoli. Dacché esistono, i Demoni conoscono tutti gli sforzi della vita umana. Essi sorpassano da ben lontano i migliori psicologi, e sono ben più esperti dei nostri moralisti e dei nostri politici. La loro potenza naturale è spaventosa. Essi possono scuotere i vostri spiriti, smuovere in voi le immagini che custodite delle cose. Essi possono far insozzare a proposito quelle che sanno le più pericolose, poiché vedono che voi le preferite. Possono consegnarvi al sogno e, attraverso incantevoli vapori, immettervi dei disegni tenebrosi. Se il vostro sangue si accende, essi possono infiammarlo maggiormente, se voi formate un cattivo desiderio, essi possono irritarlo fino alla frenesia. Alle vostre minime emozioni, essi indovinano i vostri segreti pensieri, essi sono infiniti nell’arte di esplorare le simpatie della vostra carne per le opere ch’essi persuadono; essi si scivolano come dei serpenti, si slanciano come dei leoni; essi possono legarsi a voi come la vostra ombra, vi bramano, vi assediano. L’aria ne è piena, come dice san Giovanni Crisostomo e non è da lontano ch’essi scoccano i loro dardi. Essi sono là dove voi siete, e se pretendete recarvi altrove, essi vi sono prima di voi. Possono influire sulla vostra salute, e causarvi, i due Testamenti ne fanno fede, delle reali malattie, crudeli, mortali. Essi possono tormentarvi in mille maniere, ossessionarvi! Come si vede, e come ognuno di noi – purtroppo – può sperimentarlo, il regno satanico non è una parola vana. Nella tentazione che Gesù ha voluto subire nel deserto, e nel corso della quale ha visto Satana. Gli occhi negli occhi – è lui stesso che ha tenuto a narrare quella scena ai suoi Apostoli poiché nessuno di essi vi aveva assistito -, Satana ha ben dichiarato a Gesù mostrandogli il mondo: “A te darò tutta questa potenza… è a me che è stata rimessa. Io la dono a chi voglio. Tu dunque, se t’inginocchi davanti a me, essa sarà tutta tua!”. La tentazione non è ristretta. Essa era alle dimensioni del pianeta e Satana aveva indovinato ch’essa era alle dimensioni di Gesù. E Gesù, da parte sua, chiamandolo a tre riprese (Gv. 12, 3 – 14, 30 e 16, 11) Satana “Principe di questo mondo”, è d’accordo con lui per riconoscergli una preponderanza su tutti i regni della terra. D’altronde tutto il Vangelo deve essere pieno di azioni fatte da Cristo contro satana e da Satana contro Cristo. Ed è vero, non si può leggere il Vangelo senza esserne colpiti. Non si comprenderebbe nulla nei Vangeli senza la certezza dell’esistenza di Satana e della sua azione in mezzo a noi.
Si potrebbero portare alcuni esempi. Per esempio, Gesù inizia a predicare in Galilea e san Marco scrive che egli “caccia i demoni” (Mc. 1, 30), prima del Sermone sulla Montagna le folle si riuniscono intorno a lui, perché? San Luca ce lo dice: “Per essere guariti dalle loro malattie; e tutti quelli che erano tormentati dagli spiriti impuri erano guariti” (Lc. 6, 18). Quando si parla di Maria Maddalena, si precisa che Gesù  aveva cacciato da lei “sette demoni” (Lc. 8, 2). Quando Gesù invia i suoi apostoli a predicare in Galilea, egli dona loro il potere sui demoni. Quando essi sono di ritorno, egli dice loro tutto gioioso: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come un lampo!” (Lc. 10, 17-20).
Quando Gesù guarisce la donna “che uno spirito rendeva inferma da 18 anni” e che il Capo della Sinagoga s’indegna perché era il giorno del Sabato, Gesù risponde: “Ipocriti! Forse che ognuno di voi, nel giorno del Sabato, non distacca dalla stalla il suo bue od il suo asino per portarlo a bere? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto legata per diciotto anni, non abbisognava ch’ella fosse guarita il giorno del Sabato?” (Lc. 13, 10-17).
E poi, vi è anche l’espulsione di quel demonio chiamato “Legione”, poiché essi erano numerosi nello stesso posseduto. ”Legione” chiede di essere inviato in una mandria di porci; Gesù lo permette e tutti i porci si gettano nel lago dove sono annegati (Mc. 5, 1-20). Vedendo da questi pochi esempi, ed anche secondo i casi di possessione diabolica duramente constatati dagli esorcisti, senza dimenticare quelli che pullulavano intorno al Curato d’Ars, o come quelli che noi stesso abbiamo incontrati vicino a quel grande Servo di Dio che era Padre Pio, i demoni pongono ed intrattengono gli spiriti dei posseduti in uno stato morbido apparentato alla follia. Essi hanno una scienza penetrante. Nel Vangelo essi sanno chi è Gesù, s’inginocchiano davanti a lui, lo pregano, lo scongiurano per Dio, temono di essere da lui gettati nell’abisso, e per evitare questo, chiedono di essere inviati in una mandria di porci. Non appena vi si sono installati con una potenza non meno stupefacente per la loro versatilità, essi provocano la distruzione crudele e cattiva degli esseri in cui essi avevano richiesto di rifugiarsi. Timorosi, ossequiosi, potenti, malefici, versatili ed anche grotteschi, tutti questi segni, qui fortemente accusati, si ritrovano a dei gradi diversi negli altri racconti evangelici di espulsioni dei demoni. E’ dunque impossibile, non solamente ad un cattolico, ma ad un uomo serio e che rifletta anche per poco, non constatare che Gesù non si limita a parlare come si faceva al suo tempo, che non ha l’intenzione di accomodarsi alle ignoranze ed ai pregiudizi del suo ambiente, ma che egli stesso crede all’esistenza ed all’azione di Satana, che non smette di battersi con Satana, sì che Satana è presente in tutto il Vangelo. E questo ci pone dei problemi. I racconti demonologici sono così numerosi nel Vangelo, il Diavolo vi ha tanto posto, che ci si deve chiedere se tutto questo non sia un po’ esagerato.nella vita corrente, non si incontrano tanti posseduti come sui passi di Gesù. Alcuni hanno gridato all’inverosimile, pretendono trattarsi soprattutto di maniaci, di mezzi pazzi, di dementi più o meno furiosi. E’ formidabile che Gesù li abbia comunque guariti. Eppure, non bisogna dimenticare che il Vangelo stesso pone una distinzione tra i malati ed i posseduti. Questi ultimi manifestano con dei segni fragorosi, la presenza in essi di un’intelligenza estranea che abita in essi. Questa intelligenza è ostile a Gesù, è quella di un cattivo spirito.
Per Satana, la posta in gioco, sono le anime, è la scelta tra il cielo e l’inferno, tra l’odio e l’amore, tra la felicità e la dannazione. Il Signore ha dunque voluto far conoscere agli uomini qualcosa della potenza di Satana, e mostrare che Satana è stato vinto dal Redentore. Perché vi erano tanti posseduti intorno a Gesù?
Perché si trovano vicino ad un Curato d’Ars, o ad un Padre Pio? La possessione è una caricatura dell’Incarnazione del Verbo. I posseduti fioriscono intorno a Gesù. Cristo vive nell’anima dei suoi fedeli servitori, e Satana fa la sua rivelazione flagrante di quel  mondo soprannaturale e mostra in piena luce la lotta tra le due città. Il Vangelo dunque pone dei principi, fornisce delle chiarezze, stabilisce delle leggi. Tutto quello che noi sappiamo riguardo al Demonio è radicato nel Vangelo. La credenza all’esistenza ed alla perfidia del Demonio è un dogma per i cristiani ed il nostro destino è legato a quello degli angeli o dei demoni secondo la nostra condotta, l’orientamento della nostra vita e la nostra scelta.
Noi dobbiamo lottare contro il Demonio. La vita morale non è che una lotta. Vi è altra cosa al di fuori della carne e del sangue, il Dragone dell’Apocalisse è sempre all’opera. I periodi di persecuzione, nella Chiesa, sono eminentemente diabolici. Agli occhi dei primi cristiani, le divinità pagane erano considerate come dei Demoni. Le storie più demoniache giunte a noi dalle profondità dell’antichità cristiana, sono quelle dei Padri del Deserto. Sant’Antonio in testa ha lottato col Demonio. Gli eremiti della Tebaide ed i monaci di ogni origine e di ogni epoca hanno avuto molto da combattere con Satana. E poi, vi sono tutti quei casi di stregoneria del Medio Evo, vi sono gli inquisitori del 16° secolo e la caccia alle streghe, vi sono i racconti terrificanti dei patti col Diavolo. Si vede il Diavolo dappertutto. Ambrogio Paré scriveva: “Io direi, con Ippocrate, padre ed autore della medicina, che nelle malattie, vi è qualcosa di divino di cui l’uomo non saprebbe darne ragione … Vi sono degli stregoni, incantatori, avvelenatori, venefici, cattivi, scaltri, imbroglioni, i quali fanno la loro sorte con la pattuazione (col patto) ch’essi hanno fatta coi demoni che sono loro schiavi e vassalli, sia con dei mezzi sottili, diabolici e sconosciuti, corrompendo i corpi, l’udito, la vita, la salute degli uomini e delle altre creature”.
 Vediamo ora il ruolo ed il modo d’azione di Satana: possessione, infestazione, ecc. e quello che occorre fare per lottare contro questo “leone ruggente, che cerca ovunque chi divorare” per riprendere un’espressione dell’apostolo Pietro. Al numero 7 della presentazione del Rito degli Esorcismi si afferma chiaramente che i fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell’ossessione, della vessazione e dell’infestazione sono possibili, ma di fatto a parere degli esperti sono rari. Il  A giudizio degli esorcisti sono quattro le situazioni attraverso le quali il demonio dà fastidio. L’oppressione  è un’attività straordinaria del demonio che colpisce i sensi della persona, mediante allucinazioni orrende, fetori, gelo improvvise situazioni strane nell’ambiente come lievitazione di oggetti. L’oppressione è un’azione demoniaca sporadica che Dio talvolta permette per vagliare l’uomo, per rafforzarlo nella fede, per glorificare la Sua Chiesa o per motivi a noi sconosciuti. Anche la vessazione è un fenomeno rarissimo, essa è una vera e propria aggressione fisica da parte dei demoni. San Pio da Pietrelcina ne fece esperienza. Il diavoli incapace, di tentare efficacemente l’uomo di Dio, lo solleva da terra, lo sfregia, lo malmena, lo sbatte contro le pareti, finchè Dio non interrompe la sua opera distruttiva. Nell’ossessione invece l’azione di satana è intermittente, lasciando alla persona colpita momenti di tregua. Attraverso l’ossessione il demonio introduce nella mente pensieri di disperazione, di odio, di lussuria e muove dall’esterno la vittima ad azioni involontarie e sacrileghe. La situazione diabolica più grave è la possessione in cui talvolta, rarissimamente, il maligno può invadere la psiche di un essere umano, prendendo il controllo della del suo corpo e della sua intenzionalità. Secondo gli esperti, esistono tre livelli o gradi di possessione. Nella possessione di primo grado, il demonio è latente, si limita ad alterare gli atteggiamenti del posseduto, le sue reazioni al sacro e gli istilla sentimenti di disperazione e di depressione. Nella possessione di secondo grado, l’azione demoniaca è più evidente: si manifestano cambi di voce, fenomeni preternaturali quali la glossolalia, la levitazione… se  il posseduto viene benedetto con l’acqua santa, quelle gocce bruciano sul suo corpo. Nella possessione di terzo grado, lo spirito maligno ha preso un dominio tale della persona, da alterare i suoi tratti somatici e anche la sua temperatura corporea e l’odore del suo corpo. Normalmente occorrono numerosissimi esorcismi, che possono durare anche degli anni per la liberazione definitiva. Attualmente in Italia, i sacerdoti esorcisti sono appena trecento, con una età media molto elevata ed hanno moltissimo lavoro da fare perché oltre mezzo milione di italiani si reca ogni anno da loro. Vi è anche un codice deontologico per loro. Ecco il loro decalogo: 1). L’esorcista deve innanzitutto valutare attentamente se la persona che ha davanti è veramente posseduta o ha invece solo problemi psicologici. 2). Deve distinguere l’intervento diabolico dalla credulità popolare, diffusissima tra le persone di basso livello culturale e spirituale, di sentirsi facilmente vittima di malefici, fatture e maledizioni, quando in realtà la vita tanto spesso è solo dura e difficile e a nessuno mancano i problemi. 3). Gli indemoniati possono essere riconosciuti da alcuni segni caratteristici: parlare lingua sconosciute, mostrare un’avversione viscerale a Dio, manifestare una forza non conforme all’età o allo stato di salute. 4). Nel dubbio, l’esorcista deve consultare esperti di cose spirituali e anche periti in scienza medica e psichiatrica che ovviamente abbiano il senso delle realtà spirituali. 5). Nel caso di persone non cattoliche, l’esorcista deve rimettere ogni decisione al suo vescovo. 6). L’esorcista, quando è possibile, deve celebrare l’esorcismo con il consenso della persona posseduta. 7). L’esorcismo si deve svolgere in modo tale e secondo le norme del rituale cattolico da non poter essere considerata un’azione magica o superstiziosa. 8). L’esorcista deve avere sempre presenti le condizioni fisiche è psicologiche del posseduto. 9). L’esorcista dovrà valutare se ammettere parenti o amici dell’indemoniato al rito di esorcismo. 10). L’esorcismo, se possibile, deve avere luogo in una chiesa, dove sia in evidenza l’immagine di Cristo crocifisso. Ovviamente gli esorcisti sono tenuti alla riservatezza o segreto professionale e la presenza dei mass media e la spettacolarizzazione dell’evento è vietato. Inoltre l’esorcista non deve chiedere alcuna tariffa in denaro, è ovvio che può accettare, se vuole, offerte per i poveri o per le opere della Chiesa. A giudizio degli esorcisti, sono quattro le cause per cui una persona può essere disturbata dal demonio. Può trattarsi di semplice permissione di Dio, così come Dio può permettere una malattia allo scopo di dare alla persona un’occasione di purificazione e di meriti. Ciò è successo a santi come Gemma Galgani o Giovanni Calabria. Altri santi, come il curato d’Ars o padre Pio, sono state vittime di disturbi malefici con percosse e cadute. Altra causa può essere data da un maleficio reale che si subisce operato da un autentico stregone o mago nero, per fortuna ve ne sono rarissimi capaci di farli…La terza causa è dovuta al fatto di esporsi liberamente a tale rischio, frequentando cartomanti, maghi e sedute spiritiche ed occultistiche.  Infine si può cadere in mali malefici con il persistere in peccati mortali. In conclusione Il demonio infesta l’uomo per puro odio che egli rivolge contro il cielo e la terra. Ovviamente può fare solo ciò che Dio gli permette di fare per l’avanzamento del bene. E’ proprio vero il detto che il diavolo non fa il male che vorrebbe fare ma alla fine aiuta a realizzare il bene che egli non vorrebbe!!! - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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