ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 19/07/2009

LA LOTTA VITTORIOSA DI SAN MICHELE IN CIELO

Post n°2087 pubblicato il 19 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

All’inizio dei tempi, Dio era solo con i suoi angeli. Egli li aveva creati innumerevoli affinchè circondassero il suo trono, cantassero la sua gloria, adorassero la sua maestà. Ora Egli stabili di sottoporli ad una prova. Questo perché Dio vuole essere amato per libera scelta. Egli si riservava di ricompensare la loro fedeltà confermandoli nella gloria e nella felicità. Quale fu questa prova? Diversi teologi hanno pensato che Dio, sollevando davanti ad essi un angolo dell’orizzonte dei tempi futuri, mostrasse loro il Cristo Verbo fatto carne: “Ecco, egli disse loro, quello che ho scelto come erede di tutte le cose. Il suo trono sarà eterno, è alla mia destra che sarà seduto”. E mentre essi guardavano meravigliati, una voce si fece sentire: “Che tutti lo adorino”. A quest’ordine il capo delle coorti angeliche, Lucifero, si adirò e s’indignò: “Adorare, si disse tra se, è abbassarmi, io non posso accettare quest’umiliazione. Dio prende, per innalzarla, una creatura d’un ordine inferiore; ebbene, anch’io, voglio salire, innalzerò il mio trono al di sopra degli astri di Dio, mi siederò sulla montagna dell’alleanza e sarò simile all’Altissimo”. Questi pensieri orgogliosi gli ispirarono il grido della ribellione “Non servirò”. Questo grido trovò purtroppo un eco in numerosissimi spiriti nelle schiere angeliche celesti; Lucifero ricompattò intorno a se gli altri angeli ribelli e tutti insieme si lanciarono verso le altezze. Essi salgono, quando ad un tratto un angelo parandosi davanti ad essi gettò il grido di fedeltà al Re dell’universo: “Chi è dunque come Dio?”. Questo fu il segnale di una grande lotta. Ben presto non si scorse nel cielo che il campione dei diritti di Dio e l’esercito degli angeli rimasti fedeli ch’egli aveva guidati alla vittoria: un abisso di fuoco s’era aperto ed aveva inghiottito i ribelli. La mistica Maria D’Agreda scrive: “Il dragone si rodeva di furore, ma non poteva fuggire perché Dio voleva che non fosse solo castigato, ma anche vinto e a suo dispetto conoscesse la verità e il potere di Dio; tuttavia bestemmiava: “Ingiusto sei o Dio, sollevando la natura umana sull’angelica. Io sono il più eccellente angelo e a me si deve il trionfo. Io porrò il mio trono sopra le stelle (Is. 44, 12), sarò somigliante all’Altissimo, né mai a nessuno mi assoggetterò di inferiore natura, né acconsentirò che alcuno mi preceda o sia maggiore di me” e così tutti gli angeli cattivi. Ma San Michele: “Chi è che possa uguagliarsi e mettersi alla pari col Signore che abita nei cieli? Ammutolisci nelle tue spropositate bestemmie e, poiché l’iniquità ti ha posseduto, allontanati da me o infelice”. (Venerabile Maria D’AGREDA, Mistica Città di Dio, Edizioni Segno, Udine 1992, p. 41). Passata la prova, giunse l’ora della ricompensa. L’angelo la cui fedeltà e valore s’erano così segnalate, doveva essere favorito in modo speciale da Dio. Lo fu. Ricevette il suo nome, quel nome di Michele che costituisce la sua gloria, poiché è l’espressione stessa del suo grido di combattimento, Quis ut Deus? Ed inoltre egli fu stabilito capo della milizia celeste, principe degli angeli. Un autore non cattolico a tal riguardo scrive molto lucidamente: “Solo un’entità celeste, l’Arcangelo Michele, è capace di vincere il drago. Tutti quelli che hanno pensato di poter essere così forti da partire in guerra contro il male sono stati vinti, poiché il male è una forza cosmica estremamente potente. E’ un errore credere, come fanno certi, che i poteri del male siano grandi come quelli del bene e che il Diavolo sia un’entità così formidabile da tenere testa eternamente a Dio. Ma per gli esseri umani è vero, è invincibile. Allora direte: “Ma allora non c’è niente da fare, noi non possiamo far niente?”. Sì, noi possiamo ogni giorno arruolarci nell’armata del bene, nell’armata dei figli di Dio, e il giorno in cui questa armata sarà sufficientemente numerosa, le entità delle tenebre saranno vinte. Esse possono esercitare la loro attività malefica finché sono alimentate dalla cupidigia e dai desideri inferiori degli esseri umani, ma un giorno, saranno atterrate e incatenate dalle forze cosmiche del bene, di cui l’Arcangelo è il simbolo”. (Omraan Mikhael AIVANHOV, Commento all’Apocalisse, Edizioni Prosveta, Fréjus Cédex (France) 1997, pp. 134-135). Dice bene il benedettino Anselm Grun: “In molte religioni il drago è il simbolo delle potenze ostili a Dio. Michele è l’Angelo che in noi combatte contro tutto ciò che vorrebbe contestare a Dio il suo posto. Michele è l’Angelo che veglia in modo che nel cielo della nostra anima governi Dio e non satana, così che il nostro cuore resti attaccato a Dio e non all’infatuamento di questo mondo. Michele interviene dunque per far regnare Dio in noi. Solamente se Dio regna in noi, noi diventiamo veramente uomini”. (Anselm GRÜN, Ciascuno cerca il suo angelo, Queriniana, Brescia 2002, pp. 123-124). Molto opportunamente un autore gesuita attuale ci ricorda che: “San Michele è l’Angelo guerriero. La sua figura si formò in un’epoca in cui la guerra era parte della vita e in mezzo a un popolo per il quale lottare era esistere. Presso un popolo che combatte per la sua esistenza ci sono certamente legioni di Angeli che lo aiutano. Gesù stesso si ricordò di queste legioni di fronte agli avventati discepoli che pretendevano di salvarlo con la forza dall’arresto nel Getsemani: “Pensi forse che Io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?” (Mt 26, 53). Il Capitano di queste legioni è Michele”. (Carlos G. VALLES, La mia vita con gli Angeli, Città Nuova Editrice, Roma 1999, p. 51). In questo nostro ventunesimo secolo, quindi come s’impone pertanto la necessità di riprendere coscienza dell’incidenza che le forze demoniache hanno nelle prove della nostra vita, così è necessario ripristinare la devozione a quella angelica creatura di Dio, messaci a disposizione dalla Provvidenza proprio per affrontare e vincere le battaglie contro il potere delle tenebre. E’ bene riprendere coscienza della missione caratteristica che San Michele Arcangelo svolge nel ruolo della salvezza, e rivolgerci a lui in quei frangenti che, ad una considerazione oculata e prudente, richiedono il suo intervento specifico. Utili suggerimenti per una ripresa del culto al Principe delle milizie celesti si trovano nel bel libro di mons. Giuseppe Del Ton, pubblicato per i tipi dell’Editore Giardini di Pisa, e che porta il titolo “Verità su angeli e arcangeli”. Vi si parla anche di un sodalizio dedicato all’Arcangelo. Da tale associazione ci si può ottenere l’auspicata rifioritura della devozione a colui che ha vinto Satana (Oggi la Milizia di San Michele Arcangelo è stata rifondata presso l’antica Abbazia di Santa Maria la Nova a Campagna (SA.). Il tempo della vita su questa è per noi tutti il tempo della prova. Ricordiamoci dunque la fedeltà di san Michele, il suo grido di guerra ed il suo trionfo. Le nostre labbra invochino il suo nome, quel nome terribile all’inferno, poiché è da questo nome che la potenza di Satana è stata spezzata, ed il nostro cuore ridica il suo grido di vittoria: “Chi è come Dio?”. Noi attraverseremo senza fallire i giorni della prova, ed acquisiremo dei diritti alla ricompensa da Dio promessa ai valorosi che sulla terra, uniti all’esercito degli angeli del cielo, combattono il principe delle tenebre. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

L'INDUSTRIA DELLA DROGA E LA LEGALIZZAZIONE

Post n°2086 pubblicato il 19 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il traffico della droga e i connessi problemi di criminalità organizzata e di corruzione continuano a rappresentare un grave problema. Il 24 giugno l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODOC) ha pubblicato l’edizione 2009 del suo annuale Rapporto mondiale sulla droga. Il Rapporto mostra che il mercato globale della cocaina, degli oppiacei e della marijuana è in costante diminuzione. Per contro si stima in aumento nel mondo sviluppato la produzione e l’uso delle droghe sintetiche.
La coltivazione dell’oppio in Afghanistan, la fonte di più del 90% dell’oppio mondiale, si è ridotta del 19% nel 2008, secondo l’UNODC. La Colombia, che produce circa la metà della cocaina venduta nel mondo, ha registrato un simile declino di coltivazione, pari al 18%. Secondo il Rapporto, la produzione globale di coca è in calo da cinque anni consecutivi, nonostante alcune coltivazioni in Perù e Bolivia siano aumentate.
“Il mercato globale della cocaina, del valore di 50 miliardi di dollari, si sta incrinando”, ha affermato Antonio Maria Costa, Direttore esecutivo di UNODC, presentando il Rapporto a Washington.
“I livelli di purezza e le quantità confiscate (nei principali Paesi consumatori) sono in calo; i prezzi sono in aumento e le tipologie di consumo sono in mutamento. Questo può aiutare a spiegare la terribile esplosione di violenza in Paesi come il Messico. I cartelli dell’America centrale sono in lotta per mantenere un mercato in calo”, ha affermato. Riguardo alla marijuana, la droga più coltivata e consumata al mondo, il Rapporto ammette che mentre nei maggiori mercati i dati sul suo consumo sono costanti, vi è incertezza per i Paesi in via di sviluppo.
L’UNODC aggiunge che, dalla ricerca risulta che la marijuana sia più dannosa di quanto non si possa comunemente credere. Il tasso medio di THC (la sostanza attiva) contenuta nella marijuana idroponica del Nord America è quasi raddoppiato nel corso dell’ultimo decennio. Questo ha notevoli implicazioni sulla salute, come evidenziato dal significativo aumento nel numero delle persone che si sottopongono a cure, afferma il Rapporto.
Per quanto riguarda le droghe sintetiche – anfetamine, metanfetamine e ecstasy – il rapporto rileva che i dati sono contrastanti. Il loro uso si è livellato tra i Paesi sviluppati. Nel mondo in via di sviluppo, il timore è che la produzione e il consumo possano crescere, ma i dati statistici affidabili sono scarsi. Tuttavia è noto che esistono laboratori di dimensioni industriali in Asia sudorientale che producono quantità massicce di compresse di metanfetamine, crystal meth e altre sostanze come la ketamina, osserva il Rapporto.

MERCATO NERO

Costa ha rilevato che esiste oggi un mercato nero di enormi proporzioni. Tuttavia ha respinto l’idea che la legalizzazione delle droghe possa rappresentare una soluzione al problema. “Le droghe illecite sono un pericolo per la salute. Per questo le droghe sono e devono rimanere sotto controllo”, ha sostenuto.
“Le società non devono essere costrette a scegliere tra la tutela della salute e la tutela della sicurezza pubblica: si può e si deve fare entrambe le cose”, ha dichiarato. Piuttosto che legalizzare occorrerebbe stanziare più risorse per la prevenzione e la cura della tossicodipendenza e attuare misure più efficaci per combattere il crimine legato alla droga.
Questo non convince i fautori della legalizzazione. Le pagine editoriali del Wall Street Journal del 25 aprile hanno ospitato un dibattito tra opinioni divergenti sull’argomento. Steven B. Duke, professore di diritto della Yale Law School, si è dichiarato favorevole alla legalizzazione.
La sua tesi era che la depenalizzazione del possesso e dell’uso di marijuana porterebbe all’erario entrate miliardarie e eliminerebbe anche una fonte di violenza e di spargimento di sangue in Messico. Duke ha paragonato la situazione attuale, al proibizionismo degli Stati Uniti negli anni ’20. “L’unica soluzione duratura contro gli omicidi tra cartelli, nel Messico, è di legalizzare le altre droghe che abbiamo trascurato quando nel 1933 abbiamo abolito il proibizionismo”, ha affermato. Di avviso contrario è John P. Walters, vicepresidente del Hudson Institute e direttore dell’Office of National Drug Control Policy dal 2001 al 2009 sotto la Presidenza di George W. Bush.

NESSUN RILASSAMENTO

Walters ha precisato che il progresso ottenuto in Colombia dimostra chiaramente che è possibile ridurre la produzione di droga. Egli ha anche sostenuto che la storia insegna che un allentamento delle restrizioni porta ad un maggiore abuso e a più dipendenza. Egli ha osservato che la vigente normativa sugli stupefacenti è nata in risposta alla grande diffusione della droga e della violenza alla fine del XIX secolo. A quel tempo l’accesso ai medicinali a base di oppio e cocaina era libero. Come conseguenza di questa accessibilità vi sono stati circa 250.000 persone sotto dipendenza da oppiacei negli Stati Uniti, su una popolazione di 70 milioni.
Contro la droga si è espresso anche un’editorialista del quotidiano Australian, Miranda Devine, in alcuni recenti articoli. Scrivendo sul Sydney Morning Herald del 23 maggio, ha citato ex tossicodipendenti che criticano le politiche di riduzione del danno che lasciano indefinitivamente al metadone i dipendenti da eroina. Devine ha invece sostenuto i trattamenti di disintossicazione che liberano i drogati dalla dipendenza. Il 20 giugno, la stessa Devine è tornata sull’argomento mostrando l’esempio della Svezia in cui si è riusciti a vincere la guerra contro la droga. Da un Paese tra i più permissivi, la Svezia ha cambiato radicalmente registro penalizzando la droga e obbligando i drogati a disintossicarsi. In esito a questa politica, l’uso di droga in Svezia è notevolmente diminuito rispetto al resto dell’Europea dove vengono poste in atto politiche più permissive. Devine ha poi citato lo European School Survey Project On Alcohol And Other Drugs report del 2007, secondo cui, solo il 2% degli studenti svedesi tra i 15 e i 16 anni aveva fumato cannabis nei 30 giorni precedenti, rispetto al 20% della Spagna e al 18% della Repubblica ceca. L’ultimo Rapporto dell’UNODC sostiene anch’esso che l’uso della droga deve rimanere illecito. In molte aree della cooperazione internazionale si registrano risultati contrastanti, osserva il Rapporto. Per esempio, la lotta alla povertà molte volte fallisce, ma solo quando si arriva al tema della droga vi sono pressioni per abbandonare ogni sforzo.

PIU' MORTI

Il Rapporto osserva che le sostanze legali che creano dipendenza sono causa di molti più morti all’anno rispetto alle sostanze illegali. Infatti, si stima che circa 500 milioni di persone, oggi vive, moriranno a causa del tabacco. Questa differenza di mortalità non deriva dal fatto che le sostanze lecite siano farmacologicamente più dannose di quelle illecite, ma dal semplice fatto di essere legali e quindi più disponibili, sostiene il Rapporto.
Pertanto, se attualmente le sostanze illegali fossero legalizzate, la loro diffusione sicuramente aumenterebbe, per raggiungere magari i livelli delle sostanze lecite, provocando un notevole aumento della mortalità.
Il Rapporto osserva inoltre che la legalizzazione delle droghe avrebbe un impatto devastante sulle nazioni in via di sviluppo. Attualmente le popolazioni dei Paesi più poveri non si possono permettere l’acquisto di droghe illecite, proprio perché sono vietate. La loro legalizzazione le renderebbe più economiche, provocando un aumento enorme del loro consumo in quei Paesi. Attualmente si registra un problema simile per quanto riguarda il tabacco. Le politiche sanitarie e le restrizioni sulla pubblicità hanno ridotto il consumo di tabacco nei Paesi occidentali, mentre nei Paesi in via di sviluppo i livelli di consumo sono ancora molto elevati. Nel 2030, più dell’80% dei decessi da tabacco si concentrerà nei Paesi in via di sviluppo, secondo l’UNODC. “Questi Paesi non sono in grado di sostenere il peso della malattia. E sono ancora meno in grado di poter rinunciare a una parte della forza lavoro a causa di forme di dipendenza più immediatamente debilitanti”, avverte il Rapporto.
Alcuni sostengono che i costi derivanti dal controllo del narcotraffico siano maggiori dei benefici, osserva il Rapporto. Questo è un falso dilemma, secondo l’UNODC, ed è anzi urgente che la comunità internazionale si impegni maggiormente sul controllo del traffico di stupefacenti e sulla riduzione della violenza e della corruzione ad esso associati.
“Occorre progredire contemporaneamente sia nella lotta alla diffusione degli stupefacenti, sia nel contrasto alla criminalità”, conclude il Rapporto. Certamente non è un cammino facile, ma tutti gli elementi lo indicano come la via migliore per arginare la piaga della droga. -  Padre John Flynn - Zenit -

 
 
 

ORFANI DELLA MAMMA NONNA MA IN GRAN BRETAGNA CI RIPROVANO

Post n°2085 pubblicato il 19 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La morte della donna spagnola che a sessantasette anni, nel 2006 aveva dato alla luce due gemelli, ed era per questo considerata la partoriente più vecchia del mondo – ora i due gemelli si ritrovano orfani a tre anni, dopo essere stati concepiti in vitro con ovociti venduti e con seme di un donatore sconosciuto – è arrivata a pochi giorni da un’altra notizia in tema: una inglese settantaduenne si sta preparando al suo settimo tentativo di fecondazione in vitro. Anche lei, come a suo tempo la donna spagnola, ripete che “ogni madre può morire a qualsiasi età: io spero di vivere fino a cento anni, ma se non dovessi farcela chiederei a una delle mie amiche più giovani di fare da tutrice per il bambino”. Il problema vero, come al solito, non è il delirio di onnipotenza e l’idea che un inesistente “diritto al figlio” debba travolgere tutto e tutti (prima di tutto i figli eventualmente venuti al mondo). Il problema vero è che per ogni donna convinta – come l’ultrasettantenne inglese – che i bambini, se proprio va male, si possano lasciare in eredità come un appartamento, si trova sempre un medico pronto, dietro lauto compenso, a offrirle il supporto tecnico. Ma non chiamatela medicina, per favore. - Nicoletta Tiliacos - PiuVoce.net -

 
 
 

PARADOSSALE: UCCIDERE UN EMBRIONE DA UTILIZZARE PER CEARE UN NUOVO EMBRIONE

Post n°2084 pubblicato il 19 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ecco una nuova notizia "scientifica" dei soliti noti, visto che sono gli stessi della pecora Dolly e dell'embrione chimera. Ricerche pubblicizzate sulla stampa prima che esperti e scienziati possano valutarne i risultati non ancora pubblicati, ricerche che si spingono sempre oltre il limite etico in quanto utilizzano embrioni, che muoiono, per la sperimentazione; in questo caso è paradossale uccidere un embrione per ottenere sperma da utilizzare per creare un nuovo embrione. Inoltre si dice che lo scopo è combattere la sterilità, ma non è così. Non sono ricerche e studi che ne combattono le cause. Questi esperimenti non etici non garantiscono alcun risultato, anzi gli stessi scienziati ammettono che le cavie, ottenute con quello sperma ricreato in laboratorio, sono morte quasi subito, questo ci ricorda anche la famosa pecora Dolly che era morta per invecchiamento precoce. Come non ricordare lo scandalo in Corea del Sud delle ricerche sulla clonazione, presentate come grandi scoperte scientifiche e poi risoltesi come una grande bugia col solo scopo di reperire fondi per la ricerca? Perché non ricordare come proprio dalla Gran Bretagna continuino ad arrivare "notizie" su ricerche su embrioni e embrioni-chimera, mentre le più recenti scoperte mostrano i grandi vantaggi e i successi ottenuti dalla ricerca sulle cellule staminali adulte piuttosto che su quelle embrionali? Perché continue campagne d'informazione su pillole varie, senza parlare dei loro rischi e delle conseguenze sulla fertilità sia femminile che maschile (recenti studi mostrano che i principi attivi delle pillole si ritrovano in diverse falde acquifere). Perché non parlare di una corretta prevenzione dei fattori di rischio che possono portare all'infertilità? Perché non investire sulle tecniche che realmente aiutano a superare i problemi di sterilità?
Ci sembra che lo scopo di questi scoop-esperimenti serva solo per avere pubblicità e quindi nuovi fondi, più che cercare di risolvere le malattie o i problemi in maniera seria ed efficace. Tendono sempre a seguire quella logica che separa l'atto sessuale dall'atto procreativo, una sessualità separata dall'apertura alla vita, che tende ad essere usata e proposta solo come atto sessuale, come detto da Benedetto XVI nella “Deus Caritas Est”: "L'uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità; la sfida dell'eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita. Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se, d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza."(n.5) “L'eros degradato a puro «sesso» diventa merce, una semplice «cosa» che si può comprare e vendere, anzi, l'uomo stesso diventa merce”. Come affermava Paolo VI nell'”Humane Vitae”: "l’amore coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missione di paternità responsabile" (n.10), l’atto coniugale ha due significati, unitivo e procreativo e "mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna. Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore ed il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità" (n.12). Quindi per sua natura l'uomo è chiamato a compartecipare all'opera creatrice e a dare un proseguimento alla storia nella generazione di nuove vita umane, eliminare questo suo ruolo ne limita anche l'umanità. Tutte queste ricerche temiamo siano orientate e vadano nella direzione di idee della sessualità dove si negano addirittura la natura di donna e uomo e la loro specificità confondendola con l'idea di gender, sostenendo cioè ricerche ad hoc per chi vive una sessualità intrinsecamente chiusa alla vita. -   CulturaCattolica -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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