ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 25/07/2009

LEI MI HA INGIUSTAMENTE SOTTRATTO QUESTA ANIMA CHE APPARE DAVANTI A TE

Post n°2111 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dopo la morte del figlio, Santa Brigida fu trasportata in un vasto e magnifico palazzo. Vide Gesù Cristo assiso nel suo tribunale e circondato da una innumerevole corte di Angeli e di Santi. Vicino a Lui stava la Sua Santa Madre, che ascoltava attentamente il giudizio.
La Santa scorse ai piedi del Giudice, sotto forma di un neonato, l'anima del defunto, tremante, che non poteva né vedere né capire quello che succedeva, ma avendone la intima percezione. Alla destra del Giudice e molto vicino all'anima stava un Angelo ; il demonio stava a sinistra, ma né l'uno né l'altro toccavano l'anima. Il demonio si mise allora a gridare : « Ascolta, Giudice onnipotente. Mi devo lamentare di una donna che è contemporaneamente la mia Sovrana e tua Madre, alla quale il tuo amore ha donato ogni potere sia in cielo che in terra e su di noi, demoni dell'inferno. Lei mi ha ingiustamente rapito l'anima che si trova davanti a Te. Poiché, con tutta giustizia, avevo il diritto di impossessarmi di questa anima quando ha abbandonato il corpo e accompagnarla, con i miei compagni, davanti al Tuo tribunale. Ora, giusto Giudice, l'anima non era ancora uscita, per così dire, dal corpo, quando questa donna, Tua Madre, se ne è impossessata, coprendola con la sua potente protezione, e l'ha portata alla Tua presenza. »
La Beata Vergine Maria, Madre di Dio, così rispose : « Ascolta, Satana, la mia risposta. Quando uscisti dalle mani del Creatore, tu avevi l'intelligenza della giustizia che si trova in Dio, sin dall'eternità e senza inizio. Hai anche la libertà di agire a tuo piacimento e, benché tu abbia preferito odiare Dio invece di offrirgli il tuo cuore, sai perfettamente ciò che esige la giustizia. Ora ti dico che ho più diritto di te a presentare quest'anima a Dio, il suo Giudice. Poiché, durante il suo soggiorno sulla terra, mi ha testimoniato un grande affetto; non cessava di ricordarsi che Dio si degnò di scegliermi come sua Madre e che ha voluto esaltarmi al di sopra di tutte le creature. Pensando poi ai privilegi dei quali Dio desiderò onorarmi, questa anima ispirava un tale amore che ripeteva costantemente : ' Mi sento tanto felice vedendo la Santissima Vergine Maria, più amata da Dio di qualsiasi altra creatura, che per nulla al mondo, rinuncerei a questa allegria che sento. Inoltre, metto questa gioia al di sopra di tutti i piaceri della terra e, se fosse possibile che Maria perdesse per un solo istante un poco della sua elevata dignità, vorrei, se mi fosse dato di impedirlo, essere tormentata eternamente negli abissi dell'inferno, piuttosto che vederla oltraggiata. Quindi, gloria eterna e azioni di grazia infinite a Dio, per questo singolare favore e questa immensa gloria che ha donato alla sua Beata Madre.' »
« Vedi, Satana, in quali condizioni quest'uomo è morto. Cosa ti sembra, allora ? Non ti sembra giusto che io prendessi quest'anima sotto la mia protezione dinanzi al tribunale di Dio ? Pensi che potrei lasciarla cadere nelle tue mani perché fosse sottoposta ai tuoi supplizi ? ». E Satana domandò nuovamente :
« Perché, oh Regina, nell'ora dell'agonia di quest'anima, ci hai messo in fuga in tale maniera che nessuno potesse tormentarla o terrorizzarla ? » La Vergine replicò : « L'ho fatto per l'ardente amore che aveva per me. » -  Vita di Santa Brigida, Libro II cap. XXXI - Nel Nome del Padre -

 
 
 

MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 LUGLIO 2009

Post n°2110 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari figli, questo tempo sia per voi tempo di preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Forse pochi se ne rendono conto, ma stiamo entrando nel cuore della battaglia tra la Donna vestita di sole ed il diavolo, tra la stirpe di Maria e gli adepti di satana. Il male è entrato nel mondo a causa della disobbedienza di Adamo ed Eva, ma oggi il male ha una forza maggiore rispetto al passato, perchè come disse Papa Paolo VI°, "il male non è più una deficienza, ma un'efficienza"! Tv, stampa, alcune musiche etc. sono piene di veleno e di illusioni che inducono l'uomo a peccare, a sbagliare e cosa peggiore ad allontanarlo da Dio. Purtroppo l'uomo quando ascolta le seduzioni del demonio, assecondando il proprio egoismo, agendo da empio, diventa (consapevolmente o inconsapevolmente) uno strumento del maligno. Se ci guardiamo attorno, vediamo che la nostra società ha raggiunto un tale degrado e corruzione, che non ha altre conseguenze che la disgregazione, la divisione, la violenza, l'ingiustizia e... la guerra. Quello che permette a satana di agire in modo nefasto, è il peccato, ogni qual volta non rispettiamo l'alleanza con il Signore. Anche il non ascoltare i nostri pastori, soprattutto il Papa (che in materia di fede, per volere di Cristo stesso, ha il carisma dell'infallibilità!), ci allontana da Dio e da Gesù Cristo e ci mette in condizioni negative perchè ci espone di più al potere del maligno. Per questo le apparizioni mariane sono aumentate considerevolmente e potremmo considerare l'inizio delle apparizioni moderne e l'era di Maria, dall'apparizione della Madonna a S. Caterina Labourè alla Rue du Bac di Parigi, nel 1830. Qui la Madonna donò la medaglia miracolosa per portarla come segno e sigillo di appartenenza a Lei. Seguirono poi altre apparizioni, tra cui ricordiamo La Salette, Lourdes, Fatima (rivalutando l'importanza della preghiera del Rosario e del Cuore Immacolato di maria), Amsterdam, Medjugorje etc. etc. La Chiesa di oggi ha bisogno più che mai di una nuova Pentecoste. Nel primo cenacolo di Gerusalemme, gli apostoli si erano nascosti e lì, insieme alla Vergine Maria, pregavano assiduamente, fino a quando scese lo Spirito Santo su tutti loro! E' lì che tutti gli apostoli vengono trasformati: da paurosi ad eroi (tutti hanno versato il sangue), da ignoranti a dotti, sapienti e pieni di scienza! Potremmo dire che la Chiesa nasce proprio in questo momento, a cui fu presente la Madonna, Madre della Chiesa. Per questo, anche oggi come allora, è necessario rispondere all'appello di Maria e oltre che pregare singolarmente, cercare di riunirci in gruppi di preghiera, o meglio, in cenacoli di preghiera consacrati al Suo Cuore Immacolato e pregare il Rosario. E' così che trionferà il Cuore immacolato di Maria e scenderà finalmente una nuova Pentecoste sul noi ed il mondo intero. Il potere satanico, verrà annientato e seguirà un'era di vera Pace e giustizia! Ma dobbiamo rispondere! Come? Ebbene in questo modo: pregare il Rosario, soprattutto in famiglia, in parrocchia, formare anche cenacoli di preghiera e consacrandoci al Suo Cuore Immacolato, confessarci almeno una volta al mese (anche una a settimana se occorre), prendere parte all'Eucaristia quotidiana, digiunare o fare delle piccole rinunce, leggere la Bibbia. Se così faremo, prepareremo il terreno fertile al trionfo del Cuore Immacolato di Maria e con esso, il trionfo di Gesù Cristo!

 
 
 

LE STAMINALI DAGLI EMBRIONI? SONO UN BLUFF

Post n°2109 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«La Chiesa non è affatto contro la scienza. La Chiesa ascolta, studia, riflette. È la stessa scienza, nel caso della ricerca sulle cellule staminali, a dimostrare che la cosiddetta “clonazione terapeutica” che usa gli embrioni è un metodo obsoleto, che non da risultati…». Monsignor Francesco Follo, originario di Pandino (Cremona), 62 anni, da sette è l’osservatore permanente della Santa Sede all’Unesco. Ha partecipato alla sesta sessione del Comitato intergovernativo di bioetica che si è svolto a Parigi nei giorni scorsi.
Il prefetto dell’Archivio vaticano ha detto di recente che la Chiesa verso la ricerca sulle staminali rischia di usare gli stessi preconcetti della condanna di Galileo. È vero?

«Non mi sembra proprio. La Chiesa è contraria alla creazione e alla manipolazione degli embrioni e dunque alla clonazione di embrioni umani geneticamente uguali alle cellule del paziente. Ma da circa due anni sono state ottenute le staminali Ips (Induced pluripotent stem cells) usando le cellule della pelle. In questo modo non si pone il problema del rigetto, che invece si presenterebbe con l’uso di cellule embrionali. Questo nuovo metodo rende obsoleta la clonazione. E risolve il grave problema morale che esisteva con il metodo precedente».
Sta parlando in termini scientifici o di fede?

«La conclusione a cui alludevo, e della quale si è discusso nei giorni scorsi all’Unesco, è stata tratta da scienziati come Ian Wilmunt, il ricercatore che ha prodotto la pecora Dolly, il primo mammifero clonato nel 1997, e James A. Thomson, lo scienziato che per primo, nel 1998, annunciò di aver ottenuto cellule staminali “pluripotenti” dagli embrioni umani. Sono loro stessi a dire che la nuova tecnica è migliore. Anche se va detto che l’utilizzo terapeutico delle staminali presenta molti problemi, negli ultimi mesi sono stati annunciati i primi successi nell’ottenimento di Ips grazie alle cellule della pelle senza il pericolo della formazione di tumori, come avveniva in precedenza».

Perché se le staminali embrionali sono un metodo vecchio e inefficace il presidente Barack Obama ha rifinanziato la ricerca?
«La ricerca ha fatto molti passi in avanti, non sempre i politici sono informati, come dimostra anche un certo dibattito in Italia. Ci possono essere poi resistenze dovute alla volontà di usare embrioni già congelati, di portare a termine ricerche già in corso, o anche per una pregiudiziale ideologica. Devo dire però che all’Unesco ci si sta aprendo a queste positive novità scientifiche».

Un gruppo di ricercatori britannici ha annunciato di aver clonato degli spermatozoi. Come commenta?

«La clonazione per noi non è accettabile sia per motivi morali, sia scientifici. Mi chiedo quale sia lo scopo. La libertà di ricerca non vuol dire poter fare tutto quello che il ricercatore ritiene fattibile. Se non si riflette sul senso di quello che si fa, allora quello che si fa diventa il senso della vita. Un’altra osservazione è che non tutto ciò che è legale diventa morale. Un tempo erano i teologi che dettavano le norme morali. Poi è stata la volta dei filosofi, si è quindi passati agli scienziati. Adesso non sono più neanche gli scienziati, ma i tecnici e la tecnologia. Così si banalizza la dimensione etica, perché c’è un corto circuito pratico e concettuale. Nella recente enciclica sociale Caritas in veritate Benedetto XVI mette in guardia dalla “pretesa prometeica” secondo la quale l’umanità ritiene di potersi ricreare avvalendosi dei “prodigi” della tecnologia. La tecnica non può avere una libertà assoluta. Mi sembra di notare, nel dibattito a cui ho assistito a Parigi, che ci si stia anche rendendo conto di come i problemi etici non possano essere lasciati in balia delle maggioranze o delle minoranze».

Non c’è il rischio, con questi divieti, di creare uno «Stato etico»?

«Io in questi casi preferisco non parlare di bioetica ma di bio-diritto. Gli Stati e Organizzazioni multilaterali quali l’Unesco, secondo me, dovrebbero elaborare un bio-diritto, che non è un’etica». - di Andrea Tornielli -

 
 
 

IL CALICE DI CRISTO, SENSO DEL MISTERO DI CRISTO E DELLA VOCAZIONE Di SAN GIACOMO

Post n°2108 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Calicem quidem meum bibetis” (Mt. 20, 21). Giacomo è uno dei dodici apostoli, fratello di Giovanni, l’Apostolo Prediletto, figlio di Zebedeo, un pescatore del Lago, è stato spesso scelto tra tutti gli Apostoli con Pietro e suo fratello per accompagnare il Signore nelle ore di intimità e di grazie riservate ad essi soli. Egli era al Tabor. Doveva essere al Getsemani, molto più vicino degli altri a Gesù. E’ detto il Maggiore per distinguerlo dall’altro Giacomo, cugino di Gesù. E’ noto che il Signore soprannominava i due fratelli “i figli del tuono”, per il loro temperamento ardente. I vangeli raccontano in particolare la sua vocazione, avvenuta mentre stava riparando le reti sulla riva, insieme a suo fratello. Quando Gesù passò  di là e li chiamò, Giovanni e Giacomo abbandonarono tutto all’istante e lo seguirono. Sua madre, Maria Salomè, sposa di Zebedeo, aveva ovviamente dell’ambizione per i suoi figli. Disgraziatamente ella non aveva capito il senso profondo del mistero del Regno di Dio ; le sue vedute erano del tutto umane per chiedere a Gesù i primi due posti di importanti incarichi di potere e di comando presso di Lui per i suoi due figli, l’uno a destra e l’altro a sinistra del Maestro. Simile sollecitazione carrieristica attirò l’indignazione, forse la gelosia, degli altri Apostoli che non s’imbarazzarono nei loro rimproveri. Ella provocò una risposta di Gesù che è importante ed istruttiva sul vero senso del regno di Dio ed il posto al quale ognuno può pretendere. A Dio è riservata la scelta dei posti destinati ad ognuno. Ma ai membri di questo regno la richiesta che si pone non è né quella dell’egoismo, dell’ambizione o dell’interesse, è una richiesta di sacrificio. Si entra in questo regno per una “porta stretta”. Non si segue Cristo senza “bere al suo calice”, senza “portare la croce”. La lezione del Vangelo è talvolta austera, ancorché la mortificazione non sia l’ultima parola del Vangelo d’amore e di pace. Ma la vera strada della carità è rude : è un cammino faticoso di croce. Non si può cambiare né Cristo, né la sua Chiesa, né il suo Vangelo. La moglie di Zebedeo non aveva cattivi disegni per i suoi cari figli :  semplicemente ella non aveva ancora capito “il mistero di Cristo”, né il senso profondo della vocazione degli Apostoli che erano i suoi due figli. La diversione di Nostro Signore Gesù di fronte alla sua richiesta è suggestiva. Essa porta singolarmente più lontano che alle orecchie di questa povera mamma, in richiesta di vantaggi materiali per i suoi. Da ciò della sua richiesta, quanti calcoli, quanti trattati, quante speranze  troppo umane in delle anime e dei cuori di uomini e di donne, anche quando si tratta di cose sacre, vicine a Dio, a Cristo, alla sua Chiesa ! La risposta dei figli di Zebedeo è coraggiosa e fiduciosa. Sanno a cosa s’impegnano ? Od almeno percepiscono i rischi del loro impegno? “Essi hanno bevuto il calice di Cristo”. Giovanni è stato messo nell’olio bollente, da dove è uscito vivo. Di tutti gli Apostoli egli è morto per ultimo, verso la fine del primo secolo, Giacomo, al contrario, è stato il primo degli Apostoli a versare il suo sangue per il proprio Maestro, a Gerusalemme stessa nel 42 d. C. San Giacomo è il protettore dei pellegrini dei cavalieri e dei militari. E’ il Patrono della Spagna e la sua intercessione veniva invocata nella lotta contro gli infedeli. E’ al grido di “ San Giacomo! Spagna avanti!” che per parecchi secoli i cattolici faranno la lotta ai mussulmani nella penisola iberica e alla fine riusciranno a ricacciare i mori in Africa. San Giacomo invocato dall’esercito crociato, comparve nella battaglia di Clavijo sotto la forma di grande cavaliere su un cavallo bianco e con la spada sguainata. Da allora gli è rimasto l’appellativo di “Matamoros”. Signore Gesù, dacci il tuo spirito per ben comprendere il tuo Vangelo, le tue parole, i tuoi esempi e per  rendere nella tua Chiesa la buona testimonianza che tu attendi da ognuno di noi. “Il tuo calice” è per tutti quelli che ti amano e vogliono seriamente e sinceramente camminare al tuo seguito. Ma come per i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, ognuno ha la sua parte di questa coppa comune ed indispensabile. Che basti  ad ognuno di noi, di rimetterci al tuo pensiero ed alla tua volontà su di noi, di ricordarci della risposta coraggiosa e netta di Giacomo e di Giovanni, “noi possiamo bere il vostro calice” e, come essi,  restare fedelmente attaccati a te nel ricordo del Tabor, della Cena e del Getsemani. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

LA VERITA' SULL'INQUISIZIONE DAGLI ATTI DEL SIMPOSIO INTERNAZIONALE VOLUTO DA GIOVANNI PAOLO II

Post n°2107 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La cultura è ciò che ci viene insegnato, l’insieme di nozioni che negli anni costituiscono, appunto, il bagaglio culturale di ognuno di noi. C’è da dire che solitamente si tende ad accomunare etica e cultura e, seppur la nostra morale si fonda su quanto di intrinseco ed innato plasma la nostra coscienza, diversamente la cultura è “voluta dagli uomini”, si persevera in questo errore. Oggi ho deciso di parlarvi degli Atti del Simposio che, sconosciuti ai più, rappresentano la più grande ed ufficiale raccolta delle sentenze emanate dalla Santa Inquisizione, nonché il più autorevole testo storico che analizza l’argomento. Dedicherò altri articoli a questa leggenda nera e popolare, principalmente perché tutti i cattoprogressisti, comunisti, atei, massoni e gnostici, fanno di questo argomento oggetto di discredito nei confronti della Santa Chiesa di Roma. Non scenderò eccessivamente nei particolari, ma vi riporterò l’ufficialità dei documenti storici in merito al Tribunale della Santa Inquisizione e, in futuro, pubblicherò altri articoli che sto preparando con estrema cautela, dovizie di particolari e notevoli riferimenti storico/sociali. Sui libri di storia, parliamoci chiaramente, se ne leggono di “tutti i colori” e, dato che si vive ahimé solo per lavorare e “tirare la carretta”, non si ha tempo per approfondire, scendere nei particolari e verificare la veridicità di quanto i governi ci insegnano “mendacemente”. In merito alla Santa Inquisizione si legge spesso “causò centinaia di migliaia di vittime, condannandole al rogo” … questo è falso, storicamente infondato, è frutto delle visioni di qualche storico (ovvero il 90%) progressista e controllato dalla stampa massonica; l’Inquisizione uccise meno di cento persone, condannandole al rogo e per queste vittime la Chiesa chiede perdono; dunque analizziamo la realtà (e non le Favolette di Cappuccetto Rosso) ed i documenti del Simposio Internazionale. Tempo fa, ed ovviamente le trasmissioni di regime non ne hanno parlato, “nella Sala Stampa Vaticana è stato presentato il volume "L'Inquisizione", Atti del Simposio Internazionale, promosso dalla Commissione teologico-storica del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000. Nell'occasione, il prof. Agostino Borromeo, curatore del libro, ha tracciato una breve storia dell'Inquisizione. "Con il termine Inquisizione, - ha spiegato Borromeo - si suole designare un complesso di tribunali ecclesiastici, il cui titolare, in base ad espressa delega papale, era investito della giurisdizione riguardante uno specifico delitto, il delitto di eresia". "Durante il pontificato di Gregorio XI (1227-1241) cominciano ad agire speciali commissari (inquisitores) delegati dalla Sede Apostolica con il compito di combattere l'eresia in determinate regioni. Progressivamente, con il trascorrere del tempo, il papato dotò questa istituzione di una propria organizzazione, una propria burocrazia e una propria normativa (specialmente in materia di procedure processuali)". L'Inquisizione, particolarmente attiva nei secoli XIII e XIV nel combattere i movimenti ereticali medievali (soprattutto catari e valdesi), conobbe una fase di declino nel secolo XV, registrando una rilevante ripresa della sua attività nel XVI e nel XVII secolo con la fondazione dei nuovi tribunali della penisola iberica (la cui azione fu principalmente rivolta contro i falsi convertiti dal giudaismo e dall'islamismo) e la creazione del Sant'Ufficio romano, concepito inizialmente come strumento per la lotta contro la diffusione del protestantesimo. I tribunali finiranno con l'essere soppressi tra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX secolo sotto la spinta delle idee illuministiche e con l'affermarsi dell'ideologia liberale, mentre continuerà a sopravvivere la Congregazione romana del Sant'Ufficio fino alla radicale riforma operata da Paolo VI nel 1965, che ne muterà il nome in quello odierno di Congregazione per la Dottrina della Fede. Su 100.000 processi effettuati da tribunali civili ed ecclesiastici secondo la procedura dell'Inquisizione, "le condanne al rogo comminate da tribunali ecclesiastici sono state 4 in Portogallo, 59 in Spagna, 36 in Italia, in tutto, quindi, meno di 100 casi", ha precisato il prof. Borromeo. Ciò sfata la leggenda nera sull'Inquisizione, creata ad arte dalla propaganda anticattolica. Prendendo spunto da quanto affermato dal prof. Borromeo, il Card. Georges Cottier, Pro-Teologo della Casa Pontificia, ha detto che "una domanda di perdono che la Chiesa deve fare a riguardo dei propri errori del passato, non può riguardare che fatti veri e obbiettivamente riconosciuti. Non si chiede cioè perdono per alcune immagini diffuse all'opinione pubblica, che hanno più del mito che della realtà". "La Chiesa" ha continuato il Card. Cottier "non vuole domandare perdono in maniera disordinata, ma con la conoscenza effettiva di ciò che è successo, anche perché la verità non può far paura". Inquisizione: Santa Sede, i "luoghi comuni" su "caccia alle streghe" e pena di morte (Sir, 16.06.04) [...] "Ormai gli storici - ha affermato il relatore [Agostino Borromeo, curatore del volume su "L'inquisizione", presentato in Vaticano] - non usano più il tema dell'Inquisizione come strumento per difendere o attaccare la Chiesa", perché a differenza di quanto in passato "il dibattito si è spostato sul piano storico, con statistiche serie", anche grazie al "grosso passo avanti" rappresentato dall'apertura degli archivi segreti dell'ex Congregazione del Sant'Uffizio, voluta dal Papa nel 1998. "Oggi è possibile fare la storia dell'Inquisizione prescindendo dai luoghi comuni perpetrati fino all'Ottocento", ha puntualizzato lo studioso. Interrogato dai giornalisti sulla "caccia alle streghe", Borromeo ha citato, in particolare, l'attività dell'Inquisizione spagnola, che su 125.000 processi ha mandato al rogo 59 "streghe"; 36 ne sono state bruciate in Italia, 4 in Portogallo."Se si sommano questi dati - ha commentato - non arriviamo neanche ad un centinaio di casi, contro i 50.000 di persone condannate al rogo, in prevalenza dai tribunali civili, su un totale di 100.000 processi (civili ed ecclesiastici) celebrati in tutta Europa nell'età moderna".
Analogo discorso per la pena di morte: sui 44.674 processi celebrati dall'Inquisizione spagnola tra il 1540 e il 1700, si legge nel volume, i condannati a rogo ammontano all'1,8%, cui va aggiunto un altro 1,7% di condannati a morte in contumacia (veniva bruciato un manichino con il nome e cognome della persona che si era data alla fuga). Per quanto riguarda, invece l'Italia, il tribunale dell'Inquisizione di Aquileia-Concordia (nella diocesi di Udine), tra i primi 1.000 processi istruiti, i condannati a morte sono stati solo 5 (lo 0,5%). Numeri più "alti", invece, per l'Inquisizione portoghese: tra il 1540 e il 1629 su 13.255 processi, le condanne a morte costituirono il 5,7%, anche se negli anni successivi l'attività repressiva è calata progressivamente”. [Inquisizione: sfatata la leggenda nera. La grandezza della Chiesa viene a galla (Corrispondenza romana 861/03 del 19.06.04)]. “Lo scopo del Simposio tenutosi dal 29 al 31 ottobre 1998” ha detto il Card. Georges Cottier, Pro-Teologo della Casa Pontificia, “fu di carattere scientifico. Perché una domanda di perdono che la Chiesa deve fare a riguardo dei propri errori del passato, non può riguardare che fatti veri e obbiettivamente riconosciuti. Non si chiede cioè perdono per alcune immagini diffuse all’opinione pubblica, che hanno più del mito che della realtà. Non per niente la Commissione è stata dichiarata Storico-teologica. Il contributo di storici era di fatto indispensabile”. Riconoscendo le verità storiche circa l’Inquisizione, dice, dunque il Card. Cottier che “la Chiesa non vuole domandare perdono in maniera disordinata, ma con la conoscenza effettiva di ciò che è successo anche perché la verità non può far paura. Inoltre la Chiesa vuole domandare perdono a Dio e agli uomini per il peccato dei propri fratelli che possono, influenzati dalla mentalità dei tempi, aver usato violenza in nome della verità e, chiedendo perdono, riconosce che il peccato dei propri fratelli e anche il proprio”. “Fu Giovanni Paolo II a chiedere chiarezza sull’Inquisizione” ha ricordato il Card. Roger Etchegaray, già Presidente del Comitato per il Grande Giubileo dell’Anno 2000, “ricordando la Tertio millennio adveniente che evoca l’inquisizione come un capitolo doloroso sul quale i Figli della Chiesa non possono non tornare con animo aperto al pentimento (n.35)”. È ancora Giovanni Paolo II a ricordare, in una lettera scritta al Card. Etchegaray proprio in occasione della pubblicazione degli Atti che “È giusto che la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell’arco della storia, essi si sono allontanati dallo spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo. Nell’opinione pubblica l’immagine dell’Inquisizione rappresenta quasi il simbolo di tale antitestimonianza e di scandalo. In quel misura questa immagine è fedele alla realtà? Prima di chiedere perdono, è necessario avere una conoscenza esatta dei fatti e collocare le mancanze rispetto alle esigenze evangeliche là dove esse effettivamente si trovano”. [Agenzia Fides]. - Carlo Maria di Pietro - Pontifex -

 
 
 

SANTO PADRE: LA MISERICORDIA DI DIO E' IL "VERO POTERE"

Post n°2106 pubblicato il 25 Luglio 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

A un mondo dominato dall'ingiustizia, assetato di amore e abituato a misurare il potere sul possesso e la forza, Dio ha mostrato il suo volto di misericordia, sacrificando suo Figlio sulla Croce. E' quanto ha detto il Papa nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, dedicata a Maria Assunta, alla presenza di circa 400 persone in rappresentanza dei sacerdoti, religiosi e laici di tutta la comunità diocesana. L'incontro si inseriva nella cornice delle celebrazioni per il 90° centenario della morte di Sant’Anselmo d'Aosta (1033-1109), da molti indicato come il “padre della scolastica” e conosciuto anche come “Dottore Magnifico”, che fu monaco benedettino, filosofo e teologo, Abate del monastero di Bec, in Normandia, e alla fine Arcivescovo di Canterbury. Le celebrazioni per l’Anno Anselmiano hanno avuto il loro culmine il 21 aprile corso, in questa stessa cattedrale, in occasione dell'inaugurazione del Cenotafio di Sant'Anselmo e con la Messa presieduta dal Cardinale Giacomo Biffi, inviato speciale del Santo Padre per le celebrazioni.
Dopo la preghiera dei Vespri, Benedetto XVI ha quindi preso la parola per pronunciare una omelia a braccio, incentrata su alcuni passaggi della Lettera di San Paolo ai Romani, e nella quale ha sottolineato il carattere fondamentale del rapporto tra l'uomo e Dio.
“Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente – ha infatti avvertito – manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare”. Tuttavia di fronte a un Dio che “sembra assente, molto lontano”, che “non sembra entrare nella nostra vita quotidiana”, è il mistero della Croce che interviene a rendercelo vicino: “Questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare”. Oggi tuttavia, ha osservato il Papa, si avverte anche un'altra paura, la minaccia dell'onnipotenza, che “sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte”. Al contrario, ha spiegato, “dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà”. “Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia – ha continuato –, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere”. Infatti, a un concetto comunemente accettato di potere come corollario del denaro o della forza militare, Dio oppone il “potere di grazia e misericordia”. “Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino”, ha detto Benedetto XVI. E a chi domanda “perché era necessario soffrire per salvare il mondo”, il Papa risponde che “nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia”. “Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia – ha continuato –. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore”. Ma con il sacrificio del Figlio sulla Croce Dio ci ha voluti anche invitare “a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo”, per “entrare nel fiume del suo amore” e divenire, come ricordava San Paolo nel cap. 12 della sua Lettera ai Romani, “un sacrificio vivente” per “trasformare così il mondo”. Nell'Anno sacerdotale appena iniziato, il Papa ha accennato brevemente al compito del sacerdote chiamato a “consacrare il mondo perché diventi 'ostia vivente', perché il mondo diventi liturgia”, e ad essere al contempo “annuncio di Dio”, “porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino”. Infatti, ha detto il Papa, la nostra umanità affamata non solo di pane, ma anche di giustizia e di amore ha bisogno di conoscere Dio. Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore”, ha concluso con una invocazione il Pontefice.
- ZENIT- -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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