ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 05/08/2009

PAKISTAN: IL MARTIRIO DEI CRISTIANI NEL SILENZIO INTERNAZIONALE

Post n°2162 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nonostate sia tornata la calma è ancora massima allerta a Gojra, la cittadina pakistana del Punjab, teatro nei giorni scorsi di un terribile attacco contro la comunità cristiana da parte di fondamentalisti islamici. La polizia sta interrogando duecento persone sospettate di aver partecipato alle aggressioni che hanno causato la morte di otto cristiani. Una organizzazione locale per i diritti umani ha denunciato il fatto che le violenze non sono state spontanee ma premeditate e che dietro c'è Al-Qaeda. Intanto il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, con una lettera alla presidenza di turno svedese dell’Ue ha esortato l’Europa a lanciare un forte segnale contro le violenze anticristiane nel prossimo Consiglio dei ministri di settembre. Le aggressioni ai cristiani - ha affermato - si moltiplicano in tutto il mondo ed è arrivato il momento di dire basta. "La Ue non si può disinteressare – ha aggiunto - non può chiudere gli occhi". Ma per quale motivo in Pakistan i cristiani sono al centro di queste dure persecuzioni? Federico Piana lo ha chiesto Renzo Guolo, professore di sociologia delle religioni alle università di Padova e Torino:

R. – Sia l’ambiente islamista radicale che i partiti religiosi più vicini a questi movimenti vedono nei cristiani una sorta di "presenza impura", nel senso che vi è quasi una sorta di equazione tra cristianità ed Occidente. Quindi, nella sostanza, questa sorta di equiparazione fa sì che i cristiani siano diventati bersagli. E’ chiaro che laddove vi sono movimenti che hanno una visione ideologica così rigida, così fondamentalista, i cristiani non sono considerate persone che condividono lo stesso riferimento al monoteismo, seppure in una tradizione religiosa diversa, ma sostanzialmente eretici come gli altri, che non condividono quella linea di discendenza religiosa. Questo elemento fa sì che diventino il bersaglio simbolico. Non vi sono tensioni che hanno a che fare con l’elemento politico, proprio perché la minoranza cristiana è una minoranza che vive pacificamente e non pone problemi nemmeno dal punto di vista della divisione del potere.
 
D. – Professore, non pensa che di queste stragi se ne parli sempre troppo poco?
 
R. – Sicuramente, perché sono stragi che in qualche modo vengono messe in secondo piano, rispetto a quelle che hanno obiettivi politici. Il problema riguarda in parte il Pakistan, in quanto tale, perché la situazione è talmente delicata che ciascuno cerca di non mettere troppa carne al fuoco rispetto a questo Paese, proprio perché sappiamo benissimo che è un Paese chiave, cerniera, nell’area, e che oltretutto è dotato di arma atomica e la sua caduta in mano a gruppi fondamentalisti sarebbe un problema internazionale molto, molto rilevante. Ma è evidente che c’è scarsa attenzione. E’ come se quello che avviene ai cristiani e ad alcune situazioni in cui sono in minoranza, come all’interno di taluni Paesi islamici, quasi passasse in secondo piano, non facesse notizia e si desse per scontato che sono una sorta di vittime obbligate, legate alla loro situazione e condizione in quel Paese. Invece sappiamo benissimo che non è così, e non deve essere così. - radiovaticana -
 

 
 
 

LASCIATE STARE DON PEPPE DIANA

Post n°2161 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Strano paese, l'Italia. In cui anche delle persone chiaramente in odore di antimafia (e che lo hanno dimostrato con la propria vita e – soprattutto- morte) vengono dubbiosamente messe in discussione. Come nel caso di don Peppe Diana, sacerdote campano ucciso nel 1994 a Casal di Principe (NA), il cui essere “martire” viene messo in dubbio dall'onorevole Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Ecomafie e – come ricorda Repubblica – ex legale, 12 anni fa, di Nunzio De Falco, condannato in appello come mandante dell'omicidio del sacerdote. “Prima – aveva detto il deputato PdL – va chiarito il movente del suo delitto”. Don Peppe Diana, lo ricordiamo agli smemorati, è stato ucciso mentre si preparava a dire messa nella sua parrocchia. Vorremmo sempre ricordare agli smemorati che per la dottrina cattolica chi viene ucciso in odio alla fede cattolica è automaticamente un martire. Perché ha offerto quella che in greco è la martiria, ossia la “testimonianza” della fede in Cristo. E questo sono i martiri: testimoni. Sonia Alfano (Italia dei valori), dell'Associazione vittime di mafia, dice che “Quelle di Pecorella sono dichiarazioni disgustose con lo scopo d'infangare la memoria del pastore che osò sfidare la camorra a viso aperto”. A proposito di sfidare la camorra a viso aperto e i dubbi sul movente del delitto Diana (alcuni giornali o presunti tali scrissero che forse don Peppe nascondeva armi, altri si premurarono di fornire le ricostruzioni più incredibili e così via), vorremmo lasciare i lettori con questo documento tratto da www.dongiuseppediana.it che secondo noi – al di là di verità giudiziarie ancora da accertare – testimoniano chiaramente l'impegno anticamorra di don Diana. Che vorremmo presto beato insieme a Padre Pino Puglisi.

“PER AMORE DEL MIO POPOLO”
Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.

La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.

Precise responsabilità politiche
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.
Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.

Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti.
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
- Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
- Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.

NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”
Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26). Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”. - Antonino D'Anna - Pontifex -

 
 
 

RU486/ UNA PILLOLA CHE UCCIDE ANCHE LA LEGGE 194

Post n°2160 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Strano Paese il nostro. Il Parlamento approva una mozione per la moratoria internazionale contro l’obbligatorietà dell’aborto e il suo utilizzo come strumento per il controllo demografico. I dati ufficiali parlano di un decremento del numero di aborti nel 2008 pari al 4,1% rispetto al dato definitivo del 2007 e un decremento del 48,3% rispetto al 1982 (anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'interruzione volontaria della gravidanza). Nonostante tutto ciò, quasi simultaneamente, l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha autorizzato l’introduzione della pillola abortiva RU486, senza che, francamente, se ne sentisse il bisogno. Paradosso nel paradosso, l’AIFA annovera fra i propri compiti istituzionali quello di «operare a tutela del diritto alla salute garantito dall'articolo 32 della Costituzione» e considera «l'interesse primario del malato» come proprio «valore di fondo». Delle due l’una: o si è perso il senso etimologico del termine farmaco - che gli studiosi continuano a far derivare dal copto “fahri” (rimedio) e dall’egiziano “mak” (cura) -, o la gravidanza è ormai da ritenere una seria patologia per la salute della donna. In ogni caso, ora, anche il ricorso all’aborto chimico diventa un’opzione consentita dal nostro ordinamento giuridico. Sta di fatto, però, che proprio il nostro ordinamento giuridico disciplina la delicata materia con la Legge22 maggio 1978, n. 194, la quale si fonda su alcuni imprescindibili principi. Due di questi hanno una particolare valenza sul tema in discussione.
Il primo è quello riconosciuto dall’art.1: «Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite». Il secondo principio è quello riconosciuto dall’art.8, secondo cui «l’interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale (…)».
Breve premessa di carattere scientifico. La RU486 è un composto a base di mifepristone, in grado di far cessare la vita di un embrione già annidato in utero (poiché interrompe l’azione del progesterone), alla cui somministrazione deve essere aggiunto, a distanza di due giorni, un ulteriore farmaco - una prostaglandina - che induce le contrazioni uterine e causa l’espulsione dell’embrione. Pur essendo questo cocktail chimico micidiale tutt’altro che una banale aspirina, in realtà esso rischia di diventare - in violazione al principio di cui all’articolo 1 della Legge 194 - uno dei tanti mezzi di contraccezione. Con l’aggravante del rischio di compromettere gravemente la salute della donna. La letteratura medica ci dice, infatti, che soprattutto dopo l’assunzione della seconda pillola iniziano le contrazioni, le quali richiedono, quasi sempre, l’azione di un antidolorifico, si registrano abbondanti perdite di sangue - anche dopo solo il primo farmaco - che durano diversi giorni, ed il rischio di un’elevata frequenza di infezioni è tale da richiedere un’adeguata terapia antibiotica.
Per non parlare dell’aspetto psicologico legato al fatto che, dovendo la donna controllare personalmente il flusso sanguigno, a lei spetta l’infelice compito di accertare l’espulsione dell’embrione. Come tutto ciò possa avvenire nel bagno di un’abitazione privata è davvero difficile immaginarlo. Ma non è, invece, difficile immaginare, purtroppo, la probabile organizzazione di un lucroso mercato clandestino delle pillole, certo non all’attuale prezzo di 14 euro.
In più occorre aggiungere che l’assunzione della kill pill deve avvenire entro la settima settimana di gravidanza, 49 giorni, meno di due mesi, perché, come ha riconosciuto lo stesso Direttore Generale dell’AIFA, «la maggior parte dei cosiddetti “eventi avversi”, come l’incompleta espulsione ed i sanguinamenti, si verificano quando la pillola è somministrata dopo la settima settimana».
Esiste, infine, la necessità di effettuare sempre un’ecografica prima di ricorrere all’aborto chimico, in quanto possono esistere controindicazioni specifiche, come ad esempio una gravidanza extrauterina, per la quale la RU486 non solo non è efficace ma addirittura pericolosa.
Allora, è proprio da ingenui chiedersi cosa accadrebbe nel caso, assai probabile, del sorgere di un fiorente mercato nero della pillola abortiva? Chi assisterà le donne nella diagnosi preventiva, o nel caso di successive complicazioni? Chi controllerà che l’assunzione non avvenga dopo la settima settimana di gravidanza? Il secondo principio giuridico della Legge 194 viene messo in discussione dal fatto che l’aborto chimico non consente di prevedere i tempi esatti dell’espulsione dell’embrione e del conseguente svuotamento dell’utero. Le statistiche ci mostrano che su 100 donne che ricorrono all’aborto chimico, cinque concludono il processo entro 2 giorni, settantacinque dopo 3 giorni, quindici fino a 15 giorni, e le restanti cinque arrivano anche ad una data successiva alle due settimane. Inoltre, tra il 5 e l’8% dei casi, le donne devono comunque sottoporsi al raschiamento.
È del tutto evidente che il nostro sistema sanitario non è in grado di garantire un simile supporto in termini di degenza e di assistenza, anche considerando il fatto che la percentuale di obiezione di coscienza degli operatori sanitari si aggira attorno al 70,5%, con punte dell’85,6% nel solo Lazio. Cosa succederà quindi con il principio dell’art. 8 della Legge 194, quando per ragioni oggettive e pratiche si dovrà prendere atto dell’impraticabilità della sua applicazione? Molto probabilmente quello che già accade in molti altri Paesi europei come ad esempio la Francia: self-abortion a domicilio. Il rischio è quello di far ripiombare l’aborto nella clandestinità e nella solitudine. Un colpo mortale allo spirito della Legge 194.
Davvero le donne italiane avvertivano la necessità dell’immissione in commercio della RU486? Sembra, sinceramente, che tale esigenza fosse in realtà maggiormente avvertita dalle potenti lobby abortiste. Magari con la compiaciuta connivenza dei dirigenti commerciali dell’azienda parigina Exelgyn, produttrice del farmaco. Spesso si avverte l’odore del denaro dietro molte battaglie ideologiche che si asseriscono ingaggiate per il “progresso” dell’umanità. - (Gianfranco Amato) - ilsussidiario -

 
 
 

COME AVVENNE LA NASCITA DI MARIA S.S.

Post n°2159 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Messaggio del 1 agosto 1984 (Messaggio straordinario) a Medjugorje
Il cinque agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita. Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a me. In quei giorni non lavorate. Prendete la vostra corona del rosario e pregate. Digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare almeno tre giorni a me?

Quindi oggi, 5 agosto, festeggiamo il compleanno di Maria SS.

Ma come avvenne la sua nascita?

Ce la racconta Maria Valtorta: Da L'Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. 1, 5,1-6 - 26 agosto 1944 -

Vedo Anna uscire nell'orto-giardino. Si appoggia al braccio di una parente certo, perché le somiglia. È molto grossa e pare affaticata forse anche dall'afa, proprio simile a questa che accascia me. Per quanto l'orto sia ombroso, pure l'aria vi è rovente, pesante. Un'aria da tagliarsi come una pasta molle e calda, tanto è densa, sotto uno spietato cielo di un azzurro che la polvere sospesa negli spazi fa lievemente fosco. Da molto deve esservi siccità, perché la terra, dove non e irrigata, è letteralmente ridotta a polvere finissima e quasi bianca. Di un bianco lievemente tendente ad un rosa sporco, mentre è marrone rosso scuro, per esser bagnata, al piede delle piante o lungo le brevi aiuole dove crescono filari di ortaggi, e intorno ai rosai, ai gelsomini, ad altri fiori e fioretti, che sono specie sul davanti e lungo una bella pergola che taglia per metà il brolo sino al principio dei campi, ormai spogli di biade. Anche l'erba del prato, che segna la fine della proprietà, è arsiccia e rada. Solo ai margini di esso, là dove è una siepe di biancospino selvatico, già tutto tempestato dei rubini dei piccoli frutti, l'erba è più verde e folta, e là, in cerca di pastura e d'ombra, sono delle pecorelle con un piccolo mandriano.
Gioacchino è intorno ai filari e agli ulivi. Ha con lui due uomini che l'aiutano. Ma, per quanto anziano, è svelto e lavora con gusto. Stanno aprendo delle piccole chiudende ai limiti di un campo, per dare acqua alle piante assetate; e l'acqua si fa strada gorgogliando fra l'erba e la terra arsa, e si stende in anelli, che per un momento paiono di un cristallo giallastro e poi sono solo anelli scuri di terra umida, intorno ai tralci e agli ulivi stracarichi.
Lentamente Anna, per la pergola ombrosa, sotto la quale api d'oro ronzano, ghiotte dello zucchero di acini biondi, va verso Gioacchino, che quando la vede le si affretta incontro. "Fin qui sei giunta?". "La casa è calda come un forno ". "E tu ne soffri ".
"L'unica sofferenza di questa mia ultima ora di gravida . La sofferenza di tutti, uomini e bestie. Non ti accaldare troppo, Gioacchino".
"L'acqua, sperata da tanto e che da tre giorni pareva proprio vicina, non è ancora venuta, e la campagna brucia. Buon per noi che vi è la sorgente vicina ed è così ricca d'acque. Ho aperto i canali. Poco sollievo per le piante, che hanno le foglie vizze e coperte di polvere. Ma quel tanto da tenerle in vita. Se piovesse!... ".
Gioacchino, con l'ansia di tutti gli agricolto-ri , scruta il cielo, mentre Anna, stanca, si sventola con un ventaglio che pare fatto con una foglia secca di palma, intrecciata con fili multicolori che la tengono rigida. La parente dice: "Là, oltre il grande Hermon , sorgono nubi veloci. Vento di settentrione. Rinfrescherà e forse darà acqua". "Son tre giorni che si leva e poi cade col sorger della luna. Farà così ancora". Gioacchino è sconfortato.
"Torniamo in casa. Anche qui non si respira, e poi penso che sia bene tornare..." dice Anna, che sembra ancor più olivastra per un pallore che le è venuto sul viso. "Soffri?". "No. Ma sento quella gran pace che ho sentito nel Tempio quando mi fu fatta grazia, e che ho sentito ancora quando seppi d'esser madre. È come un'estasi. Un dolce sonno del corpo, mentre lo spirito giubila e si placa in una pace senza paragone umano. Ti ho amato, Gioacchino, e quando sono entrata nella tua casa e mi sono detta: "Sono sposa di un giusto", ho avuto pace, e così tutte le volte che il tuo provvido amore aveva cure per la tua Anna. Ma questa pace è diversa. Vedi, io credo che è una pace come quella che dovette invadere, come olio che si spande e molce, lo spirito di Giacobbe, nostro padre, dopo il suo sogno d'angeli; e, meglio ancora, simile alla pace gioiosa dei Tobia dopo che Raffaele si manifestò loro .
Se mi vi sprofondo, nel gustarla essa sempre più cresce. È come io salissi per gli spazi azzurri del cielo... e, non so perché, da quando io ho in me questa gioia pacifica, io ho un cantico in cuore, quello del vecchio Tobia . Mi pare sia stato scritto per quest'ora... per questa gioia... per la terra d'Israele che la riceve... per Gerusalemme peccatrice e ora perdonata... ma... - ma non ridete dei deliri di una madre... - ma quando dico: "Ringrazia il Signore per i tuoi beni e benedici il Dio dei secoli, affinché riedifichi in te il suo Tabernacolo", io penso che colui che riedificherà nella Gerusalemme il Tabernacolo del Dio vero sarà questo che sta per nascere..., e penso ancora che non più della Città santa, ma della mia creatura sia profetizzata la sorte quando il cantico dice: "Tu brillerai di luce splendida, tutti i popoli della terra a te si prostreranno, le nazioni verranno a te portando doni, adoreranno in te il Signore e terranno come santa la tua terra, perché dentro di te invocheranno il Grande Nome. Tu sarai felice nei tuoi figli, perché tutti saranno benedetti e si riuniranno presso il Signore. Beati quelli che ti amano e gioiscono della tua pace!..." e la prima a gioirne sono io, la sua madre beata..." Anna si trascolora e si accende come cosa portata da luce lunare a gran fuoco e viceversa, nel dire queste parole. Delle dolci lacrime le scorrono sulle gote, né se ne avvede, e sorride alla sua gioia. E intanto va verso casa fra lo sposo e la parente, che ascoltano e tacciono commossi.
Si affrettano perché le nubi, spinte da un vento alto, galoppano e crescono per il cielo, e la pianura si fa scura e abbrividisce per un avviso di temporale. Quando giungono alla soglia di casa, un primo lampo livido solca il cielo e il rumore del primo tuono pare il rullare di un'enorme grancassa che si mesca all'arpeggio delle prime gocce sulle foglie arse.
 Entrano tutti e Anna si ritira, mentre Gioacchino, raggiunto dai garzoni, parla, sulla porta, di questa tanto attesa acqua, che è benedizione per la terra sitibonda. Ma la gioia si muta in timore, perché viene un temporale violentissimo con fulmini e nubi cariche di grandine. "Se la nube rompe, l'uva e le ulive saranno frante come da mola. Miseri noi!". Un'altra ansia ha poi Gioacchino, per la sposa a cui è giunta l'ora di dare alla luce il figlio. La parente lo rassicura che Anna non soffre affatto. Ma egli è in orgasmo, e ogni volta che la parente o altre donne, fra cui la mamma di Alfeo, escono dalla stanza di Anna per poi tornarvi con acqua calda e bacili e lini asciugati alla fiamma, che splende ilare sul focolare centrale in un'ampia cucina, va e chiede, e non si placa per le loro rassicurazioni. Anche l'assenza di gridi da parte di Anna lo preoccupa. Dice: "Io sono uomo e non ho mai visto partorire. Ma mi ricordo d'aver sentito dire che l'assenza di doglie è fatale...". Viene la sera, anticipata dalla furia temporalesca che è violentissima. Acqua torrenziale, vento, fulmini, vi è di tutto, meno la grandine che è andata ad abbattersi altrove.
Uno dei garzoni nota questa violenza e dice: "Sembra che Satana sia uscito coi suoi demoni dalla Geenna. Guarda che nubi nere! Senti che fiato di zolfo è nell'aria, e fischi e sibili e voci di lamento e maledizione. Se è lui, è furente questa sera!". L'altro garzone ride e dice: "Gli sarà sfuggita una grande preda, oppure Michele lo ha percosso con nuova folgore di Dio, e lui ne ha corna e coda mozze e arse". Passa di corsa una donna e grida: "Gioacchino! Sta per nascere! E tutto fu svelto e felice!" e scompare con un'anforetta fra le mani.
Il temporale cade di colpo, dopo un ultimo fulmine così violento che sbatte contro le pareti i tre uomini; e sul davanti della casa, nel suolo dell'orto, resta a suo ricordo una buca nera e fumante.
E mentre un vagito, che pare il lamento di una tortorina che per la prima volta non pigoli più ma tubi, viene da oltre la porta di Anna, un enorme arcobaleno  stende la sua fascia a semicerchio su tutta l'ampiezza del cielo. Sorge, o per lo meno pare sorgere, dalla cima dell'Hermon che, baciata da una lama di sole, pare di alabastro di un bianco rosa delicatissimo; si alza fino al più terso cielo di settembre e, valicando per spazi detersi da ogni impurità, sorvola le colline di Galilea e la piana che appare, fra due alberi di fico, che è a sud, e poi ancora un altro monte; e sembra posare la sua punta estrema all'estremo orizzonte, là dove un'aspra catena di monti chiude ogni altra veduta. "Che cosa mai vista!". "Guardate, guardate!".
"Pare che leghi in un cerchio tutta la terra di Israele, e già, ma guardate, già vi è una stella mentre ancor non è scomparso il sole. Che stella! Brilla come un enorme diamante!...". "E la luna, là, è tutta piena, mentre ancor mancano tre giorni al suo esserlo. Ma guardate come splende!". Le donne sopraggiungono festanti con un batuffolino roseo fra candide tele.
È Maria, la Mamma! Una Maria piccolina che potrebbe dormire fra il cerchio di braccia di un fanciullo, una Maria lunga al massimo quanto un braccio, una testolina di avorio tinto di rosa tenue e dalle labbruzze di carminio, che non piangono già più ma fanno l'istintivo atto di succhiare, così piccine che non si sa come faranno a prendere un capezzolo, un nasetto minuto fra due gotine tonde e, quando stuzzicandola le fanno aprire gli occhietti, due pezzettini di cielo, due puntini innocenti e azzurri che guardano, e non vedono, fra ciglia sottili e di un biondo quasi roseo, tanto è biondo. Anche i capellucci sulla testolina tonda hanno la velatura roseo-bionda di certi mieli che sono quasi bianchi. Per orecchie, due conchigliette rosee e trasparenti, perfette. E per manine... cosa sono quelle due cosine che annaspano per l'aria e poi vanno alla bocca? Chiuse come ora, due bocci di rosa borraccina che abbiano fenduto il verde dei sepali e sporgano la loro seta di rosa tenue; aperte come ora, due gioiellini d'avorio appena rosato, di alabastro appena rosato, con cinque pallide granate per unghiette. Come faranno quelle manine ad asciugare tanto pianto? E i piedini? Dove sono? Per ora sono solo uno zampettio nascosto fra i lini.
Ma ecco che la parente si siede e la scopre... Oh! i piedini! Lunghi un quattro centimetri, hanno per pianta una conchiglia corallata, per dorso una conchiglia di neve venata d'azzurro, per ditine dei capolavori di scultura lillipuziana, anche loro coronate di piccole scaglie di granata pallida. Ma come si troveranno sandaletti, quando quei piedini di bambola faranno i primi passi, tanto piccini da poter stare su quei piedini? E come faranno quei piedini a fare tanto aspro cammino e sorreggere tanto dolore sotto una croce? Ma ora questo non si sa, e si ride e sorride del suo annaspare e sgambettare, delle belle gambette tornite, delle cosce minute che fanno fossette e braccialetti tanto sono grassottelle, della pancina, una coppa capovolta, del piccolo torace perfetto sotto la cui seta candida si vede il moto del respiro e certo si ode, se, come fa il padre felice ora, vi si appoggia la bocca ad un bacio, battere un cuoricino... Un cuoricino che è il più bello che ha la terra nei secoli dei secoli, l'unico cuore immacolato di uomo. E la schiena? Ecco che la rivoltano, e si vede la falcatura delle reni e poi le spalle grassottelle e la nuca rosea così forte che, ecco, la testolina si alza sull'arco delle vertebre minute, e pare il capino di un uccello che scruti intorno il mondo nuovo che vede, e ha un gridino di protesta per esser così mostrata, Lei, la Pura e Casta, agli occhi di tanti, Lei che uomo non vedrà mai più nuda, la Tutta Vergine, la Santa ed Immacolata. Coprite, coprite questo Boccio di giglio che non sarà mai aperto sulla terra e che darà, più bello ancor di Lei, il suo Fiore, pur restando boccio. Solo nei Cieli il Giglio del Trino Signore aprirà tutti i suoi petali. Perché lassù non vi è polvere di colpa che possa involontariamente profanare quel candore. Perché lassù vi è da accogliere, alla vista di tutto l'Empireo, il Trino Iddio che ora, fra pochi anni, celato in un cuore senza macchia, sarà in Lei: Padre, Figlio, Sposo. Eccola di nuovo fra i lini e fra le braccia del padre terreno, cui Ella somiglia. Non ora. Ora è un abbozzo d'uomo. Io dico che gli somiglia fatta donna. Della madre non ha nulla. Del padre il colore della pelle e degli occhi, e certo anche dei capelli che, se ora sono bianchi, in gioventù erano certo biondi come lo dicono le sopracciglia; del padre le fattezze, rese più perfette e gentili per esser Lei donna, e quella Donna; del padre il sorriso e lo sguardo e il modo di muoversi e la statura. Pensando a Gesù, come lo vedo, trovo che Anna ha dato la sua statura al Nipote e il colore più avorio carico della pelle. Mentre Maria non ha quell'imponenza di Anna, una palma alta e flessuosa, ma la gentilezza del padre. Anche le donne parlano del temporale e del prodigio della luna, della stella, dell'immenso arcobaleno, mentre con Gioacchino entrano dalla madre felice e le rendono la creaturina. Anna sorride ad un suo pensiero: "È la Stella" dice. "Il suo segno è nel cielo. Maria, arco di pace! Maria, stella mia! Maria, pura luna! Maria, perla nostra!".
"Maria la chiami? !". "Si. Maria, stella e perla e luce e pace... ". "Ma vuol dire anche amarezza... Non temi portarle sventura?".
"Dio è con Lei. È sua da prima che fosse. Egli la condurrà per le sue vie ed ogni amarezza si muterà in paradisiaco miele. Or sii della tua mamma... ancora per un poco, prima di esser tutta di Dio..." . E la visione ha termine sul primo sonno di Anna madre e di Maria infante. - *Io sono Amore* -

 
 
 

TANTI AUGURI MAMMA !!! 2025 ANNI MA E' ANCORA UNA GIOVANE FANCIULLA!!!

Post n°2158 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
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La nostra Mamma Celeste oggi compie 2025 anni . Tanti auguri Mamma e grazie per tutto ciò che fai per noi tuoi figli.  

Messaggio del 5 agosto 1984: "Figli cari! Oggi sono felice, tanto felice! Non ho mai pianto di dolore nella mia vita come questa sera piango di gioia! Grazie!"

INCONTRO CON MARIJA PAVLOVIC LUNETTI - Medjugorje - 2004

 La Madonna ci ha detto che il 5 di agosto era il suo compleanno e noi abbiamo deciso di ordinare una torta. Era il 1984 e la Madonna compiva 2000 anni, così abbiamo pensato di fare una torta bella grande. Nel gruppo di preghiera che si trovava in canonica eravamo 68, più il gruppo che si trovava sulla collina, in totale eravamo un centinaio. Abbiamo deciso di metterci tutti insieme per fare questa grande torta. Non so come abbiamo fatto a portarla tutta intera, fin sulla collina della croce! Abbiamo messo le candeline e c'erano tante rose di zucchero. La Madonna poi è apparsa e abbiamo cantato tanti auguri a Te. Poi alla fine ad Ivan è venuto spontaneo di offrire una rosa di zucchero alla Madonna. Lei l'ha presa, ha accettato i nostri auguri e ha pregato su di noi. Noi eravamo al settimo cielo. Eravamo però perplessi per quella rosa di zucchero e il giorno dopo alle cinque di mattina siamo andati sulla collina per cercare la rosa, pensando che la Madonna l'avesse buttata, ma non l'abbiamo più trovata. Così la nostra gioia era tanta, perché una rosa di zucchero la Madonna l'ha portata in cielo. Ivan era tutto fiero perché gli era venuta questa idea. Questo per dire che con Gesù e la Madonna potete sbizzarrirvi quanto volete.Tanti mi dicono:Ma non è il 5 agosto il compleanno della Madonna? Allora perché si festeggia l'8 di settembre? Io dico: festeggiamola due volte. Perché dobbiamo complicare la vita? Per la Madonna il compleanno possiamo festeggiarlo due volte. Durante il tempo di vacanza il 5 agosto lo possiamo festeggiare con gli amici. Ad esempio per un nostro amico che va con l'oratorio in montagna con 200 ragazzi, la festa più bella è quella. Lui fa scrivere le letterine di auguri alla Madonna. Durante l'anno si diverte da matti perché raccoglie tutti questi cesti con le letterine; pensava di bruciarle ma poi ha deciso di conservarle e quando ha momenti di tristezza, legge le letterine dei bambini e prova una grande gioia. Anche voi potete fare qualcosa di simile il 5 agosto con i vostri amici durante le vacanze per la Madonna. Noi abbiamo visto che la Madonna ci ha dato tante idee per poter fare festa con Lei.

 
 
 

VIETNAM: VIOLENZE CONTRO I CATTOLICI E LA CORRUZIONE DEL PARTITO COMUNISTA VIETNAMITA

Post n°2157 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
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Lo scorso 20 luglio la polizia della provincia di Quang Binh ha lanciato un attacco a sorpresa contro un gruppo di indifesi parrocchiani di Tam Toa, una battagliera parrocchia della diocesi di Vinh nel Vietnam centrale. I cattolici stavano edificando una tenda da usare come temporanea cappella per i loro servizi liturgici. L’assalto ha prodotto centinaia di feriti; decine di persone sono state arrestate, portate via con camionette e detenute. Una settimana dopo la diocesi di Vinh ha reso noto che due preti cattolici sono stati picchiati in modo brutale da poliziotti in borghese e da teppisti al soldo del governo. P. Paul Nguyen è stato picchiato perché intervenuto a salvare tre donne dalle violenze dei teppisti. Mentre gli energumeni lo picchiavano, rompendogli costole e ferendolo alla testa, 30 poliziotti in uniforme guardavano immobili la scena. L’altro prete, p. Peter Nguyen The Binh, è stato picchiato da un gruppo armato e gettato giù dal secondo piano dell’ospedale, dove lui era andato per visitare p. Paul Nguyen. Poliziotti in borghese e teppisti pagati dal governo hanno anche attaccato molte persone nelle strade della città di Dong Hoi solo perché indossavano simboli cristiani. In particolare, Nguyen Thi Yen, una madre, e il suo bambino di 9 anni sono stati picchiati con calci e pugni senza pietà. Alcune famiglie cattoliche sono fuggite alla città per cercare sicurezza. In un altro caso, il 27 luglio, Peter Mai Van Truong, 48 anni (v. foto) e sua moglie Ky Anh, di Dong Yen, sono stati picchiati quasi a morte mentre erano in strada per andare a Tam Toa a trovare la loro famiglia. Truong e sua moglie sono caduti in un’imboscata dei teppisti. Avendoli riconosciuti come cattolici, li hanno picchiati e derubati della moto, della patente, dei soldi e di una macchina fotografica. Anche qui, il tutto è avvenuto in pieno giorno, sotto lo sguardo indifferente della polizia in uniforme.
La situazione così violenta a Dong Hoi porta molti osservatori a concludere che la Chiesa cattolica in Vietnam è stata forse scelta come capro espiatorio da sacrificare nella lotta di potere fra le diverse fazioni del partito comunista. Inoltre vi è l’evidenza che il governo vietnamita sta usando gli stessi mezzi usati dalla Cina durante la Rivoluzione culturale per soffocare le crescenti critiche contro di esso. Diversi e confusi sviluppi nella politica vietnamita aiutano a comprendere il perché del violento trattamento contro i cattolici.

Corruzione rampante

Nell’era dei mercati aperti, i rappresentanti del governo hanno enormi possibilità di arricchirsi in una notte mediante accordi poco chiari e ciò dà adito a enormi pericoli di corruzione. I ricchi - della stessa classe socio-economica del Partito - vengono a formare un’alleanza che fa di tutto per comprare i cuori e le anime dei rappresentanti del governo, i quali pensano che lo spessore del loro portafogli è più importante del bene comune e perfino della sicurezza della nazione. Un esempio è lo scandalo della PMU18, iniziato con delle scommesse sportive! Il fatto è che le scommesse sono state piazzate dal presidente del PMU18, un’agenzia governativa che maneggia 2 miliardi di dollari Usa per progetti di sviluppo e costruzioni finanziati da donatori stranieri[1].
Almeno 7 milioni di dollari sono stati piazzati in scommesse, distogliendoli dal fondo del PMU18. Lo scandalo è stato così chiacchierato che perfino i leader del Partito comunista sono dovuti intervenire (e fermarlo) dicendo che esso “minaccia la sopravvivenza del nostro sistema”. Il volume delle somme in gioco ha fatto aprire gli occhi sull’audacia della corruzione che pervade il Vietnam. In una sola scommessa, secondo la stampa locale, sono stati perduti 320 mila dollari, puntati sul risultato di un match fra il Manchester e l’Arsenal nel gennaio 2008.
La scoperta delle scommesse ha permesso agli investigatori di far venire alla luce una lunga catena di palazzi, amanti, macchine di lusso, bustarelle che lo scorso aprile hanno portato alle dimissioni  del ministro dei trasporti, Dao Dinh Binh e all’arresto del suo vice, Nguyen Viet Trien. Altri tre uomini implicati nello scandalo, che erano sulla lista per essere nominati membri del Comitato centrale del partito comunista, sono stati costretti a ritirarsi alla fine di aprile. Purtroppo la semiseria inchiesta è andata avanti solo fino ad un certo punto, poi è stata fermata. Tutte le parti implicate sono state giudicate non colpevoli. Al contrario, i due giornalisti che hanno gridato per primi allo scandalo sono stati imprigionati. E ancora peggio, il testimone principale, Pham Tien Dung è stato trovato morto nella sua cella in misteriose circostanze. Via via che la piaga della corruzione si diffonde, crescono pure le aspre critiche contro il Politburo, perfino dall’interno del Partito. Il disastro della corruzione sembra avvolgere l’intera nazione e non solo.

La bauxite venduta alla Cina

Tempo fa è emersa la notizia che il Vietnam avrebbe dato inizio allo sfruttamento di miniere di bauxite nella zona centrale del Paese. Allo stesos tempo si è diffusa la voce che il Politburo abbia venduto lo sfruttamento dei giacimenti alla Cina, con un accordo segreto, senza nemmeno il permesso del Congresso. Critiche ai piani sulla bauxite sono giunte da tutte le parti. Gli oppositori sottolineano che i danni ambientali e sociali delle miniere sarebbero maggiori di ogni beneficio economico; altri hanno messo in guardia sui rischi che la sicurezza del Paese corre, per la presenza a lungo termine di centinaia di migliaia di cinesi nelle miniere di bauxite. Al coro delle critiche si è aggiunto anche un cardinale vietnamita che nella sua Lettera pastorale del 31 maggio, con parole molto forti, ha condannato lo sfruttamento delle risorse naturali che danneggiano l’ambiente e ha spinto i cattolici a protestare contro i nuovi piani economici, pregando anche per il governo, perché esso mostri la sua cura per la gente, il paese e le future generazioni. Il card. Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City (Saigon) ha affermato che è un suo dovere pastorale informare e rendere più coscienti i suoi fedeli sui rischi di danni ambientali dopo aver ricevuto rapporti sul tema. La Lettera del cardinale è stata pubblicata pochi giorni dopo la decisione del Congresso vietnamita di dare il via allo sfruttamento dei giacimenti di bauxite negli altipiani centrali, nonostante le diffuse proteste. Il dibattito è giunto fino all’Assemblea nazionale del Vietnam, dopo il grido allo scandalo da parte di scienziati, intellettuali e da diversi settori della compagine governativa – compreso il gen. Vo Nguyen Giap, il leggendario eroe comunista del periodo della guerra – tutti contrari al progetto benedetto dal Politburo di sfruttamento delle miniere di bauxite. Sebbene le critiche al progetto della bauxite siano venute da molte direzioni, i media statali sembrano aver scelto di punire solo i cattolici. Il mese scorso, p. Peter Nguyen Van Khai, portavoce della comunità redentorista, e un altro suo confratello, p. Joseph Le Quang Uy hanno deciso di lanciare un’inchiesta pubblica, una specie di referendum, per raccogliere in tutto il Vietnam le firme di coloro che sono contrari al piano della bauxite, domandano al governo di ripensarci. La stampa ha cercato di distruggerli in ogni modo: sono stati accusati di essere “stupidi”, “ignoranti”, una minaccia per l’unità nazionale e lo sviluppo, accusati di complottare per rovesciare il regime comunista. Nel tentativo di difendere i due sacerdoti cattolici, il Card. Pham Minh Man ha invece dichiarato che le critiche aperte al progetto della bauxite sono un “segno sano” per una società democratica e ha spinto i fedeli a levare la voce in protesta, “mediante i legittimi rappresentanti e media” perché “proteggere l’ambiente è un nostro dovere cristiano”.

La svendita dei confini a Pechino

Il card. Pham Minh Man è rimasto implicato in un altro “scontro” con il governo vietnamita sul tema molto sensibile dei confini fra Vietnam e Cina. Lo scorso 24 luglio, l’episcopio di Ho Chi Minh City e l’editore Tri Thuch avevano deciso di tenere una conferenza sui confini Vietnam – Cina, in mezzo a tante voci secondo cui il Partito comunista è sotto la pressione di Pechino per cederle più spazio sui confini di terra e di mare. La conferenza doveva avere luogo nel salone della casa del vescovo. Ma all’ultimo minuti, sotto pesanti pressioni del governo, hanno dovuto trasferire l’incontro in un piccolo centro pastorale a 2 km. In più, alcuni dei relatori più importanti, fra cui lo stesso cardinale, si sono ritirati. Essi non hanno potuto attendere la conferenza “per alcuni appuntamenti più importanti”. Il problema dei confini è un nervo scoperto nella storia fra Vietnam e Cina.  Nel novembre 2007, la Cina ha formalmente celebrato l’annessione unilaterale delle isole Paracels e Spatlys[2], incorporandole in una unità amministrativa (Tam Sa) compresa nella provincia di Hainan. Quando si è diffusa la notizia, gli studenti vietnamiti hanno organizzato impressionanti proteste davanti agli uffici diplomatici della Cina a Hanoi e Ho Chi Minh City. Le proteste sono durate solo 2 settimane perché la polizia le ha svigorite arrestando diversi organizzatori. Le proteste patriottiche degli studenti hanno messo in crisi la legittimità del governo comunista vietnamita, che si è sempre circondato dell’alone di difensore della patria contro gli stranieri. Già cinquanta anni fa la Cina ha dichiarato l’intero Mare Cinese Meridionale come suo confini interni. Dopo pochi giorni, il 14 settembre 1958, il primo ministro nord-vietnamita Pham Van Dong, ha inviato una nota diplomatica al suo omologo Zhou Enlai, riconoscendo questa pretesa. La motivazione era ovvia: i comunisti di Hanoi avevano bisogno del sostegno militare della Cina nella loro guerra contro il Sud sostenuto dagli Stati Uniti. Verso la fine della guerra del Vietnam, avvantaggiata dalla debolezza del Vietnam del Sud, la Cina ha attaccato le isole Paracels. Nella battaglia navale del 19 gennaio 1974, e nei seguenti attacchi cinesi, 53 marinai sudvietnamiti hanno perso la vita per difendere le isole. Al tempo, il governo di Saigon ha protestato contro l’invasione, mentre quello di Hanoi ha sostenuto la mossa della Cina. Dopo la presa del Sud da parte del Nord Vietnam nel 1975, il governo vietnamita ha fatto ancora più concessioni alla Cina. Nel 2000, ad esempio, il Vietnam ha perso 700 kmq di terra, dandoli alla Cina. D’altra parte il governo di Hanoi ha bisogno del sostegno politico della Cina, e copia in modo pedissequo il modello di Pechino per quanto riguarda le aperture economiche e le chiusure politiche. La conclusione è che Hanoi è riluttante nel criticare Pechino: ha timore che criticare la Cina sia in qualche modo una condanna per sé. Di recente, le pretese della Cina di sovranità sull’intero Mare cinese meridionale hanno provocato la reazione sia in Vietnam, sia nella diaspora all’estero, puntando il dito contro il silenzio di Hanoi e le sue disgraziate concessioni di terra e mare a Pechino.

Terre espropriate

Ad Hanoi e a Ho Chi Minh City (Saigon) centinaia di contadini protestano ogni giorno per l’esproprio violento delle loro terre. In una lettera al presidente e al primo ministro vietnamiti, mons. Michael Hoang Duc Oanh, vescovo di Kontum, ha scritto: “In questo Paese, numerosi contadini e poveri hanno supplicato per anni per il ritorno delle loro proprietà, ma invano, dato che le autorità hanno preferito perseguitarli piuttosto che prendersi cura di loro!”. In Vietnam i conflitti a causa della terra aumentano ogni giorno in modo impressionante. Con la corruzione dilagante, le autorità locali divengono sempre più sprezzanti alla ricerca di guadagni personali e illegittimi. Essi inventano progetti fasulli per avere motivi di confiscare o comprare a basso costo terreni agricoli dai contadini. Cacciati i contadini dalle terre, essi poi rivendono quei terreni a prezzi più alti per costruire hotel, ristoranti, night clubs come risorse finanziarie personali di rappresentanti governativi. Essi hanno preso di mora anche le proprietà della Chiesa, sequestrate per anni, come nel caso di Thai Ha, la nunziatura di Hanoi, e molti conventi del sud Vietnam. Alla loro avidità non sfuggono nemmeno quelle proprietà che sono tuttora in mano alla Chiesa. Le dispute coi cattolici sui terreni della Chiesa hanno prodotto massicce proteste ad Hanoi, Thai Ha, Ha Dong, Vinh Long, Hue, An Giang. Il governo rischia proteste simili anche da altre religioni e sette. In questo contesto sociale, il governo preferisce diffondere un clima di paura e sospetto sulla società, ricorrendo alla violenza brutale. Nei mesi scorsi, almeno 30 dissidenti sono stati arrestati. Fra questi vi è Le Cong Dinh, un importante avvocato vietnamita che si è messo a disposizione per difendere casi di diritti umani violati in Vietnam. Egli ha criticato i progetti di sfruttamento minerario della bauxite nel Vietnam centrale ed è stato arrestato dal governo lo scorso 13 giugno 2009, accusato di “propaganda contro il governo” e attentato contro la sicurezza della nazione. Il suo arresto ha suscitato molte critiche della comunità internazionale verso Hanoi. La violenta persecuzione a Dong Hoi è un altro piano per colpire i dissidenti e tutti coloro i cui interessi non coincidono con quelli del Partito. Un fatto divenuto quasi una norma nella società vietnamita è l’esistenza di gruppi di uomini “parastatali” che sono presenti ovunque vi sia uno scontro fra il governo e i cittadini. Questo “esercito” composto da malviventi agisce come una banda di delinquenti e sempre in modo violento. I media statali non hanno mai negato l’esistenza di queste bande. Anzi, essi sembrano addirittura contendi delle loro gesta, raccontate con dovizia di particolari. Il loro lavoro non è solo terrorizzare i cattolici, ma tutti i gruppi della società civile vietnamita. In questo modo, il Partito al governo sembra lanciare all’intera nazione un messaggio in cui esso appare sostenuto da persone che non sono militari, ma “civili”, che vogliono difendere il Partito ad ogni costo, soprattutto con la violenza. In pratica sono delle comparse e dei sicari del Partito al potere.
C’è ancora un elemento da mettere in luce: il livello di violenza e la sua intensità mostrata a Dong Hoi è molto maggiore di quella dimostrata ad Hanoi e a Thai Ha. Questo è perché il governo locale sta seguendo una precisa politica di persecuzione religiosa. Infatti esso non ha mai nascosto il suo desiderio di trasformare Dong Hoi in una “zona esente da cattolici”, come avviene a Son La e in altre cittadine degli altopiani centrali abitati dai Montagnards cristiani. Qui l’esistenza dei cattolici viene  negata, anche se ve ne sono migliaia che vivono in quell’area. - (AsiaNews) -
[1] Il PMU 18 è legato al ministero delle infrastrutture e per la costruzione delle strade. Il suo budget è finanziato da Paesi e organismi internazionali quali il Giappone, l’Unione europea, l’Australia e la Banca mondiale. [2] I due arcipelaghi nel Mar Cinese Meridionale sono rivendicati da Cina, Vietnam, Taiwan, Brunei, Malaysia, Filippine. Secondo alcuni studiosi nel sottosuolo marino vi sarebbero giacimenti petroliferi.

 
 
 

5 AGOSTO MADONNA DELLA NEVE

Post n°2156 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
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Nell'anno 352 d.C., viveva a Roma un certo Giovanni, gentiluomo ricchissimo che non sapeva come spendere tutto il proprio denaro. Non aveva figli, voleva fare opere pie, ma non sapeva quali scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana!
Ma nella stessa notte la Madonna apparve anche a Papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell'alba in cima all'Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. La neve incominciò davvero a scendere e la notizia dell'incredibile nevicata estiva si diffuse in tutta Roma! Il Papa Liberio e il nobile Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine di gente, si incontrarono sul colle: la cima era imbiancata da uno strato di neve. Con un bastone il Papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese, e così nacque la splendida basilica di Santa Maria Maggiore.
Il 5 agosto di ogni anno si tiene nella basilica una funzione speciale, ed al momento del Gloria, dalla cupola della cappella una fitta pioggia di petali di rosa scende leggiadra sui fedeli, come soffici fiocchi di neve.
 
Vergine Immacolata bianca e pura più delle neve,
stendi su tutta la terra un candido manto della tua neve:
della tua purezza, della tua innocenza, della tua bellezza;
rendi i nostri cuori bianchi e simili alla neve:
puri, innocenti, belli agli occhi di Dio. Amen
- Innamorati di Maria -


N.b. Ritornando alla rivelazione di Maria Regina della Pace a Medjugorje, e cioè che il 5 agosto è il suo compleanno, mi viene da pensare che Dio abbia concesso questo grande segno proprio per onorare Maria..e voi che ne dite?
 

 
 
 

ANTONIO SOCCI: LE ACCUSE CONTRO IL FRATE TOMISLAV NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON MEDJUGORJE

Post n°2155 pubblicato il 05 Agosto 2009 da diglilaverita
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Il noto giornalista, vaticanista e scrittore Antonio Socci, autore del bel libro I segreti di Karol Wojtyla, ( presto una edizione in polacco), si arrabbia seriamente sul caso Medjugorje: " guardi la vicenda certamente preoccupante e poco bella del frate ridotto allo stato laicale non ha  proprio nulla a che vedere con Medjugorje e la validità dei suoi messaggi. Chi afferma il contrario, sbaglia clamorosamente". In verità alcuni commentatori hanno associato la punizione  data al frate anche alle visioni: " un errore grossolano. In sostanza ,ammesso che questo frate abbia sbagliato, si tratta pur sempre di mancanze dovute al suo ministero,ma che non possono assolutamente inficiare la validità,mai smentita di Medjugorje". Ma alcuni organi di informazione lo hanno affermato: " guardi spesso,anche per banali ragioni di sintesi o talvolta di prese di posizione, i giornali scrivono cose poco vere e addirittura false ,come questa.Nel caso di specie Medjugorije non ha nulla a che spartire e  voglio aggiungere che questo frate mai è stato il direttore spirituale dei veggenti, un altro falso storico". Insomma, non si aspettava altro per tirare a lupara su Medjugorje,un fenomeno che piaccia o non piaccia, porta molte conversioni e frutti positivi e di cui tener conto: " guardi, io non faccio la dietrologia, non parlo di complotti, ma certamente dietro questo provvedimentio ci vedo qualche cosa di strano e forse tendente effettivamente a colpire Medjugorje, ma stia sereno la verità viene sempre fuori. Questo ovviamente non toglie una virgola alle eventuali responsabilità del frate se accertate". Veniamo al suo fortunato libro I segreti di Karol Wojtyla, nel quale si parla di soprannaturalità del Papa polacco specie ed in relazione alla preghiera e alla immagine di Niegowic: " io lo ho scritto dopo essermi documentato. Quel dipinto dimostra chiaramente che Giovanni Paolo II avesse una fenomenale forza di concentrazione nella preghiera, sino ad arrivare al misticismo. In verità io non sono stato a Niegowic, ma vorrei andarci per studiare meglio la cosa". Sorprende che nei tour sulle orme di Giovanni Paolo II, Niegowic  non venga considerata per quel che merita: " un errore. Proprio a Niegowic si ebbe la possibilità di assaporare la grandezza di Giovanni Paolo II, la reale portata del suo misticismo e dunque Niegowic e il suo quadro hanno una tappa importante e fondamentale nel cammino di Giovanni Paolo II, invito a visitare quel posto". Poi aggiunge: " il fatto che al ritorno dalla Italia il futuro Papa abbia accettato quell'incarico all'apparenza tanto umile dimostra la sua vera grandezza, la sua rilevanza nella storia, la sua santità di vita". Intanto Niegowic, bel paesino della provincia di Cracovia, per merito di un bravo e serio sacerdote polacco, è  stata affidata idealmente e logisticamente alla protezione di Padre Pio, una cui statua troneggia all'entrata del borgo: " non lo sapevo e ne sono felice. Del resto che i legami tra Giovanni Paolo II e Padre Pio fossero molto stretti e forti è cosa risaputa. Meno è quello che i due si sarebbero detti in privato. la cosa certa è che il futuro Papa polaco stimava ed apprezzava Padre Pio. Dunque ai cari lettori italiani dico con simpatia: non mancate di visirare Niegowic, una tappa davvero importante e fondamentale sulla rotta della santità del Papa". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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