ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 13/08/2009

NOVENA A NOSTRA SIGNORA DI KNOCK REGINA D'IRLANDA DAL 14 AL 22 AGOSTO

Post n°2198 pubblicato il 13 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Anche la storia di questa apparizione ci aiuta a considerare con riconoscenza come la Madre di Dio, perennemente china sui Suoi figli, abbia sempre avuto una parte attiva e determinante nel corso della storia. Knock è un paesino della contea di Mayo, diventato famoso in tutta l'isola, e non solo, perché nel 1879 si è verificata un'apparizione della Madonna. La Vergine non disse nulla: aveva alla sua destra S. Giuseppe, alla sinistra S. Giovanni evangelista e, non lontano da loro, si poteva vedere un altare sormontato da una croce. Davanti alla croce si trovava un agnello, circondato di angeli e luci dorate. Questa visione è piuttosto particolare, rappresentando nientemeno che la Santa Messa, così come appare agli occhi di Dio! La croce ci ricorda che in ogni Messa è presente il sacrificio di Gesù nel Calvario, perciò, ogni volta che partecipiamo alla Messa abbiamo il privilegio di essere presenti, con lo spirito, al Calvario. Forse molte persone, fra quelle che non vanno a Messa o hanno smesso di farlo, non sanno questo o non l'hanno mai capito... L'apparizione di Knock è stata riconosciuta dalla Chiesa, tant'è vero che Giovanni Paolo II visitò il santuario nel 1979, durante il suo centenario.

NOVENA a NOSTRA SIGNORA di KNOCK

(se possibile andare a messa e/o fare un pellegrinaggio nella propria zona)

PREGHIERA A CRISTO RE

O GESU', IO TI ONORO, TU SEI IL MIO RE E IL RE DI TUTTO L'UNIVERSO.

TUTTO Ciò CHE SONO E TUTTO Ciò CHE HO VENGONO DA TE.

AIUTAMI AD ESSERE SEMPRE FEDELE E SINCERO VERSO DI TE.

FA' CHE IO NON TI TRADISCA MAI, NEMMENO CON IL Più PICCOLO PECCATO.

DAMMI IN OGNI MOMENTO LA FORZA DI PARLARE IN TUA DIFESA E IN DIFESA DELLA TUA CHIESA.

POSSA LA PACE DEL TUO REGNO REGNARE SEMPRE NEI CUORI DI TUTTE LE GENTI.

O GESU', VOGLIO CHE TU SIA RE DEL MIO CUORE, DELLA MIA ANIMA E DI TUTTO Ciò CHE HO, E CHE MARIA SIA LA MIA REGINA.

AMEN.

PREGHIERA A N. S. DI KNOCK


NOSTRA SIGNORA DI KNOCK, REGINA D'IRLANDA, TU HAI DATO SPERANZA ALLA TUA GENTE IN UN PERIODO DI MISERIA E L'HAI CONFORTATA NELLA SVENTURA.

TU HAI ISPIRATO TANTISSIMI PELLEGRINI A PREGARE CON FIDUCIA IL TUO FIGLIOLO, RICORDANDO LA SUA PROMESSA: "CHIEDETE E VI SARA' DATO, CERCATE E TROVERETE".

AIUTAMI A RICORDARE CHE SIAMO TUTTI PELLEGRINI SULLA STRADA VERSO IL CIELO.

RIEMPIMI DI AMORE E DI ATTENZIONI VERSO I MIEI FRATELLI E SORELLE IN CRISTO, SPECIALMENTE QUELLI CHE VIVONO ACCANTO A ME.

CONFORTAMI QUANDO SONO MALATO, MI SENTO SOLO O DEPRESSO.

INSEGNAMI COME PRENDERE PARTE CON SEMPRE Più RISPETTO ALLA S. MESSA.

PREGA PER ME ORA, E NELL'ORA DELLA MIA MORTE.

AMEN.

NOSTRA SIGNORA DI KNOCK PREGA PER NOI.  

PREGHIERA PER LA PACE


PADRE DEL CIELO, TUO FIGLIO GESù CRISTO, PRINCIPE DELLA PACE,

MORì SULLA CROCE VITTIMA DELLA VIOLENZA.

NOI PREGHIAMO AFFINCHE' LA PACE VENGA SU TUTTO IL MONDO.

LA NOSTRA SPERANZA PER LA PACE RIPOSA COMPLETAMENTE IN TE.

PREGHIAMO AFFINCHE' TUTTE LE VITTIME DELLA VIOLENZA POSSANO GODERE DI ETERNA PACE.

PREGHIAMO PER COLORO CHE SONO STATI FERITI NEL CORPO, NELL'ANIMA E NELLO SPIRITO, AFFINCHE' VENGANO GUARITI.

PREGHIAMO PER COLORO CHE PERPETRANO LA VIOLENZA AFFINCHE' POSSANO ABBANDONARLA.

PREGHIAMO PER LA RICONCILIAZIONE DI TUTTE LE GENTI.

AMEN. - Innamorati di Maria -

 

 
 
 

ORA DI RELIGIONE, UN GIUDICE NON PUO' CONDANNARE IL CRISTIANESIMO ALL'OBLIO

Post n°2197 pubblicato il 13 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La sentenza del Tar del Lazio afferma (preferisco dire 'afferma', e non 'stabilisce', poiché nessun giudice può 'stabilire' alcunché contro ragionate evidenze in senso contrario, come vedremo) che "un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico". La sentenza tratta, inoltre, l’opzione di chi si avvale dell’Insegnamento di Religione Cattolica alla stregua di "una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori" (come Prima Comunione o Cresima, suppongo), cui conseguentemente non potrebbero essere attribuiti crediti formativi. Che il patrimonio vivente di fede e di dottrina (di consistenza razionale e sociale, irriducibile a decisioni o emozioni soggettive) del Cristianesimo, nella sua costante cattolica, non possa essere insegnato in forma positiva e "misurato come una materia di insegnamento" è davvero una pretesa controevidente. L’adulterazione in senso privatistico di una religio nei secoli sempre personale e pubblica ad un tempo, fa intravedere nei formulanti, che siano i giudici o i ricorrenti, un vuoto di sapere o un più preoccupante (perché deliberato) oblio della presenza delle istituzioni cristiane nel corpo della cultura europea e mondiale. La lotta contro il magistero cristiano pubblico della Chiesa cattolica, lotta che vede alleati da decenni (parlando solo della storia repubblicana) "atei e agnostici razionalisti" e le comunità evangeliche ed ebraiche italiane, in un’alleanza suicida per gli uomini di fede biblica, è uno scandalo doloroso che non merita altri commenti. Ma esige una severa critica l’argomento che prende avvio e forza dall’arbitraria, e tutta politica, riduzione privatistica della fede cristiana. Una riduzione contraria ai fatti e ai fondamenti e che si vuole, di conseguenza, da anni ‘realizzare’ imperativamente attraverso i tribunali. Così un ragionamento erroneo si trasforma in un ordine di esecuzione: il Tribunale "ordina che la presente sentenza (che risale all’11 febbraio scorso) sia eseguita dall’autorità amministrativa". Corresponsabili della cattiva logica e buona coscienza di tale uso decisionistico dei poteri giurisdizionali contro la ragione storica sono, sia ripetuto per l’ennesima volta, anche quei cattolici che dalla cancellazione della Rivelazione cristiana dall’ethos comune dell’Occidente si attendono delle palingenesi religiose e civili. Una follia di cui sono succubi e che li vede anche in prima fila nella denuncia dell’Insegnamento di Religione Cattolica nella scuola (come tale, non solo pubblica). E poiché non è meno insidiosa, e squisitamente nichilistica, la diffusa richiesta non di azzeramento ma di trasformazione dell’insegnamento di religione cattolica in un insegnamento formale di storia delle religioni, è opportuno estendere il nostro ragionamento. Non dovrebbe sfuggire che insegnamento della religione cattolica (Irc) e insegnamento della storia delle religioni sono cose diverse, se guardate in profondità. Che l’insegnante, e molti estensori di manuali e sussidiari di Irc usino di fatto la materia storico-religiosa non cambia le cose, perché la ratio dell’insegnamento di religione Cattolica resta altra da quella di una disciplina descrittiva secondo una variabile empiricità. L'Irc ha infatti lo statuto proprio degli insegnamenti istituzionali, come potrebbe essere quello, praticabile ma poco praticato nonostante le chiacchiere, di educazione civica. E come nessuno accetterebbe che un insegnante medio di educazione civica presentasse - poniamo - la Costituzione per alterarne il disegno o distruggerne la legittimità, così l'Irc esige oltre alla competenza una conformità al piano di saperi e principi cristiano-cattolici. Altra cosa sarà la grande varietà di modi per dire tali saperi e principi. Senza coinvolgere qui l’epistemologia, si può sostenere pianamente che, come l'insegnamento di una lingua o della matematica non è la storia di quella lingua o della matematica, così l'insegnamento della religione cattolica non è la storia della religione cattolica. Vecchio dibattito, certamente: un insegnante di matematica molto capace, e che disponesse di molte ore, potrebbe dare conto di alcuni teoremi alla maniera di Lakatos, attraverso una storia 'tipica' della loro genesi; e, certo (ma non tutti sono d’accordo), si capiscono meglio le strutture di una lingua attraverso la sua storia. Un criterio che ha prevalso nell'insegnamento della filosofia ed anche della letteratura (dall'insegnamento di retorica alla storia della letteratura e della critica), ma cui si oppongono oggi più che ieri molte buone ragioni. Resta che storia e istituzioni sono ovunque distinte e tanto meglio comunicanti se in un primo momento analiticamente distinte. E che, comunque, non è davvero a questo livello sofisticato che si pone da decenni il dibattito sull’insegnamento della religione. La formalità di un insegnameto basico di Cristianesimo è dottrinale (la tedesca Glaubenslehre, dottrina della fede), è un insegnamento condotto nelle sue linee essenziali per dogmata, nel senso tecnico e profondo dei termini. Nella sua natura essenziale l’Irc è ordinato a trasmettere istituzioni di Cristianesimo (cattolico). Ed è, in questo senso, prescrittivo, come ogni altro insegnamento, ossia ordinato a far acquisire conoscenze conformi al proprio oggetto. Non certo le opinioni approssimative di un docente sprovveduto o ostile; basta a questo l’opera pasticciata dei media. Tale insegnamento, realizzato seriamente, non è "catechistico" poiché richiede dal discente un onesto e corretto apprendimento intellettuale, non adesione di fede e conformità di opere. Se, dunque, la riforma dell'Irc non deve essere una sua abolizione mascherata (in realtà, quasi tutti, dal clero ‘spiritualista’ ai cattolici 'democratici' ai 'laici' anticattolici, si attendono da decenni questo), la formalità, cioè la struttura essenziale, dell'insegnamento deve continuare ad avere le caratteristiche originarie; deve implicare cioè la responsabilità di una trasmissione (dialettica e dialogica quanto si voglia) dei dati formanti, costitutivi, del Cattolicesimo storico e comune. Ogni intelligenza in buona fede capisce, allora, che apprendere l’esistenza di una concezione del mondo, di un complesso di verità (con soglie Vero/Falso), di prassi che implicano soglie (complesse quanto si voglia, ma non inesistenti) Bene/Male e di istituti che garantiscono la trasmissione autentica tutto questo, insomma: apprendere la forma cattolica, è per se stesso un grande momento formativo per giovani, e per adulti. Molto diversamente dall’insegnamento marginale e improvvisato di una cattedra di Storia delle religioni invariabilmente affidata ad insegnanti del settore umanistico in parcheggio, o in attesa di passaggio ad altro. Quanto alla storia delle religioni come tale (che mi preme: vi ho dedicato e vi dedico da decenni molto del mio lavoro) nell’insegnamento medio, sostengo che dovrebbe essere fecondamene incorporata negli ordinari programmi di storia, filosofia, letterature (e analoghi a seconda degli indirizzi), poiché tale è, anzitutto, la sua posizione, nel cuore delle civiltà. Questo innesto indurrebbe negli insegnanti e nella strumentazione didattica una attenzione più estesa e rigorosa alle religioni e alle chiese, anche per l’età moderna e contemporanea, quindi nel curriculum delle medie superiori. Infatti il pochissimo di storia religiosa che si fa attiene alla storia antica e medievale e viene impartito (sempre meno e sempre peggio, mi dicono) a livello poco più che adolescenziale. Non avrei difficoltà a suggerire al competente Ministero un modello almeno sperimentale di programma. Basta, d'altronde, avere in mente la struttura di una introduzione storico-comparatistica alla Religione, e distribuire strategicamente le sue parti nel quadro del curriculum storico-filosofico-letterario di un quinquennio superiore. Gli esempi sono ovvi e paralleli nelle diverse aree: "fai" Dante o Milton o Leibniz o Mazzini? Farai anche, funzionalmente, quel capitolo di storia o di fenomenologia religiosa con cui capirai meglio gli autori e molto altro. Immagino le reazioni degli insegnanti di storia e filosofia e letteratura: ‘non abbiamo le competenze’ (ma si guadagnano), ‘non abbiamo le ore’ (dovrebbero essere chieste). Di più: letteratura o filosofia, magari anche storia generale, sono altra cosa dalla storia religiosa! Ma la previsione di scandalo non è mero divertimento; lo considererei una cartina di tornasole della coperta intentio distruttiva che sottende tutta la querelle sull'Irc. A pochi, anche per ignoranza indotta dai curricula universitari, interessano veramente le istituzioni (le conoscenze) di storia di dottrine e pratiche religiose nell'economia formativa. A troppi interessa solo la battaglia contro l'Irc in sé stesso. La Storia delle religioni è un pretesto. È inoltre un pesante sintomo di deriva ‘laica’ che anche uomini religiosi sembrino preferire il pasticcio e di dottrine e nichilistico, o il niente, ad un insegnamento che, come quello cristiano-cattolico, già per se stesso abbraccia tanto della comune fede. La ragione cattolica è attrezzata in maniera unica a una funzione religiosa universalistica, e in termini alti di contenuto non di spiritualities o di curiosità etniche, che vanno lasciate ai festival e alle attività di quartiere. Partire da questo, invece di perseguire una vuota distruzione dell’esistente, sarebbe un bene per le religioni e la società civile in Italia. - Pietro De Marco -

L'Occidentale -

 
 
 

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE: CONSIGLI PRATICI

Post n°2196 pubblicato il 13 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Come errano perciò coloro che hanno la certezza che con la Resurrezione di Gesù, la vittoria del Maligno è ormai definitiva e, di conseguenza, il demonio non può più nuocere all’uomo. Invece non è così. Il diavolo fino alla seconda venuta di Cristo (Parusia), per permesso di Dio, ha la capacità di nuocere, ha il potere di tentare e di distrarre l’uomo dal cammino di salvezza e di indurlo all’autocondanna. Il Maligno, benché ferito ed indebolito, ha ancora la possibilità di schierare la sua offensiva contro il genere umano, come anche il serpente, bastonato e frastornato, comunque conserva quel veleno mortale che, se iniettato, riduce il malcapitato ad una larva. La stessa "Salve Regina" ci nomina la seguente frase: "… orsù dunque, Avvocata Nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci, dopo questo esilio, Gesù …"; Questo sta a significare che noi non viviamo in una sorta di Paradiso Terrestre, anzi, al contrario, qui siamo in esilio ed abbiamo come unico compito quello della conquista della salvezza. Questa terra è un teatro di lotta, un palco dove si affrontano tenacemente le forze del bene e le potenze sataniche. Questa grande pugna ha come bersaglio il cuore dell’uomo: la sua anima. Noi, ricevendo il battesimo, abbiamo in dono la grazia; viene cancellato il peccato originale con gli eventuali peccati personali. E se moriamo nella fede ci è donata la vita eterna. È vero che la grazia ci viene data in abbondanza attraverso i Sacramenti ed in modo particolare mediante la S.S. Eucaristia, tuttavia, la nostra anima rimane debole ed incline al male. Con il permesso di Dio, il Maligno opera e tenta, vaga intorno a noi e cerca in tutti i modi di distruggere con le vanità, la lussuria ed il lusso, la grazia che con difficoltà riusciamo a conquistare. La vita dell’uomo, nonostante tutto, è un tempo di grazia, ma è anche il tempo del combattimento spirituale. Lo sottolinea addirittura Gesù, là dove dice che nel campo di Dio cresce anche la zizzania (cioè gli spiriti immondi ed i figli del Maligno) e crescerà insieme al grano (cioè i figli di Dio) fino alla fine dei tempi. Soltanto al termine di questo mondo il male sarà definitivamente segregato all’Inferno da dove sarà ridotto nella condizione di innocuo nemico. Altre parabole sono esplicative e basta leggerle con attenzione per avere fede e speranza: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio" (Matteo 13, 24-30); "Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi Discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del Maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!" (Matteo 13, 36-43). Dio permette al Maligno di tentarci; anche Gesù, come ogni uomo, è stato tentato. Dio, nella sua immensa bontà, fa sì che il Maligno ci tenti, ma tiene anche conto delle nostre reali capacità. La logica conseguenza è che Dio permette a Satana di "molestarci", ma sempre nei limiti della nostra tolleranza; Dio non è sadico, Egli non ci sottoporrebbe mai delle prove "perse in partenza". Certamente viene automatico chiedersi il perché Dio concede questo largo spazio a Satana e, perché lo ha concesso anche per tentare il suo unico Figlio. Col Battesimo ci viene cancellato il peccato originale, ma rimaniamo vittime della concupiscenza, ovvero di quelle tendenze che ci inducono a peccare, come una calamita attrae il metallo. Dice il Concilio di Trento che noi, attraverso la battaglia, possiamo sperimentare la potenza della grazia e riusciamo a meritare la corona della vittoria eterna. La redenzione è sì un dono di Dio, ma rimane comunque una conquista, un merito, secondo il mio parere è l’unico vero trofeo da conquistare. Ecco perché Dio ha lasciato in noi la tendenza al male; il Signore permette a Satana di tentarci, ma queste tentazioni non saranno mai al di sopra delle nostre possibilità di reazione e delle nostre forze spirituali. Ed è una vera grazia che noi sperimentiamo la grandezza di Dio ed il bene che egli ci vuole, perché in questa maniera rimaniamo piccoli, umili, sottomessi al volere di chi ci ha creati. Ecco una importante testimonianza: "Non perdete la fede! Questo è il vero scopo del Maligno e non quello di creare le sofferenze. Lui non desidera provocare in noi dolore fisico, dispiaceri ed insuccessi, ma qualcosa di più. Egli desidera che noi proferiamo frasi del tipo":

"Basta, sono un vinto, Dio non è capace di liberarmi";

"Dio dimentica i suoi figli e non ascolta le mie preghiere";

"Dio non mi ama, perché mi ha fatto succedere questo …";

"Il Maligno è superiore a Lui, a me cosa importa del dopo, io voglio vivere bene adesso";

"Capitano tutte a me….;

… bestemmie e spergiuri vari …

Questa è la vera vittoria del diavolo. La fede però è la nostra unica salvezza. Se noi non crediamo con fermezza, per esempio, il male fattoci dai nostri simili o dagli esseri immondi, può durare anche per tutta la vita e portarci alla disperazione. La fede ci insegna che dopo la Croce c’è immancabilmente la Resurrezione, come dopo la notte viene il giorno e il bagliore della salvezza e della liberazione. Alla luce di quanto detto, è importante non ignorare mai questa inclinazione al male che l’uomo ha insita in esso. Cerchiamo di vigilare saldi nella fede e fortificati nella preghiera, specialmente nei momenti di decisioni importanti, politiche, sociali e di costume. Ricordiamoci che ogni qual volta non ci affidiamo a Cristo è il male che interviene per farci prendere le scelte sbagliate. Il Burattinaio dell’uomo interviene con le sue allettanti proposte e suscita in noi quella spinta che ci induce ad abbracciare il cammino più semplice, quello meno arido e più fruttifero, ma che in realtà è sbagliato per la nostra crescita spirituale in Cristo. Gesù dice: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Matteo 7, 13-14); "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona" (Matteo 6, 24); "Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde" (Matteo 12, 30). Viviamo quindi spensierati sotto il potere di Dio ed osservanti della sua legge, ma non dimentichiamo mai che la Sacra Scrittura spesso ci comunica apertamente che il mondo intero è pervaso da demoni. "Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dai falsi dei!" (1 Giovanni 5, 19-21). - "il Burattinaio" di Carlo Maria di Pietro M.S.M.A - Pontifex -

 
 
 

IL GRANDE COMBATTIMENTO IN CIELO

Post n°2195 pubblicato il 13 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Scoppiò una guerra nel cielo: Michele ed i suoi Angeli combattevano contro il drago: Il drago combatteva insieme con i suoi Angeli, ma non prevalsero e non vi fu più posto per essi in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi Angeli" (Ap.12,7-10). Benchè questo passo possa interpretarsi con la lotta incessante che esiste tra i demoni ed i Santi Angeli, essa è collegata molto bene alla grande lotta che si dichiarò all'inizio della creazione tra gli Angeli fedeli e gli Angeli ribelli, ed a seguito della quale gli angeli ribelli furono precipitati dal cielo per sempre e gettati negli abissi dell'inferno. La teologia ci insegna che poco dopo la loro creazione vi fu una profonda divisione tra gli Angeli, gli uni che si rivoltavano contro Dio, gli altri che s'inchinavano a Lui con amore: queste attitudini opposte, questi movimenti in senso contrario presero la forma di un vero combattimento, ogni partito cercava di far prevalere la sua opinione e di trascinare il maggior numero di aderenti ; ma il buon partito di Dio ebbe il sopravvento sia per il numero dei combattenti sia per la potenza del suo slancio, ed il partito avverso si trovò escluso dal cielo.Come mai una tendenza così cattiva si determinò in mezzo agli Angeli, queste pure e sublimi creature? Tutti gli Angeli furono creati perfetti secondo la natura, ed ornati della grazia che li portava verso Dio . "Dio, dice Sant'Agostino, aveva dato loro una volontà retta, perché si attaccassero a lui d'un amore casto". Essi non avevano che da seguire con una libera determinazione della loro volontà il movimento della grazia che li sollecitava; ed essi entravano in possesso di Dio visto e contemplato faccia a faccia. Nel momento iniziale della loro esistenza, essi trasalirono tutti in Dio loro Creatore. "Dov'eri tu, chiede il Signore a Giobbe, quando gli astri del mattino cantavano le mie lodi di concerto, quando tutti i figli di Dio erano nel giubilo?" (Gb.38,7). Questi Astri del mattino, questi figli di Dio erano gli Angeli nel fulgore della loro splendida natura che usciva da Dio. Questo trasalimento non comportava alcun merito. Esso precedeva ogni libera determinazione. Esso era la risultante e come la controparte dell'impulso creatore.
Non si prolungò che un momento, ma un momento d'una durata diversa dai fuggenti istanti che misurano la nostra esistenza quaggiù. Tutta l'eternità di Dio ha un solo momento che non passa. Ogni momento della vita degli Angeli è di una durata che può equivalere a dei secoli. Occorre bene che questo momento si sia prolungato, poiché dell'Angelo ribelle è detto "di essersi incamminato in mezzo alle pietre preziose scintillanti come il fuoco, fino a che l'iniquità sia stata trovata in lui". Questo momento passò; gli Angeli dopo questo trasalimento iniziale, rientrarono in se stessi e presero possesso di se stessi. Essi furono messi in grado di agire come creature libere, e di determinare uno scopo alla loro esistenza. Essi non erano sollecitati, come lo siamo noi, dall'attrattiva dei beni inferiori, ma si trovavano in presenza d'un duplice oggetto: da un lato Dio la cui bellezza li attirava potentemente, dall'altra la loro propria natura la cui bellezza aveva di che sedurli. Compiacersi in Dio o compiacersi in se stessi; cercare in Dio la loro suprema felicità, o volere trovarla in se stessi; tali erano i due termini nei quali la volontà libera degli Angeli doveva pronunciarsi e scegliere.
La loro scelta poteva essere dubbiosa? Non compresero, questi puri Spiriti, che la verità era per essi di offrirsi alla Bellezza Increata; di riconoscere che non erano nulla rispetto a Colui che è tutto; e, distaccandosi dalle attrattive ingannatrici della creatura, di lanciarsi in Dio con un movimento potente; in una parola di porre in lui, ed in lui solo, il loro fine ultimo e la loro suprema felicità? Senza dubbio, con la loro luminosa intelligenza, essi compresero che il loro dovere imprescrittibile era di preferire Dio a se stessi; ma parecchi, inebriati da una vana compiacenza, non vi si allinearono. E' fu allora che si produsse nel cielo una scissione. Nel silenzio solenne che seguì i primi giubili degli angeli, dall'alto di una delle Gerarchie superiori partì un grido di rivolta. Era Lucifero che gridava: "Piazzerò il mio trono al di sopra degli astri di Dio, sarò simile all'Altissimo" (Is.14,13). A questo grido rispose un eco formidabile. Una parte degli Angeli lo ripetè. Il male era entrato nel cosmo per la volontà depravata della creatura. Ma nello stesso istante un altro grido si elevò, cacciato dal glorioso San Michele: "Chi è come Dio? Chi è simile a Dio?" grido di trionfante obbedienza, grido di protesta vittoriosa. Esso dominò il clamore di Lucifero e dei rivoltosi; ricollegò le coorti fedeli dei buoni angeli che lo gridarono con un fragore immenso. Lucifero s'era illuso di trascinare tutti gli Angeli nella sua ribellione, per costituirsi come il dio del mondo angelico. Alla protesta di San Michele, egli si sentì abbattuto. Egli non poté sopportare la luce che irradiava dalle delle Legioni fedeli. Egli cadde riverso e come annientato da questa luce. "Non vi fu più posto per lui in cielo" (Ap.12,8). Così cominciò, per il mondo angelico, la distinzione delle due città opposte, Babilonia e Gerusalemme. "Due amori, dice Sant'Agostino, hanno fatto le due città; l'una, Gerusalemme, l'amore di Dio fino al disprezzo di sé; l'altro, Babilonia, l'amore di sé fino al disprezzo di Dio". Gli Angeli fedeli avevano amato Dio fino a disprezzare se stessi: gli angeli ribelli si erano amati fino a disprezzare Dio. - di Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

LA SANTA MESSA E' INCONTRARE GESU'

Post n°2194 pubblicato il 13 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ricordiamo come Cristo è entrato nella vita dei Suoi discepoli mentre essi si stavano dirigendo verso Emmaus (Lc 24,13-35).

Camminavano pieni di tristezza, carichi di sofferenza mentre ritornavano a casa. Gesù li ha raggiunti e si è fatto loro compagno di viaggio.
Essi Gli hanno parlato con parole piene di sconforto. Lui ha incominciato ad insegnare loro e, iniziando da Mosè e dai Profeti, ha spiegato loro cosa dicevano le Scritture su di Lui. I due Lo ascoltavano con il cuore aperto e sentivano qualcosa che non potevano spiegare: una Presenza, un ardore, una emozione...

Il loro cuore ardeva mentre camminavano in compagnia di Gesù.

E hanno ricevuto la grazia per credere!

Quando sono arrivati a casa, hanno invitato Gesù ad entrare, a cenare, a dormire: "Resta con noi perché si fa sera"... Gesù ha accettato. Si è seduto a tavola, ha benedetto il pane, lo ha spezzato e lo ha spartito. In quell'istante, si sono aperti i loro occhi e Lo hanno riconosciuto: "E' Lui! E' Lui!". Il loro cuore è diventato pieno di luce, di gioia... I loro occhi si sono aperti! Sì, Lo avevano riconosciuto! Non a caso, il loro cuore ardeva mentre gli spiegava i passi della Scrittura, lungo il cammino.

Nella Chiesa vi sono due riferimenti sicuri per incontrare il Signore: la Parola e l'Eucaristia. Sono due fonti inesauribili.

La Madonna ha parlato spesso dell'Eucaristia, facendo riferimento alla nostra generazione. Non posso dimenticare le lacrime della Madonna quando ci ha parlato per la prima volta dell'Eucaristia:

"

Carissimi fratelli, che la vostra vita sia l'Eucaristia e che l'Eucaristia sia la vostra vita!
Tutte le Chiese che si definiscono cristiane e che hanno negato la Madonna, hanno negato anche la Presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Si, dove la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, è stata rifiutata, sono stati rifiutati anche l'Eucaristia ed il sacerdozio!

Cari figli, come è possibile che non sapete vivere l'Eucaristia?... Se non vivete l'Eucaristia, non posso aiutarvi".

Messaggio del 15 marzo 1984

Anche questa sera, cari figli, vi sono particolarmente riconoscente per essere venuti qui.

Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell'altare. Io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie particolari.

Un ragazzo di Washington ebbe un gravissimo incidente con la macchina e divenne infermo. Suo padre, vescovo anglicano della Chiesa Battista e guida spirituale del Presidente Clinton, è un uomo molto devoto. Decise di venire a Medjugoije con sua moglie e pregare per la guarigione del figlio. E fece un voto alla Madonna: "Tutti mi hanno detto che appari in questo luogo. Io sono venuto qui per chiederTi aiuto, per affidarTi la guarigione di mio figlio".

Ricevettero la grazia desiderata ed il figlio fu guarito completamente. Quando andai in America, egli mi mostrò la sua grande cappella dove possono stare cinquemila persone.

E mi disse:
"Io so cosa stai cercando nella mia chiesa... disgraziatamente, non ce l'abbiamo! ... Noi non abbiamo l'Eucaristia, però dal giorno del mio pellegrinaggio a Medjugorje sento che molto presto tornerò alla Chiesa dove c'è l'Eucaristia".

L'anno scorso, otto sacerdoti anglicani che hanno pellegrinato a Medjugorje, sono passati al cattolicesimo. Avevano un unico desiderio, dopo aver incontrato la Madre del Signore: avevano bisogno di incontrare l'Eucaristia.

L'Eucaristia è il cuore, il fondamento della nostra Chiesa cattolica, la sorgente da dove nasce la vita per i membri del Corpo mistico di Cristo.

Messaggio del 25 settembre 1995

Cari figli!

Oggi v'invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell'altare. Adoratelo, figlioli, nelle vostre parrocchie e così sarete uniti con tutto il mondo. Gesù vi diventerà amico e non parlerete di lui come di qualcuno che appena conoscete. L'unità con Lui sarà per voi gioia e diventerete testimoni dell'amore di Gesù, che ha per ogni creatura. Figlioli quando adorate Gesù siete vicini anche a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Tutti possono lodare il Signore, tutti possono elevare inni, ma non tutti hanno ricevuto l'educazione nella fede come noi per conoscere che Cristo si è sacrificato come "l'Emmanuele". Non tutti hanno ricevuto la tradizione per celebrare il Mistero della Fede. Non tutti hanno ricevuto la fede. nel Santissimo Sacramento.
Il peccato ha separato l'uomo da Dio, l'uomo dall'uomo e, conseguentemente l'uomo si è diviso e disperso.

L'Eucaristia è il sacramento dell'unità attraverso cui si riceve la grazia di rimanere uniti.

I Padri della Chiesa lo hanno insegnato fin dall'inizio. In quel bell'inno contenuto nella Didachè si cantava: "

Nell'Eucaristia, siamo uniti nel Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa.
La stessa cosa detta per il pane può essere detta per il vino dell'offerta. Non è stato ottenuto con un solo chicco di uva, ma sono tanti e tanti i chicchi di uva pigiati insieme.
Così, ricevendo l'Eucaristia non solo ci uniamo a Cristo -dimensione verticale-, ma restiamo uniti anche agli altri fedeli -dimensione orizzontale-, formando un solo vino, un solo pane, una sola Chiesa, un solo ed unico Corpo.

Mistero della fede.

Gesù, nell'Eucaristia, è vivo e risuscitato.
Durante l'elevazione possiamo anche noi esclamare con fede, come S.Tommaso: "Sì, Tu sei il mio Signore e il mio Dio" (efr.Gv 20,28). Ti ringrazio! Ti amo!

Come lo Spirito Santo, scendendo sulla Beata Vergine, ha compiuto il miracolo dell'Incarnazione del Verbo, così discendendo sopra il nostro pane e il nostro vino, compie il miracolo della transustanziazione. E si fa presente realmente il Corpo del Signore! Noi crediamo, come la Santa Vergine, che "Tutto è possibile a Dio" (Lc 2,37).

Crediamo che il Signore è onnipotente, che Lui lo ha detto e lo ha fatto!

Questo è un Mistero che non si può sottoporre all'analisi sperimentale, non può essere oggetto di studio scientifico.
Non si può sottoporre la fede alla sperimentazione. No! Crediamo nel Mistero e resterà sempre "Mistero della Fede". Mistero in cui io credo, che io accetto, che io amo e che mi fa sentire vivo.
Il sacerdote, durante l'offertorio, versa il vino nel calice e poi aggiunge una goccia d'acqua che si mescola con il vino. Quella goccina d'acqua è un importante simbolo per comprendere il Mistero. Nella Persona del Cristo sono unite la natura divina e quella umana. Anche la goccia d'acqua che non vale niente, non ha prezzo, si mescola col vino e subito non si può più distinguere né separare. Dopo, durante la transustanziazione, diventa Sangue Prezioso di Cristo. Quella goccia si è trasformata, attraverso la potenza dello Spirito Santo e della preghiera della Chiesa, in Sangue divino. Questo è il Mistero!

Spesso tu pensi che la tua vita, il tuo lavoro, la tua sofferenza non abbiano valore. Invece, tu puoi unirti a Dio nell'Eucaristia. Cristo è grande, meraviglioso e ti rende partecipe della Sua natura divina. Allora, tu sei in Lui e la tua grandezza non viene da te ma da Cristo. Questa è una grazia di Dio. I Padri della Chiesa affermano che Eva è nata da una costola di Adamo. Così accade per noi. Tutta la Chiesa nasce dal Costato aperto di Cristo e noi prendiamo da Lui la grazia divina. E' qui, dunque, che puoi nasconderti, costruire la tua vita, offrire la tua vita perché venga trasformata in vita divina, perché sia utile, salvata e salvezza per gli altri.
Questo avviene per mezzo dell'Eucaristia.

Come i granelli di frumento, sparsi per la collina, sono riusciti a formare un unico pane, così i fedeli della Chiesa, sparsi in tutto il mondo, formeranno un solo corpo".

Messaggio del 25 aprile 1988

Cari figli, Dio desidera farvi santi, perciò attraverso me vi invita all'abbandono totale. La santa Messa sia per voi vita! Cercate di comprendere che la Chiesa è la casa di Dio, il luogo dove io vi riunisco e desidero mostrarvi la strada che conduce a Dio. Venite e pregate! Non osservate gli altri e non criticateli. La vostra vita sia invece una testimonianza sulla strada della santità. Le Chiese sono degne di rispetto e consacrate, perché Dio - che si è fatto uomo - sta dentro di esse giorno e notte. Perciò figlioli, credete, e pregate che il Padre vi accresca la fede, e poi chiedete ciò che vi è necessario. Sono con voi e gioisco per la vostra conversione. Vi proteggo con il mio manto materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Il sacerdote, quando sta per iniziare il Santo Sacrificio, bacia l'Altare. Perché?...

Vi ricordate cosa ha scritto il Profeta Isaia? "Dice il Signore: Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani. Non posso dimenticarti. Come la madre non può dimenticare suo figlio, nemmeno Io ti dimenticherò mai. Ti amo. Ho scritto il tuo nome sul palmo della mia mano" (cfr.Is 49,16).

Io vedo, nell'Altare della nostra Chiesa, il palmo della mano di Jahvè. Non desidereremmo tutti baciare quel palmo dove Dio ha scritto il nostro nome con il Sangue di Suo Figlio? L'Altare è il Cuore aperto di Cristo! E dove c'è il Cuore, ci sono l'Amore e la Vita!
In ogni Santa Messa si ha sempre la transustanziazione. Quello che accade al pane e al vino continua sempre in noi e nella Chiesa.
Come ha scritto San Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20).

Questo è il frutto dell'Eucaristia: non vivo più come peccatore, come orgoglioso, come chi non sa, non comprende, non ama... No! Non vivo più io, Lui vive in me, Lui in me è generoso, umile e misericordioso. Questa è la regola da seguire e praticare.
Da dove, i nostri Santi hanno ricevuto la forza per superare le prove, la grazia per amare Gesù e il prossimo, per vivere nella santità? Dall'Eucaristia!

Gesù è realmente presente e dice al Suo popolo: Chi non mangia Me non può vivere, "Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in Me ed Io in lui" (Gv 6,56). Questa alleanza è la Vita!

S.Francesco e S.Chiara d'Assisi piangevano davanti al Tabernacolo. Piangevano davanti alla Croce. San Francesco singhiozzava per le strade... Un giorno, i suoi confratelli gli hanno chiesto: "Perché piangi?". Lui ha risposto: "L'Amore non è amato!"., non so amare il Signore, sono triste perché non so amare Gesù!
Se Francesco, l'innamorato del Figlio di Dio, diceva: "Non so amare", cosa possiamo dire noi?

Devo impegnarmi per imparare ad amare. Lei, la Madre di Gesù, è Colei che desidera insegnarmi ad amare Suo Figlio nell'Eucaristia, ad amare Suo Figlio nella Bibbia, ad amare Suo Figlio sulla croce, nel prossimo, nella Chiesa.


Amore ai sacerdoti.

La Madonna piange quando parla dell'Eucaristia e anche quando parla dei sacerdoti, perché noi non riusciamo ad amare, non sappiamo amare.
Una coppia di sposi, professori che insegnano "Comunicazione" all'Università di Montreal in Canada, dopo un periodo di ricerche, sono venuti anche a Medjugorje. Qui, hanno sentito come se la loro fede nell'Eucaristia si ravvivasse e hanno preso coscienza dell'importanza del sacerdozio per il rinnovamento della Chiesa.
E' purtroppo evidente che negli ultimi anni sono diminuite le vocazioni in Europa e l'età media dei sacerdoti è aumentata. I due professori hanno deciso di iniziare una nuova forma di apostolato che hanno chiamato "la margherita". Lo scopo è quello di aumentare l'impegno assiduo nella preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose. Lei che ama e spera tanto in questa missione, disegna una margherita; nel cuore del fiore scrive il nome del sacerdote e nei petali riporta i giorni della settimana e i gruppi o le persone che si impegnano a pregare ogni giorno per quel sacerdote o per una vocazione. Dopo cinque anni, il loro Arcivescovo ha comunicato che erano venuti molti giovani decisi a diventare sacerdoti. Era la dimostrazione chiara che la coppia di professori aveva dato vita ad un nuovo apostolato che stava già dando i frutti.
E soprattutto il frutto di aumentare nei gruppi e nelle famiglie l'interesse, l'approccio, la stima verso il sacerdozio, quella mentalità che favorisce lo sviluppo di nuove vocazioni.
Non possiamo separare il sacerdote dalla nostra famiglia. I figli non devono assimilare sentimenti negativi verso il sacerdote; lui deve rappresentare una figura importante nella nostra famiglia e, di conseguenza, deve avere uno spazio nel nostro cuore e nella nostra preghiera. Le mani del sacerdote sono state unte con l'olio sacerdotale. Le sue mani, distese sull'offerta sopra l'Altare, sono il simbolo dello Spirito Santo che consacra la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo.Nelle nostre mani, che elevano l'Ostia bianca, avviene il più grande miracolo, una creazione nuova, un grande miracolo, stupefacente, divino. Come nel seno della Vergine lo Spirito ha reso possibile il concepimento, così ora nelle mani del sacerdote avviene il miracolo. Non può esistere la Chiesa di Cristo senza l'Eucaristia e non c'è Eucaristia senza sacerdozio. Quando gli Apostoli sono andati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, non si sono separati dalla "frazione del pane". Il sacerdote non si può separare da Cristo, non si può separare dall'Altare. Sempre con molta sofferenza ricordo il grande dolore che ho provato nel periodo della mia prigionia. Eravamo tre sacerdoti in mezzo a molti delinquenti e prigionieri politici. In carcere, per noi era proibito celebrare la S.Messa, tenere la Bibbia, il Rosario e qualsiasi oggetto religioso. Allontanandoci dall'Altare era come se ci avessero cacciati via dalla Chiesa. Poi, abbiamo compreso che questo sentimento non era autentico ed insieme abbiamo vissuto una esperienza nuova. Ci siamo accorti di vivere il Sacrificio di Cristo nel cuore della Chiesa e che era impossibile separare il cuore del sacerdote dalla Chiesa. In quella situazione di privazione, il nostro cuore ha vissuto il sacrificio di tutta la Chiesa. Quello che voglio dirvi è questo: non permettete ad alcuno di separarvi dall'Altare, dalla S.Messa
La Chiesa vive dell'Eucaristia. L'autentico rinnovamento della Chiesa comincia quando si dà il giusto valore all'Eucaristia che deve essere considerata come il centro della vita cristiana. Se tu desideri veramente partecipare a questo movimento di rinnovamento devi saper vivere l'Eucaristia. Verso di Essa devi indirizzare i tuoi fratelli e quelli che vi si sono allontana ti affinché si avvicinino nuovamente. E' importante che, ritornando alle vostre parrocchie, voi siate come lievito, per fermentare e portare tutta la massa all'Eucaristia. Il tuo unico e più grande nemico è colui che ti può separare dall'Altare, colui che può allontanarti dalla tua Messa domenicale!

Colui che partecipa alla Eucaristia scopre il prossimo.

Non può rifiutarlo, non può odiarlo perché un unico Spirito ispira ed infonde in tutti il dono dell'amore. Se vogliamo guarire le famiglie, in questo anno dedicato alla famiglia, dobbiamo iniziare infondendo nei cuori l'amore per l'Eucaristia.
Non dimenticare, tu hai una grande opportunità per valorizzare la tua vita: prendere le tue sofferenze, il tuo lavoro, la tua croce, tuffa la tua vita ed unirti a Cristo, alla Sua offerta al Padre, al Suo amore. Allora, la tua vita acquista un nuovo prezzo perché riceve tuffo il suo valore dall'Eucaristia: "Non sono più io che vivo...
Il mondo ha fame di amore! Gesù disse ai discepoli: "Dategli voi da mangiare", e apparve pane nel deserto. Mai si esaurisce l'amore.

Il nostro dovere è distribuirlo, condividerlo. - padre Jozo Zovko tratto da "Ecco tua Madre" -

Emanuela "Info da Medju" -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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