ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/08/2009

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE: IL SANTO PADRE/MARIA CI INDICA L'UNICA COSA NECESSARIA

Post n°2204 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Benedetto XVI invita a guardare la “consolante verità di fede” dell’Assunzione in cielo di Maria, in corpo e anima. Dopo la sofferenza la gloria: una trasformazione che coinvolgerà “ogni essere umano e il cosmo intero”: “Colei da cui Dio aveva preso la sua carne e la cui anima era stata trafitta da una spada sul Calvario si è trovata associata per prima e in modo singolare al mistero di questa trasformazione, alla quale tendiamo noi tutti, anche noi spesso trafitti da spade della sofferenza di questo mondo. La nuova Eva ha seguito il nuovo Adamo nella sofferenza, nella Passione, e così anche nella gioia definitiva. Cristo è la primizia, ma la Sua carne risorta è inseparabile da quella della Sua Madre terrena, Maria, e in Lei tutta l’umanità è coinvolta nell’Assunzione verso Dio”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Non un mito ma una realtà, un mistero rivelato ai piccoli: perché Dio "abbassa i superbi e innalza gli umili”: “Non sono certo i ragionamenti a farci capire queste realtà così sublimi, ma la fede semplice, schietta, ed il silenzio della preghiera che infinitamente ci supera e ci aiuta a parlare con Dio e a sentire come il Signore parla al nostro cuore”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Una sola cosa è necessaria. E questa festa – spiega il Papa – ci invita a cercare le cose essenziali, non perdendo mai la fiducia dinanzi alle difficoltà della vita: “Presi dalle occupazioni quotidiane rischiamo infatti di ritenere che sia qui, in questo mondo nel quale siamo solo di passaggio, lo scopo ultimo dell’umana esistenza. Invece è il Paradiso la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. Quanto diverse sarebbero le nostre giornate se ad animarle fosse questa prospettiva!” (Angelus del 15 agosto 2006) La testimonianza cristiana nasce proprio dal vivere la fede in modo semplice e concreto, come Maria: “Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza e di consolazione, dobbiamo annunciare con la vita nostra la risurrezione di Cristo”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Nell’Apocalisse la Chiesa è raffigurata in Maria aggredita da un enorme drago rosso, simbolo dell’Impero romano, di ogni potere che vuole calpestare la Chiesa nella sua debolezza: "Davanti a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero romano si è aperto alla fede cristiana”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2007) “Assunta in cielo – spiega il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina", sente le nostre preghiere e ci aiuta “con la sua bontà materna”: “Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza”. (Angelus del 15 agosto 2007) Quindi il Papa invoca l’intercessione della Vergine per la pace in tutto il mondo: “Alla Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”. (Angelus del 15 agosto 2006) - radiovaticana -

 
 
 

14 AGOSTO SAN MASSIMILIANO KOLBE, SACERDOTE E MARTIRE

Post n°2203 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
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Sudunzska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941

Massimiliano Maria Kolbe nacque a Zdunska-Wola (Lodz) nella Polonia centrale, l'8 gennaio 1894, e fu battezzato lo stesso giorno col nome di Raimondo. La famiglia si trasferì poi a Pabianice dove Raimondo frequentò le scuole primarie, avvertì un misterioso invito della B. Vergine Maria ad amare generosamente Gesù e sentì i primi segni della vocazione religiosa e sacerdotale. Nel 1907 Raimondo venne accolto nel Seminario dei Frati Minori Conventuali di Leopoli, dove frequentò gli studi secondari e più chiaramente comprese che per corrispondere alla vocazione divina doveva consacrarsi a Dio nell'Ordine francescano. Il 4 settembre 1910 incominciò il noviziato col nome di fra Massimiliano, e il 5 settembre 1911 emise la professione semplice. Per proseguire la sua formazione religiosa e sacerdotale fu trasferito a Roma, dove dimorò dal 1912 al 1919, presso il "Collegio Serafico Internazionale" dell'Ordine. Qui fra Massimiliano continuò ad assimilare quelle virtù religiose che già lo rivelavano un degno ed esemplare figlio di S. Francesco, e lo preparavano a diventare un autentico sacerdote di Cristo. Emise la professione solenne il 1° novembre 1914 col nome di Massimiliano Maria. Conseguì nel 1915 la laurea in filosofia, e nel 1919 quella in teologia. Ordinato sacerdote il 28 aprile 1918 celebrava la Prima Messa nel giorno successivo nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, all'altare che ricorda l'Apparizione della Vergine Immacolata ad Alfonso Ratisbonne. Una formazione spirituale soda e sicura aveva aperto lo spirito di fra Massimiliano ad una acuta penetrazione e profonda contemplazione del mistero di Cristo. Come i teologi francescani egli ama contemplare nel piano salvifico di Dio la Volontà del Padre il quale per mezzo del Figlio e nello Spirito Santo crea. santifica e salva un mondo in cui il Verbo Incarnato e Redentore costituisce il punto finale dell'amore di Dio che si comunica e il punto di convergenza dell'amore delle creature che a Dio si riferiscono; e nello stesso disegno di Dio ama contemplare la presenza di Maria Immacolata che sta al vertice della partecipazione e della collaborazione rispetto alla Incarnazione Redentrice e all'azione santificante dello Spirito. Si sentiva inoltre fortemente e responsabilmente inserito nella storia e nella vita della Chiesa, come in quella del suo Ordine Francescano; e ardeva del desiderio di operare alla edificazione e difesa del Regno di Dio, sotto il patrocinio di Maria Immacolata, e di impegnare i confratelli ad un rinnovato filiale e cavalleresco servizio alla Madre di Dio. Questi sentimenti di fede e propositi di zelo, che Massimiliano sintetizza nel motto: " Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l'Immacolata ", stanno alla base della istituzione della " Milizia di Maria Immacolata " (M.I.), cui aveva dato statuto e vita il 16 ottobre 1917; come pure costituiscono il fermento che animerà tutta la vita spirituale e apostolica del P. Massimiliano, fino al suo martirio di carità. Nel 1919 P. Massimiliano è di nuovo in Polonia dove, nonostante le difficoltà di una grave malattia che lo costringe a prolungate degenze nel sanatorio di Zakopane, si dedica con ardore all'esercizio del ministero sacerdotale e alla organizzazione della M.I. Nel 1919 a Cracovia ottiene il consenso dell'Arcivescovo a stampare la " Pagella di iscrizione " alla M.I. e può reclutare fra i fedeli i primi militi dell'Immacolata. Nel 1922 dà inizio alla pubblicazione di " Rycerz Niepokalanej " (Il Cavaliere dell'Immacolata), Rivista ufficiale della M.I.; mentre a Roma il Cardinale Vicario approva canonicamente la M.I. come " Pia Unione ". In seguito la M.I. troverà adesioni sempre più numerose tra sacerdoti, religiosi e fedeli di molte nazioni, attratti dal programma del Movimento mariano e dalla fama di santità del fondatore. In Polonia intanto P. Massimiliano ottiene di poter costituire nel Convento di Grodno un centro editoriale autonomo che gli consente di pubblicare con più proficua redazione e diffusione "Il Cavaliere " per "portare l'Immacolata nelle case, affinché le anime avvicinandosi a Maria ricevano la grazia della conversione e della santità ". È una esperienza di vita spirituale e apostolica che dura cinque anni e prepara la programmazione di un'altra. impresa. Nel 1927 P. Kolbe dà inizio alla costruzione, nei pressi di Varsavia, di un Convento-città, che chiamerà "NIEPOKALANÓW" (Città dell'Immacolata). Fin dagli inizi Niepokalanów assunse la fisionomia di una autentica " Fraternità francescana " per l'importanza primaria data alla preghiera, per la testimonianza di vita evangelica e la alacrità del lavoro apostolico. I frati, formati e guidati da P. Massimiliano vivono in conformità alla Regola di S. Francesco nello spirito della consacrazione all'Immacolata, e collaborano tutti nella attività editoriale e nell'uso di altri mezzi di comunicazione sociale per l'incremento del Regno di Cristo e la diffusione della devozione alla Beata Vergine. Ben presto Niepokalanów diventa perciò un importante e fecondo centro vocazionale che accoglie i sempre più numerosi aspiranti alla vita francescana nei suoi seminari, e un centro editoriale che pubblica in aumentata tiratura: " Il Cavaliere ", altre riviste per giovani e ragazzi e altre opere di divulgazione e formazione cristiana. Da Niepokalanów, come già da Roma, lo sguardo di P. Kolbe spazia sul mondo spinto dall'amore verso Cristo e Maria. " Per l'Immacolata al cuore di Gesù, ecco la nostra parola d'ordine... e poiché la consacrazione di Niepokalanów è incondizionata, così essa non esclude l'ideale missionario... Non desideriamo infatti consacrare soltanto noi stessi all'Immacolata, ma vogliamo che tutte le anime del mondo si consacrino a Lei ". Nel 1930 P. Kolbe, missionario di Cristo e di Maria, parti per l'Estremo Oriente. Nel mese di aprile approdò in Giappone e raggiunse Nagasaki, dove, accolto benevolmente dal Vescovo, dono armena un mese era in grado di pubblicare in lingua giapponese " Il Cavaliere dell'Immacolata ". Fu poi costruito sulle vendici del monte Hicosan alla periferia di Nagasaki un nuovo Convento-città che prese il nome di " Mugenzai no Sono " (Giardino dell'Immacolata), e in cui P. Kolbe organizzò e formò la nuova comunità francescana missionaria. sul tino di quella di Niepokalanów. I risultati si rivelarono presto assai confortanti. Si moltiplicavano conversioni e battesimi, e tra i giovani battezzati maturavano vocazioni religiose e sacerdotali, per cui anche Mugenzai no Sono divenne fecondo centro vocazionale e sede di un noviziato e di un seminario filosofico-teologico. L'attività editoriale arrivò a pubblicare " Il Cavaliere ", con una tiratura di 50.000 copie e in una redazione perfezionata che il Vescovo di Nagasaki riconobbe corrispondente "alla mentalità dei Giapponesi fino a destare entusiasmo e favorevoli consensi, e fino ad arrivare a seminare nei cuori pagani l'ammirazione prima, e poi l'amore verso l'Immacolata, e a chiamarli e condurli alla vera fede". P. Kolbe, autentico apostolo di Maria, avrebbe voluto fondare altre " Città dell'Immacolata " in varie altre parti del mondo; ma nel 1936 dovette ritornare in Polonia per riprendere la guida di Niepokalanów, e per essere, secondo i disegni di Dio, testimone dell'amore di Cristo e di Maria di fronte al mondo nella terribile ora incombente. Negli anni 1936-39 Niepokalanów raggiunse il massimo sviluppo della sua attività vocazionale ed editoriale. P. Kolbe, ricco delle nuove esperienze acquisite in Giappone, si dedica non solo a impartire una intensa formazione spirituale alle numerose vocazioni che continuamente affluiscono, ma anche a curare la efficiente organizzazione dell'apostolato stampa. Circa 800 frati, consacrati all'Immacolata sono intenti alla redazione, alla stampa e alla diffusione di libri, opuscoli e periodici tra i quali: " Il Cavaliere ", con tiratura di 750.000 e talvolta 1.000.000 di copie, e il "Piccolo Giornale", che raggiunge le 130.000 copie nei giorni feriali e 250.000 copie nei giorni festivi. Nel frattempo il P. Massimiliano ha l'opportunità di dedicarsi anche a completare l'organizzazione della M.I. ormai diffusa nel mondo; ricorre nel 1937 il Ventennale di fondazione e il P. Kolbe lo commemora a Roma, dove nel mese di febbraio getta le basi per la creazione di una " Direzione Generale M.I. ". Nel settembre del 1939 ha inizio la tragica serie delle prove di sangue che il P. Kolbe aveva in certo modo intravisto. Una folle ideologia antiumana e anticristiana spinge forze brutali a invadere la Polonia e perpetrare stragi e oppressioni inaudite; e la persecuzione si abbatte anche su Niepokalanów dove è rimasto solo un ridotto numero di frati. P. Massimiliano affronta la situazione con eroica fermezza e carità. Egli accoglie nel convento profughi, feriti, deboli, affamati, scoraggiati, cristiani ed ebrei, ai quali offre ogni conforto spirituale e materiale. Il 19 di settembre la Polizia nazista procede alla deportazione del piccolo gruppo dei frati di Niepokalanów presso il campo di concentramento di Amtitz in Germania, dove il P. Massimiliano animò i fratelli a trasformare la prigione in una missione di testimonianza. Poterono tutti rientrare liberi a Niepokalanów nel mese di dicembre, e riprendere un certo ritmo di attività nonostante le devastazioni subite dai vari reparti. La nuova autorità amministrativa imposta dal nazismo conosce assai bene la potenza spirituale cristiana che Niepokalanów rappresenta ed esercita in Polonia contro ogni forma di ingiustizia e di errore; e conosce inoltre le ferme intenzioni che animano i frati cavalieri di Maria Immacolata, perché ha sentito direttamente dal P. Kolbe questa dichiarazione: " Siamo pronti a dare la vita per i nostri ideali ". La Gestapo però ricorrerà all'inganno per incriminare P. Massimiliano. Arrestato il 17 febbraio 1941 P. Massimiliano fu rinchiuso nel carcere di Pawiak dove subì le prime torture dalle guardie naziste; e il 28 maggio fu trasferito al campo di concentramento di Oswiipcim, tristemente famoso. La presenza del P. Kolbe nei vari blocchi del campo della morte fu quella del sacerdote cattolico testimone della fede, pronto a dare la vita per gli altri, quella del religioso francescano testimone evangelico di carità e messaggero di pace e di bene per i fratelli, quella del cavaliere di Maria Immacolata che all'amore della Madre divina affida tutti gli uomini. Coinvolto nelle stesse sofferenze inflitte a tante vittime innocenti, egli prega e fa pregare, sopporta e perdona, illumina e fortifica nella fede, assolve peccatori e infonde speranza. Era pronto al dono supremo cui aveva aspirato fin dagli anni giovanili dando alla sua carità questa dimensione evangelica: "Da te ipsum aliis = Amor"; lo compì con estremo slancio di amore quando liberamente si offrì a prendere il posto di un fratello prigioniero condannato insieme ad altri nove per ingiusta rappresaglia, a morire di fame. Nel bunker della morte il P. Massimiliano fece risuonare con la preghiera il canto della vita redenta che non muore, il canto dell'amore che è l'unica forza creatrice, il canto della vittoria promessa alla fede in Cristo. Il 14 agosto 1941, vigilia della festa della Assunzione di Maria SS., la ferocia inumana e anticristiana stroncò la sua esistenza terrena con una iniezione di acido fenico. La Vergine Immacolata , che gli aveva offerto in vita la corona della santità lo attendeva in cielo per offrirgli quella della gloria. La fama della vita santa e dell'eroica morte del P. Massimiliano Maria Kolbe si diffuse nel mondo, ovunque ammirata ed esaltata. Espletati dalla autorità della Chiesa i processi e gli esami canonici sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio Massimiliano Maria e sui miracoli attribuiti alla sua intercessione, il Santo Padre Paolo VI lo proclamava Beato il 17 ottobre 1971. Il 10 ottobre 1982 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo proclama Santo e Martire. - *Io sono Amore* .

 

 
 
 

RIDATECI LE CAMPANE DI MEZZEMA

Post n°2202 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
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Il fatto è particolare e curioso; di quelli che sembrano scovati tanto per riempire le pagine di cronaca e i minuti di trasmissione durante il periodo estivo. Io l’ho sentito alla radio, secondo canale Rai, qualche mattina fa. È accaduto a Mezzema, frazioncina di Deiva Marina in provincia di La Spezia, composta da meno di cento anime. Per l’estate è arrivato in paese un turista - «evidentemente importante» ha detto una mezzemese intervistata alla radio - cui dava fastidio il suono delle campane che tre volte al giorno, alle sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette di sera, rintoccavano sulla frazione. Il turista ha smosso le acque, contattato chi di dovere e le campane sono state tacitate. Cosa che però ai mezzemesi non è proprio andata giù. Orfani dei rintocchi provenienti dal campanile della chiesa di San Michele, li hanno sostituiti, alle stesse ore, con il fracasso di pentole e coperchi. Sul quotidiano ligure la storia è raccontata con la solita chiave interpretativa del contrasto fra le tradizioni locali di un popolo poco accogliente e le abitudini del ricco cittadino che viene a insediarsi, per un po’ di tempo, in terre non sue di cui non accetta usi e abitudini. Alla radio il tutto è stato presentato come una amena curiosità e nient’altro. In realtà, proprio alla radio una mezzemese chiamata Giovanna (nome fittizio, ha detto, per timore di essere identificata e aver delle noie da parte del ricco turista) ha spiegato la cosa in altri termini. Lei e i suoi compaesani hanno deciso la singolare forma di protesta perché per loro il triplice suono quotidiano delle campane ha un senso preciso. E profondo. L’ha ricordato lei stessa leggendo le strofe di una poesia scritta per l’occasione. Non ricordo esattamente le parole, ma il senso è questo: le campane suonano al mattino quando noi ci avviamo al lavoro, quando pranziamo ed alla sera quando torniamo a casa stanchi; suonano a Natale per la nascita di Gesù e a Pasqua per rallegrarsi della sua risurrezione; suonano quando un bambino nasce e quando qualcuno muore. Sono, cioè, il ritmo di una vita che trova nel cristianesimo il significato del suo respiro quotidiano e di tutto il suo trascorrere. Il significato della speranza di ogni mattino e della fatica di ogni sera, della gioia di una nascita e del dolore di una morte. È di questo che vive il cristianesimo semplice di un popolo semplice. Forza mezzemesi: sotto con pentole e coperchi, finché non vi ridanno le vostre campane! - Pigi Colognesi  -ilsussidiario -

 
 
 

SCUOLA/ IO MUSULMANA, DIFENDO L'ORA DI RELIGIONE

Post n°2201 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
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Come donna italiana di origine araba e come deputato del Parlamento italiano voglio dire che ritengo assurda la sentenza numero 7076/2009 del 17 luglio del Tar del Lazio.
L’insegnamento della religione ha la dignità delle altre materie e, come tale, ritengo doveroso che debba prevedere la valutazione. Vorrei ricordare a chi parla di discriminazione che, tra le altre cose, non è obbligatoria e la decisione di farla frequentare o meno da uno studente spetta al genitore. Non si tratta, come si potrebbe erroneamente pensare, di una questione secondaria: in gioco ci sono le radici e la storia di un Paese come l’Italia. Come purtroppo accade da qualche tempo, con il pretesto di tutelare una minoranza, si opera contro la maggioranza, ma questo avviene anche in altre parti dell’Occidente, penso ad esempio all’Inghilterra, dove sono presenti addirittura tribunali sharitici. E allora mi chiedo: perché su argomenti così delicati non viene chiesto un parere agli italiani? Può una sentenza stravolgere la vita di un Paese? Qual è il motivo di questo accanimento contro le radici cristiane? Non capisco come si possa trattare in questo modo la religione, che rappresenta il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro.
Chiunque è consapevole che recandosi in un paese arabo troverà le radici dell’Islam, mentre in Israele incontrerà quelle dell’Ebraismo. In Occidente le radici rischiano di scomparire in nome di un’idea sbagliata di laicità. Perché la laicità è un’altra cosa, è la difesa di tutte le identità, il laicismo invece è altrettanto pericoloso dell’integralismo. Vorrei altresì chiarire che la minoranza araba non ha chiesto nulla. Purtroppo in questi casi si rischia di generare confusione e alimentare le contrapposizioni. Non provino a metterci in mezzo, perché nessuno lo ha chiesto. Già in passato ho dovuto intervenire per evitare che la comunità araba venisse strumentalizzata: alcuni insegnanti, appartenenti alla sinistra radicale, impedirono infatti i festeggiamenti natalizi in una scuola, con il pretesto di accogliere un sentimento di disagio degli alunni e delle famiglie appartenenti ad altre religioni. La cultura araba non integralista è aperta a tutti. Chi vuole eliminare la religione dalla scuola abbia il coraggio delle proprie responsabilità, senza strumentalizzare gli altri. I miei figli e quelli di molti amici hanno frequentato le ore di religione a scuola. È stata per tutti loro un’occasione di arricchimento, da cui attingere l’amore per gli altri, l’impegno sociale e l’educazione civica. Ringrazio il Ministro Gelmini per aver presentato ricorso. A settembre presenterò una mozione contro questa sentenza, confidando in un’alleanza trasversale di consensi. Raccoglieremo altresì le firme all’interno della Confederazione della Comunità Marocchina per dire a voce alta che non ci sentiamo discriminati dall’insegnamento della religione nelle scuole e non condividiamo i contenuti di questa sentenza. - Souad Sbai - Deputata del Parlamento Italiano - ilsussidiario -

 
 
 

LA POP STAR MADONNA? SOLO UNA FORMA DI SPAZZATURA CULTURALE. INUTILE POLEMIZZARE CON POCHI BLASFEMI

Post n°2200 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
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Come è noto, la cattolicissima Polonia, proprio oggi Solennità dell'Assunta, è scossa dal provocatorio concerto della pop star Madonna. Il concerto si terrà a Varsavia ed ha suscitato le proteste di alcuni gruppi di cattolici, giustamente indispettiti dal giorno scelto per l'esibizione della cantante. Fare un concerto nella data dedicata alla vera Madonna, non è il massimo della civiltà e della eleganza, tanto che settori cattolici polacchi hanno espresso con garbo, ma altrettanta fermezza, la loro opposizione. Ne abbiamo parlato con l'Arcivescovo di Lublino, Monsignor Josef Miroslaw Zycinski il quale, sebbene critichi la cantante, getta per altro verso acqua sul fuoco. " In verità, vi dico che io parto per un pellegrinaggio a Jasna Gora, dunque vado ad assistere alla sola Madonna che conta", dice con apparente disincanto. Eccellenza, che cosa pensa delle polemiche esplose sul concerto della pop star?: " dunque, Madonna, la cantante, è il classico esempio di una sottocultura canora volgare, di basso livello e di una certa spazzatura di contenuti, talvolta blasfemi. In fondo, rispetto ai milioni di cittadini cattolici polacchi, coloro i quali assisteranno allo spettacolo sono pochi, un piccolo gruppo ripeto, amante del blasfemo o comunque influenzabile. Ma questo non è un fenomeno solo polacco, avviene dappertutto, è accaduto persino a Roma". Da Pastore qual è la sua posizione?: " che tra la madonna spazzatura e la vera Madonna, specie quella nera di Jasna Gora, bisogna dare la precedenza alla Madonna, Madre di Dio. Ma sono certo della maturità dei polacchi e per questo mi sembra inutile scatenare altre polemiche e morbosità. Bisogna sempre pensare in positivo e il positivo è certamente la Madonna di Jasna Gora non certamente quel falso profeta e quella cosa volgare che si esibirà a Varsavia. Dunque pensiamo, nel giorno dell'Assunta, ad onorare la Madonna vera, non altri miti che rimangono solo passeggeri e falsi. Si tratta di pseudo valori, di falsi pensieri ingannatori e come tali rimangono. Indubbiamente non è stata scelta una data felice, pazienza". Parliamo di Giovanni Paolo II, che ricordi ne conserva?: " io lo ho conosciuto a Cracovia dove teneva dei seminari molto interessanti nel corso dei quali cercava di armonizzare il rapporto tra fede e scienza, ma quello che mi colpisce è la sua volontà sempre di porre al centro del suo interesse l'uomo. Un esempio di sincera ricerca del benessere e di servizio". Secondo lei è santo?: " certo che lo è, tutta la sua esistenza, la sua vita, sono stati un esempio chiaro di rispetto del Vangelo, un inno alla santità".Che impressione ne ricavano le persone che lo conoscevano?: " cito un episodio al quale ho assistito quando lui era ancora cardinale a Cracovia. Una nobil donna, della diplomazia, dopo avergli dato sempre del lei, ad un certo punto ha esclamato: mi trovo tanto a mio agio con lei che vorrei darle del tu". Che cosa pensa del suo processo di beatificazione?: " rispetto i tempi di Roma e credo sia giusto lasciare lavorare con calma. Ma, lo ripeto, per me è santo indipendetemente dalla burocrazia e da mentalità rigide. Per me la santità vera non dipende da fatti romani, da certificati,sia pur importanti e necessari, ma da quanto si è fatto in vita. E Giovanni Paolo II ha sempre rispettato il comandamento dell'amore onorando gli altri. Fu un Vangelo vivente". Che avrebbe fatto con Madonna di Varsavia?: " la avrebbe ignorata, con una risata delle sue". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

ROBERTO BIGNOLI: DA DROGA E CARCERE ALLA SCOPERTA DI DIO

Post n°2199 pubblicato il 14 Agosto 2009 da diglilaverita
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Tanta grinta, tanta voglia di comunicare, tanta voglia di testimoniare la bellezza di un incontro che gli ha letteralmente cambiato la vita. Roberto Bignoli, uno dei più noti cantautori in circolazione di quella che viene definita "christian music", domenica 9 agosto a Vetralla, ha tenuto inchiodato alla sedia, per quasi due ore, un pubblico attento e molto partecipe, in piazza del Comune, davanti alla facciata del Duomo, in una bellissima serata d’estate. Il cantautore, originario di

Novara , ha presentato i pezzi forti del proprio repertorio, da "Ho bisogno di te" a "Concerto a Sarajevo" alla celebre "Ballata per Maria" che ha concluso il concerto, inframmezzando le canzoni con il racconto della propria vita che a un certo punto si è trasformato in una vera e propria intervista condotta dal giornalista (e anche lui cantautore) Gianluca Zappa. Quella di Bignoli è una storia che ha del miracoloso. Non è tanto facile incontrare una persona che canta la bellezza della vita, anche in mezzo al dolore, soprattutto quando ha una storia come la sua alle spalle: figlio di una ragazza madre, viene al mondo con l’handicap causato da una poliomelite; vive la ribellione contro Dio e poi contro tutta quanta la società, che lo porta alla disperazione della droga o alla violenza della lotta operaia e perfino al carcere. Poi il misterioso disegno della Provvidenza, che lo conduce fino a Medjugorie e la vita nuova, conseguente all’incontro con Dio e con la Madonna. Questa storia è stata raccontata con abbondanza di particolari, "Non perché voglio farmi bello o pormi come un esempio – ha ripetuto più volte - , né perché voglio imporre qualcosa. Il mio desiderio è quello di proporre, di mettere in movimento chi ascolta, di mettere in cammino un popolo". La musica : un pop-rock dagli arrangiamenti molto professionali, con testi che nella stragrande maggioranza dei casi sono pieni di un Tu, che non identifica una donna, come avviene normalmente, ma Dio stesso, che Bignoli non si stanca di desiderare e di cercare, perché senza di Lui, ripete, la vita non ha senso . Una forte testimonianza di fede, di gioia e di speranza, fatta direttamente in piazza, non fra le quattro mura di una chiesa. E proprio per questo più forte. L’iniziativa è riuscita benissimo. Particolarmente colpito da Bignoli è l’assessore alla Cultura del Comune di Vetralla Luca Mancini "Mi avevano parlato dell’uomo Bignoli e del suo radicale cambiamento dopo un pellegrinaggio a Medjugorje, stasera ho potuto apprezzare anche le sue eccezionali doti artistiche. La sua testimonianza possa essere di aiuto a tutti coloro che, per varie ragioni, si vengono a trovare in difficoltà durante il percorso della vita. Il messaggio inequivocabile che stasera Roberto ci ha trasmesso è che si può sempre cambiare rotta e passare, come Roberto, da esperienze negative come droga e carcere ad una vita felice e serena, affermandosi anche professionalmente, nel suo caso grazie anche al sostegno della fede e dell’esperienza mistica vissuta a Medjugorje".

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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