ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 19/08/2009

20 AGOSTO: SAN BERNARDO, ABATE E DOTTORE DELLA CHIESA

Post n°2223 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

San Bernardo nato a Digione in francia nel 1090 ha un nome ed un posto incomparabile nella storia della Chiesa.  Borghignone di nobile famiglia, rimasto orfano della madre, a soli 17 anni si sentì attratto dalla vita di speciale consacrazione ed entrò a 22 anni nella vita monastica con 30 suoi parenti ed amici a Citeaux. In seguito Bernardo fu il  fondatore dell’abbazia di Chiaravalle e dei Cistercensi, ramo del tutto particolare del grande albero benedettino, rifiutò l’episcopato a varie riprese e, per la sua virtù, per il suo prestigio, si trovò immischiato agli affari generali della Chiesa sotto i papi Innocenzo II ed Eugenio III, suo vecchio discepolo. Per lui egli scrisse il libro “De considerazione”. Moltiplicò i suoi scritti che appaiono sempre più il frutto delle ispirazioni divine che non il lavoro d’un uomo, come ci dicono le lezioni del Breviario. In mezzo a tantissime sue eroiche virtù, non si potrebbe dimenticare di fare un posto a parte alla sua profonda e del tutto filiale devozione verso la Santa Vergine. Sua è la popolare preghiera del “Memorare piissima Virgo Maria”. Talvolta viene raffigurata la scena della Madonna che risponde alla preghiera di Bernardo bagnandogli le labbra col latte del proprio seno. Si racconta anche che egli fosse così amante della Vergine che tutte le volte che passava davanti all’immagine della Madonna, la salutava dicendogli “Ave Maria”. Un giorno la Madonna rispose all’invocazione di Bernardo con lo stesso saluto: “Ave, Bernardo”. Si deve a lui l’indroduzione nei monasteri cistercensi, poi ripresa anche da altri ordini religiosi, di chiudere la giornata con il canto alla Madonna.  Dopo una vita tutta di santità, morì a 63 anni il 20 agosto 1153 a Clairvaux in Francia. Il Papa Alessandro III l’ha posto sugli altari col titolo di abate ed il Papa Pio VIII l’ha dichiarato Dottore della Chiesa. Bernardo secondo la leggenda, viene rappresentato con una ruota perché il santo avrebbe costretto il demonio a riparare il suo carro, oppure con un diavolo alla catena con riferimento al superamento di tutte le tentazioni; viene pure raffigurato con una mitria deposta ai suoi piedi o posata su un libro a significare il suo rifiuto delle insegne episcopali, tra cui la nomina a vescovo di Genova o di Milano. Monaco, asceta e mistico, fustigatore di costumi, Bernardo è stato il riformatore dei cistercensi, consigliere di papi e vescovi, re e principi, una figura fondamentale della storia europea. Nell’ordine della santità, egli appariva veramente come un gigante. Dapprima dei doni naturali più vari gli conferivano un indiscutibile valore umano : nobiltà di nascita, intelligenza, bellezza corporale, grande delicatezza d’animo ed energia della volontà. La vita religiosa e sacerdotale dovevano sviluppare queste qualità ed il posto che i capi della Chiesa e la società civile gli fecero, a causa del suo magnifico carattere e della sua alta santità, accrebbero ancora la sua influenza prestigiosa sul suo tempo. Ogni grandezza si sviluppa a contatto con l’umiltà, con la povertà e la semplicità del monaco, per nulla scalfito dal suo successo ma ostinatamente uomo di Dio e di preghiera come nello stesso tempo uomo d’azione. È bello incontrare tali uomini che come san Bernardo, hanno sormontato tutte le seduzioni del mondo, più numerose per loro che per qualsiasi altro, in ragione stessa della loro superiorità e del loro fascino. Non basta pensare e dire che queste grandi e sante figure ci sorpassano. È saggio e confortante ispirarcisi a tali esempi, di riconoscere le meraviglie del Signore nell’anima e nella vita dei santi, di ritenere dai loro esempi delle lezioni di saggezza cristiana ! Alla luce d’irradiamento durevole d’un San Bernardo come il nostro orgoglio, la nostra ricerca di noi stessi, le nostre esitazioni davanti alla grazia del Signore, ci appaiono miserevoli ! Noi ci sentiamo forse più piccoli quando contempliamo delle anime di simile spessore, nel naturale così come nel soprannaturale? San Bernardo comprese tutto quello che contiene la vanità umana. Questa intelligenza è auspicabile a chi pretende servire Dio in tutta lealtà ed indicare al mondo la strada del regno celeste : “Chi pratica i comandamenti, sarà grande nel regno dei cieli”. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

I RAVE PARTY FIGLI DI UN TREMENDO VUOTO SPIRITUALE. UN RITUALE MASOCHISTA FRUTTO DI AUTISMO SENTIMENTALE

Post n°2222 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ancora una volta, tragicamente, i cosiddetti rave parties, hanno prodotto lutto e rovina, famiglie nella disperazione e nell'angoscia. Lo abiamo constatato nel Salento ed anche in altre parti di Italia. Non accade per la prima volta e la sensazione è che queste cose torneranno ad accadere. La sola... magra consolazione è che non  succede solo da noi. Di tanto abbiamo discusso e parlato con il noto psichiatra Alessandro Meluzzi. Dunque, Meluzzi, come spiega questi eventi che molte volte terminano luttuosamente?: " intanto con un grande vuoto spirituale dentro. Questi ragazzi sentono il bisogno di manifestare che esistono con tali dimostrazioni". Magari un avvicinamento al divino o alle cose spirituali li aiuterebbe: " credo proprio di sì, del resto ogni epoca ha le sue piaghe e dobbiamo rendercene conto. Credo che, in fondo, questi siano dei giovani malati, molto malati". Malati, e di che cosa cosa?: " non della solita banale solitudine, perchè soli non lo sono affatto. E' un falso mito. Come mi sembra banale discutere sempre e comunque della mancanza dei valori. Certo, se avessero valori e certezze maggiori, limiterebbero i danni, ma non si tratta solo di questo, niente affatto". E allora di che cosa parliamo?: " sono dei veri tentativi, molte volte anche riusciti, di sostituire l'estasi naturale con quella artificiale e i risultati rimangono sotto gli occhi di tutti. Vorrebbero cercare un collegamento stabile con il divino e non ci riescono o talvolta neppure ci provano". Poi Meluzzi afferma." In verità, mi pare di assistere a dei riti sciamanici senza dei veri sciamani, cioè dei riti senza maestri che li sappiano dirigere al punto giusto limitandone gli effetti perversi". Aggiunge: " credo che molti di loro, ma bisognerebbe analizzarli anche singolarmente, soffrano di autismo sentimentale. Vogliono dimostrare, quasi ne avessero dubbi, che esistono, che ci sono, che sono presenti, lo gridano al mondo morbosamente e con tanta forza, ma in modo dannoso". Poi il professor Meluzzi lancia il suo affondo: " penso che alla base ci sia anche del masochismo, che comunque è patologico, è una devianza. Il volersi farsi del male non è una cosa buona. Il solo fatto che questi giovani stiano ore intere a ballare al caldo, sfidando anche le leggi del corpo e della medicina, spesso imbottiti da alcool o altre sostanze, li porta a soffrire. E loro accettano liberamente e consapevolmente questa sofferenza fisica. Indubbiamente, esiste una componente masochista ed autista, un grido di dolore nel vuoto spirituale assordante". Una maggior familiarità con Dio li aiuterebbe?: " certo, il divino, il trascendente, l'amicizia con Dio non ha mai fatto male a nessuno. A loro consiglio una buona terapia, ma anche il sapere che non sono  spiritualmente soli, che Dio li assiste, che non hanno bisogno di queste manifestazioni estreme per fare sapere che esistono. Sono creature che meritano comunque aiuto ed affetto". Anche gli adulti dovrebbero spesso recitare il mea culpa: " certo. A queste manifestazioni non si arriva all'improvviso, esistono segni premonitori, se le famiglie fossero anche più presenti, molte tragedie si eviterebbero". - Bruno Volpe - Pontifex -

 

 
 
 

19 AGOSTO SAN GIOVANNI EUDES: E LA DEVOZIONE AI SACRI CUORI DI GESU' E DI MARIA

Post n°2221 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il tuo regno, Signore, è votato quaggiù alla contraddizione ed alla lotta. La tua Chiesa sulla terra è militante. Per appartenerle, per restarle fedele, per farle onore con le virtù, i cristiani hanno bisogno di buona volontà, di generosità e di grazie molteplici. Certamente tu non le rifiuti loro ! Quando in Francia imperversava il giansenismo nella Chiesa del XVII secolo, prima ancora del messaggio di Paray-le-Monial, un grande servo di Dio, san Giovanni Eudes nel suo vivo amore per Cristo, per la Madonna e per la salvezza delle anime, ebbe l’ispirazione di propagare il culto del Sacro Cuore di Gesù e del Santo Cuore di Maria e di fondare una congregazione detta di Gesù e Maria, chiamata oggi gli "Eudisti", cioè sacerdoti dediti alla predicazione nelle campagne e alla direzione dei seminari. Attualmente i membri di questa società di vita apostolica sono quasi 500 ed hanno una sessantina di comunità religiose specie in Europa e in America. Giovanni Eudes era nato a Ri in Normandia il 14 novembre 1601 ed era stato formato dai gesuiti nel loro collegio di Caen. Giovanissimo entrò nella congregazione degli Oratoriani. A Parigi si dedicò alla catechesi in occasione delle missioni popolari e per ascoltarlo giungevano grandi folle che gremivano le chiese. Giovanni si rese subito conto che non erano tanto i fedeli a mancare, bensì la formazione degli stessi sacerdoti. Eudes inoltre a contatto con il popolo delle periferie parigine scoprì lo squallore e la povertà materiale nella quale vivevano tantissimi e soprattutto la situazione di tante ragazze costrette a prostituirsi per avere il minimo necessario per la propria sopravvivenza. Nel 1627 scoppiò in Normandia la peste e padre Giovanni ottenne di rientrare nella sua regione natale per assistere gli appestati che curò con grande eroismo e senza paura dell’eventuale contagio diceva. "Persino la peste ha paura di questa mia pelle". Terminata l’emergenza sanitaria, riprese le missioni popolari finchè venne nominato superiore dell’oratoria di Caen. La sua idea fissa , però era quella di formare un clero zelante secondo i dettami del Concilio di Trento e quindi uscì dalla sua congregazione degli oratoriani e ne fondò una nuova completamente che chiamò "Congregazione di Gesù e Maria" perché il suo cardine spirituale era la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria. La nuova congregazione era incentrata sulla formazione teologica dei preti, unita a una forte spiritualità che li rendesse forti interiormente. In tal modo Giovanni Eudes si rese uno dei maggiori protagonisti della Chiesa di Francia della sua epoca. Tutta la sua spiritualità è incentrata sul simbolo del "cuore", espressione dell’amore di Cristo che ha salvato il mondo attraverso di esso il santo mostrava ai sacerdoti la grandezza della loro missione come chiamata all’amore ablativo. Si deve a lui e ai suoi religiosi la vittoria della Chiesa contro le idee rigoriste che mostravano un Dio poco misericordioso. In questo Eudes precedette solo di un anno le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù, ricevute dalla monaca visitandina Margherita Maria Alocoque, tanto da essere considerato l’apostolo e dottore del culto dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Il suo zelo nelle varie predicazioni fin nelle campagne, le sue fondazioni di opere di carità, i suoi scritti testimoniano l’intensità del suo lavoro apostolico. Egli è stato un vero trascinatore di anime, uomo afferrato dall’amore dolce e insieme forte di Dio, grazie al quale poteva autorevolmente rivolgersi a papi, re e principi. La Chiesa approvò le sue iniziative. Il Sacro Cuore, nelle sue Apparizioni e Rivelazioni a Santa Margherita Alacocque, tracciò la strada d’una devozione popolare destinata a riavvicinare le anime a Cristo, allorché l’eresia giansenista, sotto la copertura di freddo ragionamento, le allontanava sotto il pretesto d’un rispetto pieno di timore ed esposto a generare l’orgoglio e lo scoraggiamento. È dalla vita di santità e non da quella della critica sconvolgente e dall’orgoglio che lo Spirito Santo agisce profondamente nell’anima dei suoi servi e li guida, spesso attraverso le prove, alla realizzazione dei voleri divini. I riformatori e gli innovatori ecclesiali non vanno lontano se non sono tutti impregnati di pensieri e di disegni soprannaturali ed in uno stato d’animo in cui la loro buona e generosa volontà è interamente in dipendenza dal soffio dello Spirito Santo. Giovanni Eudes morì a Caen il 19 agosto 1680, egli dopo santa Gertrude, santa Caterina da Siena, santa Margherita Maria Alacoque e santa Teresa d’Avila, è stato maestro di spiritualità totalmente incentrata sull’amore affettivo di Dio. Signore Gesù, dacci di corrispondere, ad imitazione di san Giovanni Eudes, a queste grandi e toccanti devozioni al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Ammirabile di Maria, affinchè al contatto con la purezza e l’amore di questi santissimi Cuori, il nostro cuore divenga veramente per te, Signore, e per tua Madre, un santuario di filiale pietà e per le anime dei nostri fratelli una sorgente zampillante d’amore . - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

LE DOMANDE PIU’ FREQUENTI SULLA CHIESA E DINTORNI.

Post n°2220 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 E’ giusto imporre per legge le regole della morale cattolica?

 Continuiamo ad affrontare le domande dal libro di don Piero Gheddo, Ho Tanta Fiducia. Ormai siamo in una società multiculturale e multi religiosa e molti sostengono che non è giusto imporre per legge le regole della morale cattolica. Lei che ne pensa?

Nessuno vuole imporre la morale cattolica per legge. Risponde il missionario. Lo Stato pensa al bene pubblico, cioè del popolo italiano, e la morale cattolica è predicata dalla Chiesa e liberamente osservata.  Il cosiddetto “Stato etico”, cioè lo Stato che si preoccupa di far osservare la morale cattolica, non lo vuole nessuno, perché il “peccato” non sempre coincide con il “crimine”. Ricorderete la polemica che aveva sollevato l’onorevole Gianfranco Fini, qualche mese fa, al 1°congresso nazionale del Pdl, quando è uscito con la “sparata” gratuita contro lo “Stato etico”, naturalmente il presidente della Camera si riferiva ai cattolici.  Ma quando il peccato coincide con il crimine contro altre persone, allora è giusto che lo Stato intervenga a proibire e a punire. Così uno Stato che condanna l’omicidio non vuole certo imporre i dieci comandamenti, ma applica una norma di morale naturale che tutti sentono necessaria per il rispetto di ogni vita umana.  Una legge che condanna i pedofili e la pornografia non vuole “la morale cattolica”, ma una norma che appartiene alla morale naturale e al buon senso comune.  Forse la questione più lacerante nel nostro vivere comune è quella dell’aborto, su cui ci sono abbastanza dibattiti accesi. Per la Chiesa Cattolica, l’aborto è un omicidio, cioè uccisione di una vita umana; non si capisce perché - scrive padre Gheddo – se è un delitto uccidere un bambino che da una settimana è uscito alla luce, mentre non si ritiene condannabile penalmente uccidere quello stesso bambino nel seno della madre qualche mese prima. Ecco fare una legge contro l’aborto non significa “imporre la morale cattolica”, ma semplicemente condannare l’omicidio di un essere umano, che avrebbe diritto ad essere allevato per diventare un uomo e una donna. La stessa cosa per la questione dei Dico o Pacs; non fare una legge per riconoscere le coppie di fatto o quelle omosessuali, non significa imporre niente a nessuno, ma rispettare l’etica naturale. Quindi quando Rosy Bindi, sulla questione Dico, rispondendo al cardinale Ruini diceva che lei era ministro anche dei bestemmiatori, stava confondendo la sua funzione.  In questi giorni ho ricevuto una mail di un amico, che rispondendo ad un mio articolo ribadiva il solito refrain che il legislatore “neutro” deve tenere conto non solo dei credenti ma anche degli atei etc e mi ricordava che Cristo mandò i suoi discepoli nel mondo per convincere con l’esempio e non con la guerra…Si finisce sempre a parlare di crociate.  Certo il problema dell’aborto è complesso, ormai viene usato come strumento per limitare le nascite, se invece le donne fossero aiutate a generare il figlio e poi ad allevarlo, magari dandolo in affido, la grande maggioranza delle mamme non penserebbe di abortire. Infine a quelli che evocano le società multiculturali o multi religiose, don Piero risponde che sono tutte clamorosamente fallite, come in Inghilterra, Olanda, Francia, Belgio. L’Italia si può definire un Paese multiculturale? E poi che significa società multiculturale? Che tutte le culture hanno diritto di vivere ed essere praticate? D’accordo, risponde Gheddo; ma se una cultura, pratica la poligamia, l’infibulazione femminile, la superiorità dell’uomo rispetto alla donna nei problemi familiari (divorzio, eredità), la proibizione di convertirsi ad un’altra religione, cosa si deve fare? Rispettare la cultura o chiedere e ottenere che tutte le culture rispettino la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti dell’Uomo?  Marcello Pera nel suo ultimo libro edito da Mondadori, Perché dobbiamo dirci cristiani, è più categorico quando affronta il tema del multiculturalismo: Se una comunità di cannibali si trasferisce a Roma, il sindaco non ha il dovere di riconoscergli il diritto al pasto (e ancor meno di procurarglielo). E si chiede se si deve censurare quella cultura (dei cannibali) perché confligge con i diritti fondamentali, anche se essa è la condizione dell’identità di quell’individuo? - Domenico Bonvegna -

 
 
 

SAN CAMILLO DE LELLIS E I PIANI DI DIO

Post n°2219 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
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Ecco un Santo del quale non si dovrà imitare la vita che egli condusse per molti anni, perché fu dapprima un grande peccatore… Egli offendeva gravemente il buon Dio con la sua cattiva condotta e perse tutto quello che possedeva giocando a carte…Il buon Dio permette spesso che i suoi Santi siano stati dei grandi peccatori, affinché i peccatori non si scoraggino mai per le loro colpe, dicendo: "Ho troppo offeso Dio". Io ignoro come egli si sia convertito. So soltanto che fece voto di diventare religioso come S. Francesco d’Assisi… Ma egli si era fatto un giorno una piaga su di una gamba… quando indossò la veste dei Cappuccini, questa, battendo sulla piaga, la fece riaprire. Dovette lasciare il convento. Quando la piaga fu bene guarita, rientrò in convento per mantenere il voto, che aveva fatto. Subito la piaga si riaprì… Fu dispensato dal suo voto. Evidentemente Dio non voleva che egli fosse Francescano. Che cosa doveva fare Camillo? Mentre era all’ospedale per curare la gamba, egli aveva sofferto per il sudiciume che vi regnava. Si sentì allora chiamato da Dio a fondare un Ordine che curasse gli ammalati e aiutasse i moribondi a fare una buona morte. Quel grande Ordine si chiama dei Camilliani, dal nome del suo fondatore.
Essi vestono di nero e recano una croce rossa sul petto. Questi buoni religiosi si occupano degli ammalati e degli infermi. Vedi come il buon Dio si serve delle piccole cose (una piaga a una gamba!), per condurci dove Egli vuole. Camillo, forse, aveva sofferto vedendo la sua piaga riaprirsi… Se egli avesse saputo che quella ferita doveva fare di lui un grande Santo!…

PROPOSITO: Non mi lamenterò mai. Il buon Dio dispone di tutto… Padre Nostro, fa’ come ti piacerà…- Henry Perroy - atempodiblog -

 
 
 

GLI IMMIGRATI NON CI RUBANO IL LAVORO. MA IL PROBLEMA E' PER LE NUOVE GENERAZIONI.

Post n°2218 pubblicato il 19 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Come noto l’immigrazione è un fenomeno complicato da analizzare, sfuggente nelle sue articolazioni più profonde, e dunque inadatto agli eccessi di semplificazione, che invece dominano il dibattito pubblico di qualunque Paese. Il vecchio adagio populista, secondo cui gli immigrati toglierebbero lavoro agli italiani, è esemplarmente uno degli argomenti iper-semplificati che hanno fatto la fortuna delle Leghe nella loro fase propulsiva degli anni Novanta. I fatti hanno strada facendo dimostrato la falsità dell’affermazione: gli stranieri, regolari o meno, si sono inseriti perfettamente nel sistema occupazionale del nostro Paese, andando a collocarsi lungo gli interstizi professionali lasciati liberi dagli italiani. Oggi, come noto, sono quasi sempre i lavori più duri e a bassa qualificazione a vederli protagonisti: colf, badanti, operai generici, muratori. Lavori che agli italiani interessano sempre meno e che invece aprono la strada dell’inclusione sociale e di una almeno parziale emancipazione economica a una popolazione che ormai pesa per il 6% sul totale dei residenti in Italia. I dati diffusi da Banca d’Italia confermano dunque in modo autorevole un’evidenza che l’opinione pubblica ha imparato a riconoscere, tanto che anche le frange più dure dell’intolleranza xenofoba utilizzano da tempo altri temi per catturare l’attenzione sul tema. Primo tra tutti quello della criminalità, dove le evidenze empiriche appaiono decisamente più solide. Dunque gli stranieri non rubano posti di lavoro agli italiani, e anzi molto spesso (è il caso di colf e badanti) rappresentano una indispensabile stampella cui appoggiare il peso di molte famiglie, permettendo a moltissime donne (in particolari madri) di lavorare a loro volta. Possiamo accontentarci di questa informazione per guardare con ottimismo allo sviluppo del fenomeno migratorio nei prossimi anni? Evidentemente no. Sono soprattutto i dati relativi al capitale umano di queste persone a preoccupare maggiormente. Nel rapporto di Bankitalia si legge infatti che i tassi di abbandono scolastico tra le nuove generazioni di stranieri sono significativamente più alti rispetto a quelli degli italiani e che in generale gli stranieri mostrano livelli di competenze più bassi rispetto ai loro compagni di scuola, soprattutto nelle regioni del Sud. Ciò significa che il meccanismo di inclusione sociale è inceppato, con il rischio di generare una spirale di impoverimento ed emarginazione i cui effetti cominceranno a vedersi già nei prossimi anni. Sappiamo da molte e concomitanti fonti informative come il fenomeno della dispersione scolastica sia al tempo stesso generato dalla e generatore della povertà. In una popolazione ad elevati tassi di povertà gli alti tassi di abbandono possono essere guardati come ad un destino inevitabile (il prezzo da pagare allo sviluppo, atteggiamento stigmatizzato anche da Benedetto XVI nelle recente enciclica "Caritas in Veritate"), oppure osservati come un vero e proprio "indicatore sentinella", capace di predire una crescente spirale di esclusione (e dunque non solo di povertà ma anche di probabile criminalità) in una popolazione già particolarmente a rischio. Insomma, siamo di fronte ad un fenomeno a due facce: la popolazione immigrata ha utilizzato fino ad oggi il lavoro come arma potente di inclusione, ma rischia di rimanere sempre più ferma nei gradini più bassi della scala sociale, a causa di un sistema scolastico che invece di aiutare la mobilità ascendente diventa strumento conservatore di un perdurante immobilismo sociale. Rischiando di consegnare le nuove generazioni straniere ad un destino più complicato rispetto a quello dei loro padri. Ce n’è a sufficienza per aprire un capitolo speciale dell’emergenza educativa del nostro Paese, rimediando agli errori generati in particolare dall’ideologia egualitaria e multicultaralista dei buoni sentimenti. -

Luca Pesenti - ilsussidiario -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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