ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 30/08/2009

GIOVANNI PAOLO II CELEBRAVA IN MODO MISTICO L'EUCARESTIA

Post n°2273 pubblicato il 30 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

" Posso confermare che alcune volte, dopo aver  amministrato la comunione a sè stesso, durante la Messa, Giovanni Paolo II rimaneva fermo, in silenzio, senza profferire parole, tanto che don Stanislao  talvolta mi domandava, ma perchè si ferma tanto, che cosa  gli accade"?: lo afferma lo storico cerimoniere di Giovanni Paolo II, Monsignor Piero Marini,Presidente dei Congressi Eucaristici internazionali. Marini, fine liturgista,ha voluto parlare di Giovanni Paolo II, del modo di pregare del defunto Papa, dei suoi rapporti con lui ed anche della santità dello scomparso pontefice. Iniziamo con la celebrazione della Eucarestia, che cosa ha notato in particolare?: " le assicuro che la viveva con grande intensità emotiva e trasporto,ma quello che mi ha colpito maggiormente è un altro punto". Quale?: " a volte, non sempre, dopo aver amministrato a sè stesso la comunione durante la Messa, rimaneva fermo,immobile, assente, quasi lontano dai suoi pensieri. Immobile". Immobile?: " certamente, aveva un'aria distante, quasi lontana, e questo accadeva a volte dopo l'aver preso la comunione". A che cosa lo attribuisce?: " alla particolare intensità mistica e spirituale con cui celebrava la messa. Ricordo che don Stanislao, quando accadevano queste cose, mi chiedeva ,perchè sta fermo tanto tempo, che cosa sta accadendo? Ed io non sapevo darmi una spiegazione razionale a questo accadimento". Antonio Socci, in un bel libro su  Giovanni Paolo II, ha parlato di  sue doti soprannaturali e quindi di misticismo del Papa: " premetto che non ho letto il libro e quindi non posso esprimere sul tema una opinione articolata. Comunque ,se per misticismo intendete una particolare predisposizione alla spiritualità, al vivere la messa con senso di santità e distacco, confermo  la idea che ha avuto Socci. Insomma, sono della opinione che la celebrazione di Giovanni Paolo II era intrisa di spiritualità,ma il problema non va legato solo alla messa quanto a tutto il suo modo di pregare. Lui dava grande importanza alla preghiera e quando pregava effettivamente si assentava, entrava in diretto contatto con Dio, insomma era come se fosse un'altra persona. Giovanni Paolo II dava grande rilevanza alla preghiera,vero". Da cerimoniere di lungo corso, ha mai avuto difficoltà con lui?: " no, assolutamente mai". Per difficoltà intendiamo problemi di comunicazione, di affinità elettive?: " le ripeto,mai. Ci siamo sempre intesi benissimo e non abbiamo mai,dico mai, avuto contrasti in tema di celebrazioni o  idea di celebrazioni. Il nostro rapporto è stato sempre ideale e perfetto". Poi aggiunge: " se  si riferisce a difficoltà di carattere logistico, queste ci sono state e in particolare quando le sue condizioni di salute sono peggiorate o in alcune messe all'estero turbate da fenomeni locali o meteorologici. Ecco, il solo vero ostacolo sono state le sue condizioni fisiche,ma il rapporto tra Papa e cerimoniere è stato sempre bello, limpido e solido,mai incrinato da niente. Eravamo in perfetta sintonia e ci stimavamo". Secondo lei che è stato a diretto contatto, è santo?: " io sono della idea che sia santo. Premetto che mi impressionava la idea  intensa che dava alla santità. Intanto era un innamorato di Maria e di quella di Kalvaria nel particolare anche se lo aveva affascinato pure quella di Niegowic, poi riteneva importante il concetto di santità". Dunque secondo lei è santo?: " non ho mai conosciuto una persona più vicina a Dio di lui. Amava l'uomo, del cristianesimo possedeva una idea chiara di servizio ed era attento alle esigenze delle persone. Non ha mai discriminato nessuno e tutta la sua vita fu un inno al Vangelo. Dunque ritengo che sia evangelicamente santo. Poi la santità è alla portata di tutti, ognuno può essere santo  mettendo nella pratica il Vangelo, insomma la santità non è un traguardo per pochi eletti. Da questo punto di vista la vita di Giovanni paolo II fu un grande e completo inno alla santità. Io lo penso santo". Però i tempi della beatificazione sembrano allungarsi: " non entro in questo tema, nella Chiesa quello che sembra lungo è breve. Ma ritengo che più passa il tempo e maggiormente la gente ne apprezza la bontà, il carattere e la santità. Bisogna dare tempo. Non abbiamo fretta. Lo ripeto, era, ed è santo, ma bisogna saper aspettare". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

LA LITURGIA E' UNA COSA SERIA, NESSUNO PUO' IMPROVVISARE COSE DI MAL GUSTO

Post n°2272 pubblicato il 30 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da poco si è conclusa a Barletta la sessantesima settimana liturgica dal titolo Celebriamo la misericordia di Dio, dedicata prevalentemente al sacramento della Penitenza. Inutile dire che il dibattito ha centrato anche la liturgia in genere. Ne abbiamo discusso con il Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, Presidente Emerito della Pontificia Commissione Eclesia Dei,autentico gentiluomo ed esperto di liturgia. Eminenza, nel corso del dibattito di Barletta, è emerso un dato per altro già conosciuto. Ovvero,la confessione sacramentale vive un periodo di scarsa fortuna, a che cosa si deve?: “ la verità è che oggi è spesso sparito o comunque si è attenuato fortemente, il senso del peccato. La gente non sa riconoscere o non vuole, i peccati veniali da quelli mortali, non ha questo criterio e talvolta se ne costruisce di suoi. Questo,per altro lato, svilisce il senso di colpa e il rispetto della Legge di Dio, ovvero dei Comandamenti”. Solo responsabilità dei fedeli?: “ nella maggior parte dei casi direi di sì, ma è triste e penoso riconoscere che qualche volta le responsabilità stanno anche tra i sacerdoti, che denotano una scarsa disponibilità al sacrificio e alcune volte rappresentano le condotte peccaminose in modo soft, dunque facendo quasi credere che certe cose siano naturali o normali”. Passiamo ad aspetti tipicamente liturgici, visto e considerato che abbiamo parlato di sacerdoti. Molte volte si parla della Santa Messa come di festa o banchetto,condivide?: “ dunque, la messa è anche una festa, ma non nel senso pagano in cui si crede. Viene prima,ma molto prima, il concetto di sacrificio incruento di Cristo e una volta compreso che la Messa è sacrificio,dono e mistero, si può parlare di festa. Ma limitarsi alla festa è quasi un aspetto protestante,superficiale”. Secondo alcuni autori e liturgisti sarebbe venuto meno il senso del sacro: “ vero e condivido, è venuto meno il senso del sacro. Nel senso di rispetto di adorazione, silenzio, venerazione. Ecco, perché la Messa deve recuperare al più preso questo aspetto di sacralità”. In alcune chiese,specie di stile moderno, il Tabernacolo è finito in seconda posizione, quasi in un cantuccio,come se il padrone di casa desse fastidio: “ su questo punto io andrei cauto. Credo certamente che la posizione più corretta del Tabernacolo,proprio per favorire l’adorazione, sia centrale, ovvero collocato nell’altare principale. Questo va benissimo in Chiese piccole e specialmente di modesti centri. Il discorso si fa un poco diverso quando pensiamo a cattedrali grandi o città di arte dove le chiese vengono visitate più per motivi turistici che di fede e anche da non cattolici,penso a San Pietro a Roma. In quei casi mettere il Santissimo in una cappella laterale non è male, a condizione che quella cappella sia un luogo consono e degno a quello che ospita”. Veniamo agli abusi liturgici durante le messe: “ si potrebbe fare un campionario,ma io qui non voglio polemizzare e tanto meno stilare paragoni. Mi limito a dire che nessuno è padrone della santa liturgia della Chiesa e ci sono due cose che fanno male al senso del sacro, cioè le invenzioni teologicamente campate in aria di alcuni preti e le arbitrarie modifiche ai testi. Si mettano in testa che  nessuno è padrone della liturgia,neppure il sacerdote. Spiacevolmente oggi alcuni sacerdoti,per mania di protagonismo, rassomigliano a mediocri intrattenitori televisivi”. Che cosa pensa delle celebrazione verso oriente?: “ lo ripeto, non voglio fare polemiche. Ma io la penso come il Papa su questo punto. Il sacerdote è mediatore tra i fedeli e Cristo, non è protagonista, ma attua nella persona di Cristo e a lui umilmente si rivolge alzando le mani. Dunque se si rivolge a Cristo, la posizione più logica e naturale e direi teologicamente corretta, è verso Oriente non per un motivo geografico, ma perché oriente rappresenta il Sole, ovvero Cristo. Questo per alcune parti della liturgia come per le preghiere. Mentre le letture e la relativa spiegazione non hanno alcuna necessità di collocazione ad oriente e possono benissimo essere fatte di volto ai fedeli”. - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

SAN RAIMONDO NONNATO E I BAMBINI NON NATI (MEMORIA LITURGICA DEL 31 AGOSTO)

Post n°2271 pubblicato il 30 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

San Raimondo venne chiamato Nonnato perché ormai prossima al parto, alla madre una fragile donna già assai sofferente non restò che pronunciare le preghiere per il bambino che portava in grembo e che temeva non sarebbe riuscita a far nascere. Ma Raimondo nacque nel 1200 a Portell in Spagna grazie ad un intervento chirurgico, il parto cesareo che allora era una soluzione rara e a rischio, che possiamo definire un miracolo per la sua epoca in quanto si riuscì a far nascere un neonato da una madre morta prima di darlo alla luce. Non-nato fu da allora il suo nome che imprimerà nell’animo del ragazzo il segno indelebile dell’amore nei confronti delle sofferenze del suo prossimo. Per questa sua grande sensibilità pensò di diventare prete. Per allontanare il Santo Raimondo Nonnato  dal sacerdozio, suo padre lo mandò nella sua giovinezza a pascolare le pecore nei prati, ciò pesava molto al ragazzo. Vicino a quel posto c’era una chiesa, dedicata a san Nicola, dove si venerava un’immagine della Madonna particolarmente bella. Spesso Raimondo si recava lì per chiedere aiuto alla Madonna. Un giorno, mentre invocava la Vergine Maria, con molta devozione, sentì una voce dall’immagine: “Non temere, Raimondo, io ti proteggerò! In ogni tua tribolazione rivolgiti con fiducia alla tua Madre celeste che ti esaudirà”. Naturalmente, dopo questo avvenimento, cresceva nel ragazzo il desiderio di rimanere più tempo con la sua Madre del cielo. Nonostante ciò doveva prendersi cura del gregge del suo papà. Quando la voglia di visitare la Madonna era ormai irresistibile e irrefrenabile nel suo cuore, Raimondo vide un giovane, bello e splendente, che si prese cura delle pecore. Era il suo Angelo Custode. Raimondo lo ringrazia di cuore e corre alla Madonna che lo attendeva. Così fece spesso l’Angelo Custode di Raimondo, finché non lo vide il padre del ragazzo. Riconosciuto quel segno soprannaturale il papà non osò più ostacolare la vocazione di suo figlio e permise che Raimondo entrasse nell’Ordine della Vergine Maria, quello di Nostra Signora della Mercede, fondato nel 1218 a Barcellona da san Pietro Nolasco con lo scopo di difendere la fede dei cristiani resi schiavi dai mussulmani. La mercede consisteva in un vero e proprio riscatto: i frati mercenari pagavano una somma di denaro per liberare gli schiavi cristiani e li riportavano presso le loro famiglie dedicandosi poi alla loro assistenza morale e spirituale. In Algeria fra Raimondo riuscì a liberare un gran numero di prigionieri fin quando l’ordine gli comunicò che i fondi finanziari messi a disposizione dai benefattori erano finiti. Il mercedario allora senza esitare si offerse come ostaggio in cambio della liberazione di altri schiavi. Nonostante il divieto di predicare il vangelo in territorio algerino, egli continuava in segreto a confortare i cristiani con la parola del Vangelo, ma i mussulmani dopo averlo frustato brutalmente perforarono le sue labbra con un ferro rovente per impedirgli di parlare. Allora per impedire che fra Raimondo fosse giustiziato, san pietro Nolasco inviò ai mussulmani algerini la somma necessaria al pagamento del riscatto ed egli potè fare ritorno in patria. Nel 1239 il papa Gregorio IX nominò fra Raimondo cardinale invitandolo a Roma come suo consigliere. Egli allora intraprese il lungo viaggio per recarsi nella capitale della cristianità ma nei pressi di Barcellona fu costretto a fermarsi colpito da una violentissima febbre che lo portò alla morte a soli 40 anni. San Raimondo Nonnato ci porta il triste pensiero a quei bambini del nostro ventunesimo secolo, che veramente non sono nati a causa della crudeltà della società che cambia le sue regole manomettendo la legge naturale stabilita da Dio. Oggi milioni di bambini sono non nati per colpa dell’egoismo dei loro genitori… Una mamma che spontaneamente si fa tomba del bambino che porta nel suo grembo! Pensiamo anche a quelle migliaia di embrioni, esseri umani a tutti gli effetti, prima condannati per anni al frigorifero e poi gettati nell’inceneritore…Dio però li ha fatti nascere e, insieme a lui, giudicheranno severamente chi ha impedito loro di nascere al mondo. San Raimondo Nonnato causa delle condizioni particolarissime che lo hanno visto nascere è stato fatto patrono delle ostetriche e protettore delle partorienti. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

ACCADDE A RIMINI ( MA NESSUNO VE L'HA DETTO)

Post n°2270 pubblicato il 30 Agosto 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari detestabili colleghi, editorialisti, intellettuali, direttori, inviati dei giornali: andate a quel paese. Capalbio, Cortina, Todi o dove volete voi. Siete snob e noiosi, pretenziosi e incolti (almeno sulla religione), imbevuti di ideologia e pregiudizi, provinciali, narcisisti (quasi come me), rinchiusi nel pasoliniano Palazzo dove non vedete che voi stessi e vi rispecchiate in quelli come voi, dove non parlate che di politica e non pensate che politicamente perché siete ancora sotto le macerie del Sessantotto: andate a quel paese e restateci. Tanto da lì potrete continuare ad ammorbare le pagine dei giornali dove il caso politico dell’estate è frugare nelle mutande del premier e dove il caso culturale è lo scazzo Scarpa-Scurati che la gente normale – se perdesse tempo a leggerne le cronache – liquiderebbe con un sonoro “ecchisenefrega”. Meriterebbero tutti (meriteremmo tutti), giornalisti, cervelloni, politici, editorialisti, un grande calcio in culo? Enzo Jannacci che al Meeting di Rimini ha portato la sua commozione e la sua vita nuda, con una sincerità rara (uno dei pochi casi simili che ricordo è quello di Giovanni Testori), Jannacci che dice, con la sua disarmante inermità fanciullesca “amo Gesù”, ecco Jannacci sente che se Lui scendesse dalla croce dovrebbe prenderci tutti “a calci in culo”, che lo meriteremmo. Ma Enzo in realtà è rimasto commosso dalla “carezza del Nazareno”. Dal fatto che Lui continua a far sentire a noi cazzoni immemori il calore della sua misericordia, della sua amicizia e la vertigine della sua bellezza.
Allora, cari colleghi, amici e nemici, se voleste alzare lo sguardo dal panorama gratificante del vostro ombelico, se – hai visto mai – aveste ancora una qualche curiosità nella ricerca della Verità (ma c’è qualcuno che la cerca?) o – chissà – se qualcuno sentisse agra la ferità della Bellezza e il fascino e il dolore della vita, vi prego, passate un giorno nella cittadella del Meeting, in questa cattedrale della giovinezza: l’assolutamente altro da voi. Guardate, ascoltate, riflettete, leggete. Andate in quel villaggio sui generis che è in questi giorni la Fiera di Rimini. Ascoltate le storie, le testimonianze, guardate quelle facce giovani e luminose: potreste sentire la carezza del Nazareno anche voi. E non la dimentichereste più. O forse qualcuno di voi potrebbe porsi una domanda. Almeno una – voi che siete nati “già saputi” – magari di sapore sociologico come quelle che voi prediligete: dov’è oggi nel mondo un avvenimento culturale che richiama 700 mila presenze, che è tenuto in piedi – come quest’anno – da 3058 volontari (che lavorano qui gratis e a proprie spese) più altri 700 che hanno costruito il Meeting prima (sono venuti a dare una mano perfino dei terremotati dell’Aquila, colpiti da ragazzi del movimento di CL che erano andati in Abruzzo ad aiutare)? Dov’è una “cosa” simile che propone 116 incontri, 26 spettacoli, 8 mostre, che ascolta 299 relatori, che ha ospitato le maggiori personalità della scena mondiale (in questi 30 anni tutti, da Lech Walesa a Ionesco, da Tony Blair a Madre Teresa, da Giovanni Paolo II e Ratzinger a Tarkowskij, da Helmuth Kohl al Dalai Lama, da Von Balthasar a Renzo de Felice, da Carreras a Marta Graham, dai vertici dell’Onu, ai leader di tanti popoli a cominciare da Israele, Palestina)? La risposta è semplice: non esiste nulla di paragonabile in nessuna parte del mondo. E ancor più eclatante e sorprendente è il fatto che una cosa simile non sia nata da qualche potentato finanziario, politico o culturale o da importanti istituzioni. Ma che sia nato tutto da un gruppo di giovani appassionati alla Bellezza e alla Verità dopo aver conosciuto un prete speciale, don Luigi Giussani. Affascinati dal suo sguardo in cui avvertirono “la carezza del Nazareno” sui loro cuori giovani. E’ sorprendente, considerata la condizione di assedio, bombardamento e annichilimento sistematico della cultura cattolica in questi 50 anni, spesso ad opera di quegli stessi intellettuali cattolici che avrebbero dovuto esprimerla. Considerato che i potentati mediatici continuamente stravolgono il cattolicesimo e hanno trasformato in un “teologo cattolico” perfino Vito Mancuso, che non è né l’uno né l’altro, e si fanno raccontare il cristianesimo da Corrado Augias (che sarebbe come farsi spiegare la relatività di Einstein da Jovanotti). Ho seguito le cronache dei giornali dal Meeting: sempre più scarne, riguardano sempre e solo le dichiarazioni di questo o quel politico o economista. Gli inviati a Rimini stanno barricati in sala stampa, impermeabili a quello che sta accadendo attorno a loro (i giornali si fanno così oggi). Solo a caccia dei politici. Quando qualcosa “buca” il muro dell’indifferenza – che so, la conversione di Jannacci – la si annega nel Banal grande di ritorno. Per tutta l’estate Repubblica ha sparato editoriali sulla Chiesa dalla prima pagina impegnando le sue firme di punta: Ezio Mauro (il direttore), Eugenio Scalfari, Adriano Sofri, Adriano Prosperi. I quali – per ottenere un anatema su Berlusconi – hanno spiegato a noi, al Papa e ai vescovi cose è il cristianesimo. Ce ne fosse uno che è andato a Rimini a farselo spiegare da chi lo vive, da missionari e testimoni che, sotto “le tende” della Fiera, raccontano storie struggenti e bellissime. E fanno percepire come “la carezza del Nazareno” – oggi, ora – sta avvolgendo e sconvolgendo la vita di milioni di persone, dal Sudamerica alla Siberia, dal Sudan alla Cina fino ai Rione Sanità di Napoli e al carcere di Padova. Immaginate in pieno agosto 15 mila (dicasi quindicimila!!!) persone assiepate ad ascoltare un professore di filosofia sconosciuto ai giornali, Carmine Di Martino a parlare di Cartesio e della nozione di conoscenza in don Giussani, di Kant e di sant’Agostino che solleva la grande domanda: “Quid enim fortius desiderat anima quam veritatem?” (che cosa infatti desidera l’uomo più potentemente della verità?). Quindicimila persone, perlopiù giovani, sotto il sole riminese, quindicimila pioppi che in quel momento sentono soffiare fra le loro fronde una grande ventata e ognuno pensa a sé, al mistero che è per se medesimo, pensa al volto che ama, all’avventura della sua vita. E anche il mare blu e il cielo azzurro vibrano…E’ una cosa dell’altro mondo quella che si vede qui. Una cosa dell’altro mondo in questo mondo. Lasciatelo dire a me che, in un paio di occasioni, negli anni passati, ho criticato certe scelte del Meeting: si può ben discutere e avere opinioni diverse, ma restare indifferenti non si può se si ama appena un po’ la nostra comune umanità. E pensate ai ventimila che, martedì scorso, hanno affollato la Fiera per ascoltare Julian Carròn e hanno sentito il brivido nel cuore per la storia di Paolo di Tarso a cui la “carezza del Nazareno” è arrivata come un ciclone e che poi questo ciclone ha fatto irrompere in tutto il mondo di allora arrivando fino a Roma dove ha stupito e commosso perfino gli intellettuali del tempo come Seneca. Una folla immensa di ventimila giovani e meno giovani ha ascoltato Carròn: attentissimi, pensosi, stupiti, commossi. Ma – per dire – sul Corriere della sera ieri l’articolo più ampio era dedicato a ben altra manifestazione cattolica. Udite udite: il “Premio Giovanni Paolo II” assegnato a Roberto Calderoli a Scafati, nell’agro nocerino (provincia di Salerno), dall’associazione “Continente uomo” promossa dal consigliere comunale dell’Idv, Espedito De Marino. Volete mettere… Non c’è confronto fra questa fondamentale manifestazione di Scafati e il Meeting. Il Corrierone, che da mesi, per la penna di Ernesto Galli Della Loggia, lamenta l’incultura e la rozzezza dei politici e delle classi dirigenti, ci mostra così con quale ampiezza di orizzonti e profondità culturale il più diffuso quotidiano del Paese racconta l’Italia. Complimenti. Mi dispiace per voi, per l’aria asfittica che respirate nel Palazzo. Ma in terra di Romagna in questi giorni scorre buon vino e  soffia una bell’aria fresca. Come una carezza. - antoniosocci -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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