ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 07/09/2009

NATIVITÁ DELLA BEATA VERGINE MARIA: NOSTRA SIGNORA DELLA PACE

Post n°2309 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il giorno 8 settembre, la chiesa celebra la nascita della Madonna. E’ anche la festa titolare del duomo di Milano. Le cui guglie sono sormontate dalla celebre “ Madunina”… La devozione a Maria nascente o anche Maria Bambina è diffusissima in tutto il mondo cristiano. In Lombardia, molte donne, in onore di questa nascita, portano il nome di Bambina. Il giorno 8 settembre però la Vergine viene invocata anche sotto il titolo di Nostra Signora della Pace, infatti tutto quello che è Dio, tutto quello che è di Cristo  è per il fatto stesso dal lato della pace. Egli vuole la giustizia, l’ordine, la carità. Cristo ha fatto dell’amore di Dio e dell’amore fraterno il suo grande comandamento. E questo non è solo un orientamento di pace, ma il fondamento indispensabile ad ogni pace. Questa semplice considerazione basta a catalogare la Madonna a fianco della Pace e ad associare il suo nome a questa realtà felice e beata verso la quale vanno tanti desideri umani, ai nostri giorni soprattutto, così privi di pace. Ma c’è di più. Le parole della liturgia nella preghiera della Messa di questa festa mariana, sembrano ben attribuire a Maria un’azione personale ed efficace per quel che riguarda la pace. La scelta dei testi liturgici presi dalla Sacra Scrittura o composti dalla Chiesa, hanno un significato, per niente fortuito, ma ricercata da essa per provocare salutari riflessioni nel popolo cristiano. Associando l’idea della Pace alla nascita della Santissima Vergine, la liturgia esprime un pensiero assai interessante da approfondire. Dio ha fatto dell’Incarnazione di suo Figlio, della sua opera terrestre la Redenzione, i fattori stessi della pace tra il cielo e la terra, tra l’Altissimo offeso dal peccato dell’uomo e la sua creatura colpevole e schiacciata dalla sua disubbidienza e della sua infedeltà. Col Cristo, la pace è fatta nell’ordine delle relazioni divino - umane. Ed è la pace, la purificazione, la giustificazione, la santificazione soprannaturale, cioè la pace del perdono e dell’arricchimento spirituale della filiazione divina fatta dall’uomo. Su questo piano di bontà e di misericordia, costruttrice di pace dal Cristo, Maria è lo strumento di Dio. Il giorno della sua nascita merita di essere salutato con gioia dal popolo di Dio, è il giorno dell’inizio della realizzazione della promessa di salvezza, animatrice della fede d’Israele nel Messia. È un giorno dove ad una nascita si collega una serie ininterrotta di grazie e di benefici che la parola Pace riassume molto esattamente. “La pace sulla terra agli uomini di buona volontà”, cantata dagli Angeli. “La gioia dell’uomo di pace”, predicata dal Signore, trovano in Maria, nella sua corrispondenza alla sua Vocazione, al Messaggio dell’Annunciazione non uno strumento passivo, ma veramente cosciente e docile tra le mani dell’Onnipotente. La pace, “dono di Dio” portata sulla terra, ha ricevuto, con Maria, la collaboratrice comprensiva, generosa e raccolta davanti al pensiero divino e serva attiva nella sua esecuzione per far crescere la pace nel mondo. Il sentimento cristiano è così persuaso dell’unione provvidenziale tra Maria e la Pace che le preghiere alla Madonna, in tutti i secoli ed in tutti i luoghi, si sono fatte numerose, fiduciose tra i duri momenti delle guerre tra nazioni, così come in tutte le ore di discordia, quali che ne siano l’estensione ed il carattere. Quando la Chiesa, alle litanie della Santa Vergine, ha aggiunto questa nuova invocazione : Regina della Pace, prega per noi, essa ha corrisposto al sentimento unanime della devozione verso la Madonna, sempre e soprattutto rivolta verso di Lei nei giorni di patimento e di guerra, chinata sulla sua culla in questa festa della Natività che è valso al mondo un accrescimento dei mezzi di pace offerti “agli uomini di buona volontà”. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

8 SETTEMBRE NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Post n°2308 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

GIORNO DI GIOIA    

Esultante di gioia, oggi la Chiesa ci fa dire con ragione: "La tua nascita, o Vergine Madre di Dio, fu per il mondo intero messaggio di consolazione e di gioia, perché da te è sorto il sole di giustizia, Cristo nostro Dio, che ci ha liberati dalla maledizione per darci la benedizione e, vincitore della morte, ci ha assicurato la vita eterna" (Antifona dei secondi Vespri). La nascita di un bambino porta gioia nella casa ai genitori, che pure ne ignorano l'avvenire e, se la Chiesa il 24 giugno ci dice che quel giorno è un giorno di gioia, perché la nascita del Battista ci fa sperare la nascita di Colui del quale egli viene a preparare la strada, la nascita di Colei che sarà la Madre del Redentore non porterà gioia a tutti coloro che attendono la salvezza e la vita? Sappiamo dal Vangelo che la nascita del Battista fu motivo di gioia per i suoi genitori, per il villaggio di Ain Karim e per le borgate vicine. Nulla invece sappiamo della nascita di Maria; ma, se tale nascita passò inosservata per molti, se Gerusalemme restò davanti ad essa esteriormente indifferente, sappiamo tuttavia che il giorno di tale nascita resterà un giorno di incomparabile gioia non solo per una città o per un popolo, ma per tutto il mondo e per tutti i secoli.

 GIOIA NEL CIELO

È gioia in cielo per la Santissima Trinità; gioia del Padre, che si rallegra per la nascita della sua prediletta, che egli farà partecipe della sua paternità; gioia del Figlio, che contempla la soprannaturale bellezza di Colei che diventerà sua Madre, alla quale egli chiederà in prestito la carne per riscattare il mondo; gioia dello Spirito Santo di cui Maria è il santuario immacolato e la cooperatrice nell'opera della concezione e dell'incarnazione del Verbo. È gioia per gli Angeli: Essi vedono che questa fanciulla è la meraviglia delle meraviglie dell'Onnipotente; in Lei Dio ha spiegato la sua sapienza, la sua potenza, il suo amore più che in tutte le altre creature; egli ha fatto di Maria lo specchio purissimo in cui si riflettono tutte le sue perfezioni; essi comprendono che Maria, da sola, dà al suo creatore più onore e più gloria che tutte le loro gerarchie insieme e già la salutano come regina, gloria dei cieli, ornamento del mondo celeste e del mondo terrestre (Giovanni il Geometra, Annunciazione, 37, PG 106, c. 845).

 GIOIA NEL LIMBO

San Giovanni Damasceno pensa che anche le anime trattenute nel limbo abbiano conosciuto questa nascita felicissima e che Adamo ed Eva, con una gioia mai più provata dopo la loro caduta nel paradiso terrestre, abbiano gridato: "Sii benedetta, o figlia, che il Signore ci promise il giorno della nostra caduta: da noi hai ricevuto un corpo mortale e ci restituisci la veste dell'immortalità. Tu ci richiami alla nostra prima dimora; noi abbiamo chiusa la porta del paradiso e tu restituisci libero il sentiero che porta all'albero della vita" (Dormitio Virginis: PG 96, c. 733). Altri scrittori antichi ci presentano i patriarchi e i profeti, che da lontano avevano annunziata e benedetta la venuta di Maria, intenti a salutare il compimento dei loro oracoli divini (Giacomo il Monaco, Natività di Maria: PG 127, c. 573).

 GIOIA SULLA TERRA

Fu anche gioia sulla terra. Senza temerità, possiamo con i santi pensare che Dio diede alle anime "che attendevano allora la redenzione d'Israele" (Lc 2,38) una allegrezza straordinaria, una gioia grave e religiosa, che si insinuò nei loro cuori, e intimamente le convinse, senza spiegare come, che l'ora della salvezza del mondo era ormai prossima. Ma gioia particolare in questo senso ebbero i felici genitori, i santi Gioacchino e Anna. Essi contemplarono rapiti la radiosa, piccola bambina, loro donata nella vecchiaia, contro tutte le speranze. Forse essi si chiesero se non era uno degli anelli della linea benedetta dalla quale doveva uscire il Re, che avrebbe ristabilito il trono di Davide e salvato Israele e il loro ringraziamento salì fervido al Signore, che essi sentivano presente nella loro umile casa.

MARIA CAUSA DELLA NOSTRA GIOIA

La nascita di Maria è dunque causa di gioia e la gioia è sentimento che oggi tutto assorbe e tutto penetra. La Chiesa desidera che noi entriamo in questa gioia che straripa e trionfa. Ci invita a questa gioia in tutto l'Ufficio e ci fa cantare, fino dall'invitatorio di Mattutino: "È la nascita di Maria, facciamole festa, adoriamo Cristo, suo figlio, nostro Signore". E poco dopo ci fa aggiungere: "Celebriamo con tenera divozione la nascita della beata Vergine Maria, perché interceda presso Gesù Cristo. Con allegrezza e tenera divozione, celebriamo la nascita dì Maria" (Responsorio del Mattutino). La Chiesa ci invita alla gioia perché Maria è la Madre della divina grazia e, nel pensiero divino, già la Madre del Verbo incarnato. Le parole grazia e gioia hanno in greco una stessa radice, vanno sempre a fianco e si richiamano a vicenda: Maria, essendo piena di grazia, è anche piena di gioia per sé e per noi. La Liturgia ci mostra in questa graziosa bambina appena nata la Madre di Gesù, tanto Maria è inseparabile dal Figlio, che è nata solo per lui, per essere sua Madre e per divenire madre nostra, dandoci la vera vita, la vita della grazia. Tutte le preghiere della Messa acclamano la maternità della Vergine Maria quasi per dire che la Chiesa non può separare la sua nascita da quella dell'Emmanuele.

LA PREDESTINAZIONE DI MARIA

Presso la culla dei principi si suole pronosticare un avvenire grandioso, facendo loro un'aureola della gloria degli avi. La Chiesa oggi fa questo e meglio di questo. Col Vangelo ci ricorderà la nascita temporale del Messia e di colei, che oggi nasce perché egli possa nascere, ma prima ci mette in evidenza, e per il Figlio e per la Madre, la genesi in Dio con un passo dei Proverbi, e dice: Io era prima che i monti, prima che la terra, io era presente quando egli preparava i cieli. La nostra debole umanità, essendo soggetta al tempo, percepisce le cose nelle evoluzioni successive, ma Dio le considera fuori del tempo in cui le ha poste per la manifestazione della sua gloria. Per Dio il principio di ogni opera è la ragione che la determina. L'Altissimo, che egli domina nella sua eternità, nell'ordine di mutua dipendenza, agendo al di fuori di sé, agì soltanto per rivelare se stesso mediante il Verbo fatto carne, divenuto figlio di una Madre creata, pur essendo figlio del Creatore. L'Uomo-Dio come fine, Maria come mezzo: tale è l'oggetto dell'eterna risoluzione di Dio, la ragione d'essere del mondo, la concezione fondamentale nella quale tutto il resto sarà solo accessorio e dipendente. O Signora che ti degni chiamarci figli, siamo felici che in te la bontà eguagli la grandezza! Felice l'umanità, che vegliava, da tanti secoli, nella tua attesa e finalmente ti incontra, perché con te è la salvezza e la vita.

IL MISTERO DI MARIA

Maria, dalla quale è nato Gesù: qui è tutto il mistero della Madonna, il titolo costitutivo, come abbiamo veduto, del suo essere di natura e di grazia; come Gesù dovendo nascere da Maria figlia della donna (Gal 4,4) e figlia di Dio (Rm 7,3-4), era dal principio ragione nascosta della creazione il cui mistero si sarebbe rivelato solo alla pienezza dei tempi (Ef 3,9). Opera unica questa della quale il profeta, nella sua estasi diceva: Farai conoscere, o Dio, nella pienezza degli anni l'opera tua; verrà il Santo dalla montagna oscura; i poli del mondo si curvano sotto il passo della sua eternità (Ab 3,3-6). La montagna donde deve venire il Santo, l'Eterno, il Dominatore del mondo, quando sarà il tempo, è la Beata Vergine, che l'Altissimo coprirà della sua ombra (Lc 1,35) e l'altezza della quale, già alla nascita, sorpassò tutte le altezze del cielo e della terra. I tempi sono dunque compiuti. Dal momento in cui l'eterna Trinità uscì dal suo riposo per creare cielo e terra (Gen 1,1) tutte le generazioni del cielo e della terra, come dice la scrittura (ivi 2,4) erano in travaglio dal giorno che dona al Figlio di Dio la Madre attesa. Parallelamente alla linea, che scende da Abramo e da Davide al Messia, tutte le genealogie umane preparavano a Maria la generazione dei figli adottivi che Gesù, figlio di Maria, si sceglierà per fratelli.

PREGHIERA A MARIA BAMBINA

Finalmente, o Maria, il mondo ti possiede! La tua nascita gli rivela il segreto del suo destino, il segreto d'amore che lo chiamò dal nulla, perché diventasse l'abitazione di Dio al di sotto dei cieli.
Ma qual è dunque il mistero di questa debole umanità, che, inferiore agli Angeli per natura, è tuttavia chiamata a dare loro un Re e una Regina? Il Re l'adorano neonato fra le vostre braccia, la Regina la riveriscono oggi nella culla insieme con gli angeli. Astri del mattino, questi nobili spiriti davano inizio alle manifestazioni dell'Onnipotenza e lodavano l'Altissimo (Gb 38,7), ma il loro sguardo non scoprì mai meraviglia pari a quella che li fa ora esultare: Dio, riflesso in modo più puro sotto i veli del corpo fragile di una bambina di un giorno che nella forza e nello splendore dei nove cori; Dio, conquistato egli stesso da tanta debolezza, unita per grazia sua a tanto amore che egli ne fa il suo capolavoro, manifestando in essa suo Figlio. Regina degli Angeli, tu sei anche nostra Regina, ricevici per manifestare fede e omaggio. In questo giorno in cui il primo slancio della tua anima santissima fu per il Signore, il primo sorriso degli occhi per i genitori che ti misero al mondo; si degni la beata Anna ammetterci a baciare in ginocchio le tue mani benedette, già pronte alle divine larghezze delle quali sono predestinate dispensatrici. E intanto cresci, dolcissima bambina, si irrobustiscano i tuoi piedi, per schiacciare il capo al serpente, prendano forza le tue braccia, per portare il tesoro del mondo; l'angelo e l'uomo, tutta la natura; Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, sono in attesa del momento solenne in cui Gabriele potrà spiccare il volo dal cielo per salutarti piena di grazia e portarti il messaggio d'amore. - dom Prosper Guéranger - unavoceveneta - 

 
 
 

L'ARCANGELO MEDICO RAFFAELE E L'ERBA TAUMATURGICA ANGELICA

Post n°2307 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
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L’Angelica o Angelica archangelica, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae originaria sia dell’Europa settentrionale che dell’Asia, ed essa fiorisce in tarda estate. E’ sicuramente una delle piante officiali più conosciute e più ricche di storia e di curiosità. Secondo una pia leggenda, pare sia stata donata agli uomini dall’arcangelo Raffaele e durante il Rinascimento per sottolineare la sua origine "celeste", era chiamata addirittura erba Arcangelica perché lo spirito celeste Raffaele avrebbe lui in persona rivelato le virtù benefiche e del tutto eccezionali di questa pianta. Santa Ildegarda di Bingen scrisse nel suo libro di rimedi curativi, un trattamento contro la febbre proprio a base di Angelica e i monaci benedettini nelle loro ricette a base di erbe e nelle composizioni dei loro famosi liquori ne fecero un largo inpiego in diversi gin e vermut, nello Strega e nello Chartreuse. Proprio durante il Rinascimento, l’Angelica riscosse un particolare successo perché le sue propietà si rivelarono un eccellente rimedio contro la peste. In un recente passato era una delle piante più utilizzate per combattere la difterite e per uso esterno era impiegata contro le affezioni della bocca, inoltre era considerata uno stimolante del sistema linfatico, ottima come coadiuvante in caso di bronchiti ed in quelli più gravi di tubercolosi. Poiché egli ha trovato il rimedio proprio per guarire la cecitá del vecchio Tobia, Raffaele é considerato come l'angelo taumaturgo e, a questo titolo, egli é uno dei santi patroni dei medici e dei farmacisti, ma anche dei ritrosi. Ma in origine, i fedeli che l'invocano aspettano da lui che egli ottenga la guarigione spirituale, ossia la grazia della conversione. Fin dal Medio Evo circola questa preghiera:

Venite in mio aiuto, ve ne supplico,
Glorioso Principe San Raffaele,
Il miglior medico delle anime e dei corpi.
O voi che avete guarito gli occhi di Tobi,
Date ai miei occhi la luce fisica,
Ed all'anima mia la luce soprannaturale:
Allontanate da me tutte le tenebre
Con le vostre celesti suppliche. Amen. (Manoscritto del XI secolo)

Una gentile leggenda poitevina riporta che Raffaele riveló ad un pio eremita l'uso dell'angelica, cosí chiamata in suo onore (la si chiamava una volta arcangelica). A credere agli autori antichi, questa pianta sarebbe una vera panacea: essa guarirebbe la rabbia e le malattie proprie alle donne: "Essa aiuta le donne ritenute troppo fredde a concepire, e fa venire i fiori alle ragazze che tardano troppo nell'averli". Essa renderebbe amabili le spose e le suocere amare, e fedeli le balzane. Sarebbe anche sovrana contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni, e permetteva di vivere centenario. Un certo Annibale Camoux, morto a Marsiglia nel 1759 all'etá rispettabile di centoventi anni, attribuiva la sua longevitá eccezionale all'abitudine che aveva di masticare ogni mattina la radice di angelica. Madame de Sévigné, che ne usciva pazza - il suo buon gusto non ricorda nulla di cui ci si sovvenga e non rassomiglia a nessun altro gusto che il suo - non dovette dare sufficientemente libero corso alla sua leggendaria ghiottoneria poiché é deceduta a settant'anni. Soprattutto, l'angelica mostrerebbe la sua efficacia a1 momento delle epidemie di peste: nel 1510, riporta Paracelso, la si utilizzó contro questo flagello a Milano, e quando esso si abbatté sul Poitou, il 6 maggio 1603, le religiose della Visitazione di Niort - che avevano fatto dei rami di angelica confetti di loro specialitá, molto ricercata - si misero a distillare la pianta per distribuirne il liquore agli ammalati. Si ignora se il rimedio fosse efficace, ma questo non ha nulla di sorprendente, tanto é vero che dopo una macerata di anguilla all'aglio ed una buona irrorata di angelica, chiunque si trovasse in punto di morte risusciterebbe subito: il miscuglio, specialitá del Marais (palude) poitevino - é detonante. Questa utilizzazione dell'angelica trae la sua origine da una apparizione dell'arcangelo a SIMONE DE SOUSA, superiore del convento dell'Ordine di Nostra Signora della Mercede a Cordoba durante la peste del 1348. il religioso si desolava nel vedere gli ammalati soccombere a centinaia - vi furono tante vittime presso i mercedari stessi, che inquadrarono una fusione con i trinitari, non meno provati -, quando egli vide apparire un giovane d'una bellezza eclatante che gli disse: lo sono l'arcangelo Raffaele, vengo in tuo aiuto. Le tue preghiere, le tue elemosine, e soprattutto la tua perseveranza nelle vie dell'umiltá e della caritá, sono d'un sí grande pregio agli occhi di Dio, ch'egli calmerá il suo corruccio, distoglierá il flagello e fará sentire a questa cittá provata le dolcezze della sua misericordia. Vai a trovare il vescovo e digli di far mettere sul campanile della cattedrale una mia immagine, e che egli esorti il popolo a ricorrere alla mia intercessione. Immediatamente, gli ammalati saranno guariti, alla sola condizione di chiedere alla Regina degli angeli la medicina di Dio. Apprendi anche che tutti quelli che porteranno la mia immagine e faranno ricorso alla mia intercessione, saranno liberati da ogni male, in particolare dai malefici dell'impuro Asmodeo, che perde gli uomini e rapisce loro la grazia di Dio. La medicina di Dio non era, come lo si credette piú tardi, l'angelica. Raffaele pensava piuttosto ai rimedi spirituali che costituiscono la preghiera e la conversione. Il popolo non si sbaglió affatto, e ben presto l'epidemia fu circoscritta. Riconoscente, Cordoba si pose solennemente sotto la protezione dell'arcangelo, al quale la municipalitá innalzó nel 1884 una statua su una delle piazze della cittá.....

Don Marcello Stanzione - Pontifex.

 
 
 

LA VERA STORIA DELLA PILLOLA ABORTIVA RU486 - SECONDA PARTE

Post n°2306 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
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Le lobbies pro aborto "non desideravano" spaventare quella fetta di società ancora dubbiosa, se non ostilmente contraria, ad una scelta netta e radicale come quella dell’aborto medico; una scelta che mira, fondamentalmente, a separare ancora di più la sessualità dalla procreazione, e a togliere l’accesso all’aborto dall’ambito di controllo statale, medico e scientifico per concederlo "gentilmente" alla sfera privata, casalinga (nel vero senso della parola) e, se ella lo desidera, familiare (nell’accezione più ampia possibile) della donna. Ironia della sorte! Si è fatto il percorso esattamente inverso alla socializzazione/medicalizzazione dell’aborto volontario, alla sua emersione dal privato, sostenuta da chi voleva legiferare in materia di "interruzione volontaria di gravidanza" per strappare le donne, si diceva, dalle peraltro tristi (talora mortali), circostanze dell’aborto clandestino. Un cambiamento, insomma, davvero profondo, ma che ha avuto bisogno di oltre venti anni per potersi assestare in maniera sufficientemente convincente. Se non fosse stato per le morti (sedici quelle segnalate a fine 2007) verosimilmente correlate all’assunzione del mifepristone, il castello di sabbia dell’RU 486 sarebbe ancora, forse, tutto intero in riva al mare degli effetti collaterali. Sono venuti i dati ad avvelenare i sostenitori della "pillola magica". S’era detto che gli aborti sarebbero diminuiti e diventati più sicuri e che nessuno avrebbe più scelto l’aborto chirurgico di fronte alla semplice prospettiva di assumere una pasticca che sostava, familiarmente, sul comodino. Ma i dati, appunto, hanno portato cattive nuove: gli aborti calavano da soli; solo un’esigua percentuale di donne sceglieva l’RU 486, perché il suo iter si rivelava troppo lungo e gravoso, fisicamente e psicologicamente. Di sicurezza, poi, come poter parlare con sicurezza?! Emorragie, gravidanze non risolte, morti da shock settico e, nel migliore dei casi, il tonfo sordo del materiale ovulare (embrione incluso) nello scarico igienico dopo giorni di attesa, scandivano un tempo che assomigliava, più che al tempo di una liberazione, a un tempo di morte e basta. Dunque, cos’era meglio? Far finta di non vederla o non vederla proprio, sotto anestesia, col vecchio metodo operativo? Dieci minuti di "black out" e via: domani è un altro giorno! E poi le fandonie sul costo: meno caro, dicevano, per le donne e per le casse pubbliche. In realtà per le donne non era cambiato granché, forse qualche euro di differenza, a volte in meno, spesso in più. Per la sanità pubblica: un risparmio di medici dedicati solo a quel servizio, così poco ambìto; costretti a metter toppe sugli sbagli degli altri; più letti a disposizione; ma, di sicuro, un costo non proprio lieve se uno Stato avesse deciso di passare gratuitamente un farmaco che, solo nel primo periodo, la vecchia azienda produttrice voleva piazzare, all’epoca, a non meno di 500 franchi francesi. Allora, come convincere le autorità ad approvarlo, a metterlo sul mercato; quale la via più breve e più legale? Ad esempio, facendolo diventare un farmaco compassionevole per malati senza alternativa oltre la morte. Certo, ma per poter giungere ad un approdo simile, sarebbe stato necessario tirar su un altro castello (di sabbia?) pieno di malattie, dimostrando per giunta come il principio mifepristonico si stesse dando da fare nell’intercettare queste ultime. Ecco allora spuntare fibromi, meningiomi, endometriosi, cancro alla mammella e alla prostata, e un mucchio e una sporta di altre patologie su cui le sperimentazioni mediche – i cosiddetti trials clinici –, con la somministrazione dell’RU 486, and vano via via attestandosi in percentuali definite promettenti. Dunque, la via che avrebbe condotto all’approvazione dell’RU 486 per un uso davvero terapeutico e, poi, fuori prescrizione (off label), a scopo abortivo, stava per essere asfaltata. Nello stesso tempo, come in un effetto a forbice, ci si preparava a perorare la causa di un "aborto non aborto", non ritenendo giusto definire come abortiva un’early option pill, una pillola che contrasta all’inizio, anzi anticipa, una gravidanza quando non, addirittura, un suo accenno. Ma ciò avrà avuto pure un senso, se quello che è considerato, a torto, fonti alla mano, il padre dell’RU 486, Etienne-Emile Baulieu, inventò, quello sì, il termine "contragestativo" per il metodo in oggetto. Mezzo contraccettivo e mezzo abortivo, fino a farlo diventare quasi esclusivamente "preventivo": se preso ogni mese, potrebbe inibire le mestruazioni; e, quindi, va’ poi a sapere se l’ovulo "era" o "stava per essere" fecondato! Chi potrebbe dirlo? Forse nessuno, dal momento che le autorità regolatorie francesi decisero a loro tempo di approvare il farmaco solo come alternativa all’aborto chirurgico e, in più, sotto stretto controllo medico. Ma come?! Non era la pilloletta da comodino, la pillola spazzacamino di medici e ospedali, nonché del potere "machocratico" sul corpo delle donne? Perché mai nella patria del Secolo dei Lumi si andava prescrivendo un farmaco così liberante e liberatorio ponendo limiti alla scienza? Il paradosso più grande fu che, fin dalle prime sperimentazioni, i diversi ricercatori che misero mano all’RU 486 dichiararono comodamente, senza alcun velo, di puntare all’utilizzo della stessa come "nuovo contraccettivo", talmente nuovo da giustificare anche un nuovo termine per poterne esprimere la portata: contragestazione. Anzi, sulle prime, l’aborto sembrava rappresentare un palliativo per una scoperta che intendeva rivoluzionare sessualità e procreazione; in sostanza: avere il controllo totale della popolazione. Quella di abortire o meno, infatti, non era più la scelta vera da compiere, poiché, vista in un’ottica di liberazione, essa esisteva già attraverso la legalizzazione dell’aborto. No, la scelta vera era quella di poter prendere una pasticca, a casa propria, per sopprimere il ciclo mensile e riprenderlo, eventualmente, solo e quando – ecco il punto – si fosse deciso di avere una gravidanza. In questo clima di speranzosa liberazione, i media lanciarono subito il cuore oltre l’ostacolo. Ma lo lanciarono così oltre che non tennero minimamente conto degli studi scientifici e della praticabilità di un mezzo, di un farmaco ancora non testato a sufficienza e sul quale perfino gli stessi scopritori andavano cauti. Lo stupore per tutto questo – prima ancora che dell’opinione pubblica, su cui si riversarono un mare di promesse scientifiche e di mutamenti epocali nella vita delle donne e, per riflesso, nella vita della società – fu proprio degli scienziati, ben lontani dall’attendersi tanto clamore per qualcosa che ancora non era stato inventariato completamente e di cui essi stessi ignoravano gli sviluppi precisi. Vi si adeguarono presto, certo, perché, in fondo, fama e finanziamenti fanno gola a tutti, ma di sicuro avvertirono l’enorme peso, la responsabilità per una proposta le cui aspettative stavano giocando troppo d’anticipo sul ritmo dei laboratori. D’altra parte, le ricerche sugli abortivi farmacologici erano già state avviate fin dai primi anni ’70 del XX secolo, indirizzate a risolvere malthusianamente la sovrappopolazione nei Paesi in via di sviluppo. Siccome tutti i nodi vengono al pettine, forse per una strana coincidenza di eventi o forse per una combinata strategia che mescolava interessi economici, politici e sociali, al sorgere degli anni ’80 tutte le teorie e le ricerche sull’argomento dell’aborto medico si incrociarono: dall’uso delle prostaglandine, somministrate da sole o proprio col mifepristone, alla combinazione con l’antitumorale Methotrexate. Insomma, l’RU 486 ha costituito la miccia per far esplodere ricerche tenute nel cassetto ed in cui l’opinione pubblica non era stata ancora costretta dai media a ficcare il naso. Perché – vale la pena di sottolinearlo, pur rischiando di essere pedanti e ripetitivi –, senza l’intervento dei mass media, certe ricerche, non solo, com’è ovvio, non avrebbero occupato la scena della pubblica opinione, ma, forse, non avrebbero proprio avuto luogo e seguito. Sarà lo stesso presunto scopritore dell’RU 486, Baulieu, a scriverlo a chiare lettere nel proprio libro memoriale sulle intricate vicende della pillola abortiva. Ma, come abbiamo visto in questi anni, lo scarto tanto atteso tra l’aborto prima e l’aborto dopo la pillola, non c’è mai stato. C’è stata prevalentemente la cavalcatura di questo remunerativo cavallo di Troia. Tutti elementi oggi ancor più rintracciabili, specialmente dopo la richiesta, giunta nel novembre del 2007 dall’azienda francese produttrice, la Exelgyn, di mutuo riconoscimento dell’RU 486. Una richiesta che, se accettata dalle autorità italiane, porterà allo sbarco della pillola abortiva anche nel nostro Paese. Per tutte queste ragioni, dunque, dopo aver esaminato gli aspetti generali di ordine scientifico e di ordine etico sull’RU 486, concentreremo l’attenzione su una comparazione a distanza tra i media italiani e quelli statunitensi, che ci è utile per almeno tre motivi: primo, per mettere a confronto il dibattito sul tema da parte dei media USA con quello da parte dei media nazionali del 2002 e del 2005; secondo, perché tali media sviscerano sin dall’inizio linee di pensiero e obiettivi che vanno molto al di là della semplice utilizzazione dell’RU 486 come metodo abortivo, mostrando e anticipando temi fondamentali con cui poi dovranno fare i conti; terzo, in quanto il panorama editoriale è carente di studi del genere. L’aborto viene di fatto tolto dalla sfera della medicalizzazione, ricondotto totalmente nella sfera privata dell’individuo e, quindi, anche svincolato da ogni responsabilità sociale (oltre che morale) in nome di un nuovo concetto di "privacy", il quale è applicato a qualsiasi decisione riguardo al proprio corpo. Così si spalancano le porte ad un’assolutizzazione del principio di autonomia (il rispetto dell’autodeterminazione del soggetto), togliendo ogni diritto al nascituro e investendo anche la relazione con l’altro (l’embrione, il feto, il figlio) in base a tale principio. L’aborto può essere compiuto nel chiuso della propria casa. E compare fin da subito l’opzione contraccettiva dell’RU 486, vista come il migliore anticoncezionale, sul quale si scatenano (e si scateneranno) interessi commerciali e guerre aziendali. L’analisi delle informazioni sull’RU 486 veicolate dai media ci occorre dunque per capire se al centro delle dispute politiche e farmaceutiche sia stato messo il diritto delle persone ad essere informate. E ci serve per capire se, di fronte ad un argomento così importante, si siano forniti all’opinione pubblica i mezzi necessari per maturare un’opinione seria ed argomentata. In definitiva, per poter scegliere avendo come obiettivo il vero bene dell’uomo. - Cesare Cavoni - Zenit - [La prima parte è nel Post n°2138 pubblicato il 31 Luglio 2009 ]

 
 
 

MONS. GIROLAMO GRILLO: ATTENZIONE AL SATANISMO, GIOVANNI PAOLO II ERA UN MISTICO

Post n°2305 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
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Monsignor Girolamo Grillo, Vescovo Emerito di Civitavecchia ed esorcista, lancia l'allarme: " attenzione al satanismo che spesso si prende sotto gamba. Vi informo che ogni estate a Timisoara, Romania, terra di Dracula, si riuniscono per scopi satanici circa duemila giovani, una specie di mega scuola. I risultati sono sotto gli occhi di tutti quando poi avvengono crudeli ed efferati delitti ,apparentamente non spiegabili". Eccellenza, padre Amorth tempo fa ha lanciato l'allarme. Effettivamente vi è la tendenza di alcuni Vescovi a sottovalutare il Demonio: " un atteggiamento sbagliato quello di sottovalutare Satana o ritenerlo solo un fatto di folklore. Satana esiste veramente,tutto il Vangelo è pieno del Demonio che pertanto non è mito. Se togliamo Satana resta poco al Vangelo". Lei ritiene che ci vogliano più esorcisti: " Papa Ratzinger, un fine teologo, ha compreso la necessità e l'ampiezza del fenomeno. Sono della idea che ci vogliano più esorcisti nelle varie diocesi". Il discorso si sposta su Giovanni Paolo II, la sua devozione mariana ed in particolare sulla Madonnina di Civitavecchia che piangeva sangue. "Io ho annotato tutto sul mio diario",dice il Vescovo e racconta: " so per certo che Giovanni Paolo II era davvero un mistico e che parlava a voce alta con la Madonna,andando in estasi. Sicuramente era un mistico.Ma fui colpito da alcune sue valutazioni che francamente mi lasciarono stupito, legate alla Madonnina che piangeva sangue". Avanti: " dunque quella statua iniziò a lacrimare sangue e sulle prime io stesso ero scettico e sequestrai alla fine la statua per evitare strumentalizzazioni o fanatismi incontrollati. Questo fatto avvenne il due febbraio del 95 e io non avevo fatto alcuna pubblicità". Bene e allora che cosa accadde?: " che la notte del giorno 11 febbraio, memoria di Lourdes, il segretario di Stato Sodano, parlando a nome di Giovanni Paolo II , mi disse:" perchè sei tanto duro con la Madonna"?. Il Vescovo continua: " io risposi in modo possibilista dicendo vediamo quel che posso fare e cerco di ammorbidire il mio giudizio". In questa vicenda entra persino lo scomparso Enzo Biagi: " il giornalista a sorpresa, una sera durante la trasmissione Il fatto parla della Madonna piangente e riferisce del mio giudizio meno severo". Che cosa avvenne?: " quella stessa notte mi chiamò un'altra volta il segretario di Stato a nome del Papa congratulandosi con me. Io replicai, ma voi a Roma non avete altro a cui pensare? Ma il Papa sapeva qualche cosa in anticipo o è impazzito"? Mi colpì il fatto poi che dopo la lacrimazione del 15 marzo questa volta avvenuta nelle mia mani, il Papa Giovanni Paolo II mi abbia detto: lei ha fatto bene, un Vescovo non deve credere a nessuno, neppure al Papa". Lei dunque è sicuro che il Papa sapesse in anticipo la storia della Madonna: " questa è la mia sensazione, altrimenti non saprei spiegarmelo. Certamente lui aveva la massima considerazione della Madonna e in particolare di quella". La devozione mariana si è irrobustita a Niegowic, paese in cui vi è una immagine mariana davanti alla quale il futuro papa si raccoglieva in preghiera: " lo so, e pare che già da allora ebbe la visione di una Madonna piangente. Di sicuro so che anche allora entrava in estasi parlando con Maria e conversava con lei a voce alta. Era un mistico, pieno di soprannaturalità". - Bruno Volpe - Pontifex -

 

 
 
 

LE SETTE IN ITALIA : ANATOMIA DI UN DEGRADO

Post n°2304 pubblicato il 07 Settembre 2009 da diglilaverita
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Negli ultimi due decenni, il nostro paese è stato interessato dall’espansione del fenomeno delle sette occulte. Nel Rapporto del D.P.S. su, "Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia, del Febbraio del '98, era espresso il fondato timore che, all’inizio del terzo millennio, potessero verificarsi gravi devianze da parte di integralisti fanatici e gruppi esoterici o pseudo religiosi. Il Rapporto Governativo sulla crescita di tali Movimenti venne inviato alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il 29 Aprile 1998, dall’allora Ministro degli Interni e oggi Primo Cittadino d’Italia Giorgio Napolitano. Gli Studi della Polizia di Prevenzione, monitoraggio ininterrotto sulla prolificità delle sette, rivelano inquietanti collegamenti internazionali tra le sette delle principali metropoli dei cinque continenti. E' impossibile tracciar graduatorie tra le città del globo più infettate dalla piaga del satanismo. Per tradizione pare che il primato spetti a Londra, se non altro perché vi nacque il più estroso e scenografico Satanista che si conosca, quell’Aleistair Crowley che più che satanista vero e proprio, pare sia stato un fautore d’avanguardie culturali, eleggendo, erroneamente, il demonio a supremo esponente della libertà di espressione. San Francisco pare sia la seconda metropoli, dato che Szandor LaVey vi fondò la Chiesa di Satana, a mezzanotte del 30 Aprile del 1966, in piena sintonia con la Notte di Valpurga . Roma è la terza città del triangolo nero, ma solo perchè l’Anticristo, che qui, secondo la leggenda, è destinato a nascere, dipenderebbe, per la sua crescita, dalle due mammelle succitate. Utopie a parte, il Cesnur, Centro Studi sulle Nuove Religioni, ha calcolato che gli adepti italiani a sette di ogni genere siano oggi due milioni. Il rapporto del Ministero dell’Interno, basato su un censimento del 1994, calcolò che sul territorio nazionale vi fossero ben 366 Sette, ma fonti ufficiose, a tutt’oggi stimano il loro numero in oltre 2000. Il giro di affari è di 500 milioni di euro annui. A Torino e al Veneto va il 50%, mentre a Roma il 30% e solo il 20% nelle restanti regioni. Tra le Sette, il 30% sono occultistiche, il 10% di culti alternativi, e il 9% quelle sataniche, ma a Roma sarebbero operanti non meno di 70 sette di Satanisti. Da noi il satanismo è un alveare di micro organizzazioni. Un recente censimento ha dimostrato che siamo gli acquirenti più numerosi dei libri di Szandor La Vey. A partire dal 1969, anno di pubblicazione della Bibbia Satanica e prima dell’edizione del Rituale Sa-tanico (1972), in 40 anni ne abbiamo acquistate oltre trecentomila copie.

Note: Dipartimento di Pubblica Sicurezza Anton Szandor LaVey, pseudonimo di Howard Stenton Levey (Chicago, 11 aprile 1930 – San Francisco, 29 ottobre 1997), è stato il fondatore della Chiesa di Satana nella città di San Francisco. Nella notte di Valpurga (Wapurgisnacht) si crede che gli spiriti maligni, ombre, spettri, doppelgenger, lemuri, vampiri, la-mie, famigli, incubi e succubi, per citarne alcuni, vaghino sulla terra, celebrando i loro riti infermali. I nati in questa notte, alle tre in punto, si dice vengano istruiti loro malgrado da Satana in persona alle arti nere, avendo tuttavia modo di scegliere la loro strada in totale libertà.-

Felice Turturiello - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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