ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 11/09/2009

30 PERSONE DENUNCIATE PER ELUANA: VOGLIONO TOGLIERCI LA LIBERTA' DI PAROLA

Post n°2326 pubblicato il 11 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Qualche giorno fa i carabinieri sono andati a bussare alla porta di uno di voi, cioè di un amico che spesso e volentieri interviene sul blog. Questo amico era intervenuto più volte anche lo scorso febbraio, nel bel mezzo delle mille polemiche che hanno lacerato l’Italia, mentre Eluana Englaro si spegneva a Udine. Questo amico è stato denunciato per diffamazione, presumo dalla famiglia Englaro, tramite i suoi legali. I carabinieri gli hanno notificato l’atto proveniente dalla Procura della Repubblica di Lecco; almeno altre 30 persone, in queste settimane, hanno ricevuto la stessa notifica. Credo che gli avvocati del signor Beppino Englaro siano stati distratti, o forse hanno lavorato male: seguendo il loro parametro, migliaia di italiani, forse milioni, dovevano essere denunciate, altro che 30! Se lo studio legale Campeis ci dà una percentuale sul lavoro di ricerca, siamo pronti a fornire tanti altri nomi per le loro richieste di risarcimento.Scherzi a parte, arriviamo al sodo. Fermo restando che in un Paese libero chiunque può (per fortuna) rivolgersi al’autorità giudiziaria se crede di essere stato diffamato (e a sua volta deve essere pronto a pagarne le conseguenze se i giudici gli daranno torto: mica può finire sempre a tarallucci e vino) mi sembra che la questione sia insieme un po’ assurda e un po’ seria. Premessa per capirci meglio: cosa aveva scritto di tanto grave il nostro amico denunciato per finire nel mirino degli avvocati di Englaro? In maniera decisa ma assolutamente educata (spesso nei blog si trovano interventi mille volte più offensivi) quello che semplicemente hanno detto, e scritto, migliaia di persone: e cioè che in fondo la morte di Eluana non è stato altro che un omicidio. Ci aggiungo subito un’altra parolina, magica, altrimenti i carabinieri vengono a bussare domattina anche a casa mia. Ci aggiungo ‘legalizzato’. Omicidio legalizzato. E su questo non ci piove, perché se Eluana fosse morta di fame e di sete (come è successo a Udine) prima del giugno 2008, i medici e forse lo stesso padre di Eluana sarebbero stati accusati di omicidio. Nel giugno del 2008 la Corte d’Appello di Milano, dopo i più diversi e controversi interventi della magistratura, ha dato il via libera alla possibilità di staccare il sondino e quindi quello che fino al giorno prima sarebbe stato un reato, è diventato un atto consentito, grazie al decreto di un tribunale. Un omicidio legalizzato appunto.Ma diciamola tutta: in questi mesi tutto il dibattito politico, culturale, sociale, religioso e chi più ne ha più ne metta, si è incentrato proprio sul corpo di questa povera ragazza. Si poteva o non si poteva farla morire così? Io dico di no, ma non tappo la bocca a chi dice di sì, e questo blog ne è la prova. Anche il disegno di legge approvato al Senato e ora all’esame alla Camera, dice di no: cioè, un’ altra morte come quella di Eluana Englaro, se passerà quella legge, non potrà più verificarsi. Cioè: sarà un reato. E chiaro che si viaggia sul filo delle opinioni e mi pare tremendamente strumentale che ora qualcuno, quel qualcuno che in fondo ha già vinto la sua battaglia personale, voglia marciarci sopra, ancora. Cos’è, non gli basta vincere e vuole stravincere? Forse vuole che tutti gli dicano ‘bene, bravo, bis’. Chiede il plebiscito: e chi non ci sta, beh, gli mandiamo i carabinieri a casa. Bella idea di libertà, quella libertà che per mesi-mesi è stata eretta a totem di una campagna ideologica e politica. La cosa assurda è che mentre l’Italia e il mondo hanno mille problemi seri dei quali carabinieri e magistrati dovrebbero occuparsi, forze dell’ordine e giudici perdono tempo ad occuparsi del nostro blog (un po’ ci lusinga, è la conferma che siamo seguitissimi) e del nostro amico blogger, che ha usato sfidare il pensiero culturale dominante di questo nostro povero paese.Mi auguro e presumo che finirà tutto in una bolla di sapone, ma vi terrò informati. E comunque: non ci faremo tappare la bocca da nessuno. Anzi, quasi quasi mi viene voglia di lanciare un’idea: che ne dite se ci autodenunciamo tutti? Pensiamoci.

- Pandolfi, Massimo - Vite Spericolate -

Anch'io denunciato per Eluana. Fermiamo l'ideologia

Carissimo Massimo, sono anch’io tra quelli che sono stati inquisiti, oggetto di indagine da parte dei carabinieri su mandato della Procura di Lecco. Sono tra quei 30: scelti tra i migliori o… tra i peggiori? Comunque anch’io e un collaboratore del sito abbiamo usato la parola proibita: «omicidio legalizzato». So che la magistratura deve agire in questi casi perché c’è stata una denuncia, e spero che i magistrati facciano il loro dovere, anche soprattutto dando il giusto peso alle denunce che devono esaminare. E non sono poi tanto preoccupato per me, anzi, se mai sono fiero di poter avere dato «voce a chi non ha voce», soprattutto quando questo ha significato difendere il diritto alla vita di uomini e donne che soffrono, segno di una battaglia che è ora che tutti gli uomini possono e devono combattere (e qui ricordo che una volta Giovanni Paolo II aveva chiesto di avere la «sana ambizione» di essere uomini. E che mio padre mi ha sempre insegnato, soprattutto con l’esempio, a dare testimonianza anche se da soli alla verità, con coraggio, fierezza e cordialità). Certo quello che mi preoccupa è che si sta perdendo il senso della libertà, della gioia di sentire posizioni diverse che, pur se scomode, costringono a pensare e dibattere. Che tristezza un mondo appiattito, senza libertà di espressione, senza la possibilità di comunicare posizioni diverse! Scusa la citazione (che ti dice un po’ anche gli anni in cui sono vissuto), ma mi è sempre risuonata nella mente questo testo di H. Marcuse, tratto dal libro "L’uomo a una dimensione" che ho letto nella prima edizione della Einaudi, e che descrive lo stato del mondo in cui ancora oggi – mi pare – viviamo: «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico. In verità, che cosa potrebbe essere più razionale della soppressione dell’individualità nel corso della meccanizzazione di attività socialmente necessarie ma faticose; della concentrazione di imprese individuali in società per azioni più efficaci e più produttive; della regolazione della libera concorrenza tra soggetti economici non egualmente attrezzati; della limitazione di prerogative e sovranità nazionali che impediscono l’organizzazione internazionale delle risorse. Che questo ordine tecnologico comporti pure un coordinamento politico ed intellettuale è uno sviluppo che si può rimpiangere, ma che è tuttavia promettente. I diritti e le libertà che furono fattori d’importanza vitale alle origini e nelle prime fasi della società industriale cedono il passo ad una fase più avanzata di questa: essi vanno perdendo il contenuto e il fondamento logico tradizionali. Le libertà di pensiero, di parola e di coscienza erano idee essenzialmente critiche, al pari della libera iniziativa che servivano a promuovere e a proteggere, intese com’erano a sostituire una cultura materiale e intellettuale obsolescente con una più produttiva e razionale. Una volta istituzionalizzati, questi diritti e libertà condivisero il fato della società di cui erano divenuti parte integrante. La realizzazione elimina le premesse. […] L’indipendenza del pensiero, l’autonomia e il diritto alla opposizione politica sono private della loro fondamentale funzione critica in una società che pare sempre meglio capace di soddisfare i bisogni degli individui grazie al modo in cui è organizzata. Una simile società può richiedere a buon diritto che i suoi principi e le sue istituzioni siano accettati come sono, e ridurre l’opposizione al compito di discutere e promuovere condotte alternative entro lo status quo. Sotto questo aspetto, il fatto che la capacità di soddisfare i bisogni in misura crescente sia assicurata da un sistema autoritario o da uno non autoritario sembra fare poca differenza. In presenza di un livello di vita via via più elevato, il non conformarsi al sistema sembra essere socialmente inutile, tanto più quando la cosa comporta tangibili svantaggi economici e politici e pone in pericolo il fluido operare dell’insieme.»
Credo che sia giusto lavorare perché la libertà di ogni uomo sia garantita, senza che chi dissente sia messo a tacere con intimidazioni e processi. È vero, un mio amico che lavora in Cina mi ha detto che quello è il modello verso cui ci stiamo tutti dirigendo: una società tecnologica, un controllo del pensiero, la rinuncia a certi fondamentali diritti. Del resto non è una novità: ogni tentativo umano in cui prevale l’ideologia, che sia soltanto «umano», non sfugge, e non è mai sfuggito, al fastidio della individualità, della libertà, della diversità. La battaglia che dobbiamo combattere è un vero servizio all’uomo, e bisogna che gli «uomini di buona volontà» siano capaci di portarla avanti, e di mettersi insieme per questo. Guai all’uomo solo! - Don Gabriele Mangiarotti - culturacattolica -

 
 
 

IL SATANISMO E' UN PROBLEMA DA NON SOTTOVALUTARE. TALVOLTA ALCUNI PRETI NON LO HANNO CALCOLATO NELLA SUA PERICOLOSITA'

Post n°2325 pubblicato il 11 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Qualche giorno fa, il Vescovo Emerito di Civitavecchia,Monsignor Girolamo Grillo ha rivelato che a Timisoara, Romania, ogni estate si effettua un raduno di duemila giovani aspiranti satanisti. Un fatto allarmante. Dunque, occhio a questa piaga della quale ci si occupa purtroppo soltanto quando accadono delitti. Del satanismo abbiamo parlato con il noto criminologo e psicopatologo forense, professor Francesco Bruno. Il Vescovo Grillo ha fatto una rivelazione sconcertante: " lo è per chi dedica al fenomeno scarsa attenzione, ma il dato non mi sorprende. Spiacevolmente questa piaga è molto duffusa, come del resto sempre lo è stata. La storia non può smentirsi". Qual è la motivazione che porta al satanismo?: " generalmente un sentimento di opposizione a Dio e ai suoi precetti. Il satanismo chiede l'obbedienza a comandamenti e regole e quindi in un sistema di valori opposti a quello di Dio e della Chiesa. Generalmente vi aderiscono i giovani perchè caratterialmente sono maggiormente aggressivi e manovrabili. In sostanza il Satanismo si alimenta spesso del clima di rilassatezza morale e di relativismo, del fare quello che si vuole in assenza di limiti precisi tra il bene e il male, tra quello che è buono e quello che non lo è". In concreto, quali sono i maggiori rischi?: " intanto evitare che diventi oltre che un fatto nascosto, una moda, un modo di essere. In questo caso ci doliamo di episodi sconcertanti e di delitti di inaudita violenza. Ma questi non avvengono per caso, bensì sono figli del satanismo. Poi la società attuale fa di tutto, sia pur involontariamente, per fomentarlo, con quel suo insistente apparire televisivo, sulla necessità di bucare lo schermo. Questo porta talvolta alla conseguenza di realizzare crimini di efferata violenza proprio perchè se ne parli, per il motivo e la volontà di sentirsi protagonisti,sia pur nel male". Lei ha tirato in causa la società attuale, per quale motivo?: " inutile nasconderci, viviamo in un tempo malato di relativismo etico, nel quale i valori etici si sono smarriti, esiste una grande confusione, spesso i ragazzi non sanno valutare quanto è buono e quanto è cattivo, talvolta non si conosce il senso della colpa o del peccato. Insomma, i frutti perversi del relativismo. Da questo punto di vista credo che anche la Chiesa abbia qualche responsabilità. Alcuni preti forse per accaparrarsi simpatie, non educano alla autentica fede e si è abbassata la guardia nei confronti del Maligno. Il pericolo è per parte ecclesiastica, fortunatamente non tutti, di averlo dipinto solo come un fatto folkloristico o spirituale. No, il Male esiste davvero. Da psichiatra devo constatare che avvengono delle cose che alla luce della scienza io non saprei spiegare. Magari lo sapremo tra anni, ma oggi sono senza una spiegazione razionale". Crede che tra esorcisti e psichiatri ci voglia maggior collaborazione?: " sarebbe auspicabile, ognuno con le proprie competenze". Passiamo al tema omosessualità. Lei come la considera?: " è una patologia e quindi un grave disordine. Non è normale affatto, posso anche accettarla, nel senso che gli omossessuali vanno rispettati e non colpiti, ma da questo a farne cosa nella norma ci passa. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso, poi, è una vera aberrazione, non esiste per la ragione che è decisamente contronatura". Per quale ragione l'omosessualità è una patologia?: " esistono cause organiche, ma talvolta anche a scelte personali di vita, deliberate e volute. Una condotta comunque sempre contro ogni natura e disordinata".

- Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

"C'EST FINI!": GALLI, MIELI E LA CHIESA

Post n°2324 pubblicato il 11 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Voci insistenti sussurrano: "il Cavaliere è convinto che dietro i discorsi di Fini ci sia Paolo Mieli" (ieri un quotidiano lo ha anche scritto). Ma finora è rimasta in ombra la parte ecclesiastica di questo "progetto". Provo a svelarla. Che gli intellettuali della generazione sessantottina abbiano sempre aspirato a "dare la linea", a etero-dirigere i leader politici e il Paese, magari grazie a una corazzata come il Corriere della sera, è risaputo. Ci provarono con Bettino Craxi e andò male perché li liquidò bruscamente come "intellettuali dei miei stivali". Con Berlusconi il tentativo era impossibile per la sua atavica diffidenza verso quei cenacoli. Con Fini tutto è diverso. La sua ansia di legittimazione e il vuoto culturale che ha alle spalle si presta ad essere riempito (e così legittimato) da queste teste pensanti. Ecco il senso della campagna di Galli della Loggia e del Corriere sui festeggiamenti per l’Unità d’Italia e sulla mancanza di un vero spirito nazionale nelle classi dirigenti. Costituisce una prima tappezzeria ideologica su cui può essere proiettata l’entrata in scena di Fini come nuovo leader di un centrodestra liberalnazionale (tipo Destra storica), in sostituzione di un Berlusconi che La Repubblica (e ora anche il Corriere) tentano di logorare quotidianamente e infine di affondare. Una nuova "Destra storica" – questa di Galli e Fini – che ha, come la vecchia, un suo spirito ghibellino e Fini lo ha esibito negli ultimi quattro anni. Tanto è vero che l’altro strano editoriale recente di Galli sul Corriere era dedicato – guarda caso – all’abolizione del Concordato, idea bislacca per cui Galli si è inventato pure un’improbabile legittimazione cattolica, ma che di fatto entusiasma solo i radicali, sempre blanditi da Mieli e oggi tifosi dell’ex leader missino. Il "trait d’union" intellettuale fra Galli della Loggia e il presidente della Camera pare sia Alessandro Campi, docente all’università di Perugia, collega e amico di Galli nonché "ghost writer" di Fini, forse ideatore pure della sparata che proclamava l’Italia "erede del politeismo" (quello di Nerone). Ma c’è un altro vuoto che questo circolo intellettuale pensa di riempire per inglobare la Chiesa in quel progetto politico "gallofiniano": è appunto il vuoto creatosi nella leadership cattolica dopo il pensionamento di Ruini e la defenestrazione di Boffo. In realtà l’area Mieli-Galli ha avuto un buon rapporto con Ruini, ma per quei temi che riguardano l’identità giudaico-cristiana del’Occidente, per arginare – nel clima dell’11 settembre – quel cattoprogressismo terzomondista che strizza l’occhio all’Islam e detesta Stati Uniti e Israele. Invece il dissenso sui "valori non negoziabili" di Ruini è stato profondo, tanto che il Corriere di Mieli (schieratissimo) fu il vero sconfitto del referendum sulla legge 40 che nel 2005 vide vincitore Ruini. Un nuovo orizzonte per questi circoli intellettuali e per Fini si apre con la fine dell’epoca Ruini. C’è un antefatto. Quando Bertone è diventato segretario di Stato vaticano ha reclamato il diritto di gestire in prima persona, dal Vaticano, il rapporto della Chiesa con la politica italiana, fino ad allora tenuto in esclusiva dal cardinale Ruini. Si è creato un certo conflitto con la Cei e alla fine ha vinto Bertone grazie al pensionamento di Ruini. Ma il colpo di grazia è venuto con il "pensionamento" traumatico di Dino Boffo dalla direzione di "Avvenire", perché Boffo era molto di più del direttore del giornale della Cei. Era lo stratega del ruinismo che puntava a fare dell’Italia il modello del cattolicesimo europeo. Allora diventa significativo che ad assestare il colpo del ko a Boffo sia stato il direttore dell’Osservatore romano, Gian Maria Vian, parlando quasi come portavoce ufficioso di Bertone, proprio nelle ore successive all’attacco del "Giornale". Con una intervista al Corriere della sera – pur esprimendo solidarietà umana per l’attacco di Feltri – ha sparato a zero sulla linea di Avvenire. L’antagonismo fra le due linee si era evidenziata anche sui "valori non negoziabili" durante il caso di Eluana, quando le posizioni della Cei e di Bertone apparvero assai distanti, quanto quelle dell’Osservatore e dell’Avvenire. In questi giorni altri segnali emergono con chiarezza. Ieri, per esempio, sulla pagina culturale di Avvenire, si poteva leggere che ad un convegno a Milano con Ruini e Galli della Loggia, è intervenuto Vian il quale, commentando le scelte di Ruini dopo la fine della Dc, ha testualmente definito "una sorta di araba fenice il Progetto Culturale di cui ora si incomincia a intravedere qualcosa". Qualunque giudizio si dia sul "Progetto Culturale" che ha connotato l’epoca Ruini alla presidenza della Cei, non si era mai visto un direttore dell’Osservatore romano attaccare così, esplicitamente e frontalmente, colui che è stato finora il leader della Chiesa italiana. E’ solo un episodio? No. Per capire l’ "aria nuova" che tira, anche sui "valori non negoziabili", basta vedere l’Osservatore del 9 settembre dove è apparso un articolo di Lucetta Scaraffia intitolato "Qual è la vita che difendiamo?", il cui svolgimento è confuso, ma chiaro nella conclusione, obiettivamente assai critica verso la "cultura della vita" dell’epoca Wojtyla-Ruini. Citando infatti Ivan Illich, la Scaraffia scrive: "Bisogna riflettere sulla provocazione di Illich: i cattolici devono essere capaci di trasmettere l’amore per la Vita come è intesa nelle parole di Gesù, una Vita che diventa amore per le creature sofferenti, e non continuare a diffondere e sostenere un concetto biologico astratto che è estraneo alla nostra tradizione, che spesso ci rende ideologici e poco credibili". Wojtyla è sistemato. Qualcuno potrebbe credere che – per quanto sia singolare leggere questi argomenti sull’Osservatore – si tratti di idee di una singola editorialista. Sennonché la Scaraffia – che, guarda caso, è pure la moglie di Galli Della Loggia – nell’epoca Vian (talvolta con gaffe e scivoloni) esprime un po’ la linea del giornale, come lo stesso Vian ha fatto capire nell’intervista al Corriere. Di certo questo "nuovo approccio" è molto più compatibile con le posizioni laiciste di Fini rispetto a quello di Ruini. Infatti, emblematicamente, nel pieno del "caso Boffo", Fini ha tentato una sortita in campo cattolico – a lui precluso da tempo – e al convegno delle Acli ha parlato, come un politico di centrosinistra, sul tema dei diritti politici degli immigrati. Proprio nei giorni in cui Berlusconi era in crisi con la Chiesa, con l’ambizione di soppiantarlo. A questo punto non stupirà che sempre sull’Osservatore, il 13 agosto scorso, sia apparso un articolo di un intellettuale, di "area Galli", che fa un monumento a Galli della Loggia stesso per la sua campagna sulle "celebrazioni per l’unità d’Italia" e suona una fanfara risorgimentale un po’ buffa sull’Osservatore, soprattutto laddove dice che "i fattori coesivi della nostra identità" sono "la lingua e il patrimonio letterario". Dimenticando la religione che poteva menzionare anche solo citando un risorgimentale cattolico come Manzoni, il quale cantava l’Italia "una d’arme, di lingua, d’altare/ di memorie, di sangue e di cor" (l’altare – almeno sull’Osservatore – vogliamo mettercelo?). Tutto questo somiglia alla predisposizione di un retroterra ideologico di un nuovo centrodestra post-berlusconiano (che magari torna a inglobare l’Udc): potrebbe andare da Montezemolo alla Scaraffia, con Casini (Fiat Lucetta invece che Fiat lux). E magari Fini al Quirinale. Un disegno ambizioso. Probabilmente velleitario. Che però spiega bene il senso delle parole di Mieli, l’altroieri, al convegno di Milano, dove ha "consigliato" alla Chiesa di "dedicarsi ai laici in dialogo perché il soccombere di questa posizione provoca danni a tutti". Dunque se affonda "Papi", avremo "Mieli Papa" ? - Antonio Socci -

Post scriptum - Lasciando da parte, per un momento, le questioni politiche, quello che più conta è la Chiesa. Dove c’è una certezza: Benedetto XVI. Che certo non si fa "influenzare" e il cui magistero è sempre più luminoso. Penso che i cattolici debbano sentire l’urgenza di pregare per lui, perché Dio lo conservi a lungo alla guida della Chiesa e lo riempia della Sua Sapienza. - A.S -

 
 
 

11 SETTEMBRE 2001: PER NON DIMENTICARE

Post n°2323 pubblicato il 11 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da ogni parte del mondo innumerevoli persone vanno oggi col pensiero alla città di New York, ove l’11 settembre dello scorso anno le torri gemelle del World Trade Center sono crollate in conseguenza di un efferato attentato, inghiottendo nella loro rovina molti nostri fratelli e sorelle innocenti. Vogliamo nuovamente ricordare queste vittime del terrorismo e raccomandarle alla misericordia di Dio. Desideriamo al tempo stesso rinnovare alle loro famiglie e ai loro cari l’espressione della nostra spirituale vicinanza. Ma vogliamo anche interpellare le coscienze di chi ha pianificato e fatto eseguire un disegno così barbaro e crudele. Dall’11 settembre 2001 ripetiamo che nessuna situazione di ingiustizia, nessun sentimento di frustrazione, nessuna filosofia o religione possono giustificare una tale aberrazione. Ogni persona umana ha diritto al rispetto della propria vita e dignità, che sono beni inviolabili. Lo dice Dio, lo sancisce il diritto internazionale, lo proclama la coscienza umana, lo esige la convivenza civile. Il terrorismo è e sarà sempre una manifestazione di disumana ferocia, che, proprio perché tale, non potrà mai risolvere i conflitti tra esseri umani. La sopraffazione, la violenza armata, la guerra sono scelte che seminano e generano solo odio e morte. Soltanto la ragione e l’amore sono mezzi validi per superare e risolvere le contese tra le persone e i popoli. È tuttavia necessario ed urgente uno sforzo concorde e risoluto per avviare nuove iniziative politiche ed economiche capaci di risolvere le scandalose situazioni di ingiustizia e di oppressione, che continuano ad affliggere tanti membri della famiglia umana, creando condizioni favorevoli all’esplosione incontrollabile del desiderio di vendetta. Quando i diritti fondamentali sono violati è facile cadere preda delle tentazioni dell’odio e della violenza. Bisogna costruire insieme una cultura globale della solidarietà, che ridia ai giovani la speranza nel futuro. Vorrei ripetere a tutti la parola della Bibbia: «Il Signore… viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13). Solo dalla verità e dalla giustizia possono scaturire la libertà e la pace. Su questi valori è possibile costruire una vita degna dell’uomo. Fuori di essi c’è solamente rovina e distruzione. In questo anniversario tristissimo eleviamo a Dio la nostra preghiera perché l’amore possa soppiantare l’odio e, con l’impegno di tutte le persone di buona volontà, la concordia e la solidarietà possano affermarsi in ogni angolo della terra. giovanni Palo II, Udienza Generale di mercoledì, 11 Settembre 2002 - *Io sono Amore* -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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