ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/09/2009

UNITI A MARIA DAVANTI AL CRISTO CROCIFISSO - BEATA MARIA ADDOLORATA - 15 SETTEMBRE

Post n°2340 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La memoria liturgica del 15 settembre, che segue immediatamente quella dell’esaltazione della santa Croce, ci ricorda la speciale unione e partecipazione di Maria al sacrificio di suo figlio sul Calvario. La pietà cristiana ha meditato fin dagli inizi i racconti che i vangeli ci fanno della presenza della Madonna accanto alla croce. Nel XIV secolo è già conosciuta la sequenza della Messa stabat Mater. Il papa Pio VII, nell’anno 1814, ne estese la devozione in tutta la Chiesa, e nel 1912 san Pio X ne fissò la memoria in questa data, La Madonna con la memoria liturgica di oggi ci insegna il valore corredentivo che possono avere le nostre sofferenze e dolori.  La devozione alla Santa Vergine Addolorata è un fiducioso appello alla Madonna, un invito ad imitare le sue virtù, una intima unione con Lei. Come e meglio associarci ai suoi sentimenti se non davanti alla Croce ? Chi, meglio di Maria, potrebbe darci più esattamente il senso del crocifisso, della vera compassione con suo Figlio al Calvario, lezioni cristiane del suo sacrificio ? Davanti alla Croce, la Vergine Madre è in piedi. Quando il corpo inerte di suo Figlio è disceso da questo strumento del suo supplizio, prima della deposizione nella tomba, Ella tiene tra le sue braccia il suo Gesù morto, come aveva fatto alla sua nascita a Betlemme, come durante la fuga in Egitto. Un pensiero profondo ed un dolore orribile ti penetrano in queste ore, o Madre nostra. Il tuo Pensiero ? È sempre quello dell’Annunciazione. Tu sei serva, associata ad un incomparabile mistero. Dio ha parlato. Il piano divino si esegue. Tu hai potuto comprendere, successivamente, le più grandi linee con lo svolgimento della vita di Gesù : la fuga in Egitto, per sfuggire ad un massacro di innocenti davanti alla paura di un Messia, venuto pertanto nell’umiltà e nella povertà...l’annuncio del fanciullo nel tempio di Gerusalemme “di essere venuto per compiere la volontà del Padre suo”, ...tutta la vita pubblica, coi suoi insegnamenti, i suoi miracoli, ma anche gli avversari, la loro perfida collera, la loro opposizione sempre più grande e, finalmente, le sconvolgenti scene della notte e del mattino del Venerdì Santo, la salita al Calvario...poi tutto essendo consumato, la morte. Ma questa morte ha un senso , è quello della Redenzione degli uomini. Il tuo sentimento ? Materno. Nulla di più forte, di più profondo nell’animo umano. Ma occorre misurare il valore del Figlio e la delicatezza del cuore della Madre per arrivare fino in fondo a questo dolore. Nessun figlio, tra i figli di uomo, è mai stato simile a Gesù. Chi avrebbe potuto dare a sua Madre una pienezza d’affetto come quello che è stato così buono per tutto e per sua Madre più di chiunque, più di quanto non abbia amato Giovanni, Lazzaro, Maria Maddalena ? Il cuore di Maria sanguina davanti allo spettacolo atroce e crudele della Croce. E questo dolore, nel suo amore, a tal punto martirizzato, aggiunge alla sofferenza d’una madre, la vivacità d’un cuore virginale. La spada evocata da Simeone ha veramente trapassato la sua anima. La  liturgia, riprendendo la parola ebraica di “sette”, per esprimere l’abbondanza, non ha torto di qualificare la Vergine dolente, rassegnata ma costernata di Madonna dei Sette Dolori, davanti a suo Figlio Crocifisso. In comunione coi tuoi pensieri ed i tuoi sentimenti, o Madre dei Sette Dolori, ti chiedo di darmi la scienza di cui doveva, un giorno, parlare San Paolo e che nessuno ha posseduto come te : “la scienza di Gesù crocifisso”. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

CONTADINI INDIANI VENDONO MOGLIE E FIGLIE PER SOPRAVVIVERE ALLA CARESTIA

Post n°2339 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La produzione agricola è in ginocchio. Migliaia di donne vendute per ripianare i debiti. Le autorità minimizzano il fenomeno e si dichiarano incredule. Per p. Anand, della Società dei missionari indiani:“Non c’è da stupirsi, è una delle zone più arretrate del Paese in cui vige una società patriarcale e maschilista”. - di Nirmala Carvalho -
I contadini della regione del Bundelkhand, nello Stato dell' Uttar Pradesh, vendono mogli e figlie agli strozzini per sopravvivere alla carestia. Il fenomeno sembra sia diffuso a tal punto che le autorità del governo locale hanno annunciato un’indagine e la National Commission for Women ha inviato un suo team per fare chiarezza sulla situazione. Il lungo periodo di siccità che ha colpito quasi metà del Paese ha messo in ginocchio le produzione agricola. Diversi Stati registrano l’esodo di interi villaggi; molti i casi di contadini che si sono suicidati. Mai prima d'ora le cronache avevano parlato della vendita di persone per ripianare debiti o, nelle migliori ipotesi, sottrarre alla fame i familiari. Le vittime di questo commercio affermano che dalla compravendita di mogli e figlie i contadini possono guadagnare da un minimo di 4mila rupie (poco più di 56 euro), ad un massimo di 12 mila (circa 170 euro). Più bella è la donna, più il prezzo sale. Ad ufficializzare la vendita viene siglato anche un contratto di matrimonio, il Vivaha Anubandh. La vicenda ha già scatenato polemiche tra i partiti dell’Uttar Pradesh. Sul banco degli imputati è finito il Bahujan Samaj Party (BSP), il partito della governatrice dello Stato, Kumari Mayawati, conosciuta anche come la “regina dei Dalit” per le sue origini dalla casta degli intoccabili. Le autorità locali minimizzano il fenomeno. Accusano di faziosità e strumentalizzazione politica chi parla di migliaia di persone coinvolte in questa moderna tratta delle donne. La stragrande maggioranza dei leader politici, locali e nazionali, si dichiara incredula davanti alla vicenda. Di tutt’altro avviso è p. Anand, sacerdote della Società dei missionari indiani ed ex direttore Vishwa Jyoti Communications (VJC) di Varanasi nell’Uttar Pradesh. Interpellato da AsiaNews afferma: “Non c’è da stupirsi alla notizia che nella regione del Bundelkhand le donne vangano vendute. È una delle zone più arretrate del Paese in cui vige una società patriarcale e maschilista. Negli ultimi 20 anni ho avuto modo di visitarla più volte”. La Vjc è un organismo impegnato nella difesa dei diritti umani attraverso la promozione dell’educazione, della cultura e dell’arte. Organizza gruppi itineranti per le strade dei centri rurali. P. Anand racconta: “Girando per i villaggi dei distretti di Banda, Hamirpur, Mahoba, Chitrakoot e Jhansi era durissimo far scendere in strada le donne. Una volta abbandonato l’uscio di casa si mettevano a guardare le nostre iniziativa scostando il velo con il dito indice ed il medio: aprivano una fessura piccolissima solo davanti agli occhi. Non vedevamo mai le loro facce. Durante gli spettacoli si respirava un clima tesissimo. Gli uomini controllavano che nessuno rivolgesse la parola alle donne”. Il sacerdote racconta che “le donne camminano chilometri per recuperare acqua e carburante, lavorano nei campi e si prendono cura del bestiame, ma fanno tutto con il volto coperto. Le incontri per strada e sembrano come i cavalli che hanno i paraocchi che permettono loro di vedere solo dove mettono le zampe”.  P. Anand aggiunge: “Il ghoonghat [il nome del velo in indi, ndr] è un simbolo dell’egemonia maschile. Le donne sono vittime delle voglie degli uomini, un oggetto che può essere venduto”. Il fenomeno della compravendita di mogli e figlie porta alla luce del sole la situazione di povertà, arretratezza e sottosviluppo del Bundelkhand. Mons. Frederick D’Souza, vescovo di Jhansi, afferma:  “È una vicenda tristissima, ma il fatto che sia finita sui media fa sperare che le autorità locali e nazionali e tutte le persone di buona volontà inizino a prendersi cura della popolazione della regione”. Mons. D’Souza spiega che l’attività sociale della Chiesa cattolica nel Bundelkhand procede da oltre 30 anni. “Le nostre suore cercano di aiutare donne e ragazze con corsi di formazione professionale, asili nido, centri di avviamento al lavoro. Sono iniziative con cui le aiutiamo a scoprire la loro dignità e a imparare ad essere indipendenti dal punto di vista economico”. Lo Jhansi Catholic Seva Samaj, opera sociale della diocesi, lavora con donne di età, estrazione sociale e fede diversa. “Nella zona – spiega il vescovo – il 65% della popolazione è costituita da indù, il 30% da musulmani e i cristiani sono poco meno dell’1%. Noi operiamo senza alcuna discriminazione di religione o di casta, cerchiamo di metterci al servizio della popolazione aiutandola a prendere coscienza del proprio valore. Ma è un lavoro duro, che sfida tradizioni e abitudini ormai sedimentate, che sembrano incrollabili”. - New Delhi (AsiaNews) - 

 
 
 

VITA, MORTE E MIRACOLI DELLA LOBBY "CHE NON C'E'"......ALMENO VORREBBERO FAR CREDERE

Post n°2338 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Alla scoperta della lobby "ricca e lagnosa". L'omosessualismo avanza silenziosamente grazie al politicamente corretto dilagante, ai finanziamenti colossali delle corporations e a appoggi insospettabili... Come il peggiore dei luoghi comuni, si rafforza negandolo. Più i gay ripetono «non siamo un potere forte, né occulto», più il mondo etero si convince che «sono una lobby potentissima». Quando Benedetto XVI, parlando ai nunzi apostolici dell’America Latina nel febbraio 2007, ribadì il ruolo centrale del matrimonio nella società contemporanea, «che è l’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna», lamentando come la famiglia «mostra segni di cedimento sotto la pressione di lobby capaci di incidere sui processi legislativi», l’universo gay, sentendosi chiamato in causa, rispose sdegnato che la vera lobby, semmai, era quella vaticana... Ma l’opinione pubblica ebbe confermato, ex cathedra, un sospetto magari tendenzioso ma radicato. In Italia, per ben note questioni storiche, il «potere» dei gruppi omosessuali è ancora sotto traccia. Ma nel resto del mondo occidentale, soprattutto nei Paesi anglosassoni dove i termini gay e lobby non hanno alcuna connotazione negativa, l’omosessualità, oltre che una ragione di orgoglio, pride, è anche una questione di potere, power. E se recentemente è stato lo stesso presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, a fare i conti con il peso politico della comunità gay (in occasione del referendum sul matrimonio omosessuale nello stato della California è stato aspramente criticato per le sue affermazioni sul matrimonio come «un’unione sacra, benedetta da Dio, tra un uomo e una donna»), è soprattutto nel mondo degli affari e dell’economia che le quotazioni della «gay corporation» sono in costante aumento: una dettagliata inchiesta pubblicata su Corriere Economia nel marzo 2008 metteva in evidenza la straordinaria capacità da parte dei gay di «fare rete». E sottolineava come, mentre aveva fatto discutere la decisione della banca d’affari Lehman Brothers di dedicare una giornata di selezione a Hong Kong solo per gli omosessuali per accaparrarsi i talenti migliori, per tante società americane la cosa non presentava nulla di speciale. Negli Usa esiste un’associazione, Out&Equal, con sede a San Francisco – capitale storica della liberazione (omo)sessuale – che promuove il diritto all’uguaglianza degli omosessuali nei luoghi di lavoro. E in tutte le grandi banche, in Ibm, in Johnson&Johnson, esistono gruppi organizzati di «Glbt», l’acronimo utilizzato per riferirsi a gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Ed è attraverso organizzazioni come queste che la comunità omosessuale «fa network», cioè lobby. Una lobby potente e ricca. Anzi, secondo un dossier del 2006 della rivista Tempi, ricchissima: la lobby omosessuale internazionale, che ha le sue roccaforti a New York, Washington, San Francisco e Bruxelles, è sempre più influente. Riceve finanziamenti sia dalle grandi corporation americane, sia dai governi e dalle istituzioni internazionali, spesso sotto forma di donazioni a Ong o fondi per la lotta all’Aids. Uno tra i più influenti gruppi che appoggiano le battaglie per i diritti delle comunità gay e bisessuali negli Usa come in America Latina e in Europa è quello dei «Catholics for a Free Choice», un’organizzazione che assieme all’«International Lesbian and Gay Association» (presente in 90 Paesi con oltre 400 organizzazioni affiliate) lavora a Bruxelles per far pressione sui legislatori affinché agiscano contro gli Stati che non riconoscono le unioni omosessuali. Giusto per capirne la potenza economica, il gruppo «Catholics for a Free Choice» dispone di un budget annuale di 900mila dollari ed è finanziata da molti «poteri forti», tra cui la Playboy Foundation, la MacArthur Foundation, l’Open Society Institute del finanziere George Soros e la Rockefeller Foundation. Le medesime fondazioni, poi, con l’aggiunta di colossi dell’industria mondiale – dalla Kodak all’American Airlines, da Apple alla Toyota – finanziano per decine di migliaia di dollari la più importante organizzazione gay con sede a Washington: la «Human Rights Campaign». E solo per citare un altro colosso, la Sony è tra i fondatori di «Mtv Gay Channel» e sponsorizza gli attivisti pro-nozze gay e pro-aborto della «Rock for Choice» che coinvolge numerose star della musica, dai Red Hot Chili Peppers a Tracy Chapman. Come fanno notare molti intellettuali, la potenza politico-economica dei gruppi gay è tale da influenzare l’intero ambito sociale, arrivando a imporre le regole del «politicamente corretto». Esempi? La riforma del diritto di famiglia voluta da Zapatero in Spagna per introdurre il matrimonio tra omosessuali ha cancellato dal codice civile i termini «marito» e «moglie» (sostituiti da «coniuge») e «padre» e «madre» (sostituiti da «genitore»); la Bbc ha diramato una circolare interna in cui bandisce i termini «padre» e «madre»; il ministero della Pubblica istruzione inglese suggerisce agli insegnanti di redarguire i bambini che si riferiscano ai propri genitori chiamandoli «mamma» o «papà» perché ciò farebbe sentire discriminati i bambini cresciuti da coppie omosessuali... E qualche mese fa, a una domanda della giuria di Miss America sulle unioni gay, Carrie Prejean, rispondendo che «nella mia nazione ideale il matrimonio è tra un uomo e una donna», si è giocata il titolo. E se sulla strada del politicamente corretto anche l’Italia sta facendo passi da gigante, su quella del potere-gay, invece, il nostro Paese – cattolico per fede, omofobo per cultura e moralista per tradizione - è sicuramente un passo indietro rispetto agli Usa e al resto d’Europa. Asher Colombo, sociologo dell’Università di Bologna che con il collega Marzio Barbagli è autore del saggio Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia (uscito per il Mulino nel 2007), è chiarissimo: «Se per lobby si intende un vero gruppo organizzato che opera all’interno dei palazzi del potere per influenzare decisione politiche o economiche, allora in Italia il concetto di lobby gay non ha senso. Associazioni anche importanti come Arcigay o Arcilesbiche sono più simili a movimenti sociali che a vere forme organizzate come ad esempio la lobby degli industriali... Però è indubbio che ci sono singole persone di orientamento omosessuale molto influenti nelle arti, nella politica, nello spettacolo. La moda e la televisione, ad esempio, sono settori dove l’omosessualità è una caratteristica meno discriminante che in altri campi e dove è più facile fare coming out. E ciò modifica la percezione dell’opinione pubblica che confonde la minor discriminazione all’ingresso con il fare lobbying...». Moda e televisione: proprio i due regni dove il luogo comune del potere gay si rafforza negandolo. Quando poco prima dell’estate il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani, intervistata da Klaus Davi, liquidò la lobby omosessuale nel mondo della moda come un «mito», tutti – ricordandosi l’indiscrezione di quel dirigente di Dolce&Gabbana secondo il quale «noi assumiamo solo gay» – hanno inteso esattamente il contrario. Così come non c’è addetto ai lavori del mondo editorial-giornalistico che non ricordi – due anni fa – la processione di star della politica e della cultura che sfilò al teatro Manzoni di Milano quando Alfonso Signorini presentò in pompa magna il suo libro sulla Callas. Un parterre che neppure Eco, o Cacciari, o Baricco, o Camilleri – anche tutti insieme – potrebbero mai sognare. Intanto, anche da noi, sull’onda mediatica del successo di film e serial tv politicamente molto corretti e culturalmente molto queer, c’è chi sta pensando di fondare un partito «altro». All’ultimo Gay Pride, a Genova lo scorso giugno, il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso ha ribadito la necessità per i gay di «entrare in politica». Sfilando in piazza per andare ben oltre il semplice concetto di lobby. - Luigi Mascheroni - Fattisentire -

 
 
 

ANTONIO SOCCI: STIAMO LOTTANDO PER CATERINA

Post n°2337 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ringrazio immensamente tutti coloro che in queste ore pregano per mia figlia, Caterina, 24 anni, che si trova in coma all’ospedale di Firenze per un inspiegabile arresto cardiaco. C’è una cosa importantissima e preziosissima che si può fare: pregare! Far celebrare messe e recitare rosari per la sua guarigione è, in questo momento, la speranza più grande. Noi e gli amici lo stiamo facendo instancabilmente, anche con la recita della preghiera per ottenere l’intercessione di don Giussani (ve la copio qua sotto).

Io e tutta le mia famiglia ve ne siamo grati. Che Dio vi benedica. Antonio Socci

Signore Gesù, tu che ci hai donato don Giussani come padre e ci hai insegnato, attraverso di lui, la gioia di riconoscere la nostra esistenza come offerta a te gradita, concedici per sua intercessione la grazia della guarigione di Caterina. Te lo chiediamo per la sua glorificazione e per la nostra consolazione. Amen.

P.S. E io aggiungo: Preghiera per implorare grazie per intercessione del Servo di Dio Giovanni Paolo II

O Trinità Santa,

noi ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa
il Papa Giovanni Paolo II
e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua paternità,
la gloria della Croce di Cristo
e lo splendore dello Spirito d'Amore.
Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria,
ci ha dato un immagine viva di Gesù buon Pastore e ci ha indicato la Santità come misura alta della vita cristiana ordinaria, quale strada per raggiungere la comunione eterna con te.
Concedici per sua intercessione, secondo la tua volontà, la grazia che imploriamo...
nella speranza che egli sia presto annoverato al numero dei tuoi santi. Amen.

 

 
 
 

ESALTIAMO LA CROCE DI CRISTO, SEGNO DELLA NOSTRA LIBERAZIONE

Post n°2336 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nella festa di oggi la croce non è presentata ai cristiani nella sua dimensione di sofferenza cruenta, di inevitabile necessità per divenire santi, ma nel suo aspetto glorioso, come motivo di vanto non di pianto. L’antifona d’ingresso della festa odierna ci invitano ad un sacrosanto orgoglio: " Di null’altro mai ci glorieremo se non della croce di Cristo, nostro Signore"(Gal. 6, 14). La devozione ed il culto per la santa Croce, dove Cristo immolò la propria vita per noi risale agli inizi del cristianesimo. Nella liturgia se ne ritrova testimonianza fin dal IV secolo. Nei testi della Messa e della liturgia delle Ore la Chiesa loda con giubilo la santa Croce, che fu strumento della nostra salvezza. L’esaltazione della Santa Croce è la festa della scoperta della vera Croce, rubata da re dei Persiani nel corso d’una guerra, riconquistata nel 629 ed autentificata da una guarigione miracolosa e poi riportata a Gerusalemme. La Chiesa ha istituito una festa liturgica in onore di questo avvenimento. Essa la ha dato il nome di Esaltazione della Santa Croce per ricordare la sua uscita dalla terra in cui era stata rubata, il suo riconoscimento autentico fatta dall’autorità del suo Magistero, una lezione opportuna per i cristiani di esaltare nella loro propria vita questa croce redentrice, segno di tanti guadagni spirituali, fonte di tante speranze e di così grande bene. Sì, esaltiamo la Croce, la croce del nostro Divin Salvatore, perché essa è portatrice di salvezza e di gioia. Nella nostra vita la Croce si presenta spesso in modalità assai diversificate: malattia, povertà, stanchezza, dolore, disprezzo, solitudine. Nella festa di oggi possiamo esaminare com’è il nostro abituale atteggiamento dinnanzi alla croce, che talvolta appare difficile e dura, ma che, se la portiamo con amore, si trasforma in fonte di purificazione e di vita, e persino di serenità. Il primo segno religioso insegnato al bambino è il segno della croce. La prima spiegazione di catechismo dà di questa croce il suo senso di assemblea: essa è il segno del cristiano. Quanti segni di croce, nella giornata d’un vero cristiano! Quanti segni di croce nelle formule liturgiche delle benedizioni, dell’amministrazione dei Sacramenti, degli Uffici liturgici! Prima di Cristo, la croce esisteva come strumento di tortura e di punizione dei colpevoli. L’umiltà di Gesù gli ha fatto scegliere la croce, riservata agli schiavi condannati alla pena di morte, al fine di salvare il mondo su questo legno di penitenza, divenuto albero di redenzione. Dopo il giorno del Venerdì Santo, la croce è stata esaltata: essa è divenuta il segno della liberazione umana, contro il male, il peccato, la disgrazia eterna, la disperazione e la sconfitta definitiva e totale. Esaltiamo la croce, noi cristiani del XXI secolo. L’attacco del materialismo senza fede e senz’anima non riconosce alcun senso alla croce e non gli fa alcun posto. La croce di Cristo non è destinata ad essere fissata solo su delle tombe, dove essa ha un senso di speranza e di eternità. Essa deve, al di sopra degli uomini in piena vita, drizzarsi come un simbolo di sforzo e di sacrificio e come simbolo di vittoria e di liberazione umana. E’ essa che ha salvato il mondo sul piano soprannaturale e propriamente divino. Probabilmente anche noi fin da bambini abbiamo imparato a fare il segno di croce sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, come simbolo esteriore della nostra fede. Nella liturgia, la Chiesa utilizza il segno della croce sugli altari, nel culto, sugli edifici sacri. E’ essa che ha fatto sorgere un mondo nuovo sul piano umano. Mondo pesante ancora delle ingiustizie, delle miserie di cui il cuore dell’uomo è la sorgente incessantemente zampillante, ma mondo, malgrado tutto, arricchito di valori spirituali, umani, sociali, sconosciuti fin allora; mondo dove la coscienza, diventata cristiana, condanna tutto quello che non è né giusto, né buono, né umano. Ed è ancora là una esaltazione del premio del linguaggio della croce. La forza ed il suo effimero successo non potranno mai farla tacere. La croce abbracciata da Gesù, patibolo infamante riservato agli schiavi, è segno d’onore. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 

 
 
 

LA SANTA CASA DI LORETO E' PROPRIO LA CASA DI MARIA DI NAZARET

Post n°2335 pubblicato il 14 Settembre 2009 da diglilaverita
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L'8 settembre la Chiesa ha celebrato la festa liturgica della Natività di Maria. In Italia, la festa prende particolare significato al Santuario di Loreto, in provincia di Ancona, dove si trova la "Casa della Madonna", cioè una piccola costruzione che, secondo la tradizione, sarebbe stata l'abitazione, a Nazaret, in Palestina, dei genitori di Maria, nella quale quindi la Vergine Santissima sarebbe nata e cresciuta. Quella casetta, oggetto di grandissima venerazione fin dall'inizio della storia cristiana, nel 1291 scomparve all'improvviso da Nazaret per apparire, alcuni anni dopo, sulle colline di Loreto, dove ancora si trova. Il fatto suscitò naturalmente stupore. Si verificarono subito prodigi di ogni genere, miracoli, guarigioni, conversioni, che fecero pensare come quella piccola e misteriosa costruzione avesse poteri soprannaturali. In seguito si seppe che quella casetta un tempo era a Nazaret. Non trovando spiegazioni di come potesse essere arrivata a Loreto, si pensò che fosse stata trasportata dagli Angeli. Comunque, la devozione divenne subito grandissima. Per proteggere la casetta venne costruito un santuario meraviglioso, che divenne uno dei più celebri d'Europa, visitato da innumerevoli devoti. Nel corso dei secoli, perfino 13 Papi si recarono in pellegrinaggio a Loreto, ultimo Benedetto XVI nel 2007. Giovanni Paolo II vi si recò quattro volte. Negli annali del Santuario si ricordano i nomi di parecchie persone che in vita furono pellegrine a Loreto e che, dopo la loro morte, vennero proclamate sante. Figurano anche i nomi di innumerevoli celebrità laiche, quali Cristoforo Colombo, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Torquato Tasso, Mozart, Goldoni, Giosuè Carducci, D'Annunzio. Michel Montaigne, il filosofo e politico francese, si recò in pellegrinaggio a Loreto nel 1580 per ringraziare la Madonna di una grazia che aveva ricevuto per sua figlia Eleonora. Cartesio, il filosofo francese del "Cogito ergo sum", vi andò per sciogliere un voto e fece la strada a piedi da Venezia a Loreto. Grande, quindi, fu sempre la devozione della gente per questo Santuario nel quale si conserva la "Casa natale della Madre Dio". Ma questa espressione "casa natale della Madre di Dio", quale valore ha? E' frutto solo di una "pia tradizione", di una "fede popolare", o poggia su ragioni più concrete, su documentazioni scientifiche? E' un interrogativo che si presenta spontaneo, soprattutto all'uomo d'oggi, imbevuto di scetticismo. Interrogativo, però, che da parte degli studiosi riceve risposte scientifiche incredibilmente sconcertanti. "La storia racconta che la casa apparve all'improvviso in questo luogo la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294", dice padre Giuseppe Santarelli, direttore dell'ente che ha lo scopo di diffondere il culto mariano e di curare la promozione e il decoro artistico del Santuario. "Che sia stata trasportata dagli Angeli non lo possiamo dimostrare scientificamente. Invece, oggi, dopo anni di studi, di analisi, di ricerche archeologiche compiute con i mezzi più sofisticati, siamo in grado di affermare categoricamente che questa casetta è proprio quella che fino verso la fine del tredicesimo secolo era venerata a Nazaret come la Casa della Madonna". Padre Giuseppe Santarelli è un religioso cappuccino, ma è anche un famoso uomo di scienza. Storico e archeologo di fama internazionale, ha dedicato gran parte della sua vita a organizzare, in collaborazione con altri celebri scienziati, ricerche sull'origine della misteriosa casetta. Le sue numerose pubblicazioni sull'argomento fanno storia. E i dati scientifici che fornisce sono veramente impressionanti e fanno capire come la fede "semplice" dei nostri avi riguardo "la casa della Madonna" poggiasse su basi granitiche. Siamo stati all'interno del grande Santuario di Loreto. La casetta della Madonna è lì di fronte a noi. Povere pareti, di sassi e mattoni, annerite dal tempo, fragili per gli anni, con mille rattoppi e interventi eseguiti lungo il corso dei secoli che testimoniano l'amore e la devozione dei fedeli. "Per noi credenti, questa è la reliquia più straordinaria", dice ancor Padre Santarelli. "Per questo la chiamiamo la 'Santa Casa'. Tra queste povere mura nacque e visse la Madonna, cioè la madre di Dio, la creatura più santa che mai sia esistita sulla terra. Qui, Maria ebbe l'Annunciazione dell'Angelo e qui si realizzò il più grande evento dell'universo, l'incarnazione di Dio". Il religioso parla sottovoce, per non disturbare i pellegrini che, inginocchiati, sono raccolti in preghiera. "Vede quella scritta in latino che sta sulla parete di fondo all'altezza del tabernacolo?", mi dice ancora padre Santarelli. "E' scritto: 'Hic, verbum caro factum est'. Cioè, 'qui, in questo luogo, Dio si è fatto carne'". "Cerchi di pensare al significato concreto di questa frase. Dio, il creatore dell'Universo, in questo luogo, di fronte a queste pietre, si è fatto uomo. Queste pietre hanno assistito all'evento degli eventi. Per un credente, c'è da impazzire a pensare a una cosa del genere. Ecco perché questa piccola casa costituisce un patrimonio spirituale immenso". "Perché è stata trasportata da Nazaret in Italia?", chiedo. "Per essere salvata dalla distruzione", dice padre Santarelli. "Nella seconda metà del secolo tredicesimo in Palestina era in atto una violenta invasione musulmana, con la distruzione sistematica dei luoghi santi cristiani. Qualcuno, uomini, o Angeli, o uomini con l'aiuto certamente del soprannaturale, riuscì a salvare questa casetta portandola in Italia". "Ma perché proprio in Italia e non in un altro luogo?" "Non lo sappiamo. Gli antichi storici, credenti naturalmente, dicevano che 'per provvidenziale disegno, la Casa della Madonna era passata dalla terra di Cristo, alla terra del vicario di Cristo'". Loreto allora faceva parte dello Stato del Vaticano. "Prima però di fermarsi in Italia, la Casa fece trappa altrove. Dalle ricerche storiche risulta che nel maggio 1291 fu trovata da alcuni boscaioli in una radura vicino a Tersatto, nella Dalmazia. E lì vi rimase tre anni e mezzo, e avvennero molti prodigi". Poi, improvvisamente com'era arrivata, scomparve. La seconda tappa fu una località nei pressi della stazione ferroviaria di Loreto, che allora era un bosco, e si fermò lì alcuni mesi. Passò poi sul colle di Loreto, in un campo di proprietà di due fratelli, i quali litigavano continuamente per dividersi le offerte che facevano i pellegrini. E la casa, dopo un po', se ne andò da qual campo e si fermò in mezzo a una strada, di proprietà del comune, proprio dove si trova ancora. Da lì non si è più mossa". "Quali ricerche sono state fatte per stabilire che questa casetta è proprio quella che un tempo esisteva a Nazaret?" "Sono state fatte ricerche di ogni genere. Ricerche di tipo storico e di tipo archeologico, eseguite da celebri studiosi, sia a Loreto, come anche a Nazaret dove la Santa Casa un tempo si trovava. Tutte le ricerche hanno sempre dimostrato che il racconto della tradizione è autentico, e cioè che la casa di Loreto è quella che un tempo era a Nazaret". "Naturalmente le ricerche più importanti sono quelle fatte in tempi moderni. Soprattutto quelle eseguite a Nazaret tra il 1955 e il 1960 sotto la direzione di Padre Bellarmino Bagatti, uno dei più illustri archeologi del Ventesimo secolo, e quelle eseguite a Loreto dall'architetto Nerio Alfieri, professore di archeologia a Bologna". "Le ricerche del professor Alfieri hanno dimostrato che questa costruzione è piena di assurde anomalie, in netto contrasto con le costruzioni della zona e anche con le regole urbanistiche vigenti nel tredicesimo secolo. La Casa non ha fondamenta proprie, e poggia veramente su una strada. E' costituita da sole tre pareti, le quali, per un'altezza di circa tre metri, sono fatte di pietre, e si sa che nella zona marchigiana non esistono cave di pietre e tutte le costruzioni a quel tempo erano fatta in laterizi". "E' anomalo che l'unica porta, quella originaria, si trovi al centro della parete lunga, e non in quella breve, come è in tutte le chiese e cappelle del tempo, e che sia collocata a nord esposta a forti e frequenti intemperie, contro ogni uso edilizio locale. E' anomalo ancora che l'unica finestra sia orientata a ovest e quindi aperta a una ridotta illuminazione, anche qui contro ogni regola edilizia del tempo". "Ma tutte queste anomalie svaniscono se si confrontano con i risultati delle ricerche archeologiche fatte a Nazaret. La casa di Loreto non ha fondamenta perché le sue fondamenta sono rimaste a Nazaret, dove un tempo si trovava. Ha solo tre pareti perché era appoggiata a una grotta scavata nella roccia, con la quale costituiva un solo blocco abitativo". Uno studio straordinario compiuto dall'architetto Nanni Monelli nel 1982, quando anch'io ero a Loreto, ha dimostrato che se si potesse ritrasportare la casa di Loreto a Nazaret, combacerebbe perfettamente con ciò che laggiù è stato trovato. Le misure della casetta di Loreto e anche lo spessore delle tre pareti corrispondono perfettamente alle misure delle fondamenta che si trovano a Nazaret. Le pietre con le quali le pareti sono state costruite sono quelle tipiche della Palestina e anche i tipi di muratura usati. "Nanni Monelli ha fatto delle ricerche approfondite sulle pietre, trovando che sono lavorate con una tecnica specifica di quei luoghi palestinesi, propria della cultura nabatea, cioè di un popolo semita che esisteva in quelle zone". Si trattava di una lavorazione a bulino realizzata con un utensile detto ferrotondo e tondino, e di un'altra lavorazione, sempre di tradizione nabatea, realizzata con tratti vicini e poco profondi, attuati con una subbia a punta. Queste tecniche sono assolutamente sconosciute nell'area italiana e in specie marchigiana. "Io poi ho fatto uno studio specifico sui graffiti ancora leggibili su diverse delle pietre della Santa Casa di Loreto. Ne ho identificati una cinquantina e sono segni che si richiamano a quelli dei giudei cristiani della Terra Santa e in particolare a quelli trovati a Nazaret. Ho anche decifrato una scritta in caratteri greci sincopati, che tradotta dice: 'O Gesù Cristo, figlio di Dio', frase iniziale di una preghiera che si trova scritta, nella grotta che era accanto alla casa di Maria a Nazaret". "Questi e tantissimi altri particolari inducono a una sola conclusione: la Casa di Loreto è proprio quella che fino al 1291 si trovava in Palestina e che da 1300 anni era venerata come la Casa della Madonna".

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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