ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 15/09/2009

LA MEMORIA DELLA BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA CI RICORDA IL DOLORE PRESENTE NELLA NOSTRA VITA

Post n°2345 pubblicato il 15 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

A mio parere però, fra i tanti titoli e celebrazioni, il più sentito perché più vicino alla realtà umana, è quello di Beata Vergine Maria Addolorata; il dolore è presente nella nostra vita sin dalla nascita, con il primo angosciato grido del neonato, che lascia il sicuro del grembo materno per proiettarsi in un mondo sconosciuto, non più legato alla madre e in preda alla paura e spavento; poi il dolore ci segue più o meno intenso, più o meno costante, nei suoi vari aspetti, fisici, morali, spirituali, lungo il corso della vita, per ritrovarlo comunque al termine del nostro cammino, per l’ultimo e definitivo distacco da questo mondo. E il dolore di Maria, creatura privilegiata sì, ma sempre creatura come noi, è più facile comprenderlo, perché lo subiamo anche noi, seppure in condizioni e gradi diversi, al contrario delle altre prerogative che sono solo sue, Annunciazione, Maternità divina, Immacolata Concezione, Assunzione al Cielo, Apparizioni, ecc. le quali da parte nostra richiedono un atto di fede per considerarle.
Veder morire un figlio è per una madre il dolore più grande che ci sia, non vi sono parole che possano consolare, chi naturalmente aspettando di poter morire dopo aver generato, allevato ed educato, l’erede e il continuatore della sua umanità, vede invece morire il figlio mentre lei resta ancora in vita, quel figlio al quale avrebbe voluto ridare altre cento volte la vita e magari sostituirsi ad esso nel morire. I milioni di madri che nel tempo hanno subito questo immenso dolore, a lei si sono rivolte per trovare sostegno e consolazione, perché Maria ha visto morire il Figlio in modo atroce, consapevole della sua innocenza, soffrendo per la cattiveria, incomprensione, malvagità, scatenate contro di lui, personificazione della Bontà infinita. Ma non fu solo per la repentina condanna a morte, il dolore provato da Maria fu l’epilogo di un lungo soffrire, in silenzio e senza sfogo, conservato nel suo cuore, iniziato da quella profezia del vecchio Simeone pronunziata durante la Presentazione di Gesù al Tempio: "E anche a te una spada trapasserà l’anima". Quindi anche tutti coloro che soffrono nella propria carne e nel proprio animo, le pene derivanti da malattie, disabilità, ingiustizia, povertà, persecuzione, violenza fisica e mentale, perdita di persone care, tradimenti, mancanza di sicurezza, solitudine, ecc. guardano a Maria, consolatrice di tutti i dolori; perché avendo sofferto tanto già prima della Passione di Cristo, può essere il faro a cui guardare nel sopportare le nostre sofferenze ed essere comprensivi di quelle dei nostri fratelli, compagni di viaggio in questo nostro pellegrinare terreno. Ma la Madonna è anche corredentrice per Grazia del genere umano, perché partecipe dell’umanità sofferente ed offerta del Cristo, per questo lei non si è ribellata come madre alla sorte tragica del Figlio, l’ha sofferta indicibilmente ma l’ha anche offerta a Dio per la Redenzione dell’umanità.
E come dalla Passione, Morte e Sepoltura di Gesù, si è passato alla trionfale e salvifica Resurrezione, anche Maria, cooperatrice nella Redenzione, ha gioito di questa immensa consolazione e quindi maggiormente è la più adatta ad indicarci la via della salvezza e della gioia, attraversando il crogiolo della sofferenza in tutte le sue espressioni, della quale comunque non potremo liberarci perché retaggio del peccato originale.

CULTO

La devozione alla Madonna Addolorata, che trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il "Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius" di ignoto (erroneamente attribuito a s. Bernardo), costituisce l’inizio di una letteratura, che porta alla composizione in varie lingue del "Pianto della Vergine".
Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo ‘Stabat Mater’ in latino, attribuito a Jacopone da Todi, il quale compose in lingua volgare anche le famose ‘Laudi’; da questa devozione ebbe origine la festa dei "Sette Dolori di Maria SS." Nel secolo XV si ebbero le prime celebrazioni liturgiche sulla "compassione di Maria" ai piedi della Croce, collocate nel tempo di Passione. A metà del secolo XIII, nel 1233, sorse a Firenze l’Ordine dei frati "Servi di Maria", fondato dai Ss. Sette Fondatori e ispirato dalla Vergine. L’Ordine che già nel nome si qualificava per la devozione alla Madre di Dio, si distinse nei secoli per l’intensa venerazione e la diffusione del culto dell’Addolorata; il 9 giugno del 1668, la S. Congregazione dei Riti permetteva all’Ordine di celebrare la Messa votiva dei sette Dolori della Beata Vergine, facendo menzione nel decreto che i Frati dei Servi, portavano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.
Successivamente, papa Innocenzo XII, il 9 agosto 1692 autorizzò la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine la terza domenica di settembre.
Ma la celebrazione ebbe ancora delle tappe, man mano che il culto si diffondeva; il 18 agosto 1714 la Sacra Congregazione approvò una celebrazione dei Sette Dolori di Maria, il venerdì precedente la Domenica delle Palme e papa Pio VII, il 18 settembre 1814 estese la festa liturgica della terza domenica di settembre a tutta la Chiesa , con inserimento nel calendario romano. Infine papa Pio X (1904-1914), fissò la data definitiva del 15 settembre, subito dopo la celebrazione dell’Esaltazione della Croce (14 settembre), con memoria non più dei "Sette Dolori", ma più opportunamente come "Beata Vergine Maria Addolorata".

Le devozioni

I Sette Dolori di Maria, corrispondono ad altrettanti episodi narrati nel Vangelo: 1) La profezia dell’anziano Simeone, quando Gesù fu portato al Tempio "E anche a te una spada trafiggerà l’anima". – 2) La Sacra Famiglia è costretta a fuggire in Egitto "Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto". – 3) Il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio a Gerusalemme "Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo". – 4) Maria addolorata, incontra Gesù che porta la croce sulla via del Calvario. – 5) La Madonna ai piedi della Croce in piena adesione alla volontà di Dio, partecipa alle sofferenze del Figlio crocifisso e morente. – 6) Maria accoglie tra le sue braccia il Figlio morto deposto dalla Croce. – 7) Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù, in attesa della risurrezione. La liturgia e la devozione hanno compilato anche le Litanie dell’Addolorata, ove la Vergine è implorata in tutte le necessità, riconoscendole tutti i titoli e meriti della sua personale sofferenza.
La tradizione popolare ha identificato la meditazione dei Sette Dolori, nella pia pratica della ‘Via Matris’, che al pari della Via Crucis, ripercorre le tappe storiche delle sofferenze di Maria e sempre più numerosi sorgono questi itinerari penitenziali, specie in prossimità di Santuari Mariani, rappresentati con sculture, ceramiche, gruppi lignei, affreschi.
Le processioni penitenziali, tipiche del periodo della Passione di Cristo, comprendono anche la figura della Madre dolorosa che segue il Figlio morto, l’incontro sulla salita del Calvario, Maria posta ai piedi del Crocifisso; in certi Comuni le processioni devozionali, assumono l’aspetto di vere e proprie rappresentazioni altamente suggestive, specie quelle dell’incontro tra il simulacro di Maria vestita a lutto e addolorata e quello di Gesù che trasporta la Croce tutto insanguinato e sofferente.
In certe località queste processioni, che nel Medioevo diedero luogo anche a rappresentazioni sacre dette "Misteri", assumono un’imponenza di partecipazione popolare, da costituire oggi un’attrattiva oltre che devozionale e penitenziale, anche turistica e folcloristica, cito per tutte la grande processione barocca di Siviglia.

Le espressioni artistiche
Al testo del celebre "Stabat Mater", si sono ispirati musicisti di ogni epoca; tra i più illustri figurano Palestrina, Pergolesi, Rossini, Verdi, Dvorak.
La Vergine Addolorata è stata raffigurata lungo i secoli in tante espressioni dell’arte, specie pittura e scultura, frutto dell’opera dei più grandi artisti che secondo il proprio estro, hanno voluto esprimere in primo luogo la grande sofferenza di Maria. La vergine Addolorata è di solito vestita di nero per la perdita del Figlio, con una spada o con sette spade che le trafiggono il cuore. Altro soggetto molto rappresentato è la Pietà , penultimo atto della Passione, che sta fra la deposizione e la sepoltura di Gesù. Il termine ‘Pietà’ sta ad indicare nell’arte, la raffigurazione dei due personaggi principali Maria e Gesù, la madre e il figlio; Maria lo sorregge adagiato sulle sue ginocchia, oppure sul bordo del sepolcro insieme a s. Giovanni apostolo (Michelangelo e Giovanni Bellini). Capolavoro dell’intensità del dolore dei presenti, è il ‘Compianto sul Cristo morto’ di Giotto.
Nel Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (Isernia), secondo l’apparizione del 1888, Gesù è adagiato a terra e Maria sta in ginocchio accanto a lui e con le braccia aperte lo piange e lo offre nello stesso tempo. In virtù del culto così diffuso all’Addolorata, ogni città e ogni paese ha una chiesa o cappella a lei dedicata; varie Confraternite assistenziali e penitenziali, come pure numerose Congregazioni religiose femminili e alcune maschili, sono poste sotto il nome dell’Addolorata, specie se collegate all’antico Ordine dei Servi di Maria. L’amore e la venerazione per la Consolatrice degli afflitti e per la sua ‘compassione’, ha prodotto, specie nell’Ordine dei Servi splendide figure di santi, ne citiamo alcuni: I Santi Sette Fondatori, s. Giuliana Falconieri, s. Filippo Benizi, s. Pellegrino Laziosi, s. Antonio Maria Pucci, s. Gabriele dell’Addolorata (passionista), senza dimenticare, primo fra tutti, s. Giovanni apostolo ed evangelista, sempre accanto a lei per confortarla e condividerne l’indicibile dolore, accompagnandola fino al termine della sua vita.

*Io sono Amore*

 
 
 

LO SCANDALO DEI FARMACI CONTRAFFATTI PER I PAESI POVERI

Post n°2344 pubblicato il 15 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

I dati sono stati resi noti dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): il 50 per cento degli antimalarici venduti in Africa sono contraffatti. Fonti non ufficiali annotano che in alcuni Stati africani il 60 per cento dei farmaci sarebbe contraffatto, percentuale che sale di altri dieci punti in riferimento agli antimalarici. Sempre l'Oms sostiene che anche in molte zone del Sud-est asiatico e dell'America Latina più del 30 per cento dei medicinali sia falso. L'arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, ha rilanciato questa pesante denuncia durante il congresso mondiale della federazione internazionale farmacisti cattolici, svoltosi dall'11 al 14 settembre a Poznan, in Polonia, sul tema "La sicurezza del medicinale: etica e coscienza per il farmacista". "La contraffazione e la falsificazione dei farmaci - ha detto l'arcivescovo nel suo intervento - colpisce innanzitutto i soggetti in età pediatrica. Falsi antibiotici e falsi vaccini producono gravi ripercussioni negative sulla loro salute. Molte sono le morti per malattie respiratorie nei bambini africani, sicuramente più numerose se curate con antibiotici falsi, senza principio attivo e in compenso acquistati a caro prezzo. L'uso di antibiotici sottodosati in altri casi induce a fenomeni di selezione di ceppi batterici resistenti. Per quanto riguarda gli eccipienti, si usano sostanze tossiche che possono portare alla morte bambini, come è avvenuto ad Haiti o in Nigeria". Un comportamento scandaloso, come aveva denunciato Benedetto XVI presentando l'enciclica Caritas in veritate "che ci spinge a collocare - ha detto l'arcivescovo presidente - il tema della sicurezza del medicinale tra le emergenze sanitarie ed etiche nei Paesi in via di sviluppo, dove il farmaco per l'uomo è il farmaco per la vita". Il fenomeno infatti riguarda innanzitutto i farmaci salva vita. Secondo studi dell'Oms un quarto dei farmaci acquistati per strada nei Paesi poveri è contraffatto. In questa situazione monsignor Zimowski invita tutti, in particolare i farmacisti cattolici "a denunciare con coraggio tutte le forme di contraffazione e falsificazione dei medicinali e a opporsi alla loro distribuzione". Il presule ha poi citato il magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI per ribadire il ruolo del farmacista cattolico nel servizio alla vita. In questa sua missione, infatti, egli "non può rinunciare alle esigenze della sua coscienza in nome delle leggi del mercato, né in nome di compiacenti legislazioni" come sosteneva Papa Wojtyla nel discorso rivolto alla federazione internazionale dei farmacisti cattolici il 3 novembre 1990, e non Benedetto XVI in un messaggio che - ipotizzato fantasiosamente da alcune agenzie e rimbalzato su molti media - sarebbe stato inviato ai partecipanti al congresso di Poznan. Per Giovanni Paolo II il "guadagno, legittimo e necessario, dev'essere sempre subordinato al rispetto della legge morale e all'adesione al magistero della Chiesa". Per il farmacista cattolico - diceva ancora - "l'insegnamento della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana, dal suo concepimento fino ai suoi ultimi momenti, è di natura etica e morale. Non può essere sottoposto alle variazioni di opinioni o applicato secondo opzioni fluttuanti". Quanto al magistero di Benedetto XVI, monsignor Zimowski ha ricordato quanto detto nell'udienza concessa ai partecipanti al xxv congresso internazionale dei farmacisti cattolici nel 2007. In quella occasione - dunque due anni fa e non oggi, con buona pace di chi ama le polemiche a tutti i costi - affermò: "Non è possibile anestetizzare le coscienze, ad esempio sugli effetti di molecole che hanno come fine quello di evitare l'annidamento di un embrione o di abbreviare la vita di una persona. Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, affinché ogni essere sia tutelato dal suo concepimento fino alla sua morte naturale e i farmaci svolgano veramente il ruolo terapeutico". L'arcivescovo ha concluso il suo intervento riproponendo l'appello di Papa Ratzinger sempre in quel novembre 2007, affinché "le diverse strutture farmaceutiche, dai laboratori ai centri ospedalieri, e anche tutti i nostri contemporanei, si preoccupino della solidarietà nell'ambito terapeutico, per permettere l'accesso alle cure e ai farmaci di prima necessità a tutte le fasce della popolazione e in tutti i Paesi, in particolare alle persone più povere". Il Papa si riferiva in particolare ai bambini dai quali "si leva - disse - un silenzioso grido di dolore che interpella la nostra coscienza" di uomini prima ancora che di credenti. Dunque che "la missione della scienza e anche delle aziende del farmaco", come qualcuno rivendica, sia effettivamente quella di "offrire soluzioni ai problemi della gente" ma di tutta la gente, anche se povera, poverissima al punto di non potersi pagare una "soluzione" a problemi di sopravvivenza, "legati a patologie o a percorsi di vita" ovunque le sia stato dato di vivere la propria esistenza in questo mondo. (L'Osservatore Romano ) - noicattolici.it -

 
 
 

LASCIATO MORIRE PERCHE' NATO 48 ORE PRIMA. L'INCREDIBILE STORIA DEL PICCOLO JAYDEN

Post n°2343 pubblicato il 15 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Si può ancora definire civile un Paese in cui una madre è costretta, in ospedale, ad assistere impotente all’agonia del proprio figlio e alla gelida impassibilità dei medici pronti a ricordarle che quel figlio è soltanto un feto? L’episodio è accaduto in Gran Bretagna dove una giovane donna, Sarah Capewell, ha dato alla luce un bimbo, Jayden, dopo 21 settimane e cinque giorni di gravidanza. Il personale sanitario si è rifiutato di sottoporre il bimbo prematuro alle cure intensive che forse gli avrebbero consentito di sopravvivere. La sua colpa era quella di essere nato due giorni prima delle canoniche 22 settimane. Di fronte al disperato appello di salvare il proprio figlio, quella giovane madre si è sentita rispondere dai medici del James Paget Hospital di Gorleston, Norfolk, che lei non aveva partorito un neonato ma, a termini di legge, aveva abortito un feto vivente. Con il tatto impietoso di chi ha ormai perso qualunque senso di umanità, i medici dell’ospedale hanno spiegato a Sarah Capewell, che quello che lei si ostinava a chiamare il suo bambino, era in realtà, sotto il profilo giuridico, semplicemente un feto, quindi un soggetto privo di alcun diritto. Il piccolo Jayden avrebbe dovuto nascere 48 ore più tardi perché, secondo regolamento, si potesse definirlo persona, e quindi riconoscergli il diritto a essere salvato. Le linee guida stabilite dalla British Association of Perinatal Medicine, rigidamente seguite negli ospedali pubblici britannici, stabiliscono, infatti, che deve considerarsi best interest dei bambini non nascere prima delle 22 settimane, e altrettanto best interest far morire i piccoli che abbiano avuto la disavventura di venire al mondo qualche giorno prima della fatidica scadenza. Così, l’agonia del piccolo Jayden è durata due ore, sotto gli sguardi gelidi e indifferenti del personale sanitario. Neppure la più piccola assistenza è stata prestata durante quelle lunghissime ore, così come è stata recisamente respinta la supplica della madre per poter celebrare il funerale del bimbo. La risposta delle autorità sanitarie è stata sempre la stessa: «He hasn’t got a human right, he is just a foetus». Lo sconforto assale Sarah, quando, più tardi, viene a sapere che Amillia Taylor, una bambina americana nata addirittura dopo sole 21 settimane e sei giorni, oggi vive perfettamente sana e ha festeggiato il suo secondo compleanno. La tristissima vicenda di Sarah Capewell e del suo piccolo Jayden, richiamano alla mente il concetto di banalità del male e la patetica figura di Adolf Eichmann, il burocrate nazista che giustificò con l’obbligo morale dell’obbedienza alla legge, le più efferate nefandezze. Al suo processo, nel 1961, Eichmann stupì il mondo quando, di fronte ad una Corte basita ed esterrefatta, si mise a citare a memoria passi della Critica della Ragion Pratica di Kant, per poi dichiarare che l’imperativo categorico kantiano e l’osservanza della legge erano stati i principi base della sua vita. Soltanto l’intelligenza e la lucidità di una donna come Hanna Arendt ha potuto denunciare al mondo i rischi che sarebbero derivati da un simile - apparentemente banale - approccio della realtà. Ciò che è accaduto al James Paget Hospital è la prova di quanto Hanna Arendt avesse ragione. La povera Sarah Capewell, che implorava lo sguardo misericordioso del Nazareno («Donna non piangere!») si è trovata di fronte l’algido distacco burocratico di un piccolo signor Eichmann e del suo Imperativo Categorico. Basterà davvero, a quella giovane madre, la kantiana osservanza della legge per spiegare l’atroce, assurda agonia del suo piccolo e indifeso bambino? - Gianfranco Amato - ilsussidiario -

 
 
 

ATTACCHI MASSONICI CONTRO LA CHIESA. IL MONDO CATTOLICO, IN ITALIA E' DIVISO.

Post n°2342 pubblicato il 15 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sociologo dalle grandi vedute e autore di saggi importanti e di una fortunata rubrica del lunedì sul Corriere della Sera, il professor Francesco Alberoni parla del particolare e turbolento momento che vive la politica in Italia e del ruolo dei cattolici, in vero colpiti dalla esagerata aggressione al Direttore di Avvenire, Dino Boffo. Professor Alberoni, che cosa sta accadendo in Italia?: " come in Spagna, anche in Italia esiste ed è forte,una corrente di tipo massonico sempre pronta ad insidiare lo Stato e ad attaccare la Chiesa,nemica naturale. Questa presenza si sente molto nella sinistra,ma esiste pure nella destra". E il voto cattolico?: " chi più,chi meno, tutti nel tempo,hanno cercato di accaparrarsi il voto dei cattolici e questa storia mi sembra attualissima persino ora. Nell’agone politico si combatte ,senza esclusione di colpi, una battaglia ferocissima, proprio per arrivare ai cattolici, che recitano un ruolo di impressionante importanza". Sembra comunque una nazione divisa in due: " è una nazione fratturata, spaccata, litigiosa. Ma, bisogna riconoscerlo, anche la chiesa cattolica italiana lo è, altro che lo è". Divisa, ma come?: " sui valori non negoziabili come aborto, eutanasia esiste il consenso, i problemi iniziano sulle prospettive di ordine politico e sociale e qui le divergenze si accentuano". Poi la stoccata: " la Chiesa senza ombra di dubbio, è una istituzione che gode di prestigio e di consenso, ma la gente è in sintonia con il suo Magistero, nella maggior parte delle volte, solo e soltanto a livello teorico, poi nella pratica non tutti, o addirittura una minoranza, metta in pratica gli insegnamenti e le indicazioni del Magistero". Da che cosa dipende, a suo parere, questa divisione nel mondo cattolico?: " credo che dipenda da una questione di carisma". Si spieghi meglio: " oggi manca alla Chiesa un leader carismatico. Papa Benedetto XVI è un uomo dotato di straordinaria lucidità, un Pastore eccellente, una persona di enorme affidabilità. Purtuttavia queste doti, straordinarie non bastano, da sole". Che altro serve?: " il lato carismatico, del coivolgimento emotivo che da solo genera unità e non frattura. Da questo punto di vista, bisogna riconoscerlo, Giovanni Paolo II garantiva un appoggio ed una dose di comunicativa enormi. Nella sostanza diceva le stesse cose di Benedetto XVI, ma aveva un carisma coinvolgente. E il lato dell’entusiasmo seduce e fa unione al tempo stesso. Oggi la Chiesa è divisa fuori e dentro". Resta comunque il fatto che la politica in Italia si è degradata: " constato che la polemica si è fatta feroce, ma non sui valori. Questa violenza riguarda temi assolutamente futili ed attualmente abbiamo sotto gli occhi una squallore di prostitute e lenoni. Come è pensabile edificare qualche cosa di buono e valido in questo modo"?. Parliamo di amore. Lei è un esperto in fatto di amore ed innamoramento. Quali sono i sintomi dell’innamoramento?: " ansia, voglia di conoscere l’altro, quasi una dipendenza. Ma ho potuto constare che le donne sanno amare molto più degli uomini". Spesso talvolta hanno paura di innamorarsi: " vero. Questo a volte si traduce in un negarsi all’amore che è un rischio, o peggio nel dissociare amore e sessualità. La mera sessualità non è sempre sinonimo di amore e molte volte, anzi, lo banalizza". Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

LA NEW AGE, UN AUTENTICO PERICOLO. SBAGLIATA LA SUA INTERPRETAZIONE DEGLI ANGELI

Post n°2341 pubblicato il 15 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"La New Age è pericolosa, insidiosa per il corpo e per l'anima e strumentalizza,spesso a fini economici,la figura degli angeli": don Renzo Lavatori, sacerdote, teologo e uno dei maggiori esperti in tema di angeli e demoni lancia il suo accorato grido di allarme. Don Angelo, talvolta,anche tra cattolici o presunti tali, vi è la sensazione di una sopravvalutazione del ruolo dell'angelo. Condivide?: " credo che lei abbia ragione. Questo fenomeno di una ipervalutazione dell'angelo esiste ed è innegabile. Lo si deve talvolta ad una fede debole, altre alla totale perdita delle fede. Spesso si giunge al punto di dare un nome all'angelo e questo è decisamente contrario alla dottrina della fede". Qual è la causa di questo fenomeno sviluppatosi principalmente negli ultimi tempi?: " credo che lo si debba ad una evangelizzazione alcune volte carente,ma anche alla debolezza della fede delle singole persone che al posto di ritenere gli angeli per quel che correttamente sono, ovvero messaggeri, ne esaltano oltre ogni misura valore e compiti". Esiste una... tentazione commerciale dietro tutto questo: " basta farsi una passeggiata nei negozi attorno ad una chiesa qualsiasi per rendersene conto. Spesso gli angeli sono molto più presenti nelle magliette, penne, cappellini di Cristo o della Madonna. Insomma, attorno alla figura dell'angelo si è venuto a creare anche un immondo commercio che porta nelle casse di persone di scarsa fede, ma di larghe vedute economiche, fiumi di denaro". La New Age solitamente fa molta leva sugli angeli: " vero. Ma non per amore di Cristo. La New Age rifiuta radicalmente il ruolo di mediatori degli angeli, e li ha trasformati in protagonisti. In pratica, la mediazione angelica secondo la New Age, non tocca il mondo del divino ma resta nell'umano. Un grossolano errore di veduta". Da teologo e pastore di anime, come giudica la New Age?: " intanto ha le caratteristiche di una setta. Poi è pericolosa, nega totalmente la ragione si lascia andare e lascia andare i suoi adepti alla emotività, spesso irrazionale. Vive di panteismo e rifiuta la verità oggettiva delle cose. Chi cade nella insidia della New Age può spesso essere vittima di fanatismi e valori assoluti, perdendo quella sana visione cattolica dell'et - et". Spesso i sostenitori della New Age sono vegetariani, vi sarà una ragione: " risiede appunto nella sua radicalità. Ogni forma di esagerazione è sbagliata. Come lo è quella di ingozzarsi a dismisura, lo è anche il salutismo esagerato ed intollerante che giudica sbagliato e pericoloso ogni alimento e pretende di imporre la sua visione del mondo agli altri". Insomma vi è un rischio di uno spirito naturalistico eccessivo: " esattamente. La natura va rispettata ed amata, ma mai e dico mai, può assurgere al ruolo di divinità al centro di ogni cosa. Lo ripeto, il culto degli angeli, specie come diffuso dalla New Age, è danoso. Diamo a questi gloriosi e celesti mediatori, il ruolo che spetta loro, ma non esageriamo con credenze assurde e pagane". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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