ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 19/09/2009

DON MAZZI: LA SENTENZA DEL TAR? UNA BAGGIANATA, CON REGIA OCCULTA

Post n°2362 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Don Antonio Mazzi, il popolare sacerdote mediatico, ne ha per tutti ed è in gran forma. Non sembra una intervista da Ferragosto, anzi. Iniziamo con il tema del giorno, che ha scatenato le giuste e sacrosante reazioni dei cattolici e dei Vescovi italiani, ovvero la sentenza del Tar del Lazio sugli insegnanti di religione. Allora, Don Mazzi, che cosa ne pensa?: " guardi, le dico in tutta sincerità, che i giudici laziali hanno preso un granchio e commesso una grande baggianata, ma enorme come una casa". In che cosa hanno sbagliato, secondo lei?: " ora non entro nell'aspetto tecnico giuridico del quale capisco poco o nulla e quindi potrei dire della inesattezze. Ma mi domando. In un momento nel quale molti ragazzi, fortunatamente non tutti, sono allo sbando, quando alcuni punti di rifeimento sembrano vacillare, ecco che alcuni giudici si ergono a paladini di una presunta laicità e parità e tirano un colpo micidiale. Mi sembra  una cosa strana". Poi aggiunge: " ma non è la prima volta, se ben ricordo, che il Tar del Lazio commette errori o sviste tanto grossolane. Io credo sempre alla buona fede e certamente anche questa volta ci sta, ma tanti svarioni possono autorizzare anche  la idea del complotto o del boicottaggio contro la Chiesa. Dal canto suo il Ministro Gelmini e il Governo bene hanno fatto ad appellare quella sentenza che ,le ripeto, non sta in cielo e in terra, è una vera cosa balorda". Passiamo a Giovanni Paolo II. La sensazione è che negli ultimi tempi di questo grande Papa si parli poco: " non è che si parla poco, direi che ultimamente ho sentito raccontare sul suo conto, cose inesatte e ingiuste, vi è chi ha tirato delle frecciatine avvelenate contro la sua memoria. Io sono legato a lui e le assicuro che è  stato un uomo buono e santo". Che genere di frecciate?: " io credo sempre alla buona fede delle persone e dei giornalisti. Ma forse per un errore di traduzione o per altri motivi,per esempio, il racconto delle lettere intercorrenti tra il defunto Papa e la dottoressa Poltawska è stato deformato, spesso mal interpretato, come qualche cosa di strano. Ed invece non vi è nulla di tutto questo, semmai la dimostrazione di un amore casto e fraterno, la prova concreta e seria che anche tra un prete ed una donna è possibile una bella, leale, chiara amicizia. Non dimentichiamoci che Giovanni Paolo II era  il direttore spirituale della dottoressa Poltawska". In una intervista di qualche tempo fa, monsignor Pieronek ha sollevato il dubbio che qualcuno a Roma sia indeciso o comunque contrario alla  rapida beatificazione di Giovanni Paolo II: " ora non so che cosa abbia detto Pieronek, ma mi sembra quasi normale. In ogni campo vi è chi fa il tifo per questo o per quello. Ma poi la santità vera non è mica quella che si ricava dalla carte,ma dalla vita e Giovanni paolo II fu un esempio di santità reale. Questo lo affermo, a dispetto di quanto possano dire o pensare certi signori chiusi nel Vaticano". Infine la cantante Madonna. In Polonia vi è stata polemica per la perfomance della pop star che a Varsavia ha dato un concerto nel giorno dell'Assunta. Settori cattolici hanno ritenuto la cosa blasfema: " capisco le proteste dei cattolici polacchi. Ma a mio parere non ci sta bisogno di contestare Madonna solo a Ferragosto. Quella donna è blasfema per i 365 giorni dell'anno e anche di più se  l'anno è bisestile".
 - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

APPELLO/ SOUAD SBAI: L'IMAM DI PORDENONE LIBERI LA MADRE DI SANAA

Post n°2361 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In una delle numerosissime telefonate di denuncia arrivate al telefono verde antiviolenza “Mai più sola” di Acmid-Donna, ricordo perfettamente il terrore di una donna minacciata, cui il marito aveva sequestrato i documenti, sottoposta a legnate e violenze inaudite. Come la donna che è stata rinchiusa per tre anni dentro casa e liberata dai carabinieri meno di un anno fa, dopo continue vessazioni. Sono solo alcuni dei drammi che ho potuto raccogliere personalmente. Drammi che, come ha sottolineato la vicenda di Sanaa, si consumano tra certi gruppi di immigrati di fede musulmana, fomentati dalle prediche di odio di imam fai-da-te, improvvisati, spesso e volentieri ignoranti e assolutamente ignari del messaggio moderato. Nessuna religione predica l’odio ma in alcune la professione di fede è artatamente piegata all’intolleranza, all’incomprensione e alla violenza in quel sottobosco di moschee fasulle dietro cui si celano estremisti e guerrafondai della peggior specie. Innumerevoli sono stati i messaggi arrivati oggi presso la sede di Acmid-Donna, messaggi di solidarietà, ma anche di donne che non ce la fanno più a subire. Ricordo che qualche tempo fa ho ricevuto una lettera-denuncia da parte di un gruppo di islamici moderati torinesi che recitava testualmente: “Sono un immigrato musulmano come tanti ormai in Italia, ho contatti con tutte le moschee di Torino e le frequento quotidianamente per incontrare qualcuno che mi guidi nella mia vita di fede. Purtroppo nella preghiere del venerdì e nelle serate di sabato e domenica, invece di trovare pace, serenità e tolleranza, sento solo parole di odio per le altre culture, inni alla Jihad, collette per Hamas. Io sono pieno di vergogna ogni volta che sento che gli imam fai-da-te partecipano alle tavole rotonde per discutere della pace, dell’integrazione, mi vergogno ancora di più quando li vedo nelle manifestazioni per la pace. Questi imam si arricchiscono con le raccolte di fondi nelle moschee e tramite finanziamenti esteri». Questo è solo un esempio, perché seguire queste sedicenti guide spirituali nei loro spostamenti, nelle loro prediche intrise di violenza, significa scoprire le strade invisibili di un terrorismo che è già tra noi: molti di questi terroristi espulsi dall’Italia operavano proprio nelle moschee del nostro Paese.
Sono allora gli uomini ignoranti, corrotti e senza scrupoli che diffondono questa idea della religione musulmana, mettendo in difficoltà quanti vivono la propria fede senza eccessi e nel rispetto delle leggi di questo Paese. A tal proposito ricordo che oggi la Confederazione dei Marocchini in Italia si è espressa condannando fermamente quanto accaduto e dichiarando pieno appoggio alle associazioni femminili musulmane. Chiedendo perché e a quale titolo l’imam di Pordenone “custodisca” la signora Fatna El Kataoui, madre di Sanaa, in casa sua e si permetta di rilasciare, al posto della donna, dichiarazioni di perdono per il marito-mostro. Chiedendo perché la signora non sia lasciata libera di parlare per propria bocca. A tal proposito, il legale di Acmid-Donna, Loredana Gemelli, presenterà un esposto alla Procura per chiarire perché la signora El Kataoui si trovi a casa dell’imam di Pordenone. La presenza di estremisti in Friuli è chiara: non più tardi dello scorso marzo Mohammed Essadek, marocchino di 39 anni, e Sghaier Miri, tunisino di 34 anni, presenti in Friuli, erano stati espulsi dall'Italia su provvedimento del ministro dell'Interno con l’accusa di terrorismo. Il marocchino, in Italia dal 1993, era sotto continua osservazione della Digos di Treviso dalla metà del 2008 dopo la segnalazione fatta dalla Questura di Pordenone. Eppure non dobbiamo dimenticare che i moderati ci sono, lottano per affermare il proprio pensiero, ma sono troppo spesso minacciati e messi in ombra da chi ha più copertura mediatica di loro: gli estremisti che non fanno altro che portare avanti la cultura della brutalità. Ecco perché lo Stato deve intervenire per verificare chi sono gli imam che popolano le moschee italiane, da dove vengono e che studi hanno fatto, oltre a far si che i sermoni vengano fatti in italiano. Non siamo più disposti ad accettare. È ora di agire e subito. - Souad Sbai - ilsussidiario -

 
 
 

MAGDI CRISTIANO ALLAM:I TAGLIAGOLA SONO LA PUNTA DELL'ICEBERG. LA VIOLENZA E' INSITA NEL CREDO ISLAMICO

Post n°2360 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Padri islamici che sgozzano le proprie figlie ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre più fintantoché continueremo a comportarci come chi si limita ad osservare a distanza la punta dell’iceberg, occupandocene solo quando qualcun altro ci si scontra subendo personalmente le conseguenze, ma continuando a ignorare la realtà dell’iceberg sottostante che costituisce la radice profonda e diffusa del male, finendo così per non renderci conto che la punta che riemerge periodicamente è soltanto l’ennesima avvisaglia di una tragedia che prima o dopo si abbatterà indistintamente contro noi tutti. Ciò che questa nostra Italia e questa nostra Europa, succubi dell’islamicamente corretto e ammalati di buonismo, non vogliono vedere è che i padri islamici che sgozzano le proprie figlie lo fanno perché lo considerano sia un sacro diritto sia un dovere sociale, dettato da un’ideologia maschilista, misogina, violenta e sanguinaria che si ispira sia alla religione islamica sia ad una tradizione primordiale. Alla base c’è la negazione dei valori non negoziabili che sono il fulcro della nostra civiltà europea e al tempo stesso sono parte integrante della fede cristiana: l’inalienabilità del bene della vita, la centralità della dignità della persona e il rispetto della libertà di scelta. Sbagliano di grosso coloro che immaginano che l’atroce delitto consumatosi a Montereale Valcellina in provincia di Pordenone ai danni della diciottenne marocchina Sanaa Dafani per mano del padre, colpevole di essersi fidanzata con il trentunenne italiano Massimo De Biasio, possa essere catalogato come un fatto isolato. Opera di una scheggia impazzita in un contesto dove i marocchini e più in generale i musulmani condividerebbero i valori non negoziabili, rispetterebbero le regole fondanti la nostra società e si identificherebbero con una spiritualità tesa alla costruzione di un futuro migliore partecipando alla realizzazione del bene comune e dell’interesse nazionale. Così come sbagliano di grosso coloro che, accecati irrimediabilmente dall’ideologia del relativismo, ci dicono che tutto sommato queste cose succedono anche da noi, che ci sono stati dei casi di padri che hanno assassinato violentemente le figlie per una ragione o per un’altra. Una volta trovato il caso nostrano, snocciolato il nome e il cognome del padre colpevole del peggiore dei crimini, il gioco è fatto. Nessuno che si prenda la briga di entrare nel merito dei contenuti, di contestualizzare il fatto nel tempo e nello spazio, finendo per mettere sullo stesso piano un omicidio perpetrato nel nome dell’islam e di una tradizione contraddistinta da una lunga scia di sangue, con un omicidio che contraddice i valori non negoziabili che sono il fondamento della nostra civiltà e della fede cristiana. Il marocchino El Katawi Dafani ha agito allo stesso modo del padre della ventenne pachistana Hina Salem, anche lei sgozzata l’11 agosto 2006 sempre perché aveva un fidanzato italiano, vestiva come le coetanee italiane e aveva scelto di vivere in Italia. Per entrambi i padri, accomunati dall’islam e da una tradizione violenta, le figlie non avrebbero dovuto mai e poi mai fidanzarsi con un uomo italiano di fede cristiana, perché già questo corrisponde a una flagrante violazione della norma che impone alla donna musulmana di sposarsi soltanto con un musulmano, dal momento che è il padre musulmano che impone la sua fede islamica ai figli che rientrano nella sua potestà sin dall’adolescenza. Se poi le figlie musulmane hanno avuto l’ardire di convivere con i fidanzati italiani e cristiani, a quel punto la condanna a morte scatta in automatico. Non è solo un diritto ma è soprattutto un dovere, pena il venir meno della fedeltà all’islam e del rispetto alla propria tradizione. Il vero problema è che noi abbiamo paura di dire che in mezzo a noi ci sono dei musulmani che sgozzano le figlie perché glielo impone l’islam e perché è conforme alla loro tradizione. Abbiamo ancor più paura, al punto da esserne terrificati, all’idea di poter sostenere a viva voce che l’islam è una religione intrinsecamente violenta. Piuttosto preferiamo tagliarci la lingua. Anche se siamo consapevoli che il Corano è pieno zeppo di versetti che legittimano un’ideologia di odio, violenza e morte nei confronti degli infedeli, dei cristiani, degli ebrei, degli apostati, degli omosessuali e appunto delle donne. Anche se siamo certi che Maometto ha partecipato di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di oltre 700 ebrei della tribù dei Banu Quraisha nel 627 alle porte di Medina. Al punto che quando nel 2003 Al Zarqawi, il luogotenente di Bin Laden in Iraq, sgozzò il giovane ebreo americano Nick Berg, dopo aver invocato “Allah è grande” impugnò la spada dicendo: “Faccio a te ciò che Maometto fece agli ebrei”. Cari italiani e cari europei, questa è la verità. Se lo dicono gli stessi musulmani dovremmo credergli. Invece non vogliamo guardare in faccia alla realtà dei fatti. Abbiamo inventato la tesi del tutto ideologica della “maggioranza silenziosa” buona che assisterebbe inerte alle malefatte di una minoranza che tradirebbe il “vero islam”. Ebbene sarebbe ora che anche noi in Italia aprissimo gli occhi. I padri taglia-gola delle figlie sono solo la punta dell’iceberg di una male profondo che è insito nell’islam e nella tradizione violenta. Se la cosiddetta “maggioranza silenziosa” tace su questi atroci crimini contro le donne, sugli attentati terroristici, sulla predicazione d’odio nelle moschee, sulla profanazione delle piazze antistanti il duomo di Milano e la basilica di San Petronio a Bologna da parte di migliaia di islamici, significa che è connivente. Il giorno in cui proclameranno pubblicamente la condanna della violenza e vivranno concretamente nella condivisione dei valori non negoziabili, i musulmani saranno i benvenuti. Ma dobbiamo essere noi ad affermare, qui dentro casa nostra, un modello di convivenza fondato su delle regole che valgano per tutti, compresi i musulmani. -  Magdi Cristiano Allam -

 
 
 

L'APPARIZIONE ED IL MESSAGGIO DI LA SALETTE: LE LACRIME DELLA MAMMA CELESTE...

Post n°2359 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una bella Signora appare a Melania e Massimino, due ragazzini di 15 e 11 anni che pascolano le mucche su una montagna a 1800 metri d´altezza. Si tratta di una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia ed il viso nascosto tra le mani: sta piangendo. La bella Signora porta sul suo petto una croce con sopra un Cristo splendente. Ai lati della traversa orizzontale della croce, sono posti gli strumenti della passione: a destra un paio di tenaglie e a sinistra un mar­tello. La Signora piange a dirotto...e, mentre le lacrime scendono copiose, prende a parlare con quelle parole che sono giunte fino a noi: "Venite avanti, bambini miei; non abbiate paura; io sono qui per annunziarvi una grande notizia. Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar cadere il braccio di mio Figlio; esso è così grave e così pe­sante che non posso più sostenerlo! Da quanto tempo io soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, io devo pregarlo continuamente, e voi non ci fate caso.  Voi avrete un bel pregare, un bel fare; mai potrete com­pensarmi della pena che mi sono presa per voi!

Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole concedere...
Coloro che conducono i carri non sanno smettere di bestemmiare il nome di Mio Figlio.
Queste sono le due cose che appe­santiscono tanto il braccio di mio Figlio!

Se il raccolto va a male, è soltanto per colpa vostra. Ve l'ho fat­to vedere l'anno scorso con le patate... voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate guaste, voi bestemmiavate il nome di Mio Figlio! Esse continueranno a marcire, e quest'anno a Natale non ve ne saranno più!
Se avete del grano, non bisogna seminarlo, perché tutto quello che seminerete sarà mangiato dagli insetti, e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia, ma prima che essa venga, i bimbi al di sotto dei sette anni saranno colti da un tremore e morran­no tra le braccia di coloro che li terranno. I grandi invece faranno peni­tenza per la fame. Le uve marciranno e le noci diventeranno cattive.". La conversazione tra la Signora e i veggenti prosegue con l´affidamento di un segreto. Quindi la Mamma Celeste continua con una promessa:
"Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!."
Quindi confidenzialmente e maternamente la Vergine dice ai due piccoli:
"Dite bene le vostre preghiere, bambini miei?"
"non molto, Signora..." rispondono.
"Ah! Bambini miei, - riprende la Madonna - bisogna farle bene, sera e mattina. Quando non avrete tempo, dite almeno un Pater e un 'Ave Maria; e, quando lo potete, ditene di più.
A messa non vanno che alcune donne già anziane. Gli altri la­vorano di domenica tutta l'estate e, l'inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla messa che per burlarsi della religione. In Quaresima vanno in macelleria come dei cani!
Non avete mai veduto del grano guasto, bambini miei?"
"no, Signora!" rispondono.
Ora la Signora si rivolge a Massimino:
"Ma tu, bimbo mio,  tu ne devi aver ben visto una volta, vicino a Coin, con tuo padre. Il padrone del podere disse a tuo padre: "Ve­nite a vedere il mio grano guasto". Voi ci siete andati tutti e due. Prendeste due o tre spighe di grano nelle vostre mani, le avete stro­finate, e tutto andò in polvere. In seguito voi siete ritornati. Quan­do non eravate più che una mezz' 'ora distanti da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane, dicendoti: "Prendi, bambino mio, man­gia ancora del pane quest'anno; non so chi ne mangerà l'anno ven­turo, se il grano continua ancora a guastarsi in questo modo".."
"Oh sì, Signora, ora ricordo. Prima non me lo ricordavo più..."
Il colloquio con la Vergine ha termine con un accorato appello:
"Ebbene, bambini miei, voi lo farete sapere a tutto il mio po­polo..."
La Signora passa davanti ai pastorelli, attraversa il pic­colo ruscello, posando i piedi su una pietra che emerge a metà  e, giunta a due o tre metri dall'altro lato, ripete senza voltarsi né fermarsi:  "Su, bambini miei, fate dunque sapere ciò a tutto il mio popolo!"
Detto ciò si eleva da terra e, lentamente si solleva:  è raggiunta dagli sguardi attoniti di Massimino e Melania che vedono la Sua figura dileguarsi e confondersi con la luce di cui è avvolta, quindi scompare anche la luce. Facciamo attenzione al "costume" con cui Maria si presenta, al luogo geografico da Lei scelto, alla condizione so­ciale dei veggenti, al momento storico dell' apparizione. Tutto ha la sua importanza per comprendere il vero signi­ficato del messaggio di Maria. A La Salette Maria è addolorata per i nostri peccati, fa vedere le sue lacrime e mostra i segni della passione di Gesù Cristo. Esorta a evitare i peccati di omissione e com­missione (santificare la domenica, seguire le norme della Quaresima e non bestemmiare), bene espressi dalle tenaglie e dal martello, strumenti materiali della crocifissione di Gesù. Fa vedere Gesù sulla cro­ce per strapparci il pentimento sincero dei nostri peccati, vera causa della morte di suo Figlio.
La Madre Celeste ci fa notare come il comportamento spirituale delle anime è strettamente legato ai flagelli della natura: carestie e malattie mortali sono le conseguenze dei nostri peccati, mentre la provvidenza di Dio ci aiuta se viviamo santamente: "Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!." "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" Mt 6,33.  Guardiamoci intorno e vedremo anche oggigiorno gli stessi avvertimenti. Come porrre rimedio? La fede e la storia ci dicono che la Vergine Maria ci ha sem­pre avvisati e soccorsi, non ci ha abbandonati mai. Ha uno stile dav­vero materno, che le apparizioni degli ultimi secoli ci hanno ancora una volta dimostrato. Maria è sempre madre di Dio e madre nostra,  avvocata, aiuto dei cristiani e ri­fugio dei peccatori. Ascoltiamola e viviamo cio' che ci chiede: Rosario, Digiuno, Eucarestia, lettura della Bibbia, Confessione.
 
PREGHIERA:

Ricordati o Nostra Signora di La Salette, delle lacrime che hai versato per noi sul Calvario. Ricordati anche della continua sollecitudine che hai per noi, tuo popolo, affinché nel nome di Cristo Gesù ci lasciamo riconciliare con Dio. Confortàti dalla tua tenerezza, o Madre, noi Ti supplichiamo, malgrado le nostre infedeltà e ingratitudini. Accogli le nostre preghiere, o Vergine Riconciliatrice, e converti i nostri cuori al tuo Figlio. Ottienici la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa e di consolare anche Te con una vita dedicata alla gloria di Dio e all'amore dei nostri fratelli.   AMEN - Innamorati di Maria -

 

 
 
 

ANTONIO SOCCI/ CATERINA:C'E' UN MISTERO

Post n°2358 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari amici, fratelli miei, i prossimi giorni per Caterina saranno quelli cruciali: la verifica neurologica ci darà qualche risposta che potrebbe essere terribile sull’esito del coma. Per questo vi prego in ginocchio di intensificare il vostro aiuto di preghiera…Intanto voglio confidarvi una cosa. Stamani sono andato alla S.S. Annunziata. Forse qualcuno di voi sa perché… Nel settembre 2004, quando ho accompagnato a Firenze Caterina diciannovenne a fare l’esame di ammissione ad Architettura, accadde…. Beh, trascrivo qui sotto l’articolo che scrissi sul “Foglio” su quel giorno per me struggente … ieri è accaduto un evento insignificante per voi, ma non per me. Mia figlia primogenita fu una bambina riccioluta, oggi diciannovenne è una scura bellezza da profetessa biblica, una voce superba quando – al pianoforte – canta “Bring me to life” degli Evanescence o, a due voci con sua sorella, “Nothing else matters” dei Metallica. Ieri mattina l’ho accompagnata a Firenze dove inizia l’università e dove quindi vivrà. E mentre correvamo sul crinale delle colline di San Donato, la dolce valle di San Gimignano ai nostri piedi, pensavo: “ma quando e come e perché sei cresciuta così? Eri piccola ieri e stamani ti sei alzata e sei una principessa. E’ un imbroglio! Non mi hai dato il tempo neanche di trattenerti, di fermare il tempo come un Faust innamorato e incatenarti alla tua adolescenza. Neanche mi sono accorto che diventavi grande, bestia che sono”. Ecco, ho pensato: l’ho già persa. Sì, tornerà a casa (anche spesso, spero), ma ha la sua vita, soprattutto ha il suo destino e non sono io, non è casa mia. Dice mia moglie: “che pizza che sei! Mica è morto nessuno. E poi Firenze è dietro l’angolo”. Non è vero, non è questione di chilometri: la vita se ne va. Ogni giorno tutto se ne va. Anche se non ce lo diciamo: “Ma chi ci ha rigirati così/ che qualsia quel che facciamo/ è sempre come fossimo nell’atto di partire? Come/ colui che sull’ultimo colle che gli prospetta per una volta ancora/ tutta la sua valle, si volta, si ferma, indugia,/ così viviamo per dir sempre addio” (Rilke). C’est la vie. E, nella malinconia, lo struggimento dei quarantenni, quello che Péguy definiva “il loro segreto”: desiderare la felicità dei figli e sperare che l’impossibile per loro avvenga. Così arrivo a Firenze: i viali, via Capponi, di colpo una quantità di ricordi che si affastellano fra quelle strade. Le avventure e le facce dei tanti amici dei miei 20 anni che tutte assieme stanno sotto il nome “Comunione e liberazione”. Ad aspettare Caterina ci sono altre facce giovani che accolgono le matricole organizzando per loro dei preziosi precorsi per i test di ammissione. Altre facce, ma la stessa storia, lo stesso timbro umano, la stessa cordialità, lo stesso nome e la stessa avventura. Quando chiedo a mia figlia se è persuasa, lei mi risponde con una disarmante felicità. Io che sto fuori dall’ “organizzazione” e tiro sassi alle finestre credo che siano la meglio gioventù. Giro l’angolo e mi trovo in piazza della Santissima Annunziata. Vado ad “affidare” mia figlia e il suo destino alla Regina del cielo: che la tenga lei sotto il suo mantello. Mi accorgo solo allora che quei ragazzi sono la sua risposta, sono come il concretissimo lembo del mantello di Maria, il suo abbraccio materno che raggiunge mia figlia. La sua tenerezza. Poi mi colpisce una coincidenza. Esco dalla SS Annunziata e mi trovo davanti l’immensa cupola del Brunelleschi che – secondo Irving Lavin – rappresenta il grembo di Maria gravido di Dio: “nel ventre tuo si raccese l’Amore…”. Poi mi volto ancora e trovo San Marco, il convento domenicano dove è vissuto La Pira che faceva uno strano sillogismo: “Firenze è il centro del mondo, San Marco è il cuore di Firenze e il cuore di san Marco è l’Annunciazione del Beato Angelico. Dunque l’Annunciazione è il cuore del mondo”. Insomma dovunque la gloriosa bellezza di Firenze mi parla di Colui che sta per arrivare e di Colei che lo porta in grembo. Non di un passato …gli amici di mia figlia sono sedotti da Qualcuno che è già tra loro come “il più bello tra i figli dell’uomo”. Vuoi vedere la faccia di un cristiano? Sta in un altro verso di Rilke: “Così sempre distratto d’attesa,/ come se tutto t’annunciasse un’amata”. Mentre ci penso, lunedì mattina, mi arriva un sms di padre Tiboni, missionario (ciellino) in Uganda, che dice: “oggi è san Giovanni Battista. Come lui il nostro unico lavoro è testimoniare la presenza di Cristo”. Coincidenza. San Giovanni è il protettore di Firenze: riconobbe Colui che stava arrivando fin dal seno di sua madre. Gli bastò sentire la voce di Maria che lo portava in sé. Era Lui “il mondo nuovo che sta iniziando” (Agostino). E Giovanni se ne accorse. Vi sembra una piccola cosa quella che ho visto ieri, in poche facce di giovani fiorentini? Beh, tutto cominciò a Nazaret, un borgo sperduto, in un povero tugurio abitato da una sconosciuta fanciulla…Questo scrivevo in quel settembre 2004… Ora capite perché stamani sono andato alla S.S. Annunziata e in lacrime le ho chiesto di ridarmi la nostra principessa guarita… L’avevo affidata alle Sue mani di Madre, al Suo mantello…So che Lei non abbandona mai i suoi figli, ma so che in questo momento, per qualche misterioso motivo, devo implorare con tutte le mie forze e con tutti i miei amici il Suo soccorso…Un ultimo dettaglio. La Chiesa della S.S. Annunziata è quella dove ogni anno Caterina, con il coro degli universitari di Comunione e Liberazione, faceva il concerto di canti per le tende di Natale dell’Avsi. Sono venuta a sentirla anche lo scorso Natale. Lei andava pazza per il canto e per il coro e ci teneva tantissimo che andassi a sentirla. Ha una voce bellissima. Anno scorso ha cantato da solista, durante la Via Crucis di Cl la laude “Voi ch’amate lo Criatore”, che è il pianto di Maria sul Figlio morto… Ha cmmosso tutti per la sua intensità. Io ho implorato la Vergine Santa di far risuonare ancora a lungo il canto di Caterina che dà voce al suo pianto di Madre…Infine ricordavo in particolare un canto che Cate interpretava da solista all’ultimo concerto. E’ un canto bellissimo, spagnolo, che cantato da lei incantava tutti… Io non conoscevo la sua traduzione. Oggi, con mia moglie, per caso l’abbiamo letta e siamo scoppiati in lacrime. Eccola: “Riu riu chiu, canta l’allodola: Dio protesse dal lupo la nostra agnellina; il lupo rabbioso la volle sbranare, ma Dio onnipotente la seppe difendere….” Ho come la sensazione che quel lupo rabbioso (che è il Nemico di Dio) avesse un conto aperto con me e mi abbia voluto annientare colpendo Caterina, il mio stesso cuore.  Signore Gesù, tu che sei buono e puoi tutto, ti imploro, difendila tu la mia fanciulla, manda Tua Madre a guarirla, pronuncia ancora una volta per la mia Caterina, il tuo “Talita Kum”, “agnellino, alzati!”…- Antonio Socci -

 
 
 

I GIORNALI MANIPOLANO LA SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO SUL FINE VITA

Post n°2357 pubblicato il 19 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Questo venerdì gran parte dei mezzi di comunicazione ha scritto articoli e trasmesso servizi sostenendo che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio avrebbe bocciato con la sentenza n.8650/09 l'imposizione di alimentazione e idratazione, riconoscendo la necessità di rispettare la volontà del cittadino anche in stato vegetativo persistente. In questo modo la sentenza del TAR sarebbe un tentativo di respingere il disegno di legge firmato dal senatore Raffaele Calabrò, già votato al Senato e in discussione alla Camera dei Deputati. La valutazione espressa dai mass media, tuttavia, non è vera. La sentenza non boccia alcunché, e l'opposizione al ddl Calabrò è l'opinione di un magistrato e non della sentenza. A questo proposito, il sottosegretario di Stato al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali, Eugenia Roccella, ha scritto in una nota che sulla sentenza del TAR del Lazio "c'è stato da parte dei mezzi di comunicazione un clamoroso e totale fraintendimento". "Una vittoria, cioè il respingimento del ricorso, è stata trasformata da stampa e televisioni, tranne pochissime eccezioni, in una sconfitta", ha osservato la Roccella. Secondo il sottosegretario di Stato, "la sentenza parla chiaramente: il tribunale amministrativo ha dichiarato il ricorso inammissibile ammettendo di non avere la competenza per esprimersi sull'argomento". Per la Roccella, "il fatto che all'interno di una sentenza in cui il giudice si dichiara non competente a decidere lo stesso giudice esprima le proprie opinioni su idratazione e alimentazione non ha alcun effetto giuridico, né su altri tribunali né sull'iter parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico". Di fronte ad un tale tentativo di manipolare l'informazione, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini ha scritto una lettera al direttore del Corriere della Sera, Francesco De Bortoli, in cui esprime sorpresa e chiede di rettificare l'informazione in questione. "Con sorpresa - scrive il presidente del MpV - abbiamo aperto oggi il Corriere trovandovi fin dalla prima pagina una serie di gravi travisamenti della realtà a proposito della decisione del TAR Lazio sul provvedimento Sacconi in materia di idratazione e alimentazione di persona in stato vegetativo persistente". Si legge, tanto per fare degli esempi, che "Il TAR boccia l'alimentazione forzata ai pazienti in stato vegetativo" o che "Il TAR boccia la direttiva Sacconi sul caso Englaro". "La verità, come lei ben saprà, è l'esatto contrario - sottolinea Casini -: il TAR del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del Movimento di difesa dei cittadini che chiedeva la cancellazione del provvedimento del Ministro Sacconi e senza dichiarare in alcun modo nel dispositivo che 'a nessuna persona cosciente o in stato di incoscienza possono essere imposte alimentazione e idratazione artificiali'". "Il TAR - continua il presidente del MpV - si è limitato a dichiarare di non poter decidere sulla questione perché riguarda l'esistenza o l'inesistenza di un diritto, questione su cui esso non ha alcuna competenza". In merito alle opinioni del giudice che ha redatto la sentenza, Casini precisa che "è vero che la redattrice della motivazione della decisione ha fatto intendere che - secondo lei - esiste il diritto a rifiutare idratazione e alimentazione anche da parte incoscienti" , ma "questo, se fa temere un uso politico dell'attività giurisdizionale (perché una sentenza dovrebbe maturare soltanto sui presupposti della loro decisione finale), non influisce sulla sostanza della decisione del Tribunale e di conseguenza non dovrebbe condizionare chi dovrebbe tenere ben distinte le notizie dalle opinioni". Il presidente del MpV sostiene che "in un periodo in cui molto si discute su diritti e doveri dell'informazione risulta veramente insopportabile un uso giornalistico delle notizie mirato - com'è di tutta evidenza - ad influire sull'opinione pubblica ed in particolare sul legislatore impegnato ad esaminare la delicatissima materia". In merito agli esiti del procedimento, il Movimento per la Vita, che era intervenuto nella procedura per sostenere l'inammissibilità del ricorso, si ritiene "ovviamente più che soddisfatto del risultato ottenuto. Ma non può non criticare il modo, quanto meno superficiale, che molti giornali - Corriere in testa - hanno usato per riportare la notizia". "In questo senso - conclude Casini nella lettera inviata al direttore del Corriere della Sera -, anche ai sensi della legge sulla stampa, le chiedo di rettificare l'informazione data ai suoi lettori". - Zenit -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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