ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 23/09/2009

24 SETTEMBRE/ MADONNA DELLA MERCEDE: ESEMPIO DI MARIOLOGIA ANCHE SOCIALE

Post n°2384 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Tra le tante tappe mariane del mese di settembre ecco la Madonna della Mercede. In Europa sicuramente non è molto conosciuta, ma, in compenso, lo è fortemente in America Latina e a Cuba. Della Madonna della Mercede abbiamo parlato con un amico di Pontifex, il noto ed apprezzato mariologo, padre Stefano De Fiores.

Prof. de Fiores, che cosa  si può dire della Madonna della Mercede?
Effettivamente in Europa non è molto conosciuta, ma merita ogni considerazione. È molto conosciuta in America Latina e specialmente a Cub.

Per quale motivo, Madonna della Mercede?
Tutto dipende da un ordine religioso, quello dei Mercenari che sacrificavano in nome di Maria la loro vita per riscattare e difendere i prigionieri fatti dai turchi. Loro agivano in nome di Maria e in questo caso mi sembra corretto parlare di un lato anche sociale di Maria che associa a quello spirituale anche un momento di liberazione.

Insomma, Maria libera dalla schiavitù del peccato, ma anche da quella concreta, dalla prigionia.
Maria ha avuto nella sua storia anche questo lato, forse meno conosciuto,ma che popolazioni a lungo afflitte dal problema della schiavitù e dalla dominazione hanno apprezzato. Ecco il motivo per il quale popolazioni dell’America Latina, venute pesantemente a contatto con la il fenomeno della schiavitù e della prigionia, la hanno apprezzata.

Quando nasce questo culto?
Nel medioevo. In sostanza si invocava questa Madonna come protezione e baluardo contro le pericolose incursioni dei saraceni che specie nelle coste mediterranea e dell’Africa settentrionale facevano razzia di donne specialmente.

E che cosa ci facevano delle donne?
Le vendevano e le fornivano come merci di scambio ai sultani. Del resto nella nostra cara Calabria, senza alcuna offesa per gli amici islamici, Maometto vuole dire Diavolo, nel senso di accezione negativa del termine. I calabresi avevano paura dei sultani, che svolgevano razzie.

Da chi è stata importata la Madonna della Mercede a Cuba?
Dagli spagnoli, la cui penetrazione in America Latina va ridimensionata e mai assurdamente criminalizzata. Quella Madonna ha preso piede, poi nel 1531 è apparsa sulla scena  dell’America Latina la Madonna di Guadalupe, nel 1531 e ha avuto maggior successo, specie in Messico. La Madonna di Guadalupe è stata molto sentita e legata alla evangelizzazione.

Ma spesso i conquistatori sono stati mal visti.
Bisogna distinguere tra i conquistatori militari, autentici massacratori senza scrupoli. Ma accanto a loro vi erano religiosi, francescani e gesuiti che hanno veramente dimostrato amore e misericordia. Basti considerare fra Bartolomeo de Las Casas che ha difeso strenuamente gli indigeni.

E la Madonna della Mercede?
Inutile dirlo, per i cubani specialmente, ha grande importanza ed unisce la spiritualità mariana alla giusta volontà di riscatto e di liberazione dalla schiavitù. Ecco la sua rilevanza, specialmente a Cuba. - Bruno Volpe - Pontifex -

TRIDUO DI RINGRAZIAMENTO ALLA BEATA VERGINE DELLA MERCEDE
(recitare per tre giorni per liberarci di un peccato che ripetiamo spesso)

   O generosa, amorosissima Madre nostra della Mercede, venimmo a te tristi e preoccupati, esponendoti le pene che angosciavano il nostro cuore e le ansie che tribolavano le anime nostre; oggi ritorniamo commossi e lieti per ringraziarti con tutto il cuore della grazia che con la tua intercessione ci hai ottenuta.
Tu ascoltasti le nostre suppliche, comprendesti le nostre pene, asciugasti le nostre lacrime; e noi fummo liberi dal male che ci travagliava nel corpo e dalle angustie che ci pesavano sull’anima.
Per la tua materna intercessione il nostro cuore ha conseguito la pace, la nostra esistenza ha ritrovato la sicurezza nella fiducia in Dio, la nostra famiglia ha riacquistato la tranquillità e la pace.
Grazie, o diletta Madre, grazie oggi e sempre.
Avevamo tanta fiducia in te, ma la consapevolezza di nulla meritare a causa dei nostri peccati, ci rendeva dubbiosi della misericordia divina.
Sei stata dunque tu, o generosa Vergine, che, nonostante la nostra indegnità sei venuta in nostro soccorso; sei stata tu a renderci benigna la giustizia di Dio; sei stata tu, alla cui parola materna la sua Onnipotenza, la sua Misericordia nulla può negare a intercedere per noi.
Sì, o Madre cara, nel ringraziarti di tanto favore, sentiamo il dovere di non doverti essere ingrati.
Tu soccorresti e liberasti i poveri schiavi dalle catene del corpo, perchè essi non ne venissero legati dai lacci dell’errore del peccato, e desideri che anche per noi i benefici e le grazie concesseci servano ad elevare le nostre anime e a fortificare la nostra fede e la nostra virtù.
Hai ben ragione, Vergine benigna, perchè il tuo finale intento è che noi, liberi dalle catene che ci avvincono al mondo, alla carne ed a satana, possiamo raccoglierci un giorno tutti sotto il tuo manto in paradiso.
Ebbene, noi oggi ai nostri ringraziamenti uniamo il proposito di vivere d’ora in poi da veri figli tuoi, coraggiosi assertori della nostra fede, devoti alla santa legge di Dio, dediti all’adempimento dei nostri doveri, misericordiosi verso i nostri fratelli.
Aiutaci tu stessa nel mantenere questi nostri propositi; rendici perseveranti nel bene, e un giorno verremo ad unire le nostre lodi e ringraziamenti alle lodi e ai ringraziamenti degli Angeli e Santi del cielo. Amen

 
 
 

NOVENA ALL'ANGELO CUSTODE

Post n°2383 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Inizia il 23 Settembre e termina il 1° Ottobre ma si può iniziare in qualsiasi giorno dell'anno

O Dio vieni a salvarci Signore vieni presto in nostro aiuto

Gloria al Padre
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fii concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fui sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

23 Settembre - 1° Giorno
O fedelissimo Esecutore dei consigli di Dio, santissimo Angelo mio Custode, che fin dai primi momenti della mia vita vegliate sempre sollecito alla custodia dell'anima mia e del mio corpo;  io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro degli Angeli dalla Divina Bontà destinati a custodia degli uomini: e istantaneamente vi prego di raddoppiare la vostra premura per preservarmi da ogni caduta nel presente pellegrinaggio,  affinché l'anima mia si conservi sempre così pulita, così pura quale voi stesso procuraste che, divenisse per mezzo del Santo Battesimo.

Angelo di Dio

24 Settembre - 2° Giorno
Affezionatissimo mio Compagno unico vero amico, santo Angelo mio Custode, che in tutti i luoghi e in tutti i tempi mi onorate della vostra adorabile presenza, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro degli Arcangeli da Dio eletti ad annunziare cose grandi e misteriose, e istantaneamente vi prego di illuminare la mia mente con la cognizione della Divina Volontà, e di muovere il mio cuore alla Sua sempre esatta esecuzione, affinché, operando sempre conformemente alla fede che professo, mi assicuri nell'altra vita il premio promesso ai veri credenti.

Angelo di Dio

25 Settembre - 3° Giorno
Sapientissimo mio Maestro, Santo Angelo mio Custode, che non cessate mai d'insegnare la  vera scienza dei Santi, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro dei Principati destinati a presiedere agli Spiriti Minori per la pronta esecuzione degli Ordini Divini, e istantaneamente vi prego di sopraintendere ai miei pensieri, alle mie parole, alle mie opere perché conformandomi in tutto i vostri salutari insegnamenti, non venga mai a perdere di vista il Santo Timor di Dio, che é il principio unico ed infallibile della vera sapienza.

Angelo di Dio

26 Settembre - 4° Giorno
Amorosissimo mio Correttore, Santo Angelo mio Custode, che con graziosi rimproveri e con continue ammonizioni mi invitate a sorgere dalla colpa ogni qualvolta per mia disgrazia vi sono caduto, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente al coro delle Potestà destinate a frenare gli sforzi del demonio contro di noi, e istantaneamente vi prego di svegliare l'anima mia dal letargo della tiepidezza in cui vive tuttora, e di resistere e trionfare su tutti quanti i miei nemici.

Angelo di Dio

27 Settembre - 5° Giorno
Potentissimo mio Difensore, santo Angelo mio Custode, che scoprendomi assiduamente le insidie del demonio negli inganni del mondo e nelle lusinghe della carne, me ne facilitate la vittoria ed il trionfo, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro delle Virtù dal sommo Iddio destinate ad operare miracoli e a spingere gli uomini sulla strada della santità, e istantaneamente vi prego di soccorrermi in tutti i pericoli, di difendermi in tutti gli assalti, affinché possa camminare sicuro nella via di tutte le virtù, specialmente dell'umiltà, della purezza, dell'obbedienza e della carità, che sono le più care a voi, e le più indispensabili alla salute.

Angelo di Dio

28 Settembre - 6° Giorno
Ineffabile mio Consigliere, santo Angelo mio Custode, che con le più vive illustrazioni mi fate sempre conoscere la volontà del mio Dio e i mezzi più opportuni per adempirla, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro delle Dominazioni elette da Dio a comunicare i suoi decreti ed a somministrarci la forza di dominare le nostre passioni, ed istantaneamente vi prego di sgombrare dalla mia mente tutti gli importuni dubbi e le perniciose perplessità, affinché, libero da ogni timore, assecondi sempre i vostri consigli, che sono consigli di pace, di giustizia e di santità.

Angelo di Dio

29 Settembre - 7° Giorno
Zelantissimo mio Avvocato, santo Angelo mio Custode, che con incessanti preghiere perorate nel cielo la causa della mia eterna salute, e allontanate dal mio capo i meritati castighi, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro dei Troni eletti a sostenere il soglio dell'Altissimo e a stabilire gli uomini nel bene iniziato, e istantaneamente vi prego di coronare la vostra carità col darmi il dono inestimabile della finale perseveranza, affinché nella morte io passi felicemente dalle miserie di questo esilio ai gaudi eterni della patria celeste.

Angelo di Dio

30 Settembre - 8° Giorno
Benignissimo Consolatore dell'anima mia, santo Angelo mio Custode, che con soavissime ispirazioni mi confortate in tutti i travagli della vita presente e in tutti i timori della futura, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro dei Cherubini che, pieni della scienza di Dio, sono eletti ad illuminare la nostra ignoranza e istantaneamente vi prego d'assistermi specialmente e di consolarmi sia nelle presenti avversità come nelle estreme agonie, affinché, allettato dalle vostre dolcezze, io chiuda il cuore a tutte le lusinghe fallaci di questa terra per riposare nelle speranze della futura felicità.

Angelo di Dio

1 Ottobre - 9° Giorno
Principe nobilissimo della Croce Celeste, infaticabile Coadiutore della mia eterna salute, Santo mio Angelo Custode, che contrassegnate tutti i momenti della mia vita con innumerevoli benefici, io vi saluto e vi ringrazio, unitamente a tutto il coro dei Serafini che, accesi più di tutti della divina carità, sono eletti ad infiammare i nostri cuori, ed istantaneamente vi prego di accendere nell'anima mia una scintilla di quell'amore di cui voi ardete continuamente, affinché, in me distrutto tutto quello che sa di mondo e di carne, mi elevi senza ostacolo alla contemplazione delle cose celesti, e dopo aver sempre fedelmente corrisposto alla vostra amorevole premura su questa Terra, venga finalmente con voi nel Regno della Gloria, a lodarvi, a ringraziarvi ed amarvi per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    * Angelo di Dio
    * Prega per noi, beato angelo di Dio.
    * Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.


PREGHIAMO
O eterno Signore Iddio che hai comandato e costituito il servizio degli angeli e degli uomini in un ordine meraviglioso, fa si che, come i santi angeli sempre ti servono in cielo, così nel tuo nome essi possano aiutarci e difenderci sulla terra. Per Cristo, nostro Signore. Amen. - www.mirys.altervista.org

Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace (Bfl 1-2: FF 262) *Io sono Amore*

 
 
 

IL BANCHIERE GOTTI TEDESCHI: IL PAPA MERITA IL NOBEL PER L'ECONOMIA

Post n°2382 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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L'economista e l'enciclica di Benedetto XVI: «È stato il solo a mettere in relazione crisi e crollo della natalità»
 
Ettore Gotti Tedeschi, Benedetto XVI parla della crisi mondiale come opportunità di cambiare. Lei è commentatore dell' «Osservatore romano», economista e rappresentante di uno dei maggiori gruppi bancari al mondo. Come ha accolto queste parole?

«Le ho accolte "professionalmente", da economista, non solo da cattolico più o meno moralista. Credo che l' opportunità non sia solo di rivedere le regole e i problemi di governance, ma proprio la capacità dello strumento economico di realizzare i suoi maggiori scopi che sono: usare le risorse disponibili in natura con la maggior cura ed efficienza; assicurare la più opportuna ed equilibrata crescita economica che permetta un vero globale benessere per l' uomo; assicurare la distribuzione di questo benessere a tutti gli uomini. Questi tre scopi sono stati conseguiti? Non credo. Molte risorse sono state sprecate, la crescita economica si è rivelata in gran parte fittizia ed illusoria, il benessere non è stato esteso a tutti, anche se era possibile farlo. Mi pare evidente che sia il momento di domandarci se anziché immaginare nuovi espedienti o studiare nuove bolle, non valga la pena riflettere, come ci invita a fare il Papa. Nessuno come lui ha chiarito cosa l' uomo economico deve fare per l' economia: applicare le leggi dell' economia e non aggirarle. Mi permetta una battuta: gli dovrebbero dare il Nobel per l' economia».


Sulla crisi finanziaria quali sono differenze tra il Papa e gli analisti?

«La differenza è sostanziale. La maggior parte degli analisti, degnissimi e bravissimi, ha affrontato la crisi analizzando le conseguenze della vera origine e la loro mala gestione. Certo c' è stata espansione monetaria esagerata, espansione del credito, crescita consumistica a debito, creazione di leve finanziarie. Ma perché? Per fronteggiare quale problema? Potremmo formulare mille domande come questa e arrivare sempre ad un solo principio originale: si doveva surrogare in mille modi alla insufficiente crescita economica dovuta al crollo della natalità nei paesi sviluppati (anche se in modo differenziato tra Stati Uniti ed Europa) e le sue conseguenze (crescita dei costi fissi, crescita delle tasse, diminuzione del risparmio e degli assets finanziari...). Ma molti analisti hanno preferito non approfondire l' origine "originale" della crisi. Toccare il tema della natalità è un tabù, c' è una forma di negazionismo. E' un tema connotato "morale", perciò non scientifico, quasi stupido, per fanatici religiosi. Così lo si è ignorato, e lo si continua ad ignorare. Vedrete come questo problema esploderà presto. Non è la finanza che non ha funzionato, non è stata solo l' avidità di pochi ad aver causato una crisi così complessa e lontana nelle origini. L' avidità di pochi sembra persino esser stata una "concessione" al fine di "tentare anche quella strada" , per produrre una crescita economica sempre più difficilmente sostenibile».


La deregolamentazione del lavoro rischia di condurre le persone al «degrado umano», dice il Papa.

«Nel mondo globale, per varie ragioni, l' uomo, dal punto di vista economico, è progressivamente diventato "un mezzo" di crescita economica, in quanto lavoratore, consumatore, risparmiatore. Ma queste sue tre dimensioni fra loro sono in conflitto e quando il conflitto esplode, in momenti di minor crescita economica, l' uomo rischia quello che viene definito nell' Enciclica "degrado umano". La dimensione dell' uomo lavoratore, che grazie al suo lavoro consuma e investe i suoi risparmi, è pregiudicata, attenzione, proprio da ciò che consuma e da dove investe i suoi risparmi. Paradossalmente, cercando il proprio interesse di consumatore, può consumare beni concorrenti con quelli che gli danno lavoro e può investire in imprese concorrenti con quella dove lavora. Questo è il mercato globale che impone ai capitali di investire dove sono più remunerati, che impone di consumare ciò che è più conveniente. Ma conseguentemente di andare a cercare lavoro dove si crea. E qui nasce il problema. Dove si crea e si creerà il lavoro nel mondo globale? La migrazione istituzionalizzata, segmentata per professionalità ed aree geografiche, sembra una prospettiva evidente, ma è anche "il bene dell' uomo"?».


Per l' Enciclica il mercato non funziona senza regole di solidarietà e di fiducia. E' così anche nella sua esperienza?

«La fiducia è la risorsa più scarsa in natura ed è la più preziosa perché assicurerebbe vantaggi unici su tutti i mercati. Ma la fiducia non si acquisisce o conquista con studi di mercato o con "codici etici" affissi agli ingressi, si conquista con il comportamento che è solo e sempre individuale, non è collettivo, nè per legge, nè per regolamento. L' etica è anch' essa individuale, non si impone per legge, non si impara all' università, si vive, e si applica solo se ci si crede, e ci si crede se si pensa sia utile e sia bene. Il comportamento etico è quello che produce la famosa fiducia. Questa enciclica si fonda sugli stessi principi delle altre, di una Rerum novarum, di una Populorum progressio, di una Centesimus Annus e ha in sè la stessa dottrina dell' enciclica che verrà scritta nel 2100 sull' economia globale dominata dall' Asia». - Maria Antonietta Calabrò - corriere.it -

 
 
 

ALLA SCOPERTA DEL S. ROSARIO CON GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII

Post n°2381 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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Proseguiamo la scoperta del S. Rosario con Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Loro ci spiegheranno che la recita del S. Rosario non deve essere solo una ripetizione di preghiere di Pater-Ave-Gloria, ma integrata con la contemplazione dei misteri cristologici rendendo questa preghiera assolutamente unica: 
I ricordi di Maria
Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: « Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore » (Lc 2, 19; cfr 2, 51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l'hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il 'rosario' che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena. Ed anche ora, tra i canti di gioia della Gerusalemme celeste, i motivi del suo grazie e della sua lode permangono immutati. Sono essi ad ispirare la sua materna premura verso la Chiesa pellegrinante, nella quale Ella continua a sviluppare la trama del suo 'racconto' di evangelizzatrice. Maria ripropone continuamente ai credenti i 'misteri' del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria.

Rosario, preghiera contemplativa
Il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato. Nel percorso spirituale del Rosario, basato sulla contemplazione incessante – in compagnia di Maria – del volto di Cristo, questo ideale esigente di conformazione a Lui viene perseguito attraverso la via di una frequentazione che potremmo dire 'amicale'. Essa ci immette in modo naturale nella vita di Cristo e ci fa come 'respirare' i suoi sentimenti. Dice in proposito il beato Bartolo Longo: « Come due amici, praticando frequentemente insieme, sogliono conformarsi anche nei costumi, così noi, conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la Comunione, possiamo divenire, per quanto ne sia capace la nostra bassezza, simili ad essi, ed apprendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto ».

Rosario, via di assimilazione del mistero
La meditazione dei misteri di Cristo è proposta nel Rosario con un metodo caratteristico, atto per sua natura a favorire la loro assimilazione. È il metodo basato sulla ripetizione. Ciò vale innanzitutto per l'Ave Maria, ripetuta per ben dieci volte ad ogni mistero. Se si guarda superficialmente a questa ripetizione, si potrebbe essere tentati di ritenere il Rosario una pratica arida e noiosa. Ben altra considerazione, invece, si può giungere ad avere della Corona, se la si considera come espressione di quell'amore che non si stanca di tornare alla persona amata con effusioni che, pur simili nella manifestazione, sono sempre nuove per il sentimento che le pervade. Una cosa è chiara: se la ripetizione dell'Ave Maria si rivolge direttamente a Maria, con Lei e attraverso di Lei è in definitiva a Gesù che va l'atto di amore. La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero 'programma' della vita cristiana. San Paolo ha enunciato questo programma con parole infuocate: « Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno » (Fil 1, 21). E ancora: « Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Gal 2, 20). Il Rosario ci aiuta a crescere in questa conformazione fino al traguardo della santità.
A questo punto aggiungiamo i pensieri di Giovanni XXIII, riportate nella Lettera Apostolica "IL RELIGIOSO CONVEGNO", continuando e approfondendo i pensieri di Giovanni Paolo II: "É vero che, presso alcune anime meno educate a sollevarsi oltre l'omaggio labiale, esso può venir recitato come monotona successione delle tre preghiere: il Pater Noster, l'Ave Maria e il Gloria, disposte nell'ordine tradizionale di quindici decine. Questo, senza dubbio, è già qualche cosa. Ma — dobbiamo pur ripeterlo — è solo avviamento o risonanza esteriore di confidente preghiera, piuttosto che vibrante elevazione dello spirito a colloquio col Signore, ricercato nella sublimità e tenerezza dei suoi misteri di amore misericordioso per la umanità tutta intera.
La vera sostanza del Rosario ben meditato è costituita da un triplice elemento che dà alla espressione vocale unità e coesione, discoprendo in vivace successione gli episodi che associano la vita di Gesù e di Maria, in riferimento alle varie condizioni delle anime oranti e alle aspirazioni della Chiesa universale. Per ogni decina di Ave Maria ecco un quadro, e per ogni quadro un triplice accento, che è al tempo stesso: contemplazione mistica, riflessione intima, e intenzione pia.

Contemplazione mistica
Anzitutto, contemplazione pura, luminosa, rapida di ogni mistero, cioè di quelle verità della fede che ci parlano della missione redentrice di Gesù. Contemplando ci si trova. in una comunicazione intima di pensiero e di sentimento con la dottrina e con la vita di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, vissuto sulla terra a redimere, a istruire, a santificare: — nel silenzio della vita nascosta, fatta di preghiera e di lavoro, — nei dolori della sua beata Passione, — nel trionfo della Resurrezione: come nella gloria dei cieli, ove siede alla destra del Padre, sempre in atto di assistere e di vivificare di Spirito Santo la Chiesa da Lui fondata, e progrediente nel suo cammino attraverso i secoli.

Riflessione intima
Il secondo elemento e la riflessione che dalla pienezza dei misteri di Cristo si diffonde in viva luce sopra lo spirito dell'orante. Ciascuno avverte nei singoli misteri l'opportuno e buon insegnamento per sé in ordine alla propria santificazione e alle condizioni in cui vive e sotto la continua illuminazione dello Spirito Santo, che dal profondo dell'anima in grazia « sollecita per noi con gemiti inenarrabili »,  ognuno raffronta la sua vita col calore di insegnamento, che sgorga da quei medesimi misteri, e ne trova inesauribili applicazioni per le proprie necessita spirituali, come per quelle del vivere suo quotidiano.

Intenzione pia
In ultimo è intenzione: cioè inclinazione di persone, o istituzioni, o necessità di ordine personale e sociale , che per un cattolico veramente attivo e pio rientrano nell'esercizio della carità verso i fratelli, carità che si diffonde nei cuori ad espressione vivente della comune appartenenza al corpo mistico di Cristo.

In tal modo il Rosario diventa supplica universale delle anime singole e dell'immensa comunità dei redenti, che da tutti i punti della terra si incontrano in una unica preghiera : sia nella invocazione personale, a implorazione di grazie per i bisogni individuali di ciascuno; come nel partecipare al coro immenso e unanime di tutta la Chiesa per i grandi interessi dell'intera umanità. La Chiesa, quale il Redentore Divino la volle, vive tra le asprezze, le avversità e le tempeste di un disordine sociale che sovente si volge in minaccia paurosa; ma i suoi sguardi sono fissi e le energie della natura e della grazia sempre protese verso il supremo destino delle eterne finalità. [Innamorati di Maria] 

 
 
 

UN GESTO SEMPLICE E UNA CATTIVA LEZIONE

Post n°2380 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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«I bambini sono troppo piccoli e non capiscono». «La circolare è arrivata in ritardo». «Senza un’adeguata riflessione sarebbe solo retorica». «Le missioni di pace si fanno con i medici, non con i soldati…». C’è sempre un motivo, tutt’altro che buono, per evitare un gesto semplice ma importante. Quasi tutte le scuole d’Italia ieri mattina si sono fermate per un minuto di silenzio, in memoria dei sei soldati caduti a Kabul. Ma altri presidi si sono rifiutati di accogliere la disposizione del ministro. Quando la settimana scorsa Mariastella Gelmini ha denunciato, in un’intervista al Corriere, la persistenza di aree di militanza politica nella scuola, si sono levate contro di lei molte critiche. Ora appare chiaro che il ministro non aveva del tutto torto; e bene ha fatto a chiedere scusa alle famiglie dei caduti, anche a nome di coloro che hanno negato quel minimo segno di dolore e rispetto. Resta l’amarezza per una scuola che (sia pure con molte eccezioni) riesce a trasformare anche un’occasione di unità nazionale in un punto di divisione; e soprattutto si ostina a leggere qualsiasi vicenda attraverso le lenti della politica, peggio ancora dell’ideologia. Tra le varie giustificazioni, colpisce quella della direttrice di una scuola romana: "ogni caduto sul lavoro, non soltanto i militari, dovrebbe essere commemorato". L’obiezione è sottile, perché incrocia un’attitudine dell’opinione pubblica: mai come questa volta l’Italia ha reagito al lutto come un Paese normale, piuttosto che come un Paese emotivo. Ma proprio questa «normalità» implica che il rimpianto e la gratitudine per i soldati, uccisi in una missione di pace che conducevano in nome e per conto di tutti noi, unisca anziché dividere. Mentre quasi l’intero Paese si fermava, mentre in qualche aula si faceva come se nulla fosse accaduto, nella basilica di San Paolo fuori le Mura i familiari si congedavano dai loro cari senza strepiti, senza invettive contro lo Stato e i suoi rappresentanti, ma con un dolore silenzioso. Quel dolore è stato — anche per i bambini e i ragazzi rimasti, senza loro colpa, seduti nei banchi — la migliore delle lezioni; e anche i piccoli l’hanno capita benissimo. - Aldo Cazzullo - il Corriere della Sera - mascellaro

 
 
 

FUORI DAL MAL DI VIVERE

Post n°2379 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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I fatti criminosi si ripetono in fotocopia, non risparmiano le età più tutelate, più amate: adolescenti e giovani adulti s’incontrano per la strada, sempre più spesso in un carcere, in una comunità, ribadendo la difficoltà a mettere insieme una qualche certezza, a venire fuori da un "mal di vivere " che è divenuta una vera e propria eredità sociale. Se non è la famiglia, la scuola, l’oratorio, a dover finire sul banco degli imputati, allora sarà meglio sbloccare il territorio, il pezzo di collettività che non intende emancipare sul serio i più giovani. Il leit motiv è che i ragazzi hanno tutta la libertà che vogliono, basti vedere le moltitudini in equilibrio precario a un rave party, le masse scomposte all’imbocco delle discoteche, le colonne sparse nelle periferie trasformate in sale giochi, bar, pub. Ma quale libertà è davvero loro consentita, quale accompagnamento alla consapevolezza, alla condivisione, se alle necessità sono opposti i vizi, al volere l’uso di sostanze, se al bisogno di trovare e custodire una motivazione forte, è contrapposto il luogo comune: tanto questi ragazzi pensano solamente a divertirsi, a disfare le regole e fuggire via. Non credo che gli adolescenti nascano così, piuttosto sarà meglio guardare a noi, gli occupanti-professionisti della corazzata futuro, da qualche tempo cresciamo i più giovani come individualità ritenute se non proprio pericolose, quanto meno fastidiose, quindi molto meglio insegnare l’artificio di un bel fare niente, dove pochi se ne accorgono, ma rimangono imbavagliati. La comunità Casa del Giovane è una grande casa che non ha mai stanze vuote, i testimoni del dolore e della speranza camminano con una ritrovata dignità, equilibrio, fiducia, eppure nonostante il sudore della fatica, i crampi allo stomaco per la risalita mai del tutto assicurata, riusciamo ancora a sbalordirci, scandalizzarci, se i più giovani perdono i pezzi e nessuno li raccoglie. Si perpetuano i raggiri, le ipnosi, una sorta di licenza a pensare che la droga sia innocua, che uno spinello non fa primavera, legalizzare e liberalizzare non sono bestemmie, anche quando ciò moltiplica personalità a rischio, peggio, cadaveri all’intorno. Così la trasgressione spesso è già devianza, dall’assunzione di alcol, alla velocità che brucia le tappe, allo sballo irrinunciabile del fine settimana, per paura della noia a ricominciarla. C’è una autorevolezza paterna che sulla carta è di grande impatto, ma nella vita di tutti i giorni somiglia a un sofisma andato a male, alimentando l’illusione che per non soccombere all’inadeguatezza, può essere di un qualche aiuto l’uso e abuso di sostanze, le dialettiche intolleranti, piuttosto di un ascolto efficace anche nei riguardi di chi riteniamo portatore di nulla e di niente, molto ingiustamente. Gli adolescenti sono la fotografia di questa società, forse occorre ritornare a emozionarci, a portare fuori ciò che abbiamo dentro, riconsegnando soprattutto a loro, una vita non più "liberamente vissuta" nello sballo delle sostanze, delle differenze rigettate, scegliendo di andare incontro a una libertà non più intesa come una prostituta, e il solo modo per riuscirci è tentare di riappropriarci di noi stessi e del nostro tempo. - Pontifex -

 
 
 

UNA VERGOGNA, SI VUOLE INFANGARE PADRE PIO

Post n°2378 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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I frati di San Giovanni Rotondo contro Vittorio Feltri e Il Giornale. Salvi cambiamenti dell’ultima ora, i frati cappuccini hanno deciso di querelare il quotidiano milanese per un articolo apparso lunedì mattina. Ne abbiamo parlato con il direttore di Tele Radio Padre Pio, Stefano Campanella. Dunque Campanella, i frati sono su tutte le furie,che cosa è accaduto?: " da quanto so, hanno dato mandato ad un avvocato di querelare il Giornale, l’autore del pezzo e il suo direttore". Ma se il quotidiano ha scritto un servizio, evidentemente un fondo di verità esiste: " le assicuro che si tratta di inesattezze, di calunnie. Le cose stanno ben diversamente, non esiste alcuna irregolarità, tanto meno malversazione". Allora che cosa è accaduto?: " una semplicissima e banale causa di lavoro che qualche bello spirito ha inteso enfatizzare ventilando inesistenti imbrogli. Credo che sia davvero una vergogna, roba da voltastomaco e penso che oltre alla Magistratura penale debba finalmente mettere il naso in questa storia l’Ordine dei Giornalisti, si tratta di un giornalismo che mira a colpire a lupara". Per quale motivo, a suo giudizio questi fatti, che smentite decisamente, escono alla immediata vigilia della festa di Padre Pio?: " guardi qui non si va alla ricerca di notizie, ma solo si vuole colpire un santo, il più caro degli italiani e lo ripeto, siamo alla più incredibile delle vergogne. Si è toccato il fondo, qualche bello spirito cerca la visibilità ad ogni costo e vuole ottenerla a spese e sulla pelle di padre Pio. Questa volta, le assicuro non la passa liscia e parte la querela". Stranamente l’attacco, a vostro parere gratuito, parte da un quotidiano sempre molto attento alle cose della Chiesa e che con il suo vaticanista ha sempre difeso Padre Pio: " con questa storia delle irregolarità si sono rispolverate cose assurde e dannose, forse si è fatto più danno che con certe pubblicazioni di bassa lega. Non dubito della buona fede e dell’amore di qualche singolo giornalista, ma la gestione del nuovo direttore cerca di creare scompiglio con il mondo cattolico e lo dimostra il modo con cui è stato gestito il caso Boffo. Mi dispiace, ma non possiamo tollerare". Lei mette il caso Boffo e Padre Pio assieme: " sono strettamente correlati in una logica che punta selvaggiamente a colpire la Chiesa e in questo caso Padre Pio. Chi ha scritto quelle cose deve vergognarsi, autentiche invenzioni". Passiamo all’aspetto religioso. Che cosa accade nel giorno della festa di padre Pio?: " ci saranno tantissimi pellegrini, quei fedeli semplici che non si fanno riempire la testa dalle chiacchiere e dalle menzogne dei giornali e si riporrà l’urna oscurata nel solito posto. Ci attendiamo una marea di gente, clima permettendo, visto che ultimamente non è stato assolutamente propizio". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

23 SETTEMBRE SAN PIO DA PIETRALCINA

Post n°2377 pubblicato il 23 Settembre 2009 da diglilaverita
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San Pio nacque a Pietrelcina presso Benevento (Italia) nel 1887. Entrò nell’ordine dei Frati minori cappuccini e, promosso al presbiterato, esercitò con grandissima dedizione il ministero sacerdotale soprattutto nel convento di San Giovanni Rotondo in Puglia. Servì nella preghiera e nell’umiltà il popolo di Dio attraverso la direzione spirituale, la riconciliazione dei penitenti e una particolare cura per i malati e i poveri. Pienamente configurato a Cristo Crocifisso, portò a compimento il suo cammino terreno il 23 settembre 1968.

Scrive s. Pio da Pietrelcina (Lettere, edizione 1992)

In forza di questa obbedienza mi induco a manifestarvi ciò che avvenne in me dal giorno cinque a sera, a tutto il sei del corrente mese di agosto 1918. Io non valgo a dirvi ciò che avvenne in questo periodo di superlativo martirio. Me ne stavo confessando i nostri ragazzi la sera del cinque, quando tutto di un tratto fui riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presenta dinanzi all’occhio della intelligenza. Teneva in mano una specie di arnese, simile ad una lunghissima lamina di ferro con una punta bene affilata, e sembrava che da essa punta uscisse fuoco. Vedere tutto questo ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell’anima, fu tutto una cosa sola. A stento emisi un lamento, mi sentivo morire. Dissi al ragazzo che si fosse ritirato, perché mi sentivo male e non sentivo più la forza di continuare. Questo martirio durò, senza interruzione, fino al mattino del giorno sette. Cosa io soffrii in questo periodo sì luttuoso io non so dirlo. Persino le viscere vedevo che venivano strappate e stiracchiate dietro di quell’arnese, ed il tutto era messo a ferro e fuoco. Da quel giorno in qua io sono stato ferito a morte. Sento nel più intimo dell’anima una ferita che è sempre aperta, che mi fa spasimare assiduamente. Cosa dirvi a riguardo di ciò che mi domandate del come sia avvenuta la mia crocifissione? Mio Dio, che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese di settembre, in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione dei tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondavano sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni. La ferita del cuore gitta assiduamente del sangue, specie dal Giovedì a sera sino al Sabato. Padre mio, io muoio di dolore per lo strazio e per la confusione susseguente che io provo nell’intimo dell’anima. Temo di morire dissanguato, se il Signore non ascolta i gemiti del mio povero cuore e col ritirare da me questa operazione. Mi farà questa grazia Gesù che è tanto buono? Toglierà almeno da me questa confusione che io esperimento per questi segni esterni? Innalzerò forte la mia voce a lui e non desisterò dallo scongiurarlo, affinché per sua misericordia ritiri da me non lo strazio, non il dolore, perché lo veggo impossibile ed io sento di volermi inebriare di dolore, ma questi segni esterni, che mi sono di una confusione e di una umiliazione indescrivibile ed insostenibile. Il personaggio di cui intendevo parlare nell’altra mia precedente non è altro che quello stesso di cui vi parlai in un’altra mia, visto il 5 agosto. Egli segue la sua operazione senza posa, con superlativo strazio dell’anima. Io sento nell’interno un continuo rumoreggiare, simile ad una cascata, che gitta sempre sangue. Mio Dio! È giusto il castigo e retto il tuo giudizio, ma usami al fine misericordia. Domine, ti dirò sempre col tuo profeta: Domine, ne in furore tuo arguas me, neque in ira tua corripias me! (Ps 6, 2; 37, 1). Padre mio, ora che tutto il mio interno vi è noto, non isdegnate di fare giungere sino a me la parola del conforto, in mezzo a sì fiera e dura amarezza. - *Io sono Amore*

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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