ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 29/09/2009

I CARDINALI RICONOSCONO UN MIRACOLO ATTRIBUITO ALL'INTERCESSIONE DI UN GIORNALISTA

Post n°2412 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La commissione di Cardinali della Congregazione per il Culto Divino ha riconosciuto questo martedì un miracolo attribuito all'intercessione dello spagnolo Manuel Lozano Garrido, conosciuto come "Lolo", membro dell'Azione Cattolica, giornalista che rimase paralizzato e alla fine della sua vita era cieco. Si tratta di un passo decisivo nel suo processo di beatificazione, perché ora serve soltanto che Benedetto XVI approvi la promulgazione del decreto di riconoscimento del miracolo affinché il "giornalista sulla sedia a rotelle" possa essere elevato agli onori degli altari.
Lo stesso Papa ha riconosciuto le sue virtù eroiche con un decreto del 7 dicembre 2007, in cui lo dichiarava "venerabile" e riconosceva che "la malattia era la causa della sua santificazione, la sofferenza era la sua cattedra". Il caso sottoposto a indagine è quello di un bambino di due anni affetto da appendicite, la cui malattia era peggiorata al punto da degenerare rapidamente in peritonite, come ha rivelato a ZENIT il postulatore della causa di beatificazione, padre Rafael Higueras. Fu operato, ma pochi giorni dopo la malattia tornò ad evolversi in forma negativa in ileo paralitico, per cui ci fu bisogno di un nuovo intervento, con il quale gli vennero tolti più di 20 centimetri di peritoneo. La gravità aumentò fino a provocare una colica fecaloide. Padre Higueras ha rivelato che il bambino era sceso da 14 a 7 chili e non rispondeva ai fortissimi trattamenti antibiotici. Si verificò allora un episodio di setticemia per pseudomonas. Ci si aspettava una morte imminente. Nei momenti di maggiore gravità, il crocifisso di Lolo venne posto sotto il cuscino del piccolo, che guarì. Il caso è già stato studiato e approvato dalla commissione scientifica di medici della Congregazione per le Cause dei Santi, e un mese dopo dai teologi della stessa istituzione vaticana.

Giornalista e mistico

Lolo nacque a Linares (Spagna) nel 1920 e morì nella stessa città il 3 novembre 1971. In gioventù si era iscritto all'Azione Cattolica, della quale fu un membro attivo, venendo eletto per vari incarichi direttivi. Padre Higueras ricorda che "già allora iniziò a radicarsi in lui l'amore per l'Eucaristia e per Maria, che lo avrebbe caratterizzato per tutta la vita". A 16 anni, in piena persecuzione religiosa in Spagna, venne scelto per portare clandestinamente la Comunione. Per questo motivo venne arrestato. Tra le gioie più grandi della sua vita ricordava quella di aver trascorso la notte del Giovedì Santo, insieme ad altri prigionieri, in adorazione del Santissimo Sacramento, perché la sua sorellina, Lucy, glielo aveva potuto passare nascosto in un mazzo di fiori. "Fin dall'adolescenza, però, la vocazione di Lolo era il giornalismo", riconosce padre Higueras. Quando la malattia e l'invalidità totale cambiarono la sua vita, dalla sua sedia a rotelle divenne uno scrittore e giornalista fecondo: nove libri e centinaia di articoli, "la portata del suo zelo evangelizzatore". "La sua casa divenne un centro di orientamento, di gioia e vocazione per moltissimi giovani, e un centro di apostolato per i malati: con monasteri di contemplativi e malati incurabili fondò l'opera pia Sinai, gruppi di preghiera di religiose contemplative e malati che pregano per i cattolici impegnati nei mezzi di comunicazione". Rimase invalido, su una sedia a rotelle per più di 28 anni, e negli ultimi nove, al termine della sua vita, era cieco. Grazie a piccoli movimenti con il pollice, poteva azionare il comando di un magnetofono in cui dettava i suoi libri e i suoi pensieri, che poi Lucy, la sorella e segretaria, trascriveva. Secondo il postulatore, "la figura di questo semplice uomo di Dio è un faro potente per i giovani che cercano la luce nel loro cammino; per i giornalisti e gli scrittori che vogliono mettere il Vangelo al centro dei loro lavori; per i laici che possono vedere come la vita semplice del lavoro di ogni giorno possa essere fonte di santificazione, con la forza dell'Eucaristia e l'aiuto di Maria Santissima; per i malati che soffrono, che possono vedere in lui un malato che ha fatto del suo dolore un cammino di santificazione e apostolato; per l'Azione Cattolica che si può rallegrare di tanti frutti maturi che sono cresciuti e si sono santificati tra le sue fila". Il postulatore spiega che Lolo era un autentico mistico. "Solo da un uomo che vive in Dio e di Dio possono uscire quelle preziose righe di giovane appassionato e di ardente scrittore mosso dalla fede e dal Vangelo di Gesù". "La Santa Madre Chiesa potrà sentirsi felice di presentare al mondo figli maturi come Lolo: che è giovane tra i giovani, felice al di sopra del dolore; che è malato, che prende la sua croce e si sente felice di essere, come Maria, ai piedi di Gesù crocifisso; laico che vive il suo Battesimo con esigenza apostolica; scrittore e giornalista che supera i suoi enormi limiti con la speranza di contagiare con la sua fede, la sua gioia". - Jesús Colina - Zenit -

 
 
 

CRISTOFOBIA VIETATO CONVERTIRSI AL CRISTIANESIMO!!!

Post n°2411 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

MADRE AFFIDATARIA INGLESE RADIATA DALL'ALBO DOPO LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO DI UNA RAGAZZA MUSULMANA

Londra, 9 febbraio 2009 - Una donna inglese che ha allevato in affidamento più di 80 ragazzi nel giro di dieci anni è stata radiata dall'albo dei dopo che un'adolescente musulmana in sua cura si è convertita al cristianesimo. La donna, una cristiana praticante di circa cinquant'anni, ha perso la fattoria che ha affittato per badare agli adolescenti in difficoltà perché ha perso il suo reddito. Un'altra ragazza che aveva in affidamento è stata riportata in istituto. Secondo il Telegraph, la tutrice ha detto di aver scoraggiato l'interesse per il cristianesimo della sedicenne musulmana e non ha fatto nessuna pressione sulla ragazza perché si convertisse.
"Le ho offerto delle alternative. Le ho offerto di trovare per lei dei luoghi dove praticare la propria religione", ha detto. "Le ho offerto di riportarla agli amici o alla famiglia. Ma lei mi interrompeva: "Sono interessata e voglio venire [in chiesa]". La ragazza era stata messa in affido dopo essere stata violentata da un membro della famiglia. La tutrice ha detto che la ragazza considerava il battesimo come "lavare via le cose orribili che aveva passato e il simbolo di un nuovo inizio". La donna, un'anglicana, ha sostenuto che i servizi sociali erano al corrente che la ragazza stava frequentando la sua chiesa evangelica e che i responsabili del consiglio hanno avuto da obiettare solo quando hanno scoperto che la ragazza era stata battezzata. Secondo il Telegraph [e non solo secondo il giornale, N.d.T.], abbandonare l'Islam è fortemente condannato nel Corano ed è considerato tabù nelle comunità musulmane. I funzionari hanno consigliato la ragazza tornare indietro sulla sua decisione e di smettere di frequentare incontri cristiani. A novembre, hanno radiato la madre affidataria dal registro, sostenendo che aveva violato i suoi doveri. "[I funzionari] che in qualche modo lei avrebbe dovuto prendere provvedimenti per impedire la conversione", così ha dichiarato Nigel Priestley, avvocato della madre affidataria. Priestley ha sporto istanza di revisione giudiziale della decisione del consiglio, sostenendo che è stato violato l'articolo 9 dello Human Rights Act, che garantisce libertà di religione sia al genitore affidatario che alla ragazza. Ha dichiarato inoltre che la ragazza, ora 17enne, riportata nella custodia dei suoi genitori, è "rimasta sconvolta" dal fatto che le sue azioni producessero tali effetti e che appoggia il ricorso della sua ex tutrice. Priestley ha riferito che il consiglio si è offerto di rivedere la sua decisione, ma la sua cliente è preparata a perseguire un'azione legale. La tutrice ha dichiarato al Daily Telgraph: "Rivoglio solo indietro la mia vita". "Spero ancora di risolvere la questione così che posso eventualmente tornare a essere tutrice in futuro, perché mi piace davvero aiutare i giovani". Il Christian Institute sta finanziando la causa della tutrice. Il portavoce dell'Institute Mike Judge, ha commentato il caso, dicendo: "Non posso immaginare che una tutrice atea sarebbe stata radiata se un bambino cristiano in sua custodia avesse smesso di credere in Dio. Questo è il genere di ipocrisia politicamente corretta che i cristiani stanno affrontando in Inghilterra".

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INFERMIERA CRISTIANA COSTRETTA A LASCIARE IL SERVIZIO PERCHE' PORTAVA UNA CATENINA CON UNA CROCE!!??!!

Post n°2410 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un'infermiera cristiana del Regno Unito colpita da un'azione disciplinare perché portava una catenina con una croce ha accettato l'offerta di reinserimento temporaneo, ma, consigliata dai suoi avvocati, farà causa per discriminazione. Shirley Chaplin, di 54 anni, ha accettato martedì l'offerta "sotto coazione", secondo l'Associazione per la Stampa del Regno Unito. Il suo avvocato ha detto che intraprenderà un'azione presso il Tribunale del Lavoro per discriminazione, visto che la signora Chaplin pensa di essere stata discriminata a causa della sua fede, come ha riportato il Christian Post. In precedenza, i responsabili dell'Ospedale Royal Devon and Exeter avevano detto alla signora Chaplin che non poteva portare al collo il ciondolo d'argento a forma di croce delle dimensioni di 2,5 centimetri perché violava la politica sulla divisa ed era un rischio per i pazienti, ha ricordato il quotidiano Telegraph. Le è stato detto che o accettava il reinserimento in un ruolo non da infermiera o sarebbe stata licenziata. Il Servizio Sanitario Nazionale ha insistito sul fatto che il ciondolo potrebbe mettere in pericolo la donna o un paziente se vi rimanesse attaccato. La signora Chaplin ha detto che porta la croce da quando ha iniziato a lavorare all'ospedale trent'anni fa e accusa di essere attaccata per il suo credo cristiano. Ad ogni modo, l'ospedale accetta altri simboli di fede, come nel caso delle infermiere musulmane che indossano lo chador, informa il Daily Express. Il quotidiano ha detto che la signora Chaplin, che ha due figli e viene da Kem, vicino Exeter, andrà in pensione tra otto mesi. "Porto una croce da anni e ora, alla fine della mia carriera, mi dicono di toglierla", ha dichiarato. "Non posso spiegare quanto sia importante la croce per me. E' il modo in cui io esprimo la mia fede. Sentirmi dire che la dovevo togliere mi ha sconvolta. La mia fede cristiana è ciò che mi spinge a prendermi cura degli altri", ha rivelato al Daily Express. "Sento di essere intimidita e accusata per la mia fede. Sono rimasta colpita quando l'Esecutivo per la Salute e la Sicurezza mi ha detto che non c'è alcun caso riportato di danni provocati da un ciondolo". La signora Chaplin è stata sostenuta dal Centro Cristiano Legale (CLC), un gruppo di pressione che lotta per la libertà religiosa. Andrea Minichiello Williams, avvocato e direttore, ha detto: "Oggi un'infermiera che ha servito fedelmente il pubblico di Exeter con le sue abilità professionali è stata costretta ad abbandonare l'infermeria e ad assumere un ruolo amministrativo, il tutto perché non le viene permesso di portare una croce, l'immagine del cristianesimo riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo". "Alla signora Chaplin non è stata lasciata altra scelta che accettare, ma oggi ci ha dato l'incarico di avviare un'azione presso il Tribunale del Lavoro per discriminazione contro i suoi datori di lavoro", ha aggiunto come riportato dall'Associazione per la Stampa del Regno Unito. - Nieves San Martín - Zenit -

 
 
 

SAN MICHELE, L’ANGELO PROTETTORE DI ROMA

Post n°2409 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 29 settembre vi è la memoria liturgica dei tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Dei tre il più venerato è certamente Michele. Il culto a San Michele è sempre stato molto diffuso sia in oriente che in occidente ed uno dei più importanti luoghi di culto dedicati all’Arcangelo in Italia era la chiesa edificata a Roma sulla via Salaria dal papa Leone Magno (+ 461), in ringraziamento della protezione accordata dall’arcangelo alla Città al momento delle invasioni unniche. Di fronte all’avanzata delle orde di Attila, il pontefice, avendo rimesso la sorte della città tra le mani del grande arcangelo, si era avanzato alle porte della città incontro al Flagello di Dio che, impressionato dalla marcia e allettato da un confortevole bottino, non spinse più avanti la sua spedizione: salvata Roma, la chiesa promessa all’arcangelo fu dedicata il 29 settembre, che è rimasto il giorno della festa di San Michele (e dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, dei tre arcangeli). Ciò nonostante, tre anni più tardi, nel 455, il papa non ebbe la stessa possibilità con Genserico, re dei vandali – ben nominati – che invasero e saccheggiarono la Città. Finora, nessuno ha potuto dare una spiegazione soddisfacente di questa subitanea diserzione del Principe degli eserciti celesti. La preservazione provvidenziale di Roma minacciata dagli Unni confortò l’idea che Michele era il difensore speciale della Chiesa: non ne aveva salvaguardato la sede? La credenza in questa protezione particolare risale al IV secolo quando Costantino, recentemente convertito al cristianesimo, riporta la vittoria decisiva sul suo rivale Massenzio, il 29 ottobre 312. tutti conoscono la storia: ansioso per la riuscita della lotta che si prepara ad ingaggiare, il giovane Cesare d’Occidente ha l’ispirazione di porre alla testa dei suoi eserciti, nettamente meno numerose di quelle di Massenzio, padrone di Roma, un pavese – il labarum – recante il segno della croce, che gli sarebbe stata mostrata nel cielo la sera della vigilia, con questo commento scritto in lettere greche: "Con questo segno tu vincerai". Altre tradizioni affermano che una voce misteriosa gli avrebbe ingiunto di far dipingere sugli scudi dei suoi uomini le lettere greche Chi e Rho, intrecciate, che sono le iniziali di Christos. Comunque cosa sia allora accaduto e che cosa egli abbia fatto – forse il tutto, due precauzioni valgono meglio di una -, Costantino schiaccia Massenzio presso il ponte Milvio, nel luogo detto Saxa Rubra (Pietre Rosse), ed il vinto muore malinconicamente annegandosi nel Tevere. Due anni più tardi, nel 314, Costantino ha una visione. Un essere di luce gli appare, in piedi, vestito d’una lunga tunica, con le ali largamente dispiegate, le gambe leggermente divaricate e solidamente piazzato sul suolo, che gli dichiara: Io sono Michele, il capo degli eserciti di Dio, il protettore della fede dei cristiani. Sono io che, quando tu combattevi contro l’empio tiranno, ti ho assistito, rimettendo la vittoria tra le tue mani. L’arcangelo poi qualche secolo dopo ancora si è mostrato con splendore a Roma, nell’anno 590. La peste fa strage nella Città, decimando la popolazione – ad iniziare dal pontefice regnante – Pelagio II – ed isolando dal resto del mondo il centro della cristianità. Il nuovo papa, Gregorio, che si chiamerà Magno, ricorre ai mezzi provati: egli invita il popolo ad un triduum di preghiera chiuso da una processione penitenziale di cui lui stesso prende la testa, portando in alto l’icona della Vergine dipinta da San Luca, che si conserva nella Basilica della Madonna della Neve (oggi Santa Maria Maggiore) e che si venera sotto il titolo di Salus populi romani. Come la processione giunge sulle rive del Tevere, i fedeli, sorpresi, poi meravigliati, si mettono a guardare il cielo che si è subitaneamente illuminato: dei canti di una straordinaria bellezza sembrano rispondere nelle nubi. Nello stesso momento, il pontefice vede apparire al di sopra del mausoleo di Adriano il grande arcangelo che, armato da capo a piedi, che ripone la spada nel suo fodero. A partire da quel momento, l’epidemia si mette a regredire, per ben presto cessare del tutto. Si chiamerà da allora il monumento Castel Sant’Angelo: una replica della grotta del monte Gargano vi sarà edificata, e si erigerà alla sua sommità un’immensa statua dell’arcangelo. Il 29 settembre 1986 il papa Giovanni Paolo II per la benedizione della statua restaurata di San Michele a Castel Sant’Angelo pronunciò il seguente discorso. " E’ con viva gioia che mi trovo qui, nel giorno della festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, per questa significativa celebrazione del ritorno della celebre statua di San Michele Arcangelo sulla sommità di questo castello, che da essa prende il nome. La presenza di tale effigie appartiene infatti al paesaggio ed al volto di Roma ormai da molti secoli ed ha acquistato una sua imponenza particolarmente maestosa e solenne da quando il mio predecessore Benedetto XIV inaugurò, sul fastigio di questo edificio, l’attuale statua bronzea che raffigura l’Arcangelo nell’atto di riporre la spada nel fodero. Le testimonianze storiche di un culto reso in questo luogo all’Arcangelo Michele portano molto indietro nel tempo. Notizie attendibili attestano l’esistenza, già dall’epoca di Papa Bonifacio IV, di una cappella dedicata al suo culto e situata nella parte alta di questo edificio. L’intenzione era, ovviamente, di affidare la città alla protezione di questo Arcangelo, nel quale già il popolo di Israele vedeva una sua guida sicura (cfr Dan 12, 1) e che la Chiesa di Cristo, nuova famiglia di Dio, poteva perciò continuare ad invocare come Celeste Tutore. Seguendo l’esempio dei miei predecessori, e in sintonia con la tradizione profondamente radicata nella pietà del popolo romano anch’io desidero invocare San Michele Arcangelo quale protettore di questa città, le cui sorti affido alla sua intercessione ed alla sua tutela. Protegga il Santo Arcangelo l’attività di tutti i romani, ne favorisca la prosperità spirituale e materiale; aiuti ciascuno ad orientare la propria condotta secondo i dettami della norma morale; ravvivi negli amministratori della cosa pubblica la volontà di dedizione al bene comune nel rispetto delle leggi e del vero interesse dei cittadini; conforti l’impegno degli onesti nella promozione dei fondamentali valori della giustizia, della solidarietà, della pace; storni da questa città le calamità che ne insidiano il concorde impegno sulla via dell’autentico progresso: in particolare le calamità caratteristiche di questo nostro tempo che sono la dissacrazione della famiglia, la violenza e la droga. Con le parole di Dante, il vostro grande poeta, rivolgo anch’io al Signore la preghiera che tutte le riassume: "Come del suo voler li angeli tuoi / fan sacrificio a te, cantando osanna, / così facciano li uomini de’ suoi" (Purg. XI, 10-12). Con questi voti rivolgo il mio pensiero benedicente alla intera popolazione romana, e specialemte agli infermi ed ai bambini". -Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

I SANTI ARCANGELI DA UNA VISIONE DI ANNA KATHARINA EMMERICK

Post n°2408 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 29 settembre 1820 Anna Katharina Emmerich così raccontava: Ebbi molte visioni meravigliose sulle apparizioni e celebrazioni del Santo Arcangelo Michele. Mi trovai in molti posti del mondo e vidi una sua chiesa in Francia, su uno scoglio del mare (monte St. Michel), divenne Patrono della Francia. Vidi poi come re Luigi, il Pio, venne aiutato a conseguire la vittoria. In seguito ad un’apparizione della Madre di Dio si era rivolto all’Arcangelo Michele, e poi per la devozione a quest’ultimo, volle imprimere la sua immagine sulla bandiera e fondò un ordine cavalleresco in suo onore. Mi apparirono una serie di immagini diverse dell’Arcangelo: una sua apparizione a Costantinopoli e qualche altra che non ricordo più. Vidi anche il miracolo della Chiesa di Michele sulle montagne del Gargano, durante una grande celebrazione: giungevano molti pellegrini stranieri con il bastone ornato e l’Angelo serviva sull’altare con gli altri. Fui poi con lui a Roma dove una chiesa era stata eretta al suo culto, credo da papa Bonifacio, in seguito all’apparizione della Madre di Dio. Seguii l’Angelo dappertutto; si librava sopra di me, grande e maestoso, ed aveva una spada. Presso la chiesa di S. Michele c’era una contesa di moltissime persone; la maggior parte era formata da cattolici che non si distinguevano dagli altri per il modo di agire nella mischia, altri erano protestanti o membri di sette. Motivo della ressa era la S. Messa; Michele calò giù e con la sua grande spada scacciò via il grosso della mischia disperdendola; restarono ancora circa quaranta persone e così si poté celebrare facilmente la S. Messa. L’Angelo prese per il pomo il tabernacolo con il Santissimo e, librandosi in alto, lo portò via allontanandosi da quel luogo. Mi invitò a seguirlo ancora, andammo verso Oriente fino al Gange, io sempre sotto l’Angelo che volava. Poi ci dirigemmo verso settentrione. Nell’accostarci a questa regione il freddo si faceva sentire sempre più e il paesaggio diveniva più selvaggio e solitario. Giungemmo ad una immensa superficie ghiacèiata. Ebbi molta paura in questo posto deserto, e molte anime da me conosciute, tra le altre quella di mia madre, vennero a incoraggiarmi e mi accompagnarono per un pezzo di strada. Arrivammo ad un mulino che dovemmo attraversare. Le anime amiche, giunte fin qui, si ritirarono. La superficie ghiacciata scricchiolava sotto i miei piedi e l’acqua, che veniva sospinta dal mulino, era calda. Questo mulino era pieno delle anime dei governanti e altri grandi illustri di tutti i tempi e paesi. Costoro scontavano la loro pena per tutte le loro mancanze sulla terra. Facevano penitenza in questo luogo macinando una quantità di rospi, serpenti e altri animali velenosi e disgustosi, come anche oro e argento, che così passati scivolavano nell’acqua e, senza più danneggiare, ritornavano sulla terraferma. Queste persone lavoravano nel mulino come mugnai e dovevano adoperarsi sempre con la scopa per spazzare da sotto la macina gli innumerevoli insetti per non essere impediti nel lavoro. Essi si alternavano nel lavoro e dovevano inoltre distruggere gli odiosi insetti per non permetterne la propagazione. Una di queste persone parlò con me, dopo aver spazzato gli insetti in modo da permetterci di attraversare il mulino. Mi spiegò, avvicinandosi, che le persone là dentro, adibite a quel lavoro dovevano scontare una pena e rimanere in questo luogo finchè la grande massa di ghiaccio non si fosse disciolta del tutto, mi disse pure che erano felici in quanto noi passando di là avremmo contribuito a far ritirare una piccola parte di questa massa di ghiaccio. Risalimmo e l’Arcangelo Michele volava sopra di me, mentre il cielo diveniva sempre più chiaro di un blu tenue. Il sole e gli altri astri mi apparivano adesso come dei volti umani. Mi guidò per tutta la terra e attraverso tutti i mondi celesti. Vidi innumerevoli giardini e la frutta con le sue caratteristiche. Spero che questi segreti mi restino ancora aperti in modo che possa trarne medicinali per guarire i devoti e la povera gente. Vidi cori di Santi e spesso, sparpagliati dappertutto, Santi con i simboli dei loro ordini religiosi e le loro caratteristiche individuali. Librando nell’aria giungemmo più in alto, in un mondo maestoso e indescrivibilmente meraviglioso che aveva le sembianze di una cupola gigantesca: la base era come un piano blu circondato da un anello di luce sul quale ce n’erano ancora altri nove. Su ognuno di questi si erigeva un trono e differenti cori di Angeli. Da ogni trono si innalzavano archi pieni di colori, frutta, pietre preziose e tutti gli infiniti doni di Dio. Questi archi tendevano verso l’alto e si intrecciavano tra di loro formando così una cupola sulla quale, in cima a tutto, c’erano tre altri scanni, oppure troni di Angeli. Al centro si trovava quello dell’Arcangelo Michele. Quest’ultimo si librava nell’aria, e depose il tabernacolo della Chiesa sulla cupola. I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, si libravano intorno a tre dei nove archi. Nove cori angelici stavano sotto di loro. Quattro grandi Angeli alati e splendenti si muovevano in circolo intorno ai tre Arcangeli: Raphiel, Etophiel, Emmanuel e Salatiel. Essi sono gli Elohim, i curatori e gli elargitori delle abbondanti grazie di Dio che distribuiscono nella Chiesa nelle quattro direzioni di tutto il mondo ricevendo direttamente, queste Grazie di Dio, dai tre Arcangeli. I più spirituali, tra i tre Arcangeli, apparivano Raffaele e Gabriele, perchè vestiti interamente di bianco, mentre Michele aveva un elmo con una cresta sul capo. La parte superiore del corpo era avvolta da un’armatura e cinta da legacci, la sua veste scendeva fino alle ginocchia come un grembiule increspato. In una mano aveva una lunga bacchetta con una croce e, sotto, una bandierina con l’effige di un agnello, nell’altra mano portava invece una spada fiammeggiante. Ai suoi piedi c’erano anche legacci. Più in alto, sopra questa cupola, potei vedere la Santissima Trinità rappresentata da tre figure: il Padre, come un vecchio supremo sacerdote, il quale porgeva al Figlio, alla sua destra, la sfera del mondo; il Figlio aveva la croce nell’altra mano. Alla sinistra del Padre c’era una figura alata splendente di luce. Intorno a loro sedevano, in circolo, 24 anziani su scranni. I Cherubini e i Serafini stavano con molti altri intorno al trono di Dio in permanenti canti di lode. Al centro, elevata un pò più sopra Michele, si trovava Maria circondata da innumerevoli anime luminose di Angeli e Vergini. La grazia di Gesù passava, attraverso Maria, ai tre Arcangeli. Ognuno dei tre Arcangeli irradiava tre doni divini su tre dei nove Cori degli Angeli, e questi, a loro volta, agivano di nuovo su tutta la natura e la storia. Quando il tabernacolo fu ben piazzato vidi come il medesimo, con l’aiuto della s. Vergine Maria e tutti i cieli, e con l’aiuto diligente degli Angeli si trasformava in una chiesa. Poi il tabernacolo crebbe ancora trasformandosi alla fine in una grande e splendente città piena di luci e colori, era la Gerusalemme celeste! La quale prese a scendere, attraverso un arco, lentamente e a tratti, sempre più in giù verso la terra. Non so come ciò potesse avvenire.
Improvvisamente vidi venirmi incontro tanta gente che camminava capovolta, seguendo la rotazione della terra, in un secondo momento la vidi, invece, camminare con i propri piedi, verso la nuova Gerusalemme che prendeva il posto di quella terrestre. A questo punto la visione si interruppe ed io cadendo sempre più nell’oscurità mi mossi verso casa. In un’altra immagine vidi una battaglia grandiosa svolgersi sulla terra: gli uomini sparavano dalle macchie piene di soldati, tutto il campo di battaglia era avvolto dal fumo. Grandi città si scorgevano da lontano. Poi giunse san Michele con un grande esercito di Angeli e separò i litiganti quando proprio tutto sembrava perduto. Un capo potente ebbe un incontro con san Michele e in conseguenza vidi trionfare la pace. - medjugorje.altervista. -

 
 
 

29 SETTEMBRE SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE

Post n°2407 pubblicato il 29 Settembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Martirologio commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato.

Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente.

> San MICHELE
> San GABRIELE
> San RAFFAELE

Michele (Chi è come Dio?) è l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), difensore degli amici di Dio (Dn 10, 13.21), pretettore del suo popolo (Dn 12, 1).
Gabriele (Forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio (Lc 1, 19), rivela a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38).
Raffaele (Dio ha guarito), anch’egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco.
La Chiesa pellegrina sulla terra, specialmente nella liturgia eucaristica, è associata alle schiere degli angeli che nella Gerusalemme celeste cantano la gloria di Dio (cfr Ap 5, 11-14; Conc. Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, «Sacrosanctum Concilium», 8).
Il 29 settembre il martirologio geronimiano (sec. VI) ricorda la dedicazione della basilica di san Michele (sec. V) sulla via Salaria a Roma.

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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