ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 04/10/2009

SATANA. ESSERE FURBO. LA SUA VITTORIA FAR CREDERE CHE NON ESISTE

Post n°2435 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Satana? Un colossale furbacchione, ma anche molto pigro": lo afferma Monsignor Girolamo Grillo, Vescovo emerito di Civitavecchia ed esorcista. Eccellenza, per quale motivo furbo?: " Satana è una creatura davvero molto furba. Intanto è riuscito spesso  far credere di non esistire e la sua più grande vittoria è questa. Molti, anche nella Chiesa, pensano che sia il tradizionale essere con forchettone, corna, coda. all'opposto, che sia solo uno spirito del male e non un essere fisico. Sbagliano entrambi. Satana è una creatura immonda, perversa e pervertitrice, che esiste davvero. Lo ripeto, il suo maggior godimento è quello di fare credere che non esiste e in questo errore, spiace dirlo, sono caduti anche uomini di Chiesa". Intnto il satanismo, spesso tra le nuove generazioni, è in aumento: " purtroppo questo risponde a verità. Molto dipende da mode e idee che i genitori non riescono a fermare o respingere, un poco da scarsa evangelizzazione. Bisogna invece aprire gli occhi davanti a questo male,perchè porta spesso a conseguenze drammatiche, a delitti orribili". Lei ha definito Satana come un essere pigro,per quale motivo?:" riferisco un episodio riportato dai padri della Chiesa  e se non erro da San Antonio Abate. Un giorno videro Satana dormire placidamente vicino ad un muro. Gli chiesero, ma perchè non lavori o non ti dai daffare. Bene, lui rispose: tanto ci pensano loro, gli uomini". Come si combatte Satana?: " con la preghiera, incessante e la fede, i sacramenti. Una persona di poca o scarsa fede ha molte possibilità di finire nella rete di Satana. Poi Satana ha il terrore della Madonna che rappresenta un'arma potentissima contro le sue seduzioni. Ecco un motivo per il quale spesso gli atei cadono nel satanismo". A volte però esistono cristiani che si comportano peggio degli atei: " vero, ma questo dipende da loro, da una idea sbagliata e superficiale della religione che nulla ha a che vedere con la fede". Quali sono i sintomi che accompagnano un posseduto?: " esistono varie casistiche.Io rimasi impressionato dalla furbizia e dalla scaltrezza di Satana". In che occasione?: " bene, avevo da esorcizzare una signora, una donna.Non si placava e quindi decisi di chiamare un medico per sedarla. Bene, la signora, con accento rauco, mi disse lo so che ora  vai a chiamare il medico ,dicendo persino il nome. Satana mi aveva letto nel pensiero. Quindi, confermo, Satana è davvero un furbacchione, da evitare e tenere alla larga con la preghiera e la fede. Attenzione alle sue insidie, se ti acchiappa, è difficile che lasci la presa". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

L'ALLUVIONE DI MESSINA E LE DIECI DOMANDE

Post n°2434 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

A marzo di quest’anno ho preso il treno Messina-Catania delle 12.05 per raggiungere la città etnea. E ho percorso, insieme a tanti studenti, proprio quella linea che attraversa i luoghi oggi devastati dall’alluvione. Per chiarire la conformazione della zona ai lettori, dirò che c’è un fazzoletto di spiaggia, poi una sottile linea ininterrotta di case che diventano paesi (un po’ come in Liguria, per capirci), la strada statale 114 che collega Messina a Siracusa e per finire, dopo la ferrovia, i contrafforti delle montagne bucati dall’A18, l’autostrada Messina-Catania costruita negli anni ’70. Fuori dai paesi, la ferrovia corre quasi in riva al mare, e il panorama è splendido. E tutto questo ha fatto da sfondo ad un dramma (inutile dire che siamo vicini a questi nostri compatrioti che soffrono o piangono i morti) che secondo qualcuno era già annunciato: nel 2007 la stessa zona era stata colpita da frane e smottamenti. E non si è fatto niente, denunciano i cittadini, per la messa in sicurezza dell’area. Ieri notte il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha anche rincarato la dose in diretta su TV7, il rotocalco del Tg1: sarebbe bastato curare le vigne e gli oliveti della zona, lasciati invece a bruciare d’estate, per rinforzare il terreno. Ora, siccome vanno di moda le 10 domande, avrei 10 domande da rivolgere a ignoti. Ma la magistratura un domani potrebbe anche identificarli. E nell’ordine vorrei sapere (e con me credo un bel po’ di gente):
1. Chi ha permesso la costruzione abusiva di casa anche nel letto delle fiumare?
2. Perché non si sono fatti gli interventi di messa in sicurezza dell’area?
3. Perché non sono stati ascoltati gli appelli per la messa in sicurezza dell’area dopo le frane del 2007?
4. Chi ha concesso le licenze edilizie?
5. Chi ha concesso le sanatorie a fronte di situazioni di evidente pericolo quantomeno potenziale?
6. Che cosa è stato fatto per la prevenzione del rischio idrogeologico dell’area?
7. Chi avrebbe dovuto occuparsene?
8. Chi sono assessori, sindaci, costruttori, impiegati del catasto che potrebbero non aver sorvegliato sulla sicurezza dei propri concittadini?
9. La Prestigiacomo ieri ha detto pressappoco così: lo Stato ha dato i soldi per la messa in sicurezza, ma i sindaci in qualche caso hanno disposto diversamente sull’uso dei fondi. Se davvero è accaduto, chi e perché ha fatto questo?
10. Perché quando succede un dramma in Italia non si sa mai di chi è la responsabilità?
Qualcuno ci deve una risposta. Almeno una. Con molto affetto per gli alluvionati. - Antonino D’Anna - Pontifex -

 
 
 

LA PARTECIPAZIONE ALLA SANTA MESSA SPIEGATA DA PADRE PIO

Post n°2433 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Più volte ho letto, messaggi della Regina della Pace inerenti all’ascolto della Santa Messa, invitandoci a partecipare con gioia, di andarvi nonostante la stanchezza e le condizioni climatiche, chiedendo alle persone di avere il giusto contegno, di essere rispettosi ed umili per poterne capire la grandezza. San Pio da Pietralcina, esattamente il 25.7.1915, scriveva così ad una sua figlia spirituale, Annita Rodote, circa il comportamento da usare prima, durante e dopo aver partecipato alla santa Messa: “Ad evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, nella chiesa che il Divin Maestro suole chiamare la casa di orazione, ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose. Entra in chiesa e in silenzio con grande rispetto, tenendoti e riputandoti indegna di comparire davanti alla maestà del Signore. Tra le altre devote considerazioni, pensa che l’anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e moda davanti a Dio ed agli angioli suoi e copriamoci il volto di rossore per avere dato tante volte adito al demonio con le sue insidie, con le sue lusinghe al mondo, con i suoi fasti, alla carne con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando il tempio di Dio, quale noi diveniamo con il Battesimo. Prendi poi l’acqua benedetta e fa bene e con lentezza il segno della nostra redenzione. Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa devotamente la genuflessione. Trovato il posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace.Assistendo alla santa messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell’alzarti, nell’inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione. Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino. Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa bene le pause e non affrettarti mai. Insomma, fai in modo che chi ti sta accanto rimanga edificato dal tuo comportamento e sia per mezzo tuo spinto a glorificare e ad amare il Padre celeste. Nell’uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo: saluta per primo Gesù sacramentato, domandagli perdono per le mancanze commesse alla sua divina presenza e non andartene da lui se prima non gli hai chiesto e da lui non hai ottenuto la paterna benedizione. Uscita che sei di chiesa, mostrati tale quale ogni seguace del Nazareno dovrebbe essere. Serba una grande modestia, che è la virtù che meglio fa vedere le affezioni del cuore. Modesta devi essere nel parlare, modesta devi mantenerti nel ridere, modestia devi mostrare nel portamento, nel modo di camminare. E il tutto deve farsi non per apparire buona agli occhi altrui, ma per la virtù interna di modestia che regge e regola le condizioni esteriori del corpo. Perciò si umile nel cuore, grave nelle parole, prudente nelle tue risoluzioni, assidua nelle buone letture, attenta nei tuoi lavori, vereconda nei tuoi discorsi; non esca mai dalla tua bocca parola ardita, non mai un atto inverecondo, non mai un andare un po’ sciolto, non mai un tono di voce petulante. Il tuo esteriore sia una viva immagine della compostezza della tua anima. Abbi sempre come esempio davanti agli occhi e alla mente la modestia del divin Maestro, piacevole autorità nel parlare, gradevole contegno nell’andare, nel rimirare, nel conversare, una dolce serenità nel volto, così composto, così soave con cui attraeva tutte le folle fuori  dalle città fino ai monti, al mare,facendo dimenticare ad esse ogni primitiva necessità, dal cibo alle bevande ai lavori domestici. Sforziamoci di essere quanto più simili a Lui nel tempo per essere più perfetti e più simili a Lui per l’intera eternità nella Gerusalemme celeste.”
L’insegnamento di questo santo vissuto molto tempo prima delle apparizioni di Medjugorje, viaggia di pari passo con gli attuali insegnamenti della Regina della Pace, la quale ci invita spesso a leggere ed imitare la vita dei santi, anime elette di suo Figlio. Questo brano che ho riportato l’ho preso dall’Epistolario III di Padre Pio, corrispondenza con le sue figlie spirituali. - Luisa - [Info da Medju]

 
 
 

DOMENICA 4 OTTOBRE ALLE ORE 12, SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

Post n°2432 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Supplica racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana. È preghiera per l’Italia, per l’Europa, per il mondo intero. A Pompei , la celebrazione, preceduta dalla Messa, si svolge all’aperto, davanti alla facciata del santuario. Durante il rito si prega per la Pace, tema molto caro a Bartolo Longo, per lo sviluppo dei popoli, per il superamento delle ingiustizie sociali, per la famiglia. Intenzioni alle quali migliaia di persone rivolgono il pensiero grazie alle parole scaturite dal cuore del Longo:

Supplica alla Regina del Rosario di Pompei. (da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, (in questo giorno solenne*), effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal trono di clemenza, dove siedi Regina,volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita.
Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo cuore. Mostrati a tutti quale sei: Regina di pace e di perdono.
Ave Maria..

È vero che noi per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col sangue divino, il testamento del redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.
Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra avvocata, la nostra speranza.
E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: misericordia.
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di misericordia!
Ave Maria..

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i cori degli angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci perché figli ingrati e immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi tuoi figli perduti. Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi, confidiamo pienamente in te,ci abbandoniamo come deboli figli fra le braccia della più tenera fra le Madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave Maria..

Chiediamo la benedizione a Maria.
Un’ultima grazia noi ti chiediamo, o Regina, che noi puoi negarci (in questo giorno solennissimo*). Concedi a tutti noi l’amore tuo costante e in modo speciale la tua materna benedizione.
Noi non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla religione e la pace all’umana società. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli angeli.
Torre di salvezza negli assalti dell’inferno.
Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai di conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio nella vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi è sempre, in terra e in cielo.
Amen.

Salve Regina

 
 
 

SAN FRANCESCO D’ASSISI CONFESSORE 4 OTTOBRE

Post n°2431 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
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Francesco nato ad assisi nel 1181 da famiglia benestante, dopo una giovinezza scapestrata si convertì al messaggio di Cristo in modo radicale.La vita e la morte si scontrano in Francesco d’Assisi,  cosa vuol dire ? Sono i due aspetti così opposti apparentemente della figura soprannaturale di questo grande servo di Dio, dall’evocazione dell’Introito della sua festa, con il richiamo della sua assoluta rinuncia e della sua così vibrante preghiera, così umana, così piena di tutta la creazione così come nello stesso tempo così naturale. È il violento contrasto che si risolve in una armonia e che vuole riassumere queste parole del morire e   del vivere in San Francesco. Egli è morto al modo come sembra difficile farlo più completamente. Ed egli ha vissuto intensamente nella gaiezza e nella comunione delle creature di questo mondo, la bellezza della natura, la vita degli uccelli, l’espressione simbolica di tutti  gli elementi e delle cose incontrate durante la sua vita. Simile al viaggiatore, sempre in cammino su delle strade più diverse che giungono tutte a Dio, egli vede dappertutto e sempre il termine del suo viaggio. Sì, la parola di San Paolo trova la sua esatta realtà nel sacrificio della persona, dei beni, di tutta l’anima e di tutta la vita del Poverello d’Assisi : “Per Gesù, il mondo è per me in croce come lo sono io stesso a suo riguardo”. Allo stesso modo, quest’oblio di sé, questa rinuncia totale e definitiva ha ucciso l’egoismo e la ricerca personale a tal punto che le creature hanno perduto per Francesco d’Assisi tutto attratto da seduzione pericolosa, tutto rischia di soddisfare quello che è orgoglio, sensualità, egoismo sotto qualsiasi forma. L’anima è a questo punto purificata dalla sua abnegazione totale, dal suo amore di Cristo ch’essa non vede più che Dio nelle creature e che esse sono tante opere espressive di tutte le perfezioni e di tutte le attrattive divine per lui. Il Cantico del sole, lo splendore colorato dei siti e della campagna umbra, il contatto con gli uccelli, i pesci, la polvere e l’acqua, tutto è canto divino nell’anima di questo santo, artista, contemplativo, spoglio di tutto. La sua anima è appassionata dalla totale povertà e così ricca dell’amore di Cristo che sembra difficile sorpassare l’ardore della sua fede e della sua carità. Serafico San Francesco, marchiato da Cristo , delle stimmate della Passione affinchè la tua carne rassomigliasse al suo proprio corpo come la tua anima rassomigliava allo spirito di Gesù, piccolo Povero di Assisi, prega per noi. Affinchè per la tua intercessione noi sappiamo morire e vivere nell’ordine soprannaturale ! Morire a tutto quello che è secondo l’egoismo e la ricerca di sé. Vivere in una purificazione dello spirito e del cuore dove tutto porta a Dio e niente s’attacchi alle miserie ed alle debolezze della natura per accentuarli o corromperli maggiormente. San Francesco, la morte sulla Croce con Cristo ti ha assicurato una ripresa di vita più ricca col Cristo risuscitato ; dacci di comprenderti e di seguirti secondo le nostre capacità, nella tua morte al mondo e nella tua vita cristiana e santa. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

AUGURI AI NONNI E AGLI ANGELI. E UN ABBRACCIO A CATERINA SOCCI

Post n°2430 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 2 ottobre, è stata la festa degli Angeli Custodi che dei nonni. Se permettete lasciamo la solita cronaca per parlare un po’ di qualcosa di intimo che tocca, almeno credo, il cuore di tutti noi. E cominciamo con Padre Pio da Pietrelcina, che raccomandava di pregare spesso il proprio Angelo custode. Ogni giorno per quanto possibile recitiamogli quel benedetto “Angelo di Dio, che sei il mio custode…” spesso sottovalutato. Soprattutto, cerchiamo di portare via gli angeli da quella specie di tendenza new age che li vede come dei semidei o esseri sovrannaturali svincolati dal credo cattolico. I nostri angeli sono stati donati da Dio, siamo stati loro affidati “dalla pietà celeste” ed è a quella pietà celeste che ogni giorno almeno un minuto al giorno il nostro cuore dovrebbe rivolgersi. C’è chi dice che nelle apparizioni mariane a volte la Madonna sia accompagnata da degli angioletti che sarebbero i bambini mai nati. È consolante sapere che questi piccoli non finiscano nel buio o nel grigio del Limbo, ma che ci sia Qualcuno, di là, dall’altro lato, dove le cose si vedono molto meglio che di qua, pronto a riceverli con tanto amore. Ma questo implica che dobbiamo comunque ricordarcene. Il secondo pensiero è dedicato ai nonni e alla loro figura. Secondo me bisognerebbe fare un monumento ai nonni, specialmente in questo momento di crisi. Hanno fatto i genitori ai tempi supplementari nei confronti di nipoti trattati come figli. Perché i legittimi genitori non trovano lavoro o quello che hanno li costringe a stare lontani dai piccoli e non hanno i soldi per pagare una baby sitter. Perché un nonno è un regalo speciale ogni giorno, anche quando non c’è più. Perché un nonno non abbandona mai i nipoti, comunque vadano le cose e riesce incredibilmente a vincere il tempo e le distanze. È per questo che bisogna dedicare una preghiera anche a loro, sarebbe bene che qualche teologo ci pensasse. Infine. Gli angeli e i nonni, come si è detto, non abbandonano mai i bambini. E agli occhi dei nonni tutti i nipoti, anche se adulti e vaccinati, restano bambini. C’è una bambina di 24 anni che si chiama Caterina Socci ed è all’ospedale, in coma. A mani giunte come suo padre e sua madre vi chiedo di pregare gli angeli e i nonni perché la riportino per mano qui da noi. Con tanto affetto. - Antonino D’Anna - Pontifex -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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