ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 05/10/2009

ANTONELLO VENDITTI: SONO FAVOREVOLE ALL'ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE. CHI NON VUOLE SI ASSENTI.

Post n°2442 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Le può sembrare strano, ma sono favorevole all'ora di religione nella scuola come una volta ": lo afferma Antonello Venditti. E spiega: " l'insegnamento della religione  cristiana ha sempre fatto parte della nostra cultura, delle nostre tradizioni, delle radici cristiane della nostra Italia e non vedo la ragione per la quale si debba discutere. Io sono favorevole da questo punto di vista al concordato. Coloro i quali non vogliono seguirla, possono serenamente farne a meno senza alcuna discriminazione". Si ferma un attimo e aggiunge: " confermo quanto dicevo poco prima, ricordando una mia canzone nella quale identificavo la scuola con tre simboli, la foto del presidente della Repubblica, il maestro e la croce. Ogni battaglia tendente a eliminare simboli cari alla nostra tradizione, che è quella cristiana, mi sembra assolutamente intollerante. Nessuno ha mai imposto la religione cattolica agli altri, ma anche loro rispettino le nostre credenze. Forse si potrebbe allargare ad un insegnamento della storia delle religioni,ma un poco di cultura cattolica non ha mai ammazzato nessuno". Lei è un affermato uomo di spettacolo e proprio lo spettacolo con tanto gossip è finito nell'occhio del ciclone, che cosa sta accadendo?: " che questa televisione, bisogna parlare chiaro, non ha nulla di cristiano,insegna i controvalori delle veline e la ricerca della raccomandazione costi quel che costi.. Oggi la stessa famiglia non basta più. Quando esistono sistemi come internet, che se mal utilizzati producono effetti devastanti". Come spiega il fatto, per la verità insolito, che lei non è stato quasi mai coinvolto nel gossip?: " penso che alcune volte questo meccanismo piaccia e faccia gioco agli stessi interessati. Nei limiti del possibile con prudenza cerco di evitare questo brutto mondo che, lo ribadisco, ha poco di cristiano e sa travolgere tutto nel nome di un successo effimero e bugiardo. Questa tv delle veline e della nudità è lontana da Dio e dalla reale identità cristiana, dispiace dirlo". Venditti, lei si sente peccatore?: " e quando mai sono stato perfetto?. Anzi dico che  il peccato non debba essere abolito. Senza il peccato l'uomo è imperfetto.Io sono un grande peccatore, ma mi piace ricordare che nella storia della Chiesa tanti santi sono stati peccatori impenitenti ed hanno saputo regire alla tentazione del peccato con la grazia della santità". Che cosa pensa di Giovanni Paolo II?:" un grande uomo. Non mi interessa il suo lato politico o storico, questo tema lo lascio agli esperti. Io vedo la sua enorme spiritualità, fu un grande. Mi ha colpito la sua vecchiaia, il modo in cui la ha affrontata. Cristo non è stato vecchio, Giovanni Paolo II sì. Bene attraverso la sua vecchiaia,  Cristo si è come materializzato nella fragile figura di Giovanni Paolo II". Tema immigrazione, che pensa?:" la carità deve superare ogni barriera. L'amore, la solidarietà vengono prima di ogni legge umana. Certo, poi si discuta, ma non salvare vite umane di disperati e derelitti è un grave peccato". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

UN PAESE SENZA FIGLI DIMENTICA IL PROPRIO FUTURO

Post n°2441 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"A fronte di una natalità insufficiente come faremo a garantire un futuro a questo Paese?", perché "un paese che non fa figli è un paese che dimentica il proprio futuro". Con queste parole Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (FIMP), ha aperto a Roma, mercoledì 30 settembre, il terzo congresso nazionale della federazione intitolato "Il Paese delle culle vuote". Mele ha ricordato che "sebbene rimangano costanti i livelli di nascita in Italia, il bilancio è comunque in passivo (il numero di decessi è ancora maggiore rispetto al numero di neonati della penisola". Dall’ultimo rapporto ISTAT risulta inoltre che sono sempre meno le famiglie numerose e che l’età in cui si ha il primo (e spesso unico) figlio è salita notevolmente attestandosi intorno ai trent’anni. Secondo il presidente della FIMP, "il calo delle nascite resta il problema centrale", perché "una popolazione che invecchia tende a privilegiare le rendita e la sicurezza e vuol dire meno lavoro, meno consumi e meno investimenti". Data la vastità del fenomeno, per il presidente dei medici pediatri "la questione demografica non può essere affrontata solo sul piano dei numeri confidano unicamente nel contributo dei flussi migratori". Il dott. Mele ha analizzato il dibattito in corso nella società italiana, dove "per alcuni la salvaguardia dei diritti della persona implica il riconoscimento dell’essere 'naturalmente' appartenenti ad un sesso rispetto ad un altro, per altri no e rivendicano, ad esempio, il diritto al matrimonio tra omosessuali". "Per alcuni il diritto alla vita implica che esso venga tutelato fin dal primo concepimento, per altri no e rivendicano il diritto della donna ad abortire o il diritto a produrre e ad usare embrioni umani per la ricerca". Per mettere ordine in questo dibattito, il dott. Mele ha ribadito che prima di essere medici siamo "persone, uomini e donne di questo Paese" e che è necessario decidere per il bene comune sottolineando alcuni principi "fondanti", primi fra tutti "i valori umani eterni e, tra questi, la difesa della vita, il rispetto per la libertà di pensiero e di culto (a partire dal nostro) e, quindi, la difesa della nostra identità laica e cattolica". Per vincere la sfida e costruire un futuro possibile il presidente della FIMP ha denunciato coloro che, di fronte ai costi economici di certe malattie, "potrebbe pensare di sottoporre gli embrioni o i feti umani a test genetici che ne garantiscano la ‘qualità’ prima di farli venire al mondo". "Qualcun’altro – ha sottolineato – potrebbe immaginare che una campagna sistematica in favore dell’eutanasia sia una buona strategia per alleggerire i costi di una vita che, diventando sempre più lunga, produce un numero crescente di persone anziane non autosufficienti". Per "dare vita e mantenere il livello ottimale di salute dei nostri piccoli assistiti", ha sostenuto il dott. Mele dobbiamo evitare "ogni tentativo di desertificazione del futuro". Dopo aver denunciato i cattivi maestri che insegnano "modelli vincenti basati sulla forza bruta (penso ai molti, troppi video-giochi basati sulla violenza), alla sessualità da fast food, l’idea di dare la pillola ai giovanissimi magari a scuola senza che i genitori ne debbano essere informati", il presidente della FIMP ha spiegato che "dalla crisi si può uscire solo se si torna ad investire proprio sui valori e sulla responsabilità". Per questo motivo la FIMP continua a pensare che si debba ristabilire una scala valoriale dove il primo gradino è rappresentato "dalla centralità della persona umana" e dove lo Stato deve riconoscere che "la tutela della inviolabilità di ogni vita umana costituisce il primo limite alla autorità pubblica e allo stesso tempo il suo fine ultimo". "Come potremmo contrastare il tasso di natalità a costi zero senza un serio investimento per la famiglia?", si è chiesto il dott. Mele, affermando poi che "il nostro Paese vecchio, ma pieno di risorse, deve tornare a scommettere sulle donne e sui bambini per uscire dal declino". "Solo così – ha concluso – ci troveremo di fronte ad una prospettava luminosa". - Antonio Gaspari - Zenit -

 
 
 

I BUONI ESEMPI FANNO MOLTO PIU' RUMORE DELLE PERFETTE OMELIE. I POLITICI CRISTIANI SIANO COERENTI E CREDIBILI

Post n°2440 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Certo, ha ragione il Papa, i politici devono essere credenti,ma soprattutto credibili": lo ribadisce il cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, porporato quanto mai attendo e scrupoloso alla dottrina sociale della Chiesa. Eminenza, nel suo recente viaggio, il Papa ha richiamato, specie i politici cristiani alla credibilità, che cosa intendeva dire, a suo giudizio?: " penso che in sè stesso il concetto sia molto semplice e comprensibile. Dai politici si chiede innanzitutto senso di razionalità, ovvero misura e che evitino stravaganze. La credibilità nasce e si rafforza proprio nel fare bene la ordinarietà, poi viene tutto il resto". Credibilità può anche essere intesa come coerenza tra quanto si afferma a parole e quello che poi si pratica nella vita reale di ogni giorno: " vero. Ma questo mi sembra un problema generale che non coinvolge solo i politici. Siamo nel tema della doppia morale, non esiste una divaricazione, un divorzio tra pubblico e privato, specie poi per chi comanda, che deve dare il buon esempio con le azioni e i modelli di vita, gli stili di vita". Poi aggiunge: " ricordo con molto piacere una bella frase di quel grande papa che fu Paolo VI". Che cosa diceva?: " ora non la saprei recitare a memoria. Ma nella sostanza egli affermava, credo con assoluta ragione, che un buon esempio, un retto vivere, trascina e coinvolge, fa molto più rumore che una bella omelia, perfetta e corretta. Insomma, un invito all'esempio nel vivere quotidiano. E noi oggi più che mai abbiamo bisogno di esempi puri e veri, non di simulacri". Questo discorso vale anche per l'economia che deve ispirarsi,come ha ribadito il papa nella sua Enciclica a criteri di trasparenza e di etica: " non è pensabile, tanto meno credibile una economia che non tenga conto dell'etica, della morale, del bene comune. Bene ha fatto il Papa ha ricordarlo, ma queste cose sono state già varie volte e con vigore affermate dalla dottrina sociale della Chiesa e nessuno pensi che i Vescovi e i preti questi testi debbano tenerli chiusi nella sacrestie". Lei rivendica dunque il diritto e il dovere dei Vescovi a dire la loro in cose di interesse comune e sociale: " certo,altrimenti che ci staremmo a fare? La Chiesa non deve fare e non fa politica attiva, non è questo il suo compito e tanto meno cercare posizioni di potere. Ma i Vescovi hanno il dovere pastorale di illuminare le coscienze dei fedeli su temi eticamente sensibili che talvolta possono entrare in rotta di collisione con la politica. Ripeto, senza fare politica attiva. Rivendichiamo con fermezza il diritto ad apparire sulla vita pubblica, nessuno pensi di lasciare Dio in un cantuccio". Tema immigrazione, che cosa ne pensa?: " si sta esagerando troppo sia in Italia che in Spagna. Domina un senso di paura e forse di fastidio per lo straniero e il diverso. Lo ho detto varie volte: non è cristiano lasciar morire gente in mezzo al mare rifiutandosi di soccorrerle, e quindi disprezzando la dignità della vita umana. Il soccorso ha sempre fatto parte delle regole di civiltà e della marineria, oltre che della morale". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

FORATTINI: IN ITALIA NON C'E' UN REGIME, MA UNA SINISTRA CHE QUERELA LA SATIRA

Post n°2439 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Viva la libbertà di informazzione", dietro lo striscione, tra falci e martello, cartelli inneggianti a Piazzale Loreto e alla D’Addario uno stralunato Franceschini, lo scheletro di Fassino e il compagno Stalin. Di Pietro e D’Alema indossano uniformi da gerarca fascista, mentre, sullo sfondo, Berlusconi veste i panni di Mussolini appeso a testa in giù. Con questa vignetta, pubblicata da Panorama venerdì, Forattini ha espresso, senza lasciare spazio a fraintendimenti, tutto il suo "ironico" dissenso sulla manifestazione di Roma per la libertà di stampa. Lo abbiamo raggiunto per discutere dello stato di salute dell’informazione e della satira in Italia.

Forattini, non è stato leggero con gli organizzatori della manifestazione, non le pare?

Quella vignetta riassume il mio pensiero sull’argomento. In Italia non c’è un regime come vogliono farci credere certi signori, questo è il Paese più libero del mondo. Tirare in ballo la libertà di stampa per cercare di abbattere un governo mi è sembrato ridicolo. Chi urla, invece, fa parte di un regime ideale che vorrebbe venisse instaurato in Italia. In piazza avrei dovuto scendere io con un cartello per la libertà di satira, non i miei persecutori (alcuni politici) o chi non mi ha mai difeso (l’Ordine dei giornalisti).

Ma nella sua lunga carriera di vignettista non ha sempre potuto ridicolizzare i politici e i partiti senza alcun problema?

Guardi, la mia carriera è disseminata di querele, ricevute dai politici della sinistra, sulla base, tra l’altro, del codice Rocco, il codice fascista sulla libertà d’informazione a mezzo stampa. La legge che condannava al confino i dissidenti di Mussolini, per intenderci. Una cosa senza senso perché la satira va al di là dell’informazione, non dico che abbia una libertà maggiore, ma non dovrebbe essere regolata da nessun articolo di legge o di codice.

Si spieghi meglio…

Per intenderci, se un giornalista dà del ladro a un politico deve dimostrarlo, altrimenti incorre nel codice penale, se invece un vignettista disegna quel politico con il sacco della refurtiva non deve dimostrare un bel niente: la satira è un’altra cosa. È quello che D’Alema non capì nel ’99. Mi querelò chiedendomi 3 miliardi per la mia famosa vignetta, uscita su Repubblica, nella quale era intento a ripulire con il bianchetto i nomi del dossier Mitrokhin. Ai tempi era Presidente del Consiglio ed era scoppiato il famoso scandalo sui politici, ambasciatori e giornalisti che per anni erano stati a libro paga dell’Unione Sovietica, ma in Italia quei nomi non uscivano mai.

E lei cosa fece dopo quella querela?

Avrei dovuto querelarlo a mia volta per "tentato omicidio" perchè chiedere 3 miliardi delle vecchie lire a un vignettista voleva dire farlo morire. Invece chiamai il direttore, Ezio Mauro, e gli dissi: "Buonasera, non mi difendete, me ne vado, arrivederci e grazie". Così, senza chiedere niente, lasciai il giornale di cui sono uno dei fondatori. Un caso singolare: penso di essere l’unico al mondo a essere stato querelato per satira, senza che la querela abbia colpito né il quotidiano che l’aveva pubblicata, né l’editore.

Poi però D’Alema la ritirò?

Certamente, dopo aver ottenuto che lasciassi Repubblica me lo ritrovai ad aprire una trasmissione di Santoro in cui dichiarava il suo pentimento. D’altronde doveva presentarsi alle elezioni. Cosa vuole che le dica? Vedere D’Alema manifestare in piazza per la libertà di stampa mi fa ridere, amaramente. La loro filosofia è sempre quella: "scherzate su tutti, tranne che su di noi".
La realtà è che in Italia un politico può rovinare un giornalista sapendo benissimo che, anche se le querele non vanno a buon fine, le spese degli avvocati rimangono a carico del malcapitato.

Con Franceschini e Fassino però non ha mai avuto problemi di questo tipo?

Mi sembrano persone civili, li ho messi nella vignetta perché si prestano a queste cose. Devo ammettere che Fassino è stato l’unico comunista a chiedermi l’originale di una mia vignetta. Quella in cui D’Alema, durante lo scandalo delle banche, dichiara di non avere scheletri nell’armadio, dimenticandosi di lui. Un altro che durante Tangentopoli alla sera mi mandava sempre il poliziotto a casa a prendere la vignetta era Di Pietro. Lo raffiguravo come un eroe a quei tempi, da quando è in politica invece lo disegno come un gerarca.

Nella vignetta ha trovato un posto anche a Stalin, certi fantasmi della storia non si decidono proprio a scomparire?

È il padre di cui i comunisti non si sono mai liberati. In Italia hanno commesso il tragico errore di non fare i conti con il proprio passato e con le vittime del comunismo. Se lo avessero fatto a quest’ora l’Italia sarebbe tutta con loro.

I politici della Prima Repubblica avevano maggiore senso dell’umorismo rispetto a quelli di oggi?

Sinceramente rimpiango personaggi come Fanfani, Andreotti o Spadolini. Io li colpivo duramente, ma non mi hanno mai querelato. Andreotti lo disegnavo con la coppola, per intenderci... a Craxi più di una volta ho fatto perdere le staffe. Una volta lo feci come topo d’albergo con in mano Repubblica, che ai tempi aveva indetto un concorso che si chiamava Portfolio, e la scritta: "Quanto mi piace questo giornale quando c’è Portfolio". Beh, anche Fanfani si arrabbiava… È da quei tempi che si è creato un equivoco: il potere era nelle mani della Dc e di Craxi, e si pensava che la satira, essendo contro il potere, non poteva che essere di sinistra. Purtroppo questa idea è rimasta anche con la sinistra al governo e la satira si è ritrovata con le armi spuntate.

A proposito di vignettisti di sinistra, c’è solidarietà tra colleghi, al di là delle convinzioni politiche?

Ma guardi, sono sempre stati carini con me, anche se non sono mai scesi in piazza per esprimermi solidarietà. Io penso a Guareschi come a un padre e credo di aver dato il mio contributo alla satira in Italia: ai tempi di Repubblica c’era un inserto, "Satyricon", nel quale io davo il tema e gente come Vauro, Giannelli, Ellekappa o Vincino, iniziava a farsi notare. Stiamo parlando del ‘78. Chiusa quella parentesi loro hanno trovato posto altrove. Io, per la mia non appartenenza alla sinistra, non avevo copertura dalle querele e spesso sono stato etichettato come qualunquista, fascista, di destra, pagato da Berlusconi. Quelli che dicevano così forse non sanno che andai via anche da Il Giornale e fra un mese scade il mio contratto con Panorama (ci lavoro dal ’73). D’altronde capisco che avere un Forattini in redazione può essere un bel costo.

Per le spese legali?

Certo. Quando Berlusconi comprò Mondadori cominciò il bombardamento delle querele di molti personaggi che sognavano una vecchiaia felice. Il ritornello era: "tanto questo paga". C’era un bel viavai della Guardia di finanza, l’ufficio legale della Mondadori era oberato di lavoro e spesso costretto sborsare cifre pazzesche. Solitamente non sono molto simpatico agli uffici legali. Nei corridoi si inizia subito a vociferare: "perché dobbiamo rischiare così per quello lì che si diverte, lavora da casa, ci fa spendere un sacco di soldi…". Ma io sono così, non faccio satira per far gradimento all’editore o al direttore, mi rivolgo ai lettori. Quando la vignetta a Repubblica non andava bene mi rifiutavo di farne un’altra e gli dicevo "metteteci la faccia di Scalfari!". - Giorgio Forattini - ilsussidiario -

 
 
 

SANTA MARIA FAUSTINA KOWALSKA 5 OTTOBRE

Post n°2438 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Santa Faustina, l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Santa Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Glogowiec (attualmente diocesi di Wloclawek). Al battesimo nella chiesa parrocchiale di lwinice Warckie le fu dato il nome di Elena. Fin dall'infanzia si distinse per l'amore, per la preghiera, per la laboriosità, per l'obbedienza e per una grande sensibilità verso la povertà umana. All'età di nove anni ricevette la Prima Comunione; fu per lei un'esperienza profonda perché‚ ebbe subito la consapevolezza della presenza dell'Ospite Divino nella sua anima. Frequentò la scuola per appena tre anni scarsi. Ancora adolescente abbandonò la casa dei genitori e andò a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandrow, lodl e Ostrowek, per mantenersi e per aiutare i genitori. Fin dal settimo anno di vita avvertì nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare nel convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 10 agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni in diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilnius e Plock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. All'esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sè una profonda e straordinaria unione con Dio. Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: O mio Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in s‚ una delle Tue virtu; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sara il mio segno distintivo in questa e nell'altra vita (Diario, p. 418). Suor Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Gesù Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime smarrite. Rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù offrì la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre nell'amore per l'Eucarestia e nella profonda devozione alla Madre di Dio della Misericordia. Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell'ubiquità, il dono di leggere nelle anime, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie era consapevole che non sono esse a costituire l'essenza della santità. Scriveva nel "Diario": Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio (Diario p. 380). Il Signore aveva scelto Suor Faustina come segretaria e apostola della Sua misericordia per trasmettere, mediante lei, un grande messaggio al mondo. Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso (D., p. 522). La missione di Suor Faustina consiste in tre compiti:

- Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sull'amore misericordioso di Dio per ogni uomo.
- Implorare la misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, tra l'altro attraverso la prassi delle nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l'immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina alla Divina Misericordia e la preghiera nell'ora della Misericordia (ore 15). A queste forme del culto e anche alla diffusione della devozione alla Divina Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dell'affidamento a Dio e dell'amore attivo per il prossimo.
- Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggiamento di fiducia filiale in Dio, che si esprime nell'adempimento della Sua volontà e nell'atteggiamento misericordioso verso il prossimo.

http://www.totustuus.org/SacroCuore/Gesu

Oggi questo movimento riunisce nella Chiesa milioni di persone di tutto il mondo: congregazioni religiose, istituti secolari, sacerdoti, confraternite, associazioni, diverse comunità degli apostoli della Divina Misericordia e persone singole che intraprendono i compiti che il Signore ha trasmesso a Suor Faustina. La missione di Suor Faustina è stata descritta nel "Diario" che essa redigeva seguendo il desiderio di Gesù e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Gesù e rivelando il contatto della sua anima con Lui. Il Signore diceva a Faustina: Segretaria del Mio mistero più profondo, ...il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (D., p. 557). Quest'opera infatti avvicina in modo straordinario il mistero della misericordia Divina. Il "Diario" affascina non soltanto la gente comune ma anche i ricercatori che vi scoprono una fonte supplementare per le loro ricerche teologiche. Il "Diario" è stato tradotto in varie lingue, tra cui inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco e arabo. Suor Faustina, distrutta dalla malattia e da varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all'età di appena 33 anni. La fama della santità della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto della Divina Misericordia e secondo le grazie ottenute tramite la sua intercessione. Negli anni 1965-67 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virtù e nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembre del 1992. Il 18 aprile del 1993, sulla piazza di San Pietro a Roma, il Santo Padre Giovanni Paolo II l'ha beatificata e il 30 aprile 2000, Anno del Gande Giubileo del 2000, l'ha canonizzata. Le reliquie di Suor Faustina attualmente sono sparse nel mondo in varie chiese. La tomba con i pochi resti corporali sono conservati nella cappella della casa a Cracovia dove si recava a pregare. Le reliquie sono anche esposte nel Santuario della Divina Misericordia, Chiesa Santo Spirito in Sassia.

La Coroncina alla Divina Misericordia

La Coroncina alla Divina Misericordia è stata dettata da Gesù a S. Faustina a Vilnius nell'anno 1935. Nelle rivelazioni successive Gesù ha mostrato il valore e l'efficacia di questa preghiera assieme alle promesse ad essa legate. In questa preghiera offriamo a Dio Padre "il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità" di Gesù Cristo e ci uniamo al Suo sacrificio sulla croce per la salvezza del mondo intero. Offrendo a Dio Padre il Suo Figlio Prediletto usiamo il più potente argomento per poter essere esauditi. Imploriamo la misericordia per noi e per il mondo intero. L'espressione "noi" intende colui che recita la Coroncina e tutti quelli per i quali vuole pregare. Invece l'espressione "mondo intero" intende tutti gli uomini viventi sulla terra ed anche le anime del purgatorio. Pregando con le parole della Coroncina compiamo un atto d'amore fraterno che, accanto alla fiducia, costituisce condizione indispensabile per ottenere le grazie. Gesù Cristo dopo aver raccomandato a S. Faustina: Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato - ha promesso che - per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno (508); aggiunge però la condizione: se questo sarà conforme alla Sua volontà (cf. 568). Le promesse concrete si riferiscono all'ora della morte e cioè alla grazia di poter morire serenamente e in pace. La possono implorare non solo le persone che hanno recitato con fiducia e perseveranza la Coroncina, ma anche i moribondi accanto ai quali essa verrà recitata. Gesù Cristo ha raccomandato ai sacerdoti di consigliare la Coroncina ai peccatori come ultima tavola di salvezza, promettendo che anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla Mia infinita misericordia (263). Sarebbe auspicabile, e questo si presume, che questa preghiera sia recitata con atteggiamento di fede, di fiducia, di umiltà e soprattutto con profondo e sincero pentimento dei peccati.

La Coroncina della Divina Misericordia - (si recita usando la corona del Rosario)

All'inizio

Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Sui grani del Padre nostro si recitano le parole seguenti:

Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

Sui grani dell'Ave Maria si recitano le parole seguenti:

Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e dei mondo intero.

Per finire si ripete per tre volte:

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.

 
 
 

E' NEL CUORE DELL'UOMO LA CAUSA DEI MALI DEL MONDO

Post n°2437 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
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La causa dei problemi del mondo? Il cuore dell'uomo. «Si, è questo ciò che direbbe un africano vero». Reverendo Godfrey Igwebuike Onah, vice rettore della Pontificia Università Urbaniana di Roma, parlando il 1° ottobre ad un incontro dell'Osservatorio sul Sinodo africano che si sta tenendo in Vaticano in questi giorni, non accetta altre risposte. I disastri che attanagliano l'umanità nascono dalle decisioni di coloro che non sono in comunione con Dio: «Per un cristiano, la pace, la giustizia e la riconciliazione si trovano solo in Cristo». E allora si, è vero, i Paesi che sfruttano il continente nero hanno messo in ginocchio milioni di persone, ma la verità è «che tutto questo è stato possibile con la collaborazione di quei fratelli che hanno venduto la propria coscienza». Ciò nonostante, spiega il sacerdote nigeriano – alle cui parole fa da sfondo un telo su cui è dipinto il volto di santa Josephine Bakita, del Nobel per la pace Nelson Mandela, dell'atleta kenyota Paul Tergat e dell'economista ed ex presidente della Tanzania Julius Nyerere, per il quale nel 2005 è stata aperta la causa di beatificazione - non ci si deve arrendere ma lottare per riportare la speranza tra coloro che non ne hanno più. Parole, quest'ultime, che compongono un discorso "di parte", e come potrebbe essere altrimenti? "Certe cose si possono veder bene solo da chi ha gli occhi pieni di lacrime", amava dire il Romero d’Africa, monsignor Christophe Munzihirwa, arcivescovo di Bukavu-Congo, ucciso nel 1996 per le sue prese di posizione durante la guerra congolese, quando gridò che nessuna logica politica vale più della persona umana. Allo stesso modo, il reverendo Onah si sente coinvolto al punto di non fare sconti a nessuno. Ce n'è per tutti: per chi ha depredato e continua a depredare la sua terra, per chi in Italia è contro la convivenza etnica, per chi pensa con malinconia all'Africa lontana, quando sarebbe già tanto «preoccuparsi degli africani che vivono qui» e contro chi molto spesso ha tradito il vero messaggio evangelico. A tal proposito, ricorda come nel 1994, anno della I Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, il segno più drammatico della distanza tra la vita reale degli africani e un certo modo d'intendere il cristianesimo stava nella tremenda coincidenza dell'inizio del Sinodo e l'inizio del genocidio in Rwanda, «uno dei Paesi più cristiani d'Africa». Ma ricorda pure come oggi questo continente sia «l'imbarazzo del mondo, coinvolto nella crisi economica ma non nella ricerca della sua soluzione». E come, ancora più grave, sia «la marginalizzazione dell’Africa», clochardizzazione la chiamava il teologo Jean Marc Ela: uomini e donne che non contano perchè non servono al mercato e che oggi trovano la tomba nelle acque del Mediterraneo. Comportamenti indegni che alimentano la rabbia, anche perché «se al posto degli uomini morissero giraffe e scimpanzé la comunità internazionale si mobiliterebbe». L'avvertimento del religioso non ha allora bisogno di commenti: «Se il mondo fa credere ai giovani africani delusi, come già accade in Medio Oriente, che la risposta ai problemi è nell'assalto al resto del mondo, a tremare saranno tutti». Per il momento la presenza dei missionari che insegnano il perdono rappresenta un deterrente all'esplosione della rabbia. «Se non per ragioni umanitarie, almeno per questo la sorte degli africani dovrebbe interessare tutti – termina Onah –. Qualsiasi cosa la Chiesa fa per rinnovare lo spirito cristiano in Africa, lo fa per il mondo intero». Lo svolgimento dell'assemblea episcopale dal 4 al 25 ottobre – appuntamento al quale il reverendo parteciperà nelle vesti di "esperto" - rappresenta allora una grossa opportunità di comprensione: «Il Sinodo, che vuol dire "camminare insieme", è un incontro dei vescovi della Chiesa nella sua universalità e non solo dei vescovi africani. Ed è bene che sia fatta a Roma perché solo così possiamo sperare di essere ascoltati da quella comunità internazionale che è espressione dei paesi più ricchi e potenti». In finale, da quei Paesi che decidono il destino di troppa umanità.- Zenit -

 
 
 

MORTE A COMANDO PURCHE' SIA SALVA LA FORMA

Post n°2436 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da diglilaverita
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Donna inglese suicida col consenso dei medici.

Kerrie aveva 26 anni, viveva a Norwich, in Gran Bretagna, e due anni fa si è suicidata, perché una malformazione le impediva di avere figli. Ci aveva già provato nove volte, e al decimo tentativo ci è riuscita. La sua triste storia sta diventando un caso nazionale perché la sua famiglia ha trascinato in tribunale i medici che non l’hanno curata: per essere sicura di non essere salvata per l’ennesima volta, Kerrie aveva scritto il proprio testamento biologico, dichiarando la propria volontà di uccidersi, e chiedendo di essere lasciata morire. Dopo aver ingerito un anticongelante, ha chiamato l’ambulanza e ai medici in ospedale ha esibito il documento scritto, confermando a voce la propria volontà di morire. I medici hanno eseguito le sue volontà, e il responsabile dell’equipe ha spiegato di averlo fatto non per timore di una eventuale denuncia – in Gran Bretagna i medici che non rispettano i 'testamenti biologici' rischiano la radiazione dall’albo – ma perché «la volontà della donna era chiarissima». Le amiche confermano. Ma un suicida che vuole veramente morire non chiama l’ambulanza, suggerirebbe il buon senso. Anche su questo ha risposto Kerrie stessa: all’arrivo in ospedale ha spiegato ai medici di aver chiesto il loro intervento perché non voleva morire sola e in preda ad atroci dolori, e ha chiesto gli analgesici, autorizzandoli a intervenire solo per la sedazione. Insomma: l’eutanasia, intesa come la buona morte data ai malati terminali per risparmiare sofferenze inevitabili, l’eccezione per rari casi gravissimi, è roba vecchia, superata, vinta. La disperante fine di Kerrie indica la nuova opzione a disposizione: una morte medicalmente assistita, fornita su richiesta, legittimata da un consenso informato perfettamente legale, una morte neppure data in un luogo separato – a casa propria o in una di quelle cliniche cosiddette 'specializzate' – ma in un ospedale come tanti, nato per curare le persone. La libertà di suicidarsi è quindi diventata un diritto esigibile dal servizio pubblico sanitario, allo stesso modo del diritto a essere curati e salvati: quel che conta è che sia chiesto a chiare lettere, nella formulazione burocratica corretta, conformemente alla normativa vigente. Il medico è semplicemente un erogatore di servizi (compreso quello a morire), un 'rispettoso' esecutore di volontà altrui. E cosa importa della persona di Kerrie, della sua depressione, delle altre sue volontà, quelle pure espresse con chiarezza: qualcuno, per esempio, si è chiesto come si conciliava il suo desiderio di avere bambini – il desiderio più vitale che una donna possa avere – con la voglia di morire? Oppure quanto e come la sua frustrazione si sarebbe potuta alleviare? Medici, politici e opinione pubblica, la sedicente 'società civile': avrebbero tutti dovuto avere almeno un sussulto di fronte alla morte di Kerrie, fornita dal servizio pubblico, tutelata dalle leggi in vigore, legittimata dal pensiero comune. Che ne facciamo del progresso scientifico, della professione medica, di quei diritti umani rivendicati a ogni piè sospinto, se oggi a chi si vuole gettare dal ponte siamo solo in grado di dare la spinta più efficace e indolore? Le coscienze sembrano ormai addomesticate dal verbo dell’autodeterminazione, ridotto ad un individualismo esasperato, in una società da cui si esigono 'servizi' e 'nuovi diritti', ma nella quale le relazioni umane hanno sempre meno importanza. Di sussulti, insomma, non ne vediamo abbastanza. Registriamo piuttosto segnali inquietanti: il testo di legge sul fine vita approvato al Senato, nato proprio per escludere dal nostro ordinamento il 'diritto a morire', è fermo da diversi mesi alla Camera, e la sua discussione in Aula è stata ulteriormente rimandata. Una 'melina' che non lascia tranquilli. - Assuntina Morresi - Il mascellario -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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