ASCOLTA TUA MADRELE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA |
VERGINE MADRE
«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000
CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
Salve Regina,
Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
Angelo di Dio,
Eterno riposo.
“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)
Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II
AREA PERSONALE
Messaggi del 08/10/2009
Post n°2460 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da diglilaverita
Sono andato in pellegrinaggio “privato” a Medjugorie a fine luglio di quest’anno insieme a Daniela. Lei c’era già stata, per me era la prima volta. Già da diversi mesi vivevo forte la chiamata dalla “Regina della Pace” e durante il viaggio mi sentivo come un ragazzino che va al suo primo appuntamento d’amore. Al ritorno capii che è proprio questo il motivo per cui la gente non si stanca mai di andare e ritornare a Medjugorje, nonostante la distanza e la fatica. Gli avvenimenti di Medjugorie continuano da piu di 28 anni. I Messaggi della Madonna si diffondono nel mondo intero e interpellano i cuori di tutti i cristiani dei 5 continenti. Il pronunciamento ufficiale della Chiesa ancora non è stato dato, come è normale fino a che le Apparizioni non saranno terminate, ma la presenza massiccia di Vescovi, Cardinali, sacerdoti, teologi e gia un riconoscimento implicito. Possediamo una testimonianza chiarissima del Nunzio Apostolico della Bulgaria, Mons. Mario Rizzi, nel 1997, in occasione del Congresso Eucaristico di Bologna. In un dialogo personale, assieme a Mons. Roberto Cavallero Chiaravalli, chiesero al papa: “Lei crede a Medjugorie?”. Il Papa Giovanni Paolo II rispose: “ Ci credo, ci credo, ci credo!” Che cosa trova la gente a Medjugorje? Chi ha frequentato Medjugorje fin dai primi anni è stato testimone di notevoli cambiamenti. All’inizio l’unico punto di riferimento era la chiesa parrocchiale con a fianco la casa canonica, non diversa dalle altre costruzioni del villaggio, che faceva anche da abitazione per i frati. Attualmente Medjugorje in un certo senso non è più riconoscibile rispetto alle fotografie degli anni ottanta ma la bellezza di Medjugorje è il fatto che, nonostante le trasformazioni, ha conservato i tratti caratteristici e familiari di una parrocchia. I pellegrini che vi convengono da ogni parte del mondo non vi trovano nulla di particolare, eppure respirano un clima misterioso che li avvolge e compenetra l’anima. In nessun’ altro pellegrinaggio ho provato ciò che ho sperimentato lì. Era forse perchè alloggiavo nella casa di Stipe (Stefano) il più piccolo dei 7 fratelli di Vicka Ivanković? Non credo. Ma allora di che cosa si tratta? La gente concordemente dà testimonianza di una presenza materna che il cuore avverte come un mare di tenerezza al quale abbandonarsi. La Regina della pace, inoltre, ti ringrazia sempre per la risposta alla sua chiamata. Senza dubbio è lei che parla al cuore, ne sia uno cosciente o meno, ed è la sua voce che si fa strada nell’intimo di ognuno. Quel 25 luglio 2009 la Madonna tramite Marija Pavlović, che avevo avuto il piacere di incontrare nel pomeriggio, ci ha detto ”Cari figli, questo tempo sia per voi tempo di preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". A Marija è stato chiesto che cosa prova a vedere la Madonna, lei, molto serenamente ha risposto che non è importante vedere la Madonna ma l’importante è sapere che è la Madonna ci VEDE e che guarda ognuno di noi con amore di madre. In quel momento ho “sentito” che la madre di Cristo era lì con me, che mi guardava,…e mi sono vergognato dei miei peccati. Tornato a casa, dopo pochi giorni sentivo già la mancanza di qualcosa, sentivo già il desiderio di tornare a Medjugorje ...Ma Perché la gente torna a Medjugorje? La ragione in fondo è semplice: si ritorna a Medjugorje perché lì la Madonna è viva. Il richiamo irresistibile di Maria si fa sentire di nuovo molto presto nel cuore. Il suo progetto di istruire, guidare e fortificare nella fede la nostra generazione esige un lungo e paziente accompagnamento. Queste apparizioni sono le ultime, ha affermato la Regina della Pace, e poi non apparirà più sulla terra. Sono un evento assolutamente eccezionale che prepara la Chiesa e il mondo a superare una “crisi” che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Questo tempo è il tempo di Maria, ma anche quello della potenza delle tenebre. La Regina della pace durante questi anni sta preparando l’esercito della testimonianza e della vittoria. Il ritorno a Medjugorje fa parte del piano di Maria perché il tempo della prova non ci trovi impreparati. E’ però necessario che tutto questo non si risolva in un’abitudine o in una collezione di viaggi da esibire come prova della propria fedeltà. Se ogni volta il cuore non si rinnova, si fanno chilometri sull’asfalto ma non lungo il cammino della perfezione. Ecco perché ogni salita sul Podbrdo deve essere un evento dello spirito, un desiderio di rinnovarsi interiormente e di compiere con Maria il pellegrinaggio della propria vita. Il ritorno a Medjugorje va collocato nel proprio personale cammino di santità e nello sforzo quotidiano di conversione che non deve mai cessare. Verrà un momento in cui anche i tiepidi e gli scettici decideranno finalmente di intraprendere il santo pellegrinaggio a lungo rinviato. Non sappiamo se allora le grande agenzie di viaggi, attirate dai profitti, scenderanno in campo. Questo avverrà quando sulla montagna apparirà “il segno visibile, indistruttibile, durevole, bellissimo, che viene dal Signore”. Molti allora accorreranno sulla collina, spinti dalla curiosità. Ma sarà troppo tardi per convertirsi. - Ennio Belleffi - Parrocchia Madonna Della Neve - Emanuela "Info da Medju" -
|
Post n°2459 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da diglilaverita
Nel boom degli anni’60, le comunità hippy, con la loro contestazione e musica. Tra capelli lunghi e canapa indiana. Una cultura, diramata in vari campi e rimandata ad un tipo di ribellione, per l’anticonformismo sfiatante il progresso. Di quegli anni, l’eco nelle comunità terapeutiche. Sorte per rispondere al desiderio di disintossicarsi, di smetterla con le droghe anche leggere. Iniziate per curiosità o per diletto. Un progetto di vita comune, con operatori specifici, per ripristinare un equilibrio o conferirlo a personalità inquiete, a caccia spesso di autenticità. La droga, incisore degli anni Settanta, con il progetto di don Picchi e don Gelmini. Da Incontro, ad Emmanuel. Da Muccioli, a don Mazzi, focolai sparsi, per arginare la piaga sociale. Oggi, può apparire scemata. Perché fa meno rumore. Eppure, gli amanti della magica polverina, non scompaiono. Da una recente indagine, del Cnr, dal 2001 ad oggi, gli Italiani affezionati alla "polvere bianca", almeno una volta all’anno, da 400.000 al milione. Circa 300.000 i consumatori, abitudinari. L’età, oscillante: dai 35, ai 45 anni. I maschi, il doppio delle donne, sia per consumi occasionali, che abituali. In cima alla classifica consumatori, disoccupati, seguiti da artigiani, commercianti ed operai. Lombardia, Lazio, Piemonte e Liguria, le regioni più in vista. La cocaina non fa sconti: oltre al prezzo di vite umane. In tanti a mettersi al volante dopo averla inalata. Creduta droga degli snob, l’indagine ha lasciato meravigliati coloro che avevan sempre attribuito a certe caste privilegiate della società, tale abuso. Dati, infatti, i costi elevati, non stimata abbordabile a qualsiasi tasca. Invece, il ricorso a tale sostanza, proprio da parte di chi vive maggiormente le problematiche sociali. Per ricaricarsi di un’energia atta a sopravvivere le tempeste esistenziali. Prima di ricoverarsi sotto l’ala della realtà. Perché la droga, artificialmente proietta la vita, offrendo un palliativo dipendente, che altera soltanto i meccanismi reattivi dell’individuo. Sfiancando la stessa voglia autentica di vivere! Che non deve mai cessare, tra le altalenanti vicende terrene. - Rita Occidente Lupo - Pontifex - Alcool..mania L’alcool, prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni e terza in Italia sull’intera popolazione. Ogni anno 30.000 decessi. Il dato, emerso ad Udine, al 18° Congresso Nazionale dei Club alcolisti in trattamento, voluto dall’Acat (Assocazione Club alcolisti in trattamento). In Friuli Venezia Giulia, 271 i club Acat (2.200 in Italia), riferimento di circa 1800 famiglie. L’allarme, scattato nell’intero Paese, attiva le realtà territoriali. Gli enti, con una serie di divieti, vendita d’alcolici ai minori, intenti a voler tamponare il fenomeno sociale. Che affonda le radici in ogni caso nel disagio. Spesso, le comitive, le uscite del sabato sera, le incomprensioni familiari, le ambasce disoccupazionali, a monte dell’amore alla bottiglia. Che, per certi versi, ha soppiantato l’uso di stupefacenti. Anche se ugualmente " surrogato" della difficoltà ad affrontare la realtà. Una serie di gruppi ed associazioni, a far quadrare il conto della vita. A voler strappare la bottiglia dalle mani di chi non intende mollarla. Perché crede, in essa, di trovare la forza per guardare il presente. Se tra i giovani il fenomeno non mostra un trend sereno, permane la fascia d’età che in ogni caso non vi rinuncia: dai 35 ai 50 anni. Nel Nostro paese, la massiccia emigrazione dall’Est ha lievitato la popolazione ed alterata la sua fisionomia autoctona. Una società multietnica, un Paese interculturale, porta consequenzialmente con sé il fardello della diversità in ogni campo. Spesso la nostalgia della propria patria finisce nel sottofondo dell’ultima birra. O nel baretto di fortuna, tra un whisky ed un cognac. L’alcol non risparmia vittime. La prevenzione, l’unico scatto che può stoppare la dipendenza. Prima che sia troppo tardi, per rimpiangere di non aver saputo vivere! - Rita Occidente Lupo - pontifex - |
Post n°2458 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da diglilaverita
Nel giorno in cui si celebra la Memoria della Beata Vergine del Rosario Questo mercoledì Benedetto XVI ha esortato tutti i fedeli a fare del Rosario il centro della propria vita cristiana. Al termine dell'Udienza generale in piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che quest'oggi la Chiesa celebrava la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Una ricorrenza istituita da San Pio V per commemorare la vittoria riportata dalle nazioni cristiane nel 1571 a Lepanto contro la flotta islamica. "A voi, cari giovani, la raccomando perché vi aiuti a compiere la volontà di Dio e a trovare nel Cuore Immacolato di Maria un rifugio sicuro", ha detto. "Faccia sperimentare a voi, cari malati, il conforto della nostra Madre celeste, perché da Lei sorretti affrontiate i momenti della prova". "Per voi, cari sposi novelli, la recita di questa preghiera costituisca l’appuntamento giornaliero della vostra famiglia che crescerà così, grazie all’intercessione di Maria, nell’unità e nella fedeltà al Vangelo", ha quindi aggiunto. Durante le catechesi, parlando in lingua polacca, il Papa ha invece affidato alla Madonna del Rosario i lavori sinodali in corso in Vaticano, ribadendo poi "l'importanza" di questa preghiera mariana, "tanto cara anche ai miei venerati Predecessori". Nel saluti finali in lingua italiana il Santo Padre ha rivolto un pensiero anche ai Cavalieri del Ringraziamento di Roio, un'associazione nata in provincia de L’Aquila in seguito alla visita del Papa, del 28 aprile, nei luoghi del sisma. "Alla Vergine Maria della Croce, venerata nel Santuario di Roio affido ancora una volta - ha concluso il Papa - le attese e le speranze delle popolazioni colpite dal recente terremoto". Zenit - |
Post n°2457 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da diglilaverita
Grazie a questo miracolo, l'Apostolo dei Lebbrosi sarà canonizzato questa domenica "Nessuno è sopravvissuto a questo cancro. Questa malattia la porterà alla morte". Furono queste le parole che il dottor Walter Chang disse ad Audrey Toguchi nel 1997. Scientificamente per lei non c'era niente da fare. La sua guarigione è stata il miracolo decisivo per la canonizzazione di padre Damian de Veuster, che si svolgerà l'11 ottobre in una cerimonia presieduta da Papa Benedetto XVI in Piazza San Pietro in Vaticano. Padre Damiano, membro della Congregazione dei Sacri Cuori, noto anche come l'Apostolo dei Lebbrosi, nacque in Belgio nel 1840. A 33 anni si trasferì nell'isola di Molokai (Hawaii), dove i lebbrosi erano stati isolati. Privandosi di tutto, il sacerdote rimase lì servendo, catechizzando e amministrando i sacramenti a quanti avevano contratto questa malattia. Contagiato anch'egli dalla lebbra, morì nel 1899. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1995. Malattia allo stadio terminale Nel 1996 Audrey, originaria dell'isola hawaiana di Oahu, aveva 69 anni. "Non sapevo di avere un cancro", ha detto a ZENIT. "Mio marito notò un gonfiore dopo una caduta [era scivolata qualche giorno prima, mentre lavava il pavimento]. Il medico di famiglia disse che si trattava di un ematoma". L'anno dopo, l'ematoma non era scomparso, anzi, era aumentato. Audrey si sottopose a nuovi esami e le fu diagnosticato un liposarcoma alla coscia sinistra. Si trattava di un tumore maligno. Un anno dopo fu sottoposta a intervento chirurgico, ma il cancro ormai si era diffuso. "Fu il chirurgo che scoprì, al momento di asportarlo, che era un cancro terminale molto raro e aggressivo", ha commentato la donna. "Altri oncologi che studiarono il caso dissero che non c'era al mondo alcun referto medico su una persona sopravvissuta a questo tipo di malattia". Durante un altro controllo, nel settembre 1998, le radiografie rivelarono che il cancro aveva provocato metastasi ai polmoni. I medici diedero ad Audrey tre mesi di vita. La donna si sentiva molto debole. Non voleva la chemioterapia né altri interventi. Si rivolse così a una persona a cui era devota fin da bambina, da buona hawaiana: "Ho sempre amato padre Damiano", ha confessato. "L'ho pregato per tutta la vita. Per questo sono andata a Kalawao (dove si trova la sua tomba), a Molokai e nelle nostre chiese per molti anni". Nel novembre 1998 Audrey iniziò a sperimentare grandi miglioramenti. Gli esami medici mostrarono che il cancro stava regredendo. Sei mesi dopo, con un esame a raggi X, si notò un completo regresso delle metastasi senza che ci fosse stata alcuna terapia. Il cancro scomparve al cento per cento. Mentre per i medici non c'è spiegazione – lo afferma anche il suo dottore, che non è cattolico –, per Audrey non c'è dubbio sul fatto che la sua guarigione sia avvenuta grazie all'intercessione di padre Damiano. "Quando sono guarita completamente per amore del Signore e per l'intercessione di padre Damiano, mi sono sentita molto onorata e grata", ha confessato. Il 18 ottobre 2007, la Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi hanno esaminato i documenti clinici. Come si procede in vista di una possibile canonizzazione, credenti e non credenti hanno concluso affermando con certezza morale che la guarigione è non solo eccezionale, ma "soprannaturale". In seguito, la Commissione di Teologi ha determinato che si trattava di un miracolo, raggiunto per l'intercessione di padre Damiano, requisito indispensabile perché riceva il titolo di santo. La signora Audrey ha parlato di come la testimonianza di padre Damiano faccia ancora breccia nel suo popolo: "Abbandonò il Belgio quando era molto giovane. Era il pastore degli hawaiani di ogni religione, perché tutti siamo figli di Dio. Imparò e rispettò la cultura hawaiana. La sua figura è molto venerata tra noi. Dopo 120 anni continua ad essere molto amato". Audrey Toguchi oggi ha 82 anni. Ha un volto e una voce sereni ed è piena di vitalità. Ha assicurato che si recherà a Roma per la cerimonia di canonizzazione. "Il Presidente Abramo Lincoln, nel 1860, disse che Dio amava le persone comuni perché era diventato uno di loro", ha concluso parlando con ZENIT. "Io sono una persona molto comune. Nella sua compassionevole misericordia, Dio mi ha guarito e padre Damiano, che ha mostrato un grande amore per i più reietti dell'umanità, ha voluto intercedere per me". - Carmen Elena Villa - Zenit - |
Post n°2456 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da diglilaverita
La violenza, a volte, può assumere le forme più varie. Quella sulle donne, in particolare, travalica ogni limite, portandola ad essere oggetto di condizionamenti assurdi che non possono essere tollerati in una società che si dice pronta a superare ogni tipo di discriminazione. Nessuna donna, di nessuna nazionalità, dovrebbe essere sottoposta ad alcuna forma di coercizione, né fisica né tantomeno morale. Un problema, questo, che spesso "sfugge" ai più, e che a volte viene scagionato attraverso l’utilizzo di alibi che non trovano alcuna giustificazione. Essere una donna, e ancora di più, essere una donna musulmana oggi, significa essere "costretta" in una condizione di inferiorità alla stregua di un oggetto, senza alcuna possibilità di pensiero e di raziocinio. È questa la condizione che molti attribuiscono alla donna musulmana, forse appoggiandosi ad un’erronea concezione dei principi della religione islamica. In Marocco, grazie all’introduzione della Moudwana, il nuovo codice di famiglia, o in Tunisia come in tanti altri paesi, la condizione della donna non contempla questo tipo di vessazioni, né tantomeno la obbliga a vivere in condizione di inferiorità rispetto all’uomo. Questo avviene solo in altri paesi. Tra questi l’Afghanistan, dove il presidente Karzai avrebbe voluto introdurre una legge che non punisse lo stupro delle donne da parte dei mariti, per la quale alle donne sarebbe stato proibito lavorare ed uscire di casa senza il coniuge o un parente maschio, e che avrebbe dato al marito la possibilità di privare la moglie del cibo se "disubbidiente". Karzai per fortuna non vi è riuscito. Come ha affermato l’intellettuale marocchino di fama internazionale, Tahar Ben Jelloun, vi è "lo zahir e il batin, il visibile e il nascosto, ciò che è palese e ciò che invece è rinchiuso nell’anima". Non c’è gerarchia, non ci sono intermediari fra il credente e Dio, non c’è uomo che possa stabilire se e come una donna si debba vestire per essere più vicina alla religione. Non è attraverso un burqa o un niqab che l’essere femminile dimostra di essere una buona musulmana. Anche se questi indumenti sono in uso presso alcune donne immigrate di religione musulmana e italiane convertite all’islam, ciò non significa che senza il loro uso la professione del culto venga intaccata. Il burqa e il niqab, come ha anche ricordato il grande imam dell’università al Ahzar del Cairo, non hanno nulla a che spartire con la religione. È in questo contesto che s’inquadra la mia proposta di legge contro l’uso del burqa e del niqab. Una proposta di legge che vuole difendere le donne ma anche l’individuo in quanto tale, con una propria personalità, con i suoi sentimenti e le sue idee. Una proposta di legge già in discussione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati da due settimane e alla quale, da qualche giorno, si è affiancata quella presentata dalla Lega Nord che, pur ricalcando la mia nel merito, se ne allontana nella sostanza, laddove cita la professione di fede, additando il burqa o il niqab come "indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". La mia proposta di legge, invece, si propone di liberare tutte quelle donne nascoste dietro un velo che distorce loro la realtà, facendo loro vedere il mondo esterno da una prospettiva sbagliata. Una realtà che come donna e come parlamentare voglio contribuire a cambiare, ridando alla donna, ed in particolare a quella islamica, la libertà di decidere come vivere, senza più alcun condizionamento, né fisico né mentale, voluto da un estremismo strisciante che imperversa sempre più. Una legge che rispetta la donna. Non è attraverso un burqa o un niqab che l’essere femminile dimostra di essere una buona musulmana. Anche se questi indumenti sono in uso presso alcune donne immigrate di religione musulmana e italiane convertite all’islam, ciò non significa che senza il loro uso la professione del culto venga intaccata. È in questo contesto che s’inquadra la mia proposta di legge contro l’uso del burqa e del niqab. Una proposta di legge che vuole difendere le donne ma anche l’individuo in quanto tale, con una propria personalità, con i suoi sentimenti e le sue idee. Una proposta di legge già in discussione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati da due settimane e alla quale, da qualche giorno, si è affiancata quella presentata dalla Lega Nord che, pur ricalcando la mia nel merito, se ne allontana nella sostanza, laddove cita la professione di fede, additando il burqa o il niqab come «indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». La mia proposta di legge sul divieto dell’uso del burqa e del niqab, invece, si propone di liberare tutte quelle donne nascoste dietro un velo che distorce loro la realtà, facendo loro vedere il mondo esterno da una prospettiva sbagliata. Una realtà che come donna e come parlamentare voglio contribuire a cambiare, ridando alla donna islamica la libertà di decidere come vivere, senza più alcun condizionamento, né fisico né mentale, voluto da un estremismo strisciante che imperversa sempre più. Una legge che rispetta la donna musulmana. - Souad Sbai - ilsussidiario - |
INFO
LE LACRIME DI MARIA
MESSAGGIO PER L’ITALIA
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi
SAN GIUSEPPE PROTETTORE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione
ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua
santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre
di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne
preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo
sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù
Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere
delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla
morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa
di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di
noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso,
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna
beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.
Inviato da: diglilaverita
il 30/12/2016 alle 23:44
Inviato da: PAOLA11O
il 30/12/2016 alle 11:57
Inviato da: PAOLA11O
il 27/12/2016 alle 13:29
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2016 alle 18:10
Inviato da: diglilaverita
il 17/10/2016 alle 21:36