ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 12/10/2009

LA LUMINOSA GRATUITA' DI MARCIANA ELIZABETH

Post n°2479 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Gli ultimi due suoi quadri, ricchi di colori vivaci, portano una scritta: «Che tristezza mi provoca colui che non vede le meraviglie che Dio gli dà per vivere» e «Sii sincero con il tuo cuore e certamente incontrerai la felicità che cerchi»

«Al mio carissimo padre Aldo, il mio viaggio è prossimo a finire e non voglio andarmene da questo mondo senza dirle che qui, nella sua clinica, ho passato i giorni più felici della mia vita. Ho incontrato i fratelli e le sorelle più care, ammalati come me. Ho una grande tristezza sapendo che presto li lascerò. Però li affido a Lei, padre, al suo affetto, al suo amore perché ho la certezza che Lei darà tutto se stesso. Da questo momento, padre, anch’io mi prenderò cura di Lei». Queste parole che mi hanno fatto piangere di dolore e di gioia sono state scritte da Marciana Elizabeth il primo di luglio 2009. È morta di cancro nella mia clinica alcuni giorni dopo, il 15 di luglio. Aveva vent’anni e mi ha lasciato alcuni quadri, lei amava dipingere. I suoi soggetti preferiti erano le piante, i fiori, la natura viva e anche quella morta. Fra le due c’era sempre una differenza: la natura viva era uno splendore di colori, quella morta esprimeva la coscienza che presto avrebbe lasciato questo mondo. Nei suoi quadri sono sempre presenti entrambe: non c’era un vaso di fiori o un bouquet che non avesse un fiore reciso ai suoi piedi. Questo fiore era lei. Gli ultimi due quadri, ricchi di colori vivaci, portano una scritta in basso: «Che tristezza mi provoca colui che non vede le meraviglie che Dio gli dà per vivere» e «Sii sincero con il tuo cuore e certamente incontrerai la felicità che cerchi». Sul retro della foto che ha voluto regalarmi prima di morire, dove la si vede nella bellezza dei suoi quindici anni, scrive: «I miei occhi si spegneranno, la mia gola si romperà, ma la fiamma del mio cuore sarà più brillante per illuminare il sentiero spinoso dei miei fratelli». Ripensavo, nei pochi momenti di respiro che ho avuto quest’estate, a questa provocazione della mia cara Marciana, morta offrendosi fino all’ultimo respiro alla bellezza divina. Ripensavo e rileggevo questi sussulti di bellezza umana sgorgati dal cuore di un bella ragazza, mentre guardavo le migliaia di volontari che tenevano ogni giorno in piedi la più grande manifestazione culturale estiva europea, e forse mondiale: il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli. Marciana che vive e muore innamorata della bellezza, mentre il cancro la divora, i volontari del Meeting di Rimini testimoni di una gratuità impensabile oggi, mentre il sudore li rendeva fradici e stanchi come dei naufraghi. Circostanze molto differenti, una differenza a 360°, eppure con lo stesso cuore, lo stesso battito, quello della bellezza cioè della gratuità. Marciana e i tremila e più volontari avevano in comune una certezza sola: è il cuore che muove la vita, perché il cuore, come lo definisce la Bibbia, è il luogo della gratuità, cioè la dimora dell’Infinito. Uno non può vivere e gridare travolto dal dolore della metastasi se nel cuore non ha viva la certezza che l’uomo è “Io sono tu che mi fai”, ossia la certezza che in questo momento, in cui sono esausto e prossimo alla morte, io sono “fatto”, creato, da qualcuno diverso da me. Fatto in questo preciso istante. Non ieri, non domani, ma adesso, perché si può vivere, anche morendo fisicamente, solo per qualcosa che accade adesso. Credo che davanti alla bellezza di Marciana, progressivamente sciupata dal cancro, chiunque possieda un minimo di serietà umana si domandi: ma da dove tanta energia? Da dove questa gratuità?
Cesare Pavese diceva: «Da chi non è pronto a legarsi con te per tutta la vita non dovresti accettare neanche una sigaretta», e ancora: «Ogni forma di violenza nasce dalla mancanza di tenerezza». La gratuità è così importante perché senza di essa non possono esistere rapporti sinceri, puri, tra uomini. Ci si perde tutto il bello della vita, si finisce per sopravvivere, cioè vivere sulla superficie effimera del mondo. La fonte di questa gratuità può essere solo la certezza, visibile in Marciana, che ogni uomo è frutto di un disegno eterno. Un’eco che risuona nelle parole dei profeti, da Isaia (49,15): «Io non ti dimenticherò mai: ho disegnato sulle palme delle mani la tua immagine», a Geremia (1,5): «Prima che tu fossi nel seno materno Io ho pronunciato il tuo nome».
Durante quest’estate Marciana è stata per me l’evidenza della verità del cristianesimo come Avvenimento che accade ora e cambia la vita, generando una umanità nuova, differente, segno della contemporaneità di Cristo che permette a chi la riconosce di camminare con letizia anche nelle prove più atroci della vita. Camminare significa gusto di vivere, significa stupirsi di fronte alla nascita inaspettata di relazioni autenticamente umane o davanti a una nuova creatività che rende grati perfino della fatica. La sfida che ci lancia Marciana, testimone luminosa di gratuità in un mondo che vive accecato dall’egoismo, che è schiavo, come direbbe Thomas Stearns Eliot, dell’avarizia, del potere e della lussuria, si impone a noi come possibilità nuova per la nostra libertà, perché essa si lasci riedificare, prendendo sul serio il desiderio di pienezza che dimora nel cuore di ciascuno: «Sii sincero con il tuo cuore e certamente incontrerai la felicità che cerchi», scrive ancora Marciana.
È una promessa fatta a ognuno di noi: il nostro cuore si riempirà di una bellezza umana e divina, che è il preludio al destino eterno, alla pienezza di vita che Dio ha pensato per noi e che Marciana da due mesi e mezzo sta già sperimentando. Una pienezza che è possibile per tutti come “un lindo amanecer”, una splendida aurora, già adesso. -  Aldo Trento - tempi -

 
 
 

GIOVANI SANTI: VENERABILE ANNA DE GUIGNE'

Post n°2478 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel castello di La Cour, presso Annecy (Francia), da pochi mesi era nato un bambino. Il piccolo, ve­nendo in questo mondo, trovò u­na sorellina di tre anni, che fu subito assai gelosa verso di lui. Non le piaceva proprio quel "marmocchio" che ora riceveva tutte le attenzioni della mamma e del papà e di altri ancora. E un giorno la bambina gli sferrò un calcio in testa. Un'altra volta, gli gettò una manciata di sabbia ne­gli occhi. Per la festa del 1° complean­no del piccolo, la sorella doveva offrirgli un mazzetto di fiori. Giunto il momento, lo buttò per terra e lo calpestò tenendo solo una rosa per se stessa, per farsi fotografare con lo sguardo sde­gnato. Una vera peste questa bambina. Si chiamava Anna De Guigné ed era nata, figlia di conti, il 25 luglio 1911. Oltre a esse­re collerica, si rivelò ben presto intelligente, vivace, ardente. Ma proprio non sembrava chiamata a farsi santa. Invece... Dio compie meravi­glie. 

“Io parlo a Gesù”

Nell'estate del 1914, scoppiò la 1° guerra mondiale. Il 2 agosto, il conte Jacques De Guigné, papà di Anna, partì per il fronte, come tenente dei Cacciatori del­le Alpi. Fin dall'inizio, fu ferito tre volte. Anna non vedeva più suo pa­dre che le voleva bene con una dolcezza sconfinata. La mamma era spesso triste e preoccupata. La bambina sentì che toccava a lei consolarla. Quando il papà tornò a casa per curarsi le ferite, Anna non si staccava più da lui, per fargli compagnia, per portar­gli le stampelle, per rallegrarlo. Una volta guarito, papà ripartì per la guerra. La separazione da Anna fu straziante. Il 22 luglio 1915, Jacques De Guigné cadde sui monti Vosgi, come un eroe. Quando Anna lo seppe, improv­visamente cambiò stile di vita. Da collerica si fece tutta dolce e buona. La bambina ribelle e pe­stifera diventò un angelo di bontà. Da quando si era aperta a comprendere, aveva imparato che Gesù è il più grande Amico che ci sia, che Lui è infinitamente buono e può tutto. Ora, nei gior­ni del dolore, Anna si ricordò di Lui e si strinse al suo Cuore di­vino come a Colui che solo po­teva venirle incontro. Il suo primo impegno: conso­lare la mamma rimasta sola, aiu­tare i fratellini a crescere buoni. Dopo le esequie del padre, la ma­drina, "zia Giovanna" si era fer­mata a pregare in chiesa. Anche Anna, senza che alcuno le pre­stasse attenzione, si era fermata a pregare. La madrina le do­mandò: "Ma non è troppo per te?". Ella rispose: "Oh, no! Io parlo con Gesù". I suoi occhi e­rano fissi al Tabernacolo dove Lui è presente. Aveva solo quat­tro anni e tre mesi, ma tra lei e Gesù era nato, per un dono straor­dinario di grazia, un intenso col­loquio di amore. Le nacque dentro il desiderio di dimostrare al suo grande Amico tutto l'amore che aveva per Lui, offrendogli molti sacrifici. Lo confidò alla mamma che cosa poteva e non doveva fare. A o­gni rinuncia - erano frequenti - e non facili - Anna le diceva: "Ho fatto il mio sacrificio". Nel castello rimasto vuoto del papà, Anna scoprì la presenza e la protezione della Madonna. Ven­ne ottobre, il mese del Rosario. Anna prese una decisione im­portante: "Raccoglierò tante «ro­se senza spine», per offrirle alla Regina del Rosario". Così, sen­za farsi troppo accorgere dagli altri, riempiva le sue giornate di sacrifici fatti con gioia e con amore, per chiedere a Maria SS.ma che gli uomini diventassero più buoni, anzi, amici di Gesù. Qualche anno dopo, diventa­ta più grandicella, dirà: “Sulla terra si hanno delle gioie, ma non durano. L'unica gioia che dura è quella di aver fatto un sa­crificio con amore”.

“Io voglio obbedire”

Un giorno sereno del 1917, quando aveva soltanto sei anni, Anna ricevette la prima volta il Signore Gesù nella Comunione. Fu festa grande nel suo cuore, dove Gesù compì la sua opera di trasformazione, donandole gra­zie singolari. Gesù, che ora An­na riceverà assai spesso nel­l'Eucaristia, farà di lei una vera meraviglia. Il giorno della prima Comu­nione, Anna scrisse: "Mio Gesù, io ti amo e per piacerti, faccio il proposito di obbedirti sempre". Era il proposito di farsi santa, o meglio, di obbedire sempre al Si­gnore per farsi santa. Rivolta al­la mamma, scrisse: "Cercherò di essere sempre molto docile per far piacere a Gesù e alla Mam­ma celeste. Mi sembra che Gesù mi abbia risposto nel mio cuore. Io gli dicevo di voler essere mol­to obbediente e mi è sembrato di sentire da Lui: «Ebbene: obbe­disci!»" Da allora, quando si trovava a scegliere tra diverse possibilità di agire, andava dalla mamma e le domandava con dolcezza: "Mamma, che cosa è meglio, questo o quello?". La mamma le rispondeva. Quando aveva compiuto quanto si doveva, era raggiante di gioia: "Ho fatto ciò che è meglio per amore di Gesù". Da collerica e persino violen­ta com'era prima, si era fatta dol­cissima. Le capitava ancora di essere sul punto di arrabbiarsi, ma stringeva i pugni e diceva: "E una disperazione! Ma io vo­glio!". Le piaceva molto legge­re, ma se il fratello la chiamava per giocare, lasciava il libro e stava con lui per farlo contento. Andava molto volentieri a ca­techismo, avida di conoscere il Signore, ma certi compagni la disturbavano, la urtavano. "Non era gradevole per nessuno - rac­conta la catechista - ma Anna si lasciava urtare, disturbare, sem­pre pronta a servire, a rappacifi­care". Era cresciuta, era diventata u­na bambina proprio bella, ma nel suo intimo ella capì che doveva essere bella per Lui solo. Confidò alla mamma: "Per Gesù, voglio che il mio cuore sia puro come un giglio". Alcuni che la videro da vicino, testimonieranno cose meravigliose: "La purezza che irraggiava nello sguardo di An­na - narrerà la madre - ispirava rispetto. Non la si può guardare senza diventare migliori e pen­sare a Dio". "Anna amava Dio - affermerà Germana, la sua mi­gliore amica - con un amore che è impossibile definire a parole". "Qual è il tuo segreto?" - le domandò un giorno Germana. Anna rispose: "Gesù mi ama moltissimo e anch 'io lo amo mol­tissimo". Questo Amore a Lui, la spingeva a voler vedere Gesù co­nosciuto e amato da tutti. I suoi occhi si riempivano di lacrime, quando sentiva parlare di uomi­ni o donne che offendevano il Si­gnore con il peccato. Allora ri­peteva: “Dobbiamo amare noi, molto di più il Signore Gesù, per quelli che non lo amano”. La catechista un giorno le do­mandò: "Qual è la più grande fe­licità sulla terra, secondo te?". Anna rispose: "Soffrire molto per il buon Dio". 

“Il suo ideale: salvare i peccatori”

La Confessione frequente, l'incontro con Gesù Eucaristico nella Comunione quotidiana, la portarono a dimenticarsi per gli altri. "Era giunta - dice la cate­chista - a dimenticare se stessa, come se ella non esistesse più". In un lungo viaggio in auto, tenne sulle ginocchia la sorelli­na ultima nata, che non si era sentita bene, cercando di solle­varla con le sue premure. Quan­do poteva, con la mano che ave­va libera, faceva scorrere il Ro­sano. Era diventata forte, sicura. Sembrava non avesse più paura di nulla e di nessuno. Spiegava: "Ho Gesù con me". Aveva solo una paura: quella di offendere Dio. I suoi amici e amiche, ve­dendola, dicevano: "Anna rasso­miglia a Dio". Desiderava che le parlassero dei più poveri. Si rendeva conto che durante la guerra molti sof­frivano, anche tra i bambini. "Mamma - diceva - ricordati di pensare a loro, di aiutarli". Il suo volto si faceva triste, ma pre­sto riappariva il sorriso: "Non dobbiamo tormentarci, perché Dio è sempre presente". Un giorno, nel castello di La Cour, sentì dire che alcune ma­tasse di lana dovevano essere but­tate via. Anna pensò a un pove­ro di cui si era presa cura e dis­se: "Datele a me". Con pazien­za infinita, riannodò tutti i fili spezzati e lavorò a lungo a ma­glia con i suoi piccoli ferri per preparare degli indumenti. Era sicura che i più poveri non sono tanto quelli cui manca il necessario, ma soprattutto quelli che offendono Dio con il pec­cato. Quando ne sentiva parlare, pregava subito: "Mio Dio, per­donatelo". Ed offriva a Dio le sue mortificazioni per riparare il male e ottenere la conversione. La mamma racconterà ancora: "Il suo ideale era di salvare i peccatori riconducendoli a Dio. A tal fine, nessuna sofferenza le sembrava troppo grande. Era contenta quando le affidavano un'anima che doveva essere convertita. Quando veniva a sapere che quel fratello era tornato a Dio, questa piccola apostola tra­boccava di gioia". Il 19 dicembre 1921, Anna si ammalò gravemente. Aveva il  volto disfatto dal dolore. Decise: "Voglio offrire le mie sofferenze, come Gesù sulla croce". Con forza incredibile, non le uscì mai un lamento. "Stai consolando Ge­sù e convertendo i peccatori" - le ricordò la mamma. Rispose: "Ebbene, se è così, voglio sof­frire ancora. Ora dopo ora, offriva le sue sofferenze per i più lontani da Dio, per la Chiesa. Non voleva pregare per se stessa, ma solo per gli altri. In quei giorni tra il 1921 e il 1922, Anna si preparò a incontrare il suo più grande Amore: il Signore Gesù... E Lui le venne incontro alle 5,25 di sa­bato 14 gennaio 1922, giorno de­dicato alla Madonna. Aveva so­lo undici anni neppur compiuti, ma era diventata, con la obbe­dienza totale, una piccola mera­viglia. Il 3 marzo 1990, Papa Gio­vanni Paolo Il l'ha dichiarata "e­roica nelle sue virtù cristiane", cioè "venerabile". Attendiamo il giorno in cui la Chiesa, iscri­vendola tra i santi, la indicherà a modello per i piccoli e i gran­di nel mondo. Papa S. Pio X . a­veva profetizzato un giorno: "Vi saranno dei santi tra i bambini". Il grande Teologo P. Garrigou­ Lagrange era solito ricercare e scrivere le biografie dei "bambi­ni santi". Sono questi i modelli da pro­porre, al catechismo e negli in­contri, ai nostri ragazzi, i quali la­sciati senza Dio e senza Gesù Cristo come si fa ora, diventano peggiori dei "gatti selvaggi". Mentre essere santo lo può ogni uomo, con la grazia di Dio. E lo può essere ogni bambino. Anche tu lo puoi.  - preghiereagesuemaria -

 
 
 

ALTRO CHE UGUAGLIANZA, GLI OMOSESSUALI SARANNO "PIU' UGUALI"

Post n°2477 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Oggi alla Camera si discute se introdurre il reato di omofobia. La proposta, già bollita nella scorsa legislatura, torna in auge per volere del gruppo parlamentare del Pd e con il tacito consenso di non pochi della maggioranza di governo. Venerdì scorso, senza smentita dai ministeri competenti, il presidente dell’Arcigay festeggiava gli accordi con Carfagna e Gelmini per introdurre l’aggravante per la discriminazione di orientamento sessuale e le informazioni scolastiche sul gender. Il sesso maschile e femminile, secondo questa ideologia irreale, non dipende dalla natura ma dalla scelta che ciascuno può (deve) fare liberamente e senza discriminazioni. Così forse, dovremo insegnare ai nostri figli, nelle scuole, che essi possono scegliere liberamente il loro orientamento sessuale, cioè il loro sesso? Con l’introduzione nell’ordinamento della modifica del codice penale, l’inserimento della circostanza aggravante inerente all’orientamento e alla discriminazione sessuale, si potrebbero verificare alcune incredibili situazioni...

di Luca Volonté *  *Deputato Udc alla Camera

Se foste il padre o la madre di un bimbo abusato da un pedofilo e reagiste con un ceffone, rischiereste una pena con l’aggravante, per aver colpito il suo «orientamento». La gender theory rischia di entrare nell’ordinamento italiano, essa non riconosce alcuna differenza specifica o congenita tra uomo e donna, rappresenta una missione verso eterodossi, porta alla distruzione dell’unità tra i sessi e tra le generazioni. Ciò che risiede nelle intenzioni e nella lettera della modifica del codice penale, nell’introduzione dell’aggravante per discriminazione di orientamento che si inizierà a discutere lunedì, nell’Aula di Montecitorio, è la lotta per la piena equiparazione di gay, lesbiche, transessuali, secondo l’evocazione del principio di antidiscriminazione.
La proposta, già bollita nella scorsa legislatura, torna in auge per volere del gruppo parlamentare del Pd. Venerdì scorso, senza smentita dai ministeri competenti, il presidente dell’Arcigay festeggiava gli accordi con Carfagna e Gelmini per introdurre l’aggravante per la discriminazione di orientamento sessuale e le informazioni scolastiche sul gender. Il sesso maschile e femminile, secondo questa ideologia irreale, non dipende dalla natura ma dalla scelta che ciascuno può (deve) fare liberamente e senza discriminazioni. Così forse, dovremo insegnare ai nostri figli, nelle scuole, che essi possono scegliere liberamente il loro orientamento sessuale, cioè il loro sesso?
Con l’introduzione nell’ordinamento della modifica del codice penale, l’inserimento della circostanza aggravante inerente all’orientamento e alla discriminazione sessuale, si potrebbero verificare alcune incredibili situazioni: compiere una azione violenta o rivolgere una minaccia contro un pedofilo (essendo la pedofilia un «orientamento sessuale») verrebbe punito con aggravante. Lo stesso vale per la zoofilia o l’incesto. Non è finita, chi subisce atti di violenza o minaccia per ragioni di orientamento sessuale avrebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza e minaccia non per ragioni di orientamento sessuale: si nega il principio di uguaglianza. Un omosessuale che subisce violenza a causa del suo orientamento sessuale (ma, come verificare, se davvero la violenza e la minaccia sono a causa del suo orientamento sessuale?) verrebbe protetto in modo maggiore rispetto a un eterosessuale che subisce violenza non per ragioni di orientamento sessuale. La violenza colpisce tutti e uno Stato deve difendere tutti, maschi e femmine di qualunque età, per far ciò è necessario rafforzare l’azione delle forze di polizia, non fare norme discriminatorie e violare il principio di uguaglianza, privilegiando talune categorie di «passioni» sessuali. C’è il rischio che tale norma possa portare alla intolleranza nei confronti di chi (su basi etiche o religiose) ritiene doveroso difendere la rilevanza della differenza sessuale uomo/donna e della complementarietà eterosessuale (rispetto ad altre scelte sessuali) quale condizione indispensabile della identità antropologica e della socialità. Rimane una assurdità, non essendo possibile accertare nell’interiorità dell’animo l’autentico movente che spinge alla violenza. Ne conseguirebbe che chi subisce violenza presumibilmente per le ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court (con la negazione del principio di uguaglianza). Attenzione: tra i delitti non colposi, cui si riferisce la proposta Concia (Pd), ci sono la prostituzione minorile, la tratta di persone, il sequestro di persona, l’acquisto o alienazione di schiavi, minacce e atti persecutori. Quanto tempo mancherà prima che un tribunale qualunque, con un magistrato «orientato», possa condannare un parroco che legge la Bibbia o le lettere di San Paolo? Attenzione: da uno spiffero entreranno correnti gelide, da un piano inclinato scorrerà un slavina. Siamo tutti uniti contro le violenze, ma attenzione a non scivolare pericolosamente verso la discriminazione della natura umana, «maschio e femmina li creò». - Fattisentire -

 
 
 

IN MIGLIAIA A COMO PER PREGARE LA VERGINE DI MEDJUGORJE

Post n°2476 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Molti anziani. Ma anche molti, moltissimi giovani. Molte facce serie. Ma, assai più numerosi, i volti illuminati dal sorriso. Centinaia, migliaia di fedeli, provenienti da regioni diverse, si sono incontrati ieri pomeriggio al centro congressi Lariofiere, di Erba. Per condividere la propria fede, per assaporare la speranza. Per affidarsi alla Madonna.
La manifestazione è stata organizzata dall’associazione Medjugorje Como, punto di riferimento per chi ha vissuto l’esperienza del pellegrinaggio e si affida ogni giorno alla preghiera. L’incontro ha avuto inizio ieri pomeriggio e si concluderà oggi. Canti, preghiere, racconti di esperienze toccanti e profonde: il programma ha previsto anche incontri suggestivi, come la testimonianza della veggente Marija. Da quasi trent’anni, la madre di Gesù apparirebbe ogni giorno alla donna che anche ieri ha condiviso quest’esperienza con migliaia di fedeli. I momenti di preghiera sono stati celebrati da don Giovanni D’Ercole, sacerdote noto al pubblico anche come conduttore del programma televisivo Sulla via di Damasco. «Lo scopo di questa manifestazione è semplice - ha detto don Giovanni prima di salire sul palco di Lariofiere - pregare insieme, riflettere insieme, approfondire la fede e sentirsi una famiglia, accanto e ai piedi della Madonna». Ma quale motivo spinge migliaia di persone a partecipare a questo evento? «Il desiderio di approfondire la fede - ha replicato il sacerdote - vivere un’esperienza di fraternità, incontrarsi e ascoltare testimonianze». Qualcuno è forse stato attratto dalla curiosità di assistere ad un’apparizione' «Nel gruppo, qualcuno sarà qui certamente anche per questo - ha sorriso il religioso - ma il nostro spirito è prima di tutto la condivisione». Durante la recita del rosario, don Giovanni D’Ercole ha invocato più volte la pace. E ha ricordato la figura di Papa Giovanni Paolo II. «Ho lavorato a lungo al suo fianco - ha affermato, sul palco - quando penso a lui mi commuovo sempre: è stato un padre, un maestro di vita, un esempio di santità». Ma il sacerdote, mentre recitava il rosario con tutti i fedeli, non ha risparmiato riflessioni dai toni incalzanti. «L’aborto è un crimine contro l’umanità - ha tuonato, commentando il mistero dell’incarnazione di Gesù - Nelle società dove esiste l’aborto si estende soltanto il deserto. Ma non condanniamo le donne che portano dentro di sé questa ferita». Al termine del rosario, nuovi canti hanno entusiasmato e coinvolto la folla dei credenti. Gremito ogni ordine di sedie, ogni angolo del padiglione. All’ingresso erano allestiti alcuni stand, dove erano in vendita libri di argomento religioso e immagini sacre. Le suore e i volontari che erano in servizio agli stand non hanno avuto un attimo di riposo. Il popolo di Medjugorje ha poi ascoltato la testimonianza della veggente Marija, che sostiene di vivere incontri quotidiani con la Madonna. La Vergine le apparirebbe ogni giorno, parlandole di pace, serenità e preghiera. «Conosco Marija da molti anni - afferma Ivan Turudic, che accompagna i pellegrini a Medjugorje, dove è nato, anche se da vent’anni risiede proprio a Como - Per dodici anni ho scelto di essere frate: ho trascorso in carcere sei di questi anni, proprio a causa della mia fede. Mentre ero in prigione, sotto il regime di Tito, nel 1981 ho saputo della prima apparizione della Madonna nella mia Medjugorje». «Ricordo ancora una sera del febbraio 1987 - aggiunge l’uomo - ero con Marija, ma anche con Vicka e Jakov, altri veggenti. Ci siamo avvicinati ad una croce, piantata nel 1933 proprio nel mio paese. D’improvviso si è scatenata una tempesta fortissima, eravamo terrorizzati. Poi tutto si è placato, in un attimo. In quel momento la Madonna è apparsa a Marija. Lei è una persona straordinaria, ma non vuole che lo si dica ad alta voce. Perché possiede il dono dell’umiltà».  - Marco Proserpio - corrierecomo. 11-10-2009 -

 

 
 
 

A SCUOLA SESSO, BULLISMO, VIOLENZE E GUERRA FRA BANDE

Post n°2475 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Adesso si scopre il fenomeno del bullismo femminile, qualche Tg ha fatto vedere come delle ragazzine si contendono un ponte. Per l'apertura dell'anno scolastico 2009-10, alcuni presidi hanno consigliato gli studenti di evitare baci ed effusioni intime per prevenire eventuali contagi della malattia HIN1, precauzioni che fanno sorridere di fronte all'inchiesta choc del Comune di Milano sugli eccessi online a luci rosse dei giovanissimi nelle scuole di Milano. In una lettera alle famiglie, l'Assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna, afferma che "c'è una dilagante cultura della micro prostituzione, ed il mezzo d'elezione è diventato ovviamente la Rete. Attraverso un sms si danno appuntamento nelle zone più nascoste della scuola per avere un rapporto sessuale e se non ricevono il permesso di uscire dall'aula si fanno cacciare fuori. Il sistema è uguale in tutti gli Istituti di Milano. Il cliente, al massimo un diciassettenne e la baby prostituta, a volte anche di tredici anni, entrambi studenti, abbassano la suoneria del telefonino e si mandano un sms per confermare gli accordi presi il giorno prima. Non sempre a incontrarsi sono soltanto un lui e una lei. Il sesso, rapido, può essere anche di gruppo. Dipende dai desideri e da cosa offre il momento". Dell'inchiesta del Comune di Milano si è interessata La Stampa di Torino che in un editoriale pubblicato il 31 agosto scorso racconta la storia delle ragazze disponibili che girano di istituto in istituto. Non è neppure indispensabile conoscersi: i ragazzini possono contare su una «lista elettronica», fatta circolare sui telefonini e sui blog via internet, che descrive la disponibilità della studentessa. Oltre al nome, cognome e numero di telefono, anche il prezzo e il tipo di prestazioni fornite: rapporti orali, sessuali completi, anali, con singoli o coppie, durante le lezioni, soltanto nell'intervallo, in cambio di vestiti firmati, ricariche per i cellulari e compiti. Liste note da tempo tra gli adolescenti, e di cui solo oggi, invece, gli adulti conoscono l'esistenza. A parlarne per la prima volta un gruppo di teenager milanesi, seguiti da Luca Bernardo, il medico ha messo in piedi un ambulatorio sul disagio giovanile (l'unico) presso il Fatebenefratelli. «Gli elenchi non restano in mano agli studenti dello stesso istituto. Si scambiano con quelli delle altre scuole, creando un vero e proprio mercato della prostituzione minorile». (Elena Lisa, sesso a scuola basta un sms, 31.8.09 La Stampa). Intanto cresce l'allarme alcol tra le ragazze, secondo Bernardo, su 70 adolescenti alcoliste, le donne rappresentano il 66%. "Il problema è che abbiamo di fronte una gioventù senza guida", afferma Antonio Lupacchino, provveditore di Milano. Parlare con gli adolescenti è la sfida più difficile. L'allarme lanciato dal Comune di Milano è comune ad altri Paesi europei, in particolare la Francia e l'Inghilterra, dove il problema disciplina è più grave che in Italia, tra l'altro anche il professore Giorgio Israel lo rilevava in un servizio apparso su Il Sussidiario. net. Un interessante servizio apparso alla fine di luglio su El Pais, di Mario Vargas Llosa, L'anno in cui nelle scuole morì l'autorità, tradotto in Italia da La Stampa di Torino. Llosa fa riferimento a un documentario della tv francese su un liceo della periferia parigina, in cui le famiglie francesi povere convivono con gli immigrati di origine sub-sahariana, latino-americani e arabi del Maghreb. Il Liceo si è distinto per scene di violenza inaudite. "Bastonate ai professori, stupri nei bagni e nei corridoi, risse tra bande a colpi di coltello e di spranghe, e, se non ricordo male, persino rivoltellate. Non so se ci fossero stati morti, ma certamente parecchi feriti e la polizia, perquisendo le aule, aveva trovato armi, droghe e alcol. Il documentario non voleva suscitare allarme, al contrario tranquillizzare, mostrando che il peggio era ormai passato e che, con la buona volontà di autorità, insegnanti, genitori e alunni, le acque si stavano calmando. Con evidente soddisfazione, per esempio, il preside faceva notare che, grazie al metal detector appena installato e sotto il quale gli studenti dovevano passare per entrare a scuola, si potevano confiscare i pugni di ferro, i coltelli e le altre armi da punta e da taglio. E, così, i fatti di sangue avevano avuto una drastica riduzione. Si erano approvate disposizioni per fare in modo che sia i professori sia le allieve non si muovessero mai da soli, anche per andare in bagno, ma sempre almeno in due. Al fine di evitare, in questo modo, aggressioni e imboscate". Ma quello che ha impressionato di più il giornalista di El Pais è l'intervista a una professoressa che con naturalezza affermava: «Adesso va tutto bene, ma occorre sapersi giostrare». Spiegava che, per scongiurare le aggressioni e le botte di prima, lei e altri insegnanti s'erano accordati di ritrovarsi, a un'ora stabilita, all'uscita più vicina della metropolitana e di camminare in gruppo sino alla scuola. Così riducevano i rischi d'essere aggrediti dai «voyous». Questi docenti praticamente erano rassegnati, ogni giorno andavano al lavoro come se andassero all'inferno, avevano imparato a sopravvivere e non sembravano neppure immaginare che il mestiere d'insegnare potesse essere qualcosa di diverso da questa loro quotidiana via crucis. Secondo Llosa questo documentario della tv francese potrebbe essere stato girato in qualsiasi posto non solo della Francia ma dell'Europa intera. L'episodio del liceo francese ci richiama alla contestazione del 68 che intendeva cancellare ogni forma di autorità e di sottomissione. Gli insegnanti di allora sostenevano che l'autorità castrava gli istinti libertari dei giovani e così invece di aver portato alla liberazione creativa dello spirito giovanile, le scuole così liberate si sono trasformate in istituzioni in preda al caos, nel migliore dei casi, e, nel peggiore, in piccole satrapie di bulli e di precoci delinquenti. Non poteva che finire così quando il maestro, spogliato di credibilità e di autorità, trasformato spesso in strumento del potere repressivo, vale a dire del nemico al quale per raggiungere la libertà e la dignità d'uomini bisognava resistere, arrivando, persino, ad abbatterlo, ha perduto la fiducia e il rispetto senza i quali gli era praticamente impossibile adempiere alla sua funzione di educatore, di trasmettitore di valori e di conoscenze. Di più: li ha persi non solo agli occhi dei propri alunni, ma anche a quelli degli stessi genitori e dei filosofi rivoluzionari che, come l'autore di Sorvegliare e punire, identificavano nel maestro uno dei sinistri strumenti di cui - proprio come gli agenti di custodia delle carceri e gli psichiatri dei manicomi - l'establishment si serve per mettere le briglie allo spirito critico e alla sana ribellione di bambini e adolescenti. Il paradosso secondo Llosa è che molti maestri, in perfetta buona fede, credettero a questa degradante demonizzazione di se stessi e contribuirono, gettando benzina sul fuoco, ad aggravare la rottura facendo proprie alcune delle più avventate affermazioni dell'ideologia del Maggio '68 nel settore dell'insegnamento come, per esempio, considerare anormale rimproverare i cattivi studenti, far loro ripetere l'anno e, persino, dare voti e stilare graduatorie tra gli allievi in base al rendimento scolastico perché, attraverso tali «distinguo», si diffonderebbero l'infausto concetto di gerarchia, l'egoismo, l'individualismo, la negazione dell'idea che tutti siamo uguali, e il razzismo. Alla fine quei docenti insieme ai filosofi libertari come Michel Foucault e i suoi incoscienti discepoli hanno, in realtà, lavorato molto alacremente perché, grazie alla grande rivoluzione da loro propiziata nel campo dell'istruzione, i poveri continuassero a essere poveri, i ricchi, ricchi, e gli atavici detentori del potere seguitassero a tenere la frusta nelle loro mani. - Domenico Bonvegna - Il mascellaro -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963