ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 22/10/2009

SAN MICHELE ARCANGELO CUSTODE DELL'ALTARE

Post n°2532 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'Apostolo San Giovanni parla chiaramente, nella sua Apocalisse, dei sette Angeli più belli, più potenti degli altri, ed aventi il privilegio di circondare il trono di Dio. A questi Angeli, la Chiesa rende un culto speciale: sono i sette grandi Arcangeli di cui San Raffaele apprese l'esistenza a Tobia, in onore dei quali i papi Giulio III e Pio IV elevarono, a Roma, una magnifica basilica sul posto delle Terme di Diocleziano, ed a cui la tradizione attribuisce il governo supremo del mondo fisico e morale, sotto la direzione di San Michele, il capo di tutte le gerarchie celesti. Come lo fa notare Sant'Alfonso dei Liguori, non è naturale che San Michele, ministro od Angelo custode di Gesù Cristo durante i trentatre anni della sua vita mortale, sia anche il custode della sua vita eucaristica? San Eutropio aggiunge che, in una rivelazione, San Michele gli dichiarò che egli era l'Angelo custode della Sacra Eucaristi; che questa sublime funzione gli era stata confidata dalla Santissima Trinità, il giovedì santo, come Gesù ebbe istituito questo augusto sacramento. Da altre rivelazioni della Santa Vergine e di San Michele, come pure dei miracoli, hanno diverse volte confermato questa credenza in tutti i secoli dell'era cristiana. Così noi diremo con un pio e sapiente autore, l'abate Fierville: "O anima che ami l'Eucarestia, tuo Dio e tuo tutto, alza gli occhi verso il cielo, vedranno l'Arcangelo Michele riparante con la sua ala il divin Tabernacolo; apprendi da lui ad adorare il Dio nascosto sotto le specie eucaristiche; sentilo invitandoti a nutrirti del suo corpo e del suo sangue che ti comunicheranno la forza divina e depositeranno nel tuo intero essere il germe dell'immortalità. Ma fai attenzione, pensa alla maestà di Colui che è nascosto sotto queste apparenze, purifica il tuo cuore prima di sederti alla Sacra Tavola, agisci con discernimento, poiché ancora lì San Michele vendica la divinità e l'umanità del Verbo fatto carne, atterrando i profanatori e gli ingrati". Ma San Michele non è solamente il custode dell'Eucarestia, egli ne è anche per così dire il sacrificatore col sacerdote. Come fermò il braccio di Abramo pronto ad immolare suo figlio e provvide alla vittima, dicono i commentatori della Scrittura, così è lui che presenta la Vittima stessa a Dio Padre, con l'incenso delle nostre preghiere e delle nostre adorazioni. Il sacerdote offre, è vero, in nome del popolo fedele, il pane ed il vino, ma come questa offerta è diventata, tra le sue mani, con le parole della consacrazione, il corpo ed il sangue di Nostro Signore, è un angelo che riceve l'ordine di farla gradire all'Altissimo, e quest'angelo, dicono i liturgisti, è San Michele Arcangelo. La Chiesa stessa ha confermato questa credenza, poiché essa fa recitare al sacerdote durante l'offertorio questa espressiva preghiera: "Il Signore si degni di benedire questo incenso e di riceverlo come un dolce profumo, per intercessione del beato Arcangelo San Michele che siede alla destra dell'altare". E dopo l'elevazione, nel momento in cui ci si inchina per chiedere a Dio di gradire l'immolazione della Santa Vittima, il celebrante aggiunge questa toccante invocazione: "Vi supplichiamo e scongiuriamo, o Dio onnipotente, comandate che questi misteri ineffabili siano portati, dalle mani del vostro santo Angelo, al vostro sublime altare, alla presenza della vostra maestà divina, affinché, dopo aver partecipato a questi celesti misteri e ricevuto il Santissimo Corpo ed il preziosissimo Sangue del vostro adorabile Figlio, noi siamo colmati da tutte le benedizioni e inondati da tutte le grazie del cielo". Uniamoci dunque al sacerdote pregando San Michele, durante l'augusto sacrificio della messa, di intercedere per noi presso Dio, nostro Salvatore. Chiediamo anche a questo celeste custode di Gesù-Ostia di risvegliare la nostra fede, di fortificare la nostra speranza e di eccitare nelle nostre anime i sentimenti col più ardente amore per l'Ostia divina che risiede giorno e notte nel tabernacolo dell'altare; supplichiamolo soprattutto, quando ci accostiamo alla mensa eucaristica, di presentarci a Nostro Signore, di offrirgli il nostro cuore, e di colmare la nostra anima delle grazie che Dio riserva a quelli che, degnamente preparati, partecipano sovente al divino banchetto degli Angeli. Tratto da "L'Angelo Custode" - Pontifex -

 
 
 

L'ITALIA SEMPRE PIU' POVERA: L'ALLARME DELLA CARITAS

Post n°2531 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In un anno sono aumentate del 20% le persone che a causa di difficoltà economiche chiedono aiuto ai
centri di ascolto della Caritas. Lo afferma il nono rapporto sulla povertà in Italia, presentato oggi a Roma, messo a punto dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Zancan. 372 i centri interessati alla rilevazione (su 6 mila) di 137 diocesi (su 220). Nel 2007, prima della crisi, si sono rivolte ai Cda 80.041 persone (70,3% stranieri) ed oltre 5 mila famiglie. L'incidenza è maggiore nel Mezzogiorno (17,7%): oltre il 20% in Sicilia, Basilicata e Sardegna. Il Nord registra il 2,9% mentre al Centro la situazione è articolata (17,5% nel Lazio, 2,4% nelle Marche).

Nel 2008, rispetto al 2007, l'aumento medio delle richieste di aiuto è stato del 20%. E, stando ai segnali, per il 2009 "è probabile che gli 'impoveritì siano aumentati". Fra questi potrebbero esserci titolari di contratti a termine, impiegati che perdono il posto di lavoro senza preavviso, cassintegrati che vedono avvicinarsi il termine del sussidio. Chi chiede aiuto (dato 2007) non appartiene alla categoria comunemente indicata come povertà estrema. Infatti, tutti vivono in una normale abitazione; il 76,4% vive con i propri familiari. Per lo più si richiedono aiuti economico (56,8% degli italiani e 48,1% degli stranieri) e lavoro (44% e 54,9%). Al 50,6% degli utenti la Caritas eroga servizi e beni materiali (46,1% e 51,3%); seguono le richieste di sussidi economici per gli italiani (20,8%) e di lavoro per gli stranieri (33,5%) che riguarda solo il 10%.

Situazione drammatica, dal Nord al Sud. Al Nord l'esplosione della cassa integrazione, al Sud l'aggravarsi di una situazione già compromessa: sono alcune delle conseguenze della crisi economica che, in alcune aree del Paese, hanno alimentato il fenomeno della povertà. È quanto emerge dal Rapporto su povertà della Caritas italiana e dalla fondazione Zancan. Secondo alcune testimonianze raccolte dalla Caritas a inizio 2009, la crisi economica al Nord ha scatenato una povertà inattesa, «che si riflette soprattutto nell'esplosione della cassa integrazione, nel mancato rinnovo dei contratti a termine e di lavoro interinale, nella forte crescita dell'iscrizione al collocamento e alle liste di mobilità, nel calo delle assunzioni. Maggiormente colpiti sono i pensionati con reddito basso e le famiglie disgregate, in situazioni difficili, con genitori separati". Al Centro, osserva il rapporto, la povertà è '"discretà, sommersa e dignitosa, tuttavia significativa nell'insieme di un territorio che, per diversi aspetti, era già in sofferenza da tempo". Infine, al Sud, la crisi "piove sul bagnato" e in alcuni casi "sta rappresentando una sorta di alibi per operazioni strumentali di razionalizzazione e/o speculazione produttiva da parte delle imprese".

L'analisi regione per regione. Il Rapporto mette in evidenza come nel nostro Paese si spenda di più per contrastare la povertà nelle regioni laddove ci sono meno poveri. Il Trentino Alto Adige sostiene la spesa pro capite più alta pur facendo registare l'indice della povertà inferiore alla media nazionale. Campania, Calabria e Basilicata, invece, pur presentano un indice di povertà elevato, hanno una spesa spesa pro capite è al di sotto della media nazionale.

Un altro dato che emerge è che si tende a dare soldi piuttosto che fornire servizi durevoli nel tempo, piccoli benefici economici che sono solo un palliativo e non la soluzione al problema povertà. Ciò porta gli enti pubblici a investire cifre molto alte per dare una piccola risposta a molti. A fronte dei 192 milioni di euro spesi per la carta acquisti, l'abolizione dell'Ici e il bonus elettrico, rileva il Rapporto, solo 91 mila famiglie, su un milione, non sono più povere in senso assoluto. Emerge l'idea di un'Italia che non sa affrontare la povertà come si dovrebbe, se si considera che altri Paesi investono di più e con migliori risultati. In un confronto internazionale sugli effetti del sistema di tax-benefit risulta che in Italia tale sistema riesce a ridurre la povertà delle famiglie con bambini solo dell'1,7% contro una media dei Paesi Ocse del 40% (in Francia al 73% e in Danimarca si arriva all'80%). Stando agli estensori del rapporto è dunque di sconfitta che si deve parlare. Un esempio su tutti la vicenda degli assegni familiari: il valore complessivo della misura è considerevole, nel 2008 sono stati spesi 6.607 milioni di euro. Ma il beneficio finale è stato irrisorio: poco più di 10 euro al mese per ogni beneficiario. Un grande investimento per un piccolo risultato. Zenit -

 
 
 

DIECI BUONE RAGIONI CONTRARIE ALL'ABORTO CHIMICO

Post n°2530 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Decalogo contro la pillola RU486

La questione della vita è al centro della Dottrina sociale della Chiesa, come ha chiaramente indicato Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate. E’ al centro perché riguarda in modo radicale la dignità della persona e perché da come si affronta il tema del rispetto della vita umana dipendono tutte le altre questioni sociali. Su cosa si costruirà la vita comunitaria se la nostra coscienza è «ormai incapace di conoscere l’umano?» (Caritas in veritate n. 75) e se cediamo all’«assolutismo della tecnica». L’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa propone un Decalogo contro la pillola RU486, che considera espressione di una cultura disgregativa, che distrugge la passione per la vita e colpisce fin nelle origini il significato dello stare insieme.

1. Un aborto è sempre un aborto. La modalità – chimica o chirurgica – con cui si realizza non cambia la sua natura di "delitto abominevole", poiché non varia la volontarietà di provocare la eliminazione di un essere umano innocente.

2. L’ aborto chimico non è meno pericoloso per la salute della donna. Le notizie accertate di 29 morti riferibili direttamente all’uso dell’Ru 486 sono un dato che mostra come questa metodica sia dieci volte più pericolosa di quella chirurgica per la salute della donna. Ovviamente, entrambe sono ugualmente letali per la vita del concepito.

3. Sembra una medicina, ma è solo un veleno. Il mifepristone, chiamato Ru486 dall’industria farmaceutica Roussel-Uclaf che la studiò e la produce, compare in letteratura nel 1982 ed è un ormone steroideo sintetico che va a sostituirsi al progesterone, l’ormone che sostiene la gravidanza, rendendolo inefficace: di conseguenza l’embrione muore o, se sopravvive, il più delle volte ha gravi danni nello sviluppo e gravi handicap: questo è il motivo per cui, in Francia, le donne firmano un modulo che le impegna a ricorrere all’aborto chirurgico se la "pillola" non dovesse fare effetto completamente. L’associazione di mifepristone e prostaglandine non ha alcuna azione terapeutica, non cura nessuna malattia, non svolge alcuna azione benefica; ha un solo scopo: eliminare tramite la sua morte un embrione umano.

4. La "pillola" per abortire banalizza l’aborto. Utilizzare un prodotto chimico, per giunta catalogato come farmaco, induce due drammatici errori: ritenere che l’aborto sia un cosa facile e che rientri nell’ambito delle terapie mediche. Che non sia facile lo dimostrano le esperienze raccontate dalle donne, le tante sofferenze che restano sconosciute e possono manifestarsi anche dopo molti anni. Ed è una grave menzogna indurre a pensare che la gravidanza sia una "malattia" da potersi "curare", ovvero da eliminare, attraverso una opzione medica. Una gravidanza è la presenza di un nuovo essere umano, non è un mal di testa o un raffreddore: non si trattano allo stesso modo!

5. L’ RU486 costringe la donna alla solitudine. Il mifepristone viene consegnato alla donna che lo assume personalmente; dopo qualche ora insorgono dolori ed emorragia che devono essere gestiti e monitorati personalmente, da riferirsi ad una successiva visita, durante la quale viene prescritta una seconda "pillola" che aiuta la definitiva espulsione dell’embrione. Il periodo di tempo in cui avviene il tutto può andare da tre a quindici giorni, con grande variabilità individuale dei sintomi dolorosi, per i quali comunque possono essere prescritti farmaci antidolorifici, sempre da autosomministrarsi. Impensabile che tutto il percorso sia realizzabile in ospedale, visti quali sarebbero i costi altissimi di un ricovero così prolungato: e questo pone la donna totalmente sola nella gestione dell’aborto, come avveniva e ancora avviene nell’aborto "clandestino".

6. C’è poco tempo per una adeguata riflessione. Le pillole vengono consegnate alle donne in tempi necessariamente brevi, dovendosi assumere entro i primi 49 giorni della gravidanza per essere efficaci, non consentendo una articolata riflessione sulla decisione definitiva. La legge 194/78, che in Italia regolamenta l’aborto volontario, prevede che sia lasciato un tempo adeguato alla valutazione delle situazioni, delle possibili alternative e aiuti che la donna con gravidanza difficile può ricevere. L’RU 486 mette fretta, accorcia i tempi, appare anche nella sua tempistica come una "soluzione" rapida, quasi un automatismo: sono incinta – non lo voglio – prendo la pillola.

7. Svolge un’azione diseducativa. Quale può essere l’esito educativo di una mentalità di banalizzazione delle azioni, se non la deresponsabilizzazione? Se è possibile tecnicamente, non censurabile eticamente, accettato con disinvoltura e addirittura chiamato "progresso" e "conquista di civiltà" il fatto che, di fronte ad una difficoltà nella gravidanza, il modo più semplice per risolvere i problemi sia quello di "prendere una pastiglia", come è possibile educare alla responsabilità?

8. Rappresenta una ideologia. L’auspicio, neppure troppo nascosto, è che questa modalità chimica diventi la normale via per abortire e che addirittura possa sostituirsi alla contraccezione, così da potersi ricorrere ad essa abitualmente. La mentalità di ricorso all’aborto tutte le volte in cui la contraccezione fallisce è uno degli effetti collaterali più pericolosi del cosiddetto "controllo delle nascite". In un prossimo futuro, se davvero fosse utilizzata l’RU486 al primo insorgere delle gravidanze, l’aborto diventerebbe, ancor più di oggi, il mezzo di pianificazione familiare consueto, con una gravissima perdita di percezione della dignità della vita umana.

9. Non essendo un farmaco, non si può imporre ai medici di prescriverla.Spesso si associa il diritto all’obiezione di coscienza del medico e dell’operatore sanitario esclusivamente ad un intervento diretto. La somministrazione di farmaci è tendenzialmente vista come indifferente nella valutazione etica, poiché ciascuno sceglie e agisce in prima persona nell’assunzione di una medicina; questa "pillola" non è un farmaco e tantomeno un "salvavita", anzi: perciò è il suo effetto (l’aborto diretto e volontario) che cade pienamente sotto la valutazione della coscienza di ciascuno. In particolare, ogni medico deve essere libero di dissociarsi e di rifiutarne la prescrizione, la quale sarebbe una attiva e consapevole cooperazione ad un atto reputato ingiusto e illecito.

10. Un aborto è sempre e solo un aborto. Nonostante la diffusione, nonostante i numeri tanto imponenti da oscurarne la percezione reale, nonostante l’inganno semantico di cambiarne il nome (interruzione volontaria della gravidanza), nonostante gli sforzi per renderlo inavvertito, banale, routinario, l’aborto resta un atto gravemente ingiusto, un lutto da elaborare, una ferita da guarire. Perderne consapevolezza non cambia la realtà dei fatti: un fatto è un fatto. In barba a tutte le ideologie. - Monsignor Giampaolo Crepaldi - Zenit -

 
 
 

ASCOLTIAMO VERAMENTE I MESSAGGI DELLA REGINA DELLA PACE? UN INVITO A RIVEDERSI

Post n°2529 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Carissimi vorrei condividere con voi quello che sto riflettendo in questi giorni. Fra qualche giorno la Regina della Pace ci darà nuovi Messaggi, il 25 c.m. (e allora anche in coincidenza con visita della Madonna Pellegrina di IdM) e il 2 Nov. Vorrei proporvi una carrellata di domande per verificare voi stessi, nel vostro cuore, davanti alla vostra coscienza, fino a che punto li avete presi in considerazione e vissuti. Ve li riporto per vostra comodità, seguiti da alcune domande personali, perché almeno da adesso vi aiutino nel cammino spirituale.

Messaggio 25 Settembre 2009

"Cari figli, insistentemente lavorate con gioia sulla vostra conversione. Offrite tutte la vostre gioie e tristezze al mio cuore Immacolato, cosicché vi possa guidare tutti al mio Figlio prediletto, affinché nel suo cuore troviate la gioia. Sono con voi per insegnarvi e guidarvi verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Domande

1- Quante volte ho riletto questo Messaggio? Come posso pensare di viverlo se non lo rileggo mai?

2- Che cosa mi ha colpito di piú in questo messaggio, perché l’ho sentito proprio rivolto a me?

3- Concretamente quali passi in avanti ho fatto nel cammino di Conversione? Che cosa è cambiato nella mia vita? E, se mi sono impegnato in qualche cosa, l’ho fatto con perseveranza e con gioia?

4- Ho offerto gioie e tristezze al Cuore Immacolato di Maria? Quali in particolare?

5- Come e quando Maria mi ha condotto a Gesú? E quando ho trovato la gioia in Lui, pur nella prova?

6- Ho accolto Maria quale Maestra e Guida nelle mie giornate?

7- Ho pensato mai all’Eternità?

8- Merito il titolo di Figlio vero… e il Grazie di Maria?

Messaggio del 2 Ottobre 2009

"Cari figli, mentre vi guardo, il cuore mi si stringe dal dolore. Dove andate, figli miei? Siete così immersi nel peccato che non sapete fermarvi? Vi giustificate col peccato e vivete secondo esso. Inginocchiatevi sotto la croce e guardate Mio Figlio. Lui ha vinto il peccato ed è morto affinché voi, figli miei, viviate. Permettete che vi aiuti perché non moriate, ma viviate con mio Figlio per sempre. Vi ringrazio!"

Domande

1- Il Messaggio mi ha solo impressionato o mi ha fatto anche riflettere?

2- L’ho letto e riletto?

3- Mi sono reso conto verso dove sto andando?

4- In quali peccati sono immerso?

5- Quali peccati giustifico?

6- Quante volte mi sono inginocchiato davanti a Gesú Crocifisso?

7- Interiormente sono vivo o morto? Sono forse semplicemente tiepido, e quindi disimpegnato?

8- Ho permesso a Maria di aiutarmi? Quando e come?

Questa è una serie di piccole domande concrete per verificare con quanta serietà abbiamo preso i Messaggi della Regina della Pace.

Fra alcuni giorni ne riceveremo altri, come capita da tanti anni ormai. Che cosa potrebbe dirci Maria? Con quale cuore li riceveremo? Di semplice curiosità, con cuore aperto, con il desiderio di impegnarci a seguire i suoi inviti a consacrarsi al Suo Cuore Immacolato? In quale stato d’animo siamo oggi di fronte ai prossimi messaggi?

Spero che queste domande aiutino anche voi a prendere sul serio le parole della Regina della Pace.

Vi benedico di cuore e vi saluto.

P. Armando -

[Innamorati di Maria] -

 
 
 

FRANCIA, BOOM DI ABORTI DOPO IL SI ALLA "PILLOLA"

Post n°2528 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da quando l’aborto è stato legalizzato, nel 1975, la Francia ha conosciuto un’impressionante inflazione del ricorso alla contraccezione, in ogni sua forma, eppure, il numero di aborti è rimasto nel tempo stranamente costante e soprattutto a un livello altissimo:

200mila l’anno,quasi uno ogni tre nascite. Ma oggi si diffondono anche nuovi timori legati alla somministrazione della Ru486 fuori dagli ospedali…

Per molti anni, si è tentato di negarlo. Ma ormai, davanti alle crude evidenze statistiche, tanti medici, demografi e sociologi d’Oltralpe hanno rotto il ghiaccio: esiste davvero un inquietante «paradosso abortivo francese». Non si può definire in altro modo un fenomeno storico del tutto imprevisto che mette oggi in crescente imbarazzo i responsabili sanitari transalpini: da quando l’aborto è stato legalizzato, nel 1975, la Francia ha conosciuto un’impressionante inflazione del ricorso alla contraccezione, in ogni sua forma. Eppure, il numero di aborti è rimasto nel tempo stranamente costante e soprattutto a un livello altissimo: attorno ai 200mila casi ogni anno, ovvero quasi un aborto ogni tre nascite. Un tasso, ad esempio, che è il doppio di quello tedesco. E tutto questo, nonostante gli esperti prevedessero e auspicassero invece negli anni Settanta, come ancora negli anni Ottanta, esattamente il contrario: che «logicamente» l’aborto sarebbe divenuto un fenomeno «residuale» grazie agli «investimenti pubblici» senza precedenti in politiche contraccettive di massa. Cambiando il punto di vista e passando a quello dei cittadini, il «paradosso» equivale a un’inquietante banalizzazione dell’aborto nella società francese. Ammessa a chiare lettere fin dal 2004 anche da un’autorevole istituzione scientifica pubblica come l’Istituto nazionale di studi demografici (Ined): a parità di altri fattori, «la stabilità dei tassi di Ivg [che sta per interruzione volontaria di gravidanza, il termine burocratico ufficiale utilizzato per l’aborto] sembra proprio tradurre un aumento della propensione a ricorrere all’aborto in caso di gravidanza non prevista». Una verità scomoda da ammettere in un Paese in cui l’aborto è stato ufficialmente introdotto per legge come una soluzione di estremo ricorso esplicitamente rivolta alle «donne in stato di sofferenza». Ma di fronte a questo paradosso e all’ampiezza presa dalle deformazioni rispetto all’iniziale ispirazione legislativa, sono in molti oggi a chiedersi quanta parte di responsabilità possa essere imputata all’introduzione dell’aborto chimico: una «specialità» industriale storicamente francese che ancor oggi continua a rappresentare una specificità nazionale. In effetti, l’introduzione della Ru486 ha innescato lo scivolamento progressivo dell’aborto al di fuori dei confini delle strutture ospedaliere. Al punto che da qualche mese la somministrazione dell’aborto chimico è possibile persino presso i centri associativi di «planning familiare». Prima, vi era già stata un’estensione agli ambulatori medici convenzionati con gli ospedali. Col concorso di un discorso pubblico inizialmente centrato sulla «semplicità» di fruizione del trattamento anti-ormonale, la quota dell’aborto chimico ha superato in pochi anni il 30% del totale. Ma oggi, sullo sfondo già tetro dell’auspicata eccezione abortiva trasformatasi invece dopo un trentennio in «norma» corrente, si diffondono anche nuovi timori legati alla somministrazione della Ru486 fuori dagli ospedali. Si moltiplicano, soprattutto su internet, le testimonianze di donne, talora adolescenti, che hanno vissuto il dramma straziante di un aborto pressoché solitario in casa, dopo aver ingerito la Ru486 davanti a un medico. E c’è già, in questi tempi di crisi economica, chi accusa i poteri pubblici di aver allentato oltre ogni limite ragionevole le misure di accompagnamento.
Ciò, sostengono i detrattori, ha forse garantito qualche economia alle casse statali, ma gli effetti concreti sulle persone potrebbero rivelarsi negli anni sempre più devastanti. Chiamato inizialmente a «risolvere gli inconvenienti dell’aborto chirurgico», l’aborto chimico è visto ormai sempre più spesso come un cavallo di Troia carico di detestabili conseguenze impreviste. - Daniele Zappalà - Fattisentire

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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