ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 25/10/2009

MESSAGGIO DEL 25 OTTOBRE 2009 DATO DALLA REGINA DELLA PACE

Post n°2546 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Cari figli, anche oggi vi porto la mia benedizione e vi benedico tutti e vi invito a crescere su questa strada che Dio ha incominciato attraverso di Me per la vostra salvezza. Pregate, digiunate e testimoniate con gioia la vostra fede, figlioli, e il vostro cuore sia sempre riempito di preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

COMMENTO AL MESSAGGIO

Le parole della Regina della Pace sono oggi un vero balsamo per il nostro cuore. Come giunge gradita infatti la "benedizione materna" di Maria, dopo il messaggio triste e inquietante del 2 Ottobre! Le parole della Regina della Pace ci impegnano peró a non adagiarci sui successi ottenuti dopo l’impegno provocato dalle Sue parole passate: Lei infatti oggi ci invita a camminare, a progredire, a crescere, a seguirLa sul cammino iniziato con Lei. Le parole della Regina della Pace si fanno poi concrete in quel "Pregate, digiunate e testimoniate con gioia la vostra fede." La preghiera ci è ormai famigliare, la testimonianza ci puó essere anche gratificante, ma quel "digiunate" mette il dito sulla piaga dei nostri insuccessi quotidiani. Si tratta di tutti i digiuni: dal peccato, dalle dipendenze, dai sani divertimenti, dai normali piaceri del mondo, e anche dal cibo…, fino al famoso "digiuno a pane e acqua ogni Mercoledí e Venerdí"… Mi domando: "Perché ci è cosí difficile attuarlo?" Forse ci manca una motivazione forte, forse ci manca una determinazione senza tentennamenti e scappatoie, forse ci manca la convinzione di poterlo fare: la Regina della Pace non ci chiede mai cose impossibili. E infine le parole della Regina della Pace: "Il vostro cuore sia sempre pieno di preghiera" ci interroga e ci stimola a riempire il cuore non di formule o di devozioni, ma di Dio: pregare infatti significa amare Dio, stare alla presenza di Dio, in dialogo con Lui, fare tutto pensando a Lui. Ci indica proprio uno stile di preghiera, semplice, ma abitato da Dio. Dobbiamo dire che anche per questo mese, pur con parole piú dolci, la Regina della Pace ci invita ancora a un serio impegno. Le sue parole non sono una tregua, ma un ulteriore invito a rendere piú concreto e mirato il nostro impegno, per un cammino di Conversione piena, verso la Santità. Auguri! Vi benedico. - P. Armando - [Innamorati di Maria]

 
 
 

IL TEMPO DELLE PROFEZIE CHE SI AVVERANO....

Post n°2545 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Durante questo periodo molti uomini abuseranno della libertà di coscienza che gli è stata concessa. E’ di tali uomini che Giuda l’apostolo parlava quando disse: «Costoro bestemmiano tutto ciò che ignorano; ed essi corrompono tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione. Siedono insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati; provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito». Durante questo periodo infelice, ci sarà rilassatezza nei precetti divini e umani. La disciplina ne soffrirà. I Sacri Canoni saranno completamente ignorati, e il Clero non rispetterà le leggi della Chiesa. Tutti si lasceranno trasportare e saranno indotti a credere e a fare ciò che più gli aggrada, secondo le esigenze della carne. Metteranno in ridicolo la semplicità cristiana; la considereranno follia e assurdità, ma avranno il più grande riguardo per la conoscenza avanzata, e per l’abilità di offuscare gli assiomi della legge, i precetti morali, i Sacri Canoni e i dogmi religiosi con obiezioni insensate e argomentazioni elaborate. In conseguenza di ciò, nessun principio - per quanto santo, autentico, antico e sicuro possa essere - resterà scevro da censure, critica, false interpretazioni, modifiche e limitazioni fatte dagli uomini." - Profezia del Ven. Bartolomeo Holzhauser

 
 
 

LA MINACCIA PORNOGRAFICA SUI BAMBINI

Post n°2544 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale è oggi una priorità per molti enti pubblici e privati. Secondo un recente rapporto, tuttavia, le misure che vengono concretamente adottate a fronte dei rischi per i bambini derivanti dalla pornografia di adulti sono gravemente insufficienti. Morality in Media, una società no profit con sede a New York, ha pubblicato a settembre uno studio dal titolo "How Adult Pornography Contributes To Sexual Exploitation of Children". La tesi che si sostiene è che gli enti pubblici e privati non tengono conto delle conseguenze derivanti da ciò che viene definita come un'"esplosione" della pornografia hardcore di adulti su Internet e altrove. Secondo il rapporto, la pornografia di adulti (senza la partecipazione di minori) rappresenta una minaccia per i bambini in molti modi:

-- La pornografia adulta è usata per preparare le future vittime;

-- Secondo molti, esiste una progressione diretta dal consumo di pornografia di adulti al consumo di pedopornografia;

-- Gli adulti agiscono con i minori che si prostituiscono emulando la pornografia adulta, e gli sfruttatori della prostituzione usano la pornografia di adulti per istruire i minori che si prostituiscono;

-- I bambini imitano, con i propri coetanei, i comportamenti visti nella pornografia di adulti;

-- La dipendenza dalla pornografia di adulti distrugge i matrimoni, e i figli che crescono con un solo genitore hanno maggiore probabilità di essere sessualmente abusati.

Robert Peters, autore del rapporto e presidente di Morality in Media, spiega che qualche decennio fa, studiando i casi arrivati in tribunale, si era imbattuto in molteplici esempi di sfruttamento sessuale di minori in cui l'imputato adulto aveva mostrato o consegnato pornografia di adulti al minore come parte di un processo di preparazione. Gran parte del dibattito si è incentrata sulla questione se la pornografia di adulti porti a commettere crimini sessuali. Sebbene la questione relativa al nesso causale rimanga ancora controversa, Peters osserva che nella sua esperienza l'uso della pornografia adulta per stimolare e desensibilizzare i bambini è certamente un metodo utilizzato e che contribuisce a rovinarli. Si tratta di una constatazione che è ben più di un'opinione personale. Una delle appendici al rapporto contiene infatti più di 100 pagine di articoli di stampa e di casi giudiziari che si riferiscono a questo metodo di mostrare o somministrare pornografia ai bambini e di costringerli a guardarla. Il rapporto prosegue spiegando che con il passare del tempo le persone che sono dipendenti dalla pornografia hanno bisogno di materiale sessuale sempre più esplicito e deviante, esattamente come avviene per i tossicodipendenti con la droga. Nel tempo, quindi, per ottenere lo stesso effetto iniziale, si ha bisogno di aumentare le dosi dell'elemento stimolante. Peters osserva inoltre che si riscontra un aumento nella tendenza a emulare i comportamenti sessuali visionati nella pornografia. I fruitori della pornografia non sono quindi solo dei consumatori passivi, ma tendono a loro volta a mettere in pratica ciò che vedono.

La minaccia mediatica

Per quanto riguarda gli stessi bambini, il rapporto spiega che se uno di loro dovesse entrare in una libreria per adulti gli verrebbe detto di uscire, essendo vietato dalla legge vendere materiale pornografico ai minori. Per contro, se lo stesso bambino dovesse "cliccare" sui siti più commerciali di contenuto pornografico, potrebbe vedere gratuitamente pornografia esplicita, senza alcuna restrizione. Il rapporto osserva criticamente che per quanto riguarda Internet i tribunali ritengono che l'uso dei filtri da parte dei genitori sia una soluzione adeguata al problema. I genitori hanno certamente un ruolo fondamentale nel proteggere i propri figli dai contenuti dannosi di Internet, ammette Peters. Tuttavia, gran parte di loro può continuare ad accedere a Internet fuori casa o attraverso i terminali mobili. È sufficiente che in un gruppo di amici uno di loro abbia accesso libero a Internet perché anche tutti gli altri possano accedervi, sottolinea il rapporto. Peters afferma anche che nei suoi lunghi anni di esperienza ha potuto constatare una significativa casistica di gente che non solo usa la pornografia di adulti per stimolare e istruire le vittime minori, ma anche per stimolare sessualmente se stessi. Nelle conclusioni, il rapporto fa appello alle Chiese e alle altre organizzazioni religiose perché facciano di più per contrastare il problema della pornografia adulta. La pornografia è un problema non solo per molti di coloro che non frequentano le funzioni religiose, ma anche per molte persone di ogni età che invece le frequentano, sostiene il rapporto. Il mondo dell'informazione e dell'intrattenimento potrebbe inoltre aiutare a mostrare il fenomeno della produzione e del consumo della pornografia di adulti come un vero problema, anziché come una questione senza rilevanza morale o sociale.

La famiglia

L'affermazione del rapporto per cui la pornografia danneggia la famiglia e i bambini non è certamente un'opinione isolata. In Australia, il Sydney Morning Herald, in un articolo pubblicato il 5 marzo scorso, ha riferito del caso di un marito che si è scoperto essere un pornodipendente. La "catastrofiche conseguenze emotive che derivano" da questa dipendenza sono purtroppo molto comuni. Lo scorso anno, i consultori telefonici di Mensline, in Australia, hanno registrato un aumento del 34% delle chiamate da parte di uomini per i quali la pornografia costituiva un problema nel loro rapporto affettivo, ha osservato l'articolo. La possibilità di accedere alla pornografia attraverso i computer e i telefoni cellulari ha rimosso quella cosiddetta barriera all'accesso, ovvero il senso di vergogna di entrare in un sexy shop per comprare una rivista o un video. La pornografia costituisce un grave problema anche per le donne, ricorda l'articolo. "Una buona parte delle donne considera il consumo di pornografia da parte del marito come una forma di infedeltà", ha sostenuto il sociologo Michael Flood. "Persino quando il consumo è dichiarato, alcune donne lo considerano come una sorta di adulterio". Il collegamento tra l'industria multimiliardiaria della pornografia e l'appetito sessuale è diventato come il rapporto tra l'obesità e i piatti super-abbondanti, ha affermato la femminista Naomi Wolf in un articolo apparso sul quotidiano Times del 4 aprile. "L'ubiquità delle immagini sessuali, più che liberare il potere di Eros, lo diluisce", ha aggiunto.
Ulteriori elementi a dimostrazione delle implicazioni che ne derivano per i bambini sono contenuti in un articolo pubblicato il 29 maggio sul quotidiano canadese Ottawa Citizen. Richard Poulin, docente di Sociologia dell'Università di Ottawa, ha partecipato ad una conferenza che si è svolta a Montreal dal titolo "Youth, Media and Sexualization". Il docente ha osservato che le aggressioni sessuali vengono commesse oggi da persone più giovani nei confronti di vittime più giovani. Inoltre, secondo un sondaggio da lui effettuato su studenti dell'Università di Ottawa, risulta che l'età media in cui si inizia a vedere immagini pornografiche è di 13 anni. Tra coloro i cui genitori tengono materiale pornografico a casa, l'età è risultata più bassa, ovvero tra i 10 e gli 11 anni.
Poulin ha anche menzionato un sondaggio che mostra che un uomo su cinque tra i 22 e i 23 anni ammette di essere sessualmente attratto da ragazze tredicenni. "E non si tratta di una tendenza triviale", ha affermato.

Ambiente sano

Benedetto XVI ha affrontato la questione della pornografia nel suo discorso del 16 aprile rivolto ai Vescovi americani durante la sua vista dello scorso anno negli Stati Uniti. "I bambini hanno diritto di crescere con una sana comprensione della sessualità e il ruolo che le è proprio nelle relazioni umane", ha affermato. "Ad essi dovrebbero essere risparmiate le manifestazioni degradanti e la volgare manipolazione della sessualità oggi così prevalente". I bambini hanno il diritto di essere educati secondo valori morali autentici, fondati sulla dignità della persona umana, ha proseguito il Pontefice. "Che cosa significa parlare della protezione dei bimbi quando la pornografia e la violenza possono essere guardate in così tante case attraverso i mass media ampiamente disponibili oggi?", ha domandato. Per gestire questo problema, il Papa ha parlato dell'urgente necessità di valutare criticamente i valori che guidano la società di oggi. Se vogliamo davvero prenderci cura dei giovani, dobbiamo riconoscere la nostra responsabilità di promuovere e di vivere quegli autentici valori morali che soli rendono capace ogni persona di prosperare, ha concluso. Un puntuale richiamo sui pericoli derivanti da un problema che troppo spesso viene ignorato. - padre John Flynn, LC - Zenit -

 
 
 

LA LOBBY OMOSESSUALISTA E LA CORRUZIONE DELLA MORALE

Post n°2543 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Su “Il Giornale” del 3 settembre, Luigi Mascheroni ha smascherato il potere di GLBT, l’acronimo utilizzato per riferirsi a gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, scrivendo: “ Una lobby potente e ricca. Anzi, secondo un dossier del 2006 della rivista Tempi, ricchissima: la lobby omosessuale internazionale, che ha le sue roccaforti a New York, Washington, San Francisco e Bruxelles, è sempre più influente. Riceve finanziamenti sia dalle grandi corporation americane, sia dai governi e dalle istituzioni internazionali, spesso sotto forma di donazioni a Ong o fondi per la lotta all’Aids”. Il filosofo Roberto De Mattei in un lucido editoriale sulla autorevole rivista cattolica “ Radici Cristiane” ha osservato che la potenza politico-economica dei gruppi omosessualisti, è tale da influenzare le istituzioni e il costume, come in Italia si tenta, non solo attraverso attraverso il ruolo di associazioni omosessualiste, ma specialmente grazie all’influenza esercitata da persone di orientamento omosessuale in settori chiavi della società, quali le arti, la politica, lo spettacolo. All’ultimo festival di Venezia, il tema ricorrente dei film in rassegna è stata l’omosessualità. Prima della proiezione del film” A single man” di Tom ford, che ha vinto il premio Queer Lion attribuito dalla comunità Gay alla migliore pera omo, lesbica o trans, Franco Grillini e alcuni esponenti della sinistra hanno tenuto un sit-in contro l’omofobia presentandosi come i nuovi martiri del XXI secolo La strategia omosessualista appoggiata da alcuni settori della sinistra anticristiana è avanzata proprio attraverso la dialettica tra gesti simbolici e provocatori ed iniziative parlamentari tese ad allargare il consenso verso i moderati per poi coprire di ridicolo,  zittire e mandare in galera tutti coloro che ritengono l’omosessualità vizio, malattia, peccato ecc, ecc.  Secondo la dottrina morale cattolica che si basa anche sul diritto naturale l’orientamento (tendenza/inclinazione) omosessuale, pur essendo oggettivamente un disordine morale, non va considerato peccaminoso in se stesso: lo è solo nel senso che può condurre ad un atto sessuale immorale. Per la fede e la morale cristiana l’atto omosessuale è invece peccato gravemente contrario alla castità. Esso infatti esclude il dono della vita. Non è il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun modo può essere approvato. Il Cattolicesimo dice si al rispetto della persona omosessuale, alla quale, proprio in quanto persona, si deve dignità, accoglienza e aiuto. Non si può infatti mai dimenticare che la persona umana, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, precede e trascende la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale. La Chiesa distingue tra peccatore e peccato, tra orientamento ed atto omosessuale. La Chiesa invita al rispetto degli specifici diritti delle singole persone, diritti che anche gli omosessuali hanno in quanto persone e in quanto cittadini né più né in meno delle altre persone umane e non in quanto omosessuali. La Chiesa invita gli omosessuali alla santità attraverso la preghiera e la vita sacramentale affinché possano vivere nella castità. Tutto questo è possibile, ed io stesso conosco diverse persone con problematiche omosessuali che attraverso una profonda vita  cristiana oltre a non dare mai scandalo hanno raggiunto alti livelli spirituali. La Chiesa dice da sempre un no deciso all’approvazione del comportamento omosessuale, alla legalizzazione o all’equiparazione della relazione omosessuale al matrimonio ed ovviamente dice di no ad ogni marchio di ingiusta discriminazione, ad ogni eventuale forma di rifiuto, di emarginazione o di disprezzo nei confronti della persona omosessuale. L’amore tra l’uomo e la donna ha il potere di generare vari e complementari amori:quello coniugale, quello parentale, quello paterno-materno e quello filiale. La relazione omosessuale non ha questa ampiezza di vita. Si esaurisce nella relazione tra due persone. Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nella bibbia le relazioni omosessuali sono sempre condannate come gravi depravazioni morali (cfr. Rm 1,24-27; 1Cor 6,10; 1 Tm 1,10). Per la Chiesa Cattolica assolutamente le relazioni omosessuali non devono mai essere legalizzate per motivi naturali, biologico-antropologici, sociali e giuridici. Le relazioni omosessuali sono in contrasto con il motivo naturale in quanto la legge civile non può entrare in contraddizione con la retta ragione senza perdere la forza di obbligare la coscienza. Ogni legge, fatta dagli uomini, ha ragione di legge solo in quanto è conforme alla legge morale naturale, riconosciuta dalla retta ragione. Le legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali sono contrarie alla retta ragione perché conferiscono all’unione tra persone dello stesso sesso garanzie giuridiche analoghe a quelle dell’istituzione matrimoniale. Nelle unioni omosessuali sono del tutto assenti quegli elementi antropologici e biologici propri del matrimonio e della famiglia. Nella unione omosessuale manca la differenziazione genitale-sessuale, che è il dato oggettivo di realtà con cui veniamo al mondo: maschio e femmina. Questo dato originario è scritto nel corpo, nel cervello, nel cuore; ancora in dette relazioni tra omosessuali è del tutto assente la dimensione coniugale, che rappresenta la forma umana ed ordinata delle relazioni sessuali, inoltre non vengono attuate la procreazione della specie umana. Inoltre l’assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini inseriti all’interno di queste unioni omosessuali. Ad essi manca l’esperienza della maternità o della paternità. Inserire dei bambini nelle unioni omosessuali per mezzo dell’adozione significa di fatto fare violenza a questi bambini, nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano. A livello sociale, se giammai, le unioni omosessuali venissero legalizzate ciò purtroppo significherebbe approvare un comportamento deviante, farlo diventare un modello nella società, approvare l’indeterminatezza sessuale, tutto ciò  offuscherebbe valori fondamentali, quali il matrimonio e la famiglia. Infatti il concetto di matrimonio subirebbe un cambiamento radicale con grave detrimento del bene comune: perderebbe l’essenziale riferimento ai fattori collegati alla eterosessualità, come ad esempio il compito procreativo ed educativo. Alla base della storia dell’umanità, non ci sono due individui dello stesso sesso ma una coppia formata da un uomo e una donna cioè una comunione di due persone che si integrano vicendevolmente e, aperti alla vita nascente generano la comunità. A livello giuridico poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l’ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale. Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell’ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune. La Chiesa cattolica chiede quindi allo Stato di affermare chiaramente il carattere immorale dell’unione omosessuale, di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica; ricordare che la tolleranza al male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male e quindi non procedere alla legalizzazione delle unioni omosessuali o alla loro equiparazione legale al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo. Occorre seriamente riflettere sulla differenza esistente tra il comportamento omosessuale come fenomeno privato e lo stesso comportamento quale relazione sociale legalmente prevista e approvata, fino a diventare una delle istituzioni dell’ordinamento giuridico. Il secondo fenomeno non solo è più grave, ma acquista una portata assai più vasta e profonda e finirebbe per comportare modificazioni dell’intera organizzazione sociale che risulterebbero contrarie al bene comune, pertanto la legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata perciò a causare l’oscuramento della percezione di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell’istituzione matrimoniale. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

L'ULTIMA: ECCO IL NOBEL BESTEMMIATORE

Post n°2542 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Lo scrittore portoghese José Saramago, premio Nobel per la letteratura, ateo e comunista viscerale, nel suo ultimo libro "Caino" se la prende con il «Dio della Bibbia», affermando che è "vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia". Ma il Premio Nobel nel suo nuovo libro non si limita a questo, giunge perfino a bestemmiare Dio, definendolo "figlio di p....".
I vescovi portoghesi, tramite il portavoce della conferenza episcopale nazionale, hanno accusato lo scrittore di offendere milioni di cattolici in tutto il mondo e al tempo stesso hanno denunciato "un’operazione pubblicitaria" per promuovere il libro che propone una rilettura "irriverente se non oltraggiosa" dell’episodio biblico dell’uccisione di Abele, primogenito di Adamo ed Eva, da parte del fratello Caino. In una conferenza stampa a Lisbona, Josè Saramago ha replicato ai vertici della Chiesa, accusandoli di suscitare "nuovi odi" e di alimentare "rancori, incomprensioni e resistenze". Nel 1992, dopo lo scandalo suscitato in Portogallo dall’uscita del suo libro Il vangelo secondo Gesù Cristo, José Saramago lasciò il suo paese per stabilirsi a Lanzarote nell’arcipelago spagnolo delle isole Canarie, dove tuttora risiede. In quel romanzo, Saramago raccontava che Gesù perse la sua verginità con Maria Maddalena, venendo utilizzato da Dio per dominare il mondo... 
È evidente che ai nostri giorni si possono offendere tranquillamente - ed anche impunemente - Dio, la Chiesa, il Papa, i cristiani, persino li si possono massacrare e crocifiggere, come si possono assassinare legalmente milioni di bambini con le pratiche abortive di vario genere, ma guai a chi osi dire che l'aborto è un abominevole delitto o che l'omosessualità è una malattia e che gli atti di sodomia sono gravissimi peccati contro natura... Siamo nel tempo dell'Anticristo? Ma su non esageriamo... è semplicemente il tempo dei Premi Nobel per la Distruzione della Società. Presentiamo come candidato per il 2010 una mascotte di questa non piccola categoria: José Saramago.
 
E Saramago se la prende con Dio: è cattivo - di Alessandro Gnocchi
 
«Vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia». Questo losco figuro, secondo lo scrittore portoghese José Saramago, premio Nobel per la letteratura, è il «Dio della Bibbia». In quanto alla Chiesa cattolica, essa «scatena nuovi odii alimentando rancore».
Il motivo di tanto risentimento verso il «Dio della Bibbia» è presto detto. Saramago ha appena pubblicato in Portogallo Caino romanzo in cui reinterpreta il fratricidio biblico. Lo spot del libro, un vero e proprio trailer, ha come slogan: «Che diavolo di Dio è questo che, per innalzare Abele, disprezza Caino?». Il lancio, a fine agosto, aveva suscitato scalpore ma non abbastanza, nonostante l’impegno dell’autore prodigatosi in affermazioni nelle quali qualcuno ha visto una sfumatura di antisemitismo: «Mi risulta difficile comprendere come il popolo ebraico abbia scelto per testo sacro l’Antico Testamento. È un tale miscuglio di assurdità che non può essere stato inventato da un uomo solo. Ci vollero generazioni e generazioni per produrre questa mostruosità».
Comunque sia, l’uscita del romanzo ha lasciato perplessa la chiesa lusitana, rinnovando così uno scontro iniziato negli anni Novanta, quando Saramago aveva mandato in libreria Il vangelo secondo Gesù, storia di come Cristo perse la verginità con Maria Maddalena. I vescovi del Paese hanno accusato lo scrittore di offendere i cattolici e bollato Caino come «una operazione pubblicitaria irriverente». Saramago non aspettava altro, e calatosi nella parte del perseguitato ha convocato una conferenza stampa durante la quale si è prodotto nelle dichiarazioni di cui sopra. «Nella Bibbia - ha poi aggiunto - si narrano crudeltà, incesti, violenze di ogni genere, carneficine. Tutto ciò è incontestabile, ma è bastato che lo dicessi io, per suscitare una polemica». E ha concluso con un sentito richiamo al «diritto di riflettere» che «appartiene a ciascun individuo» e con una vibrante denuncia della «intolleranza delle religioni organizzate».
Ecco, la «intolleranza delle religioni organizzate». Un tema già affrontato da Saramago, ateo e comunista, in modo alquanto sorprendente. Lo scrittore portoghese, infatti, quando vede i simboli del cristianesimo è come un toro nell’arena davanti al drappo rosso: carica a testa bassa. Diventa però mansueto se alla croce si sostituisce la mezzaluna islamica. Nel 2007 in Spagna fu pubblicato, con denaro pubblico, un libro fotografico con immagini choc: tanto per dirne una, la Madonna con in braccio un maiale. Comprensibile la reazione, ferma ma composta, dei cattolici spagnoli, ovviamente indignati. Saramago insorse contro chi protestava, gridando alla tentata censura: «Crediamo fermamente che un valore fondamentale delle società democratiche, come quello della libertà di espressione e di creazione, non possa essere sottomesso o soggiogato a regole morali».
Pochi mesi prima era scoppiata la questione delle vignette danesi sul profeta Maometto, le vergini, i kamikaze. I musulmani scesero in piazza e già che c’erano bruciarono qualche ambasciata. Anche in quel caso il premio Nobel insorse. Ma contro i disegnatori: «Quello che mi ha davvero spiazzato è l’irresponsabilità dell’autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti».
Ecco, la «cruda realtà» è questa: per Saramago tutte le religioni sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre. La «intolleranza delle religioni organizzate»? In alcuni casi lo scrittore la giustifica. In quanto alla libertà d’espressione, è un valore relativo, dipende da chi chiede la parola. Un eventuale Nobel per la doppia morale non glielo toglierebbe nessuno.- Fattisentire -

 
 
 

ABORTO, EUTANASIA E OBIEZIONE DI COSCIENZA

Post n°2541 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da diglilaverita
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Mons. Crociata: “Ai farmacisti il diritto di obiezione” - Prevista dalla legge 194 per i medici, "l'obiezione di coscienza è anche un diritto che deve essere riconosciuto ai farmacisti". Lo chiede il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, intervenuto la mattina del 23 ottobre al Congresso dei Farmacisti Cattolici in corso a Roma…

Ringrazio il Dott. Uroda, Presidente dell’Unione Cattolica Farmacisti italiani, per l’invito ad aprire i lavori di questo Convegno e saluto insieme a lui gli illustri relatori e i numerosi partecipanti. È un invito che ho accolto con piacere, considerata l’attualità del tema prescelto e l’impostazione dei lavori enunciata fin dal titolo, nel quale l’obiezione di coscienza del farmacista viene significativamente collocata in una prospettiva che richiama insieme il profilo del diritto e quello del dovere. Non spetta a me approfondire le complesse questioni giuridiche collegate a questa impostazione, oggetto delle relazioni che saranno svolte questa mattina da ben noti giuristi, né le possibili implicazioni sul piano sociale e politico, che risulteranno adeguatamente illustrate nel corso della tavola rotonda prevista per questo pomeriggio. Ritengo invece opportuno cogliere l’occasione di questo breve intervento introduttivo per richiamare l’attenzione sui delicati problemi etici connessi al tema del Convegno e sul contributo alla riflessione offerto dal magistero della Chiesa. La questione dell’obiezione di coscienza nasce dal conflitto interiore dell’uomo posto di fronte all’alternativa, a volte lacerante, fra il comando della legge, che imporrebbe una determinata azione, e l’imperativo della propria coscienza – rispondente a motivazioni religiose, ma anche etiche o ideologiche – secondo cui quella azione risulta inaccettabile. Il riconoscimento della possibilità di appellarsi alla “clausola di coscienza” è diretto appunto a superare tale conflitto interiore tra coscienza individuale e obbligo legale. Cercando di evitare gli esiti insanabili e gravissimi che derivano da una legge ingiusta di cui sia destinatario, l’obiettore «dicendo di no alla legge intende dire di sì al diritto» (F. D’Agostino). Tradizionalmente la possibilità dell’obiezione di coscienza è stata riconosciuta con riguardo al servizio di leva obbligatorio e agli interventi diretti all’interruzione volontaria di gravidanza, cioè ai due casi tipici che per la loro radicalità permettono di mettere in evidenza i referenti essenziali dell’obiezione stessa. Sono casi emblematici perché, pur nella loro diversità, appaiono entrambi legati direttamente al fondamentale principio del non uccidere.
In questo quadro si colloca anche la questione del diritto-dovere dei farmacisti all’obiezione di coscienza, che viene oggi in discussione sia di fronte a taluni farmaci abortivi (come la RU486, per i farmacisti ospedalieri) o potenzialmente abortivi, quale in concreto la cosiddetta pillola del giorno dopo, sia di fronte a taluni sviluppi (o meglio involuzioni) che si profilano in materia di fine vita, considerato che in alcuni paesi europei, come ad esempio in Belgio, risulta già in vendita nelle farmacie un kit eutanasico. In Italia il problema è avvertito soprattutto riguardo alla vendita della cosiddetta pillola del giorno dopo. Infatti, sebbene l’autorizzazione ministeriale all’immissione in commercio della specialità medicinale Norlevo abbia qualificato tale prodotto come «contraccettivo d’emergenza», in base alle evidenze scientifiche disponibili non si può escludere la concreta possibilità di un’azione postfertilizzativa del farmaco stesso nelle ipotesi in cui, essendosi già verificata la fecondazione dell’ovulo e quindi la formazione dell’embrione, viene impedito all’embrione stesso di iniziare l’impianto nella parete uterina, con evidente effetto abortivo.
In tal senso si è pronunciato il Comitato nazionale di bioetica nella Nota sulla contraccezione d’emergenza approvata il 28 maggio 2004, nella quale, dopo aver rilevato la diversità di opinioni emerse nel dibattito scientifico circa l’efficacia della “pillola del giorno dopo”, ha «ritenuta unanimemente da accogliersi la possibilità per il medico di rifiutare la prescrizione o la somministrazione» del levonorgestrel (LNG, principio attivo del farmaco). Se una tale opzione è correlata ai possibili effetti post-fertilizzazione del farmaco, osserva il Comitato, «il medico ha comunque il diritto di appellarsi alla ‘clausola di coscienza’, dato il riconosciuto rango costituzionale dello scopo di tutela del concepito che motiva l’astensione (cfr. Corte cost. n. 35/1997), e dunque a prescindere da disposizioni normative specifiche sul punto». Del resto, appare abbastanza chiaro che l'intenzione di chi chiede o propone l’uso di questa pillola o è finalizzata direttamente all’interruzione di una eventuale gravidanza, proprio come nel caso dell’aborto, o perlomeno non esclude e accetta questo possibile risultato, che verrebbe a realizzarsi al di fuori delle rigorose prescrizioni e procedure stabilite dalla legge 194/78.
Emerge così «il rischio di una ulteriore banalizzazione del valore della vita, con l’incremento di una mentalità secondo cui l’aborto stesso finisce per essere considerato un anticoncezionale» (card. A. Bagnasco, Prolusione al Consiglio permanente, 21-24 settembre 2009). Si viene inoltre a introdurre «un conflitto all’interno delle norme dello Stato: la legge 194 garantisce infatti il diritto all’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario a cui sia richiesto di collaborare all’aborto. Non è giustificabile togliere questo diritto ai farmacisti» (card. C. Ruini, Intervista al Sir, 1 novembre 2000). Proprio i farmacisti sono chiamati a dare in questo ambito una chiara testimonianza, in quanto, come ha affermato Benedetto XVI, essi rappresentano gli «intermediari fra il medico e il paziente» e svolgono «un ruolo educativo verso i pazienti per un uso corretto dell’assunzione dei farmaci e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche dell’utilizzazione di alcuni farmaci». Non si devono «anestetizzare le coscienze sugli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona»; il farmacista deve invitare ciascuno «a un sussulto di umanità, perché ogni essere sia protetto dal concepimento fino alla morte naturale» (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al 25° Congresso internazionale dei farmacisti cattolici, 29 ottobre 2007).
Il ruolo educativo nell’intermediazione tra medico e paziente rappresenta, dunque, un compito caratterizzante il lavoro del farmacista. Il farmacista cattolico è chiamato a cogliere questa opportunità per esercitare un autentico apostolato e un’opera di misericordia spirituale attraverso il suo lavoro. Per far questo è importante coltivare la vita di fede con la preghiera, i sacramenti e la testimonianza di onestà e di carità. Altresì è necessaria al farmacista, come a tutti gli operatori sanitari, quella speciale attenzione nella formazione della coscienza morale che si richiede per essere accanto a chi soffre. Dare testimonianza evangelica laddove i contenuti della fede sono messi in questione da casi limite emotivamente coinvolgenti, da forti interessi economici o da una cultura edonista e nichilista è oggi particolarmente faticoso. Bisogna perciò, come singoli farmacisti e come associazione, attingere al patrimonio morale e agli insegnamenti della Chiesa e coordinarsi con l’azione pastorale che essa esercita a tutela della vita e a servizio dei malati (a questo proposito è significativa e lodevole la vostra scelta di firmare il manifesto Liberi per Vivere promosso dal’Associazione Scienza & Vita). D’altra parte, la riflessione ecclesiale che la Chiesa che è in Italia sta portando avanti sul tema dell’educazione rappresenta anche la via per un rilancio culturale della vostra professione, che spesso rischia di essere percepita e regolamentata come una pura attività commerciale, svuotata della sua dignità ed esposta a logiche economiche di tipo unicamente mercantile. Invece, educare le coscienze con la propria professione di farmacista è oggi una priorità per il bene comune e l’interesse di tutti e una missione alta e certamente impegnativa; per questo «nella distribuzione delle medicine il farmacista non può rinunciare alle esigenze della sua coscienza in nome delle leggi del mercato, né in nome di compiacenti legislazioni. Il guadagno, legittimo e necessario, deve essere sempre subordinato al rispetto della legge morale e all'adesione al magistero della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Discorso alla Federazione internazionale dei farmacisti cattolici, 3 novembre 1990).
Per il farmacista cattolico, aderire all’insegnamento della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana, che è di natura etica e morale, rappresenta anzitutto un dovere, sicuramente difficile da adempiere in concreto ma al quale non può rinunciare. I cristiani infatti sono chiamati a non prestare la loro collaborazione a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la Legge di Dio. Tale cooperazione si verifica quando «l’azione compiuta, o per la sua stessa natura o per la configurazione che essa viene assumendo in un concreto contesto, si qualifica come partecipazione diretta ad un atto contro la vita umana innocente o come condivisione dell’intenzione immorale dell’agente principale» (Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Evangelium vitae, § 74). In questa prospettiva, l’obiezione di coscienza è anche un diritto che deve essere riconosciuto ai farmacisti, permettendo loro di non collaborare direttamente o indirettamente alla «fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia», e di superare le difficoltà di un contesto culturale che tende, talvolta, a non favorire l’accettazione dell’esercizio di questo diritto, in quanto «elemento “destabilizzante” del quietismo delle coscienze» (Pontificia Accademia per la Vita, 15 marzo 2007).
Il diritto-dovere all’obiezione di coscienza non riguarda solo i farmacisti cattolici ma tutti i farmacisti, perché «la questione della vita e della sua difesa e promozione non è una prerogativa dei soli cristiani. Anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, essa appartiene ad ogni coscienza umana che aspira alla verità ed è attenta e pensosa per le sorti dell’umanità» (Giovanni Paolo II, Enciclica Evangelium vitae, § 101). Desidero quindi esortare voi tutti ad essere testimoni coraggiosi nell’esercizio della professione del valore inalienabile della vita umana, soprattutto quando è più debole e indifesa. Seguire la propria coscienza non è sempre una via facile e può comportare sacrifici ed aggravi. Tuttavia, rimane necessario «proclamare chiaramente che la via dell’autentica espansione della persona umana passa per questa costante fedeltà alla coscienza mantenuta nella rettitudine e nella verità» (Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione sull’aborto procurato, 1974). A Cristo Gesù, Signore della Vita e a Maria Madre Sua e Madre della Chiesa affido il cammino della vostra associazione e i lavori di questa giornata, auspicando il miglior frutto per questa iniziativa. - Avvenire - Fattisentire -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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