ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 02/11/2009

LA VISITA DI HILLARY CLINTON IN ISRAELE INNESCA LA TERZA INTIFADA. IL RISCHIO DI UNA GUERRA SEMPRE PIU' VICINA

Post n°2586 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Con una contorsione a 180° il segretario di Stato Usa ha fatto cadere la condizione richiesta dai palestinesi e da Barack Obama sul congelamento delle colonie nei territori occupati. Le speranze suscitate da Obama sulla pace finiscono nel nulla. Intanto cresce una maggiore unità fra Hamas e Fatah, che rischia di trasformare tutto in movimento islamista. Israele vuole radunare il mondo per una guerra contro l’Iran. Il rischio è che una guerra sia sempre più vicina.

Gerusalemme – Il 31 ottobre scorso Hillary Clinton ha compiuto una inaspettata e infruttuosa visita ad Abu Dhabi e a Gerusalemme per vedere Abu Mazen e Benjiamin Netanyahu. Alla fine dell’incontro col premier israeliano, ella ha dichiarato che i colloqui di pace devono riprendere anche se Israele non congela gli insediamenti nei territori occupati, dicendo tutto il contrario di quanto il suo presidente aveva dichiarato solo pochi mesi fa nel suo discorso al Cairo. Questa ultima visita mostra che tutta l’attività diplomatica dell’amministrazione Obama sul problema israelo-palestinese è dolorosamente simile a quella delle amministrazioni precedenti, quella di George W.Bush e quelle prima di lui: un grande via-vai di ministri, inviati speciali che vanno su e giù dagli aerei, che viaggiano fra Washington, Tel Aviv e i Paesi vicini. Il premier israeliano, il ministro della Difesa, gli inviati speciali del primo ministro, i consiglieri, sono di continuo sulla loro via per Washington e ritorno. Si fanno dichiarazioni opache, emergono interpretazioni senza grande effetto. Gli Usa esprimono scontentezza sulle attività delle colonie israeliane nei territori occupati con svariate educate definizioni quali “un ostacolo alla pace”, o qualcosa di “non utile”. Israele promette ancora una volta quanto ha promesso già molte volte, e cioè di “rimuovere” pochi “avamposti non autorizzati”, ma nello stesso tempo accelera una massiccia crescita di colonie “autorizzate” in ogni altra parte. Come emerge dalle parole della Clinton, gli Usa, ormai disperati, hanno lasciato cadere il problema. Alla fine, l’industria del “processo di pace” sembra operare a piena capacità, mentre non succede nulla che avvicini alla pace, e mentre si rischia che succeda di tutto che possa bloccare l’opportunità del momento presente, riportando indietro l’orologio della storia. Nei territori occupati della West Bank – mentre una piccola classe di funzionari di alto livello e favoriti imprenditori si danno alla bella vita – lo scontento popolare è di nuovo in crescita. Se non vi è progresso reale non tanto nel “processo di pace”, ma almeno nella fine dell’occupazione militare da una potenza straniera, gli analisti in Israele sono d’accordo nel dire che c’è la crescente possibilità di una “Terza Intifadah”. E quando questa scoppierà, allora i nazionalisti di destra in Israele avranno la “prova definitiva” che Israele non dovrebbe essere pressato verso la fine dell’occupazione e che non potrebbe per nulla pensare a un trattato di pace con un simile violento vicino….Fino a poco tempo fa sembrava che questa volta, con l’amministrazione Obama sarebbe stato diverso, che il presidente aveva capito che mettere fine alla colonizzazione del territorio palestinese occupati era una necessaria e logica premessa per negoziati di pace con un significato. Il presidente aveva parlato in modo molto, morto determinato e aveva affrontato il tema in pubblico e in diverse occasioni. Ma come i suoi predecessori, anche lui è stato sconfitto dalla ben oliata risposta del governo israeliano: “sì, ma…”. “Sì, ma non nella grande Gerusalemme… Sì, ma dobbiamo per forza completare i (multipli) progetti già in corso…Sì, ma non dobbiamo congelare la costruzione di edifici pubblici…. Sì, ma le famiglie dei coloni devono poter crescere naturalmente… Sì, ma solo per poco tempo, magari sei mesi, magari, forse, 9 mesi!”. E così via fino a che la decisione di bloccare un insediamento diventa in se stesso insignificante, oltre che costantemente tradito dalla rapida costruzione che avviene sul terreno. Ma finora nemmeno una piccola e simbolica decisione è stata presa in tal senso…Così quello che rimane è solo la parata (o meglio: i voli aerei) di personalità ufficiali attraverso l’Atlantico e il Mediterraneo, a ovest e ad est; ad est e ad ovest…
Ma lo scoppio di una nuova Intifadah (e l’inevitabile risposta militare) non è la sola possibile conseguenza del fallimento nell’intervenire con decisione. In prospettiva storica, un danno ancora maggiore, potrebbe essere il successo nel raggiungere la “riconciliazione nazionale” palestinese, portando nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), capeggiata da Mahmud Abbas (Abou Mazen), il movimento armato islamico di Hamas. Di recente Hamas ha rifiutato la bozza di accordo negoziato sotto gli auspici egiziani, ma potrebbe sempre cambiare idea e l’Egitto sta lavorando sodo per questo. Il Cairo, è ovvio, ha le sue ragioni, legate alle sue preoccupazioni di sicurezza in rapporto alla Striscia di Gaza, la regione palestinese molto popolosa, attualmente governata di fatto da Hamas. Il patronato dell’Egitto non ha di mira solo una tregua o un “rapporto di lavoro” fra Olp e Hamas, ma una “mutazione genetica” dell’Olp. Questa, infatti, è nata come un movimento laico e nazionale, di certo non islamista. Tale “mutazione” (in un possibile movimento islamico) è senz’altro di corte vedute ed ingiusto verso il popolo palestinese, le cui aspirazioni sono state sempre articolate dall’Olp per uno Stato democratico e laico, non certo per una politica islamista. Abou Mazen, da parte sua, è preoccupato per la crescente disillusione della sua gente. Ad esa, il tentativo di giungere alla libertà attraverso mezzi pacifici, fino ad ora sembra non portare  da nessuna parte. Abu Mazen ha dichiarato un’elezione generale nei territori occupati per il 24 gennaio 2010. Essi dovrebbero portare al nuovo presidente e al nuovo parlamento per la semi-autonoma Autorità nazionale palestinese. Tutto ciò con l’idea di poter mantenere vive le speranze di una pacifica transizione verso la libertà, magari ricevendo da Usa ed Europa maggiore aiuto di quanto finora gli abbiano dato nel fermare l’invasione delle colonie. Non sappiamo se il gioco avrà successo: è quasi sicuro, infatti, che le elezioni non potranno svolgersi a Gaza, sotto il controllo delle milizie armate di Hamas. Alcuni pensano che l’annuncio delle elezioni è solo un complotto per costringere Hamas ad accettare la “proposta di riconciliazione nazionale”, o per tenere viva la speranza nel cuore dei palestinesi. In ogni caso le elezioni saranno rinviate e non solo una volta…E in Israele? In Israele nessuno – nessuno che conti – è interessato in qualche modo al fonte palestinese. L’agenda del governo è focalizzata sull’Iran; sul costringere tutti gli altri a focalizzarsi sull’Iran; sulla crescente probabilità che Israele sia costretto a lanciare un attacco militare per non permettere all’Iran di avere armi nucleari – con incalcolabili conseguenze; o accettare il fatto che d’ora in poi esso dovrà vivere nella paura di essere distrutto. Tale probabilità è cresciuta in modo esponenziale dopo la beffa iraniana di accettare-rifiutare la bozza negoziata con l’Onu sull’esportare il suo uranio arricchito. Attualmente non ha alcuna importanza che l’Iran firmi o no, dato che ogni credibilità del regime di Ahmadinejad – se ne aveva ancora – è ormai perduta per sempre. Il governo israeliano sta lavorando sodo per persuadere gli Stati Uniti, l’Europa e gli altri che il problema palestinese non ha alcuna importanza in confronto al dramma e alla possibile tragedia legate alla questione iraniana. Anche se non tutti condividono la posizione di Israele, il governo di Tel Aviv è piuttosto fiducioso che la situazione palestinese è in ogni caso governabile, almeno fino a che la nuova amministrazione Usa andrà avanti a dire le stesse cose delle amministrazioni precedenti. La Clinton è giunta il 31 a Gerusalemme e ha fatto le stesse cose che prima di lei hanno fatto Condoleeza Rice e Colin Powell: incontri, dichiarazioni, banchetti, e intanto si pianificano, costruiscono e inaugurano sempre più insediamenti di coloni, magari proprio mentre i segretari di Stato Usa sono sul terreno. Tutto come prima. Con il rischio di una guerra sempre più vicina. - di Joshua Lapide - AsiaNews -

 
 
 

DIARIO POLITICAMENTE SCORRETTO DEL SESSANTOTTO VISTO CON GLI OCCHI DI UN CRONISTA CATTOLICO

Post n°2585 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per molti è un mito,  i migliori anni della nostra vita, per altri è la storia triste e violenta che ha seppellito per decenni i migliori ideali di libertà, giustizia e bellezza. Il fenomeno sociale conosciuto come il “Sessantotto” ha estimatori e detrattori. Secondo Paolo Deotto, però dietro a tanta retorica si potrebbero nascondere meschine finalità ideologiche e di interesse politico. Deotto, ha vissuto per intero il Sessantotto, prima come studente di Giurisprudenza all’Università Cattolica, poi come militante di “Gioventù studentesca” e poi di “Comunione e Liberazione”. Per raccontare quanto accadde in quegli anni, Deotto ha scritto e pubblicato il libro “Sessantotto. Diario politicamente scorretto” (Fede & Cultura). Da diversi anni Paolo Deotto si occupa di studi storici, in particolare sul Novecento. E’ stato tra i fondatori della prima Rivista storica on line, Storia in Network, e attualmente collabora col sito di Storia Libera. Pubblica anche sul sito dell’Istituto Storico per l’Insorgenza e l’Identità Nazionale e sulle riviste Nova Historica e Radici Cristiane. Per cercare di comprendere come e perché il Sessantotto è riuscito a stravolto l’antropologia cristiana e le virtù insegnate, ZENIT lo ha intervistato.

Lei ha vissuto e osservato le vicende del '68 dall’Università Cattolica fino alle derive del terrorismo, della liberazione sessuale e della droga. A distanza di quarant'anni qual è il suo giudizio?

Deotto: A distanza vedo, con grande tristezza, che non solo non siamo riusciti a liberarci dalle scorie sessantottine, ma anzi una vulgata falsa e tendenziosa continua a presentare, a quanti non vissero direttamente quel periodo, una sorta di gioiosa esplosione di giovanilismo, quasi che il Sessantotto sia stato solo un insieme di concerti, ribellione legittima a una società oppressiva e tanta tanta gioconda libertà. Pochissima è la pubblicistica in argomento che parla chiaro, e del resto sappiamo bene che buona parte dell’informazione è da decenni in mano a una sinistra che ha rivisto a fondo il significato della parola “verità”. Vuole un esempio significativo? A giorni (precisamente il 19 novembre) ricorreranno i quarant’anni dall’assassinio di Antonio Annarumma, poliziotto di 22 anni, autista della “Celere”, che morì a Milano, col cranio fracassato da un tubolare per edilizia usato a mo’ di lancia, nel corso di scontri violentissimi in via Larga tra manifestanti comunisti e Polizia. Ora, vada a cercare sulla solita “buona stampa”, come Espresso, Repubblica et similia, se riesce a trovare il nome di Annarumma. Non lo troverà mai, eppure queste pubblicazioni l’anno passato hanno scritto fiumi di inchiostro per commemorare il “'68”. Insomma, l’inganno continua, è tutt’altro che sbugiardato e sconfitto.

Nel libro “Sessantotto. Diario politicamente scorretto” lei sostiene che furono anni bui con una esplosione di violenza, distruzione di valori, scuola di prevaricazione e di odio. Ci spiega il perché?

Deotto: Sostengo quello che ho visto e vissuto direttamente. Ero a Milano, una delle città maggiormente colpite da quell’ondata, ero studente di quinta liceo, fino all’ottobre del '68 quando mi iscrissi all’Università Cattolica. In quegli anni avevo incarichi di responsabilità in Gioventù Studentesca (la futura Comunione e Liberazione). Insomma, non avevo certo un osservatorio defilato o limitato. Furono davvero anni bui, perché si insegnò ai giovani che l’avversario non era più la persona da affrontare con la dialettica, ma il nemico da odiare e distruggere. Del resto il Sessantotto fu una rivolta di chiaro stampo comunista e il comunismo è per sua natura violento e negatore dei valori tradizionali. L’attacco alla famiglia, soprattutto denigrando la figura autorevole del padre (in nome di una “libertà” che voleva solo dire “capriccio”) fu violento e martellante. E purtroppo insegnando l’odio si ammazzano le persone anche dentro, nel cuore. Ho visto tanti, troppi giovani andare davvero alla deriva, intossicati da quella paurosa scuola che fu il “'68”.

Secondo San Paolo, dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia di Dio. Quali allora le parti buone nella vicenda del '68?

Deotto: Senza dubbio il “'68” fu una severa pietra di paragone per la solidità della nostra Fede. Nelle associazioni di Azione Cattolica (e Gioventù Studentesca era una di queste) furono tante le persone che caddero nella più totale confusione, non capendo che marxismo e cristianesimo non possono, né potranno, mai convivere e addirittura condividere azioni “sociali”. Perché il marxismo non solo è ateo, ma tende anche alla distruzione della Fede. Tanti si scordarono, affascinati in modo infantile dal gioco della “rivoluzione”, che la sola salvezza è Nostro Signore Gesù Cristo. In questo senso il “'68” fornì l’occasione per purificare il mondo cattolico che poi si riscoprì molto più piccolo nei numeri, ma molto più saldo nella Fede.

Lei racconta di uno stravolgimento culturale con la diffusione di un relativismo, che porta solo confusione e disordine morale, una realtà manipolata secondo le convenienze, ed una società che introduce il divorzio, l’aborto, il sesso libero, la confusione dei generi e la liberalizzazione delle droghe. Come è potuto accadere e quali armi propagandistiche sono state utilizzate?

Deotto: Il relativismo non può che portare disastri, perché toglie all’uomo ogni certezza e lo rende schiavo dei suoi capricci, delle sue passioni, dei suoi desideri, anche i peggiori. Tanto, per ogni caso si costruisce una morale “ad hoc”. L’affermarsi del relativismo fu resa possibile dal fatto che i bersagli principali dei “profeti” sessantottini erano i giovani, per loro natura più influenzabili e più soggetti ad accettare di buon grado teorie sballate che tolgono loro i pesi che la vita impone per diventare uomini (studio, obbedienza, fatica, rispetto). Si entrava nel mondo dei balocchi con gioiosa incoscienza, spinti dal cinismo di chi sapeva invece benissimo come manipolare le coscienze.

Come è potuto accadere? Perché purtroppo c’era una classe politica composta ormai di personaggi avvezzi solo alla gestione del potere, che guardò la nascita del '68 senza sapere che linea prendere. E poi, duole dirlo, mancò in molti casi una parola vera e decisa da parte dei cattolici. Come dicevo sopra, molti vivevano ormai una Fede molto formalistica e molto vuota, e furono travolti dal nuovo conformismo che andava dilagando.

E che cosa è successo nel mondo cattolico?

Deotto: Quanto già dicevo sopra. Molti andarono alla deriva, molti caddero in una specie di attivismo sociale, che avrebbe dovuto, nella loro confusione di idee, “integrare” la Fede e renderla al passo coi tempi. Ma, grazie al Cielo, chi restò nel seno della Chiesa ne uscì rafforzato. In quegli anni tenevamo sempre, tra il 26 e il 30 settembre (allora le scuole iniziavano ai primi di ottobre) un raduno di preparazione al nuovo anno scolastico. Eravamo in genere migliaia. A fine settembre del '68 eravamo seicento, a Varigotti. E si riprese il cammino. La Chiesa non vive sui numeri, e per testimoniare Cristo si può anche ricominciare da pochi, da pochissimi. Basti vedere che poi negli anni Comunione e Liberazione è divenuto un fenomeno planetario.

Gli effetti di questo tsunami culturale si sono propagati per quasi un quarantennio, ma ora sembra che la popolazione chieda un ritorno alle virtù. E’ per questo che lei ha fondato la rivista online “La Riscossa cristiana”? Può illustracene contenuti e finalità?

Deotto: Effettivamente molti, anche non cattolici, iniziano a rendersi conto che la morale cattolica, lungi dall’essere una serie di severe costrizioni, è (ed è sempre stata) la base di una società serena e ordinata. Divorzio, aborto, droga, svilimento della donna – ridotta a mero oggetto sessuale – proclamazione di una libertà sessuale ormai da neurodeliri, tutte queste cose hanno creato una società di smarriti e disperati. E in tanti se ne rendono conto. Ma chi detiene da decenni un forte potere, sia economico, sia mediatico, non può accettare un ritorno a una società che viva e difenda le proprie radici cristiane, perché la morale cristiana, basata sulla misericordia, diventa una minaccia mortale per una società materialista, basata solo sul tornaconto. E infatti, non è un caso, i cristiani sono i veri perseguitati della nostra epoca. “La Riscossa Cristiana” è nata proprio da questa constatazione: i veri perseguitati della nostra epoca sono i cristiani. Ed è nata per dare voce e spazio a quanti, giovani o vecchi, non si sono rassegnati ad assistere inerti al crollo della società, per riaffermare con forza che la fonte della civiltà è la Chiesa, la sola che potrà salvare questa società dalla barbarie in cui via via si sta calando. Ci sono fatti e numeri agghiaccianti, in materia di alcolismo tra i giovani, di numero di aborti, di famiglie che si disfano come neve al sole. Come tanti secoli fa il monachesimo salvò l’Europa tornata alla barbarie dopo la caduta dell’Impero Romano, così oggi  la Chiesa, coi modi e i tempi che vorrà lo Spirito Santo, sarà l’unico faro per ricostruire una società di uomini e donne ragionanti, sereni, solidi. Con “La Riscossa Cristiana” noi cerchiamo di dare il nostro contributo a questa contro-rivoluzione, per riscoprire il vero, unico fatto rivoluzionario della Storia, l’incontro con Nostro Signore Gesù Cristo. Un’ultima cosa: lei mi dice che io ho fondato la rivista online “La Riscossa Cristiana”. Mi consenta una precisazione: senza il fondamentale aiuto di due carissimi e valorosi amici, il filosofo Piero Vassallo e lo storico e giornalista Alberto Rosselli, che mi hanno appoggiato e sostenuto con preziose indicazioni e concreti aiuti, non avrei potuto fare nulla. E bisogna anche ricordare con gratitudine i molti collaboratori che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Andando in home page della rivista, si possono vedere i loro nomi, e molti di essi sono tra le più belle firme della cultura cattolica. Io ringrazio il Signore, che mi ha fatto il grande dono di tanti amici disponibili a dare tempo ed energie per questa iniziativa. - Antonio Gaspari - Zenit -

 
 
 

GESU' CRISTO VINCE LA MORTE

Post n°2584 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
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Con la morte, allora, la vita non è tolta ma è trasformata. Cristo è veramente risorto! È questa la fede gridata coraggiosamente dai primi cristiani, per la quale i martiri hanno dato la loro vita...

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell ultimo giorno».

«Che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato» (Gv 6,39). La storia dell’uomo è prigioniera del limite: la morte, la nemica invincibile, che Francesco d’Assisi chiama "sorella". La sua verità provoca percorsi non sempre facili: "Perché?" è la domanda che sconvolge chiunque perda una persona cara. Solo il Vangelo, a chi lo accoglie, dà la risposta: Cristo ha vinto la morte e in questa vittoria c’è la promessa della nostra risurrezione. Il fondamento del nostro credo si struttura su questa verità, perché «se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede» (1Cor 15,17). Con la morte, allora, la vita non è tolta ma è trasformata. Cristo è veramente risorto! È questa la fede gridata coraggiosamente dai primi cristiani, per la quale i martiri hanno dato la loro vita. Follia per i pagani, scandalo per gli ebrei, è l’unica verità che muta gli orizzonti della nostra storia. Credere in Gesù non significa illudersi che tutto andrà bene, non significa avere una vita più lunga, o essere risparmiati dalle prove. Certo, è umano chiedere al cielo la soluzione ai propri problemi e Dio, come un buon Padre, è pronto ad ascoltare i propri figli. Tuttavia, non si può nascondere la verità: anche chi guarisce miracolosamente da un male un giorno morirà. Cenere siamo e cenere diventeremo, ma credere in Dio è credere che la morte non è l’ultimo traguardo. È essere coscienti che fa parte del nostro patrimonio, ma è credere che la morte non è per sempre. Una volta si moriva in casa e perfino i ragazzini erano là, presenti, a imparare un percorso doloroso che un tempo faceva parte del vocabolario della vita, perché l’unico modo per difendersi da un nemico è conoscerlo. Oggi, invece, non parliamo della morte perché non crediamo nella vita oltre la vita e pensiamo di sfuggirla nascondendola a noi stessi. I nostri ragazzi non sono attrezzati alla verità, non conoscono la morte e proprio perché non la conoscono la sfidano quotidianamente, la provocano, la mettono in condizione di agire negli sballi del sabato sera. Abbiamo smontato la morte dal nostro vissuto come se fosse un fatto che non ci riguarda, l’abbiamo anestetizzata pensando che la scienza sia sempre capace di dare le risposte che ci servono per detronizzarla. La cosa più drammatica è che a volte per nascondere la paura della nostra morte, cancelliamo perfino il ricordo di chi ci ha preceduto. Spargiamo al vento, e non solo metaforicamente, le ceneri del caro estinto e con esse la speranza di un incontro futuro, ma nascondere la morte non servirà per evitarle di fare il suo ingresso nella nostra storia. Nessuno sarà risparmiato dalla morte. La commemorazione dei fedeli defunti, per chi crede nella risurrezione della carne, è allora il luogo in cui si guarda in faccia la verità: è il giorno in cui non il nostro dolore, le nostre difficoltà, la nostra paura della morte, ma i nostri cari andati sono protagonisti della vita. I nostri cari non sono morti ma vivi altrove e, benché considerati da molti assenti, ritornano a essere presenti: è la festa loro. Cristo è davvero risorto e con lui tutti i nostri defunti. La morte fa paura, è vero, ma ignorarla non serve e forse se ci rendessimo conto che solo la verità ci rende liberi, capiremmo che non potendo evitare la morte è preferibile vivere da vivi piuttosto che far vincere la morte ogni giorno. Sarebbe bello se tutti riuscissero a dire: «La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1Cor 15,54). - don Gennaro Matino - donboscoland -

 
 
 

MEDJUGORJE: MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE A MIRJANA DEL 2 NOVEMBRE 2009

Post n°2583 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Cari figli! Anche oggi sono in mezzo a voi per mostrarvi la strada che vi aiuterà a conoscere l’amore di Dio, l’amore di Dio che ha permesso che Lo chiamiate e lo sentiate Padre. Chiedo a voi di guardare sinceramente nei vostri cuori e vedere quanto voi Lo amate. Lui è l’ultimo ad essere amato? Circondati dai beni, quante volte Lo avete tradito, rinnegato, dimenticato. Figli miei, non ingannatevi con i beni terreni. Pensate all’anima, perché essa è più importante del corpo, purificatela. Invocate il Padre, Lui vi aspetta, tornate a Lui. Io sono con voi perché Lui nella sua grazia mi manda. Vi ringrazio".

 
 
 

TESTIMONIANZE DEI VEGGENTI DI MEDJUGORJE SUL PURGATORIO

Post n°2582 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In Purgatorio ci sono tante anime e tra queste anche persone consacrate a Dio. Pregate per loro almeno sette Pater Ave Gloria e il Credo. Ve lo raccomando! Molte anime sono in Purgatorio da molto tempo perche' nessuno prega per loro. Nel Purgatorio ci sono diversi livelli: i più bassi sono vicini all'Inferno mentre quelli elevati si avvicinano gradualmente al Paradiso. (Messaggio del 20 luglio 1982 )

Le anime del Purgatorio aspettano le vostre preghiere e i vostri sacrifici. (Messaggio del 2 novembre 1982 )

 La maggior parte degli uomini, quando muore, va in Purgatorio. Un numero pure molto grande va all'Inferno. Soltanto un piccolo numero di anime va direttamente in Paradiso. Vi conviene rinunciare a tutto pur di essere portati direttamente in Paradiso al momento della vostra morte. (Messaggio del 2 novembre 1983 )

Cari figli, oggi desidero invitarvi a pregare ogni giorno per le anime del Purgatorio. Ad ogni anima è necessaria la preghiera e la grazia per giungere a Dio e all'amore di Dio. Con questo anche voi, cari figli, ricevete nuovi intercessori, che vi aiuteranno nella vita a capire che le cose della terra non sono importanti per voi; che solo il cielo è la meta a cui dovete tendere. Perciò, cari figli, pregate senza sosta affinché possiate aiutare voi stessi e anche gli altri, ai quali le preghiere porteranno la gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (Messaggio del 6 novembre 1986 )

E il 28 gennaio del 1987, la veggente Mirjana Dragicevic ricevette un lungo messaggio straordinario in cui, tra l'altro, la Regina della Pace diceva: Trovate il tempo per accostarvi a Dio in chiesa. Venite nella casa del Padre vostro. Trovate il tempo per riunirvi in famiglia e supplicare grazia da Dio. Ricordatevi dei vostri morti, date loro gioia con la celebrazione della Messa.

NON ANDRO' IN PURGATORIO

Quando mi rivolgo ai gruppi di pellegrini per esporre loro i messaggi e sopratutto le grazie che Maria dà a Medjugorje, mi diverto a fare loro questa domanda trappola: Chi fra voi pensa di andare di sicuro in purgatorio? Il risultato è catastrofico.:. Quasi tutti alzano la mano! Se questo succede alla fine del pellegrinaggio, non esito ad esprimere loro il mio pensiero, sempre sorridendo, certo: - Zero e sotto zero! Non avete capito niente del messaggio della Gospa, dovrete rimanere ancora tre giorni. - Allora utilizzo la testimonianza di Vicka; la gente si rilassa a poco a poco e abbandona volentieri i vecchi schemi impregnati di fatalismo. Alla fine della conferenza un ultimo test mostra che nessuno ha intenzione di soggiornare nel purgatorio. Finalmente!.. Vicka racconta: - Dopo il paradiso la Gospa ci ha portati a vedere il purgatorio. E' un luogo molto scuro e noi non potevamo vedere quasi niente perché c'era come un fumo grigio, molto spesso del colore della cenere. Sentivamo che c'era una quantità di gente ma non potevamo vedere i volti per via di questo fumo. Potevamo però sentire i gemiti e le grida. Sono molto numerosi e soffrono molto. Sentivamo anche delle specie di urti, come se le persone si scontrassero. La Gospa ci diceva: "Vedete come queste persone soffrono! Aspettano le vostre preghiere per poter andare in cielo." In seguito ci ha parlato ancora del purgatorio. Quello che mi ha stupito è stato di scoprire che là c'erano persone consacrate a Dio, suore e preti. Ho chiesto alla Gospa come fosse possibile che persone consacrate si ritrovassero in purgatorio; mi ha risposto: "Queste persone si erano consacrate a Dio, ma nella loro vita non c'era amore. Ecco perché ora sono in purgatorio." Prima di lasciare il purgatorio la Gospa ci ha molto raccomandato di "pregare ogni giorno per queste anime."- Chiedo - Vicka hai provato anche tu le sofferenze di quelle persone come avevi provato la felicità dei beati in cielo? - Al momento la Gospa ci ha dato una forza speciale, una grazia per sopportare di essere laggiù. Senza questa forza non l'avremmo potuto sopportare perché una cosa è pensare al purgatorio e un'altra cosa è vederlo! Oggi provo una grande tristezza quando penso a quelle anime che soffrono e prego per loro, perché certamente vorremmo che andassero tutte in cielo. Ma al momento abbiamo sentito questa forza che non è della terra. Era una cosa speciale per la circostanza. Così la visita al purgatorio si può riassumere in poche parole, ma c'è l'essenziale. In seguito la Madonna ha ricordato questa realtà in quattro messaggi (1) che non soltanto confermano l'insegnamento della Chiesa ma anche le testimonianze di alcuni mistici canonizzati, che hanno fatto un'esperienza simile a quella di Vicka e Jakov Tra il 1981 e il 1984 alle richieste dei veggenti sulla sorte di questo o quel defunto, la Gospa rispondeva a volte: "E' con me." oppure. "Bisogna pregare per lui." In questo modo Jakov ebbe la gioia di sapere il 5 Settembre 1983 che la sua mamma era già in cielo, ed era morta quel giorno. - Vicka, secondo te, cosa c'era di così buono nella vita di Jaka perché sia andata così in fretta in cielo? - Ho chiesto. - E' molto semplice! Faceva tutte le piccole cose della giornata con amore, con tutto il cuore! Dio ha affidato ad ognuno un compito. Tu scrivi dei libri e io parlo ai pellegrini... Bisogna fare tutto con il cuore, è molto importante! Dio non chiede che si prenda una montagna e la si sposti altrove. Le piccole cose di ogni giorno, sono grandi per Lui. Molte persone complicano le cose... no Jaka non ha fatto niente di straordinario. a Dio ha visto il suo gran cuore! - Su esplicita richiesta della Madonna, nel 1984, il "tempo delle domande private" è terminato. Tuttavia, durante la guerra recente, ho potuto capire in qualche modo, da certe conversazioni con Vicka che la Gospa le dava delle indicazioni su questo o quel soldato croato della regione, morto al fronte o considerato disperso. A quell'epoca i pellegrini erano poco numerosi e Vicka passava molto tempo a consolare le famiglie colpite dalla guerra. Una sera mi disse: "Molti dei nostri uomini sono scomparsi. Durante l'apparizione "se ne è parlato molto" e ora devo andare subito a visitare le loro famiglie... Capisci, aspettano in grande angoscia" Non ho voluto chiedere di più a Vicka ma queste semplici parole la dicevano lunga. Per noi che siamo sulla terra, sapere se questo o quello dei nostri parenti è ancora al purgatorio o già in cielo non è la cosa più importante. La cosa più importante è di renderci conto di quale tesoro ci offra la Gospa su un piatto d'argento, con la sua scuola d'amore a Medjugorje. Colui che entra alla Sua scuola non farà purgatorio! Non se ne parla nemmeno! La nostra decisione di diventare santi corrisponde in pieno ai disegni di Dio sulla nostra vita, non è orgoglio come ho spesso sentito dire. (Allora la piccola Teresa di Lisieux, la beata Faustina e il santo Curato d'Ars sarebbero stati degli orgogliosi!) La Gospa ha riempito i suoi messaggi di mezzi sicuri per andare diritto in cielo e colui che li vive sente già in sè la gioia del cielo, non la gioia che proviene dalla soddisfazione umana quando tutto va bene, ma la gioia tutta divina che rimane anche nelle prove. Mi piace citare queste parole di Maria a Jelena Vasilj nel 1986: "Se vi abbandonate a me, non vi accorgerete del passaggio da questa all'altra vita. Incomincerete a vivere la vita del cielo sulla terra."- Emanuela - *Io sono Amore*

 
 
 

IL MONITO DEL SANTO PADRE SUI GRAVI PERICOLI DELLA PORNOGRAFIA

Post n°2581 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Santo Padre Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti al Congresso promosso dall’Università Lateranense in occasione del 40° anniversario dell’Enciclica Humanae Vitae, di Paolo VI, ha affermato: "Se l’esercizio della sessualità si trasforma in una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi" allora ad essere minacciata è "la dignità della persona umana". Sempre più i crimini a sfondo sessuale nella nostra società occidentale sono in vertiginoso aumento. Stranamente non si afferma però che la causa principale di tale situazione è il grande boom della pornografia. Sempre più frequentemente, anche se sottilmente, la pornografia si infiltra nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione di massa e più che negli altri attraverso Internet. Il consumo pornografico inizia spesso nell’età puerile e interessa la grande maggioranza dei ragazzi compresi tra i dieci e i quattordici anni. I fumetti pornografici sono abituali nei bambini dai sette anni in su e negli ambienti più poveri culturalmente rappresentano quasi sempre l’unica lettura extra-scolastica. Spesso i figli leggono di nascosto i giornali osceni, vedono le cassette pornografiche dei loro genitori immaturi. Per la stragrande maggioranza degli europei la pornografia è un fatto pacifico, quasi naturale, ed è poco sentito come problema di grave disagio morale e sociale. Ciò però che preoccupa maggiormente è che intorno alla pornografia vi è un forte consenso ideologico: essa è accettata da molti perché corrisponde alla loro concezione della vita e dell’uomo che è fondamentalmente di stampo neo-pagano. Nel 1939 Wilhem Reich pubblicava la "Rivoluzione sessuale", in questo libro egli proclamava il diritto all’amore inteso come puro incontro di sessi, puro gioco, pura ricerca del piacere fine a se stesso, come principio rivoluzionario costruttivo di una nuova società. Il Reich esplicitamente parla di diritto al sesso (che significa contraccezione e aborto), di distruzione della famiglia tradizionale intesa come strumento di battaglia e di trasformazione sociale. I gruppi dell’estrema sinistra, dei radicali, degli anarchici e la potentissima lobby omosessualista si rifanno fondamentalmente a questo autore. Dobbiamo renderci conto che il fenomeno pornografico del XXI secolo è radicalmente diverso dal passato: la pornografia c’è sempre stata (vedi i dipinti ritrovati nel lupanare agli Scavi archeologici di Pompei), ma oggi è ben diversa, non solo per la quantità, diffusione e pericolosità (basti pensare alla televisione che introduce messaggi pornografici anche non richiesti nell’intimo di ogni stanza, o Internet che riempie la casella di posta elettronica di pubblicità a sfondo sessuale), ma anche per la qualità. Al di là dei centimetri di pelle nuda, ci interessa conoscere il pensiero che c’è dietro. La pornografia propone se stessa come un fatto positivo di crescita e di maturità umana. In passato non era così: il pornografo lavorava esclusivamente per far denaro, risentendo però del giudizio negativo della società su di sé. La pornografia moderna è figlia di Reich il quale afferma che tutti i mali della storia derivano dalla repressione sessuale, la cui massima responsabile ovviamente sarebbe la Chiesa Cattolica. Secondo tale ideologia una vita felice, vissuta in pienezza, suppone che ci si liberi dai condizionamenti sessuali di qualsiasi tipo. Ciò significa la eliminazione di ogni possibilità di giudizio sull’uso della sessualità che non nasca dall’unico criterio possibile: la libertà intesa come facoltà di autodeterminazione, di fare ciò che si vuole del proprio corpo e del corpo altrui. Esemplare a questo riguardo era il sito pornografico dell’ateo Gabriele Paolini, noto disturbatore di programmi televisivi, su detto sito, recentemente oscurato dal magistrato, il Paolini si esibiva in espliciti atti sessuali sia con uomini che con donne e vi erano addirittura scene di coprofagia. Non è un caso che lo stesso Paolini che recentemente ha ricevuto una condanna ad alcuni mesi di carcere per vilipendio alla religione cattolica e al sommo Pontefice ami diffondere sue foto mentre offre profilattici alla Beata Madre Teresa di Calcutta e al Servo di Dio Giovanni Paolo II. Il termine pornografia è di provenienza greca e rimanda originariamente a ciò che riguarda la prostituzione e quindi il "commercio" con le prostitute. La pornografia indica dunque l’attività genitale sessuale in relazione ad una vendita, ad un consumo, mettendo da parte le altre dimensioni umane della sessualità, separando quindi l’uso del corpo dalla persona tutta intera. Dietro la pornografia moderna, non vi è solo un disordine o uno squilibrio degli istinti sessuali, che indubbiamente ogni essere umano fa fatica a gestire non sempre correttamente, ma vi sono dei precisi presupposti ideologici spesso di matrice ateistica e anticattolica. Tra l’altro la pornografia moderna ha uno dei suoi padri nel famoso marchese De Sade, da cui proviene il termine sadismo, che è la forma di perversione di chi prova piacere erotico ed eccitamento sessuale dalla sofferenza di altre persone. Il marchese De Sade (1740-1814), che morì in manicomio, scrisse numerosi romanzi ripieni di ossessione sessuale deviata e, nonostante il fatto che una parte di essi sia andata distrutta, i suoi scritti furono raccolti in quindici volumi. Per De Sade il sesso era un fatto individuale, un’imposizione del forte sul debole; la sessualità sadiana non è un incontro di persone libere, ma un’affermazione della individualità dell’aguzzino mediante la schivizzazione della vittima. Il punto di partenza in De Sade è sempre la negazione di Dio, la proclamazione di un ateismo militante. Cancellata e soppressa l’idea di Dio, l’uomo sadiano può finalmente abbandonarsi ai propri impulsi perché è diventato padrone di se stesso, cioè padrone di altri uomini, visto che esistono uomini più forti di altri e, negato Dio, non c’è più nessuno che limiti la loro volontà di dominio. La nostra società dei consumi, nella misura in cui trasforma le persone in oggetti anche nella sfera sessuale, può considerarsi una società sadiana. Un tipico esempio di ciò è rappresentato da un vecchio film del regista italiano Marco Ferreri "I love you", nel quale il protagonista s’innamora di un portachiavi, evitando così i problemi esistenziali che accompagnano il difficile rapporto fra persone. E’ questa, appunto, la soluzione adottata dalla pornografia, che riduce le persone ad oggetti di consumo sessuale reciproco. Consideriamo ora quali immagini la pornografia presenti: anzitutto essa pone sullo stesso piano le relazioni tra persone di sesso diverso e persone dello stesso sesso per cui se il medesimo individuo vuole rapporti sessuali sia con un uomo sia con una donna, perché non dovrebbe farlo? Questa eventualità rientra nelle possibilità meccaniche del suo corpo, e la pornografia considera questa completa utilizzazione meccanica come un allargamento dell’esperienza umana (spesso vi sono rappresentazioni di rapporti sessuali anche con animali, specie cani e cavalli). Il boom nella società occidentale del cosiddetto bisessualismo è provocato appunto dal forte impulso della pornografia e questo riguarda anche la pratica del lesbismo fra le donne. Inoltre la cancellazione di ogni distinzione dei ruoli maschili e femminili porta ad un’altra immagine frequente della pornografia: il cosiddetto "amore di gruppo", non c’è più storia d’amore autentica fra un uomo ed una donna: vi sono solo giochi e combinazioni erotiche dove l’atto sessuale non ha più alcuna finalità al di fuori del piacere immediato che in realtà è solo un aspetto dell’appagamento che caratterizza una relazione matura fra due persone di sesso diverso. Da qui si comprende anche il boom del cosiddetto "scambio di coppia" e il proliferare dei club privé. La pornografia evita ogni riferimento alle scelte e alle responsabilità che accompagnano la vita sessuale (matrimonio, fedeltà, apertura alla procreazione): essa equipara l’attività genitale sessuale ad un qualunque bisogno corporale di base, di conseguenza non si può assolutamente limitarlo né rifuggirlo. Tale concezione dell’atto sessuale come bisogno fisiologico naturale, senza alcun riferimento alla libera scelta della persona, può diventare il principio che giustifica la violenza sessuale. Inoltre anche un buon numero di settimanali per ragazzine (ad esempio "Ciao") che non si possono certo classificare come stampa pornografica, contengono un’enorme spinta, quasi vi fosse un obbligo alla sessualità genitale (che viene ad essere confusa con la sessualità in genere), per cui indice di maturità sembra l’esser avere avuto rapporti sessuali oppure no. La pornografia incide fortemente sulla moda. Oggi l’abbigliamento è estremamente trasgressivo ed eccitante per cui molte donne non mettono in evidenza la loro intelligenza, dolcezza, sensibilità, cultura, ma si presentano solo come "carne", in mostra. Non dimentichiamo che molti importanti stilisti di moda appartengono alla lobby omosessualista che nutre un profondo disprezzo per il femminile. Oggi molte donne che s’incontrano per strada sono vestite come le attrici dell’avanspettacolo, solo che le attrici sanno di dover interpretare un loro ruolo e di essere pagate per farlo…A causa delle forti carenze educative della famiglia, della scuola e purtroppo anche di tante agenzie cattoliche, è oggi soprattutto la pornografia ad informare gli adolescenti sull’attività sessuale e ciò può causare seri danni psicologici e condizionare la futura vita di coppia in un senso sbagliato. Si cerca di far entrare la pornografia nella normalità di vita dei ragazzi attraverso i cartoni animati e le riviste, a questo riguardo negli Stati Uniti si possono contare oltre 350 riviste pornografiche per teenager. La pornografia fa del terrorismo psicologico soprattutto verso coloro che non riuscendo ad affrontare la vita e le persone trovano in essa un sostituto immaginario, un’amante di carta o di celluloide. Il danno è enorme, perché il giovane che è per sua natura timido e complessato, gratificato erroneamente dalla pornografia, difficilmente saprà affrontare il "rischio di aprirsi agli altri". La pornografia insiste sugli istinti disordinati, che noi tutti dobbiamo sforzarci di controllare, sui punti oscuri del carattere che invece soprattutto il giovane dovrebbe, un po’ alla volta, con l’aiuto degli altri (specialmente con la direzione spirituale nella confessione), imparare non a reprimere, ma ad ordinare sapientemente. La pornografia invece crea il luogo nascosto dove il disordine morale può sfogarsi segretamente, separato dalla vita ufficiale del giovane. Crea così personalità fragili dalla doppia vita. Vi è uno stretto legame, come ho già accennato all’inizio, tra la pornografia e la violenza sessuale: non è raro infatti il caso del maniaco che uccide qualcuno dopo aver visto un film di violenza a luci rosse o aver navigato su siti hot. E’ interessante il fatto che sono state raccolte ampie ed indiscutibili prove sulla capacità che i mezzi di comunicazione hanno di cambiare atteggiamenti, valori, modelli di comportamento nella sfera sessuale della gente comune, cioè di quella non predisposta al crimine. Un sociologo americano ricorda che perfino i bambini delle scuole elementari in una zona dell’Ohio si baciavano appassionatamente nel cortile dopo aver visto i film di 007 nei quali le donne avevano il compito di cadere fra le braccia del protagonista James Bond. I sociologi Eynsench e Nias concludono i loro studi affermando che tutti i tipi di condizionamento attuati dalla pornografia hanno effetti sui comportamenti maschili che sono pericolosi per le donne. Lo scopo della pornografia è quello di separare l’attività sessuale dal mondo interiore fatto di affetto, di tenerezza, di volontà e di oblatività che la dovrebbe accompagnare; proprio l’assenza di questi atteggiamenti genera di solito la violenza sessuale dello stupratore. Il consumatore di pornografia ha bisogno di dosi sempre più massicce di stimoli sessuali e questo spiega anche la diffusione della pedopornografia sia etero che omosessuale. La nuova moralità del pornofilo è costituita dalle varie perversioni nelle quali egli non riesce più a scorgere il ridicolo, l’artificioso, l’abnorme, infatti incontrando una donna o un uomo, un bambino non riuscirà più a vedere la persona reale ma vi sovrapporrà l’immagine pornografica che domina la sua mente. In Italia,portali come Tiscali, Libero, Virgilio, etc.. hanno abituato il proprio pubblico che visita la loro home per inviare posta elettronica ad un abbondante nudo. Tale abitudine, va mantenuta, anzi incrementata, si deve infatti fornire una certa quantità di pelle nuda per garantirsi che gli utenti non manchino mai. Spesso viene presentato un sesso morboso quando viene offerto una nudità che la persona interessata non aveva alcuna intenzione di esibire, abituando così gli utenti di tali portali ad essere dei "guardoni", provocando loro in questo modo una – anche se lieve – deviazione sessuale. Spesso tali siti di massa scavano nel passato di una diva in cerca di una sua foto di nudo concessa magari dieci o quindici anni prima, quando per poter lavorare nel mondo dello spettacolo, era costretta a questo genere di pose osé. Inoltre tali siti costantemente accennano all’elemento sessuale nella vita dei divi che vengono proposti come modello alla gente comune, proprio in quell’aspetto – particolarmente triste del mondo dello spettacolo – che è la difficoltà di mantenere legami stabili. Oggi i colpi più duri sono rivolti all’istituzione del matrimonio classico. Ultimamente sono al centro dell’attenzione i baci saffici di diverse dive quasi per incrementare un lesbismo di massa fra le adolescenti. In conclusione la pornografia si combatte con una sana educazione al pudore ed un rinnovato senso di Dio e di rispetto verso se stessi e gli altri come il Santo Padre Benedetto XVI ed i suoi predecessori hanno sempre ribadito. "In una cultura sottoposta alla prevalenza dell’avere sull’essere – ha detto Ratzinger – la vita umana rischia di perdere il suo valore. Se l’esercizio della sessualità si trasforma in una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi della persona amata, allora ciò che si deve difendere non è più solo il vero concetto dell’amore, ma in primo luogo la dignità della persona stessa. Come credenti non potremmo mai permettere che il dominio della tecnica abbia ad inficiare la qualità dell’amore e la sacralità della vita". - di Don Marcello Stanzione - Pontifex

 
 
 

PREGHIAMO PER LE ANIME DEL PURGATORIO

Post n°2580 pubblicato il 02 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Le anime del Purgatorio aspettano le vostre preghiere e i vostri sacrifici. Medjugorje, Messaggio del 2 novembre 1982 (Messaggio straordinario)

"Cari figli, Oggi desidero invitarvi a pregare ogni giorno per le anime del Purgatorio. Ad ogni anima è necessaria la preghiera e la grazia per giungere a Dio e all'amore di Dio. Con questo anche voi, cari figli, ricevete nuovi intercessori, che vi aiuteranno nella vita a capire che le cose della terra non sono importanti per voi; che solo il cielo è la meta a cui dovete tendere. Perciò, cari figli, pregate senza sosta affinché possiate aiutare voi stessi e anche gli altri, ai quali le preghiere porteranno la gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." - (Messaggio del 6 novembre 1986)

ROSARIO DELLE SANTE PIAGHE di nostro Signore Gesù Cristo

Promesse di nostro Signore trasmesse alla Serva di Dio Suor Maria Marta Chambon:

1- "Io accorderò tutto ciò che Mi si domanda con l'invocazione delle Mie sante Piaghe. Bisogna spargerne la devozione.".2- "In verità questa preghiera non è della terra, ma del cielo... e può ottenere tutto".3- "Le mie sante Piaghe sostengono il mondo... chiedimi di amarle costantemente, perché Esse sono sorgente di ogni grazia. Bisogna invocarle spesso, attirarvi il prossimo ed imprimerne la devozione nelle anime".4- "Quando avete delle pene da soffrire portatele prontamente nelle Mie Piaghe, e saranno addolcite".5- "Bisogna ripetere spesso vicino agli ammalati: 'Gesù mio, perdono, ecc.' questa preghiera solleverà l'anima e il corpo".6- "E il peccatore che dirà: 'Eterno Padre, Vi offro le Piaghe, ecc...' otterrà la conversione". "Le Mie Piaghe ripareranno le vostre".7- "Non vi sarà morte per l'anima che spirerà nelle Mie Piaghe. Esse danno la vera vita".8- "A ogni parola che pronunciate della corona della misericordia, Io lascio cadere una goccia del Mio Sangue sull'anima di un peccatore".9- "L'anima che avrà onorato le Mie sante Piaghe le avrà offerte all'Eterno Padre per le anime del Purgatorio, sarà accompagnata in morte dalla santissima Vergine e dagli Angeli; e Io, risplendente di gloria, la riceverò per incoronarla".10- "Le sante Piaghe sono il Tesoro dei tesori per le anime del Purgatorio".11- "La devozione alle Mie Piaghe è il rimedio per questo tempo di iniquità".12- "Dalle Mie Piaghe escono i frutti di Santità. Meditandole vi troverete sempre nuovo alimento di amore".13- "Figlia mia, se immergi le tue azioni nelle Mie sante Piaghe acquisteranno valore, le vostre minime azioni ricoperte del Mio Sangue appagheranno il Mio Cuore".

Questa coroncina si recita servendosi di una comune corona del Santo Rosario e si comincia con le seguenti preghiere:

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.GLORIA AL PADRE, CREDO: Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di la verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

1 O Gesù, divin Redentore, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.2 Dio santo, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.3 O Gesù, per mezzo del Tuo Sangue preziosissimo, donaci grazia e misericordia nei pericoli presenti. Amen.4 O Padre Eterno, per il Sangue di Gesù Cristo, Tuo unico Figlio, ti scongiuriamo di usarci misericordia. Amen. Amen. Amen.Sui grani del Padre nostro si prega: Eterno Padre, Ti offro le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle delle anime nostre. Sui grani dell'Ave Maria si prega: Gesù mio, perdono e misericordia. Per i meriti delle Tue sante Piaghe.Terminata la recita della Corona si ripete tre volte: "Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle delle anime nostre". - (Con approvazione Ecclesiastica) - [Innamorati di Maria]

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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