ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 12/11/2009

VALORE DI UNA “AVE MARIA”

Post n°2645 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Pochi cristiani, benché istruiti, la conoscono. Eppure, la salvezza del mondo cominciò con l’Ave Maria: da essa dipende anche quella di ognuno in particolare. L’Ave Maria è una rugiada celeste che bagna la terra dell’anima, perché porti frutto a suo tempo. E’ indizio probabile di dannazione il recitarla con avversione, tiepidezza e negligenza (Monfort). Seminiamo perciò le Ave Maria, ovunque ed in ogni tempo. Beate le azioni chiuse fra due Ave Maria. Queste le lodi dell’Ave Maria, cantate da San Luigi Maria Grignon de Monfort (Trattato 252):
1. E’ la più bella delle preghiere, dopo il Pater.

2. E’ il complimento più perfetto che si possa fare a Maria Santissima, poiché  è quello che Dio stesso Le fece fare dall’Arcangelo Gabriele per  guadagnarsene il Cuore. Con esso ce le guadagneremo infallibilmente anche noi, se lo diremo come si deve, cioè con: Attenzione – Devozione – Modestia.

3.   E’ il nemico del diavolo, che pone in fuga.

4.   E’ il martello che lo schiaccia.

5.   E’ la santificazione delle anime.

6.   E’ l’allegrezza degli Angeli.

7.   E’ la melodia dei predestinati.

8.   E’ il cantico del Nuovo Testamento.

9.   E’ il diletto di Maria.

10. E’ la gioia della Santissima Trinità.

11. E’ un bacio casto ed affettuoso a Maria.

12. E’ una rosa vermiglia che Le si presenta.

13. E’ una perla preziosa che Le si offre.

14. E’ una coppa di miele che Le si porge.

In conclusione: Siamo perciò pregati vivamente, per l’amore che portiamo in Gesù e Maria, DI RECITARLA FREQUENTEMENTE, SPECIALMENTE DICENDO IL Santo Rosario. Nel momento della morte benediremo il giorno e l’ora in cui ci avremo creduto, perché, dopo avere seminato nelle benedizioni di Gesù e di Maria, raccoglieremo benedizioni eterne in Cielo.

ATTI DI FEDE CONTENUTI NELL’AVE MARIA
Ave
Fede nell’esistenza degli Angeli, messaggeri celesti agli uomini. Devozione all’Arcangelo Gabriele, messaggero dell’Incarnazione ed al nostro Angelo Custode.

Maria

Fede nella grandezza e potenza di questo Nome. Devozione verso di Esso, invocandolo con rispetto, amore e fiducia.

Gratia plena

Fede nel mistero della pienezza della grazia in Maria, fin dall’istante della Sua Immacolata Concezione. Devozione nel conservare gelosamente  o nel prontamente riacquistare con la Confessione o con l’Atto di Contrizione o di Dolore, la grazia, senza la quale nulla possiamo fare, ma con la quale tutto ci è possibile.

Dominus tecum

Fede nell’unione di Dio con l’anima di Maria e con ogni anima, con la grazia, che è Dio in noi. Devozione di fare sempre la Volontà di Dio, affinché Egli sia sempre con noi.

Benedicta tu in mulieribus

Fede nell’eccellenza di Colei che è Vergine singolare, primogenita e prediletta fra tutte le creature. Benedetta da Dio, procura che lo sia pure da noi e da tutte le generazioni con una vera Devozione e con l’Apostolato Mariano.


Benedictus fructus ventris tui Jesu

Fede nel mistero dell’Incarnazione. Devozione al Nome di Gesù, davanti a cui piegano il ginocchio gli abitanti del Cielo, della Terra e degli Abissi. Non vi è altro Nome per cui possiamo essere salvi e ricevere l’eterna benedizione del Padre celeste.

Sancta Maria

Fede nella santità di Maria. La devozione a Maria è la via più breve, facile e sicura per raggiungere anche noi la santità a cui tutti siamo chiamati.

Mater Dei

Fede nella divina Maternità di Maria e nella Sua perpetua Verginità. Devozione all’Angelus, che ci ricorda ogni giorno che Maria, diventando Madre del Cristo, è diventata pure Madre nostra.

Ora pro nobis

Fede nella Mediazione di Maria. Devozione al Santo Rosario, con cui mettiamo in esercizio la Mediazione di Maria.

Peccatoribus

Fede nella misericordia di Maria e nella gravità del peccato. Devozione nel pregare per i peccatori Colei che la Chiesa invoca quale Avvocata e Rifugio dei peccatori.
Nunc

Fede nell’assoluto nostro bisogno della grazia e nella continua, amorosa ed efficace protezione di Maria, che Lei esercita elargendoci le grazie attuali. Devozione al pensiero della presenza di Maria ed invocazione alla Virgo Fidelis, per ottenere la corrispondenza alla grazia, con cui possiamo diventare tutti santi.

Et in hora mortis nostrae

Fede nei Novissimi e nella vita futura e nell’aiuto speciale che Maria Santissima, Nostra Signora della Buona Morte, concede ai Suoi devoti in morte. Devozione all’esercizio mensile della buona morte e nel mettersi, ogni sera, nello stato in cui vorremmo trovarci in quel momento.

Amen

Fede e speranza nella gloria che ci attende. Devozione nel ripetere l’Amen della sottomissione alla Volontà di Dio e dell’unione al Suo beneplacito in tutte le circostanze della vita, dolorose o liete.

di Don Marcello Stanzione - Pontifex

 
 
 

FAME NEL MONDO LA NUOVA (INUTILE) PASSERELLA FAO

Post n°2644 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non arriviamo al punto di dire, come fa Dambisa Moyo, l`economista quarantenne nata in Zambia ed educata ad Harvard e a Oxford (definita da Time una delle cento persone più influenti del mondo) che «gli aiuti occidentali all`Africa hanno avuto il solo effetto di trasformare una terra già povera in una ancora più povera». Non lo facciamo, anche perché alla Fao non si parlerà di aiuti dei singoli Paesi ma di un obiettivo globale (che è comunque responsabilità dei governi) per realizzare progetti destinati a combattere la fame nel mondo. E i dati sono, come sempre, drammatici. Ma c`è qualcosa che ugualmente non convince in questo ennesimo vertice che si celebrerà a Roma la settimana prossima. Non convince in primo luogo il gigantismo di un evento in cui ogni volta sembra che venga recitato il solito stanco copione. Mentre lo stesso G8 sta diventando più snello e da tempo discute la sua autoriforma, il sistema delle Nazioni Unite non riesce a trovare nuove formule per abbandonare le ritualità e le scenografie del passato. In secondo luogo sembra una inutile passerella quella degli ospiti che il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, non vuole ancora prudentemente annunciare ma che saranno presumibilmente i consueti protagonisti di quel circo itinerante in cui i riflettori non sono mai accesi sui problemi e sui modi per risolverli. Tra i sessanta capi di Stato e di governo che hanno già confermato la loro presenza ci sarà anche qualche leader che, come denuncia la Moyo, ha accumulato fortune personali grazie agli aiuti. Arriverà Gheddafi, a meno di due mesi soltanto dall`ultimo show all`Onu. E forse non mancherà perfino l`uomo-simbolo del potere violento e antidemocratico in Africa, il presidente dello Zimbabwe Rober Mugabe. E il «numero uno» venezuelano Hugo Chávez, se ci sarà, non farà altro che tentare di spostare l`attenzione di tutti su di sé. Risulterà difficile, in tutto questo, «guardare negli occhi i governanti nel mondo», come spera l`eterno Diouf, eletto nel 2006 per il suo terzo mandato di sei anni. La Fao sa molto bene quanti sforzi siano stati vani in questi anni, quante speranze siano cadute. Non è un caso che abbia pubblicato un rapporto su 31 «casi di successo» in altrettanti Paesi sui 79 «monitorati». Sono esempi positivi che «indicano - è stato detto - la strada da seguire»: investimenti in sementi, fertilizzanti, mangimi, vaccini per gli animali, ricerche per eliminare le patologie delle piante. Ma se tutto questo è vero, ci si chiede a che servano Mugabe e Gheddafi. - Paolo Lepri  - -  piuvoce.net -

NELLA GIRANDOLA DI AIUTI NO DIARREA E POLMONITE

La diarrea uccide ogni anno un milione e mezzo di bambini nei Paesi in via di sviluppo: più dell’Aids, della malaria e del morbillo messi insieme. Eppure, nonostante l’impatto devastante e le cure semplici che basterebbero per salvare migliaia di vite, oltre il 60% dei bambini affetti da tale problema non hanno accesso alla reidratazione che li salverebbe. L’Unicef denuncia che ormai la maggior parte dei fondi viene destinata a malattie che attirano l’attenzione dell’opinione pubblica, prima fra tutte l’Aids, mentre la diarrea e la polmonite, i due grandi killer dei bambini, sembrano divenute problemi dimenticati. Negli ultimi anni molti studi confermano che le cure contro l’Aids permettono di ottenere grandi risultati, ma sono molto costose e non possono mai essere interrotte, mentre le malattie che decimano i bambini potrebbero essere sconfitte con farmaci e procedure che hanno un costo bassissimo. In tempi di crisi economica scatta la competizione per gli aiuti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti si è aperto un dibattito intorno alle destinazioni su cui concentrare i finanziamenti. In Nigeria ed Etiopia, le due nazioni africane più popolose, nel 2007 sono morte 237.000 persone a causa dell’Aids e 540.000 bambini sotto i cinque anni a causa della diarrea e della polmonite. Quest’anno, gli Usa hanno speso 750 milioni di dollari nella cura dell’Aids, ma solo 35 milioni per la cura dell’infanzia in quei due Paesi. Ezekiel Emanuel, esperto di bioetica e fratello di Rahm Emanuel, capo dello staff di Obama, ha recentemente affermato in maniera esplicita che gli aiuti internazionali nel settore della sanità sono limitati, soprattutto in tempi di crisi economica, e salverebbero un numero più alto di vite se si concentrassero sulle cure delle madri e sulle malattie dell’infanzia, che stanno decimando intere generazioni di alcune zone del mondo. Ovviamente è molto difficile decidere dove allocare risorse quando si ha la sensazione di decidere fra quali vite salvare e infatti altri autorevoli esperti cercano di comunicare il messaggio che l’unica soluzione è semplicemente aumentare gli aiuti in tutte le direzioni, cosa che peraltro il Presidente Obama si è impegnato a fare. Tuttavia, è significativo rilevare un fenomeno messo in luce dagli esperti dell’Oms che si occupano di malattie infantili, i quali dicono apertamente che i ministeri della salute di molti Paesi africani sono ben consci delle vittime provocate da diarrea e polmonite, ma si sono progressivamente concentrati su altre malattie perché quelle ricevevano più finanziamenti internazionali e dunque su di esse era possibile fare concretamente qualcosa, mentre altre restavano quasi dimenticate dai grandi circuiti degli aiuti. - Stefano Costalli - piuvoce.net -

 
 
 

DA 134 ANNI IL QUADRO DELLA MADONNA DEL ROSARIO AL SANTUARIO DI POMPEI

Post n°2643 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ogni anno il 13 novembre  al Santuario di Pompei il quadro della madonna del Rosario viene fatto scendere dal trono ed è collocato davanti al presbiterio alla diretta venerazione di decine di migliaia di fedeli che solo in questa occasione possono vederlo così da vicino ed apporvi un bacio di affetto.  Il 13 novembre 1875 Bartolo Longo portò il quadro della Madonna del Rosario a Pompei. Il quadro presenta l’immagine della Madonna in trono con Gesù in braccio; ai suoi piedi, san Domenico e santa Caterina da Siena. La Vergine reca nella mano sinistra la corona del Rosario che porge a santa Caterina, mentre Gesù, poggiato sulla sua gamba destra, la porge a san Domenico. Questa icona fu data a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta De Litala , del convento del Rosariello a Porta Medina a Napoli. La religiosa l’aveva avuta in custodia dal domenicano padre Radente, confessore del beato. Per trasportarla a Pompei il Longo l’affidò al carrettiere Angelo Tortora che, dopo averla avvolta in un lenzuolo, l’appoggiò su un carro di letame e la portò a Pompei. Il quadro però era talmente mal messo che richiedeva un restauro urgente e quindi fu esposto alla venerazione dei fedeli soltanto il 13 febbraio 1876. Nello stesso giorno,  a Napoli, avvenne il primo miracolo per intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. La dodicenne Clorinda Lucarelli, giudicata inguaribile dall’illustre prof. Cardarelli, guarì perfettamente da terribili convulsioni epilettiche. In seguito il beato Bartolo Longo lo affidò al pittore napoletano Federico Maldarelli per un ulteriore restauro chiedendogli di trasformare santa Rosa da Lima in santa Caterina da Siena. Nel 1965 fu effettuato un restauro altamente scientifico al pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma. Durante questo restauro, sotto le pennellate sovrapposte nei precedenti interventi, furono scoperti i colori originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola di Luca Giordano. Il 23 aprile 1965, il quadro fu incoronato da papa Paolo VI . Ogni anno, solamente al 13 novembre, i pellegrini, raccolti in preghiera fin dalle prime ore del mattino, in genere alle ore 06,00 e guidati dall’animazione religiosa a cura degli operatori pastorali del Santuario, percorrono un cammino di preghiera e penitenza che dura anche molte ore in fila per arrivare dinnanzi al Quadro dove poi confidare in Maria  tutte le proprie pene ed i mille dolori che ogni esistenza umana porta con se. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

"SUA MADRE SERBAVA NEL SUO CUORE TUTTE QUESTE COSE"

Post n°2642 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

1. E’ con gioia e non senza commozione che celebriamo la divina Eucaristia in questo santuario che custodisce la Porziuncola e che è dedicato a Santa Maria degli Angeli. Luogo caro agli innumerevoli pellegrini e meta di preghiera e di conversione. Anche noi, Vescovi della Chiesa che è in Italia, qui convenuti per la nostra 60° Assemblea Generale, ci siamo fatti pellegrini portando davanti al cuore immacolato della Santa Vergine i nostri amati Sacerdoti, i Diaconi, le nostre Comunità. Ma innanzitutto noi stessi, che, rivestiti dal dono e dalla responsabilità del servizio episcopale, sentiamo di avere particolare bisogno di luce e di grazia per precedere il nostro popolo con l’umile ma doveroso esempio della santità. E’ dalla santità, infatti, che fluisce in modo specialmente efficace e convincente il nostro ministero pastorale. Nel cuore dell’Eucaristia, il nostro pensiero va al Santo Padre, Benedetto XVI: il ricordo non viene dall’esterno, ma sorge dall’affetto che abbiamo per lui, la sua persona e il suo compito: "Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa" . Nasce da quel vincolo di radicata e obbediente comunione che il divino Maestro chiede innanzitutto a noi, Pastori della sua Chiesa.
Davanti all’altare e sotto lo sguardo della gran Madre di Dio, rinnoviamo il "sì" che abbiamo pronunciato un giorno, quello della nostra Ordinazione episcopale. E’ affiorato trepidante sulle nostre labbra, coscienti che per essere Vescovi secondo il cuore di Dio avremmo dovuto farci in modo più deciso e amoroso discepoli di Cristo. Sapendo che la responsabilità di cui la Chiesa ci investiva era più grande delle nostre spalle, ma la grazia non sarebbe mancata. Ogni giorno facciamo esperienza che se il compito di annunciare il Vangelo ci sorpassa, la preoccupazione non ci schiaccia, perché Lui è con noi. Diversamente sappiamo che, se annunciamo noi stessi, la responsabilità è sì modesta ma la preoccupazione diventa opprimente. Questi giorni ci hanno testimoniato che il desiderio di ciascuno per corrispondere alla grazia ricevuta è grande e sincero, e ci siamo sentiti incoraggiati, dalla presenza di tanti fratelli, a camminare cantando come ci esorta sant’Agostino: "canta e cammina!". Se l’Anno Sacerdotale, occasione di grazia voluta dal Santo Padre, deve ravvivare la bellezza del Sacerdozio nel cuore di ogni sacerdote e la nostalgia operosa verso la santità che richiede, ciò è impegnativo innanzitutto per noi Vescovi. I nostri presbiteri possano cogliere in noi la gioia crescente e l’impegno rinnovato per la santità sacerdotale.

2. Ma siamo qui anche per fare memoria del 50° anniversario della Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria, un evento che ha segnato coloro che l’hanno vissuto in prima persona, e che ha segnato altresì la storia religiosa della Chiesa e del Paese. I gesti che si compiono nel segno della fede, infatti, non restano in superficie come dei gesti esteriori e convenzionali, ma scendono in profondità come dei semi buoni che, una volta deposti, portano frutto secondo i tempi e i modi che Dio solo conosce. Per questo oggi ne facciamo memoria e confermiamo quel seme che sappiamo essere comunque presente e fecondo. Da un capo all’altro dell’Italia, il numero sconfinato di chiese parrocchiali e santuari, di cappelle ed edicole dedicate alla Madonna, sono come un grande abbraccio, il segno visibile di una presenza che illumina e rassicura come lo sguardo di una madre. Ben conosciamo la devozione del nostro popolo alla Vergine Maria, le tradizioni radicate nel cuore della gente, non solo degli adulti e degli anziani ma anche dei ragazzi e dei giovani. Ne siamo testimoni spesso commossi e grati. La devozione alla Madonna non subisce tracolli col tempo, è sempre fresca e profonda, irriga l’anima e orienta a Dio, supera indenne e feconda le temperie culturali più diverse. E’ con noi spiritualmente il Papa per rinnovare la memoria e la preghiera di questo cinquantesimo: "I Vescovi italiani – ci ha scritto nel suo Messaggio – vollero consacrare l’Italia al Cuore immacolato di Maria. Di tale atto così significativo e fecondo, voi rinnoverete la memoria, confermando il particolarissimo legame di affetto e devozione che unisce il popolo italiano alla celeste Madre del Signore. Volentieri mi unisco a questo ricordo".

3. E proprio perché la devozione nostra e del nostro popolo tocchi l’anima e la vita, i sentimenti e le decisioni, ci lasciamo ora guidare dall’esempio di Colei che, Madre di Cristo, è stata anche la prima e più fedele discepola. "Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore!" conclude il Vangelo appena proclamato. Non è forse questo l’atteggiamento che ogni discepolo dovrebbe avere nei confronti del Maestro? Tanto più se il Maestro è anche la ragione della vita, la ragione non ideologica e fredda, ma fatta carne e sangue, capace di illuminare la mente e scaldare il cuore. L’evangelista apre uno spiraglio sul mondo interiore di Maria. Ne possiamo intravedere un triplice atteggiamento: raccoglimento, riflessione, vita.

3.1 La Madre di Gesù non disperde nulla di quanto avviene attorno al Figlio: come un giorno il Signore ordinerà agli Apostoli di raccogliere i resti dei pani moltiplicati, così ella, anticipatrice, raccoglie ogni frammento di ciò riguarda Cristo. Lo raccoglie nello scrigno interiore. Tutti siamo esposti alla tentazione di correre sulle cose disperdendo quanto il Signore ci dona di ispirazioni, grazie, incontri, affetti. Anche noi Vescovi corriamo questo rischio pressati da responsabilità molteplici e gravi. A noi è dato il compito di custodire integro il Deposito della fede, la storia delle nostre Chiese Particolari perché nulla vada perduto. Il compito di custodire ed essere i primi testimoni della vita del nostro popolo, quello che vive la vita con dignità e fede, con semplicità profonda; che attende dai suoi Pastori la guida sicura sulla via del Cielo, come soleva dire il Santo Curato d’Ars.

3.2 Il cuore della Vergine, però, non è un semplice e geloso contenitore di ricordi, un puro esercizio di memoria: è anche il luogo della riflessione. Quanto accade attorno a Gesù, piccolo o grande che sia, è un ammaestramento, ha un senso che va oltre, perché riguarda l’umanità intera, la storia di tutti e di ciascuno: è storia di salvezza. La riflessione di Maria si rivela così desiderio e ricerca della volontà di Dio. Per questo è preghiera. Come non vedere anche qui la trama della nostra vita spirituale e della nostra missione di Vescovi? La ricerca della volontà di Dio sulle nostre povere persone e sulla nostra vita non è forse la condizione prima della nostra santificazione e della fecondità del nostro ministero? La ricerca della volontà di Dio e non di noi stessi, l’abbandono fiducioso e incondizionato a Cristo, Pastore delle nostre anime nel grembo della Chiesa, non è forse condizione della nostra libertà e della pace? Quando, come Maria, non si sceglie ma si è scelti giorno per giorno, allora nulla più ci spaventa anche se ci fa trepidare: "Non temere, io sono con te". I nostri amati sacerdoti devono scorgere in noi Vescovi l’esempio che li precede nell’affidarsi alla volontà di Dio, devono scorgere gli uomini dell’obbedienza nella fede e nell’amore: con semplicità, con quella non affettazione che urta e allontana, con l’ umiltà dei piccoli e dei poveri, di coloro cioè che sono poveri perché non vogliono possedere se stessi. Ben sappiamo che essere liberi da se stessi è per tutti l’impresa più ardua: liberi da progetti, calcoli, ambizioni. Anche la pastorale, con le sue necessarie programmazioni e con l’entusiasmo che chiede, non deve imprigionare l’anima e creare ansie, perché significherebbe voler limitare lo Spirito che guida la Chiesa, che ci precede e che è sempre all’opera nel segreto delle anime.

3.3 Infine, il raccoglimento e la meditazione orante sfociano nel loro naturale estuario: la vita. Ecco perché Luca parla del cuore. Esso è il centro profondo, originante il mistero della persona, il luogo delle scelte, dove la riflessione si intreccia con la decisione di agire. Possiamo dire che il cuore è la sintesi di intelligenza, volontà, amore, azione: appunto la vita dell’uomo. Cari Confratelli, in quanto successori degli Apostoli, siamo costituiti maestri. In comunione con Pietro e sotto di lui, siamo maestri autentici della fede e del Vangelo, siamo i primi e necessari responsabili. Ma dobbiamo anche esserne testimoni attraverso la coerenza della nostra vita. La nostra debolezza non ci esime dal compito: esso è grazia e dovere. La Santa vergine ci introduce nella storia, attraverso la vita spirituale che è "stare con lui" come ricorda il Vangelo della vocazione. Chi non ricorda che, a Cana, nel mezzo della festa di nozze di due giovani sposi, Maria partecipa alla gioia ma non ne è assorbita: si accorge del piccolo dramma che sta per consumarsi, e prontamente e discretamente interviene? E’ un esempio di quanto la profondità del nostro stare con Cristo nella preghiera personale e liturgica, lungi dall’allontanarci dal mondo, ci immette nella quotidianità della storia con un respiro, un’intelligenza e una passione nuovi. Capaci di quella prossimità alla gente che, insieme ai nostri sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i laici più impegnati delle nostre comunità, è una cifra tipica della Chiesa in Italia, un patrimonio che non possiamo disperdere.Lì il Signore ci attende. Molti di coloro che hanno segnato il corso della storia sono dei mistici, anime che hanno vissuto il rapporto con Cristo come la presenza decisiva e l’orizzonte della vita. Sono vissuti costantemente riferiti a Lui: basta pensare a san Francesco d’Assisi, santa Teresa d’Avila, il Santo Curato d’Ars, Madre Teresa di Calcutta. Carissimi Amici, la Madonna ci faccia crescere come Pastori secondo il cuore di Cristo ricordando le parole del Curato d’Ars: "il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù". Ci doni di essere uomini di speranza, seminatori della gioia evangelica e sacerdotale nei nostri sacerdoti, messaggeri miti e forti di quel Dio che l’uomo cerca, a volte senza saperlo, e che in Gesù Cristo si è fatto il Dio dal volto umano. - Angelo Card. Bagnasco - Assisi, Basilica di Santa Maria degli Angeli, 12.11.2009 - Assemblea Generale della CEI - - noicattolici.it -

 
 
 

INDIA: NUOVA PROFANAZIONE DI UNA CHIESA

Post n°2641 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'Arcivescovo di Bangalore, monsignor Bernard Moras, ha denunciato la mancanza di risposte da parte del Governo in seguito a una nuova profanazione di una chiesa nello Stato indiano del Karnataka. La chiesa cattolica di Sant'Antonio a Kavalbyrasandra, nei dintorni di Bangalore, è stata oggetto di atti di vandalismo e di profanazione sabato notte, ha reso noto "Elises d'Asie", l'agenzia informativa delle issioni Estere di Parigi (MEP). Il sagrestano ha scoperto l'accaduto aprendo la chiesa per preparare la Messa alle cinque del mattino di domenica. Il tabernacolo era rotto e le ostie giacevano al suolo. Gli armadi sono stati saccheggiati, le cassette dell'elemosina forzate e sono stati rubati rubato un calice d'oro, due pissidi e altri oggetti sacri. Il parroco, padre Arockiadas, ha ricordato che la chiesa, che ha più di 5.000 fedeli, era stata riaperta dopo alcune opere di ampliamento l'11 settembre scorso senza che si verificassero incidenti o scontri con le comunità non cristiane. Lo Stato del Karnataka ha subito "molti attacchi alle chiese", ma "non è stato arrestato alcun colpevole, nonostante le promesse delle forze di polizia", ha denunciato monsignor Moras. Il presule ha detto di essere sorpreso dalla mancanza d'azione del Governo e di aver perso del tutto la fiducia nella polizia. "Sono profondamente ferito da questa profanazione del Santissimo Sacramento, che è al cuore della nostra fede", ha dichiarato. L'Arcivescovo ha anche esortato i fedeli a mantenere la calma. Quasi mille persone si sono riunite nella chiesa per pregare. La polizia ha pattugliato la zona con cani-poliziotto, e gli esperti hanno provato a trovare orme e indizi. Il 10 settembre scorso, un'altra chiesa aveva subito atti vandalici, mentre i cristiani del Karnataka si preparavano a commemorare il triste anniversario degli attacchi anticristiani dell'anno scorso, perpetrati da alcuni estremisti indù. In quell'occasione, la chiesa di San Francesco di Sales di Hebbagudi, vicino Bangalore, è stata assaltata da circa 25 individui non identificati, che hanno rotto una decina di finestre e distrutto le statue di una Via Crucis davanti al tempio. Il parroco ha rivolto un appello al Governo dello Stato: "Chiediamo giustizia davanti al Governo e alle autorità competenti perché i cittadini indiani possano praticare in sicurezza la propria religione". In quel momento, un acceso dibattito ha agitato l'Assemblea legislativa del Karnataka. Uno dei leader dell'opposizione ha denunciato che "da quando il Bharatiya Janata Party (BJP) è arrivato al Governo nel maggio 2008 si sono susseguiti gli attacchi a chiese, moschee e altri luoghi di culto. Non c'è armonia sociale né religiosa". Dopo l'Orissa, epicentro della violenza anticristiana del 2008, lo Stato del Karnataka è uno dei più colpiti dagli attacchi, con più di 40 luoghi di culto saccheggiati e numerosi cristiani aggrediti e feriti gravemente. La mancanza d'azione o la complicità del Governo e della polizia durante gli attacchi sono state prese di mira, in particolare da monsignor Moras. Come aveva fatto con l'Orissa, il Governo federale ha minacciato quello del Karnataka di farsi carico della situazione se lo Stato si fosse mostrato incapace di controllare i fanatici indù. La Costituzione del Paese permette un intervento federale se uno degli Stati non riesce a difendere i diritti dei cittadini. Da parte loro, i cristiani del Karnataka avevano deciso, su iniziativa di monsignor Moras, di unirsi in un forum ecumenico, il KUCFHR, per difendere i propri diritti fondamentali. Delegazioni di 113 denominazioni cristiane si sono riunite, in una grande dimostrazione di unità, il 19 giugno scorso. Il Forum si è dotato di una direzione tricefala, con monsignor Moras (che è anche presidente del Consiglio dei Vescovi cattolici del Karnataka), il Vescovo della Chiesa dell'India del Sud (Church of South India, CSI) e quello della Chiesa metodista. Secondo le statistiche nazionali del 2001, lo Stato del Karnataka ha più di 53 milioni di abitanti, per la grande maggioranza indù. I musulmani rappresentano circa il 12% della popolazione, i cristiani meno del 2%, subendo regolarmente gli attacchi dei fondamentalisti indù. Come durante l'attacco del settembre scorso, il Ministro dell'Interno del Karnataka, V.S. Acharya, membro del BJP, ha definito la profanazione della chiesa di Sant'Antonio un "incidente minore". - Zenit -

 
 
 

SPAGNA/NESSUN LIMITE ALL'INDECENZA: QUATTORDICIMILA EURO PER CORSI DI MASTURBAZIONE GRATUITI PER STUDENTI

Post n°2640 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
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L’Estremadura è una regione spagnola, a guida socialista, che non ha soldi da sprecare. È infatti la terza regione con più disoccupati di Spagna ed è una delle più povere del Paese. Da qualche giorno però l'attenzione mediatica si è rivolta a un corso di "educazione sessuale" itinerante per adolescenti, intitolato «Il piacere è nelle tue mani», comprendente anche un workshop su ‘autoerotismo, masturbazione e gadget erotici’. L'appalto infatti è andato ad un negozio erotico di Madrid, chiamato «I piaceri di Lola»… Incredibile, ma tristemente vero.

Per l'Estremadura, la regione spagnola attaccata al Portogallo, gira da qualche settimana una comitiva itinerante che, di città in città, dà corsi di educazione sessuale gratuiti per i ragazzi tra i 14 e 18 anni. Da qualche giorno però l'attenzione mediatica si è rivolta a questo seminario voluto dalla regione e dal titolo «Il piacere è nelle tue mani» il cui prossimo appuntamento di venerdì si prevede affollato. A lanciare il primo grido è stato un giornalista che ha messo le mani su un fax diretto a uno dei comuni interessati, dove si dettagliava il contenuto del workshop. Secondo le parole scritte da un tecnico dell'Istituto per la Gioventù dell'Estremadura, il seminario servirà a «facilitare lo sviluppo di autostima, sicurezza e la loro messa in pratica attraverso l'autoesplorazione sessuale e l'autoconoscimento erotico». Il documento elenca anche i temi trattati, come «lo studio del piacere, le carezze, la masturbazione ed i gadget erotici». A vincere l'appalto per il singolare corso è stato infatti un negozio erotico chiamato «I piaceri di Lola», che ha sede a Madrid. Le prime critiche sono piovute sul corso perché costerà alla regione circa 14mila euro. «Quando la crisi stringe, il piacere è nelle tue mani» ha ironizzato il giornale Abc, citando le critiche del Partito popolare alla regione a guida socialista. I popolari vedono infatti come «uno scandalo e una provocazione» che la terza regione con più disoccupati di Spagna «sperperi i soldi pubblici in corsi del genere». Ma il dibattito sul piacere è andato oltre alla questione pecuniaria. Il partito UPyD ha infatti chiesto alla regione Estremadura di ritirare la «campagna per la masturbazione» perché considera «assolutamente non necessaria una spesa del genere in un tema che riguarda strettamente la sfera personale». Sulla stessa onda si è mossa anche l'Associazione cattolica dei genitori di alunni Concapa che, parafrasando infelicemente il titolo della campagna, ha chiesto di «togliere le mani dall'educazione affettiva e sessuale dei propri figli». In regione, la direttrice dell'Istituto per la gioventù Laura Garrido si è detta invece «specialmente orgogliosa» di questa campagna diretta a «smontare i falsi miti che sorgono tra i giovani». Raquel Traba, coproprietaria del negozio «I piaceri di Lola» ha detto al Giornale che si sente «esterrefatta» per le reazioni provocate e ha assicurato che il seminario è tenuto da una pedagogista con master in educazione sessuale che lavora da 8 anni con adolescenti. Traba ha spiegato che «la polemica dimostra che c'è bisogno di molta più educazione sessuale», mentre ha voluto minimizzare l'importanza dedicata ai gadget sessuali all'interno del seminario gestito dal suo negozio. Il workshop itinerante, che ha già visitato Merida e Castuela, arriverà, con tutto il polverone sollevato, alla località di Navalmoral questo venerdì, e la settimana successiva a Trujillo. Questa volta nessuno potrà dire di non averne sentito parlare. di Davide Mattei - Fattisentire -

 
 
 

LA SOFFERENZA PIU' DIFFUSA DEI RAGAZZI DI OGGI: LA CRISI DELLA FAMIGLIA

Post n°2639 pubblicato il 12 Novembre 2009 da diglilaverita
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Noi non li conosciamo bene i ragazzi di oggi: altrimenti non ne parleremmo spesso con tanta superficialità. La realtà è che moltissimi tra loro hanno già attraversato - magari fin da bambini - sofferenze molto grandi e le hanno affrontate con grande maturità, con una capacità di sopportazione, con una volontà di bene, con una pazienza che hanno dell’eroismo. Ci sono lacrime che dal cuore non arrivano agli occhi: così dice una ragazza, parlando di come si sente di fronte all’estraneità ormai normale tra i suoi genitori, ci sono prove nella vita che "ti distruggono dentro". La miseria, la povertà, i lutti, la guerra - prove che hanno segnato tante persone delle generazioni precedenti - possono anche non essere state così devastanti, così generative di un senso di impotenza e di sfiducia nella possibilità di un riscatto. La ragione più frequente delle loro sofferenze sono i "casini" dei genitori, la crisi della vita famigliare: le parole grosse, i litigi, i tradimenti, fino alla disperazione di vedere lentamente la propria famiglia disfarsi, con l’inevitabile trafila giudiziaria, le separazioni, i doveri conseguenti (trascorrere il week-end con il genitore con cui non si vive più, ecc..). Il ragazzo che percepisce di non poter fare più nulla per contribuire a ricomporre una situazione critica, che magari si trascina già da tempo, l’accetta ma questa prova lo getta in uno stato di apatia, se non in un vero e proprio incubo che segna irreversibilmente la sua personalità e la sua anima. Parliamo spesso di famiglia: per molti ragazzi essa è l’ideale da riconquistare nel corso della propria vita, il rifarsi una propria famiglia dopo l’esperienza del fallimento di quella originale. Quanto dolore, quanta delusione, quanto sconforto c’è nel vedere esaurirsi l’amore tra i propri genitori: al ragazzo crolla la terra sotto i piedi, prova il senso dell’abbandono e un grande disorientamento, vede incrinarsi la fiducia negli adulti, che in qualche modo - pur senza volerlo - gli stanno facendo del male. Eppure tanti tra loro hanno vissuto questi passaggi con grande intelligenza: hanno conosciuto la complessità del mondo moderno fin da piccoli e hanno sviluppato forti meccanismi di difesa, amano i loro genitori, comprendendone le difficoltà e non giudicandoli, collaborano per quanto possibile con essi per evitare di peggiorare le problematiche, sanno sacrificare la propria istintività nell’accettazione, per esempio, di familiari acquisiti dalle nuove convivenze dei coniugi separati…Sono cresciuti in fretta, hanno imparato in fretta a cavarsela anche nelle faccende pratiche di tutti i giorni, hanno dovuto in fretta rinunciare alla spensieratezza della loro età, hanno affrontato problemi più grandi di loro, magari tenendo sotto controllo anche la situazione scolastica…..Come non stimarli? Come non accorgersi e riconoscere quanta serietà, quanta sapienza abbiano sostenuto tutto questo? Ma la rabbia e la delusione, la ferita del sogno infranto rimangono dentro. Con grande stupore ho letto questo giudizio di una ragazza di sedici anni, che dice a proposito delle incomprensioni dei suoi genitori: "ho come l’impressione che si tenda ad assolutizzare questo sentimento (l’amore), perdendo di vista la realtà"...."ci troviamo in un’ epoca dove i veri valori, i veri sentimenti e la verità si trovano soppressi dal nostro egoismo". Non sarebbe il caso di darle retta?

TESTO

La famiglia nella nostra società conosce profondi processi di trasformazione (aumento delle separazioni, innalzamento dell’età di formazione, unioni di fatto, PACS, unioni omosessuali…), spesso al centro del dibattito politico e culturale. Rifletti sul valore della comunità famigliare ed esprimi i tuoi giudizi nel merito.

La famiglia nella nostra società è sempre stata considerata come un nucleo importante e, secondo l’articolo 29 della Costituzione italiana, è fondata sul matrimonio. Ai giorni nostri però la famiglia non si basa più solo sul matrimonio. Infatti è considerata per me famiglia anche l’unione di due persone senza il matrimonio e con figli ovvero le persone che convivono. Secondo il mio punto di vista, questo fatto può avere sia aspetti negativi che aspetti positivi. Uno degli aspetti positivi è sicuramente il fatto che al giorno d’oggi, per chi anche si sposa in Chiesa, piuttosto che giurare e promettere davanti a Dio che si passerà il resto della propria vita con la persona che in quel momento si è convinti di amare, per poi invece separarsi e divorziare, allora è meglio non promettere niente a nessuno ed andare semplicemente ad abitare insieme senza alcun tipo di legame. Al giorno d’oggi divorziare è diventato quasi un hobby, una moda, insomma è all’ordine del giorno. Non lo condivido, in particolare per le coppie che hanno figli, perché non si rendono minimamente conto di quanto essi possono soffrire e di quanto possono sentirsi non capiti. Non si rendono conto di quante notti i loro figli piangono e di quanto desiderano potersi svegliare alla mattina e rendersi conto che era stato solo un brutto sogno. E invece l’incubo incomincia proprio quando ci si sveglia e non c’è niente che tu possa fare o dire per cambiare quella brutta, strana e pesante situazione. Comunque, non volendone fare una questione personale, continuo col dire che ci sono anche coppie, però, che al minimo problema, alla prima crisi e davanti a un piccolo ostacolo, chiedono la separazione o divorzio che sia, con la stessa facilità con cui si compra una casa. Sotto questo punto di vista io sono molto tradizionalista e preferisco le famiglie di un tempo ormai troppo lontano dal nostro. Quelle famiglie semplici e tradizionali, più forti, più credenti nel matrimonio e non facili da spezzare. Quelle che ora si definiscono famiglie sono per lo più formate da persone con alle spalle un matrimonio fallito, che si risposano con persone che sono a loro volta nella medesima situazione con figli. Tutto questo senza aver la minima considerazione nei confronti di questi ultimi, senza provare a chiedersi se stanno bene, se sono sereni. In questo periodo uno dei temi al centro del dibattito politico è anche la questione dei gay, che non solo vogliono avere il diritto di sposarsi ma anche quello di poter adottare un bambino. Cosa ne penso io? Tenterò di esprimere quello che penso al meglio possibile e direi che in generale reputo tutto ciò un grande "schifo", uno scandalo. Reputo infatti la richiesta di queste persone, quella di poter adottare bambini, un insulto a quelli che sono i valori e le dimensioni dell’educazione di un figlio. Ma come possono anche solo pensare di poter crescere una creatura? Come può un bambino crescere, diventare un uomo con due figure dello stesso sesso o addirittura con persone travestite? Un bambino che per di più potrebbe aver perso i genitori o peggio ancora essere stato abbandonato, ha bisogno di una famiglia in cui si distinguono bene i ruoli, in cui ci sia una figura femminile e una maschile, in cui il piccolo possa identificarsi. Secondo me queste persone non pensano e non si rendono conto, oppure ne sono consapevoli, ma sono troppo egoisti, che una volta grande il bambino si prenderà tutte le umiliazioni e che la situazione si riverserà su loro facendoli soffrire? Non discrimino gli omosessuali e per quel che mi riguarda possono benissimo stare insieme e avere il diritto di sposarsi, ma non possono pretendere anche di avere figli e di condurre la stessa vita che conducono gli "etero". Senza considerare il fatto che una volta adulti c’è la grande possibilità o probabilità, dipende da come la si vede, che questi diventino a loro volta gay. Spero davvero che questa legge non venga mai approvata, la società sotto questo punto di vista sta nettamente peggiorando, sta perdendo via via i semplici e veri valori e si sta allontanando sempre di più da quello che secondo me è il concetto di "normalità". -

Il volume, QUELLO CHE AI GENITORI NON DICIAMO, viaggio nel mondo dei ragazzi attraverso la lettura dei loro componimenti, è composto da una parte introduttiva dell’autore, di lettura complessiva dei testi, e di una seconda parte dove sono raccolti 60 componimenti su tematiche fondamentali della condizione giovanile ma non solo. Estrapoliamo dalla parte introduttiva dell’autore alcune riflessioni d’insieme su come è stato trattato il tema della famiglia nei componimenti, seguita dall’antologizzazione di un testo svolto su tale argomento - Matteo Lusso - donboscoland -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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