ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 16/11/2009

GLI ERRORI DI MAMMA E PAPA' NELL'EDUCAZIONE DEI FIGLI

Post n°2661 pubblicato il 16 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Suscita una sana attenzione il libro “Gli errori di mamma e papà. Guida per non sbagliare più” (Edizioni Ancora) scritto dal compianto Gianni Astrei, da sua moglie Antonella Bevere e da Diano Pierluigi.Forse il titolo del libro, giustamente esplicito, può scoraggiare qualche genitore bisognoso di rassicurazione, piuttosto che aperto ad una sincera ricerca di illuminazione nel suo delicatissimo compito. Così potrebbe provocare, nei ragazzi più grandi, un compiaciuto sorrisetto di rivalsa: “Finalmente, anche i miei genitori hanno qualche insufficienza in pagella!”. Sicuramente attirerà, invece, le mamme e i papà consapevoli di vivere una straordinaria avventura, ontologicamente umana, e tuttavia più grande di loro; intuendo in ogni figlio un mistero che va sempre al di là di ogni prevedibile progetto. Altri potrebbero essere stimolati a leggere il libro soprattutto dalla promessa contenuta nel sottotitolo: “Guida per non sbagliare più”. Chi può resistere ad un simile invito? Ma questo libro va persino oltre quanto promette in copertina. Non è, come potrebbe sembrare, soltanto un manuale di pronto soccorso per avere immediate e indefettibili soluzioni ai possibili 136 errori da evitare. Il libro, infatti, è percorso da un’unità di fondo. Un humus culturale, psicologico e spirituale-religioso che riflette una genitorialità in cui amore e gratuità trasudano da ogni gesto; ma che, nel contempo, non fa sconti e risulta tanto più impegnata quanto più alta è la concezione della persona che si deve educare. Ciò che affascina e convince oltremodo nel libro, oltre alla specifica e multiforme professionalità degli Autori, è la netta percezione di essere immersi, non solo nelle loro parole, ma in una testimonianza di vita talmente coerente, da sentirsi quasi trasportati nell’intimità delle loro famiglie. Non di famiglie disincarnate e perfette; ma realisticamente serene, non solo per la gioia della maternità o della paternità, ma in quanto affrontano, con il coraggio dell’umiltà, gli insuccessi, i sacrifici e le inevitabili tensioni anche tra i coniugi. Qual è il segreto del loro equilibrato ottimismo? L’umiltà di riconoscere che, da soli, non possiamo portare il peso della formazione integrale dei nostri figli. E quale via è più sicura di quella che ci aiuta a far brillare nei loro cuori e nei loro volti l’Immagine del Creatore? Piuttosto inedite, ma da me profondamente condivise e vissute, sono affermazioni quali: “Possibilmente i genitori e i bambini dovrebbero andare insieme a confessarsi dal medesimo sacerdote… come per la scelta del pediatra, che in genere è lo stesso per tutti i bambini della famiglia, così è per il sacerdote. Il quale, in tal modo, acquisisce la possibilità di conoscerci a fondo e di proporre i consigli più adatti alla nostra specifica condizione”. Le dinamiche intrafamiliari, che si istaurano fin dalle prime fasi evolutive, sono il luogo della formazione dell’autostima, indispensabile alla realizzazione del bambino, che si sviluppa non tanto nell’accondiscendenza a tutto ciò che il bambino vorrebbe ottenere, ma quando in famiglia si istaurano delle regole e c’è coerenza nel fare e nel chiedere. Non si conquista l’affetto e la stima del figlio consentendogli di fare cose sbagliate. Al contrario, se i figli sono certi che mamma e papà si vogliono molto bene, che tra loro c’è unità di decisione e sono insostituibili, vivranno la famiglia come il luogo dell’accoglienza, ma anche della verità: ecco allora che accetteranno senza drammi quei “no” che li faranno crescere. Questo libro può essere visto come un invitante “catechismo pedagogico”, che tutte le giovani famiglie dovrebbero conoscere; in cui la saggezza degli Autori si manifesta, fin dalle primissime pagine (errore n. 2), anche nel sottolineare l’insostituibile carisma dei nonni nei confronti dei loro nipoti. “L’errore da evitare in maniera assoluta è quello di utilizzare i nonni alla stregua di una babysitter. Per questo quando si prendono cura dei nostri figli, non possiamo dare loro delle indicazioni imperative e ben codificate che esigiamo vengano assolutamente rispettate. E’ evidente invece che il tono deve essere colloquiale, caratterizzato da delicatezza del tratto, dal riconoscimento delle loro qualità e, cosa molto importante, da uno spirito di riconoscenza”. Più che un libro è un’esperienza di vita entusiasmante; in cui si sente tutto lo spessore affettivo di una mamma, Antonella Bevere, che pur tra mille impegni, non si lascia sfuggire alcun aspetto della vita dei figli e sa intervenire in modo delicato, ma incisivo. E vi si respira una traccia profondissima di un padre, come Gianni Astrei, che non appagandosi della sicurezza che può vantare un pediatra, ha vissuto in un’alta dimensione del divino, proiettando nell’eterno ogni gesto e ogni pensiero per i suoi figli, nella totale complementarietà coniugale. Pur essendo stato chiamato improvvisamente ad una Vita migliore, “perché ha avuto un ampio sconto della pena, forse per buona condotta!”, come scrive la moglie “che sente in modo inesprimibile la sua mancanza”, ha lasciato alla sua famiglia la forza e le possibilità infinite di realizzarsi in tutta la sua bellezza. - Nanda Parmiggiani Salsi - Zenit -

 
 
 

SANTO PADRE: UNA NUOVA COSCIENZA SOLIDALE PER VINCERE LA FAME NEL MONDO

Post n°2660 pubblicato il 16 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il discorso di Benedetto XVI alla Fao, è una sintetica visione dei molti problemi che pone la fame nel mondo. Non esiste soluzione facile e immediata alla tragedia di un miliardo e più di affamati. Il papa ne è cosciente ed evita di inseguire facili luoghi comuni e di lanciare accuse generiche per il grave ritardo nell’adempimento delle varie “mete” che la Fao aveva stabilito nel recente passato. Da un lato riprende e a volte precisa le varie esortazioni su problemi tecnici che già troviamo nella recente “Caritas in Veritate” (giustizia internazionale, aiuti dei paesi ricchi all’agricoltura di quelli poveri, attenzione ai cambiamenti climatici, accesso ai mercati internazionali delle economie più povere, ecc.); dall’altro insiste con particolare forza e anche novità di espressioni sul “ridefinire i concetti ed i principi sin qui applicati nelle relazioni internazionali, così da rispondere all’interrogativo: cosa può orientare l’attenzione e la successiva condotta degli Stati verso i bisogni degli ultimi?”. La drammatica crescita del numero di chi soffre la fame è un fatto che interroga non solo i Grandi del mondo, ma ciascun uomo e ciascuna donna, se formati ad una “coscienza solidale, che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”. Il pontefice loda la Fao che  agisce in questo senso, anche allargando “gli obiettivi di questo diritto, rispetto alla sola garanzia di soddisfare i bisogni primari”. La Chiesa è sempre stata in primo piano nella lotta contro la fame e la miseria, creando una “coscienza solidale”. Cioè, precisa: “Solo in nome della comune appartenenza alla famiglia umana universale si può richiedere ad ogni Popolo e quindi ad ogni Paese di essere solidale, cioè disposto a farsi carico di responsabilità concrete nel venire incontro alle altrui necessità, per favorire una vera condivisione fondata sull’amore”. Un discorso originale, nuovo nell’ambiente della Fao, dove si dibattono i problemi tecnici, economici, commerciali che pone il persistere della fame nel mondo, anzi l’aumento degli affamati dopo tanti progetti, sforzi, finanziamenti, provvedimenti. Benedetto XVI non trascura affatto le difficoltà concrete di chi opera sul campo nella guerra contro la fame. Ma in questo discorso si appella soprattutto alle coscienze dei singoli, perché è convinto che la spaccatura fra ricchi e poveri del mondo (sviluppati e sottosviluppati) è così abissale, che non si supera con un certo numero di miliardi di dollari, che pure bisogna mettere a disposizione di chi combatte quest’unica guerra degna di essere combattuta. Occorre una coscienza nuova dei popoli, e soprattutto dei giovani, per mettere in gioco se stessi e tutti possiamo contribuire a formarla. Nel Vertice della Fao, dove si discutono tanti temi e problemi che riguardano i governi, gli organismi internazionali, le banche, i tecnici specializzati, mi pare che i popoli e i singoli che seguono con attenzione di questi dibattiti, fanno quasi solo la parte di spettatori. Anche interessati, ma non coinvolti, non toccati nel profondo. Mentre lo scandalo del miliardo di affamati è un grido di angoscia, un chiaro segno del fallimento del mondo che tutti noi contribuiamo a costruire ed a mantenere. E’ anzitutto un problema umano, di un miliardo di uomini e donne come noi, non solo un problema economico-tecnico. Papa Benedetto delinea in questo modo la  “coscienza solidale” capace di essere la forza motrice per una decisa svolta nella lotta contro la fame: “Riconoscere il valore trascendente di ogni uomo e di ogni donna resta il primo passo per favorire quella conversione del cuore, che può sorreggere l’impegno per sradicare la miseria, la fame e la povertà in tutte le loro forme”. -  Piero Gheddo - asianews -

 
 
 

CANZONI CONTRO LA CHIESA!!!!

Post n°2659 pubblicato il 16 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non possiamo dire che non eravamo stati avvisati: mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi. Eppure un odio così gratuito ed immotivato, irragionevole, fa sempre dispiacere. E allora apriamo gli occhi, e creiamo luoghi dove si discuta apertamente, usando però la ragione senza sbarramenti ideologici.

 Aveva già cominciato Jovanotti nel lontano 1993 (Penso positivo):
Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa,
passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano.

Frankie Hi-Nrg nel suo hit del 1997 Quelli che benpensano:
Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stringono tra i banchi delle chiese
alla domenica - mani ipocrite - mani che fan cose che non si raccontano
altrimenti le altre mani chissà cosa pensano - si scandalizzano –

Alcuni ricordano (a me è del tutto sconosciuta) la canzone Falsi preoccupati dei Punkreas, la punk band milanese più longeva e più famosa d’Italia:
Anche il cane bianco che continua a
sbraitare dal balcone il suo solito
sermone contro la contraccezione
"L'aborto è da assassini" e la Chiesa
vuole gente purché di ciò che è
stato non ne salti fuori niente
sulle guerre già passate, i massacri
e le crociate le indulgenze che da
sempre son pagate
sono tutti attori preparati
dei falsi preoccupati

E concludendo in ordine sparso, i Litfiba dell’album Terremoto del 1993, o il Vasco de La fine del millennio, o Pierangelo Bertoli nella sua Bianchezza rigorosamente contro il Papa.
O anche il fenomeno da copertina Fabri Fibra (sì, quello degli applausi…) di cui vale la pena riportare un breve brano dalla canzone Idee stupide del 2006:
Mi hanno battezzato in chiesa
attenzioni e vari affetti
cresciuto in mezzo ai quadri con Gesù e gli angioletti
una classica famiglia cristiana e i suoi difetti
ed è per questo che quando bestemmi dopo ci rifletti
e magari ti penti
"questa è l'ultima" prometti e giri il mondo
disegnando dio per terra coi gessetti
ma il diavolo entra in casa anche se tu non te lo aspetti
l'insoddisfazione arriva anche se c'hai i figli perfetti
io ringrazio il cielo per non essere nato un bigotto
per non essere un ciellino

Da un libro siamo partiti, concludiamo con due, che testimoniano aperture anziché chiusure.
Tango e gli altri di Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini, innanzitutto un giallo mozzafiato, e insieme uno dei pochi esempi in cui si guarda alla Resistenza in modo ragionevole e non solo da una parte. La polvere di Allah, profondo romanzo di Luca Doninelli, fulminante meditazione sulla possibilità di discutere e convivere senza sacrificare la propria identità in un impersonale dialogo. Che pare essere l’unica strada, a quanto ne dice Cristicchi: la mia sola religione è vocazione per il dubbio. Non siamo così d’accordo.
Uno scritto del maggio 2007, riveduto e corretto, mostra che in due anni non è cambiato molto. Semmai in peggio. L’ideologia senza ragioni non dorme mai. Esempi continui di imbecillità al potere.

Prete di Simone Cristicchi

Mi ricordo da bambino mi portavano alla messa,
ed io seguivo la funzione con un’aria un po’ perplessa...
il prete stava in piedi sull’altare col microfono
spiegava i passi del Vangelo con tono monotono
col tempo e con la scusa di giocare all’oratorio
mi infilarono nel mucchio catechismo obbligatorio
perché non sta bene, non puoi essere diverso,
emarginato come pecora smarrita dentro a un bosco…
al di fuori del contesto...

inginocchiati per bene, adesso dì le preghierine
non dubitare mai dell’esistenza del Signore,
lascia stare le tue fantasie sessuali di bambino,
quante volte ti sei masturbato il pistolino?

Il prete in molti casi è un uomo molto presuntuoso,
nonostante l’apparenza di un sorriso zuccheroso,
crede di essere il depositario di una verità assoluta,
ad ogni tua obiezione, lui rigira la frittata!

Prete! Io non ho voglia di ascoltarti,
Prete! Non hai il diritto di insegnarmi
Niente! Sei bravo ad inventare e a raccontare favole
Per addomesticare le paure della gente!
Non ho bisogno più di credere a un
Prete! Se la Madonna piange sangue, è noia!
Sei bravo e fai di tutto per alimentare, per tenere in piedi
La bugia più grande della storia.

La storia della Chiesa è seminata di violenza, di soprusi,
la Santa Inquisizione è prepotenza,
e poi genuflessioni collettive dei politici,
salvezza delle anime, la rendita degli immobili
ma quanti begli affari fate con il Giubileo
e quanti bei miliardi che sta alzando Padre Pio
Se Gesù Cristo fosse vivo si vergognerebbe
Delle tonnellate di oro e delle vostre banche,
Se Gesù Cristo fosse vivo si vergognerebbe
Delle chiese piene d’oro e delle banche…

Prete! Io non ho voglia di ascoltarti…

Perdonate questo sfogo troppo anti-clericale,
in fondo ognuno è libero di scegliersi la sua prigione,
libero di farsi abbindolare, ipnotizzare,
dal papa, dal Guru, dal capo spirituale
ma la cosa deprimente e che mi butta giù
è vedere quella folla alla Giornata della Gioventù,
la mia sola religione è vocazione per il dubbio , IO
non crederò a qualsiasi cosa dica un Prete!

Ci dicono cosa non possiamo essere
Autogrill, si sta tornando da un concerto fatto chissà dove. Come sempre in questi casi, dopo un caffè e una coca, si cerca la maniera di risvegliare il cervello per il prossimo pezzo di strada nella notte. Da uno scaffale occhieggia in maniera ammiccante un libro sulla cui copertina campeggia una croce-bersaglio con conficcata una penna. Il titolo dà subito una botta al cervello che neanche un chilo di zucchero: Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), di Piergiorgio Odifreddi, uscito per i tipi di Longanesi. Per chi volesse approfondire la conoscenza di Odifreddi, la maniera più rapida è andare sul giornale online www.effedieffe.com e digitare nella finestrella di ricerca Il cretinismo scientifico, titolo del lungo e circostanziato articolo del direttore Maurizio Blondet. Io devo andare altrove.

Rissa in TV
Mi aveva già molto colpito la rissa verbale televisiva in cui un personaggio come Sgarbi (e alla sua maniera) difendeva a spada tratta la Chiesa e le sue opere di fronte ai più beceri luoghi comuni usati da Alessandro Cecchi Paone, definito da Sgarbi stesso ‘ateo fasullo’

 
 
 

PAOLO BROSIO: ADDIO ALLE DONNE E ALLA COCAINA. ORA SONO IL MEGAFONO DELLA MADONNA

Post n°2658 pubblicato il 16 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sul primo ripiano ci sono i Telegatti, uno vicino all’altro, gialli e brutti. Più in alto le coppe vinte giocando a tennis da ragazzo o nelle partite di calcio tra gente dello spettacolo. L’immagine della Madonna sta in mezzo, tra la laurea in legge appesa al muro e le foto del padrone di casa, abbronzato e con la bandana all’Isola, incravattato in qualche occasione ufficiale, sorridente sotto la scritta «Paolo Brosio uomo di Dio». Il salotto di casa Brosio a Forte dei Marmi è un formicaio impazzito. Amici conosciuti a Medjugorje venuti a comprar casa in Versilia, segretari che spostano casse piene di posta, parroci e pie donne appena sbarcati dalla Bosnia, un giovane con la faccia da bravo ragazzo che sussurra: «Dicono che è matto, ma lo facevano anche con San Francesco. Paolo, ormai, è in odore di santità...». Sul tavolo «A un passo del baratro», l’autobiografia che non ti aspetti: le dirette con Fede ai tempi di Tangentopoli, i successi con la Ventura o a Stranamore, i reportage di Linea Verde. Ma anche un matrimonio finito malissimo, la cocaina, le orge «con altre persone che entravano e uscivano» dalla camera da letto e «le calze da donna appese dappertutto», l’aborto «senza rimorso» di una ragazza di 16 anni.

Brosio, che cosa le è successo?
«Stavo sull’abisso e Dio mi ha tirato fuori. Mio padre era morto dopo 50 giorni d’agonia, mi avevano bruciato il locale, mia moglie era incinta di un altro, uno che conoscevo, che vedevo tutti i giorni sulla spiaggia. Sulla mia spiaggia, capisci?».
Capisco, lei era depresso. Ma che cosa c’entra Dio in tutto questo?
«Dio c’entra sempre. E poi io non ero depresso, ero disperato. E la disperazione porta ad atti scellerati: potevo prendere un bastone e spaccare la testa a quello là, e invece ho preferito fare male a me stesso».

Ha pensato al suicidio?
«E quando mai? Amo troppo la vita. Mi sono fatto male con il divertimento: l’unica donna che ho amato mi umilia? E io mi vendico con decine di ragazze, senza neppure chiedere come si chiamano. E con loro è arrivato il resto: l’alcol, lo stordimento, la droga. La coca è terribile: ti fa sembrare possibili cose che non potresti neanche immaginare».

Le rifaccio la domanda: che cosa c’entra Dio?
«Ti dico che Dio c’entra sempre. Ascolta: una notte a Torino mi è come esploso il petto, sentivo il cuore che pompava da matto. Solo che non era il cuore, era la coscienza: una voce, dentro, diceva "prega, di’ l’Ave Maria". Ero sconvolto, anche perché tutto succedeva in un momento di divertimento esasperato».

Era in mezzo a un’orgia?
«Beh, diciamo di sì».

E lei in mezzo a un’orgia si è messo a recitare l’Ave Maria?
«Già, pensa tu la faccia degli altri. Sono scappato urlando che la festa era finita. Il giorno dopo ho chiesto in albergo qual era il santuario più famoso di Torino. Mi hanno mandato alla Consolata, dove ho incontrato Don Ferruccio: uno degli strumenti che Dio ha regalato alla mia salvezza. Mi sono confessato e gli ho raccontato la mia vita. Tutta».

E lui?
«Uno choc. Si agitava nel confessionale: vedevo la tendina tremare. "No, basta. Non puoi aver fatto questo". Gli ho parlato della droga, delle donne. Gli ho rivelato di quando al liceo avevo portato la mia ragazza ad abortire. Non lo sapeva nessuno, neanche mia mamma. Alla Consolata ho capito che la preghiera è il Toradol dell’anima, fa sparire il dolore. E lì ho riscoperto la Madonna: era il 3 gennaio del 2009. Il 2 febbraio sono andato per la prima volta a Medjugorje».

Qualche mese dopo ci è tornato con un aereo pieno di gente famosa. Ora ha scritto un libro. Perché le conversioni dei vip non sono mai un fatto intimo, riservato?
«Io sono un ex peccatore, le mie preghiere valgono poco. Ma sono anche un uomo di comunicazione, sono simpatico, posso convincere la gente a dare il suo aiuto. Sono un megafono, utile perché per fare la carità servono i soldi: un giorno, in Bosnia, sono andato da Gesù in croce e gli ho fatto una promessa: tua madre mi ha salvato, e voglio ringraziarla. Tornerò con 70 mila euro per suor Kornelya e per quelle sante religiose che lavorano qui. Poi mi sono spaventato e gli ho detto: possiamo fare 40 mila?».

Ha chiesto uno sconto al crocifisso?
«Beh, tolte le tasse era una cifra enorme, però sono riuscito a raccoglierla fino all’ultimo euro, grazie alla Madonna che ha fatto di tutto perché potessi mantenere la promessa. Pensa al mio lavoro: dovevo andare in India, per la Tribù di Mediaset, e invece il programma è stato cancellato a contratto già firmato. Ora sono come Mancini per l’Inter: mi pagano per non lavorare. Così posso tornare a Medjugorje, andare in giro a far promozione al libro. Il lavoro è sempre strumento della volontà di Dio, ma vuoi mettere il libro con un reality?».

Ma non si sente presuntuoso nel considerare ogni cosa che le succede come un segno della volontà divina?
«Dio ha un progetto per ognuno di noi. Ha voluto che cadessi quando ero al top del successo, e poi ha voluto salvarmi. Era tutto scritto: e adesso ogni giorno c’è qualcuno che bussa alla mia porta. Lo sai perché?».

Perché lei è un personaggio della tv...
«No. Perché pensano che se ce l’ho fatta io a fuggire dal Male, allora possono farcela anche loro».

Lo sa, vero, che molti pensano che Paolo Brosio sia impazzito?
«Certo che lo so. È normale che quando uno come me si espone ci sia qualcuno che lo insulta, ma forse ero pazzo prima, e ora sono guarito. Scusa, guarda i fatti: l’8 dicembre porto duecento persone a Medjugorje. E porto altri 30 mila euro per suor Kornelya e il suo progetto: una casa per gli orfani e i vecchi abbandonati, dove gli anziani leggono le favole e fanno i compiti insieme ai bambini. Un posto magico dove gli orfani diventano nipotini e i vecchi soli diventano nonni: una cosa bellissima. Matto io? Preferisco considerarmi uno strumento nelle mani della Madonna. E la Madonna, credimi, non è scema».
Fonte: La Stampa

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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