ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 18/11/2009

ANTONIO SOCCI: NOVENA PER CATERINA E PER NOI

Post n°2668 pubblicato il 18 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da oggi 18 novembre inizia la novena per la festa della Medaglia miracolosa (27 novembre) che ricorda le meravigliose apparizioni (avvenute a Rue du bac, Parigi) della Santa Vergine a Caterina Labouré, suora di 24 anni oggi proclamata santa. Caterina in particolare ha raccontato questo significativo colloquio:

“Ad un tratto, le dita della SS. Vergine si riempirono di anelli ricchi di pietre preziose bellissime che scintillavano come raggi lucenti. La luce che ne usciva avvolgeva la Santa Vergine in modo che non si vedevano più né l’ultimo lembo della veste, né i piedi, Le gemme erano di varia grossezza e i fasci di luce che ne uscivano più o meno splendenti. … E la voce dolcissima aggiunse: <<Questi raggi sono il simbolo delle grazie che io spando sulle persone che me le domandano>>. E poiché la veggente si meravigliava del fatto che alcune di queste pietre preziose non rilucevano, le fu risposto: <<Sono le grazie che non mi vengono domandate>>. Noi vogliamo invece approfittare di questo straordinario soccorso della Madre di Dio, nostra tenera Madre. Vi propongo dunque di fare insieme questa novena a partire da oggi. Io l’ho già iniziata per Caterina e insieme possiamo farla per tutti i vostri malati e per la nostra conversione.

NOVENA ALLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muoviti a pietà della presente nostra necessità; consola la nostra afflizione e concedici la grazia che ti domandiamo.

Recitare il Salve Regina

Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali che ci affliggono, ci hai portato la tua Medaglia, affinché fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Recitare il Salve Regina

Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Recitare il Salve Regina

Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!
   
Per sapere di più su Rue du bac vedi il sito del santuario: http://www.chapellenotredamedelamedaillemiraculeuse.com/ -

La novena significa che questa preghiera va ripetuta per nove giorni. Al termine, il 27 novembre, faremo insieme la Supplica all’ora desiderata dalla Madonna.

O Vergine immacolata, Madre di Dio e Madre nostra con la più viva confidenza nella tua potente intercessione tante volte manifestata per mezzo della tua Medaglia, umilmente ti supplichiamo di volerci ottenere le grazie, che ti chiediamo con questa novena.

Se qualcuno non crede che la preghiera sia un’arma formidabile legga le parole di Gesù stesso:

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,1-8.

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:
«C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,
poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Sono parole di Gesù stesso! Parole che non passano! Parole certissime in eterno! Ma i nostri santi ci hanno ripetuto per secoli tutto questo. Sentite il Santo Curato d’Ars che il Papa ha indicato come esempio in questo anno sacerdotale: “c’è un uomo più potente di Dio. E’l’uomo che prega”. “La preghiera è onnipotente presso Dio. Dio si conquista facilmente con la preghiera. E’ impossibile che Egli possa rifiutarci ciò che li chiediamo nella preghiera”. Dunque forza amici carissimi!!!! Con tutto il cuore, con tutti noi stessi, offrendo noi stessi alla costruzione del Suo Regno, facciamo sì che le nostre preghiere struggano il Cuore di Dio, nostro tenerissimo Padre!!!!

 
 
 

GILBERT (UNIVERSITA' DI LONDRA): ECCO PERCHE' IL VERTICE FAO NON E' SERVITO A NULLA

Post n°2667 pubblicato il 18 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nei giorni scorsi (13-16 novembre) si è tenuto a Roma, presso la FAO, il World Food Summit. Il Direttore della FAO, Jacques Diouf, aveva chiesto concreti impegni per eliminare la fame, nella direzione degli Obiettivi del Millennio. Lo stesso Diouf ha espresso il suo disappunto sul comunicato finale, che abbonda di buoni sentimenti ma manca di impegni specifici. È necessario che i paesi in via di sviluppo investano di più nel loro settore agricolo – in attività produttive, nella ricerca, nella logistica e stoccaggio. Era questo il principale messaggio del World Development Report del 2008, Agriculture for Development, della Banca Mondiale. I governi di tali paesi devono dare una sostanziale priorità all’agricoltura, guardandola per la sua caratteristica di strada allo sviluppo e non come settore da cui estrarre surplus da investire altrove; le ONG e le agenzie multilaterali per lo sviluppo possono collaborare, ma sono i governi ad avere un ruolo di guida. Numerosi paesi asiatici e latinoamericani hanno avuto successo nello sviluppare moderni settori di agro-business; altri invece, in particolare in Africa, ancora dipendono da importazioni di beni alimentari e da aiuti alimentari: per sé, maggiori aiuti alimentari non hanno molta efficacia; perciò i governi hanno fatto bene ad evitare di mettersi lungo una simile strada. Il papa Benedetto XVI nel suo discorso al Summit ha affermato: «la terra può nutrire tutti i suoi abitanti». Anche se non esplicitamente detto nel messaggio del Papa, il settore privato è cruciale nello sviluppo agricolo. Un’agricoltura "socializzata" non si è mai dimostrata efficace: i rendimenti agricoli restano bassi in molti paesi in sviluppo, forse nella maggioranza, non perché i contadini sono ignoranti o avversi al rischio, ma perché non hanno incentivi e accesso ai mercati tali da permettere maggiori rendimenti; se si avessero garanzie sui prezzi (almeno per quanto riguarda i prezzi minimi), accesso al credito, la possibilità di acquistare gli opportuni input e di vendere il prodotto su mercati competitivi, i rendimenti aumenterebbero. Tuttavia, la sicurezza alimentare è troppo importante perché i governi possano lasciare tutto in mano al settore privato. Per rispondere alle preoccupazioni della gente, i governi si troveranno inevitabilmente implicati nel problema. Spesso interverranno per mantenere i prezzi alimentari a livelli accessibili anche ai consumatori poveri, ma in tal modo è probabile che riducano gli incentivi per i produttori. Una politica alimentare intelligente richiede un bilanciamento fra le esigenze di consumo alimentare e incentivi alla produzione. È quanto viene riconosciuto negli obiettivi del Summit ma che le discussioni hanno lasciato in ombra. Il fatto che la terra possa produrre sufficiente nutrimento per tutti non significa, per sé, che l’intera popolazione mondiale avrà accesso al cibo. Papa Benedetto si è domandato: "cosa può orientare l'attenzione e la successiva condotta degli Stati verso i bisogni degli ultimi?" Il "bottom billion" manca dei mezzi per acquistare una quantità adeguata di alimenti, anche se fossero prodotti. Una politica alimentare deve dunque avere tre dimensioni - produzione, sicurezza alimentare e entitlement. Come riconosciuto dal Papa, quest’ultimo problema è quello più serio, che non è messo a tema perché un puro orientamento al profitto lo esclude. I governi dei paesi poveri hanno bisogno di impostare politiche di "sicurezza sociale" per raggiungere un simile obiettivo e molti lo stanno facendo, in particolare con l’assistenza del World Food Programme (WFP). È quindi importante che il WFP continui ad essere ben finanziato (e prezzi alimentari più alti implicano risorse anche maggiori). Allo stesso tempo, il WFP deve fare di più (e lo sa) per acquistare beni prodotti localmente, favorendo con ciò una maggiore autosufficienza. È il "sentiero di solidarietà nello sviluppo". Il titolo del Summit era "World Summit of Food Security" (Summit Mondiale sulla Sicurezza Alimentare). Questo ci rimanda a un insieme di temi più limitato ma comunque importante. La sicurezza alimentare riguarda la capacità dei paesi di accedere all’offerta di alimenti in qualsivoglia emergenza - sia collegata a eventi climatici o all’aumento, per qualsiasi ragione, dei prezzi dei beni alimentari. Nel 2007-08 i governi di molti paesi forti consumatori di riso si videro richiedere prezzi enormi per le importazioni di riso. In diversi casi, l’incapacità di ottenere un adeguato rifornimento portò a tumulti sociali per il cibo. Molti economisti e in particolare le agenzie multilaterali di sviluppo, in questi anni avevano suggerito ai governi di basarsi sul commercio e non sugli stock per la sicurezza alimentare, un consiglio che ora appare sbagliato. I governi dei paesi in sviluppo hanno capito che, per la sicurezza alimentare, devono tornare a politiche di stoccaggio, anche se così facendo contribuiscono al mantenimento di prezzi elevati dei cereali. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, collega sicurezza alimentare e dialogo sui cambiamenti climatici e suggerisce che la prima non può essere affrontata senza affrontare anche l’altro: credo però che i governi non abbiano bisogno di aspettare un nuovo accordo che faccia seguito a quello di Kioto, per iniziare politiche di sicurezza alimentare basate sullo stoccaggio. Il Summit ha messo molta carne al fuoco e di conseguenza ha portato a casa poco; i vari leader hanno cantato ciascuno la propria canzone preferita, col risultato che si sono dette cose giuste ma senza alcuna relazione con la sicurezza alimentare. Un meeting con obiettivi più limitati e con meno leader mondiali avrebbe forse ottenuto di più. -

Christopher Gilbert -

 
 
 

"A UN PASSO DAL BARATRO" ESCE IL NUOVO LIBRO DI PAOLO BROSIO

Post n°2666 pubblicato il 18 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E' uscito ieri 17 novembre 2009, il suo libro A UN PASSO DAL BARATRO, dove Paolo Brosio, con tanto coraggio, si mette a nudo raccontando tutta la sua vita, dai suoi primi successi sino ai momenti più oscuri. Una carriera da giornalista tanto fulminante quanto brillante, uomo di spettacolo e socio del Twiga, il tempio del jet-set in Versilia, impegnato nel sociale come tanti vip, da laico. O meglio, quello era Paolo Brosio. Oggi è un altro. Paolo Brosio, amico del Trentino e della Scuola Italiana Nordic Walking, nei suoi periodi tra i boschi della Val di Fiemme di chilometri con i bastoncini ne ha fatto davvero tanti. Su e giu per le pendici del Monte Castellazzo, accompagnato da Pino Dellasega, suo istruttore da sempre. Se la notizia viene pubblicata sul portale italiano del nordic walking è perchè Paolo nel suo libro ha dedicato un intero capitolo alla singolare e misteriosa storia di Pino Dellasega e del Trekking del Cristo Pensante intitolandolo "La corona di spine del Cristo Pensante". Una storia che si intreccia con quella di altri tre personaggi tra cui Paolo, con un andirivieni di colpi di scena e di coincidenze che fanno davvero pensare a un grande disegno e che riconducono al santuario Mariano di Medjugorje dove da oltre 27 anni appare la Vergine. Tutto nasce quando il 25 luglio giorno di San Giacomo, il patrono di Predazzo e anche di Medjugorje, Paolo Brosio si trova alla benedizione del Cristo Pensante nella piazza del paese, di fare del bene. Con la semplicità e la simpatia che lo contraddistinguono il giornalista racconta la sua vicenda umana e i passi di un ritorno a Dio che gli ha restituito forza, ottimismo e amore per la vita. - Fonte: Predazzo

Dettagli del libro Titolo: A un passo dal baratro. Perché Medjugorje ha cambiato la mia vita

Sul primo ripiano ci sono i Telegatti, uno vicino all’altro, gialli e brutti. Più in alto le coppe vinte giocando a tennis da ragazzo o nelle partite di calcio tra gente dello spettacolo. L’immagine della Madonna sta in mezzo, tra la laurea in legge appesa al muro e le foto del padrone di casa, abbronzato e con la bandana all’Isola, incravattato in qualche occasione ufficiale, sorridente sotto la scritta «Paolo Brosio uomo di Dio». Il salotto di casa Brosio a Forte dei Marmi è un formicaio impazzito. Amici conosciuti a Medjugorje venuti a comprar casa in Versilia, segretari che spostano casse piene di posta, parroci e pie donne appena sbarcati dalla Bosnia, un giovane con la faccia da bravo ragazzo che sussurra: «Dicono che è matto, ma lo facevano anche con San Francesco. Paolo, ormai, è in odore di santità…». Sul tavolo «A un passo del baratro», l’autobiografia che non ti aspetti: le dirette con Fede ai tempi di Tangentopoli, i successi con la Ventura o a Stranamore, i reportage di Linea Verde. Ma anche un matrimonio finito malissimo, la cocaina, le orge «con altre persone che entravano e uscivano» dalla camera da letto e «le calze da donna appese dappertutto», l’aborto «senza rimorso» di una ragazza di 16 anni.

Brosio, che cosa le è successo?
«Stavo sull’abisso e Dio mi ha tirato fuori. Mio padre era morto dopo 50 giorni d’agonia, mi avevano bruciato il locale, mia moglie era incinta di un altro, uno che conoscevo, che vedevo tutti i giorni sulla spiaggia. Sulla mia spiaggia, capisci?».

Capisco, lei era depresso. Ma che cosa c’entra Dio in tutto questo?
«Dio c’entra sempre. E poi io non ero depresso, ero disperato. E la disperazione porta ad atti scellerati: potevo prendere un bastone e spaccare la testa a quello là, e invece ho preferito fare male a me stesso».

Ha pensato al suicidio?
«E quando mai? Amo troppo la vita. Mi sono fatto male con il divertimento: l’unica donna che ho amato mi umilia? E io mi vendico con decine di ragazze, senza neppure chiedere come si chiamano. E con loro è arrivato il resto: l’alcol, lo stordimento, la droga. La coca è terribile: ti fa sembrare possibili cose che non potresti neanche immaginare».

Le rifaccio la domanda: che cosa c’entra Dio?
«Ti dico che Dio c’entra sempre. Ascolta: una notte a Torino mi è come esploso il petto, sentivo il cuore che pompava da matto. Solo che non era il cuore, era la coscienza: una voce, dentro, diceva "prega, di’ l’Ave Maria". Ero sconvolto, anche perché tutto succedeva in un momento di divertimento esasperato».

Era in mezzo a un’orgia? «Beh, diciamo di sì».

E lei in mezzo a un’orgia si è messo a recitare l’Ave Maria?
«Già, pensa tu la faccia degli altri. Sono scappato urlando che la festa era finita. Il giorno dopo ho chiesto in albergo qual era il santuario più famoso di Torino. Mi hanno mandato alla Consolata, dove ho incontrato Don Ferruccio: uno degli strumenti che Dio ha regalato alla mia salvezza. Mi sono confessato e gli ho raccontato la mia vita. Tutta».

E lui?
«Uno choc. Si agitava nel confessionale: vedevo la tendina tremare. "No, basta. Non puoi aver fatto questo". Gli ho parlato della droga, delle donne. Gli ho rivelato di quando al liceo avevo portato la mia ragazza ad abortire. Non lo sapeva nessuno, neanche mia mamma. Alla Consolata ho capito che la preghiera è il Toradol dell’anima, fa sparire il dolore. E lì ho riscoperto la Madonna: era il 3 gennaio del 2009. Il 2 febbraio sono andato per la prima volta a Medjugorje». Qualche mese dopo ci è tornato con un aereo pieno di gente famosa. Ora ha scritto un libro. Perché le conversioni dei vip non sono mai un fatto intimo, riservato? «Io sono un ex peccatore, le mie preghiere valgono poco. Ma sono anche un uomo di comunicazione, sono simpatico, posso convincere la gente a dare il suo aiuto. Sono un megafono, utile perché per fare la carità servono i soldi: un giorno, in Bosnia, sono andato da Gesù in croce e gli ho fatto una promessa: tua madre mi ha salvato, e voglio ringraziarla. Tornerò con 70 mila euro per suor Kornelya e per quelle sante religiose che lavorano qui. Poi mi sono spaventato e gli ho detto: possiamo fare 40 mila?».

Ha chiesto uno sconto al crocifisso?
«Beh, tolte le tasse era una cifra enorme, però sono riuscito a raccoglierla fino all’ultimo euro, grazie alla Madonna che ha fatto di tutto perché potessi mantenere la promessa. Pensa al mio lavoro: dovevo andare in India, per la Tribù di Mediaset, e invece il programma è stato cancellato a contratto già firmato. Ora sono come Mancini per l’Inter: mi pagano per non lavorare. Così posso tornare a Medjugorje, andare in giro a far promozione al libro. Il lavoro è sempre strumento della volontà di Dio, ma vuoi mettere il libro con un reality?».

Ma non si sente presuntuoso nel considerare ogni cosa che le succede come un segno della volontà divina?
«Dio ha un progetto per ognuno di noi. Ha voluto che cadessi quando ero al top del successo, e poi ha voluto salvarmi. Era tutto scritto: e adesso ogni giorno c’è qualcuno che bussa alla mia porta. Lo sai perché?».

Perché lei è un personaggio della tv…«No. Perché pensano che se ce l’ho fatta io a fuggire dal Male, allora possono farcela anche loro».

Lo sa, vero, che molti pensano che Paolo Brosio sia impazzito?
«Certo che lo so. È normale che quando uno come me si espone ci sia qualcuno che lo insulta, ma forse ero pazzo prima, e ora sono guarito. Scusa, guarda i fatti: l’8 dicembre porto duecento persone a Medjugorje. E porto altri 30 mila euro per suor Kornelya e il suo progetto: una casa per gli orfani e i vecchi abbandonati, dove gli anziani leggono le favole e fanno i compiti insieme ai bambini. Un posto magico dove gli orfani diventano nipotini e i vecchi soli diventano nonni: una cosa bellissima. Matto io? Preferisco considerarmi uno strumento nelle mani della Madonna. E la Madonna, credimi, non è scema».

(articolo pubblicato su La Stampa.it)

 
 
 

NOVENA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA DAL 18/11 AL 26/11

Post n°2665 pubblicato il 18 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Preghiera da ripetersi nei nove giorni precedenti la ricorrenza della Medaglia del 27 novembre (esattamente dal 18 al 26 novembre)

(Segno della Croce) Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (3 volte)
Primo giorno: prima apparizione della Madonna

Contempliamo l'Immacolata Vergine nella sua prima apparizione a Caterina Labouré. Guidata dal suo Angelo custode, la pia novizia viene presentata all'Immacolata. Consideriamo la sua ineffabile gioia. Anche noi saremo felici come lei, se opereremo con ardore per la nostra santificazione; godremo le delizie del Paradiso, se rinunceremo ai piaceri terreni.

Ave Maria (3 volte)

O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)


Secondo giorno: le lacrime di Maria

Contempliamo la Madonna che piange sulle calamità che si abbatteranno sul mondo, pensando che il Cuore del suo Figlio viene offeso, la Croce schernita e i suoi figli prediletti perseguitati. Confidiamo nella Vergine compassionevole, e partecipiamo anche noi ai frutti delle sue lacrime.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Terzo giorno: la protezione di Maria
Contempliamo la nostra Madre Immacolata che dice a Santa Caterina: "Io sarò sempre con voi senza perdervi mai di vista e vi concederò abbondanti grazie". O Vergine Immacolata, siate sempre mio scudo e difesa in tutte le necessità.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Quarto giorno: seconda apparizione
Il 27 novembre 1830, mentre santa Caterina era in preghiera, le apparve la splendente Vergine Maria, nell'atto di schiacciare la testa dell'infernale Serpente. In questa apparizione si vede il suo immenso desiderio di proteggerci sempre dal nemico della nostra salvezza. Invochiamo dunque la nostra Immacolata Madre con fiducia e amore!

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)


Quinto giorno: le mani di Maria
Contempliamo oggi le mani della Madonna mentre diffondono raggi splendenti. "Questi raggi -disse Ella- sono simbolo delle grazie che diffondo su tutti coloro che me le chiedono e su coloro che portano con fede la mia Medaglia". Non dissipiamo tante grazie! Chiediamole con fervore, umiltà e perseveranza, e l'Immacolata ce le otterrà.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Sesto giorno: terza apparizione
Contempliamo Maria che appare a santa Caterina, piena di bontà, raggiante di luce, circondata da stelle, mentre comanda di coniare una Medaglia e promette molte grazie a tutti coloro che la porteranno con fede e amore. Osserviamo con fervore questa santa Medaglia e, come uno scudo, essa ci proteggerà nei pericoli.

Ave Maria (3 volte)

O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Settimo giorno della Novena (e primo del Triduo)
O miracolosa Vergine ed eccelsa Regina, o Immacolata Signora, siate la mia avvocata, il mio rifugio e asilo terreno, la mia fortezza e difesa in vita e in morte, la mia consolazione e gloria in Cielo.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Ottavo giorno della Novena (e secondo del Triduo)
O Immacolata Vergine della Medaglia, fate che questi raggi luminosi diffusi dalle vostre verginali mani illuminino la mia mente per meglio conoscere il Bene e incendino il mio cuore con vivi sentimenti di fede, di speranza e di carità.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Nono giorno della Novena (e terzo del Triduo)
O Madre Immacolata, fate la Croce della vostra Medaglia brilli sempre davanti ai miei occhi, addolcisca le pene della vita presente e mi guidi a quella eterna.

Ave Maria (3 volte)
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi (dopo ogni Ave)

Preghiera finale
O Beatissima Vergine, credo e confesso la vostra santa e immacolata Concezione, pura e senza macchia. O Purissima Vergine Maria, per questa immacolata Concezione e per la gloriosa prerogativa di Madre di Dio, ottenetemi dal vostro amato Figlio l'umiltà, la carità, l'obbedienza, la castità, la santa purezza di corpo, di cuore e di spirito, la perseveranza nella pratica del bene, una santa vita e una buona morte, e anche questa grazia che chiedo con piena fiducia. Amen

*Io sono Amore*

 
 
 

HARL RAHNER: LA TEOLOGIA DELLA DISINCARNAZIONE

Post n°2664 pubblicato il 18 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non c’è ambiente più ospitale per gli sgambettatori dell’ortodossia cattolica dell’immediata eredità del Concilio Vaticano II, quel periodo fluido in cui all’improvviso si sono aperti crepacci teologici in cui anche oggi si rischia disgraziatamente di incorrere o nei quali ci si può deliberatamente tuffare. Di tutti gli autori che hanno imbracciato le armi del pensiero per proporre una teologia nuova da edificare in modo rigoroso sulle macerie di quella antica, il teologo Karl Rahner è allo stesso tempo il più influente e il più discusso. Nel gesuita tedesco c’è una naturale disposizione allo sconfinamento: oltre alle tentazioni di modernismo e panteismo, il focus polemico nei confronti di Rahner sta in quella "svolta antropologica" a cui Cornelio Fabro ha dedicato un volume nel 1974. Un testo caustico, teologicamente parlando. Oggi l’eredità friabile – e largamente irrisolta – di Rahner viene messa sotto accusa dal teologo Giovanni Cavalcoli, docente di Teologia dogmatica e Morale presso lo Studio teologico accademico bolognese, nel libro Karl Rahner. Il Concilio tradito, in cui il domenicano solleva i tappeti del pensiero rahneriano per vedere quanta polvere c’è sotto. Il testo è costato all’autore non soltanto anni di lavoro per raggiungere un perfetto rigore argomentativo ma anche un confronto permanente con i suoi superiori sull’opportunità di pubblicare un testo che mette in discussione radicalmente una certa interpretazione del Concilio, quel consesso di cui Rahner era perito e da cui successivamente ha tratto interpretazioni di alcuni insegnamenti della Chiesa che Cavalcoli non teme di giudicare «eretici». Siamo molto oltre il Rahner modernista e progressista criticato già da molte scuole teologiche. E quel che è peggio, dice Cavalcoli, è che Rahner, "il grande architetto della teologia del XX secolo", non si è accontentato di proporre una visione alternativa al magistero della Chiesa, ma si è fatto, alla maniera protestante, «maestro e correttore di presunti errori», imponendosi anche all’interno della gerarchia stessa come teologo di riferimento di una presunta ortodossia. L’argomentare di Cavalcoli è una lama affilata, un incedere scientifico che sembra tratto direttamente da una quaestio disputata medievale: ogni affermazione viene analizzata e messa a confronto con una sentenza del magistero ufficiale per tirarne fuori contraddizioni e aporie, fino al precipitare della verità. Nel libro accomuna le tesi di Rahner a una corrente di pensiero che ha prodotto «disaffezione per la verità, saccenteria, superbia, sete di potere ed empietà, ribellione al Magistero e al Papa, cedimento agli errori della modernità, assenza di confutazione degli errori, profanazione della liturgia». Accuse gravissime che Cavalcoli ripercorre in sintesi parlando con Tempi: «Karl Rahner, ad esempio, estende l’identità dell’essere col pensiero a tutto il reale, mentre quest’identità appartiene solo a Dio; oppure c’è l’idea che Dio muti con la conseguente negazione delle due nature di Cristo e quindi la negazione del dogma dell’incarnazione». Una tradizionale critica a Rahner ripresa da Cavalcoli è quella di relativismo, dalla quale sono discese pressoché tutte le etichette di pensatore debole applicate al gesuita tedesco. Cavalcoli spiega che Rahner è arrivato a posizioni relativiste attraverso «la negazione dell’universalità e immutabilità del concetto», idea che abbonda nel rahneriano Corso fondamentale sulla fede ed è ben sintetizzata in una citazione che Cavalcoli estrapola dal suo libro: «Sempre e dappertutto l’uomo, nelle decisioni assolute e irrivedibili della sua vita, si basa su realtà storiche sulla cui esistenza e natura egli non possiede teoreticamente alcuna assoluta sicurezza». E se il percorso della conoscenza è immerso nella nebbia dei condizionamenti storici, Cavalcoli sottolinea come a maggior ragione Rahner non possa ammettere concetti dogmatici che non siano macchiati dalla relatività: «Il credere di poter afferrare i piani superiori del reale con la sua "esperienza trascendentale", nella quale, per la sua assoluta, proclamata indeterminatezza, ci può essere tutto e il contrario di tutto, è una pura e semplice illusione», conclude Cavalcoli.
Una exit strategy esiste
Secondo la ricostruzione di Cavalcoli, «il rahnerismo, con il pretesto dell’apertura al mondo moderno, del dialogo, del pluralismo, della democrazia, della libertà religiosa e di ricerca, dell’ecumenismo, dell’ispirazione dello Spirito Santo, ha eliminato nel Corpo di Cristo le difese immunitarie, rendendo insipida o discutibile la Parola di Dio, e ha tolto il muro di cinta della vigna del Signore». Uno scenario teologicamente corretto che Rahner ha disegnato con pazienza, nei lunghi anni dopo il Concilio che lo hanno consacrato come un gigante della teologia. Rimane la domanda: come e in quali spazi ha potuto liberamente creare un impianto filosofico alternativo? «Rahner lo ha fatto – spiega Cavalcoli – perché ha frainteso il vero spirito del Concilio, quasi che esso fosse un ritorno di modernismo e rinunciasse alla tradizionale condanna degli errori. Inoltre, ha affrontato la trattazione di tutti quei temi senza quel discernimento e quello spirito critico che gli sarebbero stati forniti da una sana preparazione filosofica e teologica fondata sulla fedeltà al magistero della Chiesa e in special modo su san Tommaso d’Aquino, raccomandato da secoli come guida negli studi filosofici e teologici». E nel proporre un’exit strategy dalle derive rahneriane sul Concilio, il domenicano dice che «occorre correggere gli errori di Rahner alla luce della dottrina della Chiesa e della sana filosofia», uno sforzo che implica «un intervento prudente, mirato, sistematico e organizzato dell’episcopato sotto la guida della Santa Sede». L’opera di "riconquista" del Concilio, conclude padre Cavalcoli, «richiederà molto tempo, ma con l’aiuto dello Spirito Santo, giungerà certamente a buon fine. Allora il Concilio sarà compiuto». - Antonio Gaspari - tempi -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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