ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 25/11/2009

IN COMA PER 23 ANNI COME ELUANA. E ORA SCOPRONO CHE SENTE TUTTO

Post n°2689 pubblicato il 25 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il caso in Belgio: l'uomo era senza speranza finché un medico non ha riesaminato il caso. Il suo cervello ha sempre funzionato in modo normale ma nessuno lo sapeva

Londra - Per ventitré anni ha vissuto imprigionato nel suo corpo incapace di muoversi e di comunicare. I medici gli avevano diagnosticato uno stato di coma vegetativo, ma si erano sbagliati. Rom Houbens, un uomo belga che adesso ha 46 anni, capiva perfettamente tutto quello che accadeva intorno a lui, ma non era in grado di dirlo. Così, dopo che un grave incidente d'auto l'aveva lasciato paralizzato, ha trascorso metà della sua esistenza ascoltando i medici che tentavano di migliorare le sue condizioni, poi rinunciavano a curarlo. Il suo era ormai stato archiviato come un caso senza speranza quando la sua diagnosi venne rivista. Si tratta di una storia accaduta a Zolder, in Belgio, tre anni fa e che è stata resa pubblica soltanto ora dopo la pubblicazione su una rivista scientifica proprio dal medico che ha cambiato il destino di Houbens. Raccontata ieri dal quotidiano inglese Daily Telegraph, questa vicenda fa molto riflettere sul diritto all'eutanasia di cui tanto si è discusso anche in Italia soprattutto dopo il caso di Eluana Englaro. E viene da pensare con raccapriccio a che cosa sarebbe accaduto se la famiglia del signor Houbens avesse insistito nel chiedere ai medici di «staccare la spina». Rom sarebbe probabilmente morto quando ancora era del tutto consapevole di ciò che accadeva. Prima dell'incidente occorsogli nel 1983, l'uomo era uno studente universitario appassionato di arti marziali. Dopo essere rimasto paralizzato i medici l'hanno curato costantemente controllando le sue condizioni con il Glasgow Coma Scale, un metodo internazionalmente riconosciuto che giudica lo stato del paziente attraverso le sue risposte visive, verbali e motorie. A ogni esame la diagnosi inesatta veniva riconfermata e Houbens assisteva in silenzio ai commenti dei medici e alla disperazione dei parenti senza poter fare nulla. Tre anni fa, la svolta. All'università di Liegi un medico decide di riesaminare il caso dall'inizio e finalmente si scopre che il cervello di Houbens ha funzionato quasi normalmente per tutti questi anni. La nuova terapia che gli è stata prescritta adesso gli consente di comunicare con il mondo esterno attraverso un computer. Per Rom è stato come rinascere per una seconda volta. «Non potete immaginare che cosa significhi risvegliarsi e capire di aver perso il controllo del proprio corpo - ha raccontato l'uomo, - tentare di gridare senza che dalla mia bocca uscisse nemmeno un suono. Per anni sono stato testimone della mia sofferenza. Non dimenticherò mai il giorno che hanno scoperto l'errore nella diagnosi. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che sognare una vita migliore». Il neurologo Steven Laureys, che si è occupato del caso, afferma che spesso il coma vigile viene scambiato per coma vegetativo. «Soltanto in Germania - ha spiegato il medico che dirige il dipartimento di Neurologia all'ateneo di Liegi - ogni anno 100mila persone subiscono gravi traumi cerebrali. Circa 20mila restano in coma per tre settimane o più a lungo. Alcuni muoiono, altri si riprendono. Ma una percentuale che oscilla dalle 3mila fino alle 5mila persone l'anno, rimane intrappolata in uno stato intermedio. Continuano a vivere senza mai ritornare indietro completamente». Houbens adesso si trova in una struttura vicino a Bruxelles e può nuovamente comunicare con i suoi genitori e con tutti i suoi amici. - di Erica Orsini - mascellaro

 

 
 
 

EFFETTI PRODOTTI DALLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

Post n°2688 pubblicato il 25 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

ROCHEFORT E LA SANTISSIMA VERGINE

Cassagnac ha riferito di un incidente di duello che egli ha avuto con Rochefort, a proposito di un articolo da questi scritto su Maria Antonietta. "Era il 1º gennaio. Cadevano enormi fiocchi di neve e il bianco manto saliva fino alle ginocchia. Mi hanno consegnato la pistola per caricare le sei palle, che Rochefort aveva ferocemente preteso e che io avevo accettato con la sprovvedutezza tipicamente giovanile forse, con la certezza che non sarebbe stato necessario usarle tutte, poiché una sola sarebbe sufficiente. "Rochefort ha sparato sbagliando il bersaglio. Io ho risposto e lui è caduto. L'ho creduto morto, visto che la palla lo aveva colpito dove io avevo mirato: in pieno fianco. Destino singolare quello di Rochefort! Egli è quasi sempre ferito in duello. Gli assistenti lo hanno circondato. Molto sorpreso, il medico ha constatato che, invece di averlo trafitto da lato a lato, come sarebbe dovuto succedere, fatalmente, egli non aveva ricevuto che una violentissima contusione. Pertanto, la palla era stata deviata. Cosa l'aveva fatta deviare? Il medico ha cercato e, sempre più sorpreso, ci ha mostrato una medaglia forata dalla palla, esattamente una medaglia della Vergine che una mano amica aveva cucito segretamente nella cintura dei pantaloni. Senza questa miracolosa medaglia, Rochefort sarebbe caduto morto".

<< CHE EGLI VENGA ADESSO … >>

Otto soldati moribondi vengono condotti in ospedale, uno di essi rifiuta di confessarsi. Allora una Suora fa scivolare una medaglia della Vergine Santissima sotto il cuscino del povero infermo. Il giorno seguente, lui chiama la Suora e le dice: - Devo morire qui come un cane? Sono cristiano e desidero confessarmi. - Io le ho proposto questo ieri e lei mi ha detto "no" e ha perfino cacciato via il sacerdote - ha risposto la Suora. - È vero, mi dispiace di essermi comportato in questo modo. Che egli venga adesso.

<< LA VERGINE SANTA MI HA SALVATO! >>

Così racconta la suora di un orfanotrofio: "Alla vigilia dell'Immacolata Concezione, ho distribuito ai bambini le medaglie della Vergine Maria, raccontando loro alcuni miracoli alla portata della loro comprensione infantile. Ho terminato dicendo loro che se avessero portato sempre questa preziosa medaglia, la Santa Vergine li avrebbe preservati da qualsiasi incidente. La nostra buona Madre non ha tardato molto a confermare questa certezza, e lo ha dimostrato in una maniera alquanto sorprendente: nel pomeriggio dell'11 dicembre, alle sei, un bambino di cinque anni, di nome Giuseppe, giocava davanti alla sua casa con altri bimbi pressapoco della sua età. Uno di questi, più grande di lui, lo spinse con una forza tale che alla fine il piccolo cadde sotto la ruota di una carrozza di passaggio in quel momento. La ruota passò sopra la gamba del povero bambino. Udendo le grida disperate, sua madre accorse in lacrime, sollevò da terra il suo povero piccolo Giuseppe, che pensava avesse la gamba triturata, così lo portò dentro casa. - Che sorpresa! - Egli era sano e salvo. Non si è potuto neanche scorgere il segno della ruota che, prima, tutti i testimoni della scena assicuravano di aver visto passare sulla sua gamba. Soltanto Giuseppe non era sorpreso, il quale ha escalamato: "È vero, mamma, non ho sofferto alcun male. È vero quello che ci disse l'altro giorno la Suora che la Santa Vergine ci avrebbe protetto sempre se noi avessimo portato la sua medaglia", così baciava, con tutto il cuore, questa medaglia a lui così cara. Il giorno dopo, la madre venne a raccontarci piena di emozione "il miracolo che la Santa Vergine aveva fatto al suo piccolo Giuseppe". Le persone che avevano visto il bambino sotto la ruota della carrozza ed altre che avevano sentito parlare dell’ incidente, lo interrogavano a questo riguardo, ma a tutti egli rispondeva mostrando la sua medaglia:

- E’ la Vergine che mi ha salvato!

LA MEDAGLIA DI BUGEAUD

Bugeaud aveva conservato sempre con sé la medaglia di sua figlia, nei pericoli delle sue diciotto campagne militari nel corso delle quali tanti valorosi erano caduti al suo fianco sotto i colpi degli arabi. Questa medaglia era ancora appesa al suo collo quando egli morì, a 65 anni, dando sfoggio dei più ammirevoli sentimenti. Ecco un episodio che conferma la sua fiducia nella Madre di Dio. In un giorno di combattimento, accortosi, due ore dopo la partenza di aver dimenticato la sua medaglia, chiamò uno spahi e gli disse: "Mio bravo soldato, il tuo cavallo arabo può fare quattro leghe all'ora. Ho lasciato la mia medaglia appesa nella mia tenda, nell'accampamento. Io non posso cominciare una battaglia senza di essa. Darò ordine di fermare la truppa e di aspettarti per un'ora, orologio alla mano". Il cavaliere partì a tutto galoppo ed ritornò un'ora dopo. Nel momento in cui consegnò la medaglia al vecchio combattente, egli la baciò alla presenza del suo stato maggiore, la collocò al petto, dicendo ad alta voce:

"Adesso posso avanzare. Con la mia medaglia, non sono stato mai ferito. Avanti, soldati! Andiamo a sconfiggere i cabila!"

SALVE DA UNA VALANGA

Una valanga si era riversata su un villaggio delle Alpi. I soldati inviati a prestare soccorso alla popolazione trovarono sotto le macerie una donna e sua figlia che avevano trascorso dodici ore di sofferenze indescrivibili. La madre raccontò che sua figlia era rimasta svenuta per parecchie ore credendola morta. Anche lei, desiderava farlo, per non agonizzare per molto tempo sopra il piccolo cadavere. All'improvviso, sentì la mano gelida di sua figlia toccarla. - Margherita! - Dove siamo, mamma? - Poverina, siamo nelle mani di Dio. Era buio completo e le due infelici avevano fatto il sacrificio delle loro vite. Al cader della sera, esse udirono un rumore sordo: erano i colpi di piccone dei soldati che andavano a soccorrerle. Solamente allora, queste poverette, sepolte vive, sentirono rinascere la speranza. - Forza! Siamo qui, da questa parte. Per amor di Dio e della Vergine Maria, avanti! Verso le cinque del pomeriggio erano salve. I capelli della madre erano diventati tutti bianchi durante queste dodici ore. Le due mostravano la medaglia che ognuna portava al collo, dicendo:

- Ecco qui la salvezza e la vita!

RITORNO AL BENE

Un ragazzo che, ahimè, si era allontanato da Dio fin dall'infanzia aveva una madre molto devota e buona. Un giorno egli si ammalò gravemente. La morte si avvicinava rapidamente ma egli non voleva sentir parlare di Dio né di religione. Tutto ciò che la sua povera mamma tentava di fare per lui era invano. Lei prese allora una Medaglia Miracolosa e la mise nel letto del malato, senza che lui se ne accorgesse. All'improvviso, il ragazzo cominciò ad agitarsi molto e rivolto a sua madre le disse: - Cosa hai messo nel mio letto? Non riesco più a dormire. La madre tentava di calmarlo, senza comunque dire quello che aveva fatto. Costretta ad assentarsi per un po' lasciò solo il ragazzo che sebbene molto debilitato, sceso dal letto, scoprì la medaglia. Furente, prese l'immagine di Maria, si trascinò fino alla porta e gridò verso sua madre: - Io non ho bisogno di queste cose, io! La Vergine Santissima, trattata in questa maniera così indegna da questo povero infelice, ebbe, comunque, pietà di lui e, con un miracolo quasi inaudito di misericordia, lo fece mutare completamente. Egli chiese alla madre di cercare un sacerdote e quando questi venne, egli se confessò col più ardente pentimento. Il giorno successivo il giovane moriva serenamente, dopo aver ricevuto tutti i sacramenti della Chiesa. -

(Rivista Araldi del Vangelo, Novembre/2005, n.22, p. 32 – 35)

LA TESTIMONIANZA DI COME LA MEDAGLIA MIRACOLOSA HA SALVATO UN ATEO

La storia che racconto ha dell'incredibile e solo se uno ha Fede può crederci. Sono un'insegnante di scuola elementare, vivo in provincia di Frosinone, sono sposata e curo molto l'educazione religiosa ed umana dei miei figli. Anch'io ho ricevuto una ottima educazione religiosa e adesso comprendo meglio di allora quanto è importante pregare fin da bambini. Ai miei figli parlo molto di Gesù e della Madonna, trasmetto loro non tanto le mie convinzioni, ma ciò che il Signore e sua Madre oggettivamente sono, alla luce del Vangelo e di questi duemila anni di storia cristiana. I miei alunni mi vogliono molto bene, notano che io li amo veramente e che i miei rimproveri e le esortazioni vogliono solamente aiutarli. Tra le diverse pratiche devozionali, sono impegnata a diffondere a tutti quelli che incontro la Medaglia Miracolosa. Ho una Fede cieca sulla sua efficacia e potenza. D'altronde, la Madonna lo ha detto nell'apparizione nel 1830 a Santa Caterina Labouré: "Coloro che la porteranno al collo, riceveranno grandi Grazie". Per l'amore che nutro verso la Madonna e la convinzione sulla importanza della Medaglia, ogni mese compro 300 Medaglie Miracolose e le regalo a tutti coloro che incontro. Un giorno, uscendo da scuola, ho incontrato un conoscente che non vedevo da anni, un uomo impegnato in politica, di famiglia anticlericale. Un non credente che condannava sempre la Chiesa e quasi in ogni occasione trovava pretesti per diffamare i Sacerdoti. Lo ricordo diversi decenni fa non come una persona buona, aveva un grande culto della sua persona, si considerava il migliore in tutto. Ma Gesù è venuto ed è morto anche per lui, anzi, proprio lui Gesù vuole salvare. Era la pecorella smarrita. Incontrando questo amico, in un istante pensai che era inutile dare la Medaglia, era sprecata, ma subito dopo pensai dove fosse finita la mia Fede. Tenevo le Medaglie proprio per i peccatori. Ricordai l'incredibile conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne nella Chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma, proprio perché aveva ricevuto la Medaglia e la portava addosso. Così, dopo i convenevoli, presi con amore e tanta Fede la Medaglia da dare al mio amico. Lui guardò la Medaglia, poi guardò me stupito, come a domandarmi se veramente mi ero ricordata della sua irreligiosità. Con molto garbo mi disse che non poteva prenderla per il fatto che non crede a nulla, e la rifiutò. Io tirai fuori le mie convinzioni, la mia Fede la mostrai tutta davanti, fino al punto di dire: "Anche se tu non credi in Dio, perché rifiuti l'idea che questo Dio esiste, ti vuole bene e ti vuole salvare dall'inferno? Come puoi essere certo che Dio non esiste? Chi te lo ha detto e chi può affermare questo con certezza? ". Ascoltando le mie parole, i suoi occhi si illuminarono, rimase in silenzio, ma rispose che non poteva accettare la Medaglia. lo insistetti, invitandolo a prenderla `perché la Madonna ti vuole bene e ti vuole salvare dalla perdizione eterna. Perché ti spaventi di questa piccola Medaglia? ". Solo a queste parole la prese, senza dire nulla. Ma era solo per non dispiacermi. Non lo vidi per un certo tempo, quasi due mesi, prima che succedesse l'incredibile. Una mattina entro in classe e un bambino mi invita da parte per dirmi qualcosa. Queste le sue parole: "Maestra, questa notte ho fatto un sogno. Ho visto un uomo e mi ha detto di dirvi che si chiama Alberto e che ha ricevuto una Medaglia Miracolosa da lei e che lui subito non voleva accettarla, ma poi la prese. Tenendo la Medaglia addosso cominciò a sentire una attrazione per la Medaglia e recitò la preghiera che c'è scritta (O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te). Lui cominciò a recitare questa preghiera e a dire alla Madonna di pregare per lui. La settimana scorsa lui è morto e grazie alla Medaglia che aveva avuto da lei, non è andato all'inferno, ma si è salvato. Grazie alla Medaglia della Madonna. Mi ha detto di dire tutto questo a lei e che lui la ringrazia e prega dal Purgatorio per lei ". Non sapevo se gridare dalla gioia o svenire per terra per quanto era avvenuto. In un momento pensai a tutti coloro a cui avevo dato la Medaglia. Dove sono tutti loro? La Madonna li avrà allora salvati tutti! Ero pentita per non avere fatto un apostolato più forte con la Medaglia Miracolosa. Ora ne farò di più. Il bambino non conosceva né il mio amico e né l'episodio della Medaglia regalata a lui. Veramente la Madonna aveva salvato il mio amico e con il sogno lo aveva manifestato a me, affinché continuassi a diffondere questa santa e benedetta Medaglia Miracolosa. Scoprii ancora di più la potenza della Medaglia Miracolosa e adesso la diffondo con maggiore convinzione. È il mezzo di Grazie. La Madonna ci dona immense benedizioni e Grazie per mezzo di questa Medaglia! Diciamolo a tutti! Offriamo a tutti questa santa e benedetta Medaglia e facciamola portare addosso. È meglio conservare questi pochi soldi in banca o spenderli in cose inutili, oppure, comprare le Medaglie Miracolose per fare del bene e ricevere grandi Grazie anche voi dalla Madonna? Però mi chiedo: basta portare la Medaglia addosso? Non occorre avere Fede chi la riceve? Il fatto stesso che una persona accetta la Medaglia è già un consenso verso la Madonna? Come vorrei capire meglio tutto, ma a me basta avere la convinzione che la Madonna quale Regina di ogni essere umano, vuole salvare tutti, e coloro che tengono la Medaglia Miracolosa addosso e prestano Fede verso la Madonna, in un modo o in un altro, la Madre di Dio li salverà dalla perdizione. È vero che l'efficacia della Medaglia dipende dalla nostra Fede, dalla nostra preghiera e dai nostri sacrifici. Questa è la vittoria di Maria Santissima, l'anticipo del trionfo del suo Cuore Immacolato.

CONVERSIONE DEL GIOVANE RATISBONA

Nel 1842 una notizia diffusa dalla stampa corse ovunque, commosse tutta l’Europa ed ebbe una ripercussione mondiale. Il barone Teodoro de Bussières chiese al giovane Alfonso Tobia Ratisbona, fidanzato, ebreo di razza e di religione (ma che, in quanto alla fede confesserà: "Non credevo più neanche in Dio, ero un razionalista"), avvocato, amante dei divertimenti mondani, di portare la Medaglia Miracolosa e di recitare il "Ricordati", preghiera composta da San Bernardo. Il barone si mise subito a pregare intensamente per il suo amico. Ratisbona passando davanti alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte, a Roma, si sentì inaspettatamente chiamato ad entrare. Improvvisamente la Chiesa intera scomparve. In un grande fascio di luce gli apparve la Madonna uguale a come si vede sulla Medaglia Miracolosa. Ratisbona si inginocchia. La Madonna non gli dice nulla, ma lui comprende tutto: comprese l’errore e l’orrore dello stato in cui si trovava, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica. Il barone Bussières trovò Alfonso col volto rigato di pianto. Non riusciva a rispondere alle sue domande, ma aveva in mano la Medaglia Miracolosa e copriva di baci l’immagine della Vergine. Subito andò a confessarsi. In quello stesso anno si fece novizio gesuita, più tardi sacerdote col nome di padre Alfonso Maria Ratisbona. Morì in concetto di santità.

IN UNA MISSIONE

In un ospedale delle Missioni, a Macao, un povero pagano stava per morire. La sua missionaria aveva tentato più volte di avvicinarlo alla fede ma era sempre stata respinta a volte con ostilità. All’improvviso, visto che era ormai agli sgoccioli della sua vita, la sua decide di mettere una Medaglia Miracolosa tra il lenzuolo e il materasso e poi si mette a pregare intensamente il Santo Rosario, ripetendo al suo interno la preghiera della Medaglia Miracolosa. Alle 21,00 l’agonizzante apre gli occhi, la chiama e inaspettatamente le dice: "Sorella muoio. Battezzami". Tremante di commozione la suora prende un bicchiere d’acqua, ne versa qualche goccia sulla fronte del morente e pronuncia le parole sante che danno la grazia e la vita. "adesso non ho più paura di morire – mormora l’agonizzante – so dove vado". E spira baciando il Crocifisso.

CORPO INCORROTTO DI S. CATERINA LABOURE'

Santa Caterina morì il 31 dicembre 1876. Il 21 marzo 1933 (57 anni dopo) il suo corpo venne esumato e fu trovato incorrotto. Un medico schiuse le palpebre della Santa e indietreggiò carico di meraviglia: gli occhi azzurri di Santa Caterina che avevano contemplato la Madonna apparivano palpitanti di vita. Il 27 luglio 1947 Caterina Labouré fu proclamata santa. Oggi, qualunque fedele può venerare il corpo incorrotto della Santa, esposto nella Casa delle Figlie della Carità a Parigi. Papa Gregorio XVI aveva fatto affiggere l’immagine della Vergine della Medaglia nella sua Croce pettorale e la distribuiva alle persone che gli facevano visita. Il 7 dicembre 1838 approvò ufficialmente la Medaglia Miracolosa e dichiarò che il suo simbolismo era in perfetta sintonia con l’insegnamento della Chiesa circa la funzione di Maria come Mediatrice di grazia e il privilegio del suo Immacolato Concepimento. Papa Pio XII citò gli avvenimenti di Rue du Bac nell’Enciclica per il centenario di Lourdes (2/7/1957) e durante le sue udienze distribuiva le Medaglie Miracolose ai fedeli di tutto il mondo. - [Innamorati di Maria] -

 
 
 

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA: STORIA E DIFFUSIONE

Post n°2687 pubblicato il 25 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La missione affidata dalla Madonna a S. Caterina Labouré, di diffondere la Medaglia Miracolosa, non riguarda solo S. Caterina, ma riguarda anche noi. E noi dovremmo sentirci tutti onorati di far nostra questa stessa missione di Grazia. Quante anime generose si sono mosse con fervore instancabile per portare ovunque e donare a chiunque questo dono della Madonna! Pensiamo, anzitutto, a S. Caterina Labouré che si fece distributrice zelante della Medaglia per più di 40 anni ! Tra i vecchi e gli ammalati, tra i soldati e i bambini, là dove la Santa passava con il suo angelico sorriso, donando a ognuno la Medaglina. Persino sul letto di morte, poco prima dell'agonia, ella preparava ancora pacchetti di Medaglie da distribuire! La sua fede, speranza e carità, la sua preghiera e il suo candore di vergine consacrata rendevano tanto più feconda di Grazia ogni Medaglina che ella distribuiva per sanare, illuminare, aiutare, convertire tanti bisognosi. (Nella foto: L'altare delle apparizioni in Rue du Bac a Parigi, dove la Santa Vergine, indicandolo con la mano, disse a Suor Caterina:" Venite ai piedi di quest'altare; qui, le grazie saranno sparse, su tutte le persone, che le chiederanno con fede e fervore", in più, la cosa commovente è che la Santa Vergine ha trovato anche il tempo di sedersi sulla sedia lì posta, per incontrare e ascoltare Caterina.") Anche S. Teresa di Liseaux ... Un altro esempio gentile e luminoso è quello di Santa Teresina. Questa cara Santa, fin da fanciulla dovette intuire bene il valore della Medaglia miracolosa se si industriava davvero molto a distribuirla. Una volta, in casa sua, riuscì a far prendere la Medaglia a una domestica che non si comportava bene, facendosi promettere che l'avrebbe portata al collo fino alla morte. Un'altra volta, sempre a casa, mentre alcuni operai stavano lavorando, l'angelica Teresina prese delle Medagline e andò a metterle nelle tasche delle loro giacche appese... Le sante industrie di chi ama! Pensiamo al S. Curato d'Ars che, quando usciva per il paese, portava sempre le tasche gonfie di Medagliette e Crocifissi, e tornava sempre con le tasche sgonfie... Pensiamo al grande S. Giovanni Bosco che faceva portare la Medaglia al collo ai suoi ragazzi, e in occasione dello scoppio del colera assicurò che il colera non avrebbe contagiato nessuno di quelli che portavano la Medaglia. E fu proprio così. Pensiamo anche a S. Pio X, al B. Guanella, al B. Orione e a molti altri zelantissimi apostoli, così attenti a servirsi di ogni mezzo per far conoscere e amare la Madonna. Con tanto affetto si sono interessati di questa cara Medaglina! Un altro straordinario apostolo, il P. Pio da Pietralcina, non fu inferiore agli altri nella diffusione delle sante Medagline. Anzi! Ne teneva in cella e nelle tasche; ne distribuiva ai figli spirituali, ai penitenti, agli ospiti; le mandava in regalo a gruppi di persone; una volta ne mandò quindici a una famiglia composta di quindici persone, genitori e tredici figli. Alla sua morte, nelle tasche gli trovarono un mucchietto di quelle Medagline che egli donava con tanto zelo. Tutto serve a chi ama. Vogliamo farlo anche noi questo piccolo apostolato di amore alla Madonna?

S. Massimiliano Kolbe

Un modello gigante di apostolo dell'Immacolata e della Medaglia Miracolosa fu indubbiamente San Massimiliano Maria Kolbe. Egli potrebbe anche essere chiamato il Santo della Medaglia Miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell'Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia Miracolosa, che tutti i suoi membri hanno l'obbligo di portare indosso come distintivo. "La Medaglia Miracolosa -diceva il Santo- è il segno esteriore della consacrazione all'Immacolata ". "Medaglia Miracolosa deve costituire un mezzo di prim'ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia ". Il Santo diceva che le Medaglie Miracolose sono come i `proiettili ",le "munizioni", le "mine"; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. Una Medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di Grazia, una presenza di Grazia, una sorgente di Grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente. Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le Medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d'aspetto. "Bisogna distribuire la Medaglia Miracolosa ovunque è possibile ai fanciulli..., ai vecchi e, soprattutto, ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in Chiesa, che hanno paura della Confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle verità della Fede, sono immersi nel fango dell'immoralità...: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la Medaglia dell'Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporaneamente, pregare con fervore l'Immacolata per la loro conversione ". Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia Miracolosa. Così, quando egli si trovo nella necessità di procurare un terrene più ampio per costruire la Città dell'Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terrene adatto, per prima cosa vi butto delle Medagline Miracolose, poi vi portò e collocò une statuetta dell'Immacolata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d'incanto, alla fine, tutto si risolse cor la completa donazione de. terreno a San Massimiliano. Alla scuola di queste Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi muoverci armati di questi `proiettili ". L'Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all'attuazione d quella che era una vivissima speranza d San Massimiliano, e cioè che "col tempo non vi sarà un'anima che non indossi la Medaglia Miracolosa ". -

 

 
 
 

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA: STORIA

Post n°2686 pubblicato il 25 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La missione affidata dalla Madonna a S. Caterina Labouré, di diffondere la Medaglia Miracolosa, non riguarda solo S. Caterina, ma riguarda anche noi. E noi dovremmo sentirci tutti onorati di far nostra questa stessa missione di Grazia. Quante anime generose si sono mosse con fervore instancabile per portare ovunque e donare a chiunque questo dono della Madonna! Pensiamo, anzitutto, a S. Caterina Labouré che si fece distributrice zelante della Medaglia per più di 40 anni ! Tra i vecchi e gli ammalati, tra i soldati e i bambini, là dove la Santa passava con il suo angelico sorriso, donando a ognuno la Medaglina. Persino sul letto di morte, poco prima dell'agonia, ella preparava ancora pacchetti di Medaglie da distribuire! La sua fede, speranza e carità, la sua preghiera e il suo candore di vergine consacrata rendevano tanto più feconda di Grazia ogni Medaglina che ella distribuiva per sanare, illuminare, aiutare, convertire tanti bisognosi. (Nella foto: L'altare delle apparizioni in Rue du Bac a Parigi, dove la Santa Vergine, indicandolo con la mano, disse a Suor Caterina:" Venite ai piedi di quest'altare; qui, le grazie saranno sparse, su tutte le persone, che le chiederanno con fede e fervore", in più, la cosa commovente è che la Santa Vergine ha trovato anche il tempo di sedersi sulla sedia lì posta, per incontrare e ascoltare Caterina.") Anche S. Teresa di Liseaux ... Un altro esempio gentile e luminoso è quello di Santa Teresina. Questa cara Santa, fin da fanciulla dovette intuire bene il valore della Medaglia miracolosa se si industriava davvero molto a distribuirla. Una volta, in casa sua, riuscì a far prendere la Medaglia a una domestica che non si comportava bene, facendosi promettere che l'avrebbe portata al collo fino alla morte. Un'altra volta, sempre a casa, mentre alcuni operai stavano lavorando, l'angelica Teresina prese delle Medagline e andò a metterle nelle tasche delle loro giacche appese... Le sante industrie di chi ama! Pensiamo al S. Curato d'Ars che, quando usciva per il paese, portava sempre le tasche gonfie di Medagliette e Crocifissi, e tornava sempre con le tasche sgonfie... Pensiamo al grande S. Giovanni Bosco che faceva portare la Medaglia al collo ai suoi ragazzi, e in occasione dello scoppio del colera assicurò che il colera non avrebbe contagiato nessuno di quelli che portavano la Medaglia. E fu proprio così. Pensiamo anche a S. Pio X, al B. Guanella, al B. Orione e a molti altri zelantissimi apostoli, così attenti a servirsi di ogni mezzo per far conoscere e amare la Madonna. Con tanto affetto si sono interessati di questa cara Medaglina! Un altro straordinario apostolo, il P. Pio da Pietralcina, non fu inferiore agli altri nella diffusione delle sante Medagline. Anzi! Ne teneva in cella e nelle tasche; ne distribuiva ai figli spirituali, ai penitenti, agli ospiti; le mandava in regalo a gruppi di persone; una volta ne mandò quindici a una famiglia composta di quindici persone, genitori e tredici figli. Alla sua morte, nelle tasche gli trovarono un mucchietto di quelle Medagline che egli donava con tanto zelo. Tutto serve a chi ama. Vogliamo farlo anche noi questo piccolo apostolato di amore alla Madonna?

S. Massimiliano Kolbe

Un modello gigante di apostolo dell'Immacolata e della Medaglia Miracolosa fu indubbiamente San Massimiliano Maria Kolbe. Egli potrebbe anche essere chiamato il Santo della Medaglia Miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell'Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia Miracolosa, che tutti i suoi membri hanno l'obbligo di portare indosso come distintivo. "La Medaglia Miracolosa -diceva il Santo- è il segno esteriore della consacrazione all'Immacolata ". "Medaglia Miracolosa deve costituire un mezzo di prim'ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia ". Il Santo diceva che le Medaglie Miracolose sono come i `proiettili ",le "munizioni", le "mine"; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. Una Medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di Grazia, una presenza di Grazia, una sorgente di Grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente. Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le Medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d'aspetto. "Bisogna distribuire la Medaglia Miracolosa ovunque è possibile ai fanciulli..., ai vecchi e, soprattutto, ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in Chiesa, che hanno paura della Confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle verità della Fede, sono immersi nel fango dell'immoralità...: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la Medaglia dell'Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporaneamente, pregare con fervore l'Immacolata per la loro conversione ". Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia Miracolosa. Così, quando egli si trovo nella necessità di procurare un terrene più ampio per costruire la Città dell'Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terrene adatto, per prima cosa vi butto delle Medagline Miracolose, poi vi portò e collocò une statuetta dell'Immacolata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d'incanto, alla fine, tutto si risolse cor la completa donazione de. terreno a San Massimiliano. Alla scuola di queste Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi muoverci armati di questi `proiettili ". L'Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all'attuazione d quella che era una vivissima speranza d San Massimiliano, e cioè che "col tempo non vi sarà un'anima che non indossi la Medaglia Miracolosa ". -

 
 
 

IL LESBISMO E LA DESTABILIZZAZIONE DELLA SOCIETA’

Post n°2685 pubblicato il 25 Novembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Recentemente il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna si era espressa favorevolmente sulla proposta di legge contro l’omofobia, affidando il ruolo di relatore all’onorevole Paola Concia del PD, l’unica lesbica dichiarata nell’attuale parlamento italiano. Grazie all’azione di un eroico gruppo di cattolici parlamentari appartenenti a diversi partiti, la proposta di legge pro omosessuali non è passata. L’omosessualità femminile o lesbismo, termine coniato dall’isola greca dove si dice fosse ampiamente praticato dalle donne è attualmente un fenomeno sociale sotterraneo estremamente insidioso che se non adeguatamente osteggiato potrebbe determinare nei prossimi decenni dei mutamenti sociali di grande rilevanza che porterebbero l’Occidente ad un totale declino. Riguardo all’omosessualità femminile o lesbismo, indubbiamente essa è esistita in tutte le epoche storiche, sebbene in determinati periodi storici, come ad esempio il periodo imperiale romano, il numero delle lesbiche sia stato di gran lunga maggiore rispetto ad altri. Attualmente il lesbismo è un fenomeno sociale in gran parte sommerso che si serve di alcuni simboli come segni identificativi che appaiono su magliette, spillette, ciondoli o orecchini. Il simbolo più usato dalle lesbiche italiane è quello formato da due immagini di Venere che si incrociano. Altro simbolo è la lettera greca lambda e poi c’è il simbolo delle amazzoni rappresentato da un’ascia a doppio taglio. L’uso di tali simboli è anche un modo per farsi riconoscere dalle altre lesbiche, poiché pochissime persone oltre alle lesbiche sono in grado di riconoscere il significato di detti simboli. Secondo autorevoli autori l’aumento del lesbismo è collegato al femminismo e al neopaganesimo. Il femminismo ha funzionato da ideologia legittimante del lesbismo in quanto numerose omosessuali hanno ammesso di essere state influenzate nella loro scelta di orientamento sessuale dall’azione sociale e culturale del movimento femminista e quindi di essere divenute lesbiche prima intellettualmente e poi eroticamente. Inoltre è sintomatico il fatto che l’omosessualità femminile sia più frequente e pubblica in nazioni quali i Paesi Scandinavi o gli Stati uniti dove il femminismo è comparso in anticipo rispetto alle altre nazioni. Inoltre la corrente ideologica atea, neopagana e anticristiana fomenta la diffusione della omosessualità femminile come strumento di lotta ai valori della famiglia tradizionale. Il sito degli atei italiani dà in gran risalto alle news di affido a lesbiche perché ne fa uno strumento di battaglia contro la religione. Il lesbismo, come affermano autori dell’antichità come Livio, Giovenale, san Paolo, era frequentatissimo e non era affatto praticato in clandestinità ma alla luce del Sole. Nel paganesimo esistevano i riti dei " misteri femminili" che prevedevano relazioni sessuali lesbiche. Indubbiamente con la secolarizzazione vi è presso le masse l’indebolimento della visione cristiana del mondo e della morale cattolica che è sempre totalmente ostile alle relazioni omosessuali e questo neopaganesimo di conseguenza elimina molti ostacoli etici e religiosi che anche nel recente passato hanno frenato il diffondersi del lesbismo. Per quanto riguarda la posizione della Chiesa Cattolica nei riguardi dell’omosessualità essa è estremamente chiara e severa. Il magistero della Chiesa scaturisce da tre fonti: la Sacra Scrittura, la Tradizione e la legge naturale. Quanto alla Bibbia, la sua dottrina riguardo all’omosessualità è assai esplicita e non tollera interpretazioni ambigue. Qualcuno potrebbe obiettare che la bibbia sia una letteratura debitrice verso la mentalità prescientifica delle varie epoche in cui fu composta. Deve essere tuttavia rilevato che esiste un evidente coerenza all’interno delle Scritture per quanto riguarda il giudizio sul comportamento omosessuale. Una coerenza mantenuta dal Cattolicesimo in 2000 anni di storia. La Tradizione della Chiesa –e questa comprende non solo il magistero dei papi e dei vescovi, ma anche l’autorevole opinione dei Padri, dei Dottori e dei santi- è stata unanime nel condannare l’omosessualità come peccato gravissimo. Offro una velocissima carrellata di citazioni bibliche e di santi a tale riguardo. Nell’Antico Testamento il libro del Levitico afferma: "Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole"(18,22). San Paolo nella prima lettera ai corinzi dichiara: " Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il Regno di Dio"(1Cor.,6,9-10). Sant’Agostino attesta: "I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre"(Confessioni, c.III, p.8). San Giovanni Crisostomo ribadisce: " Non solo le passioni degli omosessuali sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche"(Homilia IV in Epistola Pauli ad Romanos). San Pier Damiano dice dell’omosessualità: "Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi"(Liber Gomorrahanus). Il sommo dei teologi cattolici san Tommaso d’Aquino senza equivoco attesta: " Nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della Natura"(Summa Teologica, II-II,q.154,a.12.). Santa Caterina da Siena riguardo agli omosessuali e alle loro pratiche erotiche immonde dichiara: "Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono"(Dialogo della Divina Provvidenza). Concludo la carrellata con san Bernardino da Siena che afferma senza mezzi termini: "Il peccato della sodomia maledetta è stato detestato sempre da tutti quelli che sono vissuti secondo Iddio"(Predica XXXIX). Ma anche a prescindere dalle fonti soprannaturali, secondo la stessa legge naturale il comportamento omosessuale è obbiettivamente disordinata, dal momento che priva l’atto sessuale dalla sua finalità essenziale e indispensabile che è la procreazione. La vera famiglia come istituzione fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna è uno di quei valori non negoziabili dei quali ha parlato tanto Benedetto XVI, cioè fondamentali nel deposito della fede, il cui abbandono implicherebbe l’apostasia. La Chiesa non può tacere, essa per obbligo di fedeltà alla sua missione divina, riguardo all’omosessualità deve dire che essa non è mai assolutamente lecita. Oggi moltissimi, di qualsiasi appartenenza politica o religiosa, la pensano come la Chiesa, hanno però paura di intervenire pubblicamente sulla problematica dell’omosessualità che non riguarda solo la sfera psicologica o morale ma il progresso o la decadenza di una intera società perché hanno paura di essere tacciati di omofobia. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963