ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 02/05/2010

RIDI E RILASSATI: DIO ESISTE. E PER FORTUNA NON SEI TU

Post n°3505 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Clonazione, etica dell’incesto o cannibalismo, aborto rapido, divorzio rapidissimo: e noi a rispondere con tanti discorsi come se si trattasse di cose degnissime, e così gli diamo dignità e scordiamo il punto centrale (di chi è la vita?) accapigliandoci sui dettagli (è meno peggio l’aborto con la RU o col bisturi?). Accettiamo di discutere su temi quali: “fare figli è razionale?” oppure “il neonato è una persona?” non capendo che la loquela è robusta, ma l’impostazione è a trabocchetto. Basta. Riprendiamoci l’ironia e soprattutto il riso come strumento dialettico. Perché il riso è un giudizio etico. Ridere è un nostro processo vitale, né più né meno che respirare o digerire un panino, è un’arma fortissima e spontanea che ci difende dall’automaticità della vita: scatta quando vediamo una scimmia che sembra un uomo o un uomo che si comporta da scimmia, quando vediamo un tale che cade e rimbalza come una palla da tennis o altrettanto impietosamente se vediamo un comico che si finge zoppicante o balbuziente o un attore che fa il malato e che inizia a ballare sul letto. Insomma: ogni risata è un’autodifesa dalla cosa più innaturale per l’uomo: sentirsi diventare una macchina.
E’ impietoso il riso, e lo frena solo la ragione se facciamo un respiro e riflettiamo che la il tipo che cade o il malato che ride non sono un film finto e plastificato ma gente in carne e ossa e acciacchi. Ma il riso pur impietoso è una difesa sociale: ci salva dalla ripetitività e dagli stereotipi: quando li vediamo gli facciamo uno scoppio di risa in faccia, senza volerlo, quando non ci blocca il pudore, e il riso prende per noi la voce e dice “non è così! Un uomo non è una macchina, non si muove come un robot, non parla dicendo le parole al rovescio, non cammina con i piedi per aria!”. Quest’impietosa difesa sociale ci salva dalla religione della perfezione: se il nostro intimo si ribella alla meccanicità, ci obbliga a riflettere su tutto il carico di meccanicità che introduciamo nella vita e nel profondo della vita con clonazioni, manipolazioni, accanite selezioni prenatali con tanto di “cerca e distruggi”, che vorrebbero un mondo di “perfetti”, scoprendo che la perfezione non solo non esiste, ma non è nemmeno desiderabile tanto che un mondo di perfetti tutti uguali sarebbe dal nostro profondo colpita e sbugiardata con una grassa risata.
La perfezione delle donne ridotte a copie implasticate di Barbie, quella dei tronisti pompati, la perfezione dei bambini accettati solo se bellini e bravi a scuola sono inaccettabili, dannose, perniciose, condannate non tanto dalla nostra mente, ma dalla nostra pancia con una risata, che solo una sovrastruttura di ragione (mal applicata) può bloccare, proprio come la ragione (ben applicata) blocca la risata quando può essere offensiva. E come si rifiutano le pesche più buone perché non sono “perfette”, così non si accetta il diverso, il disabile, in un mondo di famiglie di genitori-nonni con figli unici-perfetti viziati e ingrassati di regali e merendine per renderli ancor più perfetti. E così la vita umana manipolata come un pomodoro OGM desta una reazione di ironia: perché l’uomo non è così.
Ma se la nostra pancia, nostro secondo cervello viscerale, condanna ridendo gli stereotipi, capite finalmente che alle insidie di cui sopra che giorno dopo giorno mangiano la biodiversità, non sempre si deve rispondere con un’argomentazione iperlogica, ma come ci insegnano maestri illustri dal nome di Plauto, Molière, Goldoni, Shaw o Shore (e in campo cristiano Swift, Buzzati, Chesterton, Lewis), spesso una risata vale più di un’argomentazione; e anche Aristotele sarebbe stato di quest’avviso, insegnando che alle domande ovvie non merita rispondere sensatamente. Ma troppo ci siamo impegnati ad arzigogolare per dimostrare l’ovvio, tanto che l’abbiamo fatto diventare astruso.
Abbiamo perso la capacità di satira, e di ironia, ammettiamolo: ogni provocazione ci mette in difficoltà e ci fa sentire obbligati a prenderla sul serio: oggi si discetta se il cannibalismo è etico, mentre meriterebbe una battuta o un atto giudiziario. Certo, quando occorre c’è da essere approfonditi e acuti; ma noi ci prendiamo troppo sul serio e vogliamo curare tutto a parole, senza ricordare che anche il Creatore a volte è ironico: a chi aspettava un guerriero per scacciare i romani, ha mandato un Bambino, e ha schiacciato il demonio col dolce piede di una Ragazzina di 14 anni. Cosa c’è di più ironico? E’ un’ironia che ha fatto fiorire da Pier Paolo Pasolini ateo e comunista le più belle parole mai scritte contro l’aborto; d’altronde il senso religioso più puro non lo troviamo dove ce lo aspetteremmo (nei film “pii e apologetici” è scontato, dunque quasi stereotipato), ma ironicamente in “Simpson” e “dottor House”.
Perdere la capacità di ironia – di cui invece è ricco Benedetto XVI -, che caratterizzava san Tommaso, significa pensare di salvare il mondo con le parole invece che con la carità, e finiamo trascinati dall’avversario a giocare sul suo campo, che è il campo delle parole (che ci trascina sempre a parlare sull’ultimo “eccesso” di moda, per imbambolarci e farci dimenticare il precedente). Il riso invece è la meta-parola, che giudica più di una sentenza scritta, e che dobbiamo invocare con san Tommaso Moro: “Signore, dammi una buona digestione, e anche qualcosa da digerire. Dammi un’anima sana Signore, che non si avvilisca in lamentele e sospiri. Signore, dammi il senso dell’umorismo”. Non è il nostro argomentare che convince, né la nostra sapienza che salva: non siamo noi così importanti. Come si legge su qualche T-shirt: “Rilassati: Dio esiste. E per fortuna non sei tu”. -  Da un articolo del dottor Carlo Bellieni - Zenit -

 
 
 

IPAZIA LA "MARTIRE" USATA COME CLAVA CONTRO I CRISTIANI. IN BARBA ALLA STORIA

Post n°3504 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ricordate il film Le crociate di Ridley Scott? L'autore dichiarò di aver voluto fare un’opera contro tutti i fondamentalismi ma, guarda caso, nella trama solo i cristiani erano cattivi e infidi, mentre i musulmani erano buoni e generosi. Ora è il turno di Alejandro Amenábar, che - testuale - col suo film Agorà ha voluto denunciare, anche lui, i fondamentalismi. Ma, vedi un po’, anche qui i cattivi sono i cristiani. Naturalmente è vero che anche il cristianesimo ha avuto i suoi supporters a mano armata, ma Scott ha dovuto cercarli nel XII secolo e Amenábar nel V. Sì, perché a far problema oggi non è certo il cristianesimo, bensì altre religioni i cui fanatici la mano armata ce l’hanno ancora, e certi registi olandesi ne sanno qualcosa. Così, è più comodo «denunciare» chi non si difende, per cose avvenute mille e rotti anni fa, e pazienza se oggi non è certo la «scienza» ad essere perseguitata bensì il cristianesimo. Ipazia, scienziata bella e giovine, trucidata dai cristiani su ordine del vescovo Cirillo ad Alessandria nell’anno 415: questo il mito politicamente corretto. Intanto avvertiamo che prima di Voltaire (1736) Ipazia non se la filava nessuno; sono i philosophes a trarla dall’armadio dei secoli per metterla in quello degli «scheletri» della Chiesa. Nel secolo dei romantici Ipazia diventa la rappresentante del mondo pagano (visto come dorato e tollerante, dove si viveva in armonia con la natura e i suoi dèi) uccisa dal fanatismo monoteista. Nel Novecento eccola proto-femminista contro la «misoginia» cattolica. La verità? Innanzitutto, della sua beltà niente sappiamo: aveva sui sessant’anni quando morì. Scienziata? Suo padre, Teone, si dava da fare coi misteri ermetici e orfici. Lei era neoplatonica e la sua «scuola» era in realtà un cenacolo ristretto in cui si insegnavano «misteri» da non divulgare ai «profani» (infatti, non rimane alcuna sua opera, quel poco che si sa lo si deve ai discepoli). Come neoplatonica era molto vicina al cristianesimo di cui apprezzava le virtù stoiche, tant’è che Sinesio di Cirene, suo alunno e ammiratore, finì vescovo. Come quel Cirillo (santo e Padre della Chiesa) che, secondo alcuni, avrebbe ordinato il linciaggio di Ipazia per odio al paganesimo, alle donne e alla scienza. Macché. Cirillo non temeva affatto i pagani, ormai innocua minoranza, bensì gli eretici (cristiani), che non cessava di contrastare. Suo antagonista politico era il governatore (cristiano) Oreste, il quale, da buon funzionario bizantino e, dunque, cesaropapista, riteneva che la Chiesa dovesse essere sottomessa alla Stato. Il contrasto (ripetiamo: politico) tra i due aveva creato in città partiti contrapposti, fazioni politiche che nell’età bizantina erano la regola. Ebbene, in Alessandria tutti sapevano che eminenza grigia di Oreste era la vecchia Ipazia. Nel partito favorevole a Cirillo c’era un gruppo che il santo a stento riusciva a tenere a bada, i famigerati «parabolani», così chiamati dal nome dei gladiatori contra leones aboliti molto tempo prima da Teodosio. Si aggiunga che nella testa del popolino - e nelle dicerie - gli insegnamenti misterici di Ipazia, di cui nulla trapelava, erano diventati chissà quali pratiche di magia nera. Finì che la lettiga con cui gli schiavi portavano Ipazia a spasso venne assalita e lei linciata. Cirillo e Oreste, che non pensavano che le cose sarebbero trascese a tal punto, rimasero così impressionati da affrettarsi a far pace. Oreste, cui l’ordine pubblico era sfuggito di mano, lasciò la città. Rimase san Cirillo con la patata bollente in mano. Morale: se qualcuno si scandalizza del fanatismo di certi cristiani d'antan ricordi che anche Robespierre, Hitler e Stalin erano battezzati cristiani. Hitler era addirittura cattolico. - Rino Cammilleri - Pontifex -

 
 
 

MARIA: UNA DONNA DI PERIFERIA

Post n°3503 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una donna come amministratrice delegata del mondo del lavoro: perchè quando l'ingegno umano fallisce, solo un genio femminile può salvare la storia dal baratro della disperazione. Tra le tute da lavoro ieri campeggiava il tricolore del sindaco, la faccia dell'onorevole e la tonaca del monsignore: a rappresentanza di canti gregoriani, catene di montaggio e mozioni di legge sulle riforme da attuare. E poi c'erano loro, il popolo dei lavoratori mai come in questo momento piegato dalla malinconia di un impiego da recuperare: ma nessuno di loro poteva vantare la lampada di Aladino in mano. Cosicchè, giunti a casa, rimanevano altre tappe della via crucis da percorrere prima di festeggiare la risurrezione di un mestiere e di una dignità ritrovata. Fino a qui la prospettiva dell'uomo. Che un giorno, forse, scoprirà di non essere Dio.
Per uno strano scherzo dell'Altissimo, il primo maggio è anche il primo giorno di un mese tutto dedicato ad un'indomita lavoratrice, donna Maria di Nazareth: operaia del cielo, mestierante sulla terra, una vita di "straordinarie" spese per organizzare la speranza nel cuore dell'umanità. I lavoratori e la donna di Nazareth: perchè se il popolo con la tuta da lavoro si lamenta di non essere al centro delle attenzioni dei potenti, Maria si mostra bella e avvincente perchè la sua storia è la storia di una donna "di periferia". Era donna di Palestina: piccola provincia periferica dell'impero romano. Donna di Galilea: la regione ai margini d'Israele. Quasi Siria, quasi Libano, quasi eretica. Donna di Nazareth: paese mai nominato nella Bibbia. Senza storia, senza ricordi, senza futuro. Donna in una città di uomini. Donna giovane: ma il popolo era comandato dagli anziani. Ragazza analfabeta: in una religione fondata sulla Parola. Donna incinta: prima di vivere assieme con uomo. Donna di periferia: la bellezza del deriso. Nel Vangelo parla quattro volte. Di Maria si racconta pochissimo: Matteo, che con Luca ne parla più a lungo, le dedica 17/1068 versetti. E' una sorpresa: di suo dice solo una manciata di frasi eppure il mondo s'è aggrappato al suo coraggio! Conosco molti che non pregano suo Figlio e sono innamorati di Lei, a Lei fanno di nascosto propositi grotteschi e disperati. Ho intravisto sul collo di prostitute e di furfanti la medaglia con la sua immagine, sulla pelle di bestemmiatori da trivio tatuata la sua figura a mani giunte. Ho udito milioni di volte il suo nome sulla bocca di tutti gli uomini e di tutte le donne che conosco: per ira, per stizza, per sorpresa, per una buona o cattiva notizia, per uno che cadeva e poteva essersi fatto male, per una morte o per un nonnulla. Sempre e solo il suo nome, Maria.
Non sarà certo la devozione - seppur ad una donna di così simile statura e potenza - a cancellare la disoccupazione e riallacciare gli stipendi perduti: la fede non toglie la fatica del vivere umano. Ma potrà forse insegnare all'uomo errante che la paura che alberga nel suo cuore necessita di sperare in un mondo che sappia organizzare la sua storia con eleganza e giustizia. Per scoprire - magari in calce ad una sera in cui le mani odorano di dash o dell'olio d'officina - che la nostra esistenza non è così banale come noi pensiamo. Ma profuma di un senso che, dispiegandosi, mostra all'uomo lavoratore il volto di una Donna misteriosamente temuta, pregata e venerata nei quattro angoli del pianeta: per quell'orgoglio tutto celeste d'essere stata donna di periferia. - don Marco Pozza -
sullastradadiemmaus -

 
 
 

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE A MIRJANA 2 MAGGIO 2010:

Post n°3502 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
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“Cari figli, oggi il vostro Padre buono attraverso di me vi invita affinché con l’anima colma d’amore vi incamminiate nel cammino spirituale. Cari figli, riempitevi di grazia, pentitevi sinceramente per i peccati e bramate il bene. Bramate anche a nome di coloro che non hanno conosciuto la perfezione del bene. Sarete più cari a Dio. Vi ringrazio”.

 
 
 

CHOC IN RUSSIA: 100MILA BIMBI VITTIME DI ABUSI

Post n°3501 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
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Lo scorso anno, nel Paese, circa 100mila bambini sono stati vittime di abusi e 2. 000 sono morti a causa di violenze e maltrattamenti, mentre si contano ancora circa 700.000 bimbi abbandonati e senza tutela, un numero superiore a quello della Seconda Guerra mondiale...

Mosca si indigna per i recenti casi di bambini russi adottati negli Usa e poi morti o restituiti, tanto da congelare gli accordi bilaterali per le adozioni. Ma lo scorso anno, nel Paese, circa 100mila bambini sono stati vittime di abusi e 2. 000 sono morti a causa di violenze e maltrattamenti, mentre si contano ancora circa 700.000 bimbi abbandonati e senza tutela, un numero superiore a quello della Seconda Guerra mondiale. Sembra un bollettino di guerra quello reso noto oggi dall’ombudsman per i diritti dei bambini Pavel Astakhov. In media, ogni giorno muoiono 5­6 minori e 10-15 riportano lesioni. Ma secondo fonti non ufficiali, il bilancio sarebbe ben più pesante: nei giorni scorsi il quotidiano “Trud” aveva evocato la cifra di due milioni di bambini vittime di violenze familiari. Ad aggravare la situazione, la recente rivelazione di Ielena Misulina, presidente della commissione parlamentare per i problemi della famiglia: negli ultimi due anni circa 30mila bambini adottati sono stati restituiti agli orfanotrofi, istituzioni che in Russia, più forse che in altri Paesi, lasciano il segno. Nella maggior parte dei casi a subire le violenze fisiche e psicologiche sono i figli di famiglie disagiate e con problemi di alcolismo o droga.
Anche il leader del Cremlino Dmitrij Medvedev ha chiesto più volte di migliorare la legge sui diritti fondamentali dei bambini e ha proposto di inasprire le pene per i reati contro i minori, dal mancato adempimento degli obblighi di educazione ai reati più gravi.
Secondo dati ufficiali, oltre 10mila bambini sono ricercati dopo essere scomparsi o fuggiti. Si tratta di giovani che spesso finiscono, nelle grandi periferie di Mosca o San Pietroburgo, nelle file delle bande spesso al soldo della criminalità organizzata che li utilizza per lo spazio o per le estorsioni. In Russia vi sono circa 28 milioni di bambini, su una popolazione complessiva di circa 142 milioni di persone. Di essi, circa 2 milioni sono analfabeti.

«Orfani» con i genitori e figli della nuova Russia

Per quanto possa sembrare strano, nella Russia di oggi sono registrati come orfani “ufficiali” più bambini che durante la Seconda guerra mondiale: attualmente essi sono 697.000 e allora, quando infuriava la distruzione, negli anni ’40, erano 678.000. Ma due terzi degli attuali «orfani» sono in realtà «orfani sociali», vale a dire i loro genitori sono ancora vivi. Lo ha dichiarato alla Duma Elena Mizulina, presidente della commissione parlamentare per la famiglia, le donne e i bambini.
Come si spiega questo paradosso? Due anni fa il Parlamento approvò una legge sull’assistenza agli orfani, e da allora «di quasi due volte è aumentato il numero delle restituzioni di orfani dalle famiglie adottive agli orfanotrofi». «Gli esperti – ha detto Mizulina – ritengono che ciò rappresenti uno schiaffo umanitario contro i bambini: prima i loro genitori biologici li hanno rifiutati, e poi anche quelli adottivi». Secondo la deputata, negli ultimi due anni sono stati restituiti agli orfanotrofi circa 30.000 bambini adottati.
Questa situazione si è creata perché nessuno si prende cura dei genitori adottivi, non offre loro varie forme di assistenza, afferma Elena Mizulina. Inoltre, a suo parere, le tendenze negative sono in gran parte provocate dalla «commercializzazione stessa del processo di adozione degli orfani». «Molti – afferma la deputata – adottano dei figli per ottenere beni materiali che poi in realtà non arrivano, per cui i genitori adottivi si vedono incentivati a restituire i bambini, senza preoccuparsi dei danni psicologici che infliggono loro».
Una situazione dovuta al degrado sociale delle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, dove molta gente, nelle periferie, ma non solo, vive ancora nelle “khrushchoby” (le “baracche di Khrusciov”), i casermoni costruiti in fretta negli anni ’60 del secolo scorso, oggi spesso fatiscenti o insufficientemente restaurati, a fronte dei nuovi condomini che sorgono in città o nei dintorni più attraenti (come la Rubljovka a Mosca per i “New Russians” e gli oligarchi). Una tale situazione riguardante l’abuso nel settore delle adozioni, si intreccia con dati ancora più drammatici che vengono denunciati, ma con scarso successo, da vari esponenti del mondo politico e dell’assistenza umanitaria.
Sono stati citati i dati forniti nei giorni scorsi alla radio Ekho Moskvy dal commissario per i diritti dell’infanzia Pavel Astakhov, il quale ha richiamato cifre che in sé non sono nuove, ma vengono per vari motivi quasi ignorate dai responsabili. Astakhov ha ricordato che nell’ultimo anno ben 100.000 e più bambini sono stati vittime di violenze da parte di adulti. «Noi – ha detto il commissario – ogni anno perdiamo circa 2.000 bambini che vengono uccisi (spesso in episodi legati alla criminalità organizzata, ndr) e circa 6.000 che vengono adottati fuori dalla Russia». Astakhov ha proposto che nel Paese venga riorganizzato e umanizzato il sistema di mantenimento e istruzione negli internati per i bambini che hanno problemi sociali in famiglia. «Gli internati – ha lamentato il commissario – sono una forma di istituto molto chiusa, bisogna riorganizzarli, trasformarli in case-famiglia per bambini, costruite secondo il principio delle piccole famiglie. La riorganizzazione degli internati – ha aggiunto – è un nostro dovere per i bambini che vivono sotto la protezione dello Stato». E poi c’è il problema dei bambini che scappano di casa e semplicemente scompaiono. «Spariscono e non  si trovano più – ammette Astakhov. E ogni anno il loro numero aumenta. Sommando i casi degli ultimi anni arriviamo a circa 600 minori spariti nel nulla. Non dobbiamo dire che sono pochi: è una cifra enorme». - Avvenire - Fattisentire -

 
 
 

IMPORTANTE LA VISITA DEL PAPA ALLA SINDONE, PREGHERA' DAVANTI AL VOLTO DI DIO

Post n°3500 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Papa Benedetto XVI pellegrino alla Sindone nell' anno della sua ostensione. Una tappa importante e significativa, da non sottovalutare. Ne parliamo con Saverio Gaeta, apprezzato giornalista e caporedattore di Famiglia Cristiana. Gaeta, che messaggio si aspetta dal Papa?: " certamente un invito alla speranza davanti al volto glorioso di Dio. Il Papa sosterrà in preghiera. Non credo che arrivi a parlare di reliquia, ma certamente affermerà che quella di Torino é comunque una presenza significativa. E la Sindone, comunque sia valutata, ci richiama al valore e al senso del volto di Cristo, per altro già presente a Manoppello, tappa che il Papa con grande venerazione, ha voluto visitare in preghiera". Insomma, dal Papa una testimonianza: " certamente il Papa, in qesto cammino che di fatto segna la metà dell' anno della ostensione, ha voluto anche fisicamente dedicare la sua preghiera e presenza altamente significative, alla Sidone. Non ci aspettiamo parole rivoluzionarie e su questo punto ritengo che prevarrà una saggia linea di prudenza, ma la Sindone ci richiama tutti al messaggio di Cristo e alla sua resurrezione in corpo e anima". Qualche stravagante  teologo arriva persino a negarla: " penso che sia oppurtuno parlare di cose serie e di non correre dietro a stravaganze dette solo per il desiderio di essere notati. Di cose strane se ne vedono e sentono ogni giorno e non mi meraviglio più di nulla. Meglio ignorare". La visita del Papa giunge dopo che la Santa Sede ha pubblicato dati confortanti in genere sulla presenza cattolica nel mondo. I cattolici sono in crescita:" da un punto di vista statistico questo é un buon segno, ma non garantisce sulla effettività e qualità della fede". In che senso?: " non penso sia sufficiente valutare il numero di battesimi o della presenza alle messe. Talvolta ci si battezza solo per rispettare la tradizione e quei bambini battezzati tornaranno alla Chiesa solo per la comunione, la cresima e se gli viene in testa, il matrimonio. Sarebbe giusto fare un esame anche sulla qualità della nostra fede, ma questa statistica mi pare improbabile". Crescono Asia ed Africa: " una cosa molto pisitiva, dimostra che il lavoro missionario ha saputo realizzare, almeno per ora, i suoi scopi". Un segno meno per l' Europa: " la grande malata della fede, e il Papa giustamente dedica molta attenzione pastorale al vecchio continente. L' Europa si é addormentata e non solo seduta, ha bisogno di un scossone. Basti considerare che dal 68 circa non crescono più movimenti a parte quello di Chiara Amirante, un cattivo segno. Bisogna invertire la rotta. Spero che cambi la tendenza a cominciare magari dalla Francia". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

VIVIAMO MAGGIO CON MARIA : MEDIATRICE DI GRAZIE - 2 MAGGIO -

Post n°3499 pubblicato il 02 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Anche noi, sia pure in misura ben diversa, partecipia­mo alla mediazione di Cristo presso il Padre, con la nostra preghiera e con la santità della vita. Tuttavia, Maria par­tecipa a questa mediazione di Cristo, con una pienezza tale da non ammettere paragone con nessun' altra creatu­ra: "La mediazione di Maria è strettamente legata alla sua maternità divina, possiede un carattere specificamente materno, che la distingue da quello delle altre creature". Maria è talmente unita e conforme ai sentimenti del Cri­sto che nessun aspetto della sua mediazione presso il Padre, a nostro favore, è estraneo alla sua comprensione di Madre.
 Nella comunicazione delle grazie, Maria interviene in piena solidarietà con il Figlio: Ella desidera ciò che il Figlio desidera, vuole ciò che il Figlio vuole, compie ciò che il Figlio compie. Maria ci è stata data come Madre mediatrice di grazie, non perché Dio sia da noi lontano e inaccessibile, ma perché possiamo comprendere quanto ci è vicino e accessibile nella figura materna di Maria.
   La Madonna, nella sua opera di mediazione, insie­me al Figlio, ci aiuta a sentire Dio più vicino, ci muove ad avvicinarci a Lui con maggior fiducia, ci spinge a vi­vere la nostra adozione a figli di Dio, conformando la no­stra vita al modello esemplare, che è Cristo, modello da invocare e da imitare, se vogliamo un giorno essere ere­di della sua stessa gloria nella casa del Padre.
Fioretto: Non solo nei momenti di disperazione o di do­lore, ma in ogni evento della mia vita chiederò l’aiuto e la protezione alla Madre di Dio.
Giaculatoria: Gesù, Giuseppe e Maria siate la salvez­za dell’anima mia.

Dalla rivista mensile religiosa “PAPA GIOVANNI” n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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