ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 04/05/2010

DEMENZIALE: IN GRAN BRETAGNA INVITANO IL PAPA PER FAR BENEDIRE COPPIA OMOSSESSUALE E UNA CLINICA ABORTIVA...

Post n°3514 pubblicato il 04 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La diplomazia britannica ha sempre preteso di insegnare al mondo le virtù della prudenza, del rispetto e della mediazione. La rigida etichetta, gli accurati cerimoniali, i ferrei protocolli dell’ars diplomatica d’oltremanica hanno sempre rappresentato un faro per l’umanità civilizzata. Non è un caso che proprio nel Regno Unito, infatti, sia stata scritta la Satow’s Diplomatic Practice, la bibbia della diplomazia, un testo che continua a guidare, dopo quasi cento anni, le feluche internazionali. La British diplomacy era una di quelle cose per cui i sudditi di Sua Maestà andavano fieri. Come l’invenzione del parlamento, la Magna Carta o l’arte di servire il tè. E’ per questa ragione che appare ancora più triste l’inaudita gaffe in cui è inciampato il Foreign Office rispetto alla prossima visita papale nel Regno Unito. Quattro giovani funzionari di quella che un tempo era un’istituzione seria – il ministero degli esteri britannico – hanno redatto una nota dal titolo «The ideal visit would see», in cui sono state indicate le attività che il Sommo Pontefice avrebbe dovuto svolgere durante la visita. Tra queste veniva espressamente suggerita la proposta che Benedetto XVI «benedicesse una coppia omosessuale legata da una civil partnership (unione registrata molto simile al matrimonio)», «inaugurasse una clinica abortiva», «lanciasse una nuova marca di preservativi dal nome “Benedict”», «facesse capriole con bambini per promuovere una vita sana», «soggiornasse una notte in una casa popolare a Bradford», ed altre insolenze del genere. Non ultimo, che chiedesse pure «scusa per la tentata invasione della Invincibile Armata» e che «si esibisse in un duetto con la Regina per beneficenza». Queste idee sono emerse a seguito di un brainstorming tra i quattro funzionari ministeriali durato ore, anche se la spremuta dei cervelli non ha dimostrato proprio un’abbondanza di materia grigia, visto che l’imbarazzatissimo Foreign Office è stato costretto a definire la nota un «foolish document», un documento idiota.
Il fatto grave è che, nonostante le vive proteste della Santa Sede (arrivate al punto di minacciare l’annullamento della visita papale), nei confronti di quei quattro funzionari non è stato emesso nessun provvedimento disciplinare, mentre il dirigente responsabile, che ha autorizzato la diffusione della nota, è stato semplicemente destinato ad altro incarico, avendo evidentemente dimostrato poca attitudine ed idoneità nel delicato compito di accudire gli imbecilli. La blanda reazione del Foreign Office nei confronti di quegli improvvidi dipendenti rende evidente quanto siano tenuti in considerazione nelle sfere della haute bureaucratie britannica gli insegnamenti della Chiesa cattolica, e dimostra, anzi, la presenza di un vero e proprio preconcetto contro ogni forma di fede religiosa. Il danno peggiore in termini di immagine, però, è di aver trasmesso l’idea che il Papa, a cinque mesi dalla visita ufficiale, possa essere considerato come un “buffo signore”, che chiunque è legittimato a prendere tranquillamente in giro. La vicenda della nota demenziale, lungi dal poter essere archiviata come una goliardata finita male, induce a qualche riflessione. E’ chiaro, innanzitutto, come l’orgia del politically correct, che raggiunge il suo apice nel feroce pregiudizio anticristiano, abbia ormai pervaso anche la nuova generazione dell’elite e della classe dirigente britannica. Melanie Phillips, intelligente giornalista vincitrice del premio Orwell, a proposito della nota del Foreign Office ha parlato di un vero e proprio «collasso culturale, educativo, morale che caratterizza la pubblica amministrazione sempre più popolata da giovani funzionari “callow, shallow and politically correct to a fault”», incredibilmente immaturi, superficiali e politicamente correttissimi. «Tali individui», secondo la Phillips, «hanno una visione del mondo per cui le minoranze devono essere sempre assiomaticamente rispettate, mentre i cristiani si possono tranquillamente trattare con sprezzante sufficienza». E’ facile, del resto, avere la controprova. Qualcuno riesce ad immaginabile che cosa sarebbe successo se il contenuto offensivo della nota del Foreign Office avesse riguardato credenti musulmani, indù, ebrei o di altre minoranze del Terzo Mondo? Non ci vuole molta immaginazione. Sempre Melanie Phillips ha evidenziato quanto appaia «impressionante vedere come coloro che si vantano di essere le menti più liberali, colte e illuminate del Paese, siano in realtà del tutto gretti e affetti da una forma perniciosa di illiberalità, oltre che da una totale assenza di rispetto per le opinioni altrui, soprattutto per quelle che fanno riferimento alle principali fedi religiose della tradizione europea». Lo scivolone della nota del Foreign Office ha fatto pure crollare un altro mito britannico, quello delle “good manners”, della buona creanza e delle regole di una perfetta educazione, che dai tempi della regina Vittoria gli inglesi hanno preteso di insegnare al mondo. Da Roma hanno fatto giustamente notare che non è stata Sua Santità a voler visitare il Regno Unito ma il contrario: Benedetto XVI è stato, infatti, caldamente invitato dal governo britannico a mettere piede in quel Paese. E normalmente la buona educazione impone un certo riguardo per gli ospiti che si invitano.
Voglio concludere citando le parole che Sir Ivor Roberts, ex ambasciatore britannico in Italia e curatore dell’ultima edizione del Satow’s Diplomatic Practice, ha pronunciato a proposito di questa squallida vicenda: «Buon Dio, quello che è accaduto è molto triste e frutto di un inconcepibile comportamento puerile. E’ davvero deprimente ed imbarazzante pensare che la diplomazia sia scesa a livelli così infimi. Spero almeno che i responsabili riescano ancora a percepire il senso di profonda vergogna per quello che hanno combinato». Purtroppo Sir Ivor appartiene ad una generazione che si sta estinguendo e che è destinata a lasciare il passo ai rampanti giovani liberal del terzo millennio. Per essi la vergogna è un sentimento sconosciuto. Appartiene al secolo scorso e, soprattutto, non è politically correct. - Gianfranco Amato - culturacattolica -

 
 
 

CINA: CHAI LING, EX LEADER DI PIAZZA TIANNAMEN E' DIVENUTA CRISTIANA

Post n°3513 pubblicato il 04 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La sua conversione dovuta all’impotenza nel cambiare la Cina e al dolore per gli aborti forzati che avvengono nel suo Paese con la legge del figlio unico "cento volte più violenta del massacro di Tiananmen". L’invito ai leader cinesi di pentirsi e a scoprire il perdono di Dio. Chai Ling, l’unica donna leader di piazza Tiannamen nell’89, si è fatta battezzare il 4 aprile scorso. Aveva domandato di essere cristiana nel dicembre 2009.

Il giorno del suo battesimo ella ha spiegato il motivo che l’ha portata alla fede cristiana: la sua impotenza a cambiare la Cina e il dolore a vedere tanta violenza nel suo Paese, non solo nel campo dei diritti umani e della democrazia, ma soprattutto per gli aborti forzati causati dalla legge del figlio unico, che lei definisce "un massacro di Tiananmen quotidiano, cento volte superiore e fatto alla luce del giorno". La sua testimonianza è stata pubblicata integralmente sul sito di ChinaAid, dove racconta pure di tutti gli incontri e gli amici che l’hanno aiutata ad accogliere il cristianesimo. Chai Ling è nata durante la Rivoluzione culturale da una coppia di soldati dell’esercito per la liberazione del Popolo, in una base militare del nord-est della Cina. Durante le manifestazioni di Tianamen nel maggio-giugno 1989, Chai Ling, 23enne, era studente di psicologia all’Università Normale di Pechino (Beishida). È stata l’unica donna leader del gruppo, che ha previsto con grande tristezza la fine tragica del movimento democratico ("Ci sarà un bagno di sangue", aveva detto in un’intervista giorni prima del fatidico 4 giugno). Insieme ad altri 11 studenti aveva espresso il giuramento di versare il suo sangue per la patria, sul modello degli eroi-martiri cinesi del passato che si suicidavano per risvegliare il loro popolo. Dopo il massacro, Chai Ling è divenuta una dei 21 più ricercati dalla polizia cinese. Grazie all’aiuto di un gruppo di buddisti e di personalità di Hong Kong, dopo un periodo di vita nascosta, è riuscita a fuggire prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Stabilitasi a Boston, si è laureata ad Harvard in economia e con il marito Robert Maggin jr hanno dato vita a una compagnia di software che impiega quasi 300 persone. Non ha mai dimenticato il suo giuramento e ha sempre usato parte dei loro profitti per aiutare orfanotrofi e organizzazioni per i diritti umani in Cina. La scoperta di essere controllata dai servizi segreti cinesi, le loro minacce e le difficoltà del movimento democratico all’estero la rendono senza speranza. "Pur con tutte le battaglie e i successi – dice – ho capito quanto io fossi piccola se paragonata alla forza di un intero regime. Come potrei io, un umile individuo andare contro un intero regime con enormi risorse e una rete diffusa?". Nel novembre 2009, ascolta a Washington la testimonianza di Wujian, una donna cinese costretta ad abortire perché rimasta incinta senza il permesso dei responsabili dell’ufficio per il controllo della popolazione. "Quel momento – racconta – ha riportato alla memoria tutta l’impotenza e il dolore che abbiamo provato la notte del massacro del 4 giugno. Quella notte è stata così brutale, e non avevamo la forza di fermarla, e nemmeno il resto del mondo ha potuto fermarla. La storia di Wujian è solo uno dei 10 mila casi che sono accaduti in una singola contea in Cina nel 2005. Nei 30 anni passati, circa 400 milioni di vite sono state stroncate in Cina con l’aborto; molti sotto forma di crudeli e disumane operazioni, terminate con la morte dei bambini, ma anche con il terribile trauma e danno delle madri che sono sopravvissute…Nessuno potrà dimenticare il massacro di Tiananmen del 1989, anche se ormai sono passati più di 20 anni. Ma pochi di noi hanno compreso che queste parole: Politica-del-figlio-unico" sono un ordine di marcia per una brutalità cento volte superiore al massacro di Tiananmen, che accade alla luce del giorno, ripetuto ogni singola giornata". Alla domanda su "chi può fermare tutto ciò?", Chai Ling risponde per la prima volta con la fede in Dio: "Solo Dio può fermare questa brutalità". Occorre ricordare che Chai Ling non ha avuto alcuna educazione religiosa: "[In Cina] – racconta - non ci era permesso credere in Dio. Per i leader ‘Dio’ era una cosa cattiva che i capitalisti usavano per il lavaggio del cervello del popolo. Come risultato, perfino l’amore di Dio era visto come una cosa che faceva paura. La società era piena di odio, sfiducia, paura". Aiutata dal marito, cristiano protestante, e da alcuni amici e amiche che lavorano come volontari contro l’aborto, Chai Ling chiede di diventare cristiana il 4 dicembre 2009. Lo scorso 4 aprile ha ricevuto il battesimo. La fede nella resurrezione di Gesù la rende ora più sicura e più certa "della vittoria di Dio" anche in mezzo a tante tribolazioni. Nella sua testimonianza Chai Ling ha parole di misericordia anche per i leader cinesi, responsabili del massacro e della politica attuale: "Il perdono di Dio è così pieno; perfino uno dei due ladroni, che è stato crocifisso con Lui, dopo che si è pentito per i suoi peccati, Cristo gli ha promesso di portarlo con sé in cielo. Se i leader della Cina potessero almeno ascoltare questo [annuncio], non importa quello che hanno fatto o commesso, se solo si pentissero, potrebbero ricevere lo stesso amore e perdono che tutti riceviamo. Quale grande dono riceverebbero? La libertà per se e per la Cina!". La conversione di Chai Ling è l’ultima di una serie da parte di diversi leader di Tiananmen. Dopo aver lottato per le idee di uguaglianza e democrazia, grazie al rapporto col mondo occidentale o con missionari in Cina hanno scoperto che il loro impegno per i diritti umani è ragionevole solo se fondato su una base cristiana. "Quando abbiamo pensato a far nascere un movimento democratico – dice Chai Ling – gridavamo che tutti gli uomini nascono uguali. Ora so e posso dire con tutta la fiducia il perché: Dio li ha creati uguali, a immagine di Lui". - AsiaNews -

 
 
 

PREGARE FA BENE ALLA SALUTE

Post n°3512 pubblicato il 04 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Pregare fa bene alla salute. Non è un dogma, ma semplicemente un’esperienza mia e credo di molti altri. Da pochi giorni è iniziato il mese di maggio, nella tradizione cattolica dedicato alla Madonna. Fin dai nostri primi anni tutti noi credenti siamo imbevuti della devozione a Maria, la nostra fede in Cristo è strettamente congiunta alla devozione mariana, Cristo richiama Maria e Maria ci rimanda a Cristo. Uno dei più bei ricordi che ho conservato dei cinque anni trascorsi nel Seminario diocesano di Moncrivello (Vercelli) per il ginnasio (1940-1945) è l’appuntamento serale alla Grotta di Lourdes al fondo del grande orto e cortile. Dopo la cena e la ricreazione, si andava tutti assieme alla Grotta dove dicevamo "le preghiere della buona notte" a Maria. Con breve fervorino mariano e canto finale nell’ora del tramonto e nel silenzio e pace della campagna, col frinire dei grilli in sottofondo, che invitava alla riflessione e alla commozione pregando e pensando alla Mamma del Cielo. Erano anni di guerra e il seminario sorgeva a poche decine di chilometri da Torino: a volte di sera e di notte andavamo in terrazza a vedere i lampi e tuoni dei bombardamenti e a pregare per quei poveri torinesi che morivano sotto le bombe; e poi eravamo in zona di guerriglia partigiana fra le risaie vercellesi e le colline del Canavese. Sentivamo racconti di violenze, vendette, fucilazioni, torture, agguati, perquisizioni notturne, di giorno e di notte passavano in seminario gruppetti di partigiani o di militi fascisti che suscitavano in noi ragazzini un senso di paura e di pietà. Anni di scarso e a volte disgustoso cibo (le amarissime rape bianche bollite coltivate nell’orto, che dovevamo mangiare!). E poi, alla sera, il rifugio della preghiera fra le braccia della Mamma, che ci mandava a letto sereni e pacificati con la vita. Dobbiamo riprendere le devozioni del mese di maggio: il Rosario e il "fioretto" quotidiani, cioè la mortificazione che ci si impone per controllare la nostra volontà e sensibilità e orientarle a Dio. "Bisogna mortificarsi nelle cose lecite – diceva mio padre Giovanni – per poter resistere alle cose illecite". L’amore e la devozione a Maria devono crescere perché, come diceva Paolo VI in un discorso del 1971, "occorre introdurre il ricordo di Maria, il suo pensiero, la sua immagine, il suo sguardo profondo nella cella della religiosità personale, della pietà segreta e intima dello spirito". In altre parole, non basta una devozione formale, il mese di maggio può portare ciascuno di noi ad amare Maria con cuore sincero e filiale, in modo che diventi davvero il nostro rifugio nell’ora della tentazione, della stanchezza, della depressione, della sofferenza e sostenga la nostra volontà nella scelta del meglio, nella costanza dell’impegno, nella capacità del sacrificio. E’ un’esperienza molto concreta che ciascuno può fare, impegnandosi nel mese di maggio a dare un po’ del nostro tempo e della nostra preghiera a Maria. Perché il Rosario? Per tanti motivi, ma per me è la preghiera più facile e immediata, più meditativa e affettiva, che mi permette in ogni momento della mia giornata di elevarmi a Maria e a Cristo e praticare quella "preghiera continua" che è indispensabile per giungere a sentire vivamente la presenza di Dio in noi. Questo sentimento fa bene alla salute, perché relativizza le cose materiali, ci fa vivere, pur immersi nel mondo e nelle fatiche quotidiane, in una dolce unione con Dio che ci mantiene sereni in tutte le vicende della vita. Ogni tanto, qua o là, si legge di un ritorno al devozionalismo, si critica il Papa perché, così dicono alcuni, vuole tornare al passato e far risorgere pratiche tradizionali considerate alienanti. Così il Rosario è spesso bollato per devozionalismo o conservatorismo. Ma nessun santo ha praticato un cristianesimo senza devozioni, né la Chiesa ha mai insegnato questo. Il Rosario non è certo essenziale alla fede, ma si manifesta ancor oggi come uno strumento importante per portare i fedeli a vivere la fede. Diceva Giovanni XXIII, che del Rosario era devotissimo: "Il Rosario è un esercizio avvincente, insostituibile di preghiera". - padre Piero Gheddo* - Zenit -

 
 
 

FACCIAMO CHIAREZZA SULL'ESORCISMO

Post n°3511 pubblicato il 04 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In giro, nei bar, nei circoli, nelle associazioni e finanche nelle Chiese, se ne sentono di "tutti i colori" circa l'Esorcismo ... cos'è, chi può farlo e tante altre domande. Seguirà un breve ed ortodosso articoletto che ha finalità educative e di catechesi. L'esorcismo è un sacramentale, una forma di Preghiera Pubblica e Solenne che si fa in nome e con l'autorità della Santa Chiesa, per mezzo di un sacerdote per l'appunto esorcista che abbia ricevuto un espresso mandato dal vescovo, o per mezzo del vescovo stesso (tutti i vescovi sono esorcisti), al fine di liberare persone, oggetti e case dall’influenza o dalla possessione diabolica, ossia dall'azione straordinaria del maligno, e sottrarre così i soggetti e/o gli oggetti dal suo dominio. Un esorcista può essere "aiutato" da laici o gruppi di preghiera (come ad esempio i gruppi di "preghiera e liberazione" di cui il vescovo esorcista Andrea Gemma è stato più volte promotore), ma resta chiaro il fatto che per poter effettuare un esorcismo ci vuole il sacerdote esorcista, solo lui può compiere il rito esorcistico e nessun altro! . L’esorcista, inoltre, ha il dovere di "usare circospezione e prudenza; non deve credere vessato dal diavolo chi invece soffre di una qualche malattia psichica". Il diavolo, beninteso, rimane lo stesso di sempre e, così, i segni della sua presenza nell’individuo che sono "il parlare lingue sconosciute, mostrare una forza fisica non conforme all’età o allo stato di salute, ed esprimere con la blasfemia un’avversione viscerale a Dio". Ciò non toglie, però, che laddove si possa credere di avere a che fare con una possessione diabolica, si abbia in realtà più spesso a che fare con una malattia psichica; un bravo esorcista saprà certamente discernere in merito. Oggi, poi, sono sempre di più gli esorcisti che utilizzano come strumento di indagine (in merito alla possibilità di una possessione o meno) il rito esorcistico stesso, magari con l'esorcismo breve di Leone XIII. Perché l'esorcismo, poi, possa essere efficace e realmente di aiuto al posseduto, c'è bisogno che questi abbia la volontà di essere liberato: Dio, nella sua infinita misericordia, è dispensatore di infinite Grazie, ma non può imporci la Grazia. Solo la volontà di conversione e la costanza nella preghiera e nella frequenza ai Sacramenti consente l'efficacia dell'esorcismo. Diversamente si dimostra un'inutile fatica. Non a caso Gesù ci ammonisce: "Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata ed adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa" (Mt. 12,43). La durata di un esorcismo è variabilissima; sempre secondo il settantaquattrenne padre Amorth, che ha all’attivo circa 40 mila esorcismi: "E’ rarissimo l’esito in qualche mese, raro in un anno o due; per un caso di media gravità occorrono 4 o 5 anni, con un esorcismo alla settimana". Solo con l’avvento di Cristo anche l’esorcismo acquista piena efficacia. Perché Gesù è venuto «per distruggere le opere di Satana» (1 Gv 3,8), è venuto, come afferma lo stesso Signore, per distruggere il regno del demonio e instaurare il regno di Dio (cf Lc 11,20). Quando Pietro riassume l’opera di Gesù alla presenza di Cornelio, il primo pagano che si converte al cristianesimo, si limita a dire: «Passò facendo del bene e liberando coloro che erano schiavi del demonio» (At 10,38). Satana, «principe di questo mondo», come lo chiama Gesù (Gv 14,30) e «dio di questo mondo», come lo chiama Paolo (2 Cor 4,4), era il forte, padrone di tutti i regni della terra, che si sentiva sicuro del suo dominio. Gesù è il più forte, che lo disarma (Lc 11,21-22). Il Maestro Divino ha dato degli insegnamenti precisi e dei poteri precisi contro il demonio, chiarendo dubbi che anche al suo tempo erano ricorrenti, sulla stessa esistenza del maligno: i farisei ci credevano, i sadducei no. Ha messo in chiaro l’azione di Satana contro Dio; si pensi, ad esempio, alle spiegazioni che lui stesso ha dato alla parabola del buon grano e della zizzania e alla parabola del seminatore. Ha liberato gli indemoniati, distinguendo con chiarezza la liberazione dal demonio dalla guarigione dei malati; saranno certi teologi e biblisti di oggi a confondere e negare la chiarezza evangelica, per cercare di imporre la loro incredulità. Ricorda: il demonio è un essere concreto che: "va in giro per il mondo come un leone ruggente, cercando le anime da divorare". Il diavolo è sempre in agguato ed occorre essere sempre guardinghi. Il Concilio Vaticano II è chiaro al proposito: "Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo e destinata a durare, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno". (Gaudium et spes, 37). - Carlo Maria di Pietro (WebMaster e Promoter della M.S.M.A.) - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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