ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 20/05/2010

DAL MITRA AL PALLONE: L'INCREDIBILE STORIA DI CHRISTIAN PORTIERE DI RISERVA DEL MANCHESTER UNITED

Post n°3602 pubblicato il 20 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Era un bambino soldato, aveva solo 11 anni, ma già combatteva nella guerra civile. Poi conobbe un padre missionario che lo curò, gli volle bene e gli insegnò a giocare a calcio. Gli spiegò che l’uomo è fatto per il bene e lo riportò nella dimensione degli umani. Quell’atto di amore cambiò profondamente il cuore e la testa di quel ragazzo. Oggi Christian Caulker ha 21 anni, è il portiere della nazionale di calcio della Sierra Leone ed il portiere in seconda del Manchester United. Un miracolo non isolato. Migliaia di bambini-soldati sono stati liberati e salvati dai missionari. I più hanno iniziato a giocare a calcio, non tutti sono diventati dei campioni, ma quasi tutti sono tornate ad essere persone, hanno scoperto che c’è un Dio che li ama, e che ci sono cristiani, che testimoniano e diffondono quell’amore. La storia di Christian Caulker l’ha raccontata Padre Giuseppe Berton, sulle pagine di Mondo e Missione, mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). Padre Bepi Berton, che è un missionario saveriano che lavora da quarant’anni in Sierra Leone, prova a ricordare quel ragazzino ferito e pieno di droga, ma con l’arma ben stretta in mano, che gli hanno portato una sera di dieci anni fa, quando la guerra civile aveva abbrutito uomini al punto tale che anche i bambini uccidevano. Padre Bepi ha raccontato che nella Family Home sono arrivati tanti bambini nelle stesse condizioni di Christian. A tutti ha insegnato a giocare a calcio, ma soprattutto gli ha fatto ritrovare la fiducia negli uomini e in Dio, così ne ha salvati migliaia. Ha scritto padre Bepi: "La Sierra Leone non è granché nel calcio. Nei campionati internazionali la mettono subito in panchina. Però la mia piccola gloria ce l'ho anch'io; il portiere l'ho tirato su io, anche senza saperlo. Me lo hanno fatto sapere gli amici. Figuriamoci se mi ricordavo di Christian Caulker! In quei tempi, quando dovevi stare attento a girare l'angolo perché non ti sparassero, quando i ragazzini come lui li rubavo al Fronte Unito rivoluzionario (Ruf), quando magari un taxi misericordioso te ne portava uno a casa, svenuto e pieno di droga, ma con l'arma stretta in mano... in quei tempi di Christian Caulker me ne sono passati tremila tra le mani". "Ho dovuto fare uno sforzo per ricordare. – ha precisato il padre Missionario -. E difatti non mi sarebbero venuti alla memoria quei tempi, dieci anni fa... Dieci anni così intensi e drammatici, che bisognava dimenticarli per lasciare spazio vitale al cervello perché potesse funzionare. È stato uno dei miei ex ragazzi, ora sposato, che allora mi organizzava la squadra di calcio. Mi portò Christian e me lo ha riportato quando abbiamo celebrato il venticinquesimo del Family Homes Movement, dentro il quale Christian ha ritrovato se stesso e Dio. Ed ora è pronto per il sogno del Manchester United". Padre Bepi ha raccontato che "c’è un campetto pieno di sassi, abbastanza grande da poterlo dichiarare regolare, dove ancora giochiamo. Anche questo è un bel sogno, il poterlo mettere a posto, dargli una dignità, non foss'altro perché ha il merito di avere partecipato alla cura terapeutica di tanti ragazzi, che sfogavano la loro aggressività nella competizione. Un'aggressività così esasperata da diventare una malattia difficilmente curabile e della quale ancora oggi vedo le tracce in tanti giovani che mi stanno accanto (…). Purtroppo ben pochi pensano a creare gli spazi necessari, perché con una palla i nostri ragazzi possano sfogare la loro aggressività, stare insieme in campo, imparare qualche regola... Il calcio qui non è solo un gioco. Può avere un importante valore educativo. Tanto più importante in un Paese che esce da un'orribile guerra civile, che ha lasciato strascichi di odio, frustrazione e disillusione. È un modo per togliere i ragazzi dalla strada e per convogliare le loro energie represse. E così, la storia di Christian mi ha convinto a cambiare le mie priorità: prima, il campo da calcio; poi, lì vicino, un piccolo bar, una sorta di "rifugio" per gli uomini, per evitare che facciano di peggio; e quindi, un po' più lontana, la chiesa, per proteggere i vetri dalle pallonate, visto che ne ho già rimpiazzati un bel po'! «Father, father, a ball! Padre, padre, una palla!». Io ne tengo sempre una in macchina, che lancio dal finestrino. Non si tratta certo di una palla costosa; basta una pallina da tennis per far sognare il Manchester United. Ti lascia incantato in città, dove il traffico è intenso e caotico, vedere come se la cavano a giostrare quella palla tra il passaggio di una macchina o di una moto. Recentemente con la Coppa d'Africa si è sviluppato un tifo incredibile. Un giorno non trovavo più il ragazzo che mi accompagna in macchina. Quando è tornato gli ho chiesto dove fosse andato. «A vedere l'Arsenal», mi ha risposto. «Ma dove?», chiedo stupito. «Laggiù». E intanto puntava il dito verso una baracca scalcinata. Invece era la sala cinematografica. Mille leoni (la moneta locale), una briciola di euro, ed era contentissimo perché la squadra del cuore, a diecimila chilometri di distanza, aveva vinto. Ora si avvicina la Coppa del Mondo. Sto cercando di aggiustare gli orari della Messa, perché altrimenti, se coincidono con le partite, in chiesa non ci viene più nessuno! Una soluzione la troviamo. Specialmente se il calcio ci può aiutare a vivere meglio insieme. Anche la fede". - di Antonio Padovano - www.lottimista -

 
 
 

I MOVIMENTI PER LA VITA A ROMA ORGANIZZANO UNA " 3 GIORNI DI NON RASSEGNAZIONE"

Post n°3601 pubblicato il 20 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

A 32 anni dal sì alla normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza il Movimento per la Vita, Scienza&Vita e il Forum delle associazioni familiari organizzano una "3 giorni di non rassegnazione".

«Non ci siamo rassegnati». È questo il messaggio centrale della tre giorni organizzata dal Movimento per la vita, Scienza&Vita e il Forum delle associazioni familiari in occasione dei 32 anni dall’approvazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Dal 21 al 23 maggio a Roma si terrà un ciclo di manifestazioni e di conferenze per fare il punto sulla lotta contro la 194 e per richiamare alla responsabilità i giornalisti e gli operatori dei media di fronte alla vita umana. L’esperienza maturata in 35 anni attraverso la rete dei 330 Centri di aiuto alla vita e delle Case d’accoglienza, scrive Casini nella lettera di invito ai giornalisti, «dice che in molti casi le parole ascoltate da una mamma in difficoltà per una gravidanza difficile o non desiderata, possono salvare una vita umana e, insieme ad essa, la serenità di una madre, oppure possono distruggere le ultime resistenze di una coscienza inquieta dove si immagina di risolvere i problemi sopprimendo la vita». Sul tema della gravidanza sono diverse le figure che hanno ruolo di parlare: i familiari della donna, i medici, gli amici, le istituzioni, ma anche e soprattutto i mezzi di comunicazione sociale, che con il loro messaggio hanno una grande influenza sulla società e orientano il pensiero. Per il presidente del Movimento per la Vita «proprio questi ultimi hanno l’efficacia più importante, perché influiscono anche sull’intero ambiente in cui la donna vive. Persino il pensiero dei politici dei legislatori e degli amministratori è fortemente influenzato dai mezzi di comunicazione sociale». A 32 anni dalla legge, per Casini «sembra giunto il momento di cambiare qualcosa: in primo luogo sembra essersi raggiunto un generale consenso su un giudizio di preferenza per la nascita, poi è divenuta maggioritaria la consapevolezza delle conseguenze estremamente dannose del crollo delle nascite per il futuro della società». Proprio agli operatori dei media è dedicato l’incontro "Tempo di riforme, e la legge 194? Le responsabilità della comunicazione nella difesa anche politica della vita nascente" che, all’interno della manifestazione, si terrà sabato 22 maggio alla Lumsa (dalle ore 10). La tre giorni prevede anche, il 21 maggio, un incontro sulle politiche per la vita con i consiglieri regionali d’Italia al Palazzo della Regione Lazio. Domenica 23 maggio appuntamento alle 10 davanti al Senato per «non dimenticare i 5 milioni di bambini mai nati» e alle 12 in Piazza San Pietro per la benedizione del Papa e "per non dimenticare i 120 mila bambini nati grazie ai Centri di aiuto alla vita". - di Marta Rovagna - romasette -

 

 
 
 

OGGETTI SACRI MALEFICIATI? - MA LEI CREDE ANCORA A QUESTE COSE?

Post n°3600 pubblicato il 20 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sì, anche oggetti di devozione come libri di preghiere, immagini, crocifissi, statuette sacre, etc. possono essere colpite da un maleficio e irradiare forti influenze malefiche. E' questa una delle più impensabili astuzie dei figli del Maligno. Il contatto con questi oggetti o la loro presenza danneggia enormemente le persone o ne ostacola molto la liberazione se sono già colpite. Bisogna perciò farli esorcizzare dal sacerdote esorcista. Quando ciò è stato fatto, le persone si sono scatenate in modo furibondo! Per lo stesso motivo non bisogna mai prendere oggetti di devozione da maghi, fattucchieri o presunti gua-ritori che li reclamizzano su giornali o in televisione, promettendo effetti straordinari, ingannando e rovinando così la povera gente.

MA LEI CREDE ANCORA A QUESTE COSE?

E' la frase che si è sentita dire una signora (e tanti come lei) quando ha chiesto di un esorcista. Senza scomporsi la signora ha risposto: "Come mai allora la Sacra Scrittura dice: " Ma per gli increduli, gli immorali, i fattucchieri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco. E' questa la seconda morte" (Apoc 21, 8)? E come mai San Paolo dice: "Le opere della carne sono ben note: impurità, idolatria, stregonerie, orge e cose del genere; chi le compie non erediterà il regno di Dio" (Gal 5, 19-21)? La parola di Dio prova chiaramente che le opere dei fattucchieri e le stregonerie sono peccati così gravi da meritare il castigo eterno dell'Inferno. Mi dispiace ricordarle, caro padre, le parole di Gesù: Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?" (Gv 3, 10). Così la coraggiosa e ben preparata signora. Non è che non le sanno. Purtroppo molti vescovi e molti sacerdoti non credono più al Demonio e al potere che Cristo ha dato alla Chiesa di cacciarlo. Pensano che sia una cosa superata. Si liquida tutto dicendo: "Roba da Medio Evo!". Ha detto Padre Amorth: "lo chiamo la frase: "Roba da Medio Evo", l'argomento degli asini. Perché significa: primo, che uno non conosce il Medio Evo, che è un'epoca luminosissima, anche se ha le sue ombre come tutte le epoche; e poi Perché non è un risalire al Medioevo, è un risalire a Gesù Cristo, anzi un risalire ad Adamo ed Eva, quindi molto più in là".

COME PREGARE?

Ascoltiamo Gesù che ci insegna a pregare: "Imparate da me a pregare con umiltà, con fiducia, con sottomissione e con perseveranza! Contemplatemi nell'Orto mentre prego. Oh, quanto fu gradita questa preghiera tanto più che essa veniva proferita non in un momento di gioia e di conforto, ma nell'ora tenebrosa dell'agonia, alla vigilia della mia Passione e morte! E' bello pregare, quando vi ricolmo di grazie e di favori; ma è generoso ed eroico pregare quando vi sembra che tutto congiuri contro di voi, quando il cielo vi sembra chiuso, quando non vi faccio sentire il mio amore, lo pregavo in mezzo a mortale agonia, mentre la visione della Passione mi martoriava, mentre i discepoli mi abbandonavano e Giuda mi tradiva. Imparate anche voi a pregare nelle ore buie della vostra vita! Il valore di una preghiera non dipende principalmente dalla quantità delle parole, ma dall'intensità dell'amore; e l'amore quando è grande e forte, non fa tante parole.... uno sguardo amoroso verso di Me, una protesta di amore, un godere della mia presenza, un ascoltare i miei insegnamenti, un parlare di Me... tutto ciò è preghiera, semplice, ma vera preghiera. Pregai con perseveranza! La mia preghiera nell'Orto sembrava che fosse rimasta senza risposta dal Cielo, ma non mi sco-raggiai. Ripetei una seconda e una terza volta il gemito, sino a che il Padre mi mandò un Angelo a consolarmi. Quale lezione per voi, che tante volte, con le vostre novene, mettete a Dio un termine per esaudirvi! Ammirate più di tutto l'umiltà della mia orazione. Da Figlio di Dio Incarnato, giacevo per terra, come un povero verme, e toccavo con la fronte la polvere. Non osavo alzare lo sguardo al Cielo, non ricordavo al Padre gli infiniti meriti miei, ma mi presentavo a Lui, schiacciato dal cumulo dei vostri peccati; non pretendevo ma chiedevo umilmente: "Padre, se è possibile..." come se io non meritassi di essere esaudito! Voi invece tante volte vi mettete in preghiera, così pieni di voi stessi, come se per i vostri meriti aveste il diritto di pretendere la grazia che chiedete. Quanta cecità vi apporta il vostro amor proprio! Non dovete quindi meravigliarvi se tante vostre preghiere non sono state e non saranno esaudite!". [tratto dal libro "Preghiere di liberazione dal maligno" di don Pasqualino Fusco] - Carlo Di Pietro -Pontifex -

 
 
 

PARTORIRE L'UMANITA'

Post n°3599 pubblicato il 20 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sono trascorsi quasi trent’anni da quella sera in cui, adolescente spaurita coi piedi gonfi per le torture, stava per essere fucilata legata a un palo nella prigione di Evin. Fisicamente è rimasta lo scricciolo di porcellana di allora, ma adesso Marina Nemat è una donna che diffonde intorno a sé pace, serenità e comprensione. Che abitano stabilmente in lei: «Ora potrebbero puntarmi una pistola e non tremerei più come quel giorno. Non ho paura perché non ho rimpianti: ho vissuto, ho ritrovato me stessa, ho testimoniato per chi non può più farlo. E chi non ha paura di morire è una persona perfettamente libera, no?». La svolta è stata Prigioniera di Teheran, il libro che ha scritto nel 2007 (cfr. Tempi n. 36, 6 settembre 2007) quasi come una tardiva terapia per liberarsi dell’angoscia soffocante del suo dramma mai raccontato. Nemmeno i genitori avevano voluto, a suo tempo, ascoltarla. Per paura della repressione khomeinista e di non poter sopportare quello che la figlia avrebbe detto. Il matrimonio forzato con una guardia per salvarsi la vita, l’abiura della fede cristiana, la perdita del figlio che portava in grembo a seguito di un attentato. Poi la liberazione dal carcere, il matrimonio con André, il primo amore, e la decisione di abbandonare per sempre il paese dove era nata. Adesso Marina Nemat è approdata al suo secondo libro, che uscirà in Canada e Stati Uniti a settembre prossimo e in Italia a novembre. Stavolta centrato sulla sua vita fuori dall’Iran. Ancora una volta autobiografico, ma non senza uno sguardo critico alla realtà del nuovo mondo che l’ha accolta. Non con l’asprezza di un Solzenicyn ad Harvard, ma col buon senso di una donna che vorrebbe essere madre, moglie, amica, credente, cittadina senza i condizionamenti della cultura di massa. «Vengo da un mondo dove la bellezza era proibita», racconta. «I colori erano proibiti: il rosa, il giallo, l’arancione. Tutto ciò che era meraviglioso era peccato. A Toronto la bellezza è libera, ma si fanno esperienze scioccanti: giri per la strada è incontri ragazzine di dodici anni vestite come prostitute, truccate come donne di venti-trent’anni più vecchie di loro. Vorrei dire loro che non hanno bisogno di quel make-up per essere belle, che quella bellezza artificiale non gli appartiene. Ma poi mi chiedo: "Chi gli ha detto di truccarsi così, di vestirsi così?". E la risposta è: il sistema dei media. Sono i media che trasformano Lady Gaga in un modello. Trovo Lady Gaga devastante per la bellezza e la libertà della donna tanto quanto il chador. Avvelena la femminilità tanto quanto il chador. E fornisce un argomento ai dittatori di Teheran per giustificare la loro repressione della femminilità: "Vedete che in Occidente la donna è ridotta a un oggetto sessuale? Non vogliamo che facciate la stessa fine". Io non chiedo certo che Lady Gaga e le altre cose di questo genere siano dichiarate illegali. Chiedo un esame di coscienza da parte degli adulti: la colpa di questa situazione è nostra. Nei media ci lavorano degli adulti, che stanno facendo questo ai loro figli e alle loro figlie». Con questa premessa, la diffidenza di Marina nei confronti dei media è una logica conseguenza: «Quando faccio la fila al supermercato passo davanti allo scaffale delle riviste, e vedo tutte quelle copertine di gossip. Ma io non voglio sapere nulla della figlia di Tom Cruise, dei fidanzati di Madonna, e nemmeno dei reality sulle famiglie che poi divorziano! Per sapere perché il 70 per cento dei giornali mette in prima pagina questo genere di storie, basta alzare la testa e guardare i cartelloni pubblicitari: sono tutti pieni di donne svestite, qualsiasi sia il prodotto che vogliono pubblicizzare. Ma sono anche le stesse pubblicità che si trovano nei giornali o si vedono in tivù, che permettono a giornali e tivù di produrre profitti. Per cui i media alimentano volentieri la cultura e la visione della vita che sta dietro quelle pubblicità, perché è ciò che permette loro di sostenersi dal punto di vista economico. Si è creata una spirale che alimenta quel modo di pensare. Per questo io mi tengo alla larga dal sistema dei media. Per informarmi e per comunicare preferisco twitter, preferisco youtube, facebook e tutte le risorse di internet. Leggo molti blog di giornalisti, scrittori e artisti».

Gli eserciti del conformismo

Queste considerazioni non fanno della scrittrice iraniana una femminista accigliata. Al suo arrivo in Canada le femministe hanno cercato di accaparrarsela, ma con poco successo: «Non capisco molto il femminismo, perché per me il punto è sempre stato promuovere il rispetto dei diritti umani: è ovvio che comprendono quelli della donna. Se poi invece dobbiamo immaginare una guerra fra uomini e donne per il potere, no, non ci sto: vedo donne che agiscono per rabbia e per spirito di rivalsa, e io non sarò mai così». Per tutte le suddette ragioni è molto prudente riguardo alla campagna mediatica contro Benedetto XVI che denuncia sue asserite responsabilità nella mancata repressione del fenomeno della pedofilia fra i sacerdoti. «Non sono informata in modo dettagliato sull’argomento, ma la convinzione che mi sono fatta è duplice: che la Chiesa ha certamente compiuto degli errori, e che i media li stanno amplificando in misura sproporzionata. Io so che il papa non è Dio, è un essere umano; e gli esseri umani fanno errori. Ma gli errori non mi allontaneranno mai dalla Chiesa per una semplice ragione: ho visto e vedo tutto il bene che compiono gli uomini di Chiesa, e per questo continuerò a sostenerli. Mio marito e mio fratello in Iran hanno studiato alle scuole dei salesiani e provano una profonda gratitudine verso gli insegnanti sacerdoti che hanno avuto. E così centinaia di loro compagni di studi. Ma queste storie non fanno notizia, al contrario degli abusi di qualche prete e dei provvedimenti dei superiori o del Papa che non sarebbero stati abbastanza decisi». «Una delle cose che apprezzo di più dell’Occidente è il fatto che il rapporto con Dio è qualcosa di personale, non è determinato dallo Stato. Nel secondo caso, la religione diventa sempre uno strumento del potere, come in Iran. Una delle cose che mi rattristano di più, invece, è vedere che tantissime persone non si curano di approfondire questa relazione, e arrivano a dire che la vita non ha alcun senso. Di qui la depressione, i suicidi. Ma questo non si cambia combattendo nelle strade, ma coltivando rapporti personali che aiutano le persone a ritrovare se stesse». - di Rodolfo Casadei - Tempi -

 
 
 

VIVIAMO MAGGIO CON MARIA: DUE MADRI UN SOL CUORE - 20 MAGGIO -

Post n°3598 pubblicato il 20 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ciascuno di noi ha due madri quaggiù: una ci ha dato la vita del corpo, l'altra ci dà la vita della grazia e dell'eternità. Nostra madre ha dato a ognuno di noi i primi palpiti, il primo nutrimento, i primi sorrisi e le prime gioie. La Madre divina, nell'ordine soprannaturale, ci dà le stesse sue attenzioni che una madre dà per la vita di suo figlio, la tenerezza di tutta se stessa per formare in noi il destino eterno. Sulla nostra culla vi erano due cuori di madre che battevano all'unisono; nella vita, l'ombra di nostra madre ci segue inseparabilmente come dall'alto la Madre divina accompagna i nostri passi e i nostri battiti; all'ultimo estremo traguardo troveremo, in un unico abbraccio, il cuore di queste due madri esultanti per il nostro arrivo alla Casa paterna.

I primi anni della vita di un fanciullo

sono straordinariamente più importanti di tutti gli altri che seguiranno, come un fiume maestoso deve alle prime origini, alle sorgenti, il suo lungo cammino. E nessuno meglio della madre è il libro aperto e vivo, all'eterno domandare del bimbo che attende la sua risposta. Perciò ella è la prima Maestra della formazione spirituale e intellettuale del figlio.

Lo scrittore Mècs racconta

che nella sua piccola bocca di bimbo sua madre pose furtivamente il nome di Dio. E la madre di S. Clemente Hofbauer, dopo la morte del padre, condusse il ragazzo davanti a un crocifisso e gli disse: "D'ora innanzi questo è tuo Padre" - e guardando la Vergine Santa aggiunse - e questa è tua Madre". Due madri in un sol cuore!

Fioretto:

Rechiamoci in chiesa e preghiamo la santa Madre di Dio affinché abbia un occhio particolare attenzione verso la nostra madre terrena.

Giaculatoria: "Insegnaci ad amare Gesù il tuo Figlio e dona al nostro cuore il tuo amabile consiglio".

Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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