ASCOLTA TUA MADRELE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA |
VERGINE MADRE
«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000
CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
Salve Regina,
Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
Angelo di Dio,
Eterno riposo.
“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)
Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II
AREA PERSONALE
Messaggi del 21/05/2010
Post n°3607 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diglilaverita
Preghiera allo Spirito Santo |
Post n°3606 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diglilaverita
Apre le porte la nuova struttura di accoglienza dell'associazione che si occupa di donne con gravidanze indesiderate, figli piccoli o che hanno subito il trauma dell’aborto. Ha trovato finalmente casa Il dono (via Val Trompia 136 - Roma), l’associazione che dal 2005 si occupa di donne in difficoltà con gravidanze indesiderate, con figli piccoli senza un compagno accanto o che hanno subito il trauma dell’aborto e che hanno bisogno di un supporto terapeutico, di calore, di una possibilità di ricostruire la propria vita. Si risolve così felicemente la vicenda della onlus che il primo aprile era stata sfrattata dall’ultima sede e che si trovava quindi sprovvista di un luogo di accoglienza. Diversi gli obiettivi che persegue l’associazione, fondata da una coppia, Serena Taccari e Edoardo Panunzio. L’obiettivo principale è quello di assicurare alle ragazze madri che stanno portando avanti una gravidanza nonostante siano prive di mezzi, la possibilità di un reinserimento nella società. Lo scopo è, sia quello di garantire serenità e accoglienza a quelle donne che nonostante le difficoltà hanno scelto di mettere al mondo il loro bambino sia, indirettamente, quella di potere essere un punto di riferimento, una speranza in più per quelle donne che per problemi di natura economica o familiare pensano all’aborto come soluzione della loro condizione. Nella casa le mamme hanno un supporto per affrontare i loro compiti genitoriali, un indirizzo competente nella ricerca di un lavoro, e hanno uno spazio di crescita anche come genitore partendo dalle più elementari nozioni di gestione di un neonato. Nella casa poi si favorisce il ricongiungimento con le famiglie di origine e/o i padri dei bambini qualora sussistano il desiderio e le condizioni per ricomporre il nucleo familiare. Esiste infine un servizio di baby-sitting che permette alle donne di poter studiare o lavorare. La struttura residenziale di tipo familiare ruoterà intorno ad un centro di ascolto e sarà caratterizzata dalla convivenza di ragazze che portano avanti una gravidanza indesiderata o che, avendo già fatto un percorso di sensibilizzazione con il Dono e avendo una situazione di difficoltà familiare e/o economica, si trovano a dover allevare un figlio da sole. Spazio infine alle donne che hanno avuto un’esperienza di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) e desiderino intraprendere un percorso di counselling psicologico, umano e spirituale. Nutrito il gruppo che si prenderà cura di loro: un responsabile legale del progetto, dieci volontari a rotazione che si occuperanno della prima accoglienza, delle attività di gruppo, di favorire una costruttiva convivenza tra le famiglie, dell’organizzazione della giornata lavorativa e casalinga, degli incontri formativi settimanali e mensili. Il progetto prevede poi anche la presenza di un sacerdote di riferimento, un ginecologo, un ecografista con relativa strumentazione, una puericultrice e due psicologi. «Ci piacerebbe avere con noi anche delle suore - dichiara la presidente -, vedremo se sarà possibile». Due, per il momento, i posti disponibili. - di Marta Rovagna -romasette - |
Post n°3605 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diglilaverita
Maggio piovoso, maggio comunque violentemente odoroso. Di rose bagnate, di erbe cresciute con potenza, di cieli svarianti. E mese di Lei, si dice, della Madre che sei nei cieli. Dell’Ave Maria. E uno dice: cosa me ne faccio di un mese di maggio speciale per Lei? Cosa serve un mese dedicato a Lei? Forse qualche prete l’ha spiegato in queste settimane e m’è sfuggito. Forse non stiamo più attenti a queste cose. E si sta distratti, si pensa: bene, è il mese detto della Madonna. E tutto va avanti come prima. Fino a che accade qualcosa che non puoi non affidarLe. Insomma qualcosa che sovrasta talmente le tue forze che ti giri intorno e dici: ma questa cosa a chi la posso affidare? Che vuol dire in realtà: chi la può abbracciare? Perché affidare a Lei, mica vuol dire una cosa tipo ’servizio di pronto intervento’. A volte La si pensa come fosse l’idraulico, sia detto con il massimo rispetto della Signora. S’è rotto il tubo, può pensarci Lei? Magari s’è rotto proprio quello che bastava tener d’occhio con un po’ di manutenzione, ma si sa la nostra pigrizia, anche quella dell’anima, è tanta… Lei risolve perché abbraccia. Perché un problema risolto dà gioia forse al massimo fino all’insorgere di un prossimo problema. E invece un abbraccio che tiene tutta la vita la rende più venata di letizia e di pace. A Lei si può affidare tutto. Può essere una cosa piccola e che però ti angustia esageratamente o una cosa grandissima che nemmeno sai come chiamarla. Perché noi uomini siamo fatti così. A volte basta una cosa piccola che non va, una cosa da poco e ci viene l’ansia. Noi uomini intendo uomini e donne, si capisce. Hai voglia a dire: non ti preoccupare, non è niente. Non funziona e allora si vorrebbe affidare anche quella piccola vigliacchissima preoccupazione. Che so, una faccenda di lavoro, un amico o un marito che non capiscono una cosa, o un figlio che non studia come dovrebbe. Oppure, ci sono quelle altre cose. Le frustate in faccia. Quelle analisi che non ci si aspettava. O quel maledetto incrocio. O proprio lui, no… Ci sono quelle che magari vedi solo in televisione. Le fiamme per strada ad Atene per la proteste della crisi, o la povera disgraziata che nelle fiamme ha messo la sua piccolissima figlia. O la marea nera che avvelena il Pacifico. Insomma tutte quelle cose che ti vien male solo a pensarle, anche se poi pensi: io che ci posso fare? Anche questo secondo pensiero di impotenza non ti lascia tranquillo. E poi c’è da affidare non solo i guai. Ma anche le gioie. E i desideri. Tutti, compresi quelli più nascosti. I desideri delicatissimi. Perché anche certe gioie non sai dove metterle. E certe sorprese se te le tieni ti fan scoppiare il cuore. E la gioia degli altri quando la vedi… Sì la gioia degli altri, di tuo figlio, della donna che ami, degli amici: a chi affidarla perché non si perda, perché sia una nota sempre in quei cuori, una screziatura in quegli occhi amati… È il mese più bello. È proprio adatto: la natura esplode sotto i nostri occhi, rivela la sua affascinante misteriosa meraviglia, piena di sfarzo e anche di difetti, di fioriture e marcite, di slanci e di cadute. Anche noi siamo fatti allo stesso modo, fantastici e fragili, pieni di semine delicate e di temporali e mareggiate. «Misterio eterno dell’esser nostro», diceva Leopardi. Un mese che ci somiglia, si può dire. Forse anche per questo è il Suo mese. Di lei che era una come noi. Perciò è, per così dire, ‘più facilmente’ dei nostri, dalla nostra parte. Non c’è bisogno di spiegarLe tanto. Ha tutta la gamma del sentire umano. Ha avuto le sette spade. E rideva come una ragazza bellissima quando Lo ha visto tornare. - Davide Rondoni - donboscoland - |
Post n°3604 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diglilaverita
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano" "Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. (...) Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" Ricostituiti i Dodici con l'elezione di Mattia, Luca descrive la venuta dello Spirito promesso da Gesù come se il Padre avesse inviato una tromba d'aria sul Cenacolo. Un'irruzione insieme imprevista ed attesa, intensamente invocata dalla prima comunità dei credenti: "vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea...Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù" (At 1,14). Nonostante il suo ruolo fondamentale, Maria è qui nominata per ultima, ma...è come se, descrivendo la "sala parto", un osservatore menzionasse anzitutto il medico, poi l'anestesista, gli infermieri, e, infine, la vera protagonista della situazione: colei che sta per partorire. Nella medesima logica delle cose, Luca sottolinea la presenza decisiva di Maria in ordine alla nascita della Chiesa, nel Cenacolo. Comprendiamo che la madre del Capo della Chiesa, necessariamente è anche Madre del nascente Corpo, ma Luca oggi ci sorprende presentando Maria anche nel ruolo di..."ostetrica" spirituale di tale parto ecclesiale. La presenza dell'Immacolata, infatti, è irresistibile per lo Spirito di Cristo, cui ella appartiene in maniera unica (Rm 8,9): "Nel Cenacolo Maria sostiene la fede degli apostoli invitandoli a perseverare e a resistere nella preghiera di supplica - essendo la perseveranza nella preghiera quasi il solo segno della qualità e della profondità del desiderio di ricevere lo Spirito. Fino a quando l'uomo non supplica con la fiducia e la perseveranza di Maria, vi è una parte di lui che rifiuta e custodisce in riserva alcune soluzioni sostitutive. Per questo la sua preghiera non ha la violenza dello scoppio che sposta le montagne e le getta in mare." (J. Lafrance, "Vieni Spirito Santo", prefazione). Senza la Madonna sarebbe stata doppiamente vuota "la casa dove stavano" i Dodici (At 1,13), sia dal versante affettivo del suo legame profondo con i discepoli, sia da quello fondamentale della traboccante venuta dello Spirito Santo. Alla luce del "lieto evento" del Cenacolo, comprendiamo allora che la Pentecoste è un fatto conseguente e parallelo a quello avvenuto trentatre anni, nove mesi e cinquanta giorni prima a Nazaret: "Come nell'Incarnazione lo Spirito aveva formato nel suo grembo verginale il corpo fisico di Cristo, così ora nel Cenacolo lo stesso Spirito scende ad animarne il Corpo Mistico" (Giovanni Paolo II, Catechesi mariana, 29/5/1997). Ed ecco lo scopo e l'effetto della sua discesa: "Lo Spirito Santo ricolma la Vergine ed i presenti della pienezza dei suoi doni, operando in loro una profonda trasformazione in vista delle diffusione della Buona Novella. Alla Madre di Cristo e ai discepoli sono concessi nuova forza e nuovo dinamismo apostolico per la crescita della Chiesa" (id.). La Buona Novella che lo Spirito abilita a diffondere è il "Vangelo della vita", il Vangelo che è Cristo, il Vangelo che da' la vita e che mai come oggi "va annunciato con coraggiosa fedeltà agli uomini di ogni epoca e cultura" (G. Paolo II, Enciclica "Evangelium vitae", n. 1). Infatti: "La Chiesa professa la sua fede nello Spirito Santo come in Colui "che è Signore e da' la vita"..Colui nel quale l'imperscrutabile Dio uno e trino si comunica agli uomini, costituendo in essi la sorgente della vita eterna" (G. Paolo II, Enciclica "Dominum et vivificantem", Introduzione). E "...proprio in tale "vita" acquistano pieno significato tutti gli aspetti e i momenti della vita dell'uomo" (E.V., n. 1). Tutti gli aspetti e i momenti della vita dell'uomo! Pensiamo allora, in particolare, a quegli aspetti e quei momenti in cui la vita umana è segnata dalla propria intrinseca fragilità. Li riconosciamo anzitutto ai punti estremi del suo arco esistenziale: l'essere umano nel grembo materno, specialmente se appena concepito; e l'uomo nella malattia inguaribile, come lo stato vegetativo persistente o altre patologie mortali a decorso irreversibile. Ma pensiamo anche all'angosciosa "sindrome" dell'umana solitudine, sperimentata e descritta con drammatiche parole da Gesù stesso: "Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre"(Sal 88/87, v.19). In simili tenebre spirituali, la vita risulta talmente priva di energia da somigliare ad un lumicino smorto, ben lontana da quella naturale vitalità che, mentre la rende lieta e bella, comunica alla volontà la forza di un vento gagliardo. In verità, senza la relazione affettiva con gli altri, l'esistenza sembra niente più che un inutile alito di vita. Un "alito" è qualcosa di appena percettibile, esile, sottile, estremamente delicato, che facilmente potrebbe spegnersi, venire soppresso: precarietà non solo fisica, ma anche morale-spirituale: la vita senza senso, la vita che non vale più la pena di vivere. Eppure la parola "alito", secondo la rivelazione biblica sulla vita (la verità della sua creazione divina), non indica debolezza bensì "essenza divina di vita", la quale scaturisce dalla sua Fonte increata: "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente" (Gen 2,7). Perciò questo "alito di vita", pur connotando la fragilità umana, possiede in realtà l'energia di "un vento che si abbatte impetuoso"(At 2,2). In effetti "alito di vita" è una stupenda definizione della creatura umana, valida dall'alba al tramonto della sua esistenza, valida anche per l'Autore stesso della vita, in forza dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Sì, anche il concepito Figlio dell'Altissimo era "un alito di vita" in Maria, fragilità inconcepibile per un Dio onnipotente, solidarietà infinita che Lo unisce in qualche modo ad ogni uomo concepito, ad ogni più fragile alito di vita umana. Concludo. La promessa del Signore che lo Spirito Santo "..vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto" (Gv 14,26), significa che lo Spirito "non solo, nel modo a lui proprio, continuerà ad ispirare la divulgazione del vangelo di salvezza, ma anche che aiuterà a comprendere il giusto significato del contenuto del messaggio di Cristo; che ne assicurerà la continuità ed identità di comprensione in mezzo alle mutevoli condizioni e circostanze. Lo Spirito Santo, dunque, farà sì che nella chiesa perduri sempre la stessa verità, che gli apostoli hanno udito dal loro Maestro" ("Dominum et vivificantem", n. 4). Queste divine parole ci danno la certezza che mai come in questo nostro tempo lo Spirito Santo è all'opera per far conoscere la verità della vita. Una verità semplice e meravigliosa che Dio ha fatto conoscere alla Vergine di Nazaret in tre sole parole: "Concepirai un figlio" (Lc 1,31). In queste tre parole è contenuta l'intera verità sul valore infinito e la corrispondente dignità di ogni persona umana, fin dal concepimento: esse costituiscono la fonte divina di tutto l'insegnamento della Chiesa circa gli aspetti antropologici, teologici ed etici della vita e della procreazione umana. - * Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita - Zenit - |
Post n°3603 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diglilaverita
La prima culla dell'uomo, la più naturale, la più bella, la più adatta è stata quella di nostra madre, quando per nove mesi ci tenne vicino al suo cuore. Noi, prima di nascere, siamo stati cullati dai passi, dal respiro e dal calore di nostra madre! E poi venne la luce e il primo contatto col mondo esterno. Ma le braccia di mamma furono le nostre prime tiepide fasce. Dall'intreccio delle sue braccia forse è nata l'idea del canestro, del paniere-culla o zana, delle pelli di renna dei lapponi, della navicella dei greci, della danda dei nostri bambini. Anche per il Figlio di Dio che si fa uomo una culla è indispensabile come per il figlio della più povera delle madri. Senza la culla non vi è famiglia; spesso da un'unica culla si è sviluppato un villaggio intero, un'intera città, un popolo. E mentre le madri col piede dondolano le culle e con le mani sferruzzano, rammendano o filano, il ritmo della storia corre con il dondolìo delle culle. Una culla piena è sempre un gran dono di Dio all'umanità. A Betlemme, Maria diede alla luce il suo Figlio primogenito, "lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia". E la luce della redenzione per tutti gli uomini si accese nella storia dei millenni cristiani, in una stalla, accanto al cuore trepidante della Madre del Verbo di Dio e degli uomini. Quanta riconoscenza deve l'umanità a lei, per aver cullato fra le sue braccia i primi sonni del Salvatore del mondo! E Dio benedica anche mille e mille volte le mani che, piene di amore, giorno e notte mi cullarono i primi sonni! Fioretto: Offrirà a Maria il mio cuore affinché lo lasci puro e innocente come quello di un bambino Giaculatoria: "Madre, stringi al tuo cuor l'Agnello santo che un dì bagnasti con materno pianto, offri al Padre per lui l’uman dolore perché scenda il conforto ad ogni cuore". Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)
|
INFO
LE LACRIME DI MARIA
MESSAGGIO PER L’ITALIA
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi
SAN GIUSEPPE PROTETTORE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione
ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua
santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre
di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne
preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo
sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù
Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere
delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla
morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa
di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di
noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso,
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna
beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI
![]() |
Inviato da: diglilaverita
il 30/12/2016 alle 23:44
Inviato da: PAOLA11O
il 30/12/2016 alle 11:57
Inviato da: PAOLA11O
il 27/12/2016 alle 13:29
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2016 alle 18:10
Inviato da: diglilaverita
il 17/10/2016 alle 21:36