ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 25/05/2010

MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 MAGGIO 2010

Post n°3631 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari figli, Dio vi ha dato la grazia di vivere e proteggere tutto il bene che è in voi ed attorno a voi e di esortare gli altri ad essere migliori e piu santi, ma satana non dorme e attraverso il modernismo vi devia e vi guida sulla sua via. Percio figlioli, nell’amore verso il mio cuore Immacolato amate Dio sopra ogni cosa e vivete i suoi comandamenti. Cosi la vostra vita avra senso e la pace regnera sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 
 
 

PERCHE' NON ANNULLIAMO I PROCESSI SE NESSUNO PUO' INSEGNARE COS'E' IL BENE E COS'E' IL MALE?

Post n°3630 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È il 10 agosto 1954. Da una villa di Cape Cod, aristocratica località balneare del Massachusetts, Mary McCarthy, scrittrice americana che ha ricevuto un’educazione cattolica ma si dichiara atea e collabora con le maggiori riviste liberal newyorkesi, sta scrivendo a un’amica per spiegarle il problema che agita un personaggio del suo ultimo romanzo. «"Come fai a saperlo?" continua a cianciare di fronte a qualsiasi affermazione di ordine estetico o fattuale. Nel campo della morale, la domanda reiterata è: "Perché no?" "Perché non posso uccidere mia nonna, se ne ho voglia? Dammi una buona ragione"». Maggio 2010. Puoi essere in un rifugio sulle Alpi o in crociera nel Mediterraneo, accendi la tv, il messaggio è identico. "Perché no, se ne ho voglia?" "Come fai a saperlo?". Ad esempio: come fai a sapere che l’unione tra un uomo e una donna non è la stessa cosa di una unione tra due persone dello stesso sesso? Attento al dubbio: ti può capitare quello che capita a Joseph Nicolosi, psichiatra americano in tournée in Italia, che senza imporre niente a nessuno dice che se qualcuno sente l’omosessualità come un problema, bè, se ne può parlare. Ha senso chiedere l’intervento della polizia e la mobilitazione antiomofobica? Eppure è quello che succede. E badate bene, succede nel nome della "libertà" e della "laicità". Con la conseguenza che un pensiero unico, piallatore, isterico e intollerante, si impone alla società. Come nelle conclusioni del moderatore – va da sé, "laico" e "liberale" – di una delle troppe conferenze tenute quest’anno da Beppino Englaro nelle scuole. Per la cronaca, c’erano 600 studenti pesaresi ad ascoltare la morale di una storia, di una libertà e di una laicità da romanzo: "Volete attraversare la strada col rosso? La vita è vostra. Volete andare in due sul motorino? Fatelo. Drogarvi? Nessun problema". - Tempi -

 
 
 

IN TELEVISIONE C'E' UNA PUBBLICITA' PRO-ABORTO CHE SI ISPIRA AD ADOLF HITLER

Post n°3629 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ieri sera alle 22.10, per la prima volta nel Regno Unito, è andata in onda un’allusiva reclame abortista sulla rete televisiva Channel 4. L’occasione ghiotta è stata il debutto di una nuova trasmissione di gioco a premi, "The Million Pound Drop", condotta dalla nota presentatrice Davina MacCall, destinata a far salire l’indice di ascolto alle stelle. Con una cinica e astuta operazione di marketing, la potente lobby abortista Marie Stopes International (MSI) ha colto al volto l’opportunità di farsi pubblicità, approfittando dell’audience elevata e con il pretesto di «aiutare le donne a compiere una scelta più consapevole circa la propria gravidanza e salute sessuale». Così, tra un intervallo e l’altro della seguitissima trasmissione, si è reclamizzato l’aborto come fosse un normale detersivo. Solo che al posto di un fustino, l’immagine che è andata in onda era quella di una ragazza dallo sguardo preoccupato, ferma alla fermata dell’autobus, sulla quale campeggiava la scritta «Jenny Evans è in ritardo». Allusione, di pessimo gusto, al ciclo mestruale. Seguiva la scena, in pieno stile politically correct, di una donna frettolosa con due bimbi piccoli, accanto alla scritta «Katty Simons è in ritardo», e poi di una solitaria ragazza di colore seduta al bar, accompagnata dalla scritta «Shareen Butler è in ritardo». Seguivano, infine, i riferimenti per contattare telefonicamente o via e-mail MSI, mentre una voce fuori campo spiegava: «Se hai un ritardo mestruale potresti essere in cinta, e se non sei sicura di cosa fare in caso di gravidanza, Maries Stopes International ti può aiutare». Tipico esempio di pubblicità ingannevole, dato che MSI non dà nessun altro "aiuto" se non quello di praticare l’interruzione di gravidanza, e per di più (circostanza occultata nello spot) a pagamento. Per comprendere, del resto, le reali intenzioni dei promotori, è sufficiente leggere il titolo del comunicato stampa che annunciava l’iniziativa sul sito ufficiale di MSI: «Per la prima volta assoluta in Gran Bretagna una pubblicità televisiva sugli "abortion services"». Questa vicenda impone alcune riflessioni. La prima di carattere legale. È interessante, infatti, capire come sia stato aggirato il divieto di pubblicità commerciale per le cliniche abortive, espressamente previsto dal codice della pubblicità (advertising code). Il Broadcast Committee of Advertising Practice (BCAP), l’ente che si occupa della materia, in questo caso ha stabilito che il termine "commerciale" possa escludere l’applicazione del divieto alle organizzazioni non profit. Ciò significa, secondo il BCAP, che la stessa natura giuridica di Marie Stopes International, formalmente una fondazione senza scopo di lucro, la esclude dal divieto, nonostante il fatto che essa effettui anche servizi privati a pagamento. È grazie a questa generosa interpretazione benevola delle norme sulla pubblicità da parte del BCAP, che ieri sera è potuta andare in onda la reclame che abbiamo visto. Interpretazione tanto benevola, quanto decisamente forzata. Per capire, infatti, l’esatta natura "non profit" di Marie Stopes International, basta considerare alcuni dati. I "volontari" dell’aborto pretendono ben 80 sterline per una consultazione telefonica. La cifra, ovviamente, aumenta in caso di consulto di persona. Inutile ricordare, peraltro, che tutte le consultazioni fatte dalle associazioni pro-life sono, invece, assolutamente gratuite. I prezzi di MSI arrivano anche a 1.720 sterline per un aborto da eseguirsi tra le 19 e le 24 settimane. Gli ultimi dati ufficiali di bilancio relativi al 2008 indicano che l’organizzazione abortista riceve circa 100.000.000 di sterline l’anno, molte delle quali (circa 30 milioni) attraverso fondi pubblici, a titolo di rimborso per «servizi sanitari in campo sessuale e riproduttivo». Marie Stopes International pratica circa 65.000 aborti l’anno, più o meno un terzo di tutti gli aborti realizzati nell’Inghilterra e nel Galles, con un giro d’affari decisamente significativo. Mi hanno colpito anche i numeri relativi alle retribuzioni degli operatori di MSI. Ben ventidue di loro percepiscono uno stipendio superiore a 60.000 sterline l’anno (lo stipendio medio nel Regno Unito si aggira attorno alle 25.000 sterline), mentre un dirigente arriva a prendere persino 210.000 sterline l’anno. Niente male davvero per una Charity! La seconda riflessione cui ci induce l’episodio di ieri sera è relativa all’opportunità di una simile reclame. Bisogna innanzitutto partire dal dato statistico secondo cui in Gran Bretagna una gravidanza su cinque si conclude con un aborto. È difficile, pertanto, immaginare che le donne siano completamente all’oscuro in materia, e che sia necessaria un’adeguata opera di informazione. Il numero impressionante di 200.000 aborti l’anno dovrebbe, semmai, porre un problema contrario, ovvero quello di un’opportuna informazione circa le possibili alternative all’interruzione della gravidanza. Per questo mi è apparsa davvero insopportabile la faccia di bronzo di Julie Douglas, direttore Marketing (già questa carica la dice lunga sulla natura non profit) della Marie Stopes International, quando ha dichiarato che «nonostante il fatto che una donna su tre nel Regno Unito abbia avuto almeno un aborto nella propria vita, il tema non è ancora oggetto di un’aperta ed onesta discussione». La pubblicità di ieri sera, a prescindere dal cinismo utilitaristico di chi l’ha commissionata, si è tradotta, di fatto, nell’inaccettabile banalizzazione di un tema estremamente delicato. Non è questo, certamente, il metodo più appropriato per affrontare la traumatica esperienza dell’interruzione di una gravidanza. Per non parlare dei rischi di una possibile escalation al ribasso. Chi può ora negare, ad esempio, alle organizzazioni pro-life di chiedere una pubblicità televisiva sui rischi dell’aborto per la salute delle donne? O sulle possibili alternative all’aborto? Dio ci risparmi lo squallido spettacolo di una guerra televisiva sulla tragedia dell’aborto, a colpi di spot nell’intervallo pubblicitario di una banale trasmissione a quiz. Preoccupa anche il cupo futuro cui potrebbe condurci una simile deriva. Non mi meraviglierei, infatti, se il prossimo passo dovesse essere la pubblicità per l’eutanasia e per le cliniche in cui si pratica il suicidio assistito. Quest’ultima affermazione introduce la terza riflessione che intendevo proporre. In Italia, probabilmente, ad un’organizzazione come Marie Stopes International non sarebbe mai stato erogato un solo euro di fondi pubblici e sarebbe stata bandita dalla televisione di Stato, per il solo fatto del nome che porta. Tutti dovrebbero sapere, infatti, che Marie Stopes (1880-1958) è stata una delle più deliranti figure nel campo dell’eugenetica del XX secolo. Nella sua opera Radiant Motherhood (1920), tanto per fare un esempio, la Stopes ha invocato la sterilizzazione «dei soggetti totalmente inadeguati alla riproduzione», mentre nell’altro suo capolavoro, The Control of Parenthood (1920), vero e proprio manifesto degli eugenisti, ha teorizzato il concetto di «purificazione della razza». Letteralmente affascinata dalle farneticazioni eugenetiche naziste, nel 1935 Marie Stopes ha partecipato al Congresso Internazionale sulla Scienza della Popolazione tenutosi a Berlino ed organizzato dalla propaganda razzista del Terzo Reich. Anche le posizioni antisemite della Stopes furono aspramente criticate, persino da altri pionieri del movimento per il controllo delle nascite, tra cui Havelock Ellis. Non per nulla Marie Stopes si dichiarava una devota fan del Führer. Nel 1939, esattamente un mese prima che la Gran Bretagna entrasse in guerra con la Germania, la pasionaria della razza pura inviò al dittatore nazista alcune poesie accompagnandole da queste compiacenti parole: «Carissimo Herr Hitler, l’Amore è la più grande cosa del mondo: vorrebbe accettare da me questi versi e permettere ai giovani della Sua nazione di leggerli?». Per capire meglio il personaggio, basti dire che Marie Stopes è arrivata a diseredare il proprio figlio Harry per il fatto di aver sposato una donna miope, ovvero un «essere geneticamente difettoso». Non mostrò mai nessunissimo segno di pentimento neppure in punto morte, avvenuta nel 1958, e lasciò la maggior parte del suo patrimonio personale alla Eugenics Society, organizzazione i cui scopi ben traspaiono dal nome. Per chi voglia approfondire il tema consiglio la lettura dell’interessante articolo di Gerard Warner pubblicato sul Telegraph del 28 agosto 2008, dal titolo significativo: «A Marie Stopes si perdona il suo razzismo eugenetico perché era anti-life». In Gran Bretagna, in realtà, non si sono limitati a perdonarla. Nel 2008 le regie poste britanniche hanno dedicato un’emissione di francobolli celebrativi proprio a Marie Stopes, in quanto Woman of Distinction. Ci si può ancora meravigliare di ciò che sta accadendo al di là della Manica? - Gianfranco Amato - ilsussidiario -

 
 
 

MALEFICI: 13MILIONI DI ITALIANI FREQUENTANO CARTOMANTI E FALSI CARISMATICI

Post n°3628 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Maleficio è fare del male per mezzo del demonio, quindi io lo ritengo un termine generico. Non è come alcuni dicono scrivono, sinonimo di fattura. Il maleficio può essere fatto in tanti modi diversi, ecco che abbiamo, la maledizione, il malocchio, la fattura, la legatura, il vodoo, la macumba, sono tutte forme diverse di malefici.

Essendo il maleficio la forma più comune di male malefico, aggiungo qualche concetto che la pratica mi ha insegnato. A secondo dello scopo che il maleficio si prefigge acquista varie denominazioni: di divisione, di innamoramento, di malattia, di distruzione, di divisione. Un maleficio di divisione può esser fatto allo scopo di dividere due sposi, due fidanzati, due amici, con lo scopo di separare, di creare inimicizie, dissidi, litigi, mali con gli amici ed i parenti. Può essere un maleficio di innamoramento se è fatto in modo tale che due si innamorino e si sposino. Oppure nel caso di una ragazza che si innamora del ragazzo della migliore amica. Varie volte mi è capitato di sentire ragazze che mi hanno detto: " La mia migliore amica mi ha soffiato il fidanzato". Idem di giovani che hanno detto "il mio amico migliore mi ha soffiato la fidanzata" anche questo può avvenire attraverso forme di maleficio Quindi l'innamoramento o il disinnamoramento. Altri malefici sono fatti per creare malattie, ossia per creare nella persona malattie o meglio forme che all'apparenza sembrano malattie, ma di fatto non lo sono. Il demonio fa di tutto per stare nascosto e molte volte simula la sua presenza con sintomi identici a malattie comuni. Abbiamo un esempio tipico anche nel Vangelo. Quel giovane ai piedi del Tabor, sicuramente indemoniato, che i nove apostoli non riescono a liberare, eppure aveva degli atteggiamenti che lo facevano sembrare un epilettico, tanto che alcuni evangelisti lo chiamano epilettico. Dava sintomi di epilessia, ma non era epilessia. E quando il padre parla con Gesù: "Certe volte tenta di buttarlo nel fuoco, tenta di buttarlo nell'acqua", sono quei tentativi di suicidio che il demonio da. Ma erano tentativi veri e propri causati dal demonio, altri sono per la distruzione. I cosidetti malefici a morte, per la distruzione. Basta che una persona si metta sotto la protezione della Chiesa, ossia basta che incominci a ricevere benedizioni di liberazione o esorcismi, che incominci a pregare, a ricevere i sacramenti se ci si era allontanati perché è impossibile che quesit malefici abbiano effetto. I cosiddetti malefici a morte non raggiungono lo scopo, ma provocano sempre tentativi di suicidio, da cui ci si salva, magari in estremis, ma tentativi vengono fatti, vengono operati. Pessimi poi quei malefici fatti su intere famiglie, su interi gruppi familiari (parenti), veramente gravi, veramente difficili da ottenere la liberazione. Casi così gravi che tante volte lo stesso esorcista, si affatica, si affatica invano, senza ottenere dei risultati, se non a lunghissima scadenza. Ottenendo però presto dei risultati che ci fanno capire perché il Signore non intervenga ad impedire. Non è Lui a causarli, ma può non intervenire perché queste persone tornano a pregare, a frequentare la messa, ritornano ai sacramenti e si ottengono grandi benedici spirituali. Il Vecchio Rituale, che aveva 21 norme, al numero 8 mette in guardia affinché la persona maleficata (veramente o presumibilmente), non si rechi da maghi, falsi carismatici etc. La compianta Cecilia Gattotrocchi, dopo 4 anni di studio era arrivata a concludere con documentazione scientifica che in Italia sono 13 milioni gli italiani che frequentano i cartomanti, i falsi carismatici che sono immensamente più numerosi degli esorcisti e degli stessi sacerdoti. La prima raccomandazione è che non si ricorra a nessuna forma di queste superstizioni, o di vie illecite; le vie facili delle superstizioni. Il piattino pieno d'acqua con le gocce d'olio che si versano nel piattino, l'acqua col sale, eccetera, forme che dovrebbero immediatamente ottenere la guarigione dai disturbi. E' facile cadere in questi errori. I maghi sono molti, mentre gli esorcisti sono pochissimi. L'ammonimento particolarmente importante è perché la ricorrenza ricorrere ai maghi, santoni è vecchia come il mondo, perché da sempre, da Adamo ed Eva in poi il demonio ha iniziato la sua azione, ed anche la sua azione di malefici. Per cui anche nelle popolazioni più antiche, più arretrate, noi troviamo la lotta contro spiriti maligni, magari ricorrendo agli stregoni. Ogni tribù ha il suo stregone. E questa ricorrenza a maghi e stregoni non è stata minimamente cancellata dal progresso scientifico, sociale, culturale! Mi si dice che tutti i presidenti degli stati uniti hanno un mago a cui consigliarsi e non fanno niente senza consigliarsi a queste persone. - esorcismo.altervista - Padre Amorth -

 
 
 

SAN PADRE PIO E SANTA GEMMA GALGANI

Post n°3627 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Oggi è il giorno in cui il Signore ci ha donato Padre Pio. Francesco Forgione infatti nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. È nota a tutti la partecipazione di questo Uomo di Dio alla Passione di Cristo con le stimmate ed altri segni della Passione del Signore. Ma non è nota a tutti la sua particolare devozione a S. Gemma Galgani. Gemma Galgani ha sette anni quando inizia la sua sconvolgente esperienza con la prima locuzione interiore che trova il suo culmine nel 1899 con i segni delle stimmate nel suo corpo. Francesco Forgione, di nove anni più giovane di Gemma a cinque anni sente il desiderio di essere totalmente di Dio ed inizia a sperimentare i primi fenomeni soprannaturali e durante il suo noviziato (1903-1904) sperimenta pienamente la sua esperienza mistica (Gemma era appena morta). La somiglianza tra le sue esperienze con quelle di Gemma lo porta a intuire e riconoscere che Gemma è colei che può aiutarlo a comprendere ciò che sta vivendo nella propria carne. In una lettera al suo Provinciale si riferisce a Santa Gemma Galgani, allora serva di Dio: "Vengo inoltre a chiedere una carità: avrei desiderio di leggere il libretto intitolato Lettere ed estasi della serva di Dio Gemma Galgani; insieme con quell'altro della stessa serva di Dio, che s'intitola L'ora santa. Sicuro che trovando giusto questo mio desiderio, me li procurerà, la ossequio e le chiedo la sua benedizione" (Epist. 1,77). E lo suggeriva poi alle sue figlie spirituali: "Sto leggendo le lettere e le estasi di Gemma Galgani ... Gemma Galgani dice che ella innanzi a Gesù Crocifisso soffriva, innanzi a Gesù sacramento amava" (Epist. II, 31,1; 40, 6). Negli anni più penosi della sua vita, quando gli fu proibito di comunicare con chiunque, dopo la sua messa detta in privato e le altre preghiere, si ritirava nella biblioteca del convento a leggere quegli scritti di Santa Gemma ed altri libri spirituali. Era tutto il suo conforto in quegli anni duri, di vera crocifissione col Signore. E nella spiritualità di Padre Pio e di S. Gemma troviamo tante rassomiglianze: la Passione di Cristo, la sete di patire per Cristo, l'offerta di vittima per peccatori e le anime del Purgatorio. Scrive al suo Provinciale: "Ed ora vengo, padre mio, a chiederle un permesso. Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime del purgatorio. Questo desiderio è andato crescendo sempre di più nel mio cuore tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L'ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in paradiso le anime del purgatorio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta colla sua ubbidienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Sono sicuro che ella non troverà difficoltà nell'accordarmi questo permesso. Mi benedica, o padre, e preghi anche per me" (Epist. I, 23). E così li possiamo accumulare insieme e chiamarli "Avvocati dei peccatori': Come Gemma anche Padre Pio deve lottare con i demoni, ha le stesse esperienze celesti fatte di rivelazioni, presenze Angeliche, di Cristo e della Vergine Maria. Vive in seguito la dolorosa esperienza delle stimmate, dapprima invisibili, per quasi otto anni, e poi manifeste e permanenti. Padre Pio si riconosce pienamente nelle stesse eccezionali esperienze mistiche di Gemma, da lei descritte con un linguaggio disarmante per la sua semplicità e la sceglie come modello, infatti in molte sue lettere (circa 50) ci sono frasi ed espressioni tipiche del linguaggio di Santa Gemma, tratte dalle sue lettere, diario e scritti. Santo Padre Pio raccomandava a parecchi dei suoi figli spirituali la devozione a Gemma che chiamava "La Grande Santa" e quando parlava di Lei si commuoveva fino alle lacrime e invitava i devoti visitatori a conoscere questa anima prediletta. Molto spesso Padre Pio inviava a Lucca diversi pellegrini provenienti dalla Toscana e da alcune Regioni del Nord Italia "Che ci venite a fare qui da me a chiedere grazie? Correte a Lucca che è a voi più vicino, perché là ci sta Santa Gemma, che è una Santona". Santa Gemma Galgani e San Padre Pio hanno sparso in tutto il mondo il profumo della loro santità, e a noi non rimane che rivolgere a Dio calorose lodi di ringraziamento per averci donato delle creature cosi risplendenti di amore e di virtù.

Innamorati di Maria -

 
 
 

IL FUTURO DELLA MONETA UNICA: UN UNIONE EUROPEA/AZIENDA GESTITA DAI POTERI FORTI E INVISIBILI

Post n°3626 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Il break-up, ovvero l’implosione dell’euro, non può essere esclusa a questo punto. L’effetto-contagio è una possibilità reale, e non solo sui paesi più a rischio» ("Repubblica", 6 maggio 2010). Il pessimismo dell’economista Nouriel Roubini, professore di economia alla New York University («è difficile essere ottimisti guardando quello che succede ad Atene») conferma, dopo la crisi economica della Grecia, le riserve che in Italia ha manifestato "Corrispondenza Romana" fin dal 1992, quando la moneta unica fu "concepita" dal Trattato di Maastricht. Il 2 gennaio 1999, quando la nuova moneta europea era appena nata ed aveva un doppio corso e mentre da tutte le parti soffiava impetuoso il vento dell’euro-ottimismo, anzi dell’euro-entusiasmo, attingendo alle massime dell’antichità classica, scrivevamo che l’euro «è un vento che porta tempesta» (CR 603/01, 2 gennaio 1999). Osservavamo infatti che l’abolizione della variabilità dei tassi di cambio tra le monete europee non significa l’eliminazione delle forti differenze strutturali tra le economie dei 15 Paesi che fanno parte della UE. La variabilità del cambio è uno strumento che è stato sempre utilizzato per correggere gli squilibri esistenti tra le diverse economie nazionali. Sopprimere lo "strumento di aggiustamento" senza eliminare gli squilibri significa rischiare una crisi analoga a quella verificatasi in Argentina in seguito all’artificiosa imposizione di un rapporto di cambio rigido tra il dollaro e il peso. D’altra parte, una volta eliminato il tasso di cambio tra le monete, l’unico mezzo per correggere gli squilibri intercorrenti tra le diverse economie è quello di intervenire attraverso le politiche nazionali di bilancio, ma il patto di stabilità firmato dal Consiglio europeo di Amsterdam nel giugno del 1997 preclude questa strada, tanto da rischiare di trasformarsi, come fu osservato in un autentico "patto di instabilità" ("Il Giornale", 10 dicembre 2001). Il massiccio intervento dell’UE in soccorso dell’Euro, dopo la crisi greca, non è che un palliativo a breve termine. Come risolvere dunque la crisi? Non è difficile prevedere ciò che avverrà attraverso la cessione, dopo la rinuncia alla sovranità monetaria, di una seconda parte di sovranità nazionale, quella fiscale. Una volta avviata la moneta unica, l’unico strumento che resterà in piedi per controllare gli squilibri e le prevedibili crisi economiche sarà infatti quello del prelievo e della ridistribuzione fiscale. La natura politica del Trattato di Maastricht, oggi non a tutti chiara, è destinata dunque a svelarsi, confermando il vero obiettivo del progetto europeo: la liquidazione degli Stati nazionali per creare una sorta di Europa-azienda gestita da poteri forti e invisibili, non solo economici: la Commissione, la Banca Centrale di Francoforte, ma anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, a cui il Trattato di Amsterdam affida il compito di applicare il diritto comunitario, e la Corte dei Diritti umani di Strasburgo, la stessa che ha recentemente imposto all’Italia la rimozione dei crocifissi dalle scuole e dai luoghi pubblici. Una "casa comune" che ricorda quella di Gorbaciov, fallita ad Oriente, in via di realizzazione ad Occidente. -Da un articolo di Corrispondenza Romana - Pontifex -

 
 
 

SE L'ABORTO DIVENTA BANALE ROUTINE

Post n°3625 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dall’America a casa nostra aumentano le donne che interrompono due, tre, anche più di quattro gravidanze. E non sono povere, ignoranti e immigrate. L’analisi di Borgna e un’inedita indagine italiana. «Le teenager usano l’aborto ripetuto come forma contraccettiva, alcune hanno interrotto la gravidanza quattro o anche più volte». È l’attacco di un articolo del quotidiano Daily Mail, che nel dicembre 2009 denunciò la preoccupante deriva insieme a tutti i principali giornali britannici, senza però ottenere troppa eco fuori dalla madrepatria. Tra le poche voci a rilanciare l’allarme quella di Irene Vilar, la donna che con il best seller Scritto col mio sangue ha sconvolto gli Stati Uniti raccontando dei suoi quindici aborti. Nell’intervista apparsa sull’ultimo numero di Tempi, la Vilar conferma che, secondo le ultime ricerche, la metà delle donne che hanno abortito in Canada e in America lo hanno fatto anche sei o sette volte e gran parte di loro è istruita e benestante. Le rare e poco pubblicizzate statistiche sulla "recidiva" degli aborti costringono a non sottovalutare il fenomeno circoscrivendolo a pochi casi eccezionali. Perché se è vero che «le dipendenze, le nevrosi e i comportamenti ripetuti compulsivamente sono sempre esistiti, la loro diffusione massiccia e le forme che assumono non possono essere slegate dal contesto culturale in cui viviamo», spiega a Tempi Eugenio Borgna, psichiatra e libero docente di Clinica delle malattie nervose e mentali a Milano.

L’ossessione del controllo

La presenza della nuova piaga è emersa per la prima volta in una ricerca pubblicata nel 2004 relativa alla popolazione del Nord America. Del milione e mezzo di aborti dichiarati negli States nell’anno in cui sono stati effettuati gli studi, la metà era successiva a una o più interruzioni volontarie di gravidanza precedenti. Quasi il 20 per cento delle donne era invece al terzo aborto, il 10 aveva interrotto la gravidanza addirittura quattro volte o più. E mentre il 40 per cento delle recidive era diplomato e il 39 laureato, una percentuale simile confessava apertamente di non utilizzare alcun metodo contraccettivo. Un dato che smentirebbe la presunta correlazione fra l’accesso e la conoscenza della contraccezione e il contenimento dell’aborto, come confermano anche i risultati del tutto simili ottenuti dalle ricerche sulla popolazione canadese svolte nel 2005 dalla University of Western Ontario sulla scia delle pubblicazioni americane. Il Vecchio Continente, invece, sembra non voler prendere atto della tendenza, visto che le pubblicazioni europee più recenti risalgono ai primi anni Novanta, quando ancora i numeri di recidiva non destavano troppe preoccupazioni. In Italia, però, nel 2009 la rivista scientifica Ostetricia e Ginecologia, con un articolo ignorato dalla stampa, ha sollevato il problema, seppur minimizzando e accentuando il fatto che la maggioranza dei casi di recidiva si riscontra fra le straniere. Ma il dato, relativo al 2007, resta grave se si tiene conto che il tasso di abortività delle italiane è più basso in generale di quello delle straniere. Si legge che fra le recidive italiane (21,5 per cento), il 18 per cento ha fatto ricorso all’interruzione di gravidanza per ben tre volte, mentre l’11 ha abortito anche più di quattro volte. Nel corso di alcune indagini svolte a Ginevra (i cui risultati sono citati da Ostetricia e Ginecologia) è emerso poi che fra le cause del fenomeno vi sono problemi di personalità volubile, «una triade psicologica» caratterizzata da «una tendenza alla depressione, un grande senso di dipendenza e una forte passività. Soprattutto quest’ultima, associata ad un frustrante desiderio di essere più intraprendenti e più capaci di controllo» della propria vita. Dagli studi ginevrini viene inoltre escluso che le differenze culturali ed economiche siano fattori incidenti sulla tendenza a ripetere l’aborto.

I numeri allarmanti di Mentova

Nel suo libro Irene Vilar si definisce una ex "aborto-dipendente". E se ci fosse anche questo aspetto patologico nelle tendenze rilevate dalle ricerche? Borgna rifugge le semplificazioni: «Il rifiuto della maternità è una forma di controllo della propria vita, ma è un atto responsabile e volontario. Dire che l’aborto è un disturbo rischia di farci concludere che non c’è responsabilità in chi lo compie. C’è un aspetto di libertà che rimane». Ma il ricorso all’aborto non rischia di diventare un comportamento compulsivo epocale come l’anoressia? «I comportamenti ossessivi ripetuti sono sempre esistiti (penso a nevrosi come il gioco d’azzardo o l’alcolismo), anche se ora sono aumentate le percentuali dei disturbati e questo è da attribuire all’insicurezza dilagante e alla mancanza di un’educazione affettiva adeguata, come conferma Vilar». Queste nevrosi, «già presenti sin dall’antichità», hanno assunto nuove dimensioni e caratteristiche per via di fattori culturali specifici, «per via di un iper-individualismo, che rifiuta l’alterità in nome della libertà, propagandato massicciamente negli anni Sessanta. La forte enfasi sul corpo tipica della nostra epoca fa sì che ci giochiamo la nostra identità attraverso quest’ultimo. Così oggi se ci si vuole esprimere o dire qualcosa lo si fa molto di più attraverso la fisicità. Se poi la nostra identità è fragile, per sentirci adeguati dobbiamo adattare il nostro corpo a quello propagandato come "migliore" dai mezzi di comunicazione, ovvero quello evanescente». Se il combinato tra l’ossessione del corpo e l’identità fragile influisce sui nuovi disturbi alimentari, «è stata la cosiddetta liberazione sessuale, lo slogan secondo cui "il corpo è mio e lo gestisco io", a spingerci a credere che per essere liberi e affermarci bisogna sbarazzarsi degli altri, figli compresi». Borgna lega poi il rifiuto della contraccezione a una forma di ribellione estrema per cui si arriva ad accettare un dolore maggiore piuttosto che adottare precauzioni: «L’aborto – conferma lo psichiatra – è usato sempre più come metodo contraccettivo perché il fatto di non accettare alcun vincolo è arrivato all’esasperazione. Così anche la contraccezione, che doveva servire a liberare la donna dalla maternità, oggi è sentita come una forma di schiavitù del proprio corpo». Siamo intrappolati in noi stessi, come il mitologico Narciso. «Il rifiuto ossessivo dell’essere madri è da attribuirsi proprio al narcisismo, all’incapacità di accettare l’altro da sé, che legata alla repulsione per la contraccezione si esprime di conseguenza nella ripetizione dell’aborto. Il problema del rifiuto della maternità, però, sta a monte ed è presente anche nella donna che abortisce una sola volta. Anche se magari poi impara a evitare la gravidanza con altri mezzi e nasconde più facilmente il suo disagio». A breve saranno pubblicati i risultati di alcune analisi concluse nel 2010 e relative alla Provincia di Mantova. I dati raccolti testimonierebbero che la tendenza riscontrata in America e Regno Unito esiste anche in Italia. Le donne che hanno abortito volontariamente più di due volte (42 per cento) sarebbero il doppio di quelle che lo hanno fatto una volta sola (22). Ci sarebbe inoltre parità fra recidive straniere e italiane, in gran parte donne coniugate (44 per cento) e diplomate o laureate (37). Chissà se a questa allarmante ricerca seguirà un’indagine nazionale più approfondita. - Benedetta Frigerio - Pontifex -

 
 
 

MESE DI MAGGIO CON MARIA: NON ABBANDONA NESSUNO - 25 MAGGIO -

Post n°3624 pubblicato il 25 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In un angolo del Cremimo, a Mosca, appoggiata al muro di cinta, si trova una piccola chiesa dove si custodisce l'antica Icona di Maria, detta "Gioia inattesa". Molte candele, giorno e notte, stanno accese davanti a quel volto oscuro, dagli occhi tanto espressivi. Si racconta che un bandito d'una crudeltà inaudita, sfuggiva a tutti gli agguati che venivano tesi. Ma un giorno fu preso, fu buttato in un sotterraneo e legato al muro con pesanti catene. Quasi folle dall'ira, impotente, ad un tratto afferrò con le mani il collo della camicia e... si fermò di scatto. Sentì una piccola crocetta retta da una catenina, quella del battesimo che ogni russo porta fino alla sepoltura. O Signore, io sono stato battezzato! Tremava; la bocca non proferiva più bestemmie. Ancora uno sforzo ed un grido rauco. "Madre di Dio, aiutami! Intercedi, salvami dalla dannazione eterna". Ed ecco le catene si spezzano e per misericordia divina appare una Icona della Beata Vergine Maria. Quando il boia aprì la porta, trovò l'assassino in orazione. Egli si alzò: "Fratello, eccomi; sia fatta la volontà di Dio". Le catene spezzate, l'assassino pareva un santo. Corsero a fare il rapporto. "Chi è stato perdonato da Dio, noi uomini non possiamo giudicare - disse il vecchio metropolita - liberatelo, che vada con Dio e cerchi di non peccare più". L'assassino fu lasciato libero. Morì da santo. Fu dipinta un'Icona su quel fatto straordinario, ed è quella medesima che si trova oggi al Cremlino.  (V Cehunova, "Luci sull'Est")

Fioretto: Madre dei sofferenti, donami un cuore retto in ogni momento della mia vita in modo che possa essere di esempio a quanti mi circondano.

Giaculatoria: "Dalle catene dei miei peccati - liberami, o Madre degli abbandonati".

Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31            
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963