ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 26/05/2010

FUORI DALLO STATO VEGETATIVO: ORA E' CITTADINO ONORARIO

Post n°3637 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La prossima settimana Pavia avrà tre cittadini in più. A chiederlo (e ottenerlo) sono stati gli stessi «pavesi di ogni estrazione sociale e colore politico», che in pochi giorni hanno raccolto 1.850 firme e si sono uniti in un Comitato spontaneo, «Pavia città della vita». Lo scopo: proporre al sindaco e al Comune di conferire la cittadinanza onoraria a Lucrezia ed Ernesto Tresoldi e al loro figlio Massimiliano, il giovane di Carugate (Milano) rimasto in stato vegetativo per dieci anni dopo un grave incidente d’auto e oggi, grazie a quei genitori, risvegliatosi da un lungo sonno ufficialmente senza sbocchi. E’ ormai nota in tutta Italia la vicenda di Max, rimbalzata per la sua unicità su quotidiani e televisioni dal giorno in cui (il Natale del 2000) alzò una mano per abbracciare la madre e dire così al mondo 'sono tornato'. E se in questo ultimo anno alcune città hanno considerato l’idea di conferire la cittadinanza onoraria alla famiglia Tresoldi, Pavia – città universitaria di lunghissima tradizione medica – è arrivata per prima. Era passata l’una di notte di ieri quando il consiglio comunale esprimeva 26 voti favorevoli e un solo contrario (il consigliere Pd Guido Giuliani), davanti ai cittadini rimasti fino all’ultimo per assistere alla votazione. La famiglia Tresoldi – si legge nella delibera – è «esempio ammirevole e simbolo di tutte le famiglie che condividono le medesime difficoltà e la sfida gioiosa per una piena accoglienza di vita in ogni sua fase e condizione». Lungo quei dieci anni, infatti, Lucrezia ed Ernesto non hanno mai smesso di curare un figlio cui la medicina non concedeva speranza, perso in uno stato vegetativo che allora si definiva ancora 'permanente'. E per non illuderli i neurologi spiegavano loro che Massimiliano era «come un tronco colpito dal fulmine, essiccato per sempre», che il suo cervello era «come una centralina cui hanno tagliato i fili: spento», che la sua coscienza era inesistente. Nonostante questo, per 365 giorni l’anno una schiera di cinquanta ragazzi volontari, gli amici del calcio, si sono organizzati in turni per non lasciarlo mai solo e continuare a dargli quell’assistenza che la famiglia non poteva pagare. Notte e giorno gli hanno parlato, lo hanno girato nel letto antidecubito, gli hanno mosso gambe e braccia perché non si atrofizzassero, incuranti del fatto che quel «tronco secco» non avrebbe mai dato risposte. Invece nel Natale del 2000 le ha date, e adesso, nonostante le sue disabilità, Max riesce a raccontare che «in quei dieci anni io sentivo tutto ciò che avveniva nella mia stanza». Lo ha testimoniato anche a Pavia l’11 marzo, durante un convegno sugli stati vegetativi organizzato dal centro culturale 'Giulio Bosco' nell’aula magna dell’Università. «Sarebbe giusto iscrivervi simbolicamente nella popolazione della nostra città», aveva proposto dal pubblico l’assessore ai Servizi sociali e alla Famiglia, Sandro Assanelli. Nelle settimane successive un comitato spontaneo di cittadini aveva aderito all’iniziativa senza distinzioni politiche o ideologiche. Una trasversalità ripetutasi anche la notte scorsa in consiglio comunale, nonostante le intemperanze di una parte che ha lasciato l’aula al momento del voto. Sono infatti intervenuti con dichiarazioni di voto favorevole, a tratti toccanti e appassionate, i consiglieri del Pdl, della Lega e delle altre formazioni che sostengono la giunta di centrodestra, quelli dell’Udc, così come esponenti del Pd e dell’Idv. I più soddisfatti sono i promotori del Comitato: «La cittadinanza onoraria vuole sottolineare la somiglianza tra l’impegno che la città di Pavia ha sempre dimostrato verso i malati, divenendo famosa in Italia e nel mondo per il suo Policlinico, e quello speso dalla famiglia Tresoldi e dagli amici volontari per Massimiliano». Così la loro iniziativa, «più che voler essere premiale verso questa famiglia, che non ne ha bisogno perché ha già avuto la gioia del risveglio del figlio, è finalizzata soprattutto a far sì che anche ogni altro malato pavese (e non) e ogni altra famiglia pavese (e non) che abbia malati 'in casa' non si sentano più soli ma avvertano la presenza e la vicinanza di un’intera città che li sostiene e li aiuta». - di Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola - Avvenire - 

 
 
 

LA REGINA DELLA PACE CI AVVERTE:SATANA CI GUIDA NELLA SUA VIA ATTRAVERSO IL MODO DI PENSARE E AGIRE DEL MONDO

Post n°3636 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Messaggio del 25 Maggio 2010 :"Cari figli, Dio vi ha dato la grazia di vivere e proteggere tutto il bene che é in voi ed attorno a voi e di esortare gli altri ad essere migliori e piú santi, ma satana non dorme e attraverso il modernismo vi devia e vi guida sulla sua via. Perció, figlioli, nell’amore verso il mio Cuore Immacolato, amate Dio sopra ogni cosa e vivete i suoi comandamenti. Cosi la vostra vita avrà senso e la pace regnerà sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

La Regina della Pace, ricordandoci una prima grande grazia che Dio ci ha dato, la grazia di proteggere e di vivere il Bene che è in noi e attorno a noi, Bene che abbiamo scoperto, cercato e bramato, (cfr Messaggio del 2 Maggio), denunzia quello che noi non vediamo, ma che è ben presente nel mondo: satana che non dorme e che ci guida sulla sua via attraverso il modernismo, che è sinonimo di mentalità mondana, di modo di pensare e di agire secondo il mondo, in nome di una falso rinnovamento e di una falsa novità, in opposizione a quella di Dio, al suo modo di pensare e di vivere, che portano invece la vera vita e la vera pace. Possiamo pensare alla via stretta e alla via larga… che conduce alla salvezza o alla perdizione. Non nei ragionamenti accomodanti, ma nell’Amore, nell’Amore dentro il Cuore Immacolato di Maria, comprenderemo la verità della nostra vita e avremo la Pace, la Pace che nasce dall’Amore di Dio, dall’osservanza dei suoi Comandamenti e dalla tensione verso la Santità di Dio. Gesú ha detto: "Come il Padre ha amato me, cosí anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come anch’io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo Amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv. 15, 9-11). La Regina della Pace ci ricorda una seconda grande grazia di Dio: la chiamata ad essere missionari, invitandoci ad esortare gli altri ad essere migliori e piú santi: ci ricorda che "siamo" "sale della terra" e "luce del mondo" (cfr. Mt. 5, 13.14). La parola "Amore" è oggi interpretata molto soggettivamente dal mondo e da quanti non conoscono Dio-Amore. La parola "Comandamenti" suscita in tanti cristiani, anche praticanti, critiche, rifiuti e dure opposizioni all’insegnamento contenuto a questo proposito nella Scrittura e trasmesso fedelmente dalla Chiesa. La parola "Santità" tante volte è fuori dall’orizzonte di tanti cristiani, e perciò dal loro impegno, dal loro obiettivo: anche noi quanto poco cerchiamo di essere veramente "Santi secondo Dio"! La Regina della Pace ci mostra dunque due forze che si scontrano sempre piú, in noi e attorno a noi: Dio e Satana, il Vero Bene e il bene mondano. La Madonna porta la Luce e dissipa le Tenebre che, in questo tempo, hanno invaso ormai la terra e anche molte comunità che si dicono "cristiane". Ancora una volta si tratta di discernere, di scegliere, di vivere e di testimoniare. Cosí la Regina della Pace ci invita a schierarci sempre piú dalla parte di Dio, prendendo le distanze dal mondo. Penso a quante volte io stesso dico: "Va bene: che male c’è? Fanno tutti cosí!" senza pensare che in queste parole è nascosto un grande inganno e che nascondono la triplice concupiscenza: quella degli occhi, quella della carne e quella del mondo. Satana non è forse il grande seduttore? L’anticristo…, colui che diventerà poi il grande accusatore?...Credo che in questo tempo siamo chiamati a interrogarci, a fare chiarezza prima di tutto nel nostro cuore, a scegliere il Bene, ad amare Dio sopra ogni cosa, ad osservare tutti i Suoi Comandamenti! Questo è un programma di vita per noi! E’ un programma di vita da proporre poi anche agli altri. La Regina della Pace conclude questo Messaggio con due grandi promesse: se amerete Dio sopra ogni cosa e se osserverete i Suoi Comandamenti, la vostra vita avrà senso pieno e nel mondo regnerà la Pace. La Pace nasce ancora non dai fiumi di parole ma dalle opere, non dal mondo ma da Dio, secondo le parole di Gesú: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi." (Gv. 14, 27). Nel mondo non c’è pace, perché non c’è quella di Gesú, e cosí non c’è nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nei nostri ambienti. Se non c’è "la Pace di Gesú", non c’é neppure il Bene. Senza Dio non ci puó essere nessuna pace, non ci puó essere nessun Bene! Maria ci illumini, ci rafforzi, ci conduca verso la Pace in questi tempi cosí burrascosi e scombussolati. Vi benedico. P. Armando

 

 
 
 

TESTIMONIANZA DI GUARIGIONE A MEDJUGORJE DI SILVIA BUSO

Post n°3635 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Mi chiamo Silvia, ho 21 anni e sono di Padova. Il 4 ottobre 2004 all’età di 16 anni mi sono ritrovata, nel giro di pochi giorni, a non poter camminare più e ad essere costretta a rimanere in carrozzina. Tutti gli esiti degli esami clinici erano negativi, ma nessuno sapeva quando e se avrei ripreso a camminare. Sono figlia unica, avevo una vita normale, nessuno si aspettava di dover passare momenti così duri e dolorosi. I miei genitori hanno sempre pregato e chiesto l’aiuto della Madonna affinché non ci lasciasse soli in questa dolorosa prova. Nei mesi successivi però sono peggiorata, ho perso peso e sono iniziate delle crisi simil-epilettiche. Verso gennaio mia madre ha contattato un sacerdote che seguiva un gruppo di preghiera molto devoto alla Madonna, e ogni venerdì andavamo tutti e tre al Rosario, Messa e Adorazione. Una sera poco prima di Pasqua, finita la funzione, si è avvicinata una signora e mi ha messo tra le mani una medaglietta della Madonna, dicendomi che era stata benedetta durante l’apparizione a Medjugorje, ne aveva solo una, ma in quel momento riteneva che io ne avessi più bisogno di lei. L’ho presa e appena sono tornata a casa l’ho messa al collo. Passate le vacanze ho telefonato al preside della mia scuola e mi sono fatta dare i programmi della classe che frequentavo, la terza liceo scientifico e nei mesi di aprile e maggio ho studiato. Nel mese di maggio, intanto, i miei genitori, hanno iniziato a portarmi ogni giorno al Rosario e alla S.Messa. All’inizio lo sentivo come un obbligo, ma poi ho iniziato a desiderare anch’io di andarci perché quando ero li e pregavo trovavo un po’ di conforto alla tensione provocata dal fatto di non poter fare le cose come gli altri miei coetanei. Nella prima metà di giugno ho sostenuto degli esami a scuola, li ho passati e lunedì 20 giugno quando la fisiatra mi ha detto che doveva accompagnare sua madre a Medjugorje, d’istinto le ho chiesto se poteva portarmi con lei! Mi ha risposto che si sarebbe informata e dopo tre giorni ero già sul pullman verso Medjugorje con mio padre! Sono arrivata la mattina di venerdì 24 giugno 2005; durante la giornata abbiamo seguito tutte le funzioni e abbiamo avuto l’incontro con il veggente Ivan, lo stesso che più tardi avrebbe avuto l’apparizione sul monte Podbrodo. Alla sera quando mi è stato chiesto se volevo andare anch’io sul monte, ho rifiutato spiegando che la carrozzina su un monte non può salire e non volevo disturbare gli altri pellegrini. Mi hanno detto che non c’erano problemi e che avrebbero fatto a turno, così abbiamo lasciato la carrozzina ai piedi del monte e mi hanno preso in braccio per portarmi fino in cima. Era pieno di gente, ma siamo riusciti a passare. Arrivati vicino alla statua della Madonna, mi hanno fatto sedere e ho iniziato a pregare. Ricordo che non pregavo per me, non ho mai chiesto la grazia di poter camminare perché mi sembrava una cosa impossibile. Pregavo per gli altri, per le persone che in quel momento si trovavano nel dolore. Ricordo che quelle due ore di preghiera sono volate via; preghiera che ho fatto veramente con il cuore. Poco prima dell’apparizione, il mio capogruppo seduto di fianco a me mi ha detto di chiedere tutto ciò che volevo alla Madonna, Lei sarebbe scesa dal Cielo sulla terra, sarebbe stata li, davanti a noi e avrebbe ascoltato tutti in modo uguale. Ho chiesto allora di avere la forza per poter accettare la carrozzina, avevo 17 anni e un futuro in carrozzina mi ha sempre spaventato tantissimo. Prima delle 22.00 ci sono stati dieci minuti di silenzio, e io mentre pregavo ero attratta da una chiazza di luce che vedevo alla mia sinistra. Era una luce bella, riposante, tenue; a differenza dei flash e torce che si accendevano e spegnevano in continuazione. Intorno a me c’erano tante altre persone, ma in quei momenti era tutto buio, c’era solo quella luce, che quasi mi intimoriva e più di una volta ho tolto lo sguardo, ma poi con la coda dell’occhio mi era inevitabile vedere. Finita l’apparizione al veggente Ivan, la luce svanì. Dopo la traduzione in italiano del messaggio della Madonna, due persone del mio gruppo mi hanno preso per portarmi giù e sono caduta all’indietro, come svenuta. Sono caduta sbattendo la testa, il collo e la schiena su quelle pietre e non mi sono fatta il minimo graffio. Ricordo che era come se fossi stata su un materasso morbido, accogliente, non su quelle pietre dure e spigolose. Sentivo una voce dolcissima che mi tranquillizzava, mi calmava come coccolandomi. Subito hanno iniziato a gettarmi dell’acqua e mi hanno riferito che si sono fermati delle persone e alcuni medici che hanno provato a sentirmi il polso e il respiro, ma niente, non c’erano cenni di vita. Dopo cinque – dieci minuti ho aperto gli occhi, ho visto mio padre piangere, però per la prima volta dopo 9 mesi ho sentito le mie gambe e così scoppiando in un pianto ho detto tremando: "Sono guarita , cammino!" Mi sono alzata come se fosse la cosa più naturale; subito mi hanno aiutato per scendere dal monte perché ero agitatissima e temevano che mi facessi male, ma arrivata ai piedi del Podbrodo quando mi hanno avvicinato la carrozzina, l’ho rifiutata e da quel momento ho iniziato a camminare. Alle 5.00 del mattino seguente stavo scalando il Krizevac da sola con le mie gambe. I primi giorni che camminavo avevo i muscoli delle gambe indeboliti e atrofizzati dalla paralisi, ma non avevo paura di cadere perché mi sentivo sorretta da fili invisibili alle spalle. Non ero andata a Medugorje in carrozzina pensando di poter tornare con le mie gambe. Era la prima volta che ci andavo, è stato bellissimo non solo per la Grazia che ho ricevuto, ma per l’atmosfera di pace, calma, serenità e grandissima gioia che lì si respira. All’inizio non facevo mai testimonianze perché ero molto più timida di adesso e poi avevo numerose crisi simil-epilettiche durante la giornata, tanto che a settembre 2005 non avevo potuto riprendere a frequentare la quarta liceo. A fine febbraio 2006 era venuto padre Ljubo a tenere un incontro di preghiera a Piossasco (TO) e mi avevano chiesto di andare a fare testimonianza. Ho un po’ tentennato, ma alla fine sono andata; ho reso testimonianza e ho pregato il S.Rosario. Prima che andassi via padre Ljubo mi ha benedetto e ha pregato qualche istante sopra di me; da lì a pochi giorni sono completamente scomparse tutte le crisi. La mia vita ora è cambiata e non soltanto perché sono fisicamente guarita. Per me la Grazia più grande è stata quella di scoprire la Fede e sapere quanto amore Gesù e la Madonna hanno per ciascuno di noi. Con la conversione è come se Dio mi avesse acceso un fuoco dentro che va costantemente alimentato con la preghiera e l’Eucarestia. Qualche vento poi potrà soffiarci ma se è ben alimentato, questo fuoco non si spegne e ringrazio infinitamente Dio per questo immenso dono! Ora nella mia famiglia ogni problema lo affrontiamo con la forza del Rosario che preghiamo ogni giorno tutti e tre insieme. In casa siamo più sereni, felici perché sappiamo che ogni cosa è secondo la volontà di Dio, del quale abbiamo piena fiducia e siamo estremamente contenti che Lui e la Madonna ci guidino. Con questa testimonianza io voglio rendere grazie e lode alla Madonna e Gesù anche per la conversione spirituale avvenuta nella mia famiglia e per il senso di pace e gioia che Loro ci donano. Vi auguro di cuore che ognuno di voi senta l’amore della Madonna e di Gesù perché per me è la cosa più bella e importante della vita. Silvia Buso -centroreginadellapace -

 
 
 

IN ITALIA SIETE TUTTI CRISTIANI VERO?

Post n°3634 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nascondere la fede come ai tempi delle catacombe. A colazione da una donna maronita in una città musulmana. «Avete il crocifisso, a voi lo posso dire»

L’avevamo vista la sera prima. A cena, a gruppi rigorosamente separati: noi uomini in cortile, seduti su un tappeto coperto di frutta, fresca e secca; le donne, sotto un portico di cemento armato, mezzo costruito e mezzo diroccato, come quasi tutto a Tripoli di Libano. La serata era scivolata lenta nell’oscurità come le chiacchiere incomprensibili e qualche domanda tradotta dall’unico che parlava italiano o dai pochissimi che conoscevano altre lingue oltre all’arabo. Al mattino, io e il mio compagno di viaggio ci eravamo svegliati tra le pareti scrostate e coperte di gechi di una stanza senza vetri alle finestre dalle quali si affacciavano i volti di bambini intenti a osservare il sonno dello straniero. Eravamo usciti nel cortile, abbagliante di sole e di polvere, e i ragazzini erano fuggiti nei canneti che ci circondavano. Tutta la collina che scendeva verso Tripoli biancheggiava degli scheletri di case in costruzione e mai terminate, ossa spolpate di realtà incompiute che si contrapponevano al corpaccione del castello crociato abbandonato dalla storia in riva al mare di una città musulmana al 99 per cento, rosso delle pietre strenuamente attaccate alle spalle dei suoi bastioni. Il cortile era deserto e ci aggiravamo in cerca, se non di qualcuno, almeno di una traccia. Lei era ancora sotto al portico. Seduta a un tavolino, questa volta. Giovane, bionda, senza velo. Come a un bar di Cannes. Ci fece segno di avvicinarci. Ce ne guardammo bene. Impossibile sapere che cosa sarebbe potuto accadere se ci avessero trovato, due uomini occidentali, a parlare da soli con lei. Facemmo finta di non averla notata. Insistette. Ai gesti unì anche la voce. Io e il mio amico ci guardammo. Nonostante l’imbarazzo, resistemmo. Ci voltammo ancora a guardare in giro. Nessuno. Ce lo ribadì anche lei. A gran voce, in inglese. Non ci muovemmo ancora. «Venite, facciamo colazione». Parlava in francese oltre che in inglese. Si alzò e rientrò in casa. Tornò con succo di frutta, caffè, frutta e dolci. Ci chiamò ancora. Il mio amico fu il primo a muoversi, credo per la fame. Ci presentammo e ci sedemmo al tavolino di fronte alla donna. Poteva avere tra i venticinque e i trent’anni. Ci guardava il collo. «Voi siete cristiani». Abbassai lo sguardo sul crocifisso che pendeva dalla mia collana d’oro. Annuii. «Anch’io lo sono: maronita».
Annuimmo. Più che altro per timore di dire qualcosa di sbagliato. Ci disse che veniva da un sobborgo cristiano di Beirut. Era la moglie del cugino dell’uomo che ci aveva portato lì. Ma soprattutto ci disse che non era musulmana. Si era sposata con rito musulmano, ma lei non lo era. Questo ci teneva che fosse chiaro.
«I miei non volevano che lo sposassi. Ma ero innamorata». Allargò le braccia con un sorriso melanconico. Noi attaccammo a mangiare. Giusto per cogliere l’occasione, casomai poi fosse arrivato qualcuno. «A voi però lo posso dire. Perché voi siete cristiani come me». Si fermò come se aspettasse una conferma. Noi annuimmo con la bocca piena. «Anche i miei figli sono cristiani. Li ho fatti battezzare. Di nascosto». Deglutimmo. Ci disse di non dirlo a nessuno. Neanche all’uomo che ci aveva portato lì. Annuimmo.
«Se lo sa mio marito, mi ammazza. Ma io, tutte le sere, quando li metto a letto, prego Gesù con i miei bambini. Ho insegnato loro il Padre Nostro e l’Ave Maria. E anche il segno della croce». Indicò di nuovo il crocifisso che portavo al collo. Abbassai gli occhi per guardarlo. Lei fece segno di sì sorridendo. Era sicura ora. Per quel segno davanti a lei, che lei non poteva portare ma che per lei significava tutto. E per il quale ci stava affidando tutto ciò che di più caro aveva. I suoi figli. La sua stessa vita.
«In Italia avete il Papa. Lì siete tutti cristiani, vero?». Annuimmo. Senza esitare. - di Maurizio Zottarelli - Tempi -

 
 
 

SANTA MARIA DEL FONTE DI CARAVAGGIO

Post n°3633 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Anche la storia di questa apparizione ci aiuta a considerare con riconoscenza come la Madre di Dio, perennemente china sui Suoi figli, abbia sempre avuto una parte attiva e determinante nel corso della storia. Nei primi anni del 1400, a Caravaggio (BG) una ragazza di nome Giovannetta, particolarmente devota alla Vergine Santissima, per obbedienza al padre sposa un uomo che ben presto si dimostra crudele, maltrattandola con ingiurie, minacce e percosse. Un giorno, il 26 maggio 1432, dopo essere stata ingiustamente picchiata viene obbligata dal marito a recarsi nei campi per procurare il foraggio per le bestie. Mentre falcia l'erba pregando e piangendo, Giovannetta chiede aiuto alla Vergine perché non l'abbandoni. All'improvviso una bellissima e dolce Signora le appare dicendole di non temere perché le sue preghiere, per mezzo Suo, erano state esaudite da Dio.

"Ascolta bene e ricorda le mie parole. Mio Figlio Onnipotente voleva distruggere la terra tutta per la cattiveria degli uomini che continuano a compiere sempre nuove scellerataggini e peccati. Ma io l'ho pregato per sette anni perché ciò non facesse. Voglio che tu dica a tutti che digiunino a pane e acqua il venerdì in onore di mio Figlio e che celebrino il sabato dopo il vespro per devozione a Me. Alzati e non temere. Riferisci ciò che ti ho comandato e quanto dirai sarà comprovato da tali meraviglie che nessuno dubiterà della verità delle tue parole".

Dal terreno, improvvisamente, sgorga una fonte d'acqua mai vista prima. La Signora incarica inoltre Giovannetta di portare un messaggio di pace ai governanti che all'epoca erano tra loro in guerra, invitandoli a costruire una cappella in quel luogo. Giovannetta porta il messaggio al suo popolo e ai governanti, per sollecitarli, in nome della Madonna, agli accordi e alle opere di concordia e di pace. Si presenta a Filippo Maria Visconti, Signore di Milano; poi al governo della Repubblica Veneta; e, più tardi, su galere veneziane, si porta addirittura fino a Costantinopoli, dall'Imperatore d'Oriente Giovanni III, il cui intervento, sollecitato dalla Madonna a mezzo di Giovannetta, sarà decisivo per il ritorno della Chiesa greca all'unita' della Chiesa Romana. Dovunque la veggente va, reca con se' a prova dell'apparizione e della missione avuta, anfore di acqua della fonte miracolosa, che opera prodigi di guarigione su innumerevoli infermi. Ed ecco che - contro ogni previsione e speranza- la pace si realizza per la patria (nel 1433 avviene la pace tra Milano e Venezia) ed anche per la Chiesa, nel ritorno degli scismatici alla Chiesa Cattolica (nel 1438 - ritorno dei Greci all'unita' della Chiesa Romana, e proclamazione del primato personale del papa su tutta la Chiesa). L'Apparizione di Caravaggio resta, così, mirabilmente legata alla causa della Pace e dell'Unita' della Chiesa di Cristo. Come in tutte le apparizioni la Madonna richiama il mondo alla penitenza. In particolare raccomanda, per evitare i castighi divini, la preghiera ed il digiuno a pane e acqua, così come ancora oggi fa amorevolmente. Ascoltiamola ed anche noi contribuiremo alla pace nel mondo ed alla salvezza delle anime. Caravaggio non é solo uno dei più importanti templi mariani d'Italia, con una storia centenaria ed una sua ricca spiritualità; é anche uno scrigno d'arte. Il 31 luglio 1432, a soli due mesi dall'apparizione, il vescovo di Cremona concedeva la facoltà di "porre in luogo la prima pietra della chiesa". - [idm_buonagiornata]

 
 
 

MESE DI MAGGIO CON MARIA: E’ SPARITA! NON C'È PIÙ! - 26 MAGGIO -

Post n°3632 pubblicato il 26 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Quel pomeriggio dell'11 luglio 1951 si stava trebbiando in un aia di Runco di Portomaggiore, un paese della bassa ferrarese. Un operaio stava cercando uno straccio per pulire le pulegge, quando, rovistando tra le robe vecchie, trovò un arazzo su cui era impressa l'immagine della Madonna col Bambino fra rami di ulivo. L'operaio, preso l'arazzo, lo legò a un braccio della trebbiatrice che continuava a sgranare spighe. Sassi, ingiurie, sputi finirono sull'Immagine della Madonna.

Infine uno dei più facinorosi si fece avanti,

strappò dal palo l'immagine, salì sulla trebbiatrice e con un gesto di trionfo la cacciò nella voragine della macchina, tra i denti d'acciaio che l'avrebbero maciullata. "Ecco - urlò con la bava alla bocca - la Madonna ha fatto il miracolo! E sparita! Non c'è più!". Finì in tal modo la parodia e nessuno più si curò dell'immagine della Madonna della Pace. Ma Maria ricomparve sette mesi dopo, la sera della Festa della Purificazione, il 2 febbraio 1952. Pressata per fare la lettiera alle mucche. Con stupore vide fra la paglia un pezzo di stoffa. Lo estrasse e lo guardò: era l'immagine della Madonna della Pace che tornava silenziosamente, umilmente alla luce come Gesù tra la paglia di Betlemme. Trepidante la portò al parroco. La notizia si sparse. Accorse il popolo, intervenne l'arcivescovo e si celebrarono feste solenni di riparazione con una grande processione. Da quel giorno l'immagine della Madonna della Pace è la protettrice di Runco.

Fioretto: O Madre Santa, voglio dedicare a te questa giornata agendo e pregando nel modo migliore in riparazione di tanti sacrilegi.

Giaculatoria: "Verso chi si smarrisce, sii clemente e pia, Vergine Santa, dolcissima Maria".

Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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