ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 29/05/2010

GIANCARLO GIANNINI: NON ESISTE UN FUTURO SENZA TRADIZIONE. INDISPENSABILE DIFENDERE LE ORIGINI E I VALORI

Post n°3654 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Conversare con Giancarlo Giannini, icona del buon cinema, é sempre un immenso piacere. Si presta volentieri e con grande cortesia al dialogo, schivando con esperienza, i colpi bassi che i perfidi giornalisti gli tendono di volta in volta: " so che siete pericolosi, ma ho una certa dimestichezza", ammonisce. Giannini, é reduce da un bel film, La bella società, nel quale in Sicilia e ad Enna recita la parte di farmacista, padre di un " bamboccione" viziato. Parla in perfetto siciliano. Giannini, sembra il Mimì metallurgico, come mai tanta passione per il siciliano?: " intanto perché amo la Sicilia, pur nno essendo siciliano. Poi ho studiato da siciliano calandomi in quella realtà sotto la guida di Turi Ferro, ne ho apprezzato le sfumature e modestamente me la cavo. Anzi le dico che il catanese, rispetto ad altri dialetti siculi, é il più espressivo". Un siciliano convincente, molto meglio di altri ,specie uomini di polizia da film, che lo parlano ma in modo improbabile: " ho capito a chi allude, non replico e dico che stimo tutti i colleghi, sono bravi, servito". Anche chi a Cannes ha sparato sull' Italia dopo un premio?: " le ripeto, le polemiche non sono il mio forte. Penso a me, io avrei evitato". Il film La bella società ( una pellicola che gode di poco battage, ma che, vi assicuriamo, merita davvero di essere vista), difende gelosamente valori e tradizioni di un tempo, contento?: " io ho sempre creduto nel significato della tradizione e penso che non esista un futuro certo senza la riscoperta e la valorizzazione del passato. Sbaglia chi nel nome di uno strano modernismo pretende di cancellare il passato e valori quali la famiglia, il legame con la terra di origine, l' amore tra padre e figlio, sono messaggi positivi. Noi attori abbiamo il dovere etico di lanciare messaggi di bene, e non di male, evitare la violenza in nome dell' amore". Lei fa il padre di un bamboccione che sembra un poco il figliol prodigo, ma non ostante i dispiaceri, lo perdona sempre: " la vita é misericordia, amore, tolleranza, mai debolezza. La parabola del Figliol prodigo mi ha affascinato, ma mi dica lei qual padre di buon cuore lascerebbe il figlio per strada. Io sono un padre molto legato ai figli senza opprimerli, mia moglie é più rigorosa. Io mi limito a dire, guarda che se guidi a duecento all' ora ti ammazzi, ma non lo massacro. Credo nel concetto di responsabilità". Che cosa apprezza nel papa attuale?: " io sono cattolico ed anche praticante e non mi vergogno a dirlo, forse oggi non é politicamente corretto. Ma ritengo che il Papa faccia il suo dovere di Papa a richiamare e sottolineare la differenza tra bene e male, non ribadendola allora tradirebbe il suo mandato. Oggi, in tempi di relativismo etico e culturale, abbiamo bisogno di chiarirci le idee tra quello che é bene e quello che é male, ovvero sul concetto del diritto naturale. Poi ognuno é libero di credere o no, la religione non si impone. Ma penso che molti guai siano cominciati con la caduta del senso di responsabilità tra i giovani. ecco perché il Papa come ogni educatore, fa bene a richiamare su queste verità". Poi aggiunge: " in sostanza é vitale capire che esiste una etica del bene ed una etica del male". Le piaceva la messa antica?: " eliminare il latino anche nelle scuole é stato un errore, proprio perché pensava di fare fuori la tradizione, le nostre origini. Molti non sanno da dove arrivano certe parole. In quanto alla antica liturgia, la mia opinione é che la messa essendo mistero e sacrificio tendente al trascendente al quale sarebbe bene guardare, non deve essere necesariamente compresa tutta. La fede é una sana irrazionalità mistica". Ora sta preparando un nuovo film: " sì, farò appunto la parte di un mistico, che per capire e vedere il mondo della gloria, é anche disposto alla morte, ma lui crede". - Bruno Volpe - Maddalena Cassano - Pontifex -

 
 
 

E' LA PEDOFOBIA LA NOSTRA CONDANNA

Post n°3653 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cosa ci si può attendere di buono da un’umanità che teme l’imprevisto peggio della peste e rifiuta i bambini come intrusi inquinanti e antieconomici?

Rovente dibattito sul Journal of Medical Ethics: “Fare figli è solo irrazionale o anche immorale”? Fior di filosofi quali Hayry, Bennett o Holm disputavano di recente tra queste due sponde con argomenti ferrei: “Far figli non dà vantaggi socioeconomici, dunque è irrazionale” dicevano gli uni, e gli altri rispondevano: “Ma ogni essere umano è destinato a soffrire, dunque farlo nascere è esporre un essere al dolore, cioè è immorale”. Non è fanta-filosofia, dato che erano davvero convinti delle loro affermazioni in cui l’ipotesi che far figli è un fatto naturale come respirare non era neanche accennato; fatto triste, ma da cui capiamo che il bambino è il vero “straniero” nel mondo di oggi. Non se ne fanno più. Quelli che nascono sono dei sopravvissuti al vaglio della diagnosi prenatale genetica di cui l’Italia ha il record mondiale: sette ecografie di media per gravidanza (ne basterebbero 1-2) e oltre 100.000 amniocentesi l’anno. Non si vedono più. Scomparsi dalle strade, per vedersi tra loro li ingabbiamo in “feste” e invece di giocare “fanno sport”. Una volta erano i padroni dei vicoli, oggi sono animali domestici che escono solo se il genitore ha tempo di scarrozzarli. Bambini cui è vietato toccare tutto - sporcarsi è follia - e questo li priva delle esperienze basilari e della prima prevenzione da allergie e infezioni; che non si possono permettere di sapere cosa è un fratello, un cugino, che non vedono più allevare i bambini più piccoli (le mamme non ne fanno più e ne parlano con spavento) e dunque non imparano ad allevarli quando toccherà a loro. Sono tutto tranne che “bambini”: “intrusi” finché non decidiamo che possono nascere, poi “bambolotti” da mostrare alle amiche, quindi “juke-box” dei desideri infantili frustrati dei genitori e infine degli “elisir di eterna giovinezza”… per noi vecchi. Perché al mondo ha cittadinanza solo chi può far a meno degli altri, e i bambini (così come gli anziani e i malati) non possono, dunque sono invisibili, valgono solo nella misura in cui ci scimmiottano o ci fanno far bella figura. E le famiglie con più figli sono guardate con sospetto, perché obbligano a fare i conti con i termini gratuità, o imprevisto, che sono al bando nella società occidentale governata da chi - come l’ONU - raccomanda di non far figli per prevenire il surriscaldamento globale (British Medical Journal novembre 2009). I bambini sono dei sovversivi: la società non li vuole. Si chiama pedofobia quest’avversione all’idea stessa di bambino, che fa trionfare la politica del figlio unico proprio come in Cina, solo che lì è un obbligo di legge, qui è un obbligo “sociale”, ma l’effetto (e la tragedia) è lo stesso. Nella società pedofobica il bambino si sente indesiderato: “Triste scoperta ragazzi, siamo facoltativi!”, scriveva Joaquin Lavado, e questa coscienza a detta di alcuni psichiatri genera una sorta di sindrome del sopravvissuto, per la quale si devono cercare sensazioni estreme per confermare di esser vivi e si sente un senso di colpa: io sono vivo, ma altri (mio fratello, mia sorella) non erano idonei e sono stati “respinti”… per far nascere me. Come dicono i sociologi, vivono di riflesso dei desideri dei genitori: in fondo, in maggioranza sono arrivati a nascere perché erano “graditi”. Questo non aiuta ad un equilibrato sviluppo affettivo, ma c’è dell’altro. I ragazzi hanno accesso a tutto il sesso del mondo, ma divieto assoluto non solo di fare ma anche di pensare a far figli; vivono in un mondo che impone una sessualità commerciale precoce, ma che anche impone di non fare famiglia, e li obbliga a giocare col loro corpo che non conoscono e li disturba (il corpo sta all’adolescente come una mosca al naso del gatto), castrati moralmente perché tutto impone di fare sesso ma assolutamente non fare figli. E nella società pedofobica gli adolescenti, che un tempo pensavano di trasgredire abortendo, la rivolta la fanno facendo figli: ed è il boom delle gravidanze teenager (nonostante i 6 milioni spesi dal governo inglese in prevenzione e preservativi gratis), a sfida degli adulti, come il gruppo di 17 amiche negli USA che hanno deciso di restare incinte (i padri sono anonimi) tutte insieme; ed è un fiorire nelle di programmi TV su questo tema, da Juno a “16 and pregnant” a “Vita segreta di una teenager americana”, segno di una sete di qualcosa che manca, di un equilibrio rotto. In una società pedofobica fiorisce la pedofilia, follia figlia di uno sviluppo affettivo alterato e del vedere il bambino come un oggetto. Un tempo ce n’era meno forse perché lo sviluppo affettivo non veniva danneggiato dal sentirsi “programmati” e non “voluti”, dalla censura della sola idea di procreare e far famiglia. C’era meno pedofilia soprattutto perché non si vedeva il bambino come un oggetto, un “prodotto”, un bene di consumo, una “scelta”, un “diritto”. Se ci sono dei mascalzoni criminali, dei malati mentali che portano questo alle estreme conseguenze, che li usano, li violentano, li fotografano, che siano insegnanti, preti, registi o altro, c’è forse da stupirsi? E si deve solo far scattare le manette o ripensare al tipo di messaggio che respiriamo ogni giorno rispetto ai rapporti più umani, quelli verso la vita? Non ci stupisce la pedofilia in un mondo in cui i figli sono progettati in base al colore degli occhi, scartati prima di nascere se hanno minime anomalie magari curabili, cioè se tutti li guardiamo come guardiamo un’auto o un vestito nuovo. Scriveva nel 1963 Bob Dylan: “Avete sparso la peggior paura: paura di mettere figli al mondo. Poiché insidiate il mio figlio non nato e senza nome, voi non meritate il sangue che scorre nelle vostre vene”; la pedofilia è il miasma che scaturisce da questa paura, dal rifiuto di quello che non è programmabile, di un “tu” – il bambino – che per definizione non si possiede. Nasce da me ma non è mio. -  Carlo Bellieni - Membro Corrisp. Pontificia Academia Pro Vita - tempi -

 
 
 

NUOVI DOCUMENTI A FAVORE DI PIO XII, CONFERMANO COME "LA STRATEGIA" DEL SILENZIO" SALVO' MIGLIAIA DI EBREI

Post n°3652 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Pave the Way Foundation ha avviato un progetto di recupero di documenti per mostrare tutte le informazioni e le testimonianze possibili sul pontificato di Pio XII, il Papa della Seconda Guerra Mondiale, così da porre fine all’“impasse” accademica provocata dalla mancanza di informazioni pubbliche. Nuove scoperte hanno portato alla luce documenti e testimonianze che mostrano chiaramente che il 16 ottobre 1943 fu la scelta del Papa di non denunciare pubblicamente l’arresto degli ebrei romani a salvare la vita di molti membri della comunità ebraica di Roma. Esiste una dichiarazione giurata del 1972 del generale Karl Wolff, comandante delle SS per l’Italia e vice di Heinrich Himmler, che afferma che nel settembre 1943 Adolf Hitler ordinò di predisporre un piano per invadere il Vaticano, sequestrare il Papa, incamerare i beni vaticani e uccidere la Curia Romana. Il piano sarebbe stato messo in pratica tempestivamente. Il generale Wolff sapeva che se l’invasione fosse stata attuata si sarebbero verificati gravi disordini in tutta Europa, il che avrebbe rappresentato un disastro militare per lo sforzo bellico tedesco. Il generale dichiarò di essere riuscito a convincere Hitler a rinviare l’invasione. Qusto punto di vista di un potenziale disastro militare era condiviso dal governatore militare di Roma, il generale comandante Rainer Stahel, e dall’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Ernst von Weizsacker. Pio XII era a conoscenza del piano di invasione ed era conscio che la sua esecuzione avrebbe portato a grandi disordini, che avrebbero potuto provocare migliaia di vittime innocenti. Inoltre la neutralità vaticana sarebbe stata violata, permettendo così alle forze tedesche di entrare in tutte le proprietà del Vaticano. Esistono atti manoscritti secondo cui il 6 settembre 1943 Pio XII riunì segretamente i Cardinali per comunicare loro che il Vaticano avrebbe potuto essere invaso, e che egli sarebbe stato portato al nord e probabilmente assassinato. I Cardinali dovevano prepararsi a fuggire subito in un Paese neutrale, non appena il territorio del Vaticano fosse stato invaso. Firmò anche una lettera di rinuncia e la pose sulla sua scrivania. Diede istruzioni ai Cardinali perché, una volta in salvo, formassero un Governo in esilio e scegliessero un nuovo Papa. C’è una lettera manoscritta del Segretario di Stato che ordinava alle Guardie Svizzere di non resistere alle forze d’invasione tedesche con la forza delle armi, e molti documenti spiegano come avrebbero dovuto proteggere la Biblioteca Vaticana e il contenuto del museo. Durante questo periodo, von Weizsäcker inviò a Berlino messaggi positivi ingannevoli sul Papa per calmare Hitler, per non giustificare un ordine di invasione. Alcuni critici di Pio XII hanno basato erroneamente le proprie teorie relative alla complicità e alla collaborazione del Papa su questi cablogrammi, che l’assistente di von Weizsäcker, Albrecht von Kessel, definì in seguito “bugie tattiche”. Esiste una testimonianza del tenente Nikolaus Kunkel, un ufficiale tedesco della sede del governatore militare di Roma, che corrobora le prove documentate e le testimonianze su come Pio XII abbia salvato direttamente la comunità ebraica romana, e che rivela come si attendesse da un giorno all’altro l’ordine di invasione da Berlino. Quando iniziarono gli arresti la mattina del 16 ottobre 1943, Pio XII venne avvertito dalla principessa Enza Pignatelli Aragona Cortes. Si mise subito in azione per costringere i tedeschi a fermare le detenzioni. Chiamò il Segretario di Stato vaticano, il Cardinal Maglione, e gli diede istruzioni per lanciare una decisa protesta contro gli arresti. Il porporato avvertì von Weizsäcker quella mattina stessa del fatto che il Papa non poteva restare in silenzio, visto che gli ebrei venivano arrestati proprio sotto le sue finestre, nella sua Diocesi. Pio XII inviò allora suo nipote, Carlo Pacelli, a incontrare un simpatizzante della Germania, il Vescovo Alois Hudal, ordinandogli di scrivere una lettera ai suoi contatti tedeschi per fermare immediatamente gli arresti. Anche questa mossa risultò priva di efficacia. L’ultimo sforzo di Pio XII, quello che ebbe maggior successo, fu inviare il suo confidente, il Superiore Generale dei Salvatoriani, padre Pankratius Pfeiffer, perché incontrasse direttamente il governatore militare di Roma, il generale Stahel. Padre Pfeiffer avvertì Stahel che il Papa avrebbe lanciato una protesta forte e pubblica contro questi arresti se non si fossero fermati. Il timore che la protesta pubblica provocasse l’ordine di Hitler di invadere la Santa Sede spinse Stahel ad agire. Il generale telefonò subito a Heinrich Himmler e inventò delle ragioni militari per fermare gli arresti. Confidando nelle valutazioni di Stahel, Himmler avvisò Hitler di bloccare le detenzioni. L’ordine di fermare gli arresti venne comunicato a mezzogiorno del 16 ottobre, e divenne effettivo alle 14.00 di quello stesso giorno. Questa sequenza di fatti è stata confermata in modo indipendente dal generale Dietrich Beelitz, ufficiale di collegamento con l’ufficio del maresciallo da campo Albert Kesselring e il comando di Hitler. Beelitz ascoltò personalmente la conversazione tra  Stahel e Himmler. Quando emerse l’inganno di Stahel, Himmler punì il generale inviandolo sul fronte orientale. Si sa che in Vaticano c’erano delle spie infiltrate. Il Papa poteva inviare solo sacerdoti di fiducia e confidenti per Roma e l’Italia, con ordini verbali e scritti del Papa di permettere a uomini e donne di entrare nei conventi e nei monasteri cattolici, e ordinando che tutte le istituzioni ecclesiastiche nascondessero gli ebrei dove potevano. Secondo il celebre storico britannico sir Martin Gilbert, il Vaticano nascose migliaia di ebrei letteralmente in un giorno. Dopo averli nascosti, continuò a nutrire e a mantenere i suoi “ospiti” fino alla liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. Documenti di Berlino e del processo ad Eichmann in Israele mostrano anche che gli 8.000 ebrei romani che dovevano essere arrestati non sarebbero stati spediti ad Auschwitz ma nel campo di lavoro di Mauthausen, dove sarebbero rimasti come ostaggi. Quest’ordine venne tuttavia revocato in seguito da persone sconosciute, e 1.007 ebrei vennero mandati a morire ad Auschwitz. Ne sopravvissero solo 17. Ci sono persone che criticano Pio XII per non aver salvato quelle 1.007 persone, ma tacciono sulle sue azioni dirette, che portarono al salvataggio di una comunità ebraica, quella romana, vecchia di oltre 2.000 anni. Di recente è stato scoperto negli archivi nordamericani che gli Alleati avevano decifrato i codici tedeschi e sapevano con una settimana d’anticipo dell’intenzione di arrestare gli ebrei di Roma. Decisero di non avvisare i romani perché questo avrebbe potuto mettere in guardia i tedeschi su questa falla nel loro servizio di intelligence. Qusta “decisione militare” lasciò Pio XII solo, senza avvisi previ, a cercare di porre fine agli arresti. Parlando di Papa Pio XII, il maggiore esperto ebreo sull’Olocausto in Ungheria, Jeno Levai, ha dichiarato che è “particolarmente deplorevole il fatto che l’unica persona in tutta l’Europa occupata che agì più di tutti gli altri per frenare il terribile crimine e mitigarne le conseguenze sia diventata oggi il capro espiatorio degli insuccessi altrui”. - *Gary Krupp è il fondatore della Pave the Way Foundation (PTWF), un’organizzazione la cui missione è quella di individuare e cercare di eliminare gli ostacoli tra le religioni e di avviare azioni positive per migliorare le relazioni interreligiose. -di Gary S. Krupp - Zenit -

 
 
 

LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI

Post n°3651 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L’11 Febbraio 1951 si presentò con un nuovo titolo: “Io sono la Signora, Maria, Madre di tutti i Popoli”. Il Vescovo di Haarlem-Amsterdam, Mons. Bomers, insieme al suo Ausiliare Mons. Punt, il 31 Maggio 1996, autorizzarono ufficialmente il culto pubblico della Vergine Maria come “la Signora di tutti i Popoli”, e quest’ultimo, attuale Vescovo della diocesi, con dichiarazione ufficiale del 31 Maggio del 2002 ha riconosciuto ufficialmente l’origine soprannaturale di queste apparizioni. Le apparizioni (visioni) di Amsterdam, a differenza della maggior parte delle manifestazioni mariane della storia contemporanea, non sono state accompagnate da prodigi o fenomeni mistici straordinari, che attirano l’attenzione delle genti. Tuttavia, furono delle vere estasi con abbondante contenuto profetico e teologico di grandissima importanza. Il linguaggio è simile a quello degli antichi profetibiblici, che costituisce una barriera per la nostra superficialità e curiosità; perciò non hanno risvegliato l’interesse delle moltitudini e sono passate in questi anni quasi in penombra. Quanto diceva o vedevala veggente nelle sue estasi lo metteva per scritto (qualche volta lo faceva una sua sorella) sotto il controllo del suo padre spirituale. Così furono dati i messaggi (“visioni”), che si presentano come in due fasi: i primi 25 formano una sorta di “cornice” per un quadro; mostrano una impressionante panoramica del mondo e della Chiesa nella seconda metà del XX secolo. Gli altri formano “il quadro” appunto, la Signora stessa. In essi va rivelando gradualmente –a partire dal dogma dell’Assunzione di Maria, proclamato da Pio XII il 1° Novembre 1950– la pienezza del messaggio che ci porta, il grandioso progetto con cui vuole salvare il mondo. Ci manifesta IL NUOVO TITOLO con il quale vuole essere conosciuta (“Madre o Signora di tutti i Popoli”), UNA NUOVA PREGHIERA per invocare una nuova venuta dello Spirito Santo, UNA NUOVA IMMAGINE SUA, rappresentazione pittorica di quello che è Maria nei riguardi degli uomini e di quello che fa per noi, e spiega ampiamente UN NUOVO ED ULTIMO DOGMA MARIANO: che Lei, essendo la nostra Madre, è “la Corredentrice, Mediatrice e Avvocata”, e chiede di essere riconosciuta come tale dalla Chiesa. Quando ciò avverrà, per mezzo suo avverrà UNA NUOVA PENTECOSTEe sarà data al mondo UNA NUOVA ERAdi unione e di vera Pace.

La Preghiera della Signora, per chiedere che venga lo Spirito Santo:

Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, manda ora il tuo Spirito sulla terra. Fa abitare lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli, affinché siano preservati dalla corruzione, dalle calamità e dalla guerra. Che la Signora di tutti i Popoli, che una volta era Maria, sia la nostra Avvocata. Amen.
 
La Madonna ha dettato a Ida questa breve e potente preghiera, per ottenere che il Dogma sia proclamato e in questo modo scenda lo Spirito Santo in modo nuovo, come è stato promesso; per “chiedere che il vero Spirito venga al mondo” (20.09.1951) ““Non ti rendi conto dell’importanza di questa preghiera perché non conosci il futuro” (15.04.1951) “Voi non conoscete la forza e l’importanza di questa preghiera davanti a Dio” (31.05.1955) ““Con questo titolo e questa preghiera, la Signora può salvare il mondo da una grande catastrofe mondiale” (10.05.1953).

Il Dogma che darà al mondo la vera Pace

I messaggi di Amsterdam sono eccezionali nella storia delle apparizioni mariane, poiché la Madonna manifesta il nome nuovo con cui vuole essere conosciuta nel nostro tempo, come “Signora di tutti i Popoli”, e chiede che sia proclamato l’ultimo dogma mariano, che in tre concetti manifesta in quale modo è la nostra Madre: perché Lei è la Corredentrice, Madiatrice e Avvocata.
L’immagine della Signora: rappresentazione pittorica del Dogma

Durante diverse visioni, Maria descrive a la veggente la sua immagine benedetta, che la raffigura come la Corredentrice, Mediatrice e Avvocata, e le dice che questa immagine “precederà un dogma, un nuovo dogma” (15-04-1951) La Madonna si presenta come nella Medaglia Miracolosa: è in piedi sul mondo, davanti alla Croce redentrice del suo Divin Figlio. Ai suoi piedi ormai non c’è più il serpente infernale, che è scomparso dalla terra (segno della Vittoria). Attorno a Lei si è radunato il gregge di Cristo, tutti i popoli della terra, sopra i quali, dalle mani di Maria Mediatrice, scendono tre raggi (Grazia, Redenzione e Pace).

“L’Azione Mondiale”: preparazione e cammino verso il Dogma

La nostra Madre ci esorta a diffondere la sua immagine e la sua preghiera in ogni lingua, e definisce questa Azione “un’Opera di redenzione e di pace”.“Abbi cura che si diffonda in tutto il mondo, fra tutti i popoli. Tutti ne hanno diritto. Ti assicuro che il mondo cambierà” (29-4-1951). “Come i fiocchi di neve cadono sulla terra e coprono il suolo con uno spesso strato, così si diffonderà l’immagine e la preghiera in tutto il mondo e penetrerà nei cuori di tutti i popoli” (1.4.1951). Pentecoste ad Amsterdam, attorno alla Signora di tutti i Popoli: le Nazioni veramente unite! Sono già state celebrate sette “Giornate mondiali di preghiera” (nel 1997, 1998, 1999, 2000, 2003, 2004 e 2005), partecipando migliaia di persone di più di 80 nazioni, con centinaia tra Vescovi e Sacerdoti - http://www.de-vrouwe.net - [idm_buonagiornata] -

 
 
 

VIVIAMO MAGGIO CON MARIA: MADRE DI TUTTI I POPOLI - 29 MAGGIO -

Post n°3650 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Madre di tutto il genere umano: è l'ulti­mo dono che Gesù ha voluto fare alla madre sua. Nel cuore di Maria, Gesù ci ha dato di riporre ogni speranza, perché a lei ha affidato il genere umano. E dalla terra si eleva una continua in­vocazione a Maria, la madre di ogni popolo, e in modo speciale dei più deboli, dei più poveri. Dagli ospedali, dalle carceri, dalle campagne, da ogni casa, dai palazzi dei ricchi, dai casolari dei poveri, dalle aule scolastiche, dalle case religiose, dalle strade, dai cuo­ri feriti e tormentati, dalle anime pure e fervorose, da tut­ta la terra è una voce, un grido che si leva a Maria: Aiuto dei cristiani, rifugio dei peccatori, Consolatrice degli af­flitti, salute degli infermi... Maria, prega per noi, pecca­tori, adesso e nell'ora della nostra morte. E dal cuore materno di Maria scende la forza, l'aiuto, la pace, il coraggio, il perdono... perché il popolo l'ama, la loda, la proclama Regina. E’ la gioia della Chiesa, la glo­ria del popolo cristiano, la salvezza dell'umanità. Le chie­se più belle, le lodi più belle, le pitture più belle, le feste più belle sono per Maria. Anche nei cuori più induriti, un residuo di amore per Maria vi rimane. Se non altro una grande voglia di una sua carezza materna. Chi ama la Madonna sempre la ricorda e parla di lei. All’anima addolorata è conforto. Al moren­te è porta del Paradiso. Maria sarà presso di noi come u­na tenera madre al capezzale del figlio moribondo.

Fioretto: Spesso mi troverò ad essere una povera crea­tura sperduta fra la gente. Mi ricorderò che Maria mi a­ma e pensa anche a me.
Giaculatoria: "Madonna del popolo, Madre sincera, - fiducia e coraggio - infondici a sera".

Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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