ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/06/2010

MA I MAGHI GUARISCONO DAVVERO? RISPONDE DON AMORTH

Post n°3750 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Risponde Don Amorth: "L'esperienza mi insegna che si tratta, il più delle volte, di guarigioni provvisorie che lasciano poi il posto a mali maggiori. In ogni caso: disgraziata quella persona che viene guarita da un mago. Essa contrae un legame sia col Demonio sia col mago. La guarigione provvisoria è chiamata anche effetto sospensione. Cioè il mago non toglie il male di cui una persona soffre, ma lo sospende per un certo periodo. E' il Demonio che se n'è andato. Dopo un certo tempo ritornano i disturbi ed i dolori. Per questo il Vangelo ci parla di un demonio che esce da un'anima per ritornarvi poi con altri sette demoni, peggiori di lui (Matteo 12, 4345). E' quello che accade ricorrendo ai maghi. Ne diamo tre esempi significativi. PRIMO ESEMPIO. Uno incomincia ad avvertire dolori fisici. Prova vari medici e medicine, ma il dolore aumenta anziché scomparire; non se ne scopre la causa. Va allora da un mago, o da uno che legge le carte (cartomante) dèdito alla magia e si sente dire: "Lei ha una fattura. Se vuole gliela tolgo. M'accontento di un milione". Quello prima ci pensa e poi si decide e paga. Magari gli viene chiesta la foto, un indumento intimo, una ciocca di capelli. Dopo un po' di giorni la persona si sente del tutto guarita ed è ben lieta di come ha speso quel milione. E' il demonio che se n'è andato. Dopo un certo periodo incominciano a riaffiorare i soliti disturbi. Il poveraccio riprende la trafila dei medici ma le medicine si dimostrano impotenti, mentre il male aumenta sempre di più. E' il demonio che è ritornato con altri sette demoni peggiori di lui. Al colmo della sopportazione il sofferente pensa: "Quel mago mi ha fatto pagare un milione, ma il male me lo aveva tolto"; e così torna da lui senza rendersi conto che è stato proprio il mago a causargli il male aggravato. E si sente dire: "Questa volta le hanno fatto una fattura assai più grossa. Se vuole gliela tolgo e a lei chiedo solo cinque milioni, ad un altro chiederei il doppio". Così si riprende daccapo. Se poi la vittima va finalmente da un sacerdote esorcista, oltre al piccolo male iniziale, occorre liberarlo dal grosso male provocato dal mago.

SECONDO ESEMPIO. Tutto come sopra. Il malato paga, viene guarito dal mago e resta guarito. Ma in compenso il suo male passa alla moglie, ai figli, ai genitori, ai fratelli. Per cui il danno resta moltiplicato (anche sotto forma di ostinato ateismo, di una vita di peccato, di incidenti d'auto, di infortuni, depressioni...).

TERZO ESEMPIO. Anche qui, tutto come prima. La persona resta guarita dal mago e la guarigione perdura. Ma quel male era stato permesso da Dio Perché quella persona espiasse i suoi peccati, Perché ritornasse ad una vita di preghiere e di frequenza alla Chiesa ed ai sacramenti. Lo scopo di quel male era di ottenere grandi frutti spirituali per la salvezza di quell'anima. Con la guarigione operata dal mago per intervento del Demonio, che conosceva bene questi fini, lo scopo buono legato a quel male è andato in fumo. Dobbiamo avere chiaro in mente che Dio permette il male per ricavarne il bene, permette la croce Perché solo attraverso essa giungiamo al cielo. Questa verità è evidente, ad esempio, nelle persone rivestite di particolari carismi che spesso sono colpite da sofferenze, per la guarigione delle quali non si deve pregare. Tutti ricordano Padre Pio, che per 50 anni ha sopportato il dolore lancinante delle 5 stimmate; ma nessuno ha pensato di pregare il Signore che gliele togliesse: era troppo chiaro che quella era opera di Dio, per grandi fini spirituali. Il Demonio è astuto; ben volentieri avrebbe voluto che Padre Pio non avesse impressi nella carne i segni della Passione di Gesù! Naturalmente è diverso il caso se è il Demonio a provocare le stimmate e a suscitare falsi mistici. [Tratto da un testo di Don Pasqualino Fusco] - Carlo Di Pietro - Pontifex -

 
 
 

ERA MASSONE, ORA E' CATTOLICO

Post n°3749 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
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E’ appena arrivato nelle librerie italiane un libro più affascinante di un romanzo dal titolo “Ero Massone. La mia conversione dalla massoneria alla fede” (Piemme). E’ la storia vera di Maurice Caillet, un medico ginecologo, non battezzato, materialista, abortista e anticattolico. Coerente con la sua formazione illuminista, il dott. Caillet entra a far parte della Massoneria. Nel giro di 15 anni viene iniziato alla conoscenza di tutti i segreti delle Logge: iniziazioni, riti, giuramenti, trattamenti di favore, facilitazioni nella raccolta di denaro, incarichi di potere e cariche politiche. Diventa Venerabile Maestro della Loggia di Rennes e fa carriera nel lavoro e in politica, fino a diventare un notabile del Partito Socialista Francese e dirigente del Centro di Esami della Salute di Rennes. Ma è proprio all’apice della sua carriera politica e professionale che accade l’imprevisto. La moglie Claude si ammala gravemente e lo trascina con sé in un pellegrinaggio a Lourdes. Mentre lei è nelle piscine, Maurice è intirizzito e si ripara nella cripta posta sotto la grotta delle apparizioni. Vi stavano celebrando una Messa. Maurice non aveva mai prestato attenzione alla celebrazioni di una messa cattolica. La considerava un rito sorpassato, una sorta di superstizione primitiva, ma quando il sacerdote pronuncia le parole di Gesù “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” il suo cuore viene toccato. “Ero razionalista, massone e ateo – scrive nel libro –. Non ero neanche battezzato, ma mia moglie Claude era malata e decidemmo di andare a Lourdes. Mentre lei era nelle piscine, il freddo mi costrinse a rifugiarmi nella Cripta, dove assistetti con interesse alla prima Messa della mia vita. Quando il sacerdote, leggendo il Vangelo, disse: ‘Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto’, ebbi uno shock tremendo perché avevo sentito questa frase il giorno della mia iniziazione al grado di Apprendista ed ero solito ripeterla quando, già Venerabile, iniziavo i profani”. “Nel silenzio successivo sentii chiaramente una voce che mi diceva: ‘Bene, chiedi la guarigione di Claude, ma cosa offri?’. Istantaneamente, e sicuro di essere stato interpellato da Dio stesso, pensai che avevo solo me stesso da offrire. Al termine della Messa, andai in sacrestia e chiesi immediatamente il Battesimo al sacerdote. Questi, stupefatto quando gli confessai la mia appartenenza massonica e le mie pratiche occultiste, mi disse di andare dall'Arcivescovo di Rennes. Quello fu l'inizio del mio itinerario spirituale”. Da allora Maurice Caillet ha lasciato la Massoneria ed ha compiuto un itinerario di conversione e purificazione. L’entusiasmo per la fede trovata gli ha dato la forza di affrontare e superare le tante difficoltà e minacce che il mondo materialista e la Massoneria gli hanno posto di fronte. E’ stato minacciato di morte, lo hanno licenziato per motivi inesistenti, hanno cercato di impedirgli di continuare la sua attività di medico, gli hanno messo contro parenti e figlie. A causa delle minacce vive ora sotto protezione in Spagna, ma la sua storia e testimonianza sta sollevando dalle paure tante vittime della Massoneria e sta generando altre conversioni. Il libro scritto da Caillet è la descrizione più chiara e dettagliata di come funziona la Massoneria che lui ha frequentato per 15 anni. Tutto viene spiegato: riti, iniziazione, ragioni, finalità, metodo di controllo, corruzione, negoziazione di promozioni agli alti vertici delle aziende, distribuzione illegale di appalti per le opere pubbliche, intimidazione ed eliminazione di personaggi scomodi. Caillet non cede mai al sensazionalismo né alle teorie cospiratorie, con metodo razionale e argomenti che emergono dalla sua esperienza personale, illustra le meschinità, la bramosia di potere, l’ideologia, e l’ipocrisia di gruppi di persone che si nascondono dietro ad un ridicolo ritualismo sincretista e agnostico. Altro che ideali umanisti, secondo Caillet, dietro ai principi di liberà, uguaglianza e fraternità, si nasconde un gruppo di persone il cui fine è il raggiungimento del potere e del possesso, cancellando il Dio unico dei Cristiani e proponendo l’adorazione di idoli vari. Per l’ex Venerabile Maestro, “la Massoneria, in tutte le sue obbedienze, sostiene il relativismo, che colloca tutte le religioni su uno stesso piano. Da ciò si deduce un relativismo morale: nessuna norma morale ha in sé un'origine divina e, quindi, definitiva, intangibile. La sua morale evolve in funzione del consenso delle società”. A questo proposito nel libro il dott. Caillet racconta che la Massoneria francese è stata determinante per l'introduzione dell'aborto libero in Francia nel 1974. Tra i responsabili di questa legge l’ex Venerabile Maestro indica Jean-Pierre Prouteau, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, consigliere dell’allora Primo Ministro Jacques Chirac. Il dottor Pierre Simon, Gran Maestro della Grande Loggia di Francia, consigliere di Simone Veil, allora Ministro della Sanità. I politici erano circondati da quelli che venivano chiamati i "Fratelli tre punti", e il disegno di legge sull'aborto venne elaborato rapidamente. I deputati e i senatori massoni di destra e di sinistra votarono all'unanimità. Secondo Caillet il materialismo e il relativismo morale hanno portato la Massoneria francese a promuovere tutte le leggi che favoriscono il libertinaggio sessuale, il divorzio senza colpa, la contraccezione chimica e meccanica, l’aborto, le unioni civili e omosessuali, la manipolazione degli embrioni, la depenalizzazione delle droghe leggere e la legalizzazione dell’eutanasia. Nel suo libro “De la vie avant toute autre chose” (Ed. Mazarine) apparso nel 1979 e poi ritirato dalle librerie su indicazione delle autorità massoniche dell’epoca, il Gran Maestro Pierre Simon ha scritto che “è l’intero concetto di famiglia che si sta ribaltando”. Per la sua storia, l’ex Venerabile Maestro è diventato uno dei maggiori esperti di Massoneria nel mondo cattolico. Nella parte finale del libro, in molte conferenze e nel suo sito (http://www.caillet.com) Maurice spiega che cosa è la Massoneria e perchè è incompatibile con coloro che credono in Gesù Cristo. Per non aver più paura e per favorire le conversioni Caillet propone una preghiera che recita ogni giorno: “Padre infinitamente buono, tu vedi nel segreto del cuore e delle logge. Tu sai che molti massoni, persi in una filosofia ingannevole, cercano vane verità. Liberali, Signore, dagli spiriti che li traggono in inganno. Che lo Spirito Santo, lo Spirito di verità, investa la loro intelligenza e il loro cuore e riveli loro la Verità iniziale e filiale, l’alfa e l’omega: Tuo Figlio, Gesù il Cristo, la sua Vita, il suo insegnamento: La Buona novella del Tuo Amore”. - di Antonio Gaspari - Zenit -

 
 
 

LA "CRISTIANOFOBIA" E LA TIEPIDEZZA DELL'OCCIDENTE

Post n°3748 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
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“Cristianofobia“ in un Occidente sempre più secolarizzato? “Cristianicidio“ in un Islam sempre più fanatizzato? Neologismi di attualità drammatica, approssimandosi i funerali a Milano del vescovo cappuccino assassinato in Turchia. Sono in molti a non credere nella tesi dello squilibrato, visti anche i precedenti di omicidi di cristiani, attribuiti dalle autorità locali a pazzoidi fuori controllo. A questa sorta di noncuranza islamica, si accosta quella dell’Occidente, pronto a indignarsi e a manifestare nelle piazze per ogni buona causa, vera o presunta che sia, ma che qui sembra aver messo la sordina alle proteste. La nostra indignazione è, semmai, per la minaccia al benessere di pesci ed uccelli nell’inquinato Golfo del Messico, più che per i credenti nel Vangelo martirizzati in Asia e in Africa. Eppure, statistiche irrefutabili mostrano che il cristianesimo è di gran lunga la religione più perseguitata nel mondo. A dar la caccia al battezzato non ci sono solo i soliti musulmani –o, almeno, le loro frange estremiste- ma in prima fila stanno anche gli induisti che, nel mito liberal, erano il paradigma della tolleranza nonviolenta. Non mancano casi di violenza sanguinaria anche da parte dei “pacifici“ buddisti, per non parlare delle mattanze cui volentieri si dedicano gli adepti delle vecchie e nuove religioni dell’Africa Nera. Perché tanto odio e perché tanta rimozione da parte nostra, davanti a quello che talvolta assume il volto terribile del massacro? Il credente scorge qui significati ultramondani, sulla scorta delle parole di Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi“. La possibilità del martirio fa parte di una prospettiva che ha le sue basi nel Vangelo stesso. Per dirla con Chesterton, il convertito: “Il nostro simbolo è la croce sul Golgota, non la villetta nei sobborghi verdi di Londra“. Ma, al di là della lettura religiosa, quali fattori storici hanno creato e alimentano l’avversione per i cristiani? Per stare al caso che oggi più inquieta, quello musulmano, spesso non si considera che non in tempi remoti, bensì alla fine della seconda guerra mondiale, non vi era nessun Paese islamico che potesse dirsi indipendente. Tutti, senza alcuna eccezione, facevano parte di un impero coloniale europeo o erano sottoposti al suo protettorato. Il cristianesimo era, per un Islam frustrato e ridotto all’impotenza, la religione dei “padroni“: un paradosso, tra l’altro, per casi come la Francia o il Belgio, dove la classe politica dirigente era impegnata in patria nella lotta contro la Chiesa e nelle colonie ostacolava i missionari cattolici e spingeva per la creazione di logge massoniche. Ma un paradosso anche nell’impero britannico, dove si favoriva la Chiesa anglicana –questa “Camera dei Lords in preghiera“, com’era definita– che, più che il Vangelo, annunciava virtù civili, pregiudizi, eccentricità dell’establishement politico britannico. Ma erano distinzioni che furono cancellate nella propaganda per la decolonizzazione, dove il “tiranno europeo“ era identificato tout court con il cristiano. Nel caso del Medio Oriente, la situazione è stata molto aggravata dall’inserzione di Israele, sentita come una violenza: il grande padrino nordamericano dello stato ebraico si vanta di essere il paladino del cristianesimo biblico, vi è sorto addirittura il potente movimento dei “cristiani per il sionismo“ (Bush junior ne faceva parte), per il quale il ritorno degli ebrei in Palestina va favorito, come annuncio dell’apocalisse e del ritorno glorioso di Cristo. Così, l’avversione per Israele è diventata per le folle musulmane avversione per la fede nell’ebreo Gesù. Anche zone superstiti di tolleranza religiosa, come l’Iraq del laico Saddam, sono state avvelenate dalla violenta aggressione dei “cristiani“ americani. Quanto a noi e alla nostra mancata mobilitazione: è indubbio che parte influente del media-system occidentale sta dalla parte di coloro che –come già i giacobini del 1793– vorrebbe “chiudere finalmente la parentesi cristiana“. Enjamber deux millénaires, scavalcare due millenni e ricominciare da capo, scrostandoci da dosso l’eredità funesta di quel Crocifisso che non a caso l’Unione Europea vuole togliere dai muri. Può una Unione così -che rifiuta persino l’evidenza storica, negando le sue radici cristiane- può forse indignarsi se, nel mondo, è scomoda la situazione di una credenza per la quale si auspica che non ci sia futuro? Un certo vittimismo cristiano lascia perplessi, come pure un complottismo un po’ paranoico: è indubbio, però, che al prevedibile aumento della violenza contro i credenti nel Vangelo non si accompagnerà un aumento della solidarietà nei Paesi stessi che di quella fede furono i privilegiati. - Vittorio Messori - miradouro -

 
 
 

"NEUTRALITA' RELIGIOSA" E CROCIFISSO: UNA SCELTA DI PRINCIPIO

Post n°3747 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
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Un mito aleggia in Europa: quello della “neutralità religiosa” dello Stato e delle stesse istituzioni comunitarie. In nome di questo mito il laicismo ha combattuto ieri gli Stati confessionali cattolici e oggi pretende opporsi all’islamismo radicale, senza rendersi conto che è proprio grazie a questa “neutralità” religiosa dell’Occidente che l’Islam avanza in Europa. Il principio della neutralità religiosa dello Stato è figlio dell’illuminismo e, prima ancora, di alcune correnti radicali dell’umanesimo e del Protestantesimo. Tra il XVI e il XVII secolo, mentre cattolici e protestanti si affrontavano sui campi di battaglia, nacque il partito dei “politici”, che non credevano in nessuna religione e che auspicavano un’Europa “laica”, formata da Stati indifferenti in materia religiosa. Lo stesso principio era rivendicato dai gruppi più fanatici della Rivoluzione Protestante, come gli anabattisti, che consideravano “demoniaca” l’alleanza tra Chiesa e Stato, perché demoniaco era per essi, come già per i catari e i manichei, il concetto stesso di Stato.
L’illuminismo raccolse l’eredità di questi ambienti eterodossi e teorizzò, con Voltaire, una società fondata sul principio di “tolleranza” religiosa: tolleranza estesa a tutte le sette, tranne che ai cattolici, considerati il male da estirpare. Nell’Ottocento, il pastore calvinista francese Alexandre Vinet (1797-1847) proclamò il principio “Libera Chiesa in libero Stato”, poi ripreso dal conte di Cavour e dai risorgimentalisti italiani. La libertà dello Stato veniva intesa come assoluta indipendenza da ogni vincolo religioso e morale, e dunque come sostanziale agnosticismo, mentre la libertà della Chiesa coincideva con la stretta libertà di coscienza dei singoli. La formula “Libera Chiesa in libero Stato” non ha niente a che fare con la sentenza evangelica “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. 22,21; Mc. 12,17; Lc. 20,25). La formula del Vangelo distingue infatti due diverse autorità, lo Stato e la Chiesa, ma non attribuisce il potere sulla vita pubblica al primo e quello sulla vita privata alla seconda.
La competenza della Chiesa, maestra di fede e di morale, si estende, secondo il mandato di Gesù Cristo, al campo della Verità rivelata e a quello della legge naturale, iscritta da Dio direttamente nel cuore di ogni uomo. Lo Stato, pur distinto e autonomo dalla Chiesa, non ha diritto di legiferare contro la fede, perché ciò significherebbe interferire nella vita della Chiesa; ma non ha diritto di legiferare neppure contro l’espressione pubblica della morale naturale, perché la legge morale viene prima delle legge dello Stato e dallo Stato non può essere contraddetta. Se lo Stato non si conforma alla legge divina e naturale, entra in conflitto con la Chiesa. La neutralità dello Stato, intesa come assenza di scelta da parte dello Stato è un’astrazione che non ha riscontri nella realtà. La neutralità può avere senso solo nel contesto di una dottrina o di una giurisprudenza che ne precisino il significato. La nozione astratta di neutralità in materia di religione apre altrimenti la strada a un gioco interpretativo nel quale vince colui che riesce a nascondere meglio i presupposti scelti per fondare la presunta neutralità. In un Paese come gli Stati Uniti, ad esempio, la neutralità religiosa dello Stato trae il suo significato dalla presenza di una pluralità di confessioni religiose, nate dopo la Rivoluzione Protestante dalla comune matrice cristiana. Ma nell’Europa di oggi, in cui la principale divisione non è tra le religioni, ma tra la religione e la sua negazione da parte del secolarismo, non esiste una scelta neutrale ed equidistante tra le due posizioni. Nelle concrete condizioni storiche della nostra società, il muro vuoto degli spazi pubblici, non è più neutrale della presenza di un crocifisso nelle piazze o sui muri delle scuole. Il mito della “piazza nuda” è peraltro crollato, anche negli Stati Uniti, come ha ben dimostrato il libro più noto di padre Richard John Neuhaus (1936-2009), The Naked Public Square. Religion and Democracy in America (Eerdmans, Grand Rapids, Michigan, 1984), che ha aperto la strada a una serrata critica al secolarismo da parte di liberali “aggrediti dalla realtà”. Un altro noto studioso americano, di origine “liberal”, Joseph Weiler, intervenendo recentemente a Strasburgo in un dibattito sulla sentenza della Corte di Giustizia europea contro l’Italia, ha definito inadeguata la linea di difesa del nostro governo, secondo cui il diritto all’esposizione del crocifisso si fonda sul fatto che esso è anzitutto un’icona culturale. Ciò equivale a dire che se il crocifisso fosse un simbolo prevalentemente religioso, senza significato storico-culturale, perderebbe il suo diritto ad essere esposto pubblicamente. Ma in questo caso si accetterebbe la violazione del principio della libera espressione, anche pubblica, dei simboli religiosi. I cristiani – ha detto Weiler, che è ebreo praticante – dovrebbero ribellarsi a un concetto talmente riduttivo del loro principale simbolo religioso. Nell’omelia tenuta il 2 ottobre 2005 per l’apertura del Sinodo dei Vescovi, Benedetto XVI ha ribadito che Dio non può essere «bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato». «La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata e gli rifiuta il dominio pubblico – ha aggiunto il Papa – non è tolleranza, ma ipocrisia». Si tratta dello stesso concetto affermato da Pio XII nell’allocuzione concistoriale del 20 febbraio 1946: «La Chiesa (…) dovrà più energicamente che mai respingere quella falsa e angusta concezione della sua spiritualità e della sua vita interiore che vorrebbe confinarla, cieca e muta, nelle mura del Santuario». La Chiesa ha il diritto di diffondere il suo messaggio non solo privatamente, ai singoli individui, ma anche pubblicamente, a tutte le nazioni (Mt. 28,19 ss.). La dittatura in atto del secolarismo relativista conferma che non c’è alternativa tra il Crocifisso e la sua negazione. Rimuovere un crocifisso da un luogo pubblico non è un gesto neutrale, privo di significato, ma una scelta di principio non meno significativa dell’esporre e onorare pubblicamente il crocifisso.
La sentenza della Corte europea di Strasburgo che, il 3 novembre 2009 ha intimato all’Italia di togliere i crocifissi nelle scuole e nei luoghi pubblici, ha avuto però almeno un effetto salutare: quello di imporre la discussione su di un tema centrale, che non riguarda solo il crocifisso e non concerne solo l’Italia: il problema del rapporto tra politica e religione nell’Europa postcristiana di oggi, aggredita da due sponde, ugualmente inaccettabili, quella islamica e quella secolarista. C’è da augurarsi che i cattolici prendano coscienza di questo problema e rivendichino con fermezza i loro diritti. - di Roberto de Mattei  - Radici Cristiane -

 
 
 

DA MACERATA A LORETO. PELLEGRINI ALLA RICERCA DELL'AMORE DI DIO

Post n°3746 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
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Sono partiti sabato 12 giugno dopo la Messa, alle 22.10, dietro la croce. Pellegrini di tutti i tipi, ragazzi, adulti e anziani, provenienti da tutta Italia, dalla Sicilia al Veneto, e da oltre confine: Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra. Sono i pellegrini che per 28 chilometri, pregando e cantando le lodi a Maria hanno aderito al 32° pellegrinaggio a piedi, da Macerata fino al santuario di Loreto. Hanno raccontato gli organizzatori che ognuno dei pellegrini aveva una domanda nel cuore e tante intenzioni di preghiera affidate dagli amici, dai genitori, dai figli. Ce n'erano trenta provenienti da San Donà di Piave, arrivati dopo sette ore di pullman e che domenica mattina, visitata la Santa Casa, hanno ripreso subito la corriera per tornare a casa, dopo aver pregato per la salute, il lavoro, la pace in famiglia dei propri cari. Nell’omelia il Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna, ha salutato i pellegrini dicendo che il pellegrinaggio è una metafora della vita: “arriverà il momento questa notte in cui vi sentirete stanchi, vi faranno male i piedi (…) ma ricordatevi di quello che diceva sant’Agostino: 'ti dolgono i piedi perché … hai percorso duri sentieri. Ma il Verbo di Dio è venuto a guarire anche gli storpi. Ecco, dici, io ho i piedi sani, ma non riesco a vedere la via. Ebbene, egli ha illuminato anche i ciechi'”. Il pellegrinaggio Macerata-Loreto è nato nel 1978, anno dell'elezione di Giovanni Paolo II. A idearlo e proporlo è stato un giovane insegnante di religione di Macerata, don Giancarlo Vecerrica, oggi Vescovo di Fabriano-Matelica, come gesto di ringraziamento alla Madonna, riprendendo un'antica tradizione mariana perduta da lungo tempo. E' il pellegrinaggio a piedi con il più alto numero di partecipanti in Italia (65.000 fedeli in una occasione). Nel 1993 anche Giovanni Paolo II vi ha partecipato. Nell’omelia prima della partenza, il Cardinale Carlo Caffarra ha spiegato ai pellegrini che è “l’amore di Gesù che salva la peccatrice, converte il cuore del fariseo, e schioda Pietro dal suo tradimento. Le lacrime della peccatrice e quelle di Pietro sgorgano nel momento in cui si sentono amati dal Signore”. “Il fariseo – ha precisato l’Arcivescovo di Bologna - non comprende che proprio per il fatto che Cristo è ‘un profeta’, guarda quella donna non definendola, costringendola e identificandola con ciò che fa e ha fatto, ma come persona che ha alla fine un solo bisogno: amare ed essere amata. È questo sguardo di Gesù che rigenera l’io perché lo colloca nella sua verità”. “L’atto divino del perdono – ha sottolineato il porporato - cambia l’io alla radice perché chi vedendosi amato, diventa capace di corrispondere all’amore, diventa capace di amare”. In conclusione il Cardinale Caffarra ha affermato che “Cristo è tutto. È la via; è la meta; è la forza che ci fa camminare”. - di Antonio Gaspari - Zenit -

 
 
 

VIVIAMO GIUGNO COL SACRO CUORE: UN DONO MERAVIGLIOSO - 14 GIUGNO -

Post n°3745 pubblicato il 14 Giugno 2010 da diglilaverita
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Padre Dehon ha lasciato a noi Sacerdoti del Sacro Cuore, nel suo testamento spirituale questo meraviglioso dono: il Cuore di Gesù. Nel testamento infatti leggiamo: "Vi lascio il tesoro più meraviglioso: il Cuore di Gesù. È di tutti, ma ha tenerezze particolari per i Sacerdoti che si sono consacrati a lui e si dedicano interamente al suo culto e alla sua riparazione... offro ancora una volta e consacro la mia vita e la mia morte al Sacro Cuore di Gesù per suo amore e secondo le sue intenzioni". Nella sua vita aveva sempre contemplato il mistero del costato trafitto, che S. Giovanni aveva intuito come la grande realtà umana e divina. La liturgia delle ore esprime questo pensiero nell'antifona: "Ora si compie il disegno del Padre: fare di Cristo il cuore del mondo".

Quando il 28 giugno 1878 festa del Sacro Cuore il P. Dehon emise i voti religiosi scrisse: "Mi donai completamente senza riserve al Sacro Cuore. La mia emozione fu molto profonda. Sentivo di prendere la croce sulle spalle donandomi a Nostro Signore come riparatore e fondatore di un nuovo Istituto". Questa devozione è una eredità preziosa e impegnativa che ci ha lasciato il P. Dehon e che noi vorremmo trasmettere a coloro che incontriamo sul cammino del nostro apostolato di Sacerdoti. E nello stesso tempo vorremmo chiedere l'aiuto della preghiera perché i Sacerdoti siano all'altezza della loro missione: essere cioè come Cristo il Cuore del mondo. "Vi è un cuore nel mondo... e questo cuore è il Cuore di Cristo"

(Teilhard de Chardin).

Fioretto: Voglio ricordarmi che chi si inebria alla sorgente dell'amore di Cristo diventa fonte di carità.

Giaculatoria: Cuore di Gesù ardente di amore per noi, riempi il mio cuore del tuo amore.

- preghiereagesuemaria -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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