ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 03/01/2012

ARRIVA A MILANO LO SPETTACOLO!?!? BLASFEMO DEL REGISTA CASTELLUCCI:REAGIRANNO I CATTOLICI ITALIANI?

Post n°6541 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sta per arrivare anche in Italia la rappresentazione teatrale, del regista romagnolo Romeo Castellucci, che ha determinato fortissime proteste in Francia nei mesi scorsi. Si tratta dello spettacolo, oggettivamente blasfemo, intitolato "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" durante il quale appare in scena un lancio di pietre ed escrementi contro il famoso quadro di Antonello da Messina raffigurante Nostro Signore Gesù Cristo. L'opera, se così la si vuol definire, è in cartellone dal 24 al 28 gennaio 2012 presso il teatro "Parenti" di Milano.

Difficilmente i cattolici italiani, così abituati da decenni al quieto vivere di stampo "democristiano", saranno in grado di manifestare raggiungendo i numeri d'oltralpe. Ciò nonostante varrebbe comunque la pena di organizzare qualcosa del genere o almeno qualche pubblica preghiera di riparazione contro l'ennesimo oltraggio perpetrato contro Dio e la Sua Religione. Se fossimo islamici, lo sappiamo bene, potremmo contare certamente sulla solidarietà di tutta la stampa progressista e "moderata". Quando è invece offeso il Cristianesimo, la musica cambia e forse neppure Avvenire o l'Osservatore Romano se la sentiranno di assumere una posizione ferma, senza "se" e senza "ma"...

In Francia però i tradizionalisti, con la loro generosa mobilitazione, sono riusciti, in qualche modo, a smuovere anche alcune curie sonnolente. L'arcivescovo di Parigi è giunto sino al punto di guidare una veglia di preghiera in riparazione.

Cerchiamo allora, sul loro esempio, di muoverci anche nel nostro paese, culla del Cattolicesimo e sede del Vicario di Cristo!

Abbiamo un mese di tempo... Non scoraggiamoci!

- Marco Bongi - bastacristianofobia.blogspot.com - da Libertaepersona.org -

 
 
 

JENNI, L'ADOLESCENTE HA SACRIFICATO LA VITA PER SALVARE IL FIGLIO

Post n°6540 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La storia di Jenni Lake, ragazza americana dell'Idaho, aspirante artista di tattoo, che malata di tumore, a 17 anni ha sospeso le cure per permettere al figlio Chad di nascere.

«Ho fatto quello che dovevo fare, il mio bambino ora crescerà sano», ha detto prima di morire dopo aver partorito il piccolo

«Ho fatto quello che dovevo fare, il mio bambino ora crescerà sano». Sono le ultime parole di Jenni Lake, la diciassettenne americana che ha interrotto le cure per un tumore per salvaguardare la vita del figlio che portava in grembo. La sua storia ha raggiunto, sotto Natale, le cronache internazionali. Jenni scopre nell'ottobre del 2010 di avere un tumore. Da quel momento inizia la sua battaglia per la vita, che la vede «impaurita, ma senza darlo troppo a vedere. Alternava momenti di tristezza ad altri di gioia. Ha pianto solo quando le hanno detto che le cure avrebbero potuto renderla sterile», racconta il padre, un camionista dell'Idaho.

Nonostante la malattia, quella di Jenni resta la tipica vita di un'adolescente moderna. «Aveva una vena ribelle», ricorda la madre. Lo si vede anche dai primi video, che posta su Youtube, in cui racconta la sua determinazione contro il cancro: Jenni si mostra tutta piercing e tatuaggi, con i capelli tinti di due colori e il sogno di diventare un'artista di tattoo. Durante la malattia si fidanza con Nathan, un anno più grande di lei, e rimane incinta. Inaspettatamente, «perché ci avevano detto che la cura poteva renderla sterile, perciò non ci siamo preoccupati di nulla», spiega il ragazzo.

Jenni decide di sospendere la chemioterapia per salvaguardare la vita del figlio, che è nato il mese scorso e che lei ha potuto tenere al suo fianco per 12 giorni prima di morire. La madre, ai giornalisti che le hanno chiesto i motivi della scelta della figlia, ha risposto con la stessa naturalezza con cui la figlia ha partorito il piccolo: «Non ci siamo nemmeno posti il problema, il bambino sarebbe nato e Jenni avrebbe ripreso le cure nella speranza di guarire».

Una storia diversa da quella della beata Gianna Beretta Molla, che dotata di una fede granitica ha sacrificato la sua vita per salvare quella del figlio. Una vita non proprio casa e chiesa, quella di Jenni, che ha affrontato la malattia con gli alti e bassi di un'adolescente che vede tutti i suoi sogni andare in fumo. Eccetto il più grande, quello di diventare madre. Ma l'eredità che ci lascia, hanno detto familiari e amici, «non è una tragedia, piuttosto il frutto vivo del suo sacrificio». Un sacrificio - compiuto senza clamori da una ragazza normale e che nel dolore ha reso Jenni una donna bellissima e felice - che ha portato agli onori delle cronache di tutto il mondo la sua storia.

di Benedetta Frigerio - Tratto da Tempi -  miradouro -

 
 
 

L'8 DICEMBRE, FATIMA E I SEGNI DELLA STORIA

Post n°6539 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dall'addio dei sovietici a Vienna alla bandiera europea e alla fine dell'Urss: una serie di enigmatiche coincidenze

Anche il Corriere ha ricordato, con una pagina intera, i vent'anni da quanto successe in una dacia a Viskuli, nella foresta di Pushcha, in Bielorussia. I primi presidenti eletti democraticamente dalle tre repubbliche slave dell'Urss - Russia, Ucraina, Bielorussia - firmarono il documento che sanciva «la cessazione dell'Unione Sovietica in quanto entità statale» e lo smembramento del primo Stato comunista della storia. Una decisione imprevista, non soltanto dai soliti «esperti», ma anche dagli stessi protagonisti dell'incontro. Ciò che si voleva non era la fine dell'Urss ma un patto federale rinnovato. E invece, pochi giorni dopo, la notte di Natale, la bandiera rossa con la falce e martello era ammainata per sempre dalla cupola più alta del Cremlino e al suo posto risaliva il tricolore dell'impero di Pietro il Grande. La firma del russo Eltsin, dell'ucraino Kravchuk e del bielorusso Shushkevic sul documento in cui la seconda potenza mondiale decideva di suicidarsi fu apposta l'8 dicembre del 1991. Era il giorno della ricorrenza liturgica dell'Immacolata Concezione.

Come impedire ai credenti di pensare alle parole della Signora di Fatima, parole pronunciate nel 1917, in perfetta coincidenza con la presa del potere da parte di Lenin? «La Russia spanderà i suoi errori nel mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, intere nazioni saranno annientate». Ma, aveva concluso l'Apparizione davanti ai tre bambini che ignoravano persino la parola Russia, «ma alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà». La fine annunciata nel 1917 dall'Immacolata giungeva, non solo nel «suo» giorno, ma alla vigilia dei 70 anni dalla fondazione ufficiale dell'Urss. Qui i credenti potevano pensare al Salmo 90: «Settanta sono gli anni dell'uomo...». E settanta pure la massima durata delle opere dell'uomo, se fondate sulla persecuzione di ogni religione. E che dire del simbolismo, sin troppo esplicito, di quella bandiera del primo Stato ufficialmente ateo della storia ammainata dal Cremlino, davanti alle televisioni del mondo, nel giorno in cui il calendario gregoriano, seguito dalla maggioranza dei cristiani, celebra la nascita di Cristo?

Come è giusto - nella prospettiva del Dio biblico che si rivela e al contempo si cela, lasciando alla libertà dell'uomo la scelta tra l'accoglienza e il rifiuto - com'è giusto, dunque, se i credenti vedono qui dei «segni», per gli increduli ci sono solo coincidenze. Coincidenze che, però, sembrano attirate da quell'enigmatico 8 di dicembre. Si veda quell'altra storia davvero singolare della bandiera europea. Il Consiglio d'Europa indisse nel 1950 un concorso internazionale per un vessillo del Continente. Parteciparono centinaia di artisti e di grafici ma i bozzetti, i più numerosi, che contenevano una croce furono bocciati dai socialisti e dai laicisti in genere. Soltanto nel 1955 la commissione, presieduta da Paul Lévy, un ebreo, si decise per una bandiera azzurra con al centro 12 stelle d'oro disposte in cerchio. L'idea piacque, tanto che nel 1986 lo stendardo fu adottato come ufficiale anche dalla Comunità Europea, cambiando solo in argento l'oro delle stelle. Ci fu sconcerto, però, e rammarico, in molti, quando si conobbe il retroscena: l'autore era Arsène Heitz, un grafico belga poco noto, devoto mariano fervente. L'azzurro è il colore della Vergine e le stelle sono quelle che circondano il capo della Donna dell'Apocalisse in cui la Tradizione riconosce Maria. Quanto al dodici, è quello delle dodici tribù di Israele, dei dodici apostoli e delle dodici stelle che stanno sulla Medaglia Miracolosa voluta nel 1830 dalla Vergine stessa e che Heitz portava sempre al collo, da buon devoto. Ma c'è di più, visto che per la firma solenne del documento che adottava la bandiera, nel 1955, si cercò una data che convenisse a tutti i politici che venivano a Strasburgo dall'Europa intera. Nessuno, al Consiglio, si accorse che il giorno prescelto non era come gli altri, per i credenti: era, infatti, pure qui, l'8 dicembre. E la Medaglia che era servita da modello al grafico porta incisa una invocazione proprio all'Immacolata Concezione.

Vediamo un altro caso, tra i molti possibili, di coincidenza per alcuni, di segno per altri. Un caso in cui la storia dell'Urss si intreccia ancora una volta con Fatima. Nel 1945 Mosca aveva ottenuto la zona più importante, quella di Vienna, delle quattro in cui era stata divisa l'Austria dagli alleati. Il ministro degli Esteri sovietico, Molotov, disse e ripetè che Mosca mai si sarebbe ritirata da ciò che aveva occupato e tutti si aspettavano che, come a Praga, i comunisti organizzassero un colpo di Stato per andare da soli al potere nell'intera Austria. Le stesse cancellerie occidentali sembravano rassegnate. Ma non si rassegnò un francescano, padre Petrus che, tornato dalla prigionia proprio in Urss, andò in pellegrinaggio nel santuario nazionale austriaco, a Mariazell. Lì fu sorpreso da una voce interiore che gli disse: «Pregate tutti il Rosario e la vostra Patria sarà salva». Buon organizzatore, padre Petrus promosse una «Crociata nazionale del Rosario», nello spirito esplicito di Fatima, che in breve tempo raccolse milioni di austriaci, compreso lo stesso Cancelliere, Leopold Figl. Giorno e notte, grandi masse si riunivano nelle città e nelle campagne, recitando la corona e Vienna era percorsa da imponenti processioni, sorvegliate con ostilità, nel suo settore, dall'Armata Rossa. Gli anni passarono senza che l'occupazione cessasse, per l'ostinazione russa, ma il popolo non si stancava di pregare.

Ed ecco che, nel 1955, l'Urss comunicò di essere disposta a ridare all'Austria l'indipendenza, in cambio della neutralità. I governi occidentali furono colti di sorpresa da una decisione inaspettata e unica, sia prima che dopo: mai, come aveva ricordato Molotov, mai, l'Urss accettò di ritirarsi spontaneamente da un Paese occupato. Ma non si sorpresero coloro che da anni pregavano per la «Crociata del Rosario»: in effetti la Conferenza internazionale che portò in due giorni al Trattato sulla fine dell'occupazione fu inaugurata, con la dovuta solennità, nell'ex palazzo imperiale di Vienna il 13 maggio. L'anniversario, cioè, della prima apparizione di Fatima.

- Vittorio Messori - corriere.it/cultura -

 
 
 

PROPOSTA: LA CHIESA RINUNCI ALL'8 PER MILLE E LO STATO LE RESTITUISCA L'IMMENSO PATRIMONIO DI IMMOBILI E OPERE D'ARTE SOTTRATTO

Post n°6538 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E’ davvero irritante il cinismo con cui, sull’onda emotiva dei sacrifici imposti dall’attuale situazione economica nazionale, vengono brandite contro la Chiesa Cattolica le armi spuntate del radicalismo anticlericale, agitando la (inesistente) questione dell’ICI e dell’8 per mille. Operazione di sciacallaggio mediatico quella che vuole strumentalizzare l’oggettiva difficoltà in cui si trovano gli italiani, per lanciare una campagna tanto demagogica quanto calunniosa.

E disonesti intellettualmente appaiono tutti coloro che a tale campagna si aggregano o che ad essa plaudono con la stessa cecità ideologica delle tricoteuses giacobine sotto i patiboli. Per quanto riguarda il primo tema, quello relativo alla richiesta di abolizione dell’asserita esenzione I.C.I., Avvenire ha documentalmente dimostrato per tabulas , attraverso la sua meritoria campagna, che trattasi di pura menzogna. Per cui la questione si può anche chiudere qui.

Per ciò che concerne, invece, il secondo tema, ovvero il trasferimento dei fondi dallo Stato italiano alla Chiesa cattolica attraverso il meccanismo dell’8 per mille del gettito fiscale, il discorso merita una considerazione. Approfittando, in perfetta mala fede, del rigore generale imposto dalla nuova politica di austerity, i soliti anticlericali hanno trovato spazio per amplificare il logoro refrain sull’«odiato privilegio» concesso alla Chiesa, che vanno ormai ripetendo, come un disco rotto, dal 1985.

Sapendo di non poter vincere la guerra dell’abolizione, ora tentano almeno di vincere la battaglia della riduzione. «Se il popolo deve fare sacrifici, li facciano anche i ricchi cardinali», sentivo giorni fa alla radio. Tutto ciò apparirebbe risibile se la drammaticità del momento non lo facesse apparire una farsa macabra.

Di fronte ad una simile operazione mistificatoria, bisognerebbe trovare il coraggio di fare una proposta davvero radicale. Un coup de théâtre: accettare l’abolizione totale dell’8 per mille. Ad una sola condizione, però. Che lo Stato italiano restituisca tutto l’immenso patrimonio, costituito da chiese, conventi, monasteri, palazzi, biblioteche, terreni, opere d’arte, suppellettili sacre, ecc., illegittimamente sottratto alla Chiesa Cattolica, in violazione di ogni diritto, ivi compreso il diritto internazionale.

Sì, perché qualcuno ancora si ostina a dimenticare che l’8 per mille, dal punto di vista morale e giuridico, non rappresenta una generosa liberalità, ma l’indennizzo dello Stato a quell’illecito incameramento del patrimonio ecclesiastico, perpetrato a partire dal 1855, quando l’ex ministro Clemente Solaro della Margherita (autentico conservatore), prendendo la parola nel parlamento piemontese, definì le Leggi Siccardi un «sacrilego latrocinio».

Lo Stato italiano, ovviamente, non sarebbe in grado di restituire tutti i beni illecitamente sottratti alla Chiesa dal 1855 al 1875, e la proposta ha evidentemente il sapore di una provocazione. Si tratta però di una provocazione che dovrebbe far riflettere soprattutto i trisnipotini di Siccardi, Rattazzi, Ferraris. Oggi allo Stato italiano, proprio in concomitanza del 150° anniversario dell’unità, non conviene davvero riaprire quella dolorosa ferita, maldestramente coperta dalla mitologia risorgimentale anticattolica. Intelligenti pauca.

- da un articolo di Gianfranco Amato su corrispondenzaromana.it -

 

 
 
 

PADRE GIULIO MARIA SCOZZARO:LA POTENZA DEL SANTO ROSARIO

Post n°6537 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Tutti siamo abituati a parlare, chi più e chi meno, chi con senno e chi a sproposito, chi per missione e chi per ingannare, comunque, tutti parliamo. C’è chi parla bene e c’è chi parla male. Ci sono coloro che parlano per adempiere il ruolo che occupano al lavoro, negli uffici e altre parti. Ma la sostanza di ciò che viene detto, determina se è un parlare buono o cattivo, se si parla per edificare o si parla per screditare una persona, per diffamare. L’uomo cerca sempre di relazionarsi coi suoi simili, di trovare ascoltatori per esternare, per ascoltare, per fantasticare. Tutti parliamo, ma molto spesso non è si consapevoli di cosa si dice, come si dice, e se si parla solo per aprire la bocca, incuranti degli effetti che avranno quelle parole. Da qui scaturiscono litigi, cattiverie, rancori, animosità. Quando si parla facendo attenzione alle parole che si pronunciano, manifestando così un controllo sulla propria volontà e volendo edificare chi ascolta, escono dalla bocca parole buone, degne di lode. Si parla con accortezza, senza volere offendere chi è presente o, peggio ancora, chi è assente. Si parla di tutto, di tanti interessi. Sorprende che tra i cristiani poco si parla di Gesù e della Madonna, perché molto poco si parla con Gesù e con la Madonna. Non parlando nella preghiera con Loro due, in tanti colloqui fra umani fuoriescono parole insignificanti e inutili, dannose e imprudenti, perché manca la Luce Divina. Sorprende che tra i cristiani non ci sia meraviglia e stupore grande per avere incontrato un Uomo straordinario come Gesù Cristo. La meraviglia porta ad una grande partecipazione alla vita di Colui che si ama. Se c’è meraviglia, la vita del cristiano è un continuo rinnovarsi, si sforzerà ogni giorno di assomigliare a Gesù, e parlerà nella giornata più con Gesù e la Madonna che con gli altri. Al contrario, il cristiano che rimane quasi disinteressato del Vangelo che Gesù è venuto a portarci, parla di tutto e con tutti tranne che con Gesù e la Madonna. Il suo cuore è così dissipato e interessato alle cose del mondo, che il parlare con il Figlio di Dio e la Madre di Dio, lo rende noioso, insopportabile, anzi, non si interessa proprio. Parlare del Santo Rosario, invece, è sempre una grande gioia, perché si parla del Vangelo, dall’inizio dell’Incarnazione e della vita terrena di Gesù fino alla glorificazione di sua Madre, da parte sempre di Gesù.

Non si sbaglia mai quando si parla con amore del Santo Rosario, soprattutto, quando si recita, perché permette di parlare con Gesù e con Maria.

Il Santo Rosario è l’armonia del Cielo, il canto degli innamorati della Vergine Immacolata, la gioia della meditazione del Vangelo. Il Santo Rosario è il Vangelo che diventa preghiera. Il Santo Rosario è la sintesi del Vangelo, racconta tutte le tappe principali del mistero dell’Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio Padre e di Maria di Nazareth.

La Madonna stessa ha parlato dell’importanza del Santo Rosario a Lourdes e a Fatima. In questi e in altri luoghi ha detto che il Santo Rosario è la preghiera che Lei gradisce più di tutte, preghiera molto efficace, potente e preghiera evangelica. Ha sempre invitato a recitarlo ogni giorno per ricevere Grazie da Lei, protezioni e il dono della sua presenza. Per la Madonna chiedere con insistenza la recita del Santo Rosario ci sarà un motivo. La pratica costante di tutti i Santi manifesta la grande importanza della sua recita e l’insistenza con cui lo hanno diffuso fin dal 1200. Il Beato Alano de la Roche è stato il grande divulgatore del Rosario. Egli è anche il primo ad affermare che San Domenico aveva ricevuto dalle parole della Madonna, l’insegnamento sul Santo Rosario, perché ne divulgasse la devozione. Circa le vere apparizioni che San Domenico ebbe dalla Madonna, è San Luigi Grignon di Monfort ad affermare ciò che da alcuni secoli i devoti del Rosario già sapevano. È confermato dalla Madonna in diverse apparizioni, che il primo a ricevere l’invito a recitare e a diffondere il Santo Rosario fu San Domenico e che non appena iniziò a recitarlo e a diffonderlo, le conversioni si contavano a migliaia.

Tra le altre cose, la Madonna disse a San Domenico: "Nelle tue prediche esorta a recitare il Rosario e raccoglierai grandi frutti per le anime". Così fece il Santo, e questo spiega il pieno successo della sua predicazione.

Molti sono convinti che la recita del Santo Rosario è preghiera fuori moda e che oggi non è più proponibile. Come si ingannano! Questa convinzione lascia supporre che queste persone siano state da Dio confermate in Grazia, cioè, non possono più commettere peccati e hanno addirittura il Paradiso assicurato. Mentre noi, poveri esuli, carichi di problemi e sofferenze, stanchi per le lotte, dobbiamo recitare la Corona del Santo Rosario ogni giorno, quasi come una condanna, per chiedere alla Madonna di ottenerci Grazie temporali e soprattutto la salvezza eterna. Questa considerazione non è reale, in quanto tutti noi, proprio tutti, viviamo nell’incertezza della destinazione dopo il Giudizio: salvezza eterna o dannazione eterna. Dio ci ha creato per Lui, per andare tutti noi in Paradiso, ma per andare in Paradiso ci vuole la Grazia, la Grazia ce la procura Maria; per noi trovare Grazia presso Maria, dobbiamo pregare. Come? Dobbiamo pregare più con il cuore che con le labbra. Quale preghiera? La preghiera che la Madonna è venuta ad insegnarci e che preferisce di più: IL SANTO ROSARIO. Se preghi nel modo che gradisce Maria, tutto puoi ottenere, perché tutto Maria ti dà.

Tutto il bene ci viene per mezzo di Maria Santissima, tutto Lei ci dona per mezzo del Santo Rosario. È la Corona Benedetta, è la lunga Catena che lega Cielo e terra. Da una parte ci siamo noi, dall’altra Maria. Noi da qui chiediamo Grazie, Lei dal Cielo ce le dona, facendole arrivare a noi sempre attraverso questa Catena.

Col Rosario salgono a Maria le nostre preghiere, e Maria sempre per il Rosario, fa scendere le sue innumerevoli Grazie. Per questo chi non è legato a Maria per mezzo di questa dolce e mite Catena, non speri grandi aiuti. A ragione, il Beato Bartolo Longo chiamava il Rosario: "Catena dolce che ci rannoda a Dio".

È preghiera evangelica, il compendio di tutto il Vangelo in quanto, è devozione cristocentrica. Preghiamo Gesù, meditiamo la sua vita con il Cuore della Madre, insieme alla Madre, anzi, è la Madre che in noi prega il Figlio e ci fa conoscere la vita del Figlio.

Potenza del Santo Rosario, perché Colei che viene pregata è la Madre di Dio e la Corredentrice del genere umano. Così la saluta San Giovanni Crisostomo: "Tu, o Maria, ci hai redento insieme a Gesù Cristo". È la Innocentissima tra tutte le creature. Ella stessa si presentò così all’umile Bernardette: "Io sono l’Immacolata Concezione". Per questo "in Lei vi fu la stessa pienezza di Grazia che vi fu in Gesù, benchè in modo diverso", afferma San Girolamo. E San Giovanni Climaco dice che "Maria è la radice da cui spuntò il Cristo, giglio delle convalli; è lo stelo su cui sbocciò il divino Fiore della salvezza, Gesù Redentore". Perché Maria "è il candore della Luce eterna e, paragonata alla luce, viene trovata più pura", sentenzia la Sacra Scrittura.

Non si comprende l’immenso valore del Rosario, altrimenti ognuno ne reciterebbe decine di Corone al giorno. Nelle famiglie si reciterebbe tutti insieme, e si aspetterebbe con gioia il momento di iniziarlo, più dell’attesa dei piaceri mondani. Si reciterebbe dovunque, cercando sì di isolarci se è possibile, altrimenti la Corona in mano dovrebbe essere come incollata e girare, girare...

Il Rosario è la preghiera della famiglia, il mezzo utilissimo per riunire la famiglia, per farla crescere nel Cuore di Maria, per consacrarla ogni giorno a Lei e salvaguardarla dagli effetti devastanti delle mode e mentalità immorali di questa epoca in cui viviamo.

- www.gesuemaria.it -

 
 
 

3 GENNAIO: SANTISSIMO NOME DI GESU'

Post n°6536 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina»

Il nome Gesù fu dato al Messia da san Giuseppe dopo che l’angelo di Dio in sogno gli disse: "Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt.1, 21-25). Il significato del nome Gesù è dunque quello di salvatore.

Nel corso della vita pubblica di Gesù, i suoi discepoli, appellandosi al suo nome, guariscono i malati, cacciano i demoni e compiono miracoli.

«La potenza del Nome di Gesù è grande, è multipla. È un rifugio per i penitenti, un sollievo per i malati, un aiuto nella lotta, nostro appoggio nella preghiera, perché ci ottiene il perdono dei peccati, la grazia della salute dell'anima, la vittoria contro le tentazioni, la potenza e la fiducia di ottenere la salvezza». (San Tommaso)

Quanto è dolce da pronunciare il Santissimo Nome di Gesù per l'uomo! Questo solo Nome riavvicina il cielo alla terra, e non ce n'è uno più amabile o più potente.
Così si esprime San Bernardo:

"Il Nome dello Sposo è luce, cibo, medicina. Esso illumina quando lo si rende noto; nutre quando vi si pensa in segreto; e quando lo si invoca nella tribolazione, procura la dolcezza e l'unzione. Ma il Nome di Gesù non è soltanto luce, è anche cibo. Non vi sentite dunque riconfortati ogni qual volta richiamate al vostro cuore quel dolce Nome? Che altro c'è al mondo che nutra tanto la mente di colui che Lo pensa?


Gesù è miele alla mia bocca, melodia al mio orecchio, giubilo al mio cuore; ed oltre a questo, una medicina benefica.

Qualcuno di voi è triste? Che Gesù venga nel suo cuore, passi di qui nella sua bocca, e subito, alla venuta del Nome divino che è vera luce, scompare ogni nube, e torna il sereno. Qualcuno cade nel peccato oppure incorre, disperando, nei lacci della morte? Se invoca il Nome di Gesù, non comincerà subito a respirare e a vivere nuovamente?

Qual è quell'uomo che, timoroso e preoccupato in mezzo ai pericoli, invocando quel Nome di forza non abbia sentito subito nascere in sé la fiducia e svanire la paura? Chi è colui, vi chiedo, che sbattuto e vacillante in balia dei dubbi, non ha all'istante - lo dico senza esitare - visto risplendere la certezza all'invocazione di un Nome così luminoso? Chi, nell'avversità, mentre era in preda alla sfiducia, non ha ripreso coraggio al suono di quel Nome di valido aiuto?

O anima mia, tu hai un antidoto eccellente, nascosto come in un vaso, nel Nome di Gesù! Gesù, infatti è un nome salutare e un rimedio che non risulterà mai inefficace per nessuna malattia. Che esso sia sempre nel tuo cuore, e nella tua mano: di modo che tutti i tuoi sentimenti e tutti i tuoi atti siano diretti verso Gesù".

Ogni volta che ripeterai questa formula ferirai il mio Cuore d’amore.

Tu non puoi comprendere la malizia e l’orrore della bestemmia. Se la mia

Giustizia non fosse trattenuta dalla Misericordia, schiaccerebbe il colpevole verso il quale le stesse creature inanimate si vendicherebbero, ma Io ho l’eternità per punirlo! Oh, se sapessi quale grado di gloria ti darà il Cielo dicendo una sola volta:

"O ammirabile Nome di Dio!

In spirito di riparazione per le bestemmie!"

(con approvazione ecclesiastica)

IdM-Buona giornata

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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