ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/01/2012

NOVENA AL VOLTO SANTO DI GESÙ IN RIPARAZIONE ALLA OFFESE DELLO SPETTACOLO BLASFEMO DI MILANO

Post n°6589 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

CARISSIMI AMICI INIZIAMO DOMANI 15 GENNAIO FINO AL 24 GIORNO DELLO SPETTACOLO

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
1° giorno. «Ascolta, Signore, la mia voce. Io gri­do: "Abbi pietà di me!". Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo vol­to". Il tuo volto, Signore, io cerco. Non na­scondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non la­sciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza». Signore Gesù, mostraci il tuo volto e noi saremo salvi.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


2° giorno. Signore Gesù, il tuo volto è l'irradia­zione della Gloria del Padre e l'immagine del suo volto. Sulle tue labbra - diffusa la grazia; Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo. Chi vede te vede il Padre tuo che ti ha mandato a noi per essere nostra sapienza, giustizia, santificazione e redenzione. Signore Gesù, noi ti adoriamo e ti rin­graziamo.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


3° giorno. Signore Gesù, nell'incarnazione hai assunto il volto di ciascuno di noi, nella pas­sione hai voluto umiliarti fino alla morte e alla morte in croce, donando tutto te stes­so per il nostro riscatto. Il tuo volto non aveva apparenza né bellezza. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che co­nosce il soffrire, sei stato trafitto per i no­stri peccati e schiacciato per le nostre iniquità. Signore Gesù, fa che possiamo asciugare il tuo volto asciugando il volto sofferente dei nostri fratelli.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


4° giorno. Signore Gesù, che mostrasti compas­sione e tenerezza verso tutti fino a piangere sulle sventure e sulle sofferenze umane, fa splendere ancora su di noi il tuo volto du­rante il nostro terreno pellegrinaggio finché un giorno potremo contemplarti faccia a fac­cia per sempre. Signore Gesù, che sei la pienezza di ve­rità e di grazia, abbi pietà di noi.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


5° giorno. Signore Gesù, che guardasti con oc­chio di misericordia Pietro inducendolo a piangere amaramente il suo peccato, guar­da con benevolenza anche noi: cancella le no­stre colpe, rendici la gioia di essere salvati. Signore Gesù, presso di te è il perdono e grande è la tua misericordia.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


6° giorno. Signore Gesù, che accettasti il bacio traditore di Giuda e sopportasti di essere schiaffeggiato e sputato in faccia, aiutaci a fare della nostra vita un sacrificio a te gra­dito, portando, ogni giorno, la nostra croce. Signore Gesù, aiutaci a completare quanto manca alla tua passione.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -

7° giorno. Signore Gesù, noi sappiamo che ogni uomo è il volto umano di Dio, che con le nostre colpe sfiguriamo e nascondiamo. Tu, che sei la misericordia, non guardare ai no­stri peccati, non nasconderci il tuo volto. Il tuo sangue scenda su di noi, ci purifichi e ci rinnovi. Signore Gesù, che fai festa per ogni pec­catore che si converte, abbi pietà di noi.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


8° giorno. Signore Gesù, che nella trasfigurazio­ne sul monte Tabor hai fatto brillare il tuo volto come il sole, fà che anche noi, cam­minando allo splendore della tua luce, possiamo trasformare la nostra vita e ed es­sere luce e fermento di verità e di unità. Signore Gesù, che con la tua risurrezio­ne hai vinto la morte e il peccato, cammina con noi.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -


9° giorno. O Maria, tu che contemplasti con af­fetto materno il volto del fanciullo Gesù e con profonda commozione baciasti il suo volto insanguinato, aiutaci a collaborare con te all'opera della redenzione perché si instauri nel mondo il regno del tuo Figlio, che è re­gno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. O Maria, Madre della Chiesa, intercedi per noi.

- Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie -

ATTO DI RIPARAZIONE AL VOLTO SANTO DI GESÙ


Vi adoro e vi lodo, mio divino Gesù, Figlio del Dio vivente, per tutti gli oltraggi che avete sofferto per me, che sono la più miserabile delle vostre creature, in tutte le sacre membra del vostro corpo, ma particolarmente nella parte più nobile di voi stesso, cioè del vostro Volto.
Vi saluto, Volto amabile, livido per gli schiaffi e colpi ricevuti, insozzato dagli sputi e sfigurato per i cattivi trattamenti, che vi hanno fatto soffrire gli empi Giudei.
Vi saluto, belli occhi, bagnati dalle lacrime che avete sparso per la nostra salute.
Vi saluto, sacre orecchie, tormentate da un'infinità di bestemmie, di ingiurie e di motti sanguinosi. Vi saluto, santa bocca, piena di grazia e di dolcezza per i peccatori, ed abbeverata di fiele e di aceto, per l'ingratitudine mostruosa di coloro che avevate scelto come vostro popolo.
Vi saluto, infine, o Gesù, mio Salvatore, coperto di nuovi oltraggi dai bestemmiatori e dagli empi dei nostri giorni: vi adoro e vi amo.


PREGHIERA AL VOLTO SANTO DI GESU' DI SANTA TERESA DI GESU' BAMBINO


O Gesù, che nella Tua crudele Passione divenisti «l'obbrobrio degli uomini e l'uomo dei dolori », io venero il Tuo Volto divino, sul quale splendevano altra volta la bellezza e la dolcezza della divinità e che ora è divenuto per me come il volto di un lebbroso!
Ma io riconosco sotto quei tratti sfigurati il Tuo infinito amore, e mi consumo dal desiderio di amarTi e di farTi amare da tutti gli uomini.
Le lacrime che sgorgano con tanta abbondanza dagli occhi Tuoi mi appaiono come perle preziose, che mi è caro raccogliere, per riscattare col loro infinito valore le anime dei poveri peccatori. O Gesù, il cui Volto adorabile rapisce il mio cuore, Ti supplico d'imprimere in me la Tua somiglianza divina, e d'infiammarmi del Tuo Amore, affinché possa giungere a contemplare in cielo il Tuo Volto glorioso.
Amen.

LITANIE AL SANTO VOLTO


Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Santa Maria prega per noi.

Santa Madre di Dio prega per noi.

Santa Vergine delle Vergini prega per noi.

O Volto adorabile di Gesù abbi pietà di noi

O Volto adorabile di Gesù Compiacenza perfetta dell'Eterno Padre, «

O Volto adorabile di Gesù Opera Divina dello Spirito Santo, «

O Volto adorabile di Gesù Splendore del Paradiso, «

O Volto adorabile di Gesù Gioia e letizia degli Angeli, «

O Volto adorabile di Gesù Soave ristoro dei Santi, «

O Volto adorabile di Gesù Dolce riposo dei tribolati, «

O Volto adorabile di Gesù Consolante rifugio dei peccatori, «

O Volto adorabile di Gesù Speranza e conforto dei moribondi, «

O Volto adorabile di Gesù Terrore e sconfitta dei demoni, «

O Volto adorabile di Gesù Pacificatore benigno dell'ira divina, «

O Volto adorabile di Gesù Creatore benedetto della legge d'amore, «

O Volto adorabile di Gesù Assertore potente della carità fraterna, «

O Volto adorabile di Gesù Assetato della salvezza degli uomini, «

O Volto adorabile di Gesù Bagnato di lacrime d'amore, «

O Volto adorabile di Gesù Ricoperto di fango e di sputi per noi, «

O Volto adorabile di Gesù Intriso di sudore e di sangue, «

O Volto adorabile di Gesù Insultato, schernito, schiaffeggiato, «

O Volto adorabile di Gesù Trattato da vilissimo schiavo, «

O Volto adorabile di Gesù Motteggiato nell'atroce agonia, «

O Volto adorabile di Gesù Pregante per i Tuoi uccisori, «

O Volto adorabile di Gesù Velato del pallore dei morenti, «

O Volto adorabile di Gesù Reclinato esangue sul petto, «

O Volto adorabile di Gesù Pianto dalla Madre del dolore, «

O Volto adorabile di Gesù Deposto velato nella tomba, «

O Volto adorabile di Gesù Splendente di trionfo nella mattina di Pasqua «

O Volto adorabile di Gesù Circonfuso di bontà nel manifestarTi risuscitato agli Apostoli «

O Volto adorabile di Gesù Cosparso di luce e di gloria

O Volto adorabile di Gesù nell'ascendere al cielo «

O Volto adorabile di Gesù Velato di profondissiam umiltà nel mistero Eucaristico «

O Volto adorabile di Gesù Rivestito di infinita grandezza nel giudizio finale «

O Volto adorabile di Gesù Invitante alla gloria gli eletti per tutta l'eternità «

O Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

O Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.

O Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.

Preghiera: O Padre, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa risplendere su di noi la luce del tuo Volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarTi e amare i nostri fratelli con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 
 
 

ZOE COMMUOVE: "IO, DISABILE MA PIU' CHE VIVA"

Post n°6588 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Che una ragazza parli di se come di una persona nata viva sembra un'ovvietà. E invece neppure una riga del lungo racconto autobiografico «Nata viva» corre il rischio della scontatezza: le pagine scorrono fresche e veloci, in un'alternanza originale di leggerezza e drammaticità, felicità e dolore profondi. I capitoli non seguono tanto una traccia temporale, quanto piuttosto il filo dei pensieri e dei ricordi, e soprattutto della consapevolezza del proprio vissuto.

«Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio». Zoe (pseudonimo dell'autrice) inizia così la sua opera prima, un puzzle di storie e riflessioni personali a partire da quei lunghissimi cinque minuti senza respirare, quando è nata, che le hanno lasciato un'importante disabilità motoria.

Il libro ruota tutto intorno a due elementi chiave che lo rendono particolarmente efficace: il primo è la convinzione di Zoe secondo cui «negare le differenze non è un'arma per combatterle». Niente di più lontano dall'ipocrisia del politically correct con cui si affronta spesso il mondo della disabilità: negandolo, sostanzialmente, e cercando di ignorare le diversità. E il secondo ne è una diretta conseguenza: non basta riconoscere la disabilità per quel che è. È fondamentale potercisi, e soprattutto, volercisi misurare.

Zoe cerca persone che siano disposte a coinvolgersi veramente con lei, a condividere la sua vita per intero, senza riserve né fughe. A chi le sta accanto, dai familiari ai compagni di scuola, chiede un rapporto umano pieno e leale che non lasci indietro niente, ed è questa disponibilità che osserva, racconta e giudica.

«Quando nasce un bambino disabile sarebbe bello e naturale che tutta la famiglia diventasse più unita per aiutarlo, però a volte appare tutto il contrario: le persone si chiudono in se stesse e invece di reagire esasperano la situazione, negano il problema: è più comodo. In questo modo non devono mettersi in gioco, non devono dare nulla di loro stessi, non devono prendersi un impegno che dura per tutta la vita. Così facendo, però, si negano anche la gioia di far raggiungere alloro bambino traguardi che sembravano inimmaginabili, di vederlo crescere e reagire, di assistere giorno per giorno a piccoli ma importantissimi progressi. Anche a me è capitata una cosa simile. Dopo la mia nascita molte persone sono fuggite nascondendosi dietro scuse assurde».

Per questo sono innanzitutto sua nonna, che le è sempre accanto, e Rickie, che le ha fatto da padre, le persone più belle, quelle che hanno illuminato la sua vita e i suoi racconti. Chiede tanto e dà tanto, Zoe, a chi incontra e anche quando scrive: mette in gioco tutta se stessa con il lettore e non gli risparmia niente delle asprezze nel rapporto con sua madre, dell' assenza del padre, del bullismo a scuola, della durezza della riabilitazione. Ma anche delle amicizie preziose, delle vacanze al mare, del bellissimo viaggio a New York e del dolore grande per una morte improvvisa e dolorosissima, che l'ha spinta a scrivere. È l'avventura di una vita, di una persona, appunto, «nata viva». Tutta da leggere. (Zoe Rondini, Nata Viva, edizioni Albatros, Roma 2011)

di Assuntina Morresi  - Avvenire (inserto È vita) -

 
 
 

GIOVANI E FEDE: SBAGLIATA L'ATTUALE EVANGELIZZAZIONE DEGLI ADULTI

Post n°6587 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Attenzione! Prima di parlare di una presunta “crisi di fede” dei giovani dovremmo fare un passo indietro e chiederci: che cosa stiamo facendo, noi, per evitare la deriva delle nuove generazioni nella trappola di certe pseudo-religiosità alternative? Non esiste, secondo me, una crisi di fede dei giovani. Esiste, al contrario, una crisi di evangelizzazione degli adulti.

In questi ultimi anni si sta diffondendo una tendenza a dipingere il mondo dei giovani a tinte scure, come se fosse irrimediabilmente peggiorato rispetto a qualche tempo fa. Tra i luoghi comuni che imperversano c’è quello di una presunta “crisi della fede”. Si pensa che i ragazzi del terzo millennio siano “meno cattolici” di quelli di ieri, che vadano raramente in chiesa e che siano meno attratti da qualunque forma di spiritualità.

Mi capita spesso di ascoltare discorsi del genere, che personalmente non trovo diversi da altre forme di banalità tipo “Ai miei tempi i treni arrivavano in orario” oppure “Non ci sono più le mezze stagioni”. Il mondo, purtroppo, è pieno di sedicenti osservatori di culture giovanili che passano il tempo a catalogare i ragazzi, a metterli in qualche specie di scaffale con un’etichetta addosso.

È necessario, invece, vivere il contatto con i giovani. Essere sulla strada e analizzare bene le motivazioni profonde che sono alla base di certi meccanismi sociali. E soprattutto: sforzarsi di dialogare ed ascoltare, prima di riempirsi la bocca con qualche sentenza. Altrimenti, si rimane facilmente invischiati nella nebbia della superficialità e del qualunquismo.

Un mondo diverso

La mia esperienza personale, a contatto quotidiano con tantissimi ragazzi, mi ha portato ad avere una convinzione in cui credo fermamente, anche senza aver fatto alcuna statistica o studio sociologico. Non è corretto, secondo me, parlare di una “crisi di fede” delle nuove generazioni. La mia opinione personale è che i giovani siano sempre molto attratti da Dio. Ma esiste, sicuramente, una difficoltà oggettiva che hanno, rispetto alle generazioni precedenti.

Il mondo del terzo millennio è profondamente diverso da qualunque altro mondo del passato. La rivoluzione di internet ha radicalmente cambiato mode, linguaggi, abitudini, possibilità di comunicare. 

Gesù, secondo me, rimane sempre una figura affascinante, anche nei giorni nostri. Ma deve fare i conti con una tendenza diffusa alla religiosità “fai da te”, che rischia di catturare le nuove generazioni. È una tendenza che trova spesso terreno fertile della solitudine, nel disagio giovanile e nell’assenza di punti di riferimento educativi. 

Tanti ragazzi, in buona fede, sentono nel loro cuore un profondo desiderio di incontro con Dio. Ma sono spaesati. Entrano in chiesa e non trovano un sacerdote con cui parlare, perché spesso è impegnato in mille altre attività.

Un trattamento personalizzato

A volte le parrocchie appaiono troppo grandi per spalancare le braccia e dare ascolto all’inquietudine dei giovani. Dietro l’angolo c’è la possibilità di incontrare facilmente qualche setta, in grado di offrire un trattamento personalizzato e immediato.

Internet, poi, permette d’abbreviare i tempi di contatto con qualunque culto alternativo: dalle spiritualità orientaleggianti ai movimenti che invitano a sviluppare le potenzialità del cervello umano, dall’occultismo al risveglio del paganesimo, fino ai gruppi che annunciano l’imminente fine del mondo o che affermano di dialogare con gli extraterrestri.    

Può capitare, a volte, di lasciarsi tentare dall’intervista di qualche attore o cantante rock, che racconta il suo percorso religioso personale. Si inseguono le mode del momento, basate su una non-cultura confusionaria, alimentata dai talk show televisivi e dalle notizie che si trovano in rete.

Alcuni giovani finiscono per assomigliare alla pallina di un flipper. Rimbalzano rapidamente da una spiritualità all’altra, innamorandosi ogni giorno di qualcosa di nuovo, nella speranza d’assomigliare al divo di turno e di ottenere la sua stessa realizzazione personale.

Bisogna essere realisti

Sembrano lontani i tempi in cui si ascoltavano canzoni come “Domenica è sempre domenica, si sveglia la città con le campane…”. In queste parole c’era l’immagine di un’Italia che non esiste più, dove il suono delle campane era il simbolo di una società fortemente impregnata di cultura cristiana. Bisogna essere realisti e comprendere che il mondo è cambiato. All’epoca i ragazzi trovavano nella parrocchia e nell’oratorio un rifugio sicuro per crescere in armonia, confrontandosi costantemente con i propri coetanei e con ottimi educatori.

Oggi i giovani sono sempre più soli. Accendono la televisione e subiscono il lavaggio del cervello dei falsi modelli del consumismo, che dipingono come triste e noiosa la possibilità di una sobria ed autentica vita cristiana. È facile, perciò, che alcuni ragazzi rimangano invischiati nella rete di religioni che propongono il Paradiso subito. Proprio adesso! Su questa Terra! Senza aspettare o faticare troppo.

In certi ambienti pseudo-religiosi di oggi sembra verificarsi ciò che Collodi raccontò nella favola di Pinocchio. A un certo punto della storia, un omino dall’aria mielosa e falsamente gentile invita i ragazzi nel Paese dei Balocchi. Un Paese in cui, secondo lui, avrebbero trovato la felicità assoluta, la vacanza senza fine, la libertà priva di limiti.

A lungo andare, però, le promesse dell’omino si riveleranno una terribile trappola. Il Paese dei Balocchi farà di Pinocchio uno schiavo, trasformandolo in un somaro. L’omino dolcissimo, in realtà, era un truffatore che adescava i ragazzi, per farli diventare asini e rivenderli nelle fiere e nei mercati.

Assomigliare ai primi cristiani

Questo brano di Pinocchio è lo specchio perfetto dei meccanismi di reclutamento di certe nuove forme di pseudo-religiosità settaria di oggi, che promettono mondi di pace, gioia, amore e felicità. Ma poi, dopo un po’ di tempo, mostrano il loro vero volto. I “Paesi dei Balocchi” si rivelano autentiche prigioni, dalle quali è difficilissimo uscire. È con questi “Paesi dei balocchi” che bisogna confrontarsi. Sono loro che insidiano i ragazzi di oggi.

Ma attenzione! Prima di parlare di una presunta “crisi di fede” dei giovani dovremmo fare un passo indietro e chiederci: che cosa stiamo facendo, noi, per evitare la deriva delle nuove generazioni nella trappola di certe pseudo-religiosità alternative?

Non esiste, secondo me, una crisi di fede dei giovani. Esiste, al contrario, una crisi di evangelizzazione degli adulti. Troppi cristiani si soni impigriti e hanno “appeso il Vangelo al chiodo”. Ritengono superfluo parlare di Dio ai giovani. Oppure sono timidi, si vergognano, temono chissà quale reazione… Eppure i ragazzi avrebbero proprio bisogno di una parola di Vangelo. Un Vangelo spesso nascosto, impolverato, abbandonato in cantina come un vecchio mobile.

Noi restiamo in pantofole. Le varie sette, invece, sono attivissime. Ci fermano per la strada, ci tempestano di e-mail, suonano al citofono e bussano alle nostre porte…

È ora di tornare ad assomigliare un po’ ai primi cristiani. Bisogna ritrovare quell’entusiasmo, quella voglia di comunicare un Vangelo che è sempre affascinante ed è l’unico autentico valore in grado di cambiare la vita dei giovani.

 - vocazioni.net - Carlo Climati - donboscoland.it -

 
 
 

GIRONZOLANDO IN UN TEATRO DI M....

Post n°6586 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ho sentito un grande brusio attorno a questa presunta “opera d’arte”. Arte di tal levatura da non poter essere compresa se non da coscienze veramente libere, disincantate e lontane dalla psicosi del proibito, del peccaminoso, persino della blasfemia.
Ho sentito e mi sono annoiata a morte: che squallore intellettuale e umano, che banalità triviale ho respirato al solo racconto della trama! Solo grazie all’insistenza di amici, che stimo grandemente per la loro reale onestà intellettuale, mi sono decisa a scendere in campo e ad andare a vedere, ad ascoltare le ragioni di uno spettacolo come quello di Romeo Castellucci.

Ecco qua quanto i sostenitori di questa pièce teatrale raccontano:
Ritroviamo le origini classiche della Socìetas nell’enorme ritratto di Gesù teso come fondale al centro della scena. Resta intatto il mistero doloroso della vita reso in scena da un perfetto cast di attori diretti da Romeo Castellucci.

Primo angoscioso dubbio: le origini classiche della “Socìetas” sono davvero “ritrovate” nella pessima riproduzione di una grande opera d’arte il cui furto riempirebbe di gaudio anche il più ateo ladro di musei? E poi: non esisteva già prima dell’avvento di Cristo una Socìetas che aveva edificato templi dalla Bellezza vertiginosa e che veniva giustamente definita “classica” per la ricerca - umana eppur sincera - dei fondamenti dell’estetica, della Bellezza con la Maiuscola? E questa Socìetas classica non esitò a dedicare uno di questi templi al Dio ignoto, temendo di perdere altrimenti un frammento di quella conoscenza che sola rende grande l’uomo.
Non mi risulta che la “straordinaria” opera d’arte di Castellucci si ricolleghi a questa gloriosa e pagana classicità. Forse che i padri dell’estetica classica - i greci - erano troppo religiosi per il nostro disincantato regista?
Ma proseguo, a questo punto con piacere, nella lettura delle ragioni di un simile spettacolo.
Resta davvero intatto, mi domando, il mistero del dolore della vita reso in scena? Resta intatta e rispettata la dignità di un corpo che non risponde più a cicli vitali ordinari, come quello dell’incontinente e anziano padre, protagonista della scena, il quale viene riempito letteralmente di merda (prima ancora del Cristo che, grazie a Dio, è e rimane una brutta copia in celluloide della reale opera di Antonello)? Ma quell’attore - parte del perfetto cast - si sarà domandato cosa avrebbe fatto lui, nella realtà, con il suo proprio padre in circostanze analoghe? Vi pare dignitoso ed eccezionale assistere allo spettacolo che ridicolizza la malattia di un uomo anziano fino al punto da trattarlo come una latrina? Vi sembra dignitoso e qualcosa che lascia “intatto il mistero doloroso della vita” versare escrementi su un malato e riempire di fetore una sala con centinaia di persone al fine di rendere più artisticamente reale lo spettacolo?
A voi le risposte.

Leggo ancora:
“Sul concetto di Volto nel figlio di Dio” prosegue il percorso di ricerca, tracciato da tempo dalla Socìetas Raffaello Sanzio, intorno all’icona massima della cultura occidentale. Sulla scena, dominata dall’enorme volto del Cristo rinascimentale di Antonello da Messina, non si racconta Gesù come il figlio di Dio, oggetto di fede e di adorazione. Si restituisce piuttosto l’uomo, che guardiamo e dal quale siamo guardati. I due opposti - la mistica, la teologia così come la demistificazione - sgombrano il campo lasciando spazio al ritratto puro dell’uomo. Così era nella pittura rinascimentale, quando per la prima volta l’occhio di Cristo incontra quello dell’osservatore o dello spettatore: gli sguardi si intrecciano, si interrogano ma soprattutto si rispecchiano l’uno nell’altro. Allo stesso modo è sulla scena della Socìetas: un uomo davanti ad altri uomini.

Di fronte alla prima affermazione di questo brano mi domando: ma il volto è un concetto? C’è qualche sottigliezza filosofica che mi sfugge? Può un percorso di ricerca partire da un presunto concetto? Il Volto è una realtà. Sovviene l’affermazione di un grande - e mi perdonerà il nostro Castellucci se lo considero più grande di lui - vale a dire Gregorio Nazianzeno che suona così: i concetti creano gli idoli solo lo stupore conosce. Ecco qui smascherata l’opera idolatra del grande regista provocatore, la ricerca ideologica di una dissacrazione fine a se stessa. Benissimo, ognuno spende il suo tempo come vuole. Certo le affermazioni sopra riportate dichiarano se non ignoranza, certamente approssimazione. Come si può infatti affermare che fu nella pittura rinascimentale, la prima volta in cui l’occhio di Cristo incontra quello dell’osservatore? E i grandi Pantocratori delle volte absidali nell’arte bizantina - e basterebbe citare Monreale - che abbracciavano con lo sguardo i fedeli che partecipavano alle celebrazioni liturgiche? E le straordinarie testimonianza dell’iconografia orientale dal Cristo del Monastero di Santa Caterina del Sinai sino a Rublëv? Forse questi artisti non giocavano sull’intreccio degli sguardi?
Poi la stessa Socìetas Raffaello Sanzio, dà ragione di questa svista confessando la propria “modesta” conoscenza in campo artistico:
“Io voglio stare di fronte al volto di Gesù”. In questa intenzione di ‘frontalità’ dichiarata e quasi sfrontata dell’autore, Romeo Castellucci, risiede la ragione profonda dello spettacolo:
Questo è l’inizio. Voglio incontrare Gesù nella sua lunghissima assenza. Il volto di Gesù non c’è. Posso guardare i dipinti e le statue. Conosco più di mille pittori del passato che hanno speso metà del loro tempo a riprodurre l’ineffabile, quasi invisibile, smorfia di rammarico che affiorava sulle sue labbra. E ora? Lui ora non c’è. Quello che più di tutto si fa largo, in me, è il volere. E’ mettere insieme il volere e il volto di Gesù: io voglio stare di fronte al volto di Gesù, là dove ciò che più mi stupisce è la prima parte della frase: io voglio. R.C.

Mio caro non ti sembrano un po’ pochino più di mille autori del passato quando, contando solo i maggiori, se ne annoverano decine di migliaia? E se l’intento tuo è quello di stare davanti alla smorfia del Cristo, definita piena di rammarico perché non scegliere tra le migliaia e migliaia di possibilità qualcosa di più consono al tuo intento? Oppure hai riconosciuto nel Cristo del Messina qualcosa di così maestoso e ineffabile da risultarti insopportabile? Hai detto una cosa santissima, del resto: lui ora non c’è. Sì davvero lui non c’è in questa ridicola farsa, come del resto non c’è nemmeno l’uomo.

Mi fa pena, infine, e mi dà ragione della citazione del Nazianzeno, l’unico stupore che riesce a strapparle “il Romeo” dalle maglie dei concetti e quello del suo volontarismo malato: Quello che più di tutto si fa largo, in me, è il volere. E’ mettere insieme il volere e il volto di Gesù: io voglio stare di fronte al volto di Gesù, là dove ciò che più mi stupisce è la prima parte della frase: io voglio.
Bene, che voglia pure, mi rallegro per lui, mentre mi dispiaccio enormemente per quelli che spendono i loro soldi - ed è proprio il caso di dirlo – per un teatro di merda.
Del resto se non ci fosse il profumo di affari (più che quello delle latrine) il nostro regista non si sarebbe speso così totalmente poiché, alla fin fine, lo stupore vero, l’unico che conosce è quello di vedere crescere gli incassi.
Il fruttuoso spettacolo, ad ogni buon conto, termina così:
Senza pietà il vecchio viene cosparso di merda, questo didascalismo suggellerà anche il finale della performance quando padre e figlio lasceranno la scena e il volto di Cristo verrà sfregiato dall’interno per ferirsi di quello stesso liquido e lasciare il posto alla mastodontica scritta “You are not my shepherd”, “Non sei il mio pastore”.
Grazie a Dio, cari voi che mi avete letto fin qui, cari voi sconosciuti spettatori di questo “magistrale” spettacolo, caro - infine- Romeo Castellucci posso anche io concludere questo mio conversare rubando le tue parole: “You are not my shepherd too”, anche tu – davvero - non sei il mio pastore.

 - Riva Sr. Maria Gloria - CulturaCattolica.it

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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