ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 27/02/2012

I TENTACOLI DEL MALIGNO

Post n°6792 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per gentile concessione di Piemme edizioni pubblichiamo uno stralcio del libro Il ritorno di Cristo. La seconda venuta di Gesù e le profezie di Medjugorje (pp. 260, euro 15) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti.

Nell’esaminare i segni degli ultimi tempi abbiamo dunque visto lo scatenamento del Male, cui si contrappone la presenza - oggi sempre più intensa - di Maria; accanto a quest’azione del Maligno nel mondo collochiamo l’impostura anticristica come elemento preparatorio di quel combattimento escatologico che si concluderà con il ritorno di Cristo. Dell’impostura anticristica parla Gesù nei suoi discorsi apocalittici, ma ancor più esplicito è San Giovanni apostolo: “Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora” (1Gv 2, 18). Di questa impostura abbiamo già trattato, presentandone i segni distintivi secondo le rappresentazioni che ci vengono offerte da Benson, Solovev e Maria Valtorta, i quali indicano l’Anticristo come colui che è omicida e menzognero, alla pari del demonio (cfr. Gv 8, 44). Lo stesso catechismo dice chiaramente che la falsa profezia degenererà fino alla “massima impostura anticristica”: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “Mistero d’Iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini la soluzione apparente ai loro problemi al prezzo della apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne” (CCC 675). Vorrei chiederti, Padre Livio, di precisare i caratteri di questa impostura mettendo in evidenza il modo in cui già oggi si possono intravedere i segni di una falsa ideologia che diventerà massima nel combattimento escatologico finale.

Anzitutto bisogna premettere che l’Anticristo per eccellenza è Satana stesso, come hai evidenziato richiamando i caratteri che Gesù gli attribuisce indicandolo come “omicida fin dal principio” e “menzognero e padre della menzogna”. Abbiamo già visto come l’incarnazione di questi attributi diabolici siano le due bestie che nell’Apocalisse rappresentano appunto la manifestazione dell’Anticristo. Detto questo, aggiungo che fin dagli inizi della sua vita terrena Gesù deve affrontare Satana che scatena la persecuzione da parte di Erode, che conduce alla strage degli innocenti, e che si ripresenta poi direttamente al Messia quando questi sta per esordire nella sua vita pubblica, tentandolo invano per tre volte nel deserto. “Satana” indica l’accusatore, “Diavolo” significa invece colui che si mette di traverso: non stupisce dunque che il Demonio si ponga in contrapposizione a Gesù lungo tutto il corso dei tre anni in cui Egli andrà per la Palestina insegnando e operando miracoli, fino alla sua passione e morte in croce. Questo perché Lucifero non poteva accettare il meraviglioso piano di misericordia preparato per l’umanità e ha tentato di farlo fallire attaccando direttamente il Figlio di Dio.

Ora, con la sua resurrezione, Gesù ha sconfitto il Diavolo, tuttavia la divina permissione lascia che ci sia una certa azione del Maligno nel corso della storia, fino alla fine dei tempi, affinché ogni uomo possa guadagnarsi la salvezza sostenendo il personale combattimento spirituale e partecipando così della vittoria di Cristo sul Male. Non stupisce dunque scorgere, in questi duemila anni di cristianesimo, diverse ondate di azione diabolica volta a strappare quante più anime possibili alla divina misericordia, in un crescendo di inganni e seduzioni operati tramite il veleno della menzogna e dell’impostura. Si tratta di ondate che, in una progressiva escalation, rappresentano ricorrenti – quanto vani - tentativi del Diavolo di costituire un proprio regno delle Tenebre da opporre al Regno di Dio che va germogliando nel mondo.

Le imposture anticristiche sono dunque le armi di cui Satana, in quanto seduttore e menzognero, si serve per compiere la propria attività di omicida, conducendo cioè le anime alla morte eterna, alla dannazione. E tali imposture cercano di convincere l’uomo che Gesù Cristo non è Dio, che il Cristianesimo non è vero, che Cristo non ha salvato nessuno, che anche dopo la redenzione si soffre e si muore, che è l’uomo che deve salvare se stesso, etc. Un cumulo di menzogne originate dallo “spirito del mondo” ma anche all’interno della Chiesa stessa secondo San Giovanni che dice chiaramente che gli anticristi sono in mezzo a noi e sono coloro che, negando che Cristo sia Dio, rifiutano la dimensione soprannaturale della Chiesa, riducendola – come diceva il Card. Giacomo Biffi – a crocerossina del mondo, cioè a istituzione meramente umanitaria e filantropica. Ora, l’Anticristo rientra in una dimensione storica, e non solo come ideologia di una determinata epoca – ad esempio il Comunismo, denunciato dalla Madonna a Fatima come causa di perdita della fede per una moltitudine – bensì come figura concreta. Questo perché – nota acutamente San Tommaso – il Demonio è la “scimmia di Dio”, vuole cioè imitare l’Onnipotente e, visto che Dio si è fatto uomo, anche Satana vuole farsi uomo, assumendo appunto le fattezze di un personaggio alla Felsenburgh di Benson o come l’Anticristo di Solovev, per esempio.

Parlando di impostura anticristica, ci si può riferire nell’ambito paolino alla seconda lettera ai Tessalonicesi per scorgere l’unione di impostura e falso profetismo: “Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità” (2Tess 2, 1-12).

Questo è un brano straordinario! Anzitutto perché fa capire come l’anticristo è sia una ideologia – “pretese ispirazioni” e “apostasia” sono i termini chiave – sia una figura concreta – “il figlio della perdizione”, “l’empio”. Ma i due termini sono legati tra loro, perché una persona sola – cioè l’incarnazione del Demonio in un determinato Anticristo – non potrebbe avere forza sufficiente per tentare di sedurre al Male l’umanità intera se non ci fossero tutto in contesto globale e una ideologia atea, materialistica e relativistica d’appoggio. Sappiamo infatti che la Chiesa è destinata a essere messa alla prova, a rivivere la passione di Gesù, e che rimarrà solo un “piccolo gregge” a resistere contro quel “mondo nuovo senza Dio” che la Madonna dice stiamo già edificando. Dunque l’anticristo è sì un contesto storico, una situazione spirituale di negazione di Cristo, ma nel medesimo tempo è un personaggio che incarna tutto questo. Ora, che cosa “trattiene” lo scatenamento ultimo del Male, come dice San Paolo?

A mio parere è la Chiesa, come una diga che impedisce l’acqua inondi tutto, che si rompano gli argini. Ora, perché venga meno questo freno all’azione del Maligno la Chiesa deve essere ridotta ai minimi termini, tale cioè da non poter più contrastare il dilagare dell’azione diabolica; ma questo non è il momento presente, in cui la Chiesa non è ancora ridotta a “piccolo gregge”, per cui possiamo dire che quello odierno è sì il tempo dell’impostura ma non della massima impostura anticristica che prelude alla battaglia escatologica finale. D’altra parte, la Regina della Pace è qui da oltre trent’anni proprio per rafforzare e rinverdire la Chiesa, frenando così l’impostura antichistica, fino a che il mondo avrà un tempo di pace. Credo che solo successivamente si avrà quella grande apostasia, di cui parla San Paolo, che condurrà all’indebolimento della Chiesa, allo scatenamento ultimo del Male e alla fine del mondo.

-  Padre Livio con Diego Manetti - labussolaquotidiana.it -

 
 
 

QUANDO LA GRAVIDANZA NON CORRISPONDE AI DESIDERI: DENUNCIATI ABORTI IN BASE AL SESSO IN GRAN BRETAGNA

Post n°6791 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Governo di Londra ha aperto un'inchiesta sulle rivelazioni del "Daily Telegraph": alcuni medici del servizio sanitario nazionale britannico hanno praticato aborti sulla base della sola motivazione che le donne erano scontente del sesso del feto che portavano in grembo. Il Governo di Sua Maestà è intervenuto perché - ha ricordato il ministro della Sanità, Andrew Lansley - "la selezione del sesso del nascituro è illegale". Dal reportage del quotidiano britannico è emerso anche che i medici si dicevano pronti a falsificare i documenti per far abortire le donne pur sapendo di violare la legge. Due dottori sono già stati sospesi.

Illegale, moralmente ripugnante: in tanti sono inorriditi dinnanzi allo scenario svelato dall'indagine condotta dal reporter che ha accompagnato in incognito diverse donne in nove cliniche del Regno. Inorriditi perché la selezione in base al sesso, denunciata fino a ieri solo in Paesi lontani, è arrivata ormai negli ospedali occidentali.

In realtà, però, il trend non è nuovo nemmeno in questa parte del globo: da tempo, ad esempio, alcune giornaliste vanno denunciando come nelle cliniche statunitensi che eseguono la nascita in provetta, la selezione embrionale in base al sesso sia diventata una realtà diffusa. Ad oggi, la difesa è stata alquanto sofisticata: non si decide in base al sesso se far nascere un feto; in base al sesso si sceglie quale feto fare nascere. Un cavillo giuridico incapace, però, di scalfire il nodo morale sottostante.

Se molti dunque sono inorriditi leggendo l'inchiesta del "Daily Telegraph", tante già sono state le dichiarazioni che - più o meno timidamente - hanno cercato di gettare acqua sul fuoco. Aprire delle riserve anche minime sull'aborto, a prescindere del tutto dal loro contenuto, viene infatti sentito come una pericolosa minaccia al "diritto" femminile all'interruzione della gravidanza. Con buona pace della doppia morale che continuerà (per un po' almeno) a condannare la strage di bambine indiane e a difendere il diritto assoluto delle occidentali a compiere le loro scelte di donne socialmente, culturalmente ed economicamente istruite.

Del resto, la folle deriva denunciata dal quotidiano inglese non è forse la logica conseguenza dell'idea ormai imperante secondo cui un figlio è un bene a cui si ha diritto? Di quella idealizzazione della scelta come unica e assoluta via di emancipazione? Che differenza vi è tra lo scandaloso e antico retaggio dell'idea secondo cui la nascita di una figlia va maledetta (per tutti i motivi che sappiamo) e la scelta fatta sedute a un tavolino di design (per tutti i motivi che possiamo immaginare)? La pratica primitiva che teme la dote di una futura sposa è davvero più colpevole di chi magari, avendo già un maschio, vuole la femmina? Non è in entrambi i casi una gravidanza che non risponde ai "desideri" di chi aspetta?

di Giulia Galeotti - L'Osservatore Romano - www.miradouro.it -

 
 
 

ASSOCIAZIONE "SE NON ORA QUANDO?" LE FEMMINISTE CONTRO IL CIMITERO DI FETI ABORTITI, MA LE DONNE SI RIBELLANO

Post n°6790 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per tutti quei genitori che, come me, hanno avuto la disgrazia (ben due volte!) nella vita di perdere un bambino ancora nel grembo di sua madre, dopo aver visto e sentito il suo cuoricino battere, sentire le parole “Giardino degli Angeli” equivale ad assaporare per un attimo un’immagine di pace, di serenità, e quasi di gioia, nella consapevolezza che rivedranno il loro angioletto un giorno, nella pienezza dell’amore della Casa del Padre. Giardino degli Angeli è il nome dato ad uno spazio di 600 mq all’interno del cimitero Laurentino a Roma ed è sorprendente sentir chiamare così un lotto di terreno destinato alla sepoltura.

Salvo scoprire che per qualcuno è un attentato alla libertà della donna, il fatto che altre donne possano seppellire i propri figli in luoghi appositi, dignitosi, e, per giunta, abbelliti da delle camelie. Infatti, scrivono con orrore sul sito dell’associazione “Se non ora quando?”: «No, il cimitero per feti non lo voglio, non ci sto a dare per morti quelli che non sono nati». L’autrice dell’articolo, Alessandra Bocchetti, imposta tutto il ragionamento su una premessa falsa: «attenzione, questi attacchi non vogliono negare la possibilità di abortire, perché in una società cinica come la nostra che una donna abortisca, in verità, non frega proprio niente a nessuno, altrimenti ci sarebbero dei veri programmi, dei concreti aiuti, assistenza vera e non quelle misere procedure che dovrebbero fare vergogna ad un paese civile e cattolico». L’autrice, vera cinica, come si evince dalla dura intransigenza laico-talebana del pezzo, attribuisce il proprio cinismo alla società per poi, da ciò, sostenere che, se una donna abortisce, in verità, non frega proprio niente a nessuno; il che è ovviamente falso. Dunque, si costruisce un falso ragionamento per giustificare la propria malafede. Secondo l’autrice, infatti, seppellire i bambini non nati è un attentato che ha «per obiettivo la parola: autodeterminazione». Il linguaggio stesso dell’accusa è violento (si parla più volte di attentato, lotta) e rivelatore di un sostanziale nichilismo di fondo, con cui si riduce la maternità ad una violenta banalizzazione che la svuota di ogni positività morale ed affettiva, considerandola freddamente «ragione di una catena perpetua».

Insomma: guerra totale ai valori millenari della nostra civiltà, alla bellezza della vita e, nella fattispecie, perfino alla pietas di una madre e di un padre affranti ed ammutoliti dal mistero del dolore. Perché: «La lotta non è finita, è sempre in corso. Per questo ci dobbiamo tenere alla larga dai cimiterini. Capisco che il dolore possa essere grande, ma penso che dovremmo imparare a portarlo nel cuore. Il vero oggetto del contendere è sempre e solo la libertà delle donne». Addirittura – conclude – sarebbe una cosa vergognosa per un paese cattolico – invece, è bene sapere che la pratica del seppellimento dei feti abortiti non è l’ultima trovata di qualche estremista cattolico, ma risponde ad un’esigenza indicata dallo stesso Magistero: «i cadaveri di embrioni e di feti umani volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani» (Donum Vitae, 1,4).

Il risultato? Una durissima reazione ed una sonora stroncatura nei commenti all’articolo. Si tratta di donne, innanzitutto, e non certo cattoliche, come Elisa: «esigo che nessuno, e sottolineo nessuno, usi le sue parole per calpestare il mio lutto, definendo la sepoltura di mio figlio e quella di tanti altri feti ed embrioni come delle invenzioni per attaccare la 194. La invito a non vedere fantasmi ovunque e a tornare in contatto con la realtà …La rabbia con cui si scaglia contro la sepoltura dei bimbi morti in gravidanza la fa portavoce del più becero oscurantismo, dove chi non la pensa in un certo modo è da combattere, negare, annullare…che pena, che miseria!». O la reazione di Margherita, che, con acume direi parmenideo, smaschera subito il sofisma: «apprendo ora, dalle sue parole, di avere quattro non-figli. Non sono nati, non sono morti, quindi… non sono? Oppure sa dirmi lei dove sono ora i miei non-figli? parole fredde, come le sue, che pretendono che il mio dolore e quello di tante donne e uomini come me, sia relegato nel silenzio perché disturba. Disturba la politica, disturba una lotta senza pari, disturba il cuore di chi non sa dire dove siano finiti quei miei quattro non-figli che ancora fanno stringere un nodo alla mia gola. Già, perché non piango il callo che si è staccato dal mio piede, né la verruca che mi hanno asportato; non piango quando taglio le unghie, e nemmeno ogni volta che ho le mestruazioni. Ma quell’ammasso di cellule erano nel mio corpo, e ci batteva un piccolissimo ammasso di cellule cardiache, e quando quel battito si è fermato, allora sì che ho pianto!».

Ma ci sono parole anche di giovani padri che, come me, ritengono di ribellarsi a queste farneticazioni indegne del genio femminile e della ragionevolezza che ogni battaglia culturale dovrebbe, in ogni caso, avere. Anche se, credo, avere il cattivo gusto di fare una battaglia culturale per definire “rifiuti ospedalieri” e non semplicemente bambini i propri figli, sia il vertice della vergogna, il trionfo becero di un satanico nichilismo, che ha svuotato il cuore della modernità del proprio battito vitale. E che a farlo sia addirittura una donna, francamente, mi spaventa.

- Matteo Donadoni - www.uccronline.it -

 
 
 

L'EURO CONTRO L'EUROPA: DI ROBERTO DE MATTEI

Post n°6789 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Vent’anni fa, l’idea di poter girare l’Europa senza continuare a rivolgersi all’ufficio cambi sembrava meravigliosa; quindici anni fa, dopo l’attacco contro la lira organizzato dallo speculatore George Soros, l’idea di un un’unica valuta europea sembrava mettere al riparo da futuri attacchi della finanza internazionale. Nove anni fa, dopo dodici mesi di euro che di fatto si era imposto con il cambio a mille lire e non a 1930,27, con un conseguente aumento dei principali beni di consumo di quasi il 100%, molti entusiasmi iniziarono a smorzarsi. Ai nostri giorni il gradimento della moneta unica, vista dai più come fonte di sacrifici non ripagati, è al minimo storico.

Roberto de Mattei non ha dovuto aspettare tutto questo tempo per rendersi conto dei problemi che la nuova moneta avrebbe comportato: euroscettico della prima ora, già nel 1992 inviò ai parlamentari europei una lunga lettera aperta in cui sottolineava vari punti negativi del Trattato di Maastricht (1991). Ora tale lettera, di drammatica attualità, è riproposta dall’editore Solfanelli assieme ad altri scritti di Roberto de Mattei sullo stesso argomento (L’euro contro l’Europa. Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht (1992-2012), Solfanelli, Chieti 2012, p. 72, € 8).

La principale domanda che lo studioso si pone è: di quale Europa parliamo? Naturalmente – purtroppo – siamo lontani da quell’Europa sinonimo di Cristianità: l’Europa dei burocrati, anzi, è fondata su radici nichiliste (come ben sappiamo, la semplice menzione delle radici cristiane del nostro continente è stata addirittura rifiutata nella Costituzione europea del 2003 proprio per l’opposizione di due Paesi che al cristianesimo – ed al cattolicesimo in particolare – debbono la propria nascita ed il proprio sviluppo: la Francia ed il Belgio), su una concezione puramente mercantilistica dell’uomo.

Paradossalmente, questo tipo di unione rischia di portare, anziché all’unificazione, ad un «processo di disgregazione degli Stati nazionali: e poiché l’Europa non può prescindere dagli Stati nazionali, che ne costituiscono l’ossatura, la liquidazione di questi Stati equivale alla distruzione dell’Europa condotta in nome dell’Europa stessa!» (p. 13)

Parimenti, l’esproprio della sovranità monetaria postula il successivo esproprio della sovranità politica e giuridica (pensiamo solo al famigerato mandato di cattura internazionale, in base al quale si può essere arrestati ed estradati per un atto commesso nel proprio Paese, dove non costituisce reato, ma che è considerato perseguibile dalla legislazione di un altro Paese aderente). Il fine sarebbe quello di realizzare un «megastato europeo» al cui interno si esistono tanti «microstati regionali», come ha teorizzato da anni la sinistra postmoderna.

Il progetto prevede anche di facilitare la concessione della nazionalità agli extracomunitari, in particolar modo a quelli di religione musulmana, con la conseguente trasformazione dell’Europa in “Eurabia”, come l’ha definita la saggista Bat Ye’or.

Ma il volume proposto da Solfanelli non raccoglie solo interventi del passato – quasi a formare un nostalgico «ve l’avevo detto!» – bensì si spinge fino ai nostri giorni, sottolineando come proprio nell’anno che ha visto le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità italiana, il suo principale incensatore, Giorgio Napolitano, abbia contribuito, con la nomina di Mario Monti, perfetta espressione dei “poteri forti”, all’abbattimento della sovranità politica italiana: «gli stessi “poteri forti” che, per liquidare i sovrani legittimi diedero nell’Ottocento il loro sostegno ideologico e finanziario all’unificazione, oggi vedono nello smantellamento dello Stato nazionale una nuova tappa per realizzare l’utopia della mazziniana Repubblica universale» (p. 51).

Insomma, non c’è via d’uscita dal tunnel che ci porta verso la dissoluzione dell’Europa? La via esiste, se si ci rende conto che è possibile rinunciare a certi dati che la stragrande maggioranza di noi ritiene (a torto) irreversibili: dal Trattato di Maastricht alla stessa moneta unica.

(Gianandrea de Antonellis) - www.corrispondenzaromana.it -

 
 
 

ICI E CHIESA/ FINALMENTE SI TOLGONO PRIVILEGI? QUANTE BUGIE....

Post n°6788 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Continua il ritornello massmediatico sul presunto privilegio della Chiesa con riguardo al pagamento dell’ICI/IMU. I giornali sono pieni di titoloni in neretto e carattere macro: “Anche la Chiesa pagherà l’ICI dal 2013”, dopo che il Presidente Monti ha informato il Consiglio dei Ministri di aver presentato al Senato un emendamento al decreto liberalizzazioni che precisa e riduce le esenzioni al pagamento dell’imposta.

Occorre ricordare che la legislazione vigente prevede il pagamento dell’ICI (ora IMU) per tutte le attività commerciali, anche quelle esercitate dagli enti ecclesiastici e religiosi, al pari di tutti gli altri operatori economici. L’esenzione è invece riconosciuta a tutti gli immobili non commerciali nei quali si svolgono attività di particolare rilevanza sociale e non è soltanto la Chiesa cattolica a beneficiarne, o meglio gli enti riferibili al mondo cattolico, ma tutti gli enti non commerciali pubblici e privati, laici e religiosi, anche di altre Chiese, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, onlus, enti non profit, circoli culturali, partiti politici, sindacati, immobili statali e di enti pubblici, purché vi si svolga un’attività di rilevanza sociale (art. 7 del D. Lgs. 504/92).

Sia il governo Berlusconi che il governo Prodi hanno chiarito che l’esenzione deve intendersi applicabile se l’attività è esercitata in maniera “non esclusivamente commerciale”, ampliando di conseguenza i soggetti esenti, riconoscendo in sostanza l’utilità collettiva di quelle attività che lo Stato riconosce svolgere un funzione sociale importante, in un’ottica di sussidiarietà e di solidarietà. E anche questo principio vale per tutti i soggetti e non solo per la Chiesa.

Il senso della precisazione era chiaro ed è stato precisato dal Ministero dell’Economia, nella circolare 2/2009: l’inciso sulle attività qualificabili come “non esclusivamente di natura commerciale”, deve essere “riferito alle specifiche modalità di esercizio delle attività, che consentano di escludere la commercialità quando siano assenti gli elementi tipici dell’economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale”.

Si tratta di attività che corrispondono a servizi che risultano impossibili da rendere gratuitamente e che vengono effettuati dietro pagamento di una retta. Il più delle volte si tratta di attività solidali e fuori mercato, a sostegno dei più deboli o delle persone in difficoltà (pensionati per studenti, accoglienza per parenti di malati ricoverati fuori sede, colonie…). Ma spesso si tratta delle cosiddette strutture accreditate (ospedali, case di cura, scuole paritarie, circoli ricreativi o sportivi…), che si reggono su forme di pagamento incompatibili con la natura non commerciale, ma che – integrando spesso servizi pubblici – sono ritenuti meritevoli di considerazione ed esclusi dal pagamento della tassa. Si ripete, queste esclusioni valgono per tutti i soggetti che forniscono dette attività e detti servizi, e non solo per le attività della Chiesa (anche se – significativamente – nella maggior parte dei casi è il mondo che fa riferimento alla Chiesa, a svolgerli).

Ciò premesso, il Governo Monti ha deciso di ridurre l’esenzione a queste attività “non esclusivamente di natura commerciale”.

I criteri che il governo ha deciso sono i seguenti: “l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione immediata delle norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal Ministro dell’economia e delle finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile”.

Ciò significa che tutte le attività che offrono servizi a favore della collettività o dei più deboli, poiché li offrono a pagamento o dietro una retta, e quindi non sono esclusivamente non commerciali, non sarebbero più esenti.

Ciò significa che, laddove un unico soggetto gestisca sia attività commerciale che non commerciale, l’esenzione sarà limitata a quell’unità ove si svolge l’attività di natura non commerciale.

Ora, si può decidere anche questo.

Ma fare passare la cosa come l’eliminazione di privilegi o come “finalmente anche la Chiesa paga” appare veramente un arbitrio.

Ciò che lascia più interdetti è che l’emendamento potrebbe colpire anche la scuole paritarie. Si ricorda che le scuole pubbliche sono ovviamente esenti e che le scuole paritarie, per legge, fanno parte del sistema pubblico, ossia integrano il sistema scolastico complessivo e permettono di completare la realizzazione della funzione scolastica pubblica.

Non si capisce per quale motivo esse dovrebbero avere un trattamento deteriore rispetto alla scuole gestite da stato o enti locali, quando realizzano la medesima finalità. In sostanza, non si permette alle scuole paritarie di avere contributi statati e le si obbliga a sostenersi autonomamente. E poi si utilizza questa circostanza (ossia il fatto che facciano pagare rette ai genitori) per tassarle, aggravando ulteriormente una discriminazione già nei fatti.

Inoltre, che fine farà quell’attività commerciale finalizzata a scopi di volontariato? Anche il mondo non profit potrebbe essere soggetto a tassazione?

Certo che se l’effetto delle liberalizzazioni dovesse essere quello di tassare le scuole paritarie (per buona parte cattoliche) non mi pare si sia fatta una grossa conquista. Così come non mi pare sia una conquista – nonostante il clangore delle tante trombe antiprivilegio – quella di tassare attività che offrono servizi che nessun altro offrirebbe e che vanno incontro a esigenze cui nessun altro corrisponderebbe, in ciò completando sussidiariamente ciò che spetterebbe all’ambito pubblico.

Ma tant’è.

Se ciò deve essere considerato una conquista, sia. Se ciò deve servire per detassare i redditi inferiori, sia. Anche se poi il guadagno non pare così evidente, visto che non riesce nello scopo, come ha dichiarato lo stesso Monti.

Ma per favore, non diciamo che sono stati tolti privilegi. Semplicemente sono state tassate attività legate al mondo della solidarietà e della sussidiarietà.

A proposito, ci si chiede cosa deciderà il governo Monti per sindacati, partiti, Emergency o Medici senza frontiere (ossia le associazioni ONG) che attualmente sono esenti. Sono forse attività più meritorie?

- Stefano Spinelli - www.ilsussidiario.net -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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