ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 16/03/2012

ALBANO, LA MIA VITA TRA DEMONI E SANTI

Post n°6883 pubblicato il 16 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Al Bano racconta la sua vita guardandola attraverso la lente della fede e del rapporto con Dio. Arriva in libreria «Io ci credo. Perché con la fede non mi sono arreso mai» (Piemme, pp. 224, euro 16,00). La Stampa l’ha letto in anteprima e ha scelto i punti più significativi.

Dio
Dio non lo tocco, non l’ho mai visto, però ci parlo. Dio è quel sole che sta su di noi, che mi sta illuminando anche in questo momento. Dio è tutto, lo scorgo nel miracolo quotidiano delle 24 ore che cambiano, col vento che c’è o che non c’è o col temporale che arriva, o con il sole che rinasce. È una forza incredibile che tu avverti tangibilmente, la «tocchi» anche se non in senso materiale. Dio c’è, lo devi trovare. Devi lasciarti raggiungere da Lui.

Buone azioni
Ho imparato a fare ogni giorno qualcosa, anche una piccola cosa, che non serva solo a me stesso, ma serva agli altri. Se non faccio almeno una cosa buona ogni giorno, non mi sento in pace. Mi arrivano le telefonate delle suore della Caritas che mi chiedono di accogliere nella mia tenuta qualche nuova lavorante immigrata. Ecco, se non sono riuscito a fare qualcosa, a dire di sì a una richiesta, se non ho fatto almeno una buona azione ogni giorno, non riesco ad andare a letto in pace con me stesso.

Padre Pio

Era il novembre 1955, mi ci portarono le zie. Ho ancora chiara la strana sensazione che provai. C’era un odore forte e soave al tempo stesso. Un misto di incenso e di profumo di viole. Era il profumo di cui tutti parlavano.

Giovanni XXIII
Quando stavo a Milano una domenica andai a Sotto il Monte, il paese di Giovanni XXIII. Mi piacque molto l’idea che anche lui fosse figlio di contadini e che contadini fossero i suoi fratelli. Incontrai uno di loro, Saverio. Constatare quanto fossero umili le origini del Pontefice mi diede forza e speranza. La Chiesa cattolica ha sempre avuto questa grandezza: anche il figlio della famiglia più umile può diventare Papa.

Papa Wojtyla
Ho cantato per lui sette volte, ho partecipato alla messa celebrata nella sua cappella privata. Papa Wojtyla aveva due tipi di sguardo. Quello sorridente e bonario, che faceva cadere paure e soggezioni che potevi avere davanti a lui. Ma anche un altro sguardo, che ti faceva l’endoscopia dell’anima. Anche se i miei ricordi di quella volta che mi confessai da Padre Pio sono ormai sbiaditissimi, credo che la profondità dello sguardo fosse la stessa.

Romina e la divinità indiana
La mia ex moglie condivideva la mia visione religiosa della vita, anche questo ci aveva molto accomunati. Poi lei si è avvicinata al buddhismo. Un giorno spostò un’immagine della Madonna, che avevamo in giardino, per metterci quella di Ganesha, la divinità con la testa di elefante. Mi sono ribellato: era l’immagine della Vergine che avevamo messo insieme nella nostra casa. Ho detto: «C’è tanto spazio, proprio lì la dovevi sistemare?». Mi ha guardato in silenzio, come se io non capissi. Io soffrivo, soffrivo perché non condividevamo più la stessa fede.

La morte di Ylenia

Il mondo mi è crollato addosso. Mi sembrava di vivere in una tragedia greca, era come se le divinità del cielo avessero deciso che fino a quel momento ero stato troppo felice. Così sono entrato in crisi e ho sepolto la fede sotto una spessa coltre di cenere. Ho cominciato a vivere con disattenzione, inveivo contro il Cielo. Sono uscito dal tunnel quando mi sono reso conto che senza il dialogo con Dio vivevo peggio. Ho capito che avevo imboccato una strada senza uscita, fatta di cattiveria. Ero diventato cattivo con me stesso e con gli altri.

Il diavolo

Lo sento, lo avverto. E capisco che l’unica maniera per sconfiggerlo è la preghiera. Quando percepisco questa presenza, ho una reazione semplice, legata alla mia cultura. Prego e mi copro di croci. Faccio il segno della croce e più ne faccio, più percepisco che quella presenza si allontana. La croce è sempre stata una specie di arma segreta. Quando Ylenia e Romina hanno cominciato a prendere certe strade, la mia fede mi faceva considerare la presenza del male. Perché il diavolo si accanisce sempre contro i più deboli.

Radio Maria

Mi torna spesso l’immagine di mio padre seduto ad ascoltare Radio Maria. Diceva: «Ascoltare Radio Maria mi fa stare bene. Da quando la ascolto è come se avessi recuperato una vista che prima non avevo». Questa radio è davvero un fenomeno da studiare: non trasmette pubblicità, ma solo preghiere, messe, meditazioni, conferenze di carattere religioso. Fa compagnia a tantissime persone sole.

La malattia
Sono stato operato di cancro alla prostata. Ho coniato un motto: voglio essere io un problema per i problemi. Siccome i problemi non li devo invitare né li devo inventare, sono già lì a portata di mano e ti aggrediscono ogni giorno, allora voglio diventare agguerrito contro di loro, non scoraggiarmi, affrontarli. Senza azzardi, ma senza farmi prendere dal vittimismo. Un atteggiamento che detesto: ho visto molta gente rovinarsi con le proprie mani per vittimismo.

I precetti della Chiesa
Ho sofferto molto per lo schiaffo che ho ricevuto dopo il divorzio. Mi hanno vietato di incontrare il Papa, di fare la comunione, di fare il padrino di battesimo per il figlio di un mio amico. Se qualcuno ha avuto un incidente di percorso, deve essere aiutato, accolto, sostenuto. Il Vangelo è basato sul perdono, sull’amore. Non dovrebbero farmi sentire un estraneo. Ma il bilancio del mio rapporto con la Chiesa è positivo: meno male che i preti, i religiosi e le religiose ci sono, che ogni giorno lavorano per aiutare gli altri.

L’aldilà

Credo che la vita non finisca con la morte, che ci sia un Aldilà, che Qualcuno ci attenda. Ci credo perché sono nato in una famiglia legata alla terra, che mi ha educato a guardare al Cielo. Ci credo perché ancora oggi vedo che cos’è la fede riflessa negli occhi di mia madre. E perché nella bellezza della natura come nell’amore di un figlio riconosco la scintilla di un amore più grande.

di Andrea Tornielli - La Stampa - Posté par atempodiblog  -

 
 
 

SE DAVVERO IL PAPA SI DIMETTESSE

Post n°6882 pubblicato il 16 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Lunga e serena vita a Benedetto XVI. Ma quali ricadute sull'immaginario ecclesiologico e fors'anche sulla teologia cattolica avrebbe l'idea di un Pontefice che non è «per sempre»?

E se il Papa si dimettesse? Seguo con astratta curiosità l'ipotesi (in questi giorni stranamente diffusa) che Benedetto XVI possa «andare in pensione», tanto più strana in quanto proviene da ambienti «conservatori» che sono tutt'altro che ostili a Ratzinger: ne hanno parlato con intere paginate, per dire, Giuliano Ferrara e Antonio Socci. E - se lo fanno, per di più contro quello che sembrerebbe il loro stesso interesse - si vede che qualche carta in mano devono pur avercela...

Lunga e felice vita a Benedetto XVI! Non mi interessa infatti il gossip. Mi interessa piuttosto lo scenario che queste ipotetiche dimissioni potrebbero scatenare (e che, detto per inciso, per certi aspetti avrebbe alcune conseguenze a parer mio non dissimili dal «sogno» espresso giorni fa su queste pagine da Aldo Maria Valli).

Giuridicamente infatti un «gran rifiuto» del Pontefice è possibile e persino regolamentato, si sa, e in certi casi (cfr. malattia invalidante le facoltà mentali) fors'anche auspicabile. Proviamo però a immaginare che cosa succederebbe davanti a un atto del genere, già avvenuto nel passato ma comunque mai nella storia del papato moderno. E non parlo delle conseguenze giuridiche, tecniche, pratiche nel governo di un meccanismo complesso come la Chiesa, quanto delle ricadute sull'immaginario ecclesiologico e fors'anche sulla teologia della stessa «catholica».

Nemmeno il Papa è «per sempre»: ecco il primo messaggio chiaro che giungerebbe ai fedeli e al mondo intero. Disastroso - forse - per certi ambienti, per i quali sembrerebbe l'ennesimo cedimento alla mentalità precaria e relativista di questa modernità «liquida»; liberante invece per altri, poiché aiuterebbe a scardinare l'idea di una Chiesa immobile e immutabile «in saecula saeculorum» fin nei più piccoli dettagli, monolitica e pesante come un macigno con i suoi perentori «no», impermeabile a qualunque debolezza e fors'anche umanità. Il Papa che invece si ritira come un qualunque pensionato, il «vicario di Cristo» che fa un passo indietro, il Sommo Pontefice che cede il triregno del potere e calza le non più sacre pantofole di un'umana, umanissima impotenza... Uno straordinario e assai eloquente «atto di libertà spirituale», sottolinea lo stesso Ferrara.

Cadrebbe così un assoluto - o meglio: uno dei tanti presunti «assoluti» dei quali abbiamo circondato la Chiesa, come di una palizzata che difende (forse) e rassicura, ma di certo imprigiona e soprattutto falsifica la reale essenza di ciò che racchiude. Forse - dopo - sarebbe un po' più facile tornare all'essenziale: che è sempre fragile, misterioso, soggetto a dubbi e difeso soltanto dalla nostra responsabile fede e dalla grazia di Dio. Ancora il «laico» Ferrara: «Non sarebbe per assurdo (quello delle dimissioni papali) un modo di rinnovare la Chiesa?... Stiamo parlando di un gesto altissimo, prezioso, profetico... che non si può mettere in alcun modo in relazione con le questioncelle sollevate da qualche inchiesta televisiva o da qualche leak di fonte più o meno vaticana... Scombussola certezze tradizionali secolari, innova radicalmente».

Un ritorno all'essenziale, appunto, ottenuto attraverso lo «scandalo» e il paradosso: due elementi di metodo strettamente evangelico, dove vince chi si ritira e vive per sempre chi sa perdere la vita... Perché no? Forse l'Elefantino ci ha preso: le dimissioni sarebbero un gesto più efficace e «parlante» di qualunque enciclica, anche per il Papa «professore» e «teologo». Col che: lunga e serena vita al Pontefice regnante!

di Roberto Beretta - vinonuovo.it -

 
 
 

IL GIURISTA: UN "GOLPE" CHE PREPARA LE ADOZIONI ALLA COPPIE GAY

Post n°6881 pubblicato il 16 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Manco a farlo apposta: il giorno prima il Parlamento europeo, emanando una risoluzione, chiedeva agli Stati membri che non l’avessero ancora fatto di rimuovere gli ostacoli all’equiparazione giuridica tra coppie eterosessuali e coppie gay. Il giorno dopo, ieri, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4184, ha affermato che una coppia sposatasi in Olanda nel 2002 ha diritto al «trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata». Ma attenzione: l’asserzione, assieme ad altre del medesimo segno, è parte delle motivazioni di una sentenza che rigetta il ricorso della coppia alla quale il Comune di Latina aveva negato la trascrizione del certificato di nozze come atto pubblico. Ovvero: l’unione non può definirsi "matrimonio". Quindi? Per vederci chiaro abbiamo chiesto un parere ad Alberto Gambino.

Qual è la sua valutazione? Trova che la sentenza sia conforme all’orientamento italiano?

La sentenza contrasta con l’insieme delle norme che, in Italia, disciplina la famiglia. Tali norme sono composte dalla Carta costituzionale e dal Codice di diritto civile. In entrambi i casi, troviamo chiarissimi riferimenti legislativi che esplicitano come il matrimonio sia fondato sulla distinzione tra uomo e donna, e come solo a tale forma di unione possa esser data rilevanza costituzionale di rango superiore alle altre, in quanto l’unica dalla quale possano nascere figli.

Eppure, la sentenza non nega l’attribuzione del termine matrimonio alle sole coppie eterosessuali. Si limita a dire che anche alle coppie gay va riconosciuto il diritto alla vita familiare.

La Cassazione è costretta a fare questo ragionamento perché tutta la legislazione italiana è orientata a definire matrimonio eslusivamente l’unione tra uomo e donna. Dal punto di vista formale non è possibile negarlo. Allora, compie una sottile operazione: afferma che, accanto alla forma di convivenza tradizionale, ce ne possono essere altre - in questo caso, tra omosessuali -, anch’esse meritevoli di tutele giuridiche. In sostanza, si afferma che è vero che solo l’unione tra uomo e donna possa definirsi matrimonio. Tuttavia, si afferma contestualmente che le famiglie non sono solo quelle matrimoniali.

Se la legge afferma che solo il matrimonio tra uomo e donna può dirsi tale, non è automatico che solo la famiglia fondata sul matrimonio possa definirsi famiglia?

A livello europeo, effettivamente, c’è una distinzione tra diritto alla famiglia e diritto al matrimonio. Ma in Italia la Carta costituzionale parla di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Quali conseguenze potrebbero discendere dalla sentenza?

Essendo stata emanata dalla Cassazione, opererà nel nostro ordinamento come precedente, seppur non vincolante. Potrebbe, quindi, sortire degli effetti in termini interpretativi. Quando una Corte d’Appello dovrà giudicare un caso analogo, andrà di sicuro a vedere quanto fu deciso dalla Cassazione in quella circostanza.

Ci saranno effetti concreti?

Da quanto si apprende, i diritti ai quali si fa riferimento non vengono dettagliatamente definiti. Ovvero: una cosa è attribuire l’assegno familiare alle coppie gay, un’altra la possibilità di visitare in ospedale il proprio compagno. Due esempi per far capire che a seconda del contenuto che si conferisce a tali diritti, cambia tutto. Nel primo caso, infatti, si tratterebbe di un’equiparazione vera a propria che porrebbe dei problemi di carattere sociale e giuridico. Nel secondo, resteremmo nel novero dei diritti individuali, già di per sé garantiti dal nostro ordinamento.

Ne potrebbe discendere il diritto all’adozione dei figli?

Se si interpreta il concetto di "vita familiare" in senso stretto, potrebbe significare anche questo.

Il giorno prima il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione in cui chiedeva agli Stati membri di eliminare gli ostacoli giuridici all’equiparazione delle coppie gay con quelle etero. Si tratta di un’azione combinata?

I giudici sono esseri umani e ciascuno ha una sua opzione culturale. In tal caso, diciamo che si registra un’affinità con i contenuti del provvedimento dell’altro ieri. Escluderei una concertazione.

Le istituzioni giuridiche e politiche europee hanno il potere di emanare disposizioni vincolanti in materia familiare?

Di norma, c’è una clausola di salvaguardia nei confronti degli Stati membri tale per cui si lascia libertà di legiferare. Tuttavia, pur non avendo facoltà di metter becco in tali questioni, sono in grado di determinare un orizzonte culturale.

Alberto Gambino - ilsussidiario.net -

 

 
 
 

MARIA A MEDJUGORJE: PER LA QUARESIMA VI CHIEDO SOLO PREGHIERA E DIGIUNO!!!

Post n°6880 pubblicato il 16 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L’invito della Madonna, legato anche al tempo di Quaresima, è al digiuno e alla rinuncia per liberarci da tutto ciò che ci impedisce ad essere più vicini a Gesù.

Per vincere la nostra propria volontà con la preghiera, per poter scoprire e accettare la volontà di Dio in tutte le cose della nostra vita, anche nelle più piccole.

Il digiuno è di sicuro un messaggio molto importante, ma purtroppo anche dimenticato da noi cattolici; e un messaggio biblico ed è un messaggio della tradizione della Chiesa. Sappiamo bene che la Madonna fin dall’inizio ci ha invitati proprio a digiunare e a pregare. Non dobbiamo dimenticare che ha detto che con il digiuno e la preghiera si possono fermare le guerre e anche allontanare le catastrofi naturali.

Pregate e digiunate! Vi chiedo solo preghiera e digiuno! (14.12.81)

Io direi che dobbiamo almeno pregare per ottenere questa grazia di poter digiunare e poter vivere così come la Madonna ci invita. Ma se incominciamo a digiunare e a pregare, di sicuro capiremo anche la volontà di Dio, la potremo accettare e vinceremo la nostra propria volontà. Non dobbiamo dimenticare che la volontà di Dio è veramente il nostro bene.

Molte volte quando stiamo bene non diciamo che "è la volontà di Dio", ma se qualche cosa va male diciamo facilmente che "è la volontà di Dio": cosi possiamo proprio presentare Dio in una luce non giusta, non buona. Anche quando noi combiniamo qualche guaio, la volontà di Dio è trasformare tutto per il bene.

Una volta S. Agostino ha detto: "felice colpa". Allora anche il nostro peccato, tutte le esperienze del peccato e tutte le ferite, il Signore le vuole guarire, vuole che tutto sia trasformato per il nostro bene e per la gloria di Dio.

Scoprendo la volontà di Dio, di sicuro diventeremo "apostoli dell’amore".

Forse molte volte abbiamo sentito la domanda o abbiamo noi stessi chiesto: "come posso aprirmi al Signore?". Ecco la risposta: nella preghiera. Ma la preghiera che ci apre al Signore è la preghiera per la quale prendiamo tempo. Una preghiera veloce o breve o superficiale di sicuro non può aprirci; così come un fiore non si può aprire se non ha le condizioni della terra, dell’acqua.... Chiediamo al Signore la grazia di una preghiera profonda, di una preghiera fatta con amore, di una preghiera del cuore. E´ veramente bello guardare un fiore che si apre ai raggi mattutini del sole, ma più bello è vedere o fare l´esperienza di questa apertura a Dio nella preghiera, perché, aprendoci così a Dio, faremo l´esperienza dell’amore, della pace, della gioia, della speranza e anche della guarigione interiore. La Madonna ci incoraggia a non aver paura.

Tutto e dono. Anche voler pregare e digiunare, anche poter credere e un dono. Qualche volta qualcuno si chiedeva: "Che cosa viene prima? Prima la preghiera e dopo l´apertura del cuore o prima 1´apertura del cuore e dopo la preghiera?" Non c´è bisogno quà di una teoria o di una filosofia. In questo momento, sentendo questo messaggio, se ci decidiamo per la preghiera, il cuore si aprirà, il cuore farà questa esperienza di Dio e di sicuro accetterà il dono della conversione e riceverà anche la forza di lasciare il male, di superare il male. La conversione è uno dei messaggi principali che la Madonna ha dato quì a Medjugorje. Conversione significa lasciare il male, superare il male, le abitudini del peccato e aprirci sempre di più al Signore, camminare verso il Signore con Maria.

La Madonna ci assicura che solo accettando il dono della conversione, capiremo "l´importanza della grazia in questi tempi". questi tempi sono tempi di grazia e insieme sono tempi in cui abbiamo bisogno della grazia. Tutti coloro che hanno cominciato ad accettare e a vivere i messaggi della Madonna, di sicuro capiscono come è importante la grazia. Le scienze umane ci offrono tante possibilità e così tutti noi siamo un po´ tentati a contare su noi stessi, sulla tecnica, sulla medicina. Tutto bene, ma la grazia è più importante, la grazia non si può sostituire. Se ci apriremo così a Dio, la Madonna ci assicura: "Dio vi diventerà più vicino". Non è che Dio si sia allontanato da noi, ma noi possiamo allontanarci da Dio. Allora saremo più capaci nel cuore a capire che Lui è veramente con noi. Il Suo desiderio e di aiutarci ad incontrare Gesù nella Parola e nell´Eucarestia. E quando cominciamo a capire e ad accettare la Sua Parola, quando cominciamo ad aprirci all´Eucarestia, ecco che sentiremo Dio vicino a noi. Lo scopo e la gioia dell´EMMANUELE (Dio con noi) è proprio di rimanere con noi, con il Suo popolo, con i Suoi figli.

Commento di Padre Slavko Barbaric - www.medjugorje.org - [Info da Medju] -

 
 
 

NOVENA DELL'ANNUNCIAZIONE DI NOSTRO SIGNORE DAL 16 AL 24 MARZO

Post n°6879 pubblicato il 16 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 

PRIMO GIORNO: O Maria, sia benedetto il saluto che vi diede l’Angelo di Dio nel suo annuncio. Ave Maria.

SECONDO GIORNO: O Maria, sia benedetta la grazia sublime di cui l’Angelo di Dio ti dichiarò piena. Ave Maria.

TERZO GIORNO: O Maria, sia benedetto l’annuncio che l’Angelo di Dio dal cielo vi recò. Ave Maria.


QUARTO GIORNO: O Maria, sia benedetta l’umiltà con cui vi dichiaraste Ancella di Dio. Ave Maria.


QUINTO GIORNO: O Maria, sia benedetta la generosità con cui faceste vostro il volere di Dio. Ave Maria.

SESTO GIORNO: O Maria, sia benedetta la purezza con cui riceveste nel vostro seno il Verbo di Dio. Ave Maria.

SETTIMO GIORNO: O Maria, sia benedetto il momento in cui il Figlio di Dio si vestì della vostra carne. Ave Maria.

OTTAVO GIORNO: O Maria, sia benedetto il momento in cui diveniste Madre del Figlio di Dio. Ave Maria.

NONO GIORNO: O Maria, sia benedetto il momento in cui cominciò, con l’Incarnazione del Figlio di Dio, la salvezza dell’uomo. Ave Maria.


Preghiamo: O Dio, che all’annunzio dell’Angelo hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo verginale di Maria, concedi al tuo popolo, che la onora come vera Madre di Dio, di godere sempre della sua intercessione presso di te. Per Cristo nostro Signore. Amen.


PREGHIERA DA RECITARE OGNI GIORNO DELLA NOVENA

Vergine Immacolata,

prendi il sì della mia risposta

alla chiamata dei Signore

e custodiscilo dentro il tuo sì,

meravigliosamente fedele.

Donami la gioia e la speranza

che trasmettesti ad Elisabetta

entrando nella sua povera casa.

Fa' che la passione di salvare

mi renda missionario infaticabile,

povero di mezzi e di cose,

puro e trasparente nei sentimenti,

totalmente libero

per donarmi veramente agli altri.

Rendimi umile e obbediente fino alla Croce

per essere una cosa sola con Gesù,

Dio disceso dal cielo per salvarmi.

O Maria, affido a te tutte le persone

che ho incontrato e che incontrerò

nel viaggio della fede:

illuminaci il cammino,

riscaldaci il cuore,

portaci alla casa e alla festa dell'Amore

che non avrà mai fine. Amen. 

Mons. Angelo Comastri

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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