ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 22/03/2012

OMAGGIO A TONINO GUERRA

Post n°6916 pubblicato il 22 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Io sono come loro, come quei luoghi abbandonati». Sono parole di Tonino Guerra, per molti, il Maestro, per noi solo e semplicemente Tonino, un amico. Sì, un po’ si sentiva abbandonato per quel mondo del cinema che vedeva non esserci più; per quell’amato luogo della sua infanzia, Pennabilli, dal quale pure si sentiva un po’ abbandonato; per quegli ideali legati alla Russia e alla sua storia, che aveva visto crollare. Così, cercare luoghi abbandonati per riportarli alla Bellezza, era un po’ come salvare se stesso e quel mondo che gli pareva perduto per sempre.

Eravamo spaesate in quel giorno di autunno in cui ci venne a trovare nella nostra nuova dimora: un ex convento cappuccino vuoto come un guscio di uovo.
Tonino ci guardò colmo di amicizia e di compassione e ci disse: «Non possono vivere qui le mie amiche suore! Vi mando io qualcosa perché questo luogo possa essere lo specchio di ciò che siete voi: fiori di bellezza». E così avvenne. Arazzi con i suoi dipinti rallegrano il salone dei nostri ospiti e ci parlano di lui.
Il 16 di marzo è il giorno del suo 92° compleanno e Tonino sta male. Da tempo lo stavamo seguendo con la preghiera, ma in quell’ora grave la provvidenza volle che ci potessimo incontrare. Sulle pareti della sua casa di Sant’Arcangelo di Romagna riconoscevo il suo mondo, le sue forme, la sua poesia. Mentre attendevo il mio turno mi pareva di poter ascoltare la sua voce commentare, dipingendo con le parole, ogni cosa, ogni oggetto.
Venne il mio turno. Entrai. Lora mi fece strada con i suoi occhi dolci eppure dotata di inaspettata determinazione, anche in quest’ora così dolorosa per lei. Tonino aveva appena incontrato tutti i sindaci della Romagna, presenti al suo capezzale con fascia tricolore, mi sentii quasi in imbarazzo per la diversità di posizione, di rapporto, di visita. Mi resi improvvisamente conto che stavo per dare l’ultimo saluto a un testimone dell’ultimo secolo di storia italiana: un uomo di cultura, un drammaturgo, amico di Fellini e di Tarkovsky. La voce di Tonino mi distolse dai miei pensieri: «Gloria!» Nell’evidente gravità del suo stato un sorriso pacificato illuminò il suo volto. Ripensai per un attimo alle numerose volte in cui telefonando mi chiedeva con insistenza se di là ci fosse davvero qualcosa. Le note di «Romagna mia» mi raggiunsero improvvise e provai un fastidio tremendo. Dalla finestra spalancata della camera di Tonino si poteva vedere la piazza del paese e gli innumerevoli fans del Maestro ballare e cantare accompagnati dal suono della banda. Mi trovai a pensare che, per un momento così, nulla sarebbe stato più prezioso del silenzio, che Tonino, del resto amava.
Gli presi la mano e Tonino mi guardò con il suo sguardo sofferente ma ancora pieno di arguta vivacità: «Gloria, a Pennabilli c’è una Madonna per te, un dono». Mi salivano le lacrime agli occhi ma le trattenni facendogli il migliore dei miei sorrisi. Ero commossa che un uomo in quelle condizioni, a un passo dalla morte, si ricordasse di avere un regalo per me. Ma Tonino, quello vero, non quello televisivo, era così: pieno del senso dell’amicizia e generoso. Generoso con gli amici e con chi sentiva vicino.
Gli dissi che lo salutavano tutte le mie sorelle e che c’era con me anche don Gabriele. Sorrise, prese fiato e disse:«La bontà! Ecco quello che ci salva. I gesti religiosi sono gesti di bontà, ricordatelo!» Gli chiesi se voleva la benedizione, annuì. Don Gabriele gli diede la mano e lo benedisse. Nonostante la stanchezza non chiuse gli occhi, ma mi seguì con lo sguardo fino a che non scomparii dietro l’uscio.

Oggi Lora, al telefono, con voce rotta mi disse: «Non ha voluto morire ieri, perché era il giorno del mio compleanno. È morto oggi, che l’Unesco ha dichiarato giorno della poesia».
Tonino conoscerà, ora, una nuova primavera. Si sarà presentato al trono dell’Altissimo armato di poesia e di Bellezza e non potrà Dio mandarlo indietro.
Noi lo crediamo, noi che lo abbiamo sentito parlare di sua madre con venerazione, lei che era certa che in qualunque modo si parli, latino o dialetto, Lui (Dio) capisce. Noi che lo abbiamo sentite dire, di cuore: «Ma sì! Io e Gesù siamo amici».

Riva Sr. Maria Gloria - CulturaCattolica.it -

 
 
 

IL PREZZO DA PAGARE: STORIA DI UNA CONVERSIONE DALL'ISLAM AL CATTOLICESIMO

Post n°6915 pubblicato il 22 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E’ difficile recensire, senza pathos, un libro che ha toccato nel profondo e altresì profondamente commosso centinaia di migliaia di lettori (Joseph Fadelle, Il prezzo da pagare, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, pp. 220, euro 18). Joseph Fadelle, nasce nel 1964 in Iraq, da una famiglia dell’alta aristocrazia sciita, notoriamente perseguitata dai sunniti, il gruppo maggioritario nell’Islam, e dal governo autocratico di Saddam Hussein. Il suo vero nome è Mohammed al-Sayyd al-Moussaoui e la sua famiglia “discende direttamente da quella del Profeta” (p. 14).
La storia della sua conversione al cattolicesimo, narrata nel libro, nasce da un incontro fortuito fatto in caserma dove lui svolgeva il servizio militare. Infatti fu mandato nella camerata con un cristiano di 44 anni, di nome Massoud. Ben presto una profonda amicizia nasce tra i due commilitoni. La cosa che più stupisce Mohammed è «la capacità di ascoltare» così «empatica e benevola» (p. 22) di Massoud. Tra letture, conversazioni, approfondimenti, piano piano Mohammed si rende conto di non accettare più tante cose dell’Islam.
Ma la conversione piena avverrà per Mohammed, come per certi Patriarchi del Vecchio Testamento, attraverso un sogno. Si trovava nel sogno misterioso presso un ruscello e aveva di fronte un uomo di straordinaria bellezza, che lo attraeva con il suo sguardo «di una dolcezza infinita» (p. 35). Quest’uomo, evidentemente Gesù di Nazareth, gli dice una sola frase che sarà per lui l’incipit dell’adesione definitiva alla fede cristiana: «Per attraversare il ruscello, hai bisogno del pane della vita» (p. 35). Quando il Nostro scoprirà, nel Vangelo di Giovanni, prestatogli dall’amico Massoud, che Gesù stesso usò quell’espressione, a lui ignota, avrà una certezza spirituale di essere sulla strada giusta.
Ma da qui iniziano i suoi dolori e si manifesta, con una crudeltà senza pari, il suo «prezzo da pagare» per abbandonare l’Islam e farsi cristiano-cattolico. Le prime croci arrivano dalla Chiesa locale la quale farà di tutto per dissuaderlo dal divenire cristiano! Queste pagine, sono forse le più dolorose del libro, e vanno ben meditate per capire fino a che punto, la “crisi della fede” di cui parla così spesso Benedetto XVI, sia diventata oramai qualcosa di profondamente radicato e di universale.
Un prelato, alla sua richiesta di battesimo, gli risponde, ribaltando l’esempio di Cristo che corre per una sola pecora da salvare (cfr. Mt. 18, 12-14), che: «Non si può sacrificare tutto il gregge per salvare una sola pecora…» ! (p. 52). Dopo che la famiglia lo persuade/obbliga a sposare una giovane mussulmana, da cui ha presto un figlio, inizia la carcerazione, per farlo tornare nell’Islam (cfr. pp. 94-110).
Passa oltre un anno in un penitenziario come sorvegliato speciale tra i criminali comuni. Dei dolori indicibili della prigionia, dovuta si badi bene, non al governo o ai “fondamentalisti”, ma alla propria famiglia, scrive così: «Se non avessi sperimentato la vita in cella non avrei mai potuto sprofondarmi in questo cuore-a-cuore con Gesù e il suo Spirito» (p. 105).
Quando esce dal penitenziario pesa soltanto 50 kg e la stessa moglie fa fatica a riconoscerlo. Nel 2000, dopo mille peripezie, fugge con la famiglia dall’Iraq e si rifugia in Giordania. Da lì, con l’aiuto di una suora coraggiosa, la definitiva fuga verso l’Europa. Il 15 agosto del 2000, festa dell’Assunzione di Maria, nell’Anno giubilare, arriva a Parigi dove si trasferisce con la moglie e i due figli, che nel frattempo hanno ricevuto il battesimo. Il racconto della sua storia, uscito in Francia nel 2010, è divenuto un best seller, e pare, ha prodotto nuove conversioni di islamici al cristianesimo.

(Fabrizio Cannone) - (Fonte: www.corrispondenzaromana.it) - libertaepersona.org -

 
 
 

PSICHIATRA GROSSMAN: L'EDUCAZIONE SESSUALE NON E' PERMESSIVISMO

Post n°6914 pubblicato il 22 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La dottoressa Miriam Grossman, psichiatra dell’adolescenza e dell’infanzia presso l’Università della California, ha criticato l’impostazione dell’attuale educazione sessuale perché incoraggia comportamenti a rischio per la diffusione di malattie tra i giovani.
Questo accade, ha detto a EWTN News, perché molta dell’attuale educazione sessuale è orientata al permissivismo sessuale e non alla salute sessuale. Oggi nelle scuole degli Stati Uniti non si insegnare la gestione della propria sessualità, ma come permettere qualunque comportamento sessuale.

In tutti gli altri campi della salute umana non è così, ad esempio, ha proseguito la Grossman, sono moltissimi i pazienti che non seguono i consigli di dieta dati loro dal medico, ma il medico presenta sempre un quadro onesto della situazione dicendo loro cosa può capitare se non dimagriscono o fanno un po’ di moto, invece nel campo della sessualità ciò non accade, anzi si cerca di permettere al paziente di fare comunque ciò che desidera. Di recente la dottoressa si è trovata a parlare di fronte alla commissione delle Nazioni Unite per la condizione delle donne e ha messo in guardia sul fatto che esse, altamente vulnerabili a ogni malattia sessualmente trasmettibile, soffrono in modo particolare in una cultura che esalta la libertà sessuale. Ha poi chiesto che venga fermata la distribuzione di un opuscolo per i giovani in cui si sostiene la non obbligatorietà ad informare i propri partner di essere eventualmente affetti da HIV, questo perché, dal punto di vista della salute pubblica, sarebbe un disastro, senza tener conto che, in questo modo, un partner sessuale non darebbe il proprio consenso in maniera del tutto libera, non essendo completamente informato.

Infine, poiché i preservativi non sono sicuri al 100% nel prevenire la trasmissione di malattie sessuali, invece di presentare gli incontri sessuali come qualcosa di solamente esaltante e privo di conseguenze, sarebbe più corretto educare i giovani ad un responsabile comportamento sessuale, proprio come affermava qualche mese fa il virologo Carlo Federico Perno. La società dovrebbe comprendere che il sesso non è un gioco e che le malattie a carattere sessuale sono trasmissibili nel momento in cui un individuo diventa sessualmente attivo, indipendentemente dall’uso o meno del preservativo.
Quindi, ha concluso la psichiatra, l’unica vera soluzione è riservare l’attività sessuale per l’età adulta e con un unico partner. L’educazione sessuale dovrebbe andare in questa direzione.

Davide Galati - uccronline.it -

 
 
 

L'ANNUNCIAZIONE: LUCE E FUOCO PER L'UMANITA'

Post n°6913 pubblicato il 22 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il "sì" di Maria, donna, madre e sposa

L’evento dell’Annunciazione coincide con l’avvenimento dell’Incarnazione. È il legame nuziale del Verbo con l’umanità e più precisamente con la Chiesa, vergine-madre, come Maria.

La giovane fanciulla di Nazareth è la protagonista della vicenda nella quale Dio rende partecipe una creatura umana della rinascita degli uomini. Nel suo seno verginale Dio scese col Figlio tra gli uomini, gli uomini salirono con Maria a Dio. In questo arcano mistero di salvezza rifulge, oltre alla missione di mediazione della madre di Dio e nostra, il connotato di esemplarità di Maria.

Come modello di fede e di totale adesione alla volontà di Dio, Maria ispira i termini di ogni dialogo dell’uomo con Dio. L’uomo chiamato a rispondere al suo progetto di amore e santificazione trova nel “sì” di Maria la risposta pronta, gioiosa ed amorosa.

La prontezza si oppone all’indeterminatezza che svilisce l’uomo della sua capacità di assumere impegni in responsabilità e libertà. Nel mondo di oggi  il progettuale e duraturo si riduce all’effimero carpe diem della banalità al quotidiano anche nella vita a due.

È la costante comunione che coltivava con Dio nella contemplazione, che offre alla Vergine la consapevolezza di appartenere a un disegno che la trascende, i cui strumenti di realizzazione le sono proposti nella vocazione di socia privilegiata della redenzione operata da Dio, nel Figlio.

La gioia della sua risposta è suscitata dal saluto dell’Angelo: “Rallegrati Maria”! La grazia che ella ha trovato presso Dio s’innesta nella pienezza dei suoi doni. Come dal suo intuito mistico affermava San Francesco, Maria è “la Vergine fatta Chiesa”.

Modello fulgido di santità, bontà e purezza, è il prototipo dell’umanità. Maria è l’espressione di come Dio ha voluto l’uomo prima del peccato originale. Maria è icona della Chiesa dopo la lotta finale: senza macchia, né ruga, poiché è l’Immacolata.

La pace del cuore che riecheggia nello shalom ebraico è quella pienezza di bene che seco porta Maria e che lungi dall’essere spensieratezza rivela la profondità del mistero dell’amore.

La felicità non è assenza di dolore, ma sua accettazione nell’immersione nella volontà di Dio che produce nel sorridere alla vita l’espressione antropologica più cristallina del vivere per Dio e con Dio.

La mancanza di fede fiduciale e di speranza, come resa all’inseguimento dei propri sogni è oggi la causa dell’alone di tristezza che ombreggia sui volti anche di tanti giovani come velo che eclissa la visione di un sole.

L’amore di Maria è reso visibile e udibile dalla prontezza e dalla gioia del suo “si” a Dio, segno inequivocabile che significa il suo voler vivere un’esperienza sponsale, quella  di Vergine –Madre.

È la creatura che più ama Dio e più è amata da Dio. Se ad ogni azione corrisponde una reazione, San Massimiliano M. Kolbe affermava che la risposta di Maria è la più bella e perfetta che una creatura umana avesse mai potuto dare a Dio.

Dio ama e chiama l’uomo; Maria risponde per riflesso a quell’amore declinando nel prisma della sua anima cristallina i differenti colori delle situazioni della vita. In quella comunione di amore con la Trinità di cui è figlia, madre e sposa, ogni donna può in Lei identificare se stessa nella triplice vocazione di donna, madre e sposa. Nella dimensione antropologica della femminilità è intrinseca la capacità strutturale, sul piano non solo fisico-biologico, ma spirituale-psicologico, di accogliere la vita.

La capacità relazionale muliebre e l’accoglienza verso soprattutto chi è più debole e indifeso, è il miglior deterrente all’indifferenza sui bisogni degli altri, in una società che dimentica di Dio, sta perdendo anche di vista l’uomo stesso. Se la donna diventasse “madonna”, potrebbe umanizzare il mondo, poiché in lei ognuno riconoscerebbe il mistero dell’origine della vita, del suo valore, del suo accompagnamento.

Nella dimensione materna di Maria individuiamo la determinazione di tante madri-coraggio che ieri, come oggi, cavalcano i drammi dell’esistenza affinché il domani dei propri figli sia migliore. Colei che con il “sì” dell’Annunciazione generò prima nella mente e nel cuore e poi nel corpo verginale, Colui che l’universo intero non può contenere, allarga l’orizzonte di comprensione della collaborazione umana al progetto creativo di Dio.

Come stella fulgente nella fredda notte del mondo, il calore e la luce di Maria rendono primavera all’inverno demografico di una generazione degenerata perché i genitori non generano. L’unione sponsale con Dio e il suo consorzio di vita con il giusto S. Giuseppe, custode delle virtù di Maria, esaltano il senso della famiglia umana: dal focolare domestico al fuoco che il Verbo, incarnandosi, ha portato e ha voluto vedere acceso in tutto il mondo (cfr. Lc 12, 49-53).

- P. Alfonso M. A. Bruno  - ZENIT -

 
 
 

COMMENTO DI PADRE LIVIO DI RADIO MARIA SUL MESSAGGIO A MIRJANA DEL 2 MARZO 2012

Post n°6912 pubblicato il 22 Marzo 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Cari figli, per mezzo dell’immenso amore di Dio io vengo tra voi e vi invito con perseveranza tra le braccia di mio Figlio. Vi prego con Cuore materno, ma vi ammonisco anche, figli miei, affinché la sollecitudine per coloro che non hanno conosciuto mio Figlio sia per voi al primo posto. Non fate sì che essi, guardando voi e la vostra vita, non desiderino conoscerLo. Pregate lo Spirito Santo affinché mio Figlio sia impresso in voi. Pregate affinché possiate essere apostoli della luce di Dio in questo tempo di tenebra e di disperazione. Questo è il tempo della vostra messa alla prova. Col Rosario in mano e l’amore nel cuore venite con me. Io vi conduco alla Pasqua in mio Figlio. Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, affinché possano sempre vivere secondo Lui ed in Lui. Vi ringrazio".
 
Commento di Padre Livio

Come vedete, cari amici, i messaggi della Madonna, sia quelli dati alla veggente Mirjana che hanno uno sguardo soprattutto sul mondo, su quelli che sono lontani, sia quelli dati alla veggente Marja che sono più rivolti alla Parrocchia, a questa grande Parrocchia ideale che è un polmone pulsante della Chiesa universale, diventano sempre più profondi, sempre più impegnativi, sempre più accorati. Come a testimoniare la progressione della grande battaglia escatologica fra il bene e il male, fra la Vergine Maria e il drago sciolto dalle catene.

La Madonna apre il messaggio ricordandoci perché Lei è qua, cioè spinta, inviata dall’immenso Amore di Dio. Lei in altri messaggi ha detto che è qui per comando dell’Onnipotente e viene qui con un obiettivo ben preciso: per far sì che noi incontriamo Gesù e abbiamo il Suo abbraccio. È già la seconda volta che la Madonna negli ultimi messaggi dati alla veggente Mirijana parla del nostro incontro con Gesù come di un abbraccio. Lei oggi dice: “vi invito tra le braccia di mio Figlio”.

Ha però detto in un messaggio di qualche mese fa che purtroppo noi stiamo rinunciando a Suo Figlio e di fronte a questa apostasia, (cioè noi che abbiamo avuto la grazia della fede, di incontrare Cristo, stiamo rinunciando per cercare salvezze umane improbabili, inattuabili, illusorie), Lei è qui per riportarci tra le braccia di Suo Figlio e lo fa ”con perseveranza”. Con questa parola la Madonna indica la pazienza con cui ci ha seguito per trent’anni. È stata infaticabile in questi ultimi trent’anni nel portarci da Lui! La Madonna non si stanca, il Suo Amore Materno fa sì che abbia ottenuto da Dio di star qui per tanto tempo per far sì che, come ha detto: “voglio che siate tutti con me in Paradiso, voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio”. La Madonna non si dà pace finché tutti non abbiano abbracciato e incontrato Gesù!

Poi la Madonna dà uno sguardo al numero enorme di coloro che neanche La prendono in considerazione, che hanno eliminato Dio dalla loro vita, dall’orizzonte della loro vita e vivono senza Dio, senza Cristo, senza Luce, senza amore, senza pace, senza salvezza e sono nella tenebra e nella disperazione e ci dice: “di queste persone vi dovete preoccupare, la salvezza eterna di queste persone deve essere al primo posto nelle vostre preoccupazioni” e ci dice: “Vi prego”. Noi preghiamo la Madonna, ma anche la Madonna ci prega, ci prega! “Con Cuore materno”, rivolto ai figli lontani e “vi ammonisco”, perché ci sarà domandato conto di questa responsabilità! “affinché la sollecitudine per coloro che non hanno conosciuto mio Figlio sia per voi al primo posto”, cioè lo zelo per la salvezza delle anime dei fratelli deve essere una fiamma ardente nel nostro cuore e non deve darci pace!

E dobbiamo operare per salvare le anime dei nostri fratelli con l’esempio prima di tutto! Avvicinare gli altri a Gesù con l’esempio. Infatti se gli altri vedono che noi che ci diciamo cristiani siamo cattivi, dicono: “ma se questo è il Cristianesimo, tanti saluti”, “Non fate sì che essi, guardando voi e la vostra vita, non desiderino conoscerLo”.

E poi ci dice “io vi do i messaggi, ma voi non li capite”, “pregate lo Spirito Santo” per capirli! “Pregate lo Spirito Santo affinché mio Figlio sia impresso in voi”. E questo veramente è opera della Grazia, perché senza la Grazia non riusciamo a convertirci. Senza la Grazia la buona volontà arriva a poco, diventa, rimane nel campo delle velleità, invece con l’umiltà della preghiera, invocando la Grazia dello Spirito Santo e ovviamente applicandoci nel vivere cristianamente, pian piano lo Spirito Santo modella in noi l’immagine di Gesù.

Questa è l’opera dello Spirito Santo e di Maria stessa, come dice Sant’Agostino: “tutti noi nasciamo nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo, perché Maria e lo Spirito Santo operano in noi l’immagine di Cristo” e cioè riflettono nella nostra mente, nella nostra anima, nel nostro cuore, nei nostri sentimenti, nei nostri comportamenti Gesù stesso.

E poi dice: “Pregate affinché possiate essere apostoli della luce di Dio”, cioè la diffusione del Cristianesimo avviene con un’irradiazione di santità, di bellezza, di grazia, cioè la testimonianza cristiana è un’irradiazione di Cristo in noi, perciò, se non c’è in noi il Cristo, Lui che è la Luce, come facciamo a irradiare luce? Se non c’è in noi Cristo che è la Santità, come facciamo a irradiare santità? Se non c’è in noi Cristo che è l’Amore, come facciamo a irradiare Amore? E la Madonna ci dice: “Pregate affinché possiate essere apostoli della luce di Dio in questo tempo” e qui la Madonna ancora una volta dà una descrizione del mondo vista dal Cielo.

Nel messaggio precedente, la Madonna descrivendo questo mondo visto dal Cielo, aveva detto: “questo mondo è sotto il segno della superbia”,  cioè ci aveva detto: “figli miei, la superbia sta regnando”. 

In altri momenti la Madonna aveva descritto questo mondo come “immerso nella tenebra della morte, nella tenebra della menzogna”, oggi dice che è immerso nella:“tenebra della disperazione”.

Sono delle descrizioni che ognuno di noi può verificare nella propria vita,  cioè si vede che siamo nella tenebra, nel buio, nella superbia, nella tracotanza, nella malvagità, nella prepotenza. Nel mondo abbonda il peccato, domina il peccato, ha detto la Regina della Pace e Lei è qui per arginare, per salvare, per far sì che la Luce prevalga sulle tenebre, che il bene prevalga sul male, che la gioia prevalga sulla disperazione, che la vita prevalga sulla morte, che la verità prevalga sulla falsità e che la vita prevalga sulla morte, perché un mondo in mano al male va verso la morte: “Pregate affinché possiate essere apostoli della luce di Dio in questo tempo di tenebra e di disperazione”.

Poi la Madonna ci ammonisce ancora: “Questo è il tempo della vostra messa alla prova”, cioè tutto il tempo della vita è una prova, ma questo è un tempo speciale di prova! Come quello degli Apostoli prima della Resurrezione, come quello degli Apostoli nel tempo della Passione, dobbiamo con Maria resistere saldi nella Fede!

E ci dice, ecco le armi con cui uscire vittoriosi dalla prova: “Col Rosario in mano e l’amore nel cuore venite con me”, cioè la Madonna ci vuol far passare in questo tempo di passione del mondo e della Chiesa, in questo tempo di prova, vuole che noi lo attraversiamo con Lei, “Io vi conduco alla Pasqua in mio Figlio”. Attenzione, che qui non vuol dire soltanto vi conduco alla Pasqua, vuol dire che ci conduce in questo tempo che è una Quaresima, è un tempo di prova, è il tempo delle tentazioni di Gesù nel deserto, è il tempo dei dieci segreti, “vi conduco verso la Pasqua di mio Figlio”, attraverso la Passione, la persecuzione, la tentazione, la morte e la Resurrezione nella Pasqua. È il tempo di pace, è il tempo di primavera.

Quindi non ha un significato soltanto per questo periodo dell’anno liturgico, ma per questo tempo in cui viviamo che è un tempo di prova.

Lei vuole che con il Rosario in mano e l’amore nel cuore, andiamo verso la Pasqua, ma passando attraverso il Giovedì Santo, il Venerdì Santo ed il Sabato Santo ed è la Pasqua di tutta la Chiesa, il tempo di prova di tutta la Chiesa per cui ci dice:“Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto”, cioè il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti “affinché possano sempre vivere secondo Lui ed in Lui”.

Questa frase della Madonna sintetizza meravigliosamente questa settimana di esercizi spirituali che hanno fatto tutti quelli che lavorano presso la Santa Sede insieme al Santo Padre: “Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto affinché possano sempre vivere secondo Lui ed in Lui.  Vi ringrazio”. Preghiamo per questo e anche per noi.

Questo è il messaggio. Come vedete, ogni messaggio della Regina della Pace è un Vangelo intero insomma, sintetizza il cuore del Vangelo, è una catechesi sublime, celestiale, Divina che viene dal cuore di Colei che è la Piena di Grazia, la Sede della Sapienza!

---Gesù oggi conta su di te---

«Quando Gesù ritornò nei cieli, si mise a conversare con l’Arcangelo Gabriele.

Anche nei Cieli Gesù aveva le piaghe che aveva ricevute sulla croce.

Gabriele gli disse: “Maestro, laggiù sulla terra hai dovuto soffrire pesantemente! Ma sicuramente gli uomini sanno quanto li ami ed il prezzo di ciò che hai fatto per loro!” “Oh, ancora no, per ora lo sanno solo alcuni uomini in Palestina” gli rispose Gesù.

Gabriele si meravigliò e chiese a Gesù: “Cosa hai fatto perché tutti sapessero con quanto amore hai sofferto per loro?”

Gesù gli rispose: “Niente di particolare. Ho chiesto a Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni ed ad alcuni altri amici di parlare di me agli altri. Coloro che li ascolteranno, trasmetteranno ad altri le loro parole e così la  voce su di me si diffonderà finché anche l'ultima persona nella parte più lontana del mondo non senta che ho dato la mia vita per coloro che ho così tanto amato”.

Gabriele lo guardò un po' incredulo e disse: “Sì, sì, ma cosa accadrà se Pietro e gli altri si stancheranno, se gli uomini che verranno dopo di loro dimenticheranno? Sicuramente hai anche altri piani!”

“Gabriele, non ho alcun altro piano, conto su di loro” rispose Gesù».

Gesù conta su di te. Lui non ha qualche altro piano, né tiene di riserva alcuni annunciatori e testimoni del suo messaggio. Egli non ha neppure qualche Jolly nascosto, Lui si è totalmente appoggiato a noi e crede in noi. Crede che proprio noi, così come siamo, possiamo trasmettere il suo messaggio di amore e di salvezza per ogni uomo a coloro che anche oggi desiderano ascoltarlo.


(liberamente tratto da – Piccoli avvenimenti per l’anima – di Bozo Rustjia, traduzione a cura di Manuel di www.innamorati-di-maria.it) -   “ Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it “
 
(liberamente tratto da – Piccoli avvenimenti per l’anima – di Bozo Rustjia, traduzione a cura di Manuel di www.innamorati-di-maria.it)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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