ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 13/04/2012

''VOI MARITI SIATE PRONTI A MORIRE PER LE VOSTRE MOGLI, COME CRISTO HA DATO LA VITA PER LA CHIESA''

Post n°7009 pubblicato il 13 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Titolo del prossimo libro di Costanza Miriano: La donna tende al controllo, l'uomo all'egoismo: e allora bisogna ricordare all'uomo qual è la sua chiamata, quella all'eroismo

Questa intervista a Costanza pubblicata sul settimanale spagnolo Misiòn (una sorta di Famiglia Cristiana ispanica)  e ripubblicato anche online  sul sito Religiòn en Libertad, ha avuto per  giorni  il più alto  numero di letture e di commenti (con discussioni anche piuttosto animate). Abbiamo pensato di proporvelo in italiano.

CHE COSA TI HA ISPIRATO QUESTO LIBRO?
In realtà il libro è nato un po' per caso. Stavo trascorrendo ore e ore al telefono per convincere una mia amica a sposarsi. E' capitato che ne parlassi con un collega. Gli ho spiegato che secondo me spesso era il fidanzato ad avere ragione, che le pretese della mia amica erano irragionevoli, che vedevo per loro una felicità che non si decidevano a cogliere per una serie di idee strampalate, quelle che abbiamo un po' tutti sull'amore e sul matrimonio. Ricordavo anche spesso alla mia amica che è importante che una donna sia accogliente, dolce, capace di mediare, di mettere in relazione, di unire più che di dividere. Queste tesi sono piaciute molto al mio amico, che mi ha messa in contatto con la casa editrice. Avevo dunque trovato un editore prima ancora di avere scritto un solo capitolo, e così mi è sembrato che fosse chiaramente un disegno della Provvidenza che io scrivessi questo libro. Vedo intorno a me tanta infelicità, e molta di essa è evitabile. C'è un'idea assurda del matrimonio in giro, soprattutto adesso che le donne, nella loro in certi casi giusta battaglia di emancipazione, hanno perso anche un po' della loro identità profonda, del loro "genio femminile", come lo chiamava Wojtyla nella Mulieris dignitatem.

COSA PENSA TUO MARITO DI QUELLO CHE HAI SCRITTO?
Pensa: "Oh, come sarebbe bello se tu fossi davvero così!" No, scherzo... Lui è stato il mio primo lettore, il più severo quanto allo stile (spesso mi aiuta ad essere più efficace, a trovare le parole giuste), ma il più entusiasta quanto ai contenuti. Mi ha incoraggiata, e continua a farlo, vuole che scriva ancora. Inoltre si occupa lui del mio blog, che ha già avuto oltre 700mila contatti, ed è stato invitato anche al Vatican Meeting per i bloggers.

SOTTOMISSIONE È UNA PAROLA UN PO' SCIOCCANTE PER LE DONNE DI OGGI... PERCHÉ SUGGERISCI ALLE DONNE DI SOTTOMETTERSI? CHE INTENDI ESATTAMENTE?
Non sono mica io a scegliere questa parola! E' san Paolo, nella lettera agli Efesini. La parola sembra offensiva, a noi donne di oggi, perché non sappiamo uscire dalla logica del dominio e della sopraffazione, che spesso vige in molte coppie. Ma in una logica di servizio reciproco, sottomissione indica solo lo specifico tipo di servizio al quale è chiamata la donna. Mentre l'uomo, chiamato anche lui a servire, in modo diverso, deve essere "pronto a morire per la sposa come Cristo per la Chiesa". Dunque non è che all'uomo vada molto meglio... San Paolo ce lo ricorda perché noi donne tendenzialmente vorremmo controllare tutto, mettere sempre la nostra impronta, dire l'ultima parola, manovrare le persone, magari non direttamente o apertamente, ma da dietro, in modo non scoperto. Invece essere sottomesse significa letteralmente stare sotto, cioè sostenere tutti i membri della famiglia, sorreggere, accompagnare i più deboli. Questa è una qualità peculiarmente femminile, e nessuna rivoluzione femminista potrà mai farci dimenticare che questo è il nostro vero talento. Potremo lavorare e avere sempre maggiori successi, ma la cosa che sappiamo fare meglio, e quella che davvero risponde ai nostri più profondi desideri del nostro cuore, è mettere noi e gli altri in relazione. L'amore della donna è più oblativo, quello dell'uomo più deciso e portato ad "uscire fuori" mentre la donna accoglie (il rapporto fisico è figura di quello spirituale). Uomini e donne di oggi devono riappropriarsi del loro specifico talento, complementare l'uno all'altro.

IN POCHE PAROLE, CHE SIGNIFICA ESSERE UNA BUONA MOGLIE?
Wow, che domanda difficile! E in poche parole, poi... Be' credo che una parte della risposta cambi per ogni coppia, io dovrei per esempio smettere di dare pareri non richiesti su argomenti che non conosco, è la mia specialità. In generale penso che una sposa debba essere accogliente, dolce, paziente. Deve partire da un pregiudizio positivo sul proprio marito, e quindi accogliere come buono per principio tutto quello che viene da lui. Il nostro modello deve essere la Madonna della medaglia miracolosa, con le mani e le braccia aperte per accogliere quello che viene, e sotto il piede il serpente, che è la nostra lingua, sempre pronta a criticare, a trovare quello che non va, a sottolineare quello che manca. Una buona moglie poi cerca di rimandare il momento del confronto: non discute quando vede qualcosa che non va, ma lascia decantare le emozioni, schiarirsi la vista dell'intelletto, e trovare, se una critica è da fare, il momento più giusto, quello dell'intimità. Mai e poi mai, infine, contraddice il padre davanti ai figli.

QUALE SAREBBE IL PRIMO CONSIGLIO CHE DARESTI A UNA GIOVANE DONNA CHE SOGNI UN MATRIMONIO PIÙ APPAGANTE E SODDISFACENTE?
Le donne giovani vanno più spesso incontro a delusioni, perché a differenza che nel passato oggi abbiamo pretese altissime nei confronti del matrimonio. Nel passato serviva a trovare una sistemazione, oggi dal matrimonio vogliamo la felicità, ed è giusto e bello che sia così. Solo che bisogna accettare i limiti nostri e dell'altro, sapere che ci deluderemo in alcune cose, ci faremo arrabbiare in altre, e poi, è chiaro, ci stupiremo in altre ancora. L'amore non è un sentimento, è una decisione. Aderiamo liberamente e con tutta la nostra volontà alla scelta di una persona sola, per tutta la vita. Allora sappiamo che il sentiero sarà tortuoso, ci saranno delle salite, e dei momenti in cui la strada sembrerà tutta dritta e apparentemente noiosa. Ma bisogna allenare gli occhi a vedere le meraviglie nascoste nel quotidiano, a scoprire che dopo una salita si apre una vallata di una bellezza inimmaginabile, che chi passa da una storia all'altra, chi non ha il coraggio di fare la salita, non si sogna neanche.

TI SUCCEDE A VOLTE DI ARRABBIARTI CON TUO MARITO? E SE SUCCEDE, COME VI RICONCILIATE?
Certo che succede! Anche se non spesso, perché io sono piuttosto paziente, e difficilmente mi arrabbio proprio. In più mio marito è davvero buono. Ma se non sono d'accordo, come ho detto, cerco di rimandare il momento di dirgli perché non la penso come lui. Faccio sbollire l'arrabbiatura, mi chiarisco le idee, e il più delle volte mi accorgo che aveva ragione lui. Inoltre ho i miei piccoli sfoghi: prima di tutto c'è la preghiera, il rosario. Poi c'è la corsa, la mia grande passione (sono una maratoneta): dopo una bella sudata non mi ricordo neanche perché ero preoccupata. Infine ci sono le amiche: con loro posso lamentarmi, sfogarmi, essere lagnosa, querula, noiosa, insopportabile. Un uomo se gli poni un problema cerca di risolverlo, invece un'amica dice esattamente quello che vuoi sentirti dire: che sei una donna meravigliosa e che davvero reggi il mondo intero sulle spalle. Che lo fai magnificamente, e che fra l'altro quel nuovo taglio ti dona moltissimo, e forse sei anche un po' dimagrita.

QUAL È LA SFIDA PRINCIPALE CHE IL MATRIMONIO RAPPRESENTA PER LE COPPIE, OGGI?
Tutta la società spinge in moltissimi modi contro la famiglia. Dio è scomparso dall'orizzonte, e senza Dio, che con la forza del sacramento e con la grazia rinnovata ogni volta che glielo chiediamo nella preghiera, è impossibile pensare a qualcosa che sia per sempre, in questa società liquida e relativista. Prima le tradizioni e le convenzioni, le consuetudini forse costringevano anche le persone, ma le tenevano salde. L'idea di essere infedeli, di seguire istinti, emozioni, di essere liberi da vincoli è fortissima: è diffusa, la si respira nell'aria. Inoltre non ci sono aiuti per le famiglie numerose, di nessun tipo, né facilitazioni per conciliare famiglia e lavoro, o magari permettere alle mamme di stare a casa, con congrui contributi economici. Tutto congiura contro la famiglia, e solo la Chiesa davvero ci difende, fa una battaglia culturale per noi. Altrimenti l'idea che passa è che le famiglie felici sono solo quelle allargate, magari con omosessuali, risposati, separati, figli di altri letti. Quelle cosiddette libere, mentre la vera libertà è solo quella che dà la Verità, cioè Gesù Cristo.

CHE IMPATTO STAI AVENDO SULLE DONNE CATTOLICHE ITALIANE? PENSI DI AVERLE INDOTTE A GUARDARE IL MATRIMONIO IN MODO DIVERSO?
Mamma mia, che impressione!! Non so se davvero sto cambiando così tanto le cose, ma se devo dire la verità ho ricevuto tantissime lettere di donne che mi hanno detto che le ho aiutate a modificare il loro modo di vivere il matrimonio. Molte, anche tra quelle che ho incontrato alle presentazioni in giro per tutta Italia (ho ricevuto centinaia di inviti, ma non posso dire sempre sì), mi hanno detto che grazie al mio libro hanno imparato a volere più bene al loro marito. Alcune hanno deciso di sposarsi, altre hanno recuperato una storia che era in crisi. E anche molte donne cattoliche impegnate, ben formate da anni di incontri di formazione spirituale, mi hanno detto che certe cose non si dicono più neanche in ambiti religiosi, mentre la mia visione, cioè quella di san Paolo, è davvero quella che risponde più profondamente al loro cuore.

STAI PREPARANDO UN ALTRO LIBRO?
Sì, sto cercando di analizzare il seguito della frase di san Paolo, nella lettera agli Efesini: e voi mariti siate pronti a morire per le vostre mogli, come Cristo è morto per la Chiesa. Se la donna tende al controllo l'uomo tende all'egoismo, e allora bisogna ricordargli qual è la sia chiamata, quella all'eroismo. Quindi il prossimo libro è per lui.

LA PREGHIERA È IMPORTANTE PER LA VITA MATRIMONIALE?
Certo, la preghiera è importantissima per tutti. Prima di parlare bisogna pensare, ma prima di pensare bisogna pregare. La preghiera pulisce gli occhi e fa vedere tutto più chiaro. Scioglie i nodi e appiana le incomprensioni. Porta la pace prima di tutto nel nostro cuore e ci permette di diffonderla.

QUALI SONO I TRE LIBRI CHE HA AMATO DI PIÙ?
A parte la Bibbia, dice? Beh, la Divina Commedia, innanzitutto, che ricorda all'uomo quale ampiezza deve avere il suo respiro, proiettato verso l'eternità. La mia santa preferita è la vostra Teresa d'Avila, e le sue opere sono meravigliose, ma anche Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, ha scritto parole meravigliose sulla donna. Poi c'è un libro poco noto, forse, che si chiama Il mistero della donna, di Jo Croissant, che invita le donne al sacerdozio del cuore, a offrire in sacrificio quella sete d'amore che tutte ci arde, e che non è mai saziata.

COME TRASMETTE IL SUO MESSAGGIO AI FIGLI?
Poche parole e molta pratica: i bambini ascoltano con gli occhi. Vedono il rispetto reciproco, il sacrificio, la donazione generosa di babbo e mamma, che li seguono e li amano con modalità diversissime ma complementari.
 
Fonte: costanzamiriano.wordpress.com - di Isabel Molina - BASTABUGIE n.240 -

 
 
 

CENTOMILA EURO PER FAR SOPRAVVIVERE " LA BUSSOLA QUOTIDIANA" QUOTIDIANO CATTOLICO DI OPINIONE ONLINE

Post n°7008 pubblicato il 13 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari amici, da quando l’8 dicembre 2010 La Bussola Quotidiana ha mosso i primi passi abbiamo combattuto molte battaglie insieme: per la vita – E contro l’aborto -  e con essa la famiglia e la libertà di educazione; per porre  questi princìpi non negoziabili come criterio per la gestione della cosa pubblica; per la libertà religiosa e a sostegno dei tanti cristiani perseguitati nel mondo; per la verità e la dignità dell’uomo in tante crisi internazionali, a partire dalla Libia;  per la chiarezza e la difesa della fede cattolica dagli attacchi che arrivano dall’esterno ma anche dall’interno, come il recente “caso Enzo Bianchi” dimostra.

In tutte queste battaglie abbiamo sentito la vostra vicinanza, il vostro appoggio, a volte i vostri suggerimenti.

Ma oggi abbiamo bisogno di voi per combattere la battaglia più dura, quella della nostra sopravvivenza, della sopravvivenza di BQ.

Tutto quello che leggete ha un costo: c’è una redazione, per quanto piccola, e ci sono tanti collaboratori qualificati. Senza questi apporti BQ non potrebbe esistere e non potrebbe avere l’autorevolezza che in tanti le riconoscete.

Come sapete, La Bussola Quotidiana non ha alcun finanziamento pubblico, da parte di enti statali o ecclesiastici, e purtroppo la crisi economica ha reso più difficile per diversi sponsor della prima ora proseguire nel loro impegno a sostenere il nostro quotidiano. Questo rende problematico andare avanti nella nostra missione giornalistica al servizio della Nuova Evangelizzazione.

Per poter continuare a informarvi abbiamo bisogno di CENTOMILA EURO in tempi stretti: mille persone che versano cento euro, o cento che ne versano mille; o anche venti generosi sostenitori che arrivano a 5mila euro o più.

Sappiamo di chiedervi un grande sacrificio, soprattutto in un momento difficile per tutti, ma sappiamo anche – dai dati sugli accessi al sito e dalle lettere che ci inviate - il grande e crescente apprezzamento che avete per BQ e che farete di tutto per non fare morire questa voce unica nel panorama editoriale italiano.

A nome della redazione e delle numerose firme di BQ vi ringrazio anticipatamente per il vostro sforzo e il vostro sostegno

Riccardo Cascioli

PER DONARE ANDARE AL SITO: www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-centomila-euro-per-sopravvivere-5068.htm

 
 
 

L'OMOSESSUALE MATTHEW TODD: "IL MONDO GAY E' UN INFERNO DI INFELICITA' "

Post n°7007 pubblicato il 13 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Solitamente quando si è preoccupati e ci si ostina a voler comparire in un certo modo, significa che in realtà molto probabilmente si è coscienti di essere l’esatto opposto.  Un esempio è il comportamento della lobby omosessuale, che persiste nel voler comparire in perenne festeggiamento, circondata da colori accesi, bandiere arcobaleno, manifestazioni carnevalesche, travestimenti e così via. Pochi giorni fa riportavamo la domanda di Simon Fanshawe, importante scrittore omosessuale e intellettuale inglese: «Ma perché per essere gay bisogna essere infantili e comportarsi da adolescenti?», il quale sottolineava come non sia l’omofobia la cosa più deleteria per gli omosessuali, ma lo “stile di vita gay”: ossessione per il sesso, droghe, infantilismo, narcisismo, promiscuità, relazioni instabili ecc.

Nel 2010 anche Matthew Todd, drammaturgo e redattore della rivista gay inglese “Attitude”, ha voluto sfidare il grande tabù della lobby omosessuale. Ha definito “il problema dei problemi” il preoccupante aumento dei tassi di malattie mentali e problemi di dipendenza tra gli uomini gay. «C’è questo luogo comune», ha accusato, «che passiamo tanto tempo a fare festa, ma in realtà noi lo sappiamo bene e le ricerche ora lo dimostrano: c’è un inferno di gay infelici, un alto numero di depressi, ansiosi e con istinti suicidi, che abusano di droghe e alcol e che soffrono di dipendenza sessuale, tassi molto più elevati di comportamento auto-distruttivi». La ricerca, spiega il giornalista, «dimostra che gli uomini gay hanno più del doppio delle probabilità di tentare il suicidio e secondo la ricerca del ‘London University College Hospital’ ci sono tassi significativamente più alti di malattie mentali tra gli uomini gay rispetto ai loro coetanei». Eppure gli omosessuali sono sulla difensiva, accusano di omofobia chiunque faccia notare il valore di questi dati, sopratutto in merito alla possibilità di adottare dei bambini.

Dopo diversi anni di terapia, Todd sta cominciando a fare i conti con i suoi comportamenti compulsivi: «La vita gay è incredibilmente sessualizzata. I ragazzi entrano in questo mondo sessualizzato dove c’è un sacco di alcol e un sacco di droga, non c’è nulla di sano, dolce o rilassato». Un altro aspetto toccato dal giornalista è la mancanza di modelli positivi nel mondo omosessuale: la maggior parte ha problemi di dipendenze da droga e alcool, come: Michael Barrymore, George Michael, Lindsay Lohan, Boy George, Alexander McQueen ecc. Vere e proprie celebrità, sulle quali è impossibile avanzare la teoria della discriminazione omofobica come giustificazione.

Nel suo libro “The Velvet Rage: Overcoming the Pain of Growing Up Gay in a Straight Man’s World”, lo psicologo gay Alan Downs ha esaminato il dolore che permea la vita degli uomini gay e le scelte distruttive che vengono da loro fatte: «Sì, abbiamo più partner sessuali in una vita di altri gruppi di persone», scrive. «Allo stesso tempo, abbiamo anche tra i più alti tassi di depressione e suicidio, per non parlare di malattie sessualmente trasmissibili. Come gruppo, tendiamo ad essere emotivamente più espressivi degli altri uomini, ma i nostri rapporti sono molto più brevi, in media, rispetto a quelli degli uomini normali. Abbiamo un reddito maggiore, case più costose, le auto più alla moda, più vestiti e mobili di qualsiasi altro gruppo. Ma siamo veramente più felici?»

- www.uccronline.it -

 
 
 

15 APRILE FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Post n°7006 pubblicato il 13 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La prima volta che sentii parlare della Divina Misericordia è stato il giorno della morte di papa Giovanni Paolo II. Era il 2 aprile dell’anno 2005. Come dimenticarlo?
Lessi che la Divina misericordia, che egli tanto aveva amato e venerato in vita, l’aveva accolto fra le Sue braccia proprio alla vigilia della festa. Non ne avevo mai sentito parlare e desiderai approfondire. Così scoprii come suor Faustina Kowalska, da lui proclamata beata, e poi santa, aveva avuto per anni la visione di Gesù che le aveva chiesto di far dipingere la Sua immagine, così come le appariva: con una veste bianca e due meravigliosi raggi che partivano dal Suo cuore, uno rosso ed uno bianco. E Gesù aveva spiegato a suor Faustina che i raggi erano il sangue e l’acqua scaturiti dal Suo petto il giorno della crocifissione, quando un soldato gli squarciò il cuore con la lancia. Incredibilmente, da quella ferita provocata dall’odio, è scaturita la Misericordia di Gesù sul mondo intero. E’ la potenza di Dio che trasforma e rende nuove tutte le cose, che anche dall’odio può far nascere un amore senza fine. Due raggi luminosi, due sorgenti di vita, di purificazione per i peccatori. Gesù stesso disse alla suora che quella era “l’ultima tavola di salvezza” per i peccatori, che veniva offerta a tutti. Anche coloro i cui peccati fossero “come lo scarlatto”, potevano accostarsi senza timore alle due sorgenti e invocare la Misericordia Divina.
La prima domenica dopo Pasqua, giorno che Gesù stesso ha scelto per la Sua festa, la Sua Misericordia scenderà come un fiume sulle anime dei peccatori, su tutte le persone che si recano ad adorare la Sua immagine e, con cuore pentito, implorano il perdono per le colpe commesse. Quale grazia più grande Gesù avrebbe potuto concederci? E chi di noi potrebbe dire di non averne bisogno? Oggi più che mai, in un mondo secolarizzato, dove i valori sono stati ribaltati, dove il male è stato travestito da bene, da diritto da pretendere, dove l’uomo ha la pretesa di vivere senza Dio e di sostituirsi a Lui in tutto, anche nella creazione, dove la parola libertà è ormai solo un pretesto per giustificare anche l’omicidio, la Misericordia Divina è davvero come l’ultimo grido di allarme della sentinella che veglia sulla città, “l’ultima tavola di salvezza”, appunto. In quel giorno, ha promesso Gesù, infinite saranno le grazie concesse, e non bisogna aver timore di chiederne tante. L’unica condizione richiesta è la purificazione dell’anima attraverso il sacramento della confessione e della comunione. Tutte le colpe saranno perdonate.
Mi colpì così profondamente l’immagine di questo fiume, della Misericordia che avrebbe inondato la Chiesa e avrebbe concesso infinite grazie a tutti i peccatori, che desiderai conoscerla. Così, un giorno mi recai nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, che si trova ad un centinaio di metri dalla basilica di san Pietro. Anch’io volevo immergermi e lasciarmi travolgere da quel fiume di grazie. E’ un’esperienza che non si può raccontare così com’è. Bisogna viverla.
Era un pomeriggio qualsiasi. Non avevo mai visto tante persone sostare dinanzi ad una chiesa, prima della sua apertura, in silenziosa attesa. C’erano studenti, signore eleganti, altre persone dall’apparenza povera, suore, stranieri, anziani, bambini. Tutti noi, come mendicanti di misericordia, attendevamo di entrare. Alle 14 e 55 si aprì il portone. Sulla soglia comparve una giovanissima suora dai bellissimi lineamenti. Il suo volto era diafano, pareva quello di un angelo. Le persone entrarono silenziosamente e si sistemarono nei banchi, molte in ginocchio di fronte all’immagine di Gesù. Alle ore 15,00, puntuale, iniziò la recita della coroncina. Bellissima, cantata e suonata. Ti entrava nell’anima. E tu eri lì, dinanzi a Lui che ti guardava e ti trafiggeva con il Suo sguardo. Ovunque ti mettessi, il Suo sguardo ti seguiva. Gesù aveva detto a suor Faustina che era lo stesso sguardo che Egli, morente, aveva sulla croce. Uno sguardo d’amore che ti cattura, ti affascina e t’innamora perdutamente. C’erano lì giovani uomini, in giacca e cravatta, inginocchiati con le mani aperte verso l’alto e pregavano. Era uno spettacolo commovente ed inconsueto. E le lacrime inondavano molti visi: che gran miracolo! Da allora, tantissime volte sono tornata in quella chiesa, meravigliosa appendice del Vaticano, in via della Conciliazione. Non dimenticherò mai la prima volta che ci sono andata proprio nel giorno della Festa della Divina Misericordia. Non si poteva entrare in chiesa tanto era affollata. Ma nessuno andava via. Ci sistemammo, come altre persone, sulle scale dell’entrata laterale posta sulla facciata destra della chiesa. Stretti, inginocchiati in posizione scomoda, eppure ognuno cercava di far posto all’altro. La Misericordia c’era per tutti. Alle quindici iniziò la coroncina: “O Sangue e Acqua che scaturisti dal cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in Te”. Queste parole, cantate dalla voce purissima della suora e suonata dall’organista, sembravano scavarti nel profondo dell’anima e penetrare in ogni spazio aperto del tuo cuore sino a riempirlo tutto. Non ho mai visto da alcuna parte un simile raccoglimento. Con gli occhi chiusi, tutti pregavano, vedendo con gli occhi del cuore quell’Immagine che, dall’esterno, pur non riuscivano a vedere. Eppure tutti la sentivamo straordinariamente presente. Il più grande miracolo era proprio quella grande fede che respiravi intorno a te, e desideravi averne almeno quanto il tuo vicino. Sentivi davvero la carezza della Misericordia, come una brezza leggera che ti sfiorava il viso e ti rinnovava l’anima. E le grazie davvero si fanno scoprire. Dinanzi a quell’immagine, avviene un miracolo invisibile agli occhi. Un miracolo fatto di parole silenziose, nell’intimo del cuore, di domande che trovano risposta, di paure che si acquietano, di dolori che si placano, di mali che guariscono. In una bellissima omelia, padre Joseph Bart, rettore di quella chiesa, un giorno disse che ogni persona che si inginocchiava dinanzi a Gesù Misericordioso, abbandonava lì la sporcizia dell’anima e, quando andava via, era pulita, rinnovata. E’ esattamente quel che si prova. Io ho avuto anche la fortuna di confessarmi ad un sacerdote che, straordinariamente, mi leggeva dentro. Mi disse: ”Signora, quando una persona si confessa dinanzi a Gesù e Gesù perdona, quella persona diventa nuova, pura. Io le dico che dovrei inginocchiarmi ogni volta che viene davanti a me qualcuno che si è confessato da Gesù ed ha avuto il suo perdono…quella persona è sacra…” Quando si ha la grazia, la gioia di conoscere la Divina Misericordia, la vita cambia. Non diminuiscono le difficoltà, ma le affronti con una forza nuova, nella certezza che non sei sola. Gesù stesso ha detto: “Proteggerò ogni creatura che diffonderà il culto alla Divina Misericordia come una madre protegge il suo bambino…la difenderò come mia gloria… prometto già su questa terra la vittoria sui nemici e la vita eterna dopo la morte.”
Ha anche detto che Egli, nell’ora della morte, ci sarà accanto non come Giudice ma come Salvatore e l’anima agonizzante, accanto alla quale sarà recitata la coroncina, avrà una morte serena. Io ho sperimentato quanto fosse vera questa promessa per aver recitato accanto a mia madre questa preghiera il giorno in cui è volata in cielo, fra le braccia della Divina Misericordia. Una morte serena, con un viso bellissimo, trasfigurato di luce, e con gli occhi che guardavano Qualcosa di meraviglioso, invisibile a noi che le eravamo accanto. Il suo sguardo era lo stesso sguardo d’amore, colmo di quella gioia che solo una madre sa dare, che rivolgeva a me, sua figlia, ogni volta che mi guardava. Ella aveva visto qualcosa che la stava riempiendo d’amore. Così, con dolcezza infinita, senza un sussulto, ha chiuso gli occhi e si è abbandonata tra le Sue braccia. Ne sono certa: Gesù era lì. Era lì per accogliere una Sua creatura che tanto lo aveva amato in vita, era lì per tenere la Sua mano sul mio capo, sul mio cuore. Non sentivo dolore. Percepivo chiaramente la potenza del miracolo che stava avvenendo. La morte di mia madre è stata bellissima. Vere tutte le promesse di Gesù. E’ stata così bella che, dopo due mesi ho voluto recarmi a Cracovia, dove Gesù appariva a suor Faustina, per ringraziarLo. In una chiesa gremita di fedeli silenziosissimi, un giovane sacerdote polacco celebrava la messa. Io vedevo le persone che lo ascoltavano estasiate dalle sue parole. Dinanzi alla stupenda immagine di Gesù, pensai: “Gesù, non comprendo questa lingua, né le cose meravigliose che sta dicendo il sacerdote, ma Tu fammi capire la Tua parola”. Ed è stato bellissimo il dialogo intessuto in silenzio, un dialogo fatto di tenerezza e di Misericordia, un incontro con la certezza di avere accanto mia madre che mi stava accarezzando. Dopo la messa andai a parlare a quel sacerdote. Capiva l’italiano. Vide la foto di mia madre, la benedisse e mi disse: ”Ora lasciala nelle mani di Dio perché lì sarà felice!”.
Da quando è entrata nella mia vita la Misericordia Divina non mi ha più abbandonata.
Io l’ho cercata con fiducia, che è l’unico recipiente che ci viene chiesto per attingere le grazie. La Misericordia Divina mi è stata accanto nel lutto, confortandomi, nella malattia, ridonandomi la vita, nelle persecuzioni, donandomi consolazione e conforto, e vittoria in ogni difficoltà. Domani sarà la Festa della Divina Misericordia. Il miracolo si ripeterà nella chiesa di Santo Spirito in Sassia e ovunque si veneri la sacra immagine di Gesù Misericordioso. A Sora si celebrerà nella Chiesa di san Bartolomeo Apostolo, alle ore 9,45 e nell’abbazia di san Domenico alle ore 18,45. Un’occasione per il mondo intero. Un augurio a tutti di poterla sperimentare.

Paniccia Antonella - CulturaCattolica.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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